CAPITOLO
XCV:
L'AMORE
SALVA
“Stasera
lo faremo.
Ho
deciso.
Ci
ho pensato molto a come farlo ma penso che questa sia la cosa
migliore, semplice, spontanea.
Siamo
vestiti come siamo usciti dall'allenamento, lui mi raggiunge poco
dopo, entra in casa ed ha un'espressione estasiata quando mi guarda
sistemare le mie solite cose nel mobile dell'entrata. Lo fisso bene,
ha gli occhi lucidi. Deve aver fatto quattro chiacchiere con Dio, ha
quell'espressione quando Dio gli dà la sua benedizione.
È
molto emotivo, Riky, per cui passa momenti in cui è super ottimista
e poi altri in cui è super pessimista.
È
difficile stare con lui, non sembra dall'esterno. Andare oltre la sua
superficie è più difficile che per chiunque altro perchè in realtà
la sua gentilezza, la sua bontà, la sua dolcezza sono dei muri
altissimi. Si prende cura di tutti, ascolta tutti, aiuta tutti ma di
fatto il vero Riky è pressato così bene in profondità che nessuno
ci arriva davvero.
Solo
io ho questo privilegio e ne sono orgoglioso anche se mi ferisce
molto spesso.
È
difficile stare con lui, sembra facile, ma andando oltre la
superficie lo capisci quanto è difficile perchè lui tiene a mille
cose e guarda i segni di Dio in tutto e a seconda del sentimento
lunatico che prevale sul momento, lui li interpreta in una maniera.
Può
essere in fase positiva ed allora vede questi segni nel modo più
bello che ci sia, ma se è in fase negativa non c'è storia.
Sarà
così tutta la vita?
Non
importa, sono disposto a lottare e a soffrire per questi momenti di
paradiso in cui mi guarda ed in me vede Dio. Perchè è questo che
vede in me quando è in questa bella fase gioiosa.
Lo
prendo per il polso e l'attiro a me abbracciandolo, allaccio le dita
dietro la sua schiena e lui fa altrettanto con me, rimaniamo ad
osservarci, respiriamo calmi e continuiamo nei nostri pensieri.,
faccio miei i suoi occhi. Lo amo. Non mi importa del resto. Posso
sopportare di tutto se ho la certezza di questo suo amore per me. Il
mio non finirà mai.
È
per lui che sono cambiato, che sono cresciuto, che ho messo da parte
il vecchio Cristiano. È lui che mi ha reso ciò che sono e continua
ogni giorno. Non potrò mai e poi mai provare una cosa simile o più
forte per nessun altro.
Anche
se per disgrazia dovessimo lasciarci sul serio. Non ci sarebbe un
altro per me. Potrei tornare a fidanzarmi, chi lo sa. Però quello
che provo per lui, quello che ho fatto per lui, quello che mi ha reso
lui... nessuno.... nessuno mai.
Potremmo
dirci mille cose bellissime e commoventi, ora, ma nei nostri occhi
sereni e felici, così lucidi, leggiamo già tutto e non serve
parlare.
Ogni
cosa in noi si rafforza dopo che siamo tornati insieme ed ogni volta
che ci riuniamo il legame è più solido, molto più solido.
-
Che ne dici se mangiamo? - Lui sorride commosso da quello che pensava
ed io gli bacio la fronte con dolcezza. Il mio amore.
-
Hai già pensato a qualcosa? - Mi chiede. Annuisco.
-
Ti ho preso il necessario per una specialità brasiliana che mi fa
impazzire... ti va di prepararmela mentre io mi occupo della tavola?
- Gli spiego cosa volevo e lui annuisce tornando il mio Riky.
Allegro,
sereno, semplice.
-
Non ci vorrà molto! -
-
Per quando finisci sarà tutto pronto! - Aggrotta le sopracciglia
capendo che ho pensato davvero a qualcosa e per un momento trema, io
devio l'attenzione sfuggendo immediatamente. Si stupirebbe di sapere
quanto è semplice la mia idea.
Forse
non è da me però ho cercato di pensare con la sua testa.
Vediamo
se ci sono riuscito.
Durante
la preparazione, parliamo come nostro solito di tutto. Lui mi spiega
che ha avuto l'impressione che ora il nuovo amico di Karim fosse
Mesut e non più Gonzalo, la cosa mi fa cadere dalle nuvole e ne
parliamo mentre lui dalla cucina produce un profumino delizioso ed io
dal salotto più chic che ci sia faccio la tavola più perfetta mai
preparata.
Ci
tengo molto a queste cose, sono un maniaco, un perfezionista. In
tutto, in effetti, ma nelle preparazioni di eventi, feste, case, cene
ancora di più.
Così
la tavola diventa meglio del ristorante più IN di tutta Madrid.
Quando Riky viene con le portate si ferma stupito e fa un dolcissimo
'oh!' che so cosa introduce.
Mi
guarda. Mi sono cambiato. Non mi sono messo elegante ma non
sopportavo di stare in tuta.
-
Ma io sono in tuta... - dice rimanendo fermo coi piatti. Mi alzo e
glieli prendo mettendoli giù.
-
Non importa, sei perfetto. - Poi gli bacio le labbra e tutto contento
come un bambino gli mostro il mio capolavoro.
-
Allora ti piace? - Sorride ammirato.
-
Sei bravissimo! Dovresti fondare un cattering! È la tavola meglio
apparecchiata! L'argenteria, il servizio bello, persino le candele ed
una rosa. Amore, ma si può sapere che cos'hai in mente? - Faccio una
specie di ghigno che doveva essere un semplice sorriso di
distrazione.
-
Mangiare! - Esclamo con faccia tosta accompagnandolo alla sedia che
gli apro. Lui ride divertito dai miei modi da principe. Amo fare
così.
-
Sì, come se non sapessi che hai in mente qualcosa! - Mi siedo anche
io e gli faccio la lingua.
-
Intanto assaggiamo il tuo capolavoro! -
Taglio
corto cominciando ad attaccare il suo ricco piatto saporito.
È
un cuoco eccezionale e quando mi prepara questa ricetta mi fa morire,
è la più buona in assoluto. L'assocerò sempre a lui!
-
Ti piace? - Anche lui è orgoglioso del suo lavoro e spera che mi
piaccia, in questo siamo uguali.
-
E' spettacolo! - si riempie di una luce deliziosa che quasi quasi
mangio al posto del piatto.
La
cena va liscia, torno a distrarlo con i discorsi sulla squadra e su
tutto quello che ci viene in mente, poi quando finiamo e siamo al
caffè che preparo io, si perde in quelli che erano parzialmente i
pensieri che prima aveva in macchina.
-
Sai, stavo pensando che l'amore è la cosa più importante nella vita
delle persona. Perchè è per amore e solo per amore che cambiamo.
Noi abbiamo fatto di tutto per poter stare insieme e ci siamo
riusciti perchè ci amavamo. - Mi brillano gli occhi, adoro quando
parla di queste cose.
La
tavola è quasi del tutto libera, ci sono da parte le tazzine vuote,
poi su un lato la rosa e la candela in modo che non ci dia fastidio.
Il
tavolo è grande ma noi ci siamo messi da una sola parta, sempre uno
davanti all'altro ma in modo da stare comunque vicini.
È
il momento.
Era
una cosa doverosa, dopotutto.
Era
nell'aria, ci serviva, ne avevamo bisogno.
Prendo
un respiro profondo e gli prendo le mani, me le porto alle labbra e
le bacio.
Il
mio piccolo amore.
È
più grande di me, ma sarà sempre il mio piccolo amore.
-
Cosa non farei per te... - Dico poi riflettendo.
Lui
sorride beandosi delle mie labbra sulle sue dita. Che
bell'espressione che ha ora. Sta bene e sta bene perchè è con me.
-
Andando oltre la superficie di noi stessi abbiamo capito cose che non
avremmo mai capito da soli. È stato possibile perchè c'eravamo uno
per l'altro. Ci siamo scoperti e ci siamo guardati dentro. Per amore
si cambia, si lotta, si guarisce, ci si rialza, si vince. Per amore
si è disposti a tutto, persino a sovvertire le proprie regole
morali. - E' la cosa più bella che potrebbe dirmi perchè lo so
quanto ci tiene alle sue famose regole morali.
