EPILOGO:
UNA BATTAGLIA

José e Karim non avevano ancora fatto pace e forse non l'avrebbero fatta mai... questo, a guardarli da fuori.

- E quindi Callejon ha una cotta per Fabio? - Cris lo stava ripetendo da dieci minuti di continuo. Non ci credeva. Del resto come crederci?
Dopo aver fatto colazione si erano confrontati sulle giornate passate chiarendo alcuni punti rimasti oscuri. Si erano subito detti le cose importanti ma non alcuni dettagli.
- Si, Cris... mi parla sempre di lui e di quanto è carino... - Cris non sapeva se saltare di gioia od indagare per assicurarsi che non fosse una cazzata delle sue.
- Ma... ma... ma quando è successo? L'altra sera ti ha leccato la faccia! - Riky sospirò sorseggiando il caffè. Il suo ragazzo era senza speranze.
- E' tutta l'estate che mi parla di lui, siccome sa che io e te siamo molto amici suoi mi ha avvicinato per chiedermi di lui, se è libero, se è disponibile a provare questo genere di cose... insomma, ha una cotta per lui ma non sa come provarci perchè non è sicuro che poi Fabio ci starebbe! Io non gli ho detto che questa primavera Fabio aveva una cotta per te, poi lo demolivo... sto cercando di incoraggiarlo... mi sta sempre attaccato per questo. E poi è espansivo con chi ha un certo rapporto, siccome con me ce l'ha per questo motivo allora mi abbraccia sempre e... bè, esagera a volte... ma non è come pensi! Non ci prova con me! Che poi è timido in amore! Tu pensa! È coraggioso in amicizia e timido in amore! Mai visto niente di simile! - Perchè di solito o si era timidi sempre o mai... questa distinzione la reputava anomala ma deliziosa.
Cris, ancora sotto shock e mezzo addormentato, rimase fermo a pensare e a riflettere su quanto appreso, si ripeté per l'ennesima volta le sue parole e provò ad immaginarsi José Callejon e Fabio.
Fabio era particolare, non proprio timido ma nemmeno spavaldo. Per lui aveva fatto un casino assurdo, doveva ammetterlo.
Finì di bere il caffé e sbadigliò più sereno.
- Bene allora... ne parlerò a Fabio e vediamo che ne pensa! - Così dicendo Cris si alzò dal tavolo per poi essere ributtato giù brutalmente ed improvviso.
- Cris non osare! Sono confidenze che mi fa, se vai e spiattelli le cose a Fabio magari rovini tutto e José non mi parla più! Sta al tuo posto e lascia che se la sbrighino da soli! -
Cris però non poteva stare zitto, si conosceva... vedendo Fabio gli sarebbe scappata e Riky glielo lesse negli occhi fin troppo espressivi.
- Glielo dirai appena lo vedi, vero? Dai, su... José è ancora insicuro, vuole prima... -
- Quindi è Fabio l'attivo? Dai, a scoparlo me lo immagino sempre passivo però in effetti per amore fa fuoco e fiamme... penso che dopotutto quando si innamora diventa un attivo coi fiocchi! - Riky scosse il capo, non l'ascoltava. - Callejon invece l'avrei detto attivo però da quel che mi dici penso che dopotutto sia passivo. È tenero... non lo diresti mai... un difensore attivo ed un attaccante passivo! Robe da matti! Dai, devo dargli una mano! - Cris stava ritrovando il sorriso anche al di fuori della sua vita privata con Riky e del calcio.
Riky si alzò e gli sventolò il dito sotto il naso.
- Non fare niente o ti puoi scordare i giochini per un po'! - Cris si fece mortalmente serio ad ascoltarlo e mise il broncio in allarme.
- Non oserai... - Riky annuì severo.
- Assolutamente sì! -
Cris non era sicuro che sarebbe riuscito a negargli qualcosa ma nel dubbio preferì evitare di metterlo alla prova.

Negli spogliatoi, per gli allenamenti mattutini, José aveva un muso lungo due metri e quello di Karim non era da meno.
Come al solito il coach divise Cris e Riky, da un po' lo faceva. Divideva la squadra in gruppi e metteva sempre Riky e Karim insieme in uno e Cris nell'altro. Questo Karim lo vedeva come un evidente gesto per allontanare Cris da Riky e tenersi il primo tutto per sé. Era seriamente convinto di ciò che pensava.
Per Cris c'era una motivazione tecnica anche perchè il genere di esercizi che dava ai gruppi erano diversi, erano per rafforzare cose differenti. Riky era più o meno dello stesso avviso.
Solo Josè non si spiegava perchè diavolo dovesse far loro un favore e tenere Riky e Karim insieme nonostante volesse dividerli con un muro alto due metri. Del resto lui era superiore a quelle cose, doveva allenare secondo un criterio serio, anche se quell'idiota del suo ex pensava che quel criterio serio non esistesse.
Però gli sguardi che Karim gli lanciava sempre mentre si esercitava accanto a Riky gli davano ragione. Lo uccideva e se osava avvicinarsi al brasiliano questi si metteva davanti ammazzandolo con degli aculei velenosi. Non si poteva fraintendere la natura di quello sguardo ostile. Riky si sentiva una principessa.
Cris era convinto che Karim non avesse mire sul suo moroso, cosa di cui era convinto solo José, però non sapeva bene come agire per sistemare le cose in quel senso.
Non sapeva nemmeno bene cosa significava quel mutismo marcato da parte di José... aveva vinto lui la sfida, si era messo da parte lasciando il posto a Riky senza fiatare e non era infuriato! Solo attento... aspettava di poter tornare felice davvero... lo sarebbe stato solo se Riky avesse rimesso piede in campo.
Era tutta una continua tensione da ogni parte, da ovunque la si guardasse.
Fabio passava da uno all'altro amico, convinto di dover tenere d'occhio la situazione visto che il mister lo metteva un po' in un gruppo ed un po' in un altro.
Però fra lui e Callejon c'erano certi sguardi davvero strani e sospetti.
Mesut sapeva tutto ma non si intrometteva, stesso discorso per Sami.
Gonzalo non aveva capito niente in ogni caso però tendeva a prendere per oro colato tutto quello che diceva e faceva Riky, l'unico che riteneva davvero sano di mente in quel branco di animali pazzi.
Iker vegliava come un papà pronto ad intervenire, cercava di rabbonire il mister parlando e sorridendo con lui, per questo ogni tanto si prendeva degli sguardi truci da parte di Sergio che poi doveva calmare con qualche gioco dei loro.
Xabi non sembrava interessato a nulla ed invece era sempre comunque dalla parte di Cris, l'aveva difeso più volte nelle interviste, a modo suo, discretamente. Del resto aveva ragione, di problemi in squadra c'erano.
Col mister.
Marcelo e Pepe si dividevano fra Cris e Riky prodigandosi per far ridere uno e l'altro, consci che solo la loro presenza poteva risollevare gli animi tesi dei due ragazzi, più teso Cris ad ogni modo. Sempre pensieroso, sempre a studiarsi José.

Josè non intendeva cedere, che ne pensassero gli altri non aveva fatto tutto quello per motivi personali. Poi era degenerato in quello, ma Cris aveva ragione.
Era cominciata con la convinzione che il presidente avesse scