CAPITOLO XCVI:
LE DIVERSE FASI
DEL RAPPORTO
“Non
me lo sarei mai aspettato, sono onesto.
Sapevo
che aveva in mente qualcosa per celebrare l'anniversario mancato, ma
pensavo che mi avrebbe fatto un regalo esagerato in suo stile, invece
ha cercato qualcosa di simbolico ma molto dolce.
Mi
ha veramente commosso.
Sono
certo, certissimo di lui. So che ce la faremo, so che sarà
difficile, ma so che lui sarà sempre più la mia forza.
Ne
ho la certezza. Non lo allontanerò mai più. Mai più.
So
che questo significa non crescere, non maturare, essere debole e
dipendere da lui ma... ma non ci posso fare niente. Per me lui è
troppo importante. Lui per me ormai è tutto. Non posso fare altro
che vivere così quello che Dio mi ha proposto nel mio cammino.
Cris
è un dono, non lo rifiuterò mai più.
Tornare
ad allenarmi con loro è molto bello, cioè a ritmo sempre più
pieno.
José
è effettivamente molto simpatico e accattivante, è dalla parte di
noi giocatori e dà contro a tutto e tutti ad ogni costo, ci tiene ad
instaurare un bel rapporto ed è molto spiritoso.
Lascia
che Cris faccia il riscaldamento con me anche se agli altri non lo
permette, sa che stiamo insieme -e chi non lo sa, ormai?- per cui è
una cosa proprio che concede a lui eccezionalmente.
Io
corro più piano in disparte e lui sta con me, parliamo di tutto, a
volte gli scappa qualche contatto ma glielo concedo perchè la
sensazione di stare con lui è semplicemente meravigliosa.
Mi
mancava troppo, mi mancava come l'aria.
Correre
con lui, parlare con lui, guardarlo in campo mentre si allena.
Quando
poi loro fanno la partitella io ho il permesso di andare a lavarmi,
però rimango sempre a bordo campo a guardare, sono lì col mister e
lo sento imprecare, mi assorda ma mi fa anche ridere perchè fa dei
brontolii che sono la fine del mondo.
Tutto
questo lentamente mi restituisce la serenità e la mentalità, sono
proprio sempre più sereno. Non posso essere sicuro che quando
tornerò in campo e avrò recuperato, sarò come prima. Però diciamo
che adesso non vedo tutto così nero come prima, quando ero a casa
lontano da questo.
Adesso
lo respiro il calcio, prima lo sognavo e basta.
Verso
dicembre il freddo è davvero rigido, ma io sto molto meglio, ormai
mi sono unito agli altri anche con gli esercizi, ci devo andare cauto
però posso fare quasi tutto con loro, è sempre più bello.
Quando
il mister mi dice che se continuo così, dopo la pausa natalizia
posso tornare a giocare, mi riempio di entusiasmo e ci do ancora più
dentro, mi impegno il triplo e la gioia che trapela da me si mostra
anche nella fatica che faccio, in come mi riduco ad ogni allenamento.
Mentre gli altri sono poco sudati e disfatti, io sono grondante e a
pezzi. Sono tanto indietro, ma l'impegno che ci metto lo sto
dimostrano e lui lo vede.
Penso
che volesse ottenere proprio questo risultato.
Mi
sta vicino, mi tiene calmo ma mi dà la spinta per crederci e
lavorare sodo. Insiste nel dire che tornare dopo un infortunio lungo
è sempre una questione mentale e che bisogna crederci, lo dice sia a
me che nelle conferenze stampa quando gli chiedono come sto.
Spero
di farcela davvero.
Lo
spero sinceramente.
Cris
irradia luce almeno quanto me, perchè lui ci ha sempre creduto che
io potessi tornare come prima. Non sono ancora tornato davvero, però
mi vede positivo e ottimista e per lui questo è un risultato
importantissimo.
Continua
a non staccarmisi mai, la cosa dovrebbe farmi preoccupare ma non
posso allontanarlo, non è proprio nelle mie capacità.
Amo
troppo quando mi sta intorno e mi riempie di attenzioni.
Quest'oggi
non avevo la cuffia, visto che sudo tanto ed ho i capelli un po'
lunghi, mi dà fastidio così non l'ho messa, ma siccome fa davvero
freddo, Cris si toglie quella specie di collare largo ed elastico
felpato e me lo mette in testa. Ne ha uno uguale anche lui. Cioè ne
aveva due, uno al collo ed uno in testa come una cuffia, solo che
rimane aperta sopra, e uno intorno al collo.
