NOTE:
ambientata all'inizio di questi mondiali, Cristiano è arrivato già
con problemi al ginocchio e nelle partite si è visto che stava male,
in altri casi non avrebbe giocato.
Nello
stesso periodo, Riky sta predisponendo il suo ritorno al San Paolo e
poi il trasferimento all'Orlando City e riflette inevitabilmente
sulla sua carriera e su cosa l'abbia effettivamente segnata in
negativo. Questo non può che portare a discutere con Cris circa le
sue condizioni al ginocchio che, continuando a sforzare, potrebbe
finire per ripercorrere i suoi stessi fatali errori.
Per
cui non è niente di porno o di demenziale, tutt'altro!
In
ogni caso... sempre con Cris (e Riky ma quello è scontato...)
Buona
lettura.
Baci
Akane
PER
IL TUO MEGLIO
La
luce della luna riflette sulla sua pelle abbronzata evidenziando le
linee armoniose del suo corpo affusolato e atletico.
Negli
anni di sport si è irrobustito, ma non in modo eccessivo.
Amo
molto il suo corpo perchè è perfetto.
È
steso a pancia in giù sul letto, appoggia i gomiti e tiene le spalle
e la testa alte, lo sguardo rivolto verso di me che torno dal bagno
dopo essermi pulito, questa volta sono finito per macchiarmi io, di
solito cerchiamo di fare attenzione ma quando una goccia è finita
sul mio petto lui poi è come andato di testa e si è acceso come
fosse in un film porno.
Rallento
guardando nella penombra della camera come la luce della luna gioca
con la sua pelle, baciandolo sulla esse naturale della schiena e poi
sul sedere e le cosce, le gambe sono incrociate e mi aspetta che
torni da lui. Piego la testa di lato e mi imprimo questo momento, è
bello così.
Coi
capelli un po' lunghi, tutti spettinati, un po' sudato, la barba di
qualche giorno.
È
bello da togliere il fiato.
Io
faccio di tutto per essere bello e passo ore allo specchio, mi piace
presentarmi in modo perfetto, piacere, essere apprezzato. Tutti lo
vogliono.
Però
a lui non importa nulla, non si cura più del minimo indispensabile
ed a volte nemmeno quello ed è stupendo.
È
bello in modo naturale, io lo sono in modo costruito anche se lui
dice sempre, perdendosi nel guardarmi, che ho dei lineamenti da dio
greco. Per non parlare del corpo!
Mentre
io sono immerso in questo mondo di perfezione e bellezza, lui nota
che cammino caricando il peso sulla destra. Figurati se poteva non
notarlo. Quando sono con lui sto sempre attento a come cammino, ma a
volte mi rilasso e non ci penso.
Increspa
la fronte e guardandomi il ginocchio sinistro, quello gonfio a cui ho
problemi, mi dice:
-
Ti fa male? -
Alzo
le spalle e mi stendo con lui, mi metto a pancia in su, Riky alza un
braccio e mi fa infilare sotto di lui, mi si appoggia sopra per metà
corpo, le dita giocherellano con la mia pelle, sul torace, percorre
leggero i muscoli e tormenta i capezzoli. Lo sguardo serio, intenso,
mi penetra dritto negli occhi in attesa di una verità che sa
benissimo e che devio sempre ogni volta che se ne parla. Sono sempre
evasivo e lui sa che lo sono e sa perchè lo sono, ma sa anche che in
certi casi deve lasciarmi perdere.
Sa,
invece, quando si può insistere.
Ora
sono rilassato, abbiamo fatto sesso, ci siamo coccolati, è tutto
perfetto, sto bene.
E
ne può parlare.
-
E' sopportabile, solo che se non carico sempre inutilmente il peso,
guarisce prima! - Sospira e scuote la testa. Aria contrariata da
principe seccato. Amo quando fa così e ridacchio, lui però resta
serio.
-
Non c'è niente da ridere! - Esclama allora dandomi un colpetto sul
petto.
-
No ma sei delizioso! - Stringe gli occhi facendo l'arrabbiato, cerca
di mettermi serio ma quando sono con lui, e qua ai mondiali è
praticamente ogni sera e giorno libero, è proprio difficile.
-
Cris! Sul serio! Quanto ti fa male? Guarda che lo so, eh? - Riprende
in tono perentorio. Io sospiro e mi decido a fare il serio.
Mi
guarda e aspetta, così lo ammetto. Ovviamente l'ho detto solo a lui.
