CAPITOLO
XCIII:
PRIME
VOLTE
“E'
come la prima volta.
Dio
mio, di nuovo quella sensazione avuta in palestra quel giorno. Lo
guardavo come fosse la prima volta, mi guardava e mi sentivo come
fosse la prima volta, ci toccavano ed era come fosse la prima volta.
Tutto uguale.
Il
bacio è stato lo stesso.
Ed
ora l'idea di poter stare con lui, prenderlo, portarlo a casa mia di
nascosto, fare in modo che nessuno ci veda e fare l'amore con lui,
questo pensiero mi emoziona come fosse la nostra prima volta.
Ma
con lui non è stata la mia prima volta e questa non lo è con lui.
Com'è
stata la mia prima volta?
Provo
a rifletterci mentre guido tenendogli la mano, i vetri non sono
proprio oscurati ma quasi, da fuori non si vede bene dentro, però
quando torniamo al centro abitato si separa con la testa che era
appoggiata alla mia spalla. Tiene la mano intrecciata alla mia,
stretta. Non sappiamo parlare. È anche lui emozionato come se
andassimo a fare consapevolmente la prima volta?
La
mia prima volta è stata shockante, non ho capito un cazzo di quello
che mi stavano facendo, né se mi piacesse. So che mi ha fatto un
male cane, però la curiosità di rifarlo, l'eccitazione di tutto il
resto che c'era intorno, mi ha spinto a rifarlo e rifarlo fino a
diventarne dipendente. Ma è sempre stato sesso. Ad un certo punto è
diventato piacevole.
Con
Riky?
Con
Riky com'è stata la nostra prima volta?
Lo
ricordo bene, l'avevo portato ai limiti estremi della sopportazione,
l'avevo fatto uscire di testa ma lui aveva fatto altrettanto con me.
È
stato attivo, era impazzito, era scoppiato ed è stato fuoco e
passione, mi ha mangiato letteralmente.
Altre
volte è stato dolce, più io l'attivo che lui, è sempre dipeso dai
momenti.
Ripensarci
ora naturalmente mi eccito, però nonostante questo non riesco a
smettere di pensare che questa è come la nostra prima volta.
Magica.
Emozionante.
Piena
di aspettative.
Penso
che potrei avere ansia da prestazione ancora un po' che ci penso.
Non
ci siamo detti che ora andiamo a casa mia e lo facciamo. Ci siamo
solo detti di andare da me. Tutto qua.
Ma
i nostri occhi parlavano chiaro.
Non
c'era una vera frenesia folle come altre volte, quando siamo in
astinenza da un po' ci capita di saltarci addosso. Era davvero...
emozione pura. Ci siamo capiti che avremmo fatto quello ed è stato
così forte quello che abbiamo provato, che non siamo più stati
capaci di parlare.
Come
quando sai che lo stai per fare per la prima volta, ma è diverso
perchè ora è la persona giusta, è l'amore della mia vita. Ne sono
certo.
Sto
per farlo con la persona che amo, che mi ama, con cui starò per
sempre.
È
per questo che è diverso.
Le
altre volte c'era sempre la sensazione che potesse essere l'ultima,
questa volta no.
Non
smetteremo.
Arrivo
a casa da dietro facendo attenzione che nel vialetto non ci sia
nessuno, entro nel cancello e parcheggio dentro nel garage, dopo di
che sciogliamo le mani e scendiamo, siamo ancora in silenzio quando
entriamo, però ci siamo ripresi le mani come se non potessimo
tenerle separate. Manca qualcosa se non le teniamo unite.
Ci
penso quell'istante.
Ed
ora?
Non
mi è mai capitato di non sapere che fare, di essere incerto su come
saltare addosso a qualcuno. So affrontare ogni situazione che ha a
che fare col sesso, ma ora mentre chiudo la porta di casa mi sento un
novellino. Un pivello.
Cosa
si fa in questi casi?
Dovrei
offrirgli qualcosa da bere? Dovrei chiedergli se vuole fare altro per
rilassarlo?
Forse
sono io quello che va rilassato, però.
Siamo
qua per farlo però teoricamente non ce lo siamo detti, non è
veramente per quello, però è come se l'avessimo fatto.