-
Riky, sei sudatissimo e qua c'è un vento dell'accidente! Poi ti
ammali e come fai a giocare? Ormai sei prossimo! - Cris mi rimbecca
severo mentre mi mette la sua in testa, io vorrei dire che non deve
esagerare ma poi magari se la prende, è un po' permaloso.
Non
ha la mia stessa delicatezza il mister che con un fischio gracchia:
-
Ehi, così mi fai venire il diabete! - Cris si gira a guardarlo e fa
il broncio rispondendo come un bambino offeso.
-
Perchè, che c'è di male se mi prendo cura di lui? - Gli altri se la
ridono per questo loro scambio, i loro scambi sono sempre divertenti,
hanno un gran senso dell'umorismo e scherzano tantissimo insieme.
Cris lo adora.
-
Che c'è? - Così José si avvicina spavaldo con quella sua aria da
'adesso ti sistemo io'. - Toglimi una curiosità, per caso lo
imbocchi quando siete a cena insieme? - Apro la bocca per difendere
la mia dignità ma figurati se Cris non parla per primo.
-
Se solo potessi lo farei, ma non vuole! - Il problema è che lui è
seriamente convinto della cosa. Lo so perchè ci prova spesso, ma io
ci tengo alla mia famosa dignità. Sono una persona sensibile,
emotiva e romantica ma non sdolcinata e svenevole. Cioè cerco di non
esserlo. Insomma. Sono pur sempre un uomo!
Cris
a volte lo dimentica, non so come mi vede ma mentre me lo chiedo, il
mister mi illumina.
-
Non è la tua principessa da salvare e tu non sei il suo cavalier
servente! - Cris alza il dito impettito ed offeso davanti alla sua
mancanza di tatto.
-
Questo lo dici tu! - A questo punto però mi metto proprio in mezzo,
schierato dalla parte del mister.
-
No, questo lo dico anche io! Cris, il mister ha ragione! Non
esagerare, per cortesia. Ho una faccia da non perdere... - José ride
e mi batte la spalla compiaciuto e Cris fa il broncio, ora offeso con
me. Incrocia anche le braccia al petto.
-
Se mi prendo cura di te non perdi la faccia! - Io e José sospiriamo
insieme, ma in modo diverso, io sconsolato e lui spazientito.
-
Non penso che si possa fare niente... è così! - Marcelo e Pepe
arrivano in picchiata e gli saltano sulla schiena a turno.
-
Eh sì, non c'è verso! -
-
E' un cavernicolo convinto che la donna debba ancora essere protetta
dall'uomo in tutto e per tutto! -
Questo
mi fa strabuzzare gli occhi mentre li guardo ed il mister batte le
mani e si copre la faccia con un'aria da 'ma dove sono capitato?' che
però dice che si sta anche divertendo.
Non
io.
-
Ma quale donna? Io sarei un uomo! -
Però
le risate non si sprecano davanti al mio stesso condizionale.
-
Eh, se non ne sei sicuro nemmeno tu siamo a posto! -
Così
José se ne va scuotendo la testa, chissà cosa pensa ora.
Alla
fine, però, anche se non ho fatto una splendida figura, è sempre
troppo bello stare qua con loro.
Troppo
davvero.
Li
adoro, ci sto troppo bene e poi Cris è Cris, che c'entra.
Mi
fa sentire sempre una principessa, dignità o no ci si sente speciali
comunque.
Lo
amo. Stop.
La
pausa natalizia mi vede andare in Brasile qualche giorno con la
famiglia, Carol ha la pancia che si vede sempre più, fra noi la
situazione è molto strana perchè prima parlavamo di tutto, tranne
che ovviamente di cosa provavamo sul serio uno per l'altro. Ora non
parliamo più di niente, solo cose generiche di circostanza. Siamo
distanti ma tentiamo di ripristinare un rapporto rovinato da questa
mia mezza verità.
Cerco
di essere affettuoso, l'abbraccio e la bacio, ma mai sul serio e lei
lo sente.
Io
vorrei che lei fosse serena, è incinta, però non so nemmeno che
posso fare. Comunque decidiamo di recitare bene la parte coi nostri
genitori. Raggiungiamo quelli di Carol in Brasile e passiamo qualche
giorno con loro.