-
Abbastanza, ma questi mondiali sono troppo importanti per me, posso
sopportare. - Ed ecco quello che lui voleva sentirsi dire, che già
sapeva.
-
Cris non devi scherzare con queste cose! -
Lui
però è sempre più serio e so cosa presagisce questo tono. Da un
lato amo quando si preoccupa per me, ma dall'altro io so che non
cederò.
-
Non scherzo, Riky. E tu meglio di tutti dovresti sapere cosa sto
passando e perchè non posso cedere! - Lui allora si alza a sedere,
tira sotto di sé le ginocchia e mi guarda dall'alto, io resto steso
e lascio andare la mano che stava giocando con la sua schiena.
-
Cris, proprio perchè lo so te lo dico. Mi è costata cara quella
scelta, molto più di quello che pensavo! Non avevo veramente idea di
quello che facevo, di cosa sarebbe successo dopo! Ma tu hai me da
prendere ad esempio, hai me per proteggerti e devi farlo! - Qua mi
scattano i cinque minuti, io odio litigare con lui ma non resisto
proprio. Mi alzo di scatto anche io e seduto lo fronteggio torvo,
arrabbiato, il cuore che va a mille per quel che stiamo dicendo, quel
che intende. Perchè stiamo discutendo!
-
Cosa stai dicendo? Che dovrei rinunciare a giocare? Che dovrei
mandare tutto a puttane, lasciare che il Portogallo esca dai gironi?
Gironi passabili? - Sospira, stringe le labbra, tiene i muscoli
facciali seri e tesi, non vorrebbe dire quello che pensa perchè sa
che mi farebbe infuriare, ma è quello che voglio. Che dica la
verità.
E
lo fa.
-
E' quello che dovresti fare! È quello che mi sono pentito di non
aver fatto a mio tempo! - Scuoto la testa e mi alzo cominciando a
zoppicare furiosamente per la camera, lui resta seduto dritto sul
letto e mi fissa mentre furibondo scarico tutto quello che ho dentro.
Mi ci voleva così poco? Forse questo nervoso per le mie condizioni
era molto peggiore di quel che osavo pensare io stesso!
-
Tu ti saresti pentito di più di non giocarlo, quel mondiale! L'hai
fatto contro tutto e tutti! Nessuno è stato capace di farti cambiare
idea! Saresti stato impossibile da sostenere, ti saresti odiato!
Saresti andato in depressione! L'hai giocato sapendo che avresti
peggiorato di molto le tue condizioni e che forse non avresti giocato
comunque bene, ma l'hai fatto! Poi hai affrontato le conseguenze,
peggiori di quel che pensavi, ma ne sei uscito! Tu sai perchè non
posso tirarmi indietro! Per me questo anno è il più importante,
l'ho iniziato alla grande, ho vinto 2 trofei importanti di club, ho
fatto record di goal in 2 campionati! Se faccio bene il mondiale mi
confermo ancora il migliore! E comunque ci tengo a far andare bene il
Portogallo ai mondiali almeno una volta nella mia carriera! Agli
Europei ho sfiorato l'impresa, se arrivavamo in finale potevamo
farcela, l'Italia era sfinita per aver affrontato la Germania,
potevamo farcela! La squadra è sempre la stessa, possiamo farcela!
Se io ci sono, mi impegno e do tutto quello che posso, ce la possiamo
fare! È importante, mi pentirei di non aver fatto nulla con la
nazionale! - Riky scuote il capo e si strofina il viso passandosi le
mani fra i capelli ripetutamente, quando finisco con lo sfogo,
risponde mantenendo la calma, parla piano.
-
Cris. Quel mondiale mi è valso l'intera carriera! Ero in un momento
chiave, come lo sei tu ora. Sapevo che quello poteva essere il MIO
mondiale e ci tenevo un sacco alla nazionale, lo sai. Tu c'eri, hai
cercato di convincermi. Sai perchè ho sbagliato. Ed ora me ne rendo
conto. La mia carriera è finita il giorno in cui ho deciso di
giocare lo stesso col ginocchio in quelle condizioni! Il prossimo
passo sarà farti le infiltrazioni, giocherai comunque male, questo
peggiorerà il tuo stato d'animo, vivrai tutto malissimo, il
Portogallo non ce la farà e tutto il tuo sacrificio sarà inutile!