Mi
rendo conto che ho la testa piena di domande e senza nessuna
risposta.
Sono
nel pallone, so come scoparmi qualcuno, ma non so come fare l'amore
con lui ora che ci siamo rimessi insieme.
Riky
capisce la mia ansia ed il mio imbarazzo che non è proprio tale,
quindi mi prende il viso fra le mani lasciando la mia presa, mi
guarda da vicino, calmo e mi sorride incoraggiante.
-
Amore, non lo dobbiamo fare se non ci va... se sei imbarazzato, se
ora non ti va, se pensi che... - Ma è mentre parla e mi guarda
toccandomi con tanta delicatezza, che tutto viene spazzato via.
Lo
prendo io per il viso, le mani scivolano dietro sulla sua nuca, fra i
capelli e chiudo gli occhi abbandonandomi alle sue labbra.
Sono
mie, sono di nuovo mie e sono morbide e calde e sorprese del mio
gesto.
Trovo
la sua lingua e la faccio mia anche quella e lo farò con tutto il
resto, improvvisamente l'idea di non farlo mi fa impazzire, non posso
andare in squadra e lasciarlo per un giorno intero senza farlo mio.
Lo
deve sentire quanto lo amo, prima gliel'ho detto, ma forse non l'ha
capito, non lo sa.
Non
volevo farlo in macchina, non mi piaceva l'idea, era squallido, non
sarebbe stato da me. Non so perchè l'ho portato in quel posto per
baciarlo e tornare con lui. Però mi è venuto da fare così.
Ed
ora ce l'ho con me... e posso morire su di lui, posso morire con lui,
posso morire per lui. Lentamente ogni altra cosa che importava fino a
questo momento, non conta più.
Dopo
questo lungo bacio che mi rilassa e mi fa vedere tutto chiaro,
capisco perchè ho voluto portarlo qua.
È
come farlo per la prima volta, mi sento come uno che fa l'amore per
la prima volta con la persona che ama. Per cui deve essere perfetta.
Lo
guardo e l'accarezzo, lui capisce che sto meglio e sorride. Come mi
erano mancati i suoi sorrisi solo per me, i sorrisi da intimità.
Quelli di chi mi spoglia con lo sguardo. Le sue mani infatti scendono
dal viso e corrono alla camicia che indosso, mi apre i bottoni ed io
ridacchiando gliele prendo e le fermo. La verità è che lui stesso
ha una voglia che forse non ha mai provato, solo che non vuole
bruciare tutto come le altre volte.
Così
cerca di domarsi, ma il risultato è davvero terribile.
Tenendolo
per mano lo tiro e lo conduco in camera, solo allora, davanti al
letto, mentre abbasso le saracinesche ed apro la luce sul comodino
che crea l'atmosfera intima che voglio, lui mi guarda con quella luce
nello sguardo.
La
luce di chi mi desidera, di chi si perde in me, di chi mi adora e mi
ama. Di chi pensa che sono bello. Mi fa sentire davvero bello. Ha un
modo di guardarmi, di perdersi in me, di ammirarmi sul serio. Mi fa
sentire amato.
Capisco
Carol quando dice che non si sentiva più amata. Da lui sopratutto ti
senti subito amato., capisci quando ama, quando ama te e quando
finge, quando si sforza. Così come capisci se ha qualcosa che non
va.
È
un libro aperto se lo sai leggere, lo devi conoscere bene perchè è
bravo a controllarsi, dal di fuori nessuno capisce cosa pensa, se
qualcuno non gli piace, se è di cattivo umore. Però chi lo conosce
bene lo vede, lo sa, lo sente.
A
me non potrà mai nascondere niente.
-
Mi sei mancato... - Mormoro carezzandolo ancora, lui sorride e mi
bacia di nuovo, perde un istante a sfiorare le mie labbra con le sue,
la dolcezza di cui non sarò mai sazio.
Così
decido di renderlo ancora più perfetto facendolo sedere e mettendomi
davanti a lui, per un momento non capisce cosa voglio fare, così con
la mia luce maliziosa comincio a slacciarmi la camicia e capisce
subito. Sorride con la stessa malizia e si lecca le labbra. Amo
quando lo fa, è un gesto inconsapevolmente sensuale.