Mi
rattrista molto stare lontano da Cris, lo sento tantissimo per
telefono e computer e con ogni sistema di comunicazione, però vorrei
solo poter stare con lui in questi giorni dove saremmo solo io e lui.
Stare
con Carol e la Sacra Famiglia è molto complicato e stressante,
perchè non sono molto spontaneo, sono impacciato.
Il
fatto è che mi sento ancora in colpa perchè non le ho detto che sto
con Cris e naturalmente la cosa mi logora. Però il fatto che sappia
che non la amo complica le cose perchè nemmeno lei sa come
comportarsi. C'è molto imbarazzo fra noi e per cancellarlo sono
molto carino con lei, la riempio di complimenti e di cose dolci che
sono proprio costruite e pensate. Stessa cosa fa lei con me.
Decide
di rimanere in Brasile con Luca mentre io torno a Madrid perchè sta
per cominciare il ritiro invernale, la cosa mi riempie di felicità,
è come tirare un respiro di sollievo salire sull'aereo di ritorno.
Vorrei
essere spontaneo mentre sono con lei e le dico che la gravidanza le
dona. È vero che le dona, ma lo dico come lo direi ad un'amica.
Cosa
percepisce lei?
Dovrei
parlarne liberamente ma non ci riesco, non ce la faccio.
Così
appena posso, la prima cosa che faccio appena sono solo al di qua del
chek in, è chiamare Cris il quale aspettava la mia telefonata.
Brontola
immediatamente.
-
Come hai osato aspettare tanto prima di chiamarmi? Non ne posso più,
voglio vederti e darti il mio regalo! Dovevamo scambiarcelo prima, lo
sapevo! - Scuoto la testa ridendo. Non cambierà mai però è meglio
così.
Rido
sul serio per la prima volta da quando sono rimasto con Carol.
È
lui il centro di tutto, ogni volta.
-
Dai, resisti. Una decina di ore e sarò da te... - Ovviamente abbiamo
un giorno, ho detto a Carol che dovevo venire prima per fare le
valige del ritiro. Ho già tutto pronto in ordine nell'armadio di
calcio, quando torno devo solo spostarle nel borsone dove ci sono già
tutti gli accessori che mi servono. Quindi ora scenderò in
Portogallo da lui, dove è andato a passare il Natale.
La
cosa ci riempie di euforia. È tutto cancellato, l'insofferenza di
questi giorni separati, il pensare e ripensare al bel pranzo
natalizio del club prima di separarci, quando seduti vicini allo
stesso tavolo abbiamo scherzato e riso tutto il tempo come se fosse
tutto perfetto. E lo era. Ci bastava stare vicini.
Ho
paura di questa cosa.
A
volte penso che se finissimo in squadre diverse, come prima o poi
tragicamente capiterà, non sapremmo superarla. Soffriremmo troppo
nella lontananza. Dipendiamo troppo uno dall'altro.
Quando
esco dalle porte che mi separano da lui, è là in un angolo, tutto
coperto con cuffie e sciarpa. Lo riconosco comunque perchè è super
firmato.
Lo
raggiungo e vorrei buttargli le braccia al collo, ma riesco ad
evitare per qualche miracolo. Però il modo in cui mi sento... questa
gioia assoluta, quest'apertura interiore. Mi ubriaca davvero.
È
fantastico.
Mi
era mancato troppo. Torno a respirare, torno a vivere.
Sono
terrorizzato, mentre in macchina gli tengo la mano sul cambio, mentre
lui corre come un pazzo per l'autostrada.
Ma
non perchè lui corre un sacco. Sono terrorizzato perchè sento che
se gli lascio la mano muoio. Non è vero, però la sensazione è così
grande che mi spaventa.
Dopo
tutto quel tempo separati ci siamo rimessi insieme, ma ci siamo di
nuovo separati per alcuni giorni ed è stato terribile, una tortura.
Sospiro
ed appoggio la testa sulla sua spalla.
-
Sai... stare questi giorni senza vederti mi ha spaventato molto... -
Ci siamo promessi di dirci tutto quello che sentivamo e lo faccio.
Rallenta e mi guarda senza poterlo fare bene perchè strofino la
guancia su di lui.