Tornato a Madrid ti opererai, starai fermo sei mesi e quando tornerai
non sarai più quello di prima! Mai più! -
Il
cuore va a mille, lo stomaco è contratto in una morsa di ferro, mi
mordo la bocca e e scuoto la testa, gli occhi mi bruciano, mi
bruciano come matti ma io sia dannato se piango.
Stringo
le mani ai fianchi, poi quando penso di poter parlare, lo faccio. Il
tono è basso e paurosamente controllato.
-
Questo è quello che è successo a te, il mio corpo è più forte e
resistente del tuo, ho sempre recuperato presto. E poi anche se
dovessi operarmi, io avrei un allenatore capace di aiutarmi! A te ti
ha chiuso la carriera Mourinho e lo sai! - Riky si alza dal letto, è
arrabbiato ed ora si vede, altera il tono, l'espressione contrariata.
-
Mourinho ci ha dato un calcio, alla mia carriera, ma se io non mi
fossi rovinato il ginocchio al mondiale a quel modo, non sarebbe
successo! Lo sappiamo tutti! È stata colpa mia! Tornato dalla lunga
riabilitazione, finito tutto il calvario, io non ero più quello di
prima! Ho perso per sempre qualcosa! Me ne sono pentito, Cris! E te
ne pentirai anche tu! - Io scuoto ancora irascibile e convinto la
testa puntandolo col dito, odio quello che sta succedendo, ma la
testa esplode e sono fuori di me, indignato!
-
No che non me ne pentirò! Non sono te! Siamo diversi! Sono più
forte fisicamente e mentalmente ed ho una situazione di club diversa
dalla tua! Non puoi riversare i tuoi rimpianti su di me! -
Mentre
lo dico a Riky salgono le lacrime agli occhi, si riveste e sta per
piangere, non vuole farlo ed io non voglio che pianga perchè sarebbe
la mia fine.
Io
sono convinto di quello che dico e non si può risolvere sempre tutto
piangendo!
Riky
si veste ed io mi infurio nacora di più perchè mi fa anche sentire
in colpa!
Odio
quando piange per colpa mia!
-
Sai cosa spero? - Dice alla fine sulla porta. Io muso duro.
-
Cosa? -
-
Che il Portogallo perda subito le sue partite, così sarete fuori dai
mondiali e tu potrai fermarti in tempo! Ecco cosa spero! Pregherò
per questo! - Con questo esce e sbatte la porta.
Rimango
di merda, non ci posso proprio credere.
Sono
anni che sto con lui e lo conosco, abbiamo litigato molte volte,
anche in modo vivace, ma non se ne è mai andato sbattendo la
porta... ma soprattutto dicendo che spera che io perda!
È
la prima volta e ne sono maledettamente sconvolto, specie per quel
che significa sul serio tutto questo.
Che
non ce l'ho dalla mia parte. Non questa volta. Proprio quella più
importante.
Sto
male, non ce la faccio, ci tengo come un dannato e forse non basterà,
ma non posso mollare e ci proverò e lui... lui non mi sostiene!
Rimango
immobile in piedi in mezzo alla stanza a guardarlo, incredulo che sia
successo. Poi realizzo che dovrò giocare senza il suo sostegno,
senza le sue interminabili chiacchierate al telefono, senza rivederlo
la notte come infiltrato speciale al ritiro...
non
ha idea di quanto sia importante il suo sostegno per me, non ce l'ha!
È
sempre stato essenziale sentirlo il momento prima di scendere in
campo, sentire la sua voce che mi fa gli auguri e mi distrae.
Ora
non ce l'avrò ed è proprio ora che ne avrei più bisogno.
Stringo
i pugni e li riapro a ripetizione mentre respiro affannato, credo
d'avere una crisi di panico, apro la bocca, cerco più aria ma non la
trovo, così mi giro e mi precipito tremando alla finestra, la apro.
Non
può andarsene.
Mi
appoggio e mi chino in avanti, ho un cedimento fisico, non mi reggo
in piedi, scivolo giù e mi accascio al pavimento, la fronte al muro,
poco sopra la finestra aperta, un po' d'aria afosa entra da fuori.
Dio
mio... Dio mio, ti prego... riportamelo... riportamelo a qualunque
costo.
Non
posso farne a meno.
Io
questa cosa la farò comunque, so che la posso fare, so che posso
reggere, sono diverso da lui, fisicamente, mentalmente. Io la posso
fare, posso superarla... e la farò perchè è troppo importante, è
un momento chiave della mia carriera, ci tengo. Può essere l'unica
grande occasione rimasta.