Sono
la sua croce.
-
Io penso che potremo arrivare ad affrontare qualunque cosa, come ci è
già successo. Ma ce la faremo. Anche se dovessimo fare uno scandalo.
Supereremo tutto. Perchè c'è questo nostro amore che ci lega. -
Ed
è sempre sul suo viso quel sorriso dolce, adulto, sereno. Quante
cose sa che non mi dice? Quante cose mi dirà ora? È come se
pensasse che siamo sulla stessa nave. Navighiamo entrambi, affondiamo
entrambi. Non ci sarà uno che se ne va senza l'altro.
-
Ed è proprio a questo che pensavo. Mi era venuto in mente un passo
di un Salmo, il 23, è il mio preferito. 'Se
dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché
tu sei con me '. Cris, per me questo
pezzo è per te. - Ritraggo. È questa la cosa più bella che poteva
dirmi.
Trattengo il
fiato e mi bruciano gli occhi, mi rendo conto che mi si riempiono di
lacrime.
- Si riferisce a
Dio, il salmo... - Dico tremante e circospetto. Non può essere che
lo dica. Potrebbe dirmi di tutto, tutte le cose più belle del mondo,
ma mai niente sarà paragonabile a questa.
Sorride e
annuisce tirando le sue mani fra le mie, se le porta alle labbra e le
bacia come ha fatto lui prima, ce le prendiamo a vicenda e ce le
stringiamo mentre c'è dell'emozione anche dietro a questi piccoli
gesti. Quanto in profondità sappiamo leggerci? Quanto?
- Amore. Dio è
amore e salvezza. Sai cosa significa questa frase che si ripete
spesso in ogni occasione religiosa? - Scuoto la testa, non ci ho mai
pensato seriamente. Io credo in Dio ma non quanto lui. Ma amo quando
parla di Dio e di queste cose perchè ne è innamorato ed è
splendido quando parla così, con tanta intensità. - Dio salva
attraverso l'amore. Tutti nella nostra vita capitiamo in valli
oscure, tutti abbiamo bisogno di essere salvati e Dio ci salva tutti,
ma non nel modo in cui pensano che Dio debba salvare. Ci salva
dandoci l'amore. Quando nella nostra vita entra l'amore vero, è lì
che Dio arriva a salvarci, Dio ci salva tramite quell'amore. Ed è
l'amore di una persona che incontriamo o che già conosciamo. Tutto
ciò che è amore vero è mandato da Lui. Lui è amore. Per cui se io
amo te sul serio e tu ami me sul serio, Dio è qua. - Questo sarebbe
più che sufficiente. Non vorrei piangere perchè quando ci siamo
messi insieme non ho fatto altro. Mi strofino le labbra e le stringo
forte cercando di trattenermi ma non respiro, è bellissimo quello
che dice, è importante, è grande.
Mi sento come
quando ho ascoltato la sua canzone per me.
Come riesce a
dire delle cose tanto belle?
Solo chi lo
conosce bene sa l'importanza e la grandezza di queste sue parole. Io
semplicemente non posso crederci ma il meglio deve ancora venire
perchè tenendo le mani intrecciate fra loro si sporge verso di me,
aspetta che mi unisca a lui in mezzo al tavolo e quando siamo
appoggiati e allacciati e ci guardiamo ad una vicinanza ubriacante,
me lo dice. Conclude il suo splendido discorso che finchè vivo non
potrò mai dimenticare.
- E' Dio che ti
ha mandato da me. Ed io lo vedo in te. Nell'amore assoluto che tu mi
dai giorno dopo giorno. Dio mi sta salvando attraverso te, per cui
non potrò mai lasciarti. - questo ha la potenza di farmi piangere
del tutto. Le lacrime scendono liberatorie, mi rigano le guance e mi
fanno fuori del tutto.
Arrivano alle
nostre mani allacciate e le bagnano. Lui sorride dolcemente della mia
reazione, così non aggiunge altro, mi bacia delicatamente.
Dovevo essere io
a fare la cosa bella e romantica e lui mi ha sorpreso. Come dal primo
giorno in cui l'ho visto. Mi ha sorpreso.
Amore mio.