-
Pensavi potesse scoppiare il finimondo fra noi a distanza? - Un po'
ci prende. Mi stringo nelle spalle e mi attorciglio meglio sul suo
braccio, gli bacio qua dove appoggio. Penso che gli piaccia questa
versione coccolosa.
Non
riesco a staccarmi.
-
Non lo so... però dopo che ci siamo lasciati e siamo tornati
insieme... questi giorni di mi hanno... non so... mi sentivo come che
potesse succedere qualcosa. Ero molto in ansia. Cercavo di
controllarmi per non farti preoccupare... e per Carol... però avevo
paura. -
Silenzio.
Ci medita, penso che si sia sentito così anche lui.
-
Io ho questa paura ogni giorno della mia vita da quando sto con te. A
volte le mie paura si sono rivelate fondate, altre per fortuna no.
Adesso non so cosa pensare. Sono sicuro di te, di noi... però anche
le altre volte che tornavamo insieme lo ero, sembrava fosse fatta ed
invece... - Non sono cose belle queste che mi fa sapere. Le sue
paure. Però io gli ho detto le mie e siamo sinceri uno con l'altro.
Mi
sento così in colpa.
Mi
ci sento con Carol, a ragione, e pure con lui.
La
differenza è che mentre posso fingere che con Carol vada tutto bene
anche se non è così, con Cris sento l'ossessivo bisogno di
risolvere tutto.
È
notte e il paesaggio invernale portoghese scorre intorno a noi,
l'autostrada è pulita e sicura, così come le sue gomme adatte da
neve, però intorno ha nevicato ed è bello buttare lo sguardo.
L'aria
condizionata riscalda l'abitacolo e ci rende più intimi, mi piace
l'atmosfera che c'è. Continuo a stargli attaccato e a strofinarmi
col viso su di lui come fossi un gattino.
-
Hai mai pensato che se andassimo in squadre diverse... non so... a
come potrebbe essere? - La domanda era nell'aria, non ne abbiamo mai
parlato perchè siamo arrivati qua da poco, dopotutto. Però adesso
dopo tutte queste separazioni mi viene da pensarlo e non so... ne ho
il terrore. - Sono spaventato, non te lo nascondo. Dall'idea di
andare in un'altra squadra senza di te. Ora come ora sei tu la mia
forza e se non sei vicino a me, se non ti tocco... mi manca l'aria...
- Glielo dico spontaneamente, con un sussurro nel silenzio dell'auto,
il rumore del motore è molto mite.
Gira
un po' la testa e bacia la mia.
-
Anche a me manca. Ed il cuore si ferma ogni volta che mi dici che c'è
qualche problema fra noi... - Stringo le labbra dispiaciuto, odio
sapere quanto sta male per colpa mia e come se non bastasse rincara
la dose. - Vedi, per me è stata una lotta già ora che siamo nella
stessa squadra. Non credo potrebbe essere peggio in città diverse...
per cui non ci penso. Non ci voglio pensare. Non posso. Sono occupato
a capire come fare con te ora, come stare con te adesso. tu... tu sei
così imprevedibile. È strano perchè a guardarti sembri affidabile
però sei... chi lo sa cosa ti può prendere domani? - Un po' scherza
ma alla fine lo pensa sul serio e alzo la testa, appoggio il mento
sulla sua spalla e guardo il suo profilo bellissimo. Mi piace molto
il suo profilo, perchè lo trovo perfetto, sembra fatto da un
artista.
-
Mi dispiace darti così tanta incertezza. Sto cercando di crescere
anche sotto questo aspetto ma non è facile... - Mormoro in colpa.
Lui sorride e mi guarda velocemente con aria intenerita.
Mi
adora. Mi sento che mi adora. Ci si sente adorati, per cui so che
Carol non è scema e sa che non la amo quando le dico che è
bellissima.
-
Lo so, ma tu sei così e va bene. Sai cosa penso? - Dice poi con un
tono più sicuro. - Penso che finiremo in squadre diverse quando
saremo pronti e non ne soffriremo, quando sapremo affrontarlo nel
modo giusto, quando non avremo paura di nulla, quando sapremo che
tutto andrà sempre benissimo fra noi anche senza vederci e toccarci
ogni giorno. Quando saremo pronti succederà la cosa giusta. -
Colpito ripenso a quando ci siamo ritrovati in squadra insieme, ormai
siamo più di un anno fa.