Si
appoggia anche con le mani ed eccolo che mi ammira, perso per me, per
il mio aspetto. Mi fa sentire davvero bello. Mi fa girare la testa.
Non riesco ad esprimere il modo in cui mi fa sentire quando mi
guarda.
Però
per lui mi tolgo la camicia che sfilo con una certa eleganza di cui
vado fiero, poi apro i jeans attillati che lascio scivolare
lentamente senza averne troppa cura, roteo un attimo il bacino e mi
avvicino di più a lui. Si lecca ancora le labbra ed a questo punto
mi giro di schiena e mi piego davanti ai suoi occhi lussuriosi, mi
abbasso i pantaloni, li tolgo e mi rialzo calpestandoli e dando un
calcio senza farci caso.
Mi
torno a voltare verso di lui ed eccoli lì i suoi occhi che
percorrono tutto il mio corpo, i boxer attillati non sembrano
esserci, però vorrei lasciare a lui l'onore, così mi fermo di nuovo
davanti a lui ed aspetto. Lo guardo in attesa di una sua mossa e mi
carezzo il petto scendendo sull'inguine, attraverso la stoffa. Non
faccio altro.
Finalmente
mi prende per i fianchi e appoggiando la lingua alla base
dell'elastico dei boxer, si alza e risale leccandomi dal basso ventre
fin su, arriva ai capezzoli, ne succhia uno brevemente e poi arriva
al collo, succhia un altro punto senza soffermarcisi molto e nel
salire ancora io porto indietro la testa, succhia anche il mio mento
e quando è davanti a me, ho le labbra aperte e l'aspetto.
Se
le prende, succhia quello inferiore e scendo col capo fino a
guardarlo con desiderio, lo stesso che ha lui nel suo sguardo.
Vorrebbe prendere il sopravvento e farmi di tutto ma anche lui vuole
che si faccia a modo mio, come mi sento di fare. Vuole capire quanto
lo amo, quanto lo desidero. Vuole sentirsi mio.
Così
le labbra aperte fanno uscire la lingua che si unisce alla sua, la
fusione dà vita ad un altro bacio più sensuale di prima, non c'è
più calma e frenesia. Voglio che si goda tutto, che capisca quanto
lo desidero, quanto lo amo. E difatti gli prendo la felpa che indossa
e dalla vita gliela alzo piano, ci separiamo per un istante ma tiene
la bocca aperta e gli occhi chiusi in attesa che torni a baciarlo.
Per un momento mi perdo a contemplarlo. Quanto mi vuole.
Il
calore è immenso, ora, l'ondata mi attraversa eccitandomi e le sue
mani si appoggiano alla mia vita risalendo sul petto, mi carezza
perchè gli piace la mia pelle, i miei muscoli rilassati, il mio
corpo cesellato. Adora carezzarmi e toccarmi, da quanto voleva farlo?
Da
quanto mi sognava?
Però
non lo bacio sulla bocca, mi occupo del suo collo, percorro la
giugulare con la lingua e raggiungo il suo petto, lentamente lo
faccio sedere e prendendolo per la vita, lo spingo verso il centro
del letto, salgo e continuo a leccarlo e carezzarlo con le labbra
aperte, piano, lento, leggero. Tutto il suo corpo è mio e lo ricopro
di brividi mentre continuo a spogliarlo. Alza il bacino e mi aiuta a
liberarsi dei pantaloni e dell'intimo.
Apre
le braccia larghe accanto a sé e preme la testa all'indietro
pregustandosi la mia lingua là, nel suo inguine che si sta
riscaldando.
Però
la mia lingua è scesa lungo la sua coscia mano a mano che lo
spogliavo e poi sul ginocchio ed oltre.
Fino
alle caviglie.
Ti
senti amato, amore mio?
Avvolgo
l'alluce con le labbra.
Ti
senti desiderato?
Il
sospiro che ne deriva mi risponde, tengo il suo piede fra le mani e
lo sento fremere mentre glielo lecco sul dorso, così dopo un po'
risalgo e lo ricopro di baci e di assaggi umidi.
Senti
quanto ti desidero?