Singhiozzo perchè non so cosa dire, è di una tale importanza quello
che ha detto che solo io so quanto, quanto lo è. Mi scuote da
dentro, mi demolisce. Prego solo di essere degno di quello che ha
detto.
Io mi limito a
fare ciò che non riuscirei mai a smettere, mi viene spontaneo, mi
nasce da dentro.
Il mio amore per
lui è così. Non è programmato, pensato, voluto. C'è e basta.
Ma se Dio è
amore, come dice Riky. Allora è vero, è anche in me. È questo che
lui benedice, no?
L'amore vero di
due persone, non quello falso. Non importa se fra uomo e donna o uomo
e uomo.
Non potrà mai
essere con Riky e Carol perchè là non c'è amore, non da parte di
Riky. L'amore vero è qua, fra noi, ed è la cosa più bella che si
sia mai vista.
Non so quanto
sto a piangere e quanto sta ad asciugarmi le lacrime con le sue
labbra, a berle e a farle sue, non so quanto ci baciamo. Non so
quanto tempo passa, ma poi riesco a tornare e sempre usando le nostre
mani mi asciugo bene il viso, prendo un respiro e cerco in me quello
che volevo dire. Me ne vergogno e penso lo noti con il sorriso di
scuse che faccio.
- Quello che
volevo dire e fare io era molto più semplice perchè so che a te
piace la spontaneità, la semplicità... e so che a te piacciono i
segni. Per cui sai... quando siamo tornati insieme ho pensato solo
che ti volevo con me per sempre, volevo una parte di te sempre. Non
mi bastava solo l'idea della nostra relazione. Per cui ho pensato a
qualcosa... qualcosa di simbolico ma semplice e spontaneo per
portarti sempre con me. Sempre. - A questo punto, timidamente -cosa
davvero straordinaria che lo sconvolge- scivolo con le mani sul suo
polso e scosto la manica. Prendo il suo braccialetto e ancora al suo
polso glielo bacio.
È un
braccialetto semplicissimo con un cordoncino e delle pietrine, non è
prezioso e non è elegante, tanto meno costoso o particolarmente
bello. È la semplicità fatta oggetto ed è suo più che mai. È suo
in quanto lo indossa lui, però è suo perchè è proprio Riky, lo
incarna, lo simbolizza alla grande. Capisce e gli vengono gli occhi
lucidi all'idea, ora è il suo turno. Vediamo se riesco a farlo
piangere.
- Non è una
cosa super come quella che hai detto tu, mi hai proprio demolito con
quel discorso bellissimo. Perchè so cosa significa dire quelle cose
per te. Però io voglio portarti sempre con me e c'è questa cosa che
tu indossi sotto le maniche e che togli quando non hai le maniche
perchè non vuoi farti vedere con accessori addosso, a momenti
nemmeno la fede. Mi piace questo di te. La tua essenzialità. Sei
umile anche attraverso il tuo modo di porti in superficie. - Torno a
baciargli il braccialetto e risalgo sul suo viso, arrivo al suo
orecchio e glielo sussurro come se fosse un segreto. - Ma è oltre
quella superficie che tu sei davvero speciale, perchè sei diverso,
hai un universo che tieni nascosto e nessuno sospetterebbe mai. Ed io
lo sto vedendo e lo sto amando. Per cui voglio un pezzo di
quell'universo. Me lo dai? - Lo sento sorridere commosso e appoggia
la testa alla mia spalla, nasconde il viso contro il mio collo. Amo
quando lo fa. Questo gesto è intimo ed è dolcissimo ed è una cosa
solo nostra. Starei così col suo respiro tremolante sulla pelle per
sempre.
- Tutto quello
che vuoi! -
- Se mi dici
così ti sposo subito! - La battuta lo fa ridere ed era quello che
volevo, però quando riemerge ha il viso bagnato di lacrime. So che
ha pensato a tutto quello che ha passato e a come si sente ora. Per
questo la deve smettere di lasciarmi, perchè sono la sua fonte di
gioia.
- E poi c'è una
seconda parte... - Dico poi mentre mi allaccia il braccialetto al mio
polso. Non me ne separerò mai, ovviamente!
- Qualunque
cosa! - quasi quasi ne approfitto e lo sposo!