-
Siamo finiti in squadra insieme quando eravamo pronti per vivere i
nostri sentimenti? - Ho fatto fatica però alla fine ci siamo messi
insieme quasi subito. Ho avuto molti ripensamenti ma ne sono sempre
uscito. Fondamentalmente nel ritiro di quell'estate del 2009 ho detto
che l'amavo, l'ho capito e l'ho accettato.
Cris
sorride con dolcezza perchè è proprio quello che pensa. Mette la
freccia per imboccare l'uscita, abbiamo dieci-quindici minuti di
stradine prima di arrivare alla sua villa.
Casa
sua è un oasi perchè tutti sanno di noi, ci proteggono e ci
accettano.
È
un sogno.
-
Sei tu che dici che Dio ha un piano per tutti, no? Ripensa alla
nostra storia dall'inizio. Abbiamo iniziato a giocare da molti anni,
ma ci siamo incontrati sul campo solo dopo un po'. E fra le molte
partite, non in tutte ci siamo notati sul serio. Ci siamo scoperti
davvero in quella semifinale del 2007. C'è stato qualcosa di
diverso, non so dirlo. Ma ci conoscevamo più o meno da prima. -
Capisco perfettamente cosa vuole dire e condivido, mi piace quando fa
questi discorsi, è come se mi leggesse dentro. Mi conosce così bene
che sa cosa dire, quando dirlo e come.
-
Però poi è davvero cominciata alla premiazione, quell'inverno. Ci
siamo conosciuti sul serio e piaciuti... -
-
Ci siamo attratti... -
-
Ci hai provato con me... - Ridiamo insieme per poi sospirare e farci
seri nel ricordare, con sorrisi sereni, come è andata poi. Sempre
insieme, in questa maniera.
-
Abbiamo continuato a sentirci, il rapporto si è stretto sempre di
più, però siamo andati avanti così per un anno e mezzo. Solo
quando siamo venuti al Real ci siamo messi insieme sul serio. Fra i
molti vari problemi. -
-
Non penso che prima sarei stato pronto. - Lo ammetto ed è qua che
arriviamo al punto in cui diceva lui. - Non ero pronto ad accettarlo,
il sentimento c'era, c'era tutto... però non riuscivo proprio ad
accettarlo. Ed alla fine quando ci siamo trovati in quel ritiro un
anno fa... lì sono riuscito ad accettarlo. -
Si
stringe nelle spalle e mi alza la testa appoggiata sulla sua.
-
C'erano le condizioni giuste. Tu eri più grande, avevi provato più
cose con me, avevi avuto tempo per rifletterci in lungo ed in largo e
assimilarle... - Ora passo a baciargli il collo e la guancia fra una
frase e l'altra.
-
Ci sono state persone che mi hanno aiutato ad aprire gli occhi. Prima
ne parlavo con qualcuno che evidentemente non sapeva farmi capire...
vedere... -
-
Iker è stato determinante. - dice infatti capendo che parlo di lui.
Sorrido. È una persona dolcissima e l'adoro, il modo in cui mi
capisce è diverso da quello di Cris. Iker mi capisce più nel modo
di un fratello maggiore, mentre Roby come un fratello minore. In
quanto più piccolo non riesce a centrare bene tutti i punto come fa
quello più grande.
Cris
invece mi capisce come un fidanzato.
-
Ora l'abbiamo vissuta in molti modi. Prima non ero pronto per
accettarlo dal punto di vista di Dio, poi per Carol, poi ho visto che
ti facevo sempre soffrire in qualche modo... non so quante altre cose
ci saranno che ci rallenteranno... però... - A questo finisce lui
per me, mentre arriva a casa sua e aspetta davanti al cancello della
sua villa, sul retro, che si apra e di poter entrare con l'auto.
-
Sono tutte cose che ci rinforzano e che ci aiuteranno ad arrivare al
punto in cui niente, niente davvero ci rallenterà più. Che potremo
superare tutto, come diciamo sempre. Anche una separazione fisica.
Anche il non vederci e toccarci ogni giorno. Sono cose che ci
preparano per il momento giusto, per la prossima fase della nostra
relazione. - Penso a queste fasi mentre mi perdo nei suoi occhi, il
cancello si apre e torna a guardare avanti ma io non mi sposto da
dove sono. Entra e parcheggia al buio del suo garage.