Non
penso d'averlo mai fatto seriamente con tanta delicatezza, forse
risulto sensuale, forse risulto innamorato, forse entrambi. Non ha
importanza.
Voglio
che si senta amato.
In
questi mesi non l'ho fatto con nessuno, in realtà. Ci ho provato una
volta con Irina ed è stato un disastro e non ho avuto la minima
voglia di farlo con altri.
Ora
è come farlo per la prima volta anche per questo.
L'astinenza
ha una sua magia che mi attiva e mi sconvolge.
Mi
sconvolge al punto che riesco a capire come fanno certe relazioni a
distanza ad andare avanti lo stesso. Ci si vede poco, come fa a
bastare?
Basta
perchè quelle volte è così. È così totale, così bello, così
diverso dalle altre. Senti tutto, provi tutto, non sfugge nulla, non
va troppo in fretta. Ti ci perdi, ti ci ubriachi.
Arrivato
al suo inguine noto che cominciava a toccarselo da solo e
ridacchiando gli tolgo la mano, lo tiro via e rispondo divertito.
-
Non togliermi il lavoro! -
-
Ah, perchè è un lavoro? - Chiede tirando su la testa semi
indispettito. Io rispondo aderendo le labbra sull'inguine, vicino
all'erezione sensibile.
-
Ti sembra un lavoro? - Sospira, geme e ributta la testa all'indietro.
-
Mi sembra un piacere... - Ed è quello che volevo che dicesse.
L'avvolgo
con le labbra e lo faccio mio con calma dopo averlo leccato, parto da
sotto e risalgo su tutta la lunghezza fino alla punta, dopo un po' è
mio e cresce eccitato, pulsa e lui geme spingendo col bacino nella
mia bocca, amo questi istinti da attivo, mi eccita da morire. Mi
stuzzico da solo il mio sotto i boxer che ho ancora, quando sta per
venire -ormai lo capisco dalla sua voce- smetto ed è quasi in
paradiso, se non fosse che gli manca di toccarlo. Riapre gli occhi in
tempo per avere le mie labbra sulle sue, mi accoglie e di nuovo il
bacio, di nuovo noi, le nostre lingue. Dopo sul suo orecchio, dopo
averlo delineato lì dove è sensibile, sussurro:
-
Non mi spogli? - Solo ora Riky capisce che questa cosa fastidiosa che
strofinavo sulla sua gamba erano i miei boxer. Apre gli occhi
annebbiati e mi guarda, quando li vede si morde il labbro e si tira
su mettendomi di lato. Parte così dal mento e scende come ha fatto
prima, solo nel senso opposto.
Il
petto, l'altro capezzolo e la lingua torna all'elastico dei boxer,
esita un istante perchè nota il mio sentito rigonfiamento e prima di
liberarmi dalla stoffa elasticizzata, ci gioca un po' con le labbra,
lo tocca e lo delinea per bene fino a sentirlo e vederlo tutto. Ormai
sono eccitato al punto che verrei anche così.
-
Riky... - Mormoro impaziente, lo sento sorridere e mi accontenta
sfilandomi i boxer. Prova a succhiare, si occupa con desiderio di
quella parte di me che gli ho fatto sospirare sotto la doccia.
Quanto
voleva inginocchiarsi e farlo?
Prenderlo
fra le labbra come ora. Lo sento come lo vuole, come gli piace. Lo
lascio fare ma trattenermi dal raggiungere l'orgasmo è difficile,
devo tirargli via la testa all'ultimo con poca gentilezza.
-
Se non ti fermi ora... - Così non devo finire, perchè mi bacia per
poi stendersi sulla schiena, mi guarda in attesa e non gli faccio
aspettare molto.
-
Allora non fermarti tu... - Dice quindi alzando le gambe per farmi
capire che mi vuole dentro.
Con
la punta del naso lo carezzo scendendo dal fianco alla coscia, poi
arrivo sotto, nella sua apertura e lo lecco occupandomi anche di
quella.
Quanto
sono riuscito a sognarlo di poterlo rifare?
Quanto
ho pensato che non l'avrei più avuto sotto la lingua?
Mai
più il suo sapore.