No, ok... stai
calmo Cris.
Bene. Gli lascio
le mani per mettermi in tasca una, poi tiro fuori un pezzo di carta
avvolto che apro e glielo pongo in mezzo a noi due, sul tavolo.
Li guarda.
- So che non hai
i buchi e non li puoi indossare. E so che non li metteresti perchè
potrebbero capire che sono i miei. Però voglio che li tieni sempre
con te. Nel portafogli o dove vuoi, ma fai in modo di non separarti
mai da loro, me lo prometti, Riky? - Sono i miei orecchini a
brillantino. Due bei brillanti notevoli, ovviamente, perchè io sono
io, però insomma. Non me ne separavo mai fino ad ora. Ora li voglio
dare a lui. - Così avrai un pezzo di me anche tu. Sempre. - E' una
cosa molto importante per me e da come glielo dico serio lo capisce,
quindi li prende fra le dita e poi li bacia con dolcezza per poi
baciare me.
- Saranno sempre
con me, il mio portafortuna. - Sorrido e sospiro per poi tornare a
baciarlo e avvolgerlo con le braccia intorno al collo, siamo protesi
uno verso l'altro e starei così tutta la sera, se non fosse che il
letto è più comodo.
Così lo prendo
per mano e lo faccio alzare, fra un bacio e l'altro lo trascino in
camera, sempre tenendolo rigorosamente.
- Hai la notte
libera con Carol o devi tornare? - Lo sento confuso, fatica a capire
cosa dico e quando sono in camera lo lascio così può attivare il
cervello annebbiato da me.
- Beh, non ho
specificato, ma se mi fermo basta che l'avverto... - Così torno a
prendermi le sue labbra mentre gli abbasso la cerniera della tuta.
Poi sul suo
orecchio, basso e sensuale, mormoro.
- Allora
avvertila. - noto con piacere che fa fatica a scrivere l'sms e ad
inventarsi una scusa, però per una volta non sarà un dramma, era da
molto che non stava fuori la notte.
Si siede sul
letto e scrive ed è ora che comincia il mio spettacolo personale.
Infatti comincio
togliendomi la maglia leggera che definisco da casa e che poi è per
un evento elegante di chiunque altro.
Apre la bocca
per dirmi che ha fatto, ma la voce gli muore in gola quando gli occhi
si posano su di me, perchè lo guardo in quel modo. In quel modo da
'ora mi faccio desiderare' e lui sa quanto sono bravo in questo.
Niente di
complicato o strano, una cosa molto semplice.
Io che mi
spoglio per lui.
Il suo punto
debole.
Mi carezzo il
petto e mi fermo a stuzzicarmi i capezzoli mentre mi lecco le labbra
e le lascio schiuse.
Mi guarda
succhiandosi le sue, quanto già mi desidera?
Scendo con le
dita sulla cintura dei pantaloni che apro, poi infilo le mani sotto,
senza aprirlo, e mi tocco. Sono bravo in questo. Mi giro di schiena e
mi piego in avanti tenendo dritte le ginocchia. Questo gesto è un
altro di quelli che lo manda su di giri perchè gli piace il mio
splendido culo.
Con una mano nei
pantaloni, l'altra mi carezzo leggero dietro, prima che si alzi e mi
raggiunga mi raddrizzo, rimango di spalle mentre mi apro i jeans,
dopo di che mi giro ancora verso di lui e respira corto, ha un tale
desiderio.
Tiene già le
gambe aperte, ma non si tocca.
Infilo i pollici
ai lati, sui fianchi, e comincio a roteare lentamente, questi
movimenti che una volta l'hanno sedotto.
Succede di nuovo
perchè freme, vorrebbe fare qualcosa, reagire, toccarmi o toccarsi
ma si sforza di stare fermo.
Visto che sono
più buono di quello che sembro elimino la distanza fra noi e lo
guardo in piedi davanti a lui, tolgo le mani dalla cintola e lo
sguardo parla per me.
Sembrava non
desiderare altro, li prende e con la foga che nessuno gli
attribuirebbe mai, lo fa scendere giù con uno scatto veloce, è
sbrigativo, ha fame. Ha fame di me. Ed io amo quando lui ha fame di
me.