Così
in questo stesso buio, apre la portiera per azionare la luce piccola
sul tetto che ci permette di vederci un po' meglio.
Rimango
allacciato a lui, ci guardiamo così intensamente e vicini, questi
piccoli sorrisi soddisfatti e sereni.
C'è
serenità in noi ora, prima c'era eccitazione, agitazione,
tormento... ora siamo sereni.
È
proprio tranquillo mentre mi guarda così in questo modo semplice e
naturale, china la testa verso la mia e mi spingo verso di lui. Prima
di unire le nostre labbra, concludo.
-
Siamo nati per stare insieme ed ogni evento della nostra vita era un
passo dell'uno verso l'altro. In qualche modo. Abbiamo fatto molti
errori entrambi, ma piano piano abbiamo messo le cose a posto fino a
riuscire a trovarci, a stare insieme, ad amarci. -
-
Fino a che sarà così forte e perfetto, che niente ci scalfirà più.
Esiste quella fase, sai? Però bisogna lavorarci su e battersi per
arrivarci. - E naturalmente siamo d'accordo anche su questo.
Ci
baciamo carezzandoci con le labbra, poi le schiudiamo insieme e con
questa calma, ci assaporiamo quando ci infiliamo uno nell'altro fino
ad intrecciarci e trovarci con le lingue, i nostri sapori, questo
calore assoluto, accendersi e perdersi.
Ogni
volta mi porta via con sé in un posto che è solo nostro.
Lo
amo.
Dopo
un po' che ci perdiamo nei nostri baci, questa volta molto dolci, a
fior di labbra e tornando a guardarci a questa vicinanza ubriacante,
mormoro:
-
Buon natale, amore... -
-
Buon natale, tesoro... - Sono felice, non mi manca niente, mi basta
stare con lui, il resto non conta. Quanti problemi ho, quanti
ostacoli, quante colpe e quante cose da superare. Non importa. Non
importerà mai, finchè con lui mi sento così. Rinato.
Quando
entro a casa sua, ci sono tutti ad accogliermi entusiasti, per loro è
una specie di secondo festeggiamento del Natale, anche se in ritardo.
Sanno
quanto Cris mi aspettava.
Sua
madre ci viene incontro e mi abbraccia, ha il bambino in braccio,
Cris Junior, che mi riconosce anche se è molto piccolo e mi sorride
prendendomi i capelli con la sua manina, è un gesto d'affetto un po'
strano, ma essendo figlio di Cris non mi stupisce.
Poi
si tuffa fra le mie braccia e così lo prendo e me lo coccolo un po'.
Mi
era mancato molto. Lui vive con la mamma di Cris che a sua volta vive
vicino a lui, però non stanno insieme, Cris ha troppi impegni però
quando è libero sta sempre con lui. Essendo che lei sa di me, non ci
sono problemi se voglio stare con loro, a volte Cris fa il papà per
lasciare un po' di respiro a sua madre e si porta il piccolo da me e
Luca gli fa da fratello maggiore e si diverte ad istruirlo sui giochi
e cose così. Penso che gli farebbe bene un vero fratellino.
Ora
per lui sono lo zio Riky e Cris per Luca è lo zio Cris. Abbiamo
voluto instaurare questi rapporti coi nostri figli perchè così
fossimo una specie di vera famiglia. Per me è Cris il mio vero
compagno, non Carol. Mi dispiace davvero, ma è così.
Sono
felicissimo ora che sono qua con loro.
Mia
suocera è una donna molto in gamba e allegra, corre a mettere la
cena già pronta nei piatti, aspettavano solo me per cenare. È una
cena coi fiocchi che è una specie di Natale in seconda, ci sono
anche le sue sorelle tutte eleganti per l'occasione e Hugo, il
fratello di Cris.
Sono
tutti molto affettuosi con me e felici di vedermi.
Parliamo
come fossi sul serio di famiglia ed è una sensazione fantastica.
Anche Cris, mentre si riprende il piccolo, dopo avermi sistemato la
valigia in camera sua, è contento, lo vedo che era proprio quello
che aspettava.
Avrà
passato del tempo con Irina ovviamente, però è con me che voleva
stare.
Irina
l'ho conosciuta, è Cris al femminile, è splendida ed è simpatica.
E soprattutto sul serio è lesbica, per cui credo che abbiano fatto
un terno al lotto. Sono tranquillo se è lei che gli fa la ragazza
facciata.