Devo.
Farlo.
E
Riky lo sa.
E
mi serve, mi serve lui accanto a me, mi serve...
la
mia vita, qualunque cosa, non prescinde da lui, ogni cosa è
collegata a lui, al suo sostegno anche a distanza, anche solo sapere
che lui è comunque con me anche se non può dirmelo, anche se in
quel momento non posso parlarci, io so che lui è dalla mia.
Non
può negarmelo.
Non
può.
Il
mattino dopo ho un'aria terribile, non ho dormito un cazzo e sono di
pessimo umore, tutti se ne accorgono e solo Fabio e Pepe osano
avvicinarsi.
Sanno
che passo le notti con Riky, per cui dovrei essere al settimo cielo
come spesso lo sono stato.
Vedermi
così è davvero strano, me ne rendo conto, ma grugnisco qualcosa e
loro capiscono che è successo qualcosa con loro.
-
Hai litigato? - Chiede Pepe senza spirito di conservazione.
-
Non voglio parlarne! - Dico bruscamente tirando dritto.
Ovviamente
mangio l'indispensabile a colazione, ho lo stomaco chiuso e la
giornata va sempre peggio, perchè il dolore al ginocchio mi fa anche
lasciare prima gli allenamenti.
Porca
di quella puttana. Porca di quella puttana.
Ha
pure ragione!
Passo
giornate che penso di potercela fare ad altre che non riesco nemmeno
a correre e me ne devo andare con la borsa del ghiaccio sul ginocchio
di merda ed io non so dove sbattere la testa.
Sento
i pareri dei medici e mi dicono che giocare è comunque un rischio a
prescindere dalla prestazione che posso dare. Poi qualcuno dice che
sicuramente non giocherò al mio cento percento e la cosa mi sta
parecchio sui coglioni.
Come
se tutto questo non bastasse, ho Pepe che mi ripete che cazzo ho e
quando sono così mi devono solo lasciare in pace!
All'ennesimo
sbotto.
-
Mi fa male il ginocchio, non giocherò al mio massimo, forse non
basterò per aiutare la squadra, probabilmente finirò col peggiorare
di molto la situazione tanto da potermi dover operare e fermare la
mia stagione per mesi e come se non bastasse Riky non mi parla perchè
prega che il Portogallo perda, così io sono costretto a riposare! Ti
basta? -
Nei
paraggi c'è ance Fabio e Pepe rimane senza parole, cosa unica e
rara. La condizione dura poco, subito sta per parlare ma Fabio se lo
trascina via saggiamente. Lui sa cosa e quando fare con me.
Sospiro
e scuoto la testa.
Voglio
gridare, sparare, uccidere, ma non servirebbe.
Fanculo
tutto.
Fanculo
tutti.
Fanculo
Riky, cazzo!
Che
non mi parli, che preghi per quel cazzo che gli pare, che faccia
tutto quella merda che vuole!
Porca
puttana!
Anche
lui!
Lui
che l'ha vissuta esattamente così mi viene a dire a me che non
dovrei farlo? Me l'aspettavo da tutti ma non da lui.
Mi
conosce, sa che ce la posso fare, sa quanto ci tengo!
Come
può?
Non
faccio che pensarci e ripensarci, ci rimetto la preparazione alla
prima partita.
La
Germania vincerebbe comunque, è la favorita di questo torneo, però
io mi sto preparando di merda e già comunque non sono al mio
massimo. Così finisco per dare meno di quel che potrei!
Mi
irrita tutto, mi irritano tutti e non so per quale motivo non
rispondo male a tutti.
Vorrei
demolire il mondo.
E
sto qua negli spogliatoi con le cuffie e la musica all'orecchio
sperando di calmarmi e concentrarmi, quando invece è impossibile
riuscirci perchè penso a lui.
Sono
pronto e aspetto di entrare e guardo il telefono.
A
questo punto o mi chiama o mi scrive un sms, cerca sempre di farmelo
avere e quando non può proprio, io so che lui è con me lo stesso.
Ora
no, ora il telefono è muto e so che non è dalla mia.
so.
come
vorrei solo averlo qua.
Lentamente
la rabbia svanisce lasciando il posto alla delusione e
all'insofferenza.
Vorrei
sentire la sua voce, cosa darei per sentirla.
Riky,
perchè?