Quando mi ha
abbassato i jeans fino ai piedi, li accartoccio e me li tolgo, ma
rimango fermo davanti a lui a fissarlo, le mani lungo i fianchi,
inermi.
Si lecca ancora
le labbra e immerge il viso nel mio inguine, attraverso la sottile e
attillata stoffa dei boxer. Respira e si carezza da solo il viso, gli
occhi chiusi, ancora carezze, queste carezze speciali ed io mi eccito
perchè vedo e sento quanto gli piace. Specie perchè la sua mano è
corsa fra le sue gambe ad eccitarsi.
Alla fine sono
io che cedo e mi abbasso i boxer con una lentezza esasperante.
Aspetta impaziente di avere il mio membro davanti al suo viso,
libero.
Quando ce l'ha
lo prende in poco tempo fra le labbra, dopo averlo leccato. Mi piace
essere tutto nudo per lui, lui è vestito ed io sono nudo.
È un'idea che
in qualche modo è erotica.
Però aspetto un
po' prima di attaccare. L'eccitazione sale come non attendesse altro
ed io spingo nella sua bocca.
Finisce che
spingo anche lui in su sul letto, prima di venirgli su subito. Lo
faccio stendere e gli alzo la maglietta sotto la felpa aperta, monto
su di lui a cavalcioni ma senza appoggiarmi addosso, gli lecco il
petto, gioco coi capezzoli e poi scendo sempre con la lingua sul
resto del suo torace, giù sul ventre. Scivolo io stesso indietro
mano a mano che scendo e presi i pantaloni ed i boxer insieme, gli
faccio alzare il bacino per facilitarmi il compito. Lo spoglio e poi
mi occupo molto bene della sua erezione. Non ne sarò mai sazio. Come
lui non ne sarà di me.
Siamo come delle
micce che si accendono in ogni caso, in ogni situazione, con una
facilità unica. Potremo passarne di tutti i colori ma noi, i nostri
corpi, i nostri calori saranno sempre il nostro massimo sogno
erotico.
Mi attira sul
suo inguine come non volesse più farmi andare via, mi annoda a sé
anche con le gambe ed è il mio piccolo amore che mi eccita quando mi
chiede di più e dice che non ce la fa.
Gioco ancora con
lui perchè per tenerlo buono mi siedo sul suo viso e gli faccio fare
alle mie parti basse tutto quel che vuole, mentre io faccio
altrettanto con le sue.
È complicato
prendere e dare insieme perchè non sai bene su cosa concentrarti di
più, il piacere che ti danno le sue dita e la sua lingua o sul fare
bene quello che fai tu?
Alla fine ci
alterniamo, a volte mi alzo e mi inarco muovendomi sulla sua bocca,
altre mi impegno io sul suo inguine ed anche sulla sua apertura.
Lo faccio mio
comunque fino a prepararlo e a farlo godere pur così, è vicino al
suo massimo ed io al mio, ma mi alzo, mi giro e premute le gambe fra
di noi entro con questo bisogno impellente capace di uccidermi.
Lo faccio mio ed
i suoi gemiti mi istigano ad aumentare e a non fermarmi. Continuo
fino a che tutto sfugge dal controllo e rallento per permettergli di
venire, gli prendo l'erezione e gliela muovo, quando lo sento
eccitarsi di nuovo come prima, riprendo a muovermi in lui e la
concomitanza delle due cose lo manda completamente in orbita, si
inarca tutto ed affonda le unghie nelle mie spalle, striscia e mi
graffia le braccia e mi eccito ancora di più, mi chiama e si muove
contro di me, non sa più che fare, è come se diventasse matto in
questo piacere doppio.
Finalmente
viene, così poi guardando le sue macchie sul suo ventre la scarica
mi attraversa e torno a muovermi con più foga in lui.
L'orgasmo è il
completamente di una serata, anzi giornata perfetta.
Io e lui, i
nostri simboli d'amore e poi l'amore concreto, incarnato,
personificato.
Andrà tutto
bene. Anche se avremo altre prove, andrà tutto bene.
Crollando su di
lui gli sussurro che lo amo e lui abbracciandomi fa altrettanto.
È di nuovo
tutto perfetto. “