Mai
più... ed ora è qua, che mi si concede, che si eccita ai miei
tocchi e non vede l'ora di avermi.
Sente
questo stesso bisogno che ho io, i nostri cuori ora battono forte
perchè sappiamo cosa sta per succedere. Non è la prima volta ma è
di nuovo come se lo fosse.
Chissà
se capisce quanto lo desidero...
Mi
alzo e mi accosto a lui, mi appoggio le sue gambe sulle mie spalle in
modo da avere il perfetto accesso e non fargli male al ginocchio, lo
prendo per i fianchi e mi conduco in lui esitando un istante.
Aspetto
il suo sguardo, aspetto che i suoi bellissimi occhi mi chiamino e lo
fa. Un piccolo cenno ed entro con una spinta vigorosa, non mi fermo
fino a che non sono quasi tutto dentro, stringe gli occhi ma non li
chiude del tutto, apre la bocca e trattiene il fiato. Era da molto
che non lo faceva anche lui, il piacere che provo in questa stretta
intima in lui, lui che mi avvolge e mi prende in sé, questo calore è
assoluto, perdo la vista per qualche istante, la testa all'indietro,
mi inarco e spingo ancora, poi esco e rientro e lo rifaccio. Ad ogni
spinta è sempre più forte perchè lo desidero, lo desidero di più
e lo voglio di più.
Lo
senti quanto ti desidero?
Quanto
di amo?
È
sufficiente?
Quanto
sono emozionato perchè sono in te, in te ed in nessun altro.
Nonostante
tutto siamo ancora qua... lo senti?
Le
mani mi cercano e mi attirano a sé schiacciandomi addosso a lui,
scendo col busto e mi premo, le sue gambe scivolano giù dalle mie
spalle, aperte fra i nostri petti, una spinta, due, tre ed ancora.
Gli occhi si ritrovano, gli sguardi ci trasmettono la bellezza uno
dell'altro, persi come siamo, carichi di un'emozione indescrivibile.
Dio
mio, sono ancora con lui, lo sono ancora. Con la persona che amo, con
quella che desidero e desidererò per sempre.
Lui,
la mia parte mancante, lui, che mi completa, lui, che mi rende forte.
Lui. Che amo.
-
Lo senti? - Dico mentre tutto cresce e perdiamo la connessione col
mondo, il piacere è quasi assoluto e nei gemiti glielo chiedo, lui
capisce subito cosa intendo ma lo ripeto. - Lo senti quanto ti amo? -
Le lacrime che scendono agli angoli degli occhi mi rispondono, gliele
bacio e mi abbandono alla perfezione e al massimo piacere. Vedo il
suo sperma scivolare sul suo ventre e capisco di aver toccato anche
il suo piacere, quel punto che lo fa impazzire. E forse non è stato
solo quello, forse altro ci ha messo lo zampino. Una specie di
emozione diversa, qualcosa di così grande e piena che l'ha
attraversato come sono stato attraversato io.
Amore.
Ti amo. Ti amo tantissimo.
Crollo
su di lui e per un momento rimango steso su di lui, mi accoglie, mi
cinge, sudati, ansimanti, pulsanti.
-
Nonostante tutto siamo ancora qua... - Dico in questo finale d'estasi
perfetta.
-
Lo saremo sempre. - E' la sola convinzione assoluta che abbiamo. Dopo
aver passato tutto questo, pensarlo, sentirlo, provarlo lo rende
reale e vero. Eterno.
Forse
affronteremo altri ostacoli, ma li supereremo. Perchè se oggi siamo
ancora qua ed abbiamo provato questo, li supereremo.
-
Ti amo... -
-
Ti amo... -
Ed
ecco di nuovo la mia anima, ora sono completo.
Stare
nudi, stesi insieme nello stesso letto. Lui accanto a me, un po'
agganciato, un po' libero e comodo. Le sue mani che mi carezzano la
schiena riempiendomi di brividi, lento si sposta e cambia posizione,
si mette quasi perpendicolare a me, piega una gamba e l'altra la
tiene dritta, appoggia le labbra e mi bacia le linee rilassate della
mia schiena, le curve che gli piacciono tanto.