Ti
prego, tu mi devi capire.
Tu
devi.
Sospiro
ed alzo lo sguardo, mi chiamano ed io mi tolgo tutto e mi accingo ad
andare, incontro Mesut e Sami e tanti contro cui ho giocato molte
volte.
Abbraccio
entrambi, cerco di farmi vedere come sempre, sicuro di me. Non è
difficile recitare una parte. Mi riesce sempre. Quello che è
difficile, è giocare bene con il fastidio costante al ginocchio.
Giochiamo
per limitare i danni, per fare qualche rete ed io personalmente per
provare a fare almeno un goal. Sappiamo che perderemo molto
probabilmente, ma la mia testa è in costante tensione, sono nervoso
molto più di quel che dovrei, non sono proprio presente.
Ho
l'ordine tassativo di non spingere mai, di non correre, troppo, di
non fare le mie solite cose ma di aspettare la palla in avanti e
tentare qualche azione, più che altro lanciarle possibilmente. Mi
sono vietati i contropiedi di cui sono specialista. Ho molte
limitazioni. E se sento male, devo uscire subito.
Certo
che sento male, ma figurati se lo dico!
Comunque
gioco al risparmio come mi è stato detto, non sono un deficiente, so
che non posso esagerare.
Però
alzo gli occhi fra il pubblico chiedendomi se è lì lo stesso,
guardo le videocamere e mi chiedo se invece è a casa ma mi sta
guardando.
Certo
che mi sta guardando e scuote la testa scontento sapendo che sto male
e che peggiorerò.
Perchè
non potevi tenerti tutto per te e sostenermi comunque?
Questa
non me la dovevi fare, Riky.
Gioco
sottotono per i mille motivi che si sapeva, cerco di fare del mio
meglio che è comunque meglio di quello che fanno gli altri, ma non è
sufficiente. Mi bastava essere più forte e sereno in testa, se
avessi avuto quella mia tranquillità solita ce l'avrei fatta. Solo
un goal. Si poteva fare. Avrebbero preso coraggio, si sarebbero messi
a giocare meglio. La squadra è così, si carica se si inizia a
segnare.
Sospiro
uscendo sconfitto dal campo, il dolore al ginocchio è acuto ed è
peggio quello che sento dentro.
Come
vorrei far sparire tutto.
Riky
per primo.
Farlo
sparire dal mio cuore, dalla mia testa, dalla mia anima, dalla mia
pelle.
Vorrei
solo estirparlo da me ed essere davvero la macchina che tutti dicono,
mi chiamano The Machine perchè sono una macchina inarrestabile,
secondo gli altri.
Dovrebbero
sapere quanto rottame mi sento ora.
Abbiamo
perso finendo la partita in 10 e Fabio si è fatto male.
Peggio
di così non poteva andare. Nemmeno un goal. Nemmeno mezzo.
Voglio
sparire.
Mai
come stasera ho sperato di arrivare presto in camera.
Non
ce la faccio più, muovermi è un supplizio, rispondere a domande,
farmi vedere sereno anche se scontento, non dar da pensare nulla a
nessuno, pensare sempre alle apparenze in qualche modo. O così o
guai, se scopro il fianco mi demoliscono. Ricamano, fanno storie su
storie ed in qualche modo passo dalla parte del torto. Ma tanto che
ne sanno di me?
Mi
trascino in camera e sprofondo nel letto così come sono, nemmeno mi
svesto.
Sono
stanco, mi fa un male cane il ginocchio e sto come uno straccio.
Premo
la faccia contro il cuscino e stringo le lenzuola sotto di me, vorrei
gridare e piangere, ma non mi riesce nulla.
Sono
mentalmente ed interiormente sfinito, non riesco più a fare nulla.
Non ce la posso fare.
È
impossibile.
Vorrei
piangere, vorrei solo piangere perchè mi manca e mi sembra come se
mi avesse lasciato sul serio.
So
che non è mai sul serio, ma questa volta pesa, brucia.
Se
l'avessi avuto dalla mia parte sento che sarebbe stato diverso, io lo
so.
E
prego in un miracolo, che mi bussi, che entri, che arrivi, ma non
succede nulla.
Mi
addormento e mi pare di essere in un incubo.
Riky,
come puoi avermi fatto questo?