Sarà
convincente. È modella e quindi sa come convincere gli altri e poi
chi non crederebbe che sono sul serio una coppia? Sono perfetti uno
per l'altro.
Però
detto questo mi godo quella che per me è la mia vera famiglia.
Posso
essere naturale, spontaneo, dire le cose come mi sento. Fare la mia
vera parte.
Il
fidanzato di Cris.
Lui
è contento della stessa cosa, è tornato super allegro e spara una
sacco di battute. Penso che questo Natale sia uno dei più belli.
Amo
i miei genitori, amo mio figlio ed infatti mi manca tantissimo ora,
però con loro non posso essere me stesso come lo sono qua. Non posso
prendere Cris per mano e guardarlo con quest'aria persa da 'ti amo'.
E
lui non può fare battutine, se capita che ci si incontra con loro.
Non
come fa qua.
Questa
è come una vera casa, una vera famiglia, un posto e delle persone
dove essere sé stessi sul serio. È importante averne uno, tutti
dovrebbero e sono contento d'averne trovato uno anche io.
A
parte la squadra che è un altro rifugio, ma spesso il fatto che sia
ambiente calcio dove ho dei problemi, mi impedisce di essere
veramente rilassato.
Dolce
questa mia permanenza qua di due giorni.
Splendida
ed indimenticabile.
Sarebbe
tutto così perfetto se fossimo solo noi due ed i nostri figli e la
sua famiglia. Amo la mia ma non potrò mai essere me stesso con loro.
Mai. E questo mi rattrista.
Però
rinascere è un istante.
Basta
scambiare due parole con mia suocera che mi riempie di dolcetti
perchè mi vede patito, cosa che non sono affatto. Ed è poi ricevere
il bacio della buonanotte da Cris Junior perchè ora va a fare la
nanna.
Rinascere
è davvero bello, bellissimo. Stupendo.
Ed
è rinascita quando alla mia prima partita che il mister mi fa fare,
premiandomi come promesso subito dopo il ritorno in Liga, io segno
grazie ad un passaggio perfetto di Cris. Poteva segnare lui, ma ha
voluto farmelo fare ed io l'ho messa dentro.
È
rinascita perchè anche se è solo una piccola, minuscola cosa, è
sempre una spinta che mi fa toccare le stelle. Questa gioia, questo
piccolo traguardo, questa sensazione di avercela fatta dopo tanta
sofferenza e paura.
È
bello. Non la dimenticherò mai. Come non dimenticherò quanto ho
amato Cris per il suo preziosissimo assist. Quanto ci teneva che lo
facessi.
Gli
salto addosso e lo stringo con una forza mai usata con nessun altro e
lui stringe me prendendomi sotto al sedere, fra le cosce intorno alla
sua vita.
Sento
le sue mani stringermi intime senza imbarazzo, possessivo, come mi
marchiasse e dicesse a tutti orgoglioso che sono suo. E mi piace
esserlo così davanti a migliaia di persone, in uno stadio.
Forse
non sono davvero finito, forse ce la posso fare.
Ma
questo amore per lui che esplode è sempre più un uragano
devastante. Non potrò più separare il calcio da lui, pensando al
calcio, ormai, penserò sempre a lui e a quanto lo amo.
Anche
se poi, nella vita, le sorprese davvero non finiscono mai.
Mai.
Perchè
questo piccolo traguardo, alla fin fine, è solo una pallida
illusione di qualcosa che credevo d'aver quasi afferrato, e che
invece non era per niente nelle mie mani.
Perchè
il mio calvario non è affatto finito e lo capisco da qui a breve.”
________________
E'
vero che...
Mou
ha sostenuto tantissimo Riky, premeva soprattutto per il recupero
psicologico, doveva giocare a febbraio ma visto il suo impegno e la
sua voglia di giocare, Mou lo ha premiato facendolo giocare a
Gennaio, le prime partite sono andate molto bene ed ha fatto qualche
goal grazie a Cris che in diverse occasioni, pur potendo segnare lui,
ha fatto segnare Riky di proposito. Le scene d'ammore in campo fra i
due sono ovviamente verissime.
Anche
a livello di squadra Mou era adorato da tutti, scherzava tantissimo
con loro e con Cris si capiva benissimo.
Sotto
natale Riky va sempre in Brasile con la famiglia.