Penso
di non aver mai incontrato uno che ami tanto il mio corpo come lui,
so di piacere a tanti, so di avere un bel corpo ma lui, come lui lo
adora, come lui ci si perde e lo guarda, ancora nessuno. Mi fa
sentire amato.
È
una cosa che senti, che sai quando la vivi.
-
Non ti avevo lasciato perchè non ti amavo. Ti avevo lasciato perchè
ti facevo soffrire, ero sempre con qualche problema e ne venivo fuori
solo grazie a te. Ero diventato un peso per te, non riuscivo a
farcela da solo per nulla... volevo provarci... a non essere un peso
per te... a crescere un po'... però non ce la faccio senza di te.
Per me sei troppo importante. Potrei fare a meno di tutto, anche del
calcio. Sarebbe dura, ma l'affronterei se tu fossi con me. Non so che
dirti... non posso lasciarti. Non so se sono cresciuto abbastanza da
non essere più un peso per te, posso solo sperarlo. Di non pesarti
più. Voglio farti felice, Cris... - Lo dice col cuore in mano,
aperto, lucido, semplice e vero. Forse non ha risolto molte delle
cose che lo ancorano al fondo, forse tornerà a stare male e a vedere
tutto nero, però adesso è onesto con sé stesso. È lui. È così.
Il
calore che provo non ha niente a che fare col sesso appena consumato
insieme, mi scalda per le parole che mi dice, così rimanendo a
pancia in giù e con le sue labbra che mi carezzano insieme alle sue
dita affusolate e splendide, rispondo piano per non spezzare
l'incantesimo perfetto.
Siamo
così da un sacco, non ci siamo mossi, siamo rimasti a coccolarci
nudi sul letto. Non intendo vestirmi, lavarmi, fare niente.
-
Ed io non ho mantenuto questa distanza perchè ero stufo di te. Non
volevo allontanarti davvero, ma ho capito che in un modo o nell'altro
tu soffrivi per colpa mia, per delle scelte che dovevi fare fra me e
qualcos'altro. Non sopportavo più di vederti stare così male. Però
temo sia impossibile stare lontani. Potremo non vederci per mesi, ma
quando ci ritroveremo sarà come sempre. Così forte... così
grande... e sento che anche se andassi in America andremmo avanti
come Iker e David, ci sentiremmo, faremmo i salti mortali, ma non
finirebbe. Perchè quando è così autentico, è così vero... non la
fai finire. Non puoi. - Mi bacia, penso d'averlo commosso quanto mi
ha commosso lui. Così mi rigiro e me lo ritrovo sul petto, lo prendo
per le braccia e me lo tiro su. Finalmente di nuovo occhi negli
occhi, ci siamo calmati, ci siamo avuti, ci siamo rilassati ed adesso
che lo siamo ripetuti, abbiamo fatto chiarezza e non rimane più
niente, niente se non questo, noi, il nostro amore.
I
baci suggellano una promessa che un giorno sarà solenne, in un modo
o nell'altro lo sarà.
Per
il resto della giornata a disposizione, ci decidiamo ad alzarci e
giro nudo per casa senza un minimo problema, ho paura che lavandomi e
vestendomi l'incantesimo finisca. Mi piace sentire il suo odore
ancora addosso, sulla pelle. E mi piace avere questa carezza diretta
sulla pelle nuda.
In
cucina prepariamo qualcosa da mangiare, lui stava per vestirsi, ma
gli ho messo il lenzuolo addosso e me lo sono tirato di là per mano,
non ho intenzione di permettergli di vestirsi!
Staremo
così fino a che devo uscire e non mi laverò nemmeno dopo, solo
quando sarò sudato come una merda mi laverò. Finchè ho il suo
odore me lo terrò!
Lo
voglio, lo voglio sempre con me, voglio qualcosa di suo sempre
costantemente con me.
È
così che mi viene un'idea geniale, come un fulmine. Lo guardo
immediatamente e lui nota che ho un'idea delle mie. Mi chiede cos'ho
ma ovviamente non gli rispondo, così passa il resto del tempo a
preoccuparsi per cosa ho pensato.
Tanto
lo saprai presto, tesoro. Appena trovo qualcosa di adatto, vedrai...
sì sì, è proprio l'idea perfetta!”