I
giorni scorrono, mi faccio vedere poco in giro con la scusa delle
riabilitazioni e dei riposi e delle visite. Tassativamente ordino a
tutti di non divulgare le mie reali condizioni e di dire
semplicemente che sto bene e basta. Che tanto non importa a nessuno
come sto sul serio, vogliono solo mangiarmi vivo.
Così
mi aggiro facendo attenzione a chi incontro e a come mi pongo.
Mi
dicono che effettivamente potrebbe avere un peso sulla mia carriera
se faccio un passo falso ora col ginocchio e non posso che ripensare
alle sue parole.
Io
so che posso farcela, ma senza di lui l'impresa titanica diventa
davvero suicida.
Solo
con lui dalla mia parte è fattibile.
Lui
questo non lo capisce.
-
Hai sentito di Riky? - Pepe usa le parole prima di azionare il
cervello.
Sa
che sono in rotta con lui, per cui secondo il suo cervello bacato,
dire se ho sentito di lui è corretto visto che di sicuro non lo so
da fonte diretta.
Ma
il fatto che io non sappia da fonte diretta qualcosa che lo riguarda
mi manda ancora più in bestia.
-
Cosa?! - Ringhio con la curiosità di sapere di cosa si tratta.
-
Lascia il Milan e va all'Orlando City passando per il San Paolo! -
Scuoto la testa ed alzo le spalle.
-
L'aveva programmato da quando ha lasciato il Real. - Con questo me ne
vado, ma lui mi segue per saperne di più sconvolto da questa
rivelazione che gli spiego per togliermelo di torno. Voglio bruciare
il mondo, lasciami in pace.
-
Sì, aveva deciso le sue tappe di fine carriera. Andandosene dal Real
era questo che faceva. Sta concludendo la carriera. - Pepe mi guarda
non ancora soddisfatto, per cui le elenco con le dita sbrigativo. -
Milan, San Paolo ed Orlando City! -
Che
io lo sapessi non lo stupisce, forse lo stupisce che io non sia
sconvolto. Cazzo, se lo sapevo già che mi devo stupire?
E
così si sparge la voce nel mondo di una cosa che lui aveva deciso da
un anno se non più.
'Via
dal Real sarà per concludere la carriera ed ho tre tappe, Milan, San
Paolo ed Orlando City.'
La
sua voce mi rimbomba nelle orecchie come se la sentissi ora e non
fosse solo un ricordo.
Ha
fatto la clausola per poter lasciare il club dopo un anno anche se
lui aveva il contratto per due. Più chiaro di così che aveva già
programmato tutto.
Sta
dicendo addio al calcio, è stanco. Me l'ha detto quando ha deciso di
andarsene dal Real.
Era
davvero stanco.
Al
Milan ha ritrovato la gioia di giocare che si era perso per colpa di
Mourinho e di tutto quello che era successo, ma questo non toglie che
lui ha deciso e che si sente arrivato.
Non
mi dispiace che lo faccia perchè da questa parte del mondo avrà più
tempo, pur giocando a calcio.
A
Milano era vicino e ci bastavano due ore per vederci e lo facevamo
spesso, ma era stancante, ci si faceva delle tirate pazzesche e non
rinunciavamo.
Ora
ci vedremo di meno, ma lui con queste squadre avrà molto più tempo
libero e verrà a trovarmi. Di meno, ma sarà più rilassato e meno
di corsa.
Poi
comunque si tratta di poco ormai, perchè una volta che finirà,
finirà e potrà fare quello che vorrà. Starà con me, impegni
familiari e pubblici permettendo.
Starà
a Madrid con me, od ovunque io sarò.
E
così ci penso ancora. In un modo o nell'altro ci penso sempre.
So
perchè ha reagito così. Lo so bene.
Pensare
a queste cose, alla fine della sua carriera, me lo fa capire. Però
io sono diverso da lui, questo lo deve capire.
L'ennesima
sera, conto i giorni che mi separano dalla prossima partita ed il
nervoso torna a salire.
Vorrei
solo sentirlo, chiedergli come si sente, come sta.
Vorrei
che la sua voce mi riempisse delle sue solite paranoie e dei discorsi
su Gesù.
Vorrei
le nostre consuete tre ore al telefono giornaliere.
Vorrei
la sua buonanotte, da quando siamo in Brasile per i Mondiali era
diventata di nuovo una dolcissima abitudine.
Lui
che veniva in camera come se fossimo a casa a Madrid.
Dio,
che bello quel periodo.
Resterà
il più bello della mia vita.
Avrò
vinto poco, in quel periodo, ma ho avuto la cosa più importante.
Lui,
l'amore. Quello vero.
Finita
la cena resto poco con gli altri, vado subito in camera appesantito.
Ogni
giorno è sempre peggio, penso che sarà peggio della partita con la
Germania.
Ho
bisogno di lui.
Ho
bisogno solo di lui.
Entro
in camera e mi aggiro come un'anima in pena col ghiaccio sul
ginocchio, ne tengo quanto più posso, non mi fa male con tutto il
trattamento che faccio, ma so che quando lo sforzerò sarà male.
Devo
tenere duro, anche se mi isolo un sacco, non voglio stare con nessuno
e a momenti non voglio nemmeno più giocare a calcio.
Devo
tenere duro.
Non
posso piangere. Non posso cedere.
Ho
passato cose peggiori.
Lui
tornerà e sarà tutto come prima.
Ed
io supererò ogni cosa. Come sempre.
Mi
spoglio e mi appresto a dormire anche se so che sarà l'ennesima
notte insonne.
Mi
rigiro subito nel letto, nel buio della camera, con la luce della
luna che entra dalla finestra. Colora d'argento alcune parti della
stanza, mi ricorda quella notte.
Non
posso che ripensarci.
Gli
ho detto delle cose dure, ma anche lui me le ha dette. Siamo stati
entrambi ingiusti. O forse troppo giusti.
Non
so nemmeno cosa pensare, alla fine.
Però
vorrei fosse qua, non me ne fregherebbe più di niente. Di niente.
Quando
mi bussano alla porta, penso sia Pepe o Fabio per vedere come sto,
ogni tanto passano.
Sbuffo
ma vado ad aprire, altrimenti non mi lasciano in pace.
E
poi il mondo si ferma, il fiato mi viene bruscamente tolto, il cuore
smette di battere.
Dio,
non penso di essermi sentito così da molto.
Tengo
la mano sulla porta, irrigidisco i muscoli, mi faccio livido e gli
occhi bruciano.
Dio
mio, come bruciano gli occhi.
Chiudo
e apro un paio di volte, cerco di ricacciare il bruciore ma poi lui,
serio, quasi solenne, mormora piano se può entrare.
Io
ebete mi faccio da parte e penso che sto sognando di nuovo.
Richiudo
la porta, rimango fermo davanti, lui cammina nella penombra fino ad
arrivare davanti alla finestra.
Si
muove piano e lentamente, movimenti affettati.
Arriva
nel fascio di luce argenteo e come quella sera, si fa baciare da
essa.
Lo
vedo con la barba lunga ed i capelli scomposti, mi fa impazzire così.
Resto
immobile, non respiro ancora, non oso nulla.
Forse
romperà del tutto.
Forse
mi darà il colpo di grazia. Non lo so.
Nel
silenzio che è quasi mortale, un silenzio dove non ci siamo detti
ancora nulla, dove io penso di svenire da un momento all'altro, lui
parla piano.
-
Sto ufficializzando la mia partenza da Milano. Non è certo
paragonabile alla prima o a quella da Madrid. Però è dura e mi sta
facendo pensare molto. - Lo so che ci ha pensato molto. Pensa
sicuramente che ha ragione. - Avrei dato tutto per poter trionfare a
Madrid con te. Quest'anno hai vinto la Decima ed io non ero al tuo
fianco, con la stessa maglia, ad alzarla con te. Non sai quanto mi ha
bruciato. È stato straziante lasciare il Milan la prima volta, ma a
Madrid nonostante la fatica iniziale, ho trovato te ed io ad un certo
punto desideravo solo che a calcio tornasse tutto. Tutto quello che
mi sentivo d'aver perso. Quando ho capito che ormai era perduto per
sempre tu lo sai quanto è stata dura. Se ne sono uscito è stato
solo per te. Ma io ho chiuso col calcio nel 2010. Poi ho giocato ma
non ero più io. Lasciare ora di nuovo il Milan per continuare le mie
tappe di fine carriera, continua a farmi pensare. Io dovevo trionfare
al Madrid con te, dovevamo essere primi e secondi di ogni classifica
e record, dovevamo conquistare il mondo insieme. Era il mio massimo
desiderio, dopo che mi sono messo con te. Invece l'hai fatto da solo.
Questo è il rimpianto più grande della mia vita. Ho 32 anni e sto
avviando la fine della mia carriera quando ci sono giocatori che a
36, 37 anni giocano ancora e sono anche piuttosto buoni. Capisci? Io
sono finito nel 2010 a 28 anni. Non voglio che ti succeda la stessa
cosa. Sarebbe la cosa peggiore. Tu devi splendere fino a 37 anni nel
trono dei più grandi e conquistare qualunque cosa, anche se certe
volte devi cedere il passo non importa, pensa al futuro. Sarai sempre
immenso. Io l'altro giorno mi sono espresso male, forse. Ma voglio
che tu sia consapevole che la tua vita non è qua, ora e basta. La
tua vita è molto oltre questo momento. Pensa in grande come hai
sempre fatto, Cristiano. Volevo dirti questo e dirtelo in questo
modo. E poi concludere dicendoti anche che, nonostante tutto, ti
sosterrò al cento percento in ogni caso. Qualunque cosa tu farai. Io
sarò sempre con te. E mi dispiace non esserci stato in questi
giorni, ma dovevo passare un piccolo calvario per rendermi conto di
cosa ti avevo fatto andandomene. Non dovevo. Perdonami. - E poi uno
non deve piangere!
Perchè
lui arriva dopo giorni di inferno dove penso peste e corna e mi dico
che appena lo rivedo lo demolisco, non cederò, resisterò e gli darò
quello che merita, che questa volta ha passato un segno e... e poi mi
dice quello che mi dice e tutto crolla.
Tutto
quanto.
Perchè
lui è lui e saprà sempre tutto di me.
Ci
mette un po', è sempre stato così. Non è mai stato veloce nelle
cose. Però poi quando capisce arriva dritto e sparato all'obiettivo
e demolisce.
Così
le lacrime scendono ed io penso che davvero non scorderò mai questa
notte.
E
qualunque cosa succederà in questi maledetti mondiali e dopo,
l'affronterò con lui. E se trionferò sarà sempre con lui.
Muovo
i passi che mi separano da lui, febbrile gli getto le braccia al
collo e nascondo il viso contro il suo. Trattengo il fiato mentre
piango e lui mi circonda.
Tutto
si scioglie. I nostri muscoli tesi, i nostri corpi, i nostri sorrisi
fra le lacrime.
Continua
a dirmi di perdonarmi mentre mi bacia la testa ed io scuoto e nego di
doverlo fare, poi dopo dei singhiozzi incredibili mi alzo fino a
guardarlo, i nostri occhi si incrociano identici, bagnati.
-
Non ti devo perdonare perchè hai ragione. Ma io ce la farò Riky.
Perchè io sono forte ed in ogni caso anche se dovessi cadere saprei
rialzarmi alla grande. Perchè ho te! E so che ce la farò! - Lui
sorride finendo per piangere ancora di più, così ci baciamo.
Dolci
le nostre labbra si incontrano, si fondono insieme, le lingue si
danno pace, i respiri si placano ed i cuori tornano ad una velocità
umana.
Le
mani si carezzano donandoci serenità e calma.
-
Ho capito perchè l'hai detto e l'hai fatto. Però io so... io so che
ce la farò in un modo o nell'altro. Forse non sarò la stella dei
mondiali, come volevo. Forse il Portogallo non ce la farà. Ma io
alla lunga ne uscirò sempre. Ce la farò. - Lui sorride ancora, mi
carezza il viso e mi asciuga le lacrime che smettono di scendere.
Sospira
sicuro, sereno, rilassato. Come se avesse un enorme peso in meno.
-
Davvero non sei come me... ed è di questa forza assoluta mentale che
mi sono innamorato tanto. Sei unico in questo credere in te! Non
cambiare mai! - Sorrido e lo bacio leggero.
-
Sono così perchè chi amo crede in me. È questo il mio segreto. -
E' sempre stato così. La mia famiglia mi ha comunque sempre
sostenuto lo stesso, gli amici, gli allenatori. Ed ora lui.
Il
mio amore. Unico. Grande. Eterno.
Lo
bacio e mi perdo in lui, nel suo sapore dolce. Il mondo torna al suo
posto, l'aria è respirabile, è tutto leggero e la forza che mi
scorre in corpo è intramontabile.
Andrà
sempre tutto bene.
Se
cadrò mi rialzerò subito, non sono mai stato solo, mai lo sarò.
Intreccio
le dita alle sue e stringo la presa, i brividi mi percorrono.
Lui
farà sempre la differenza per me.
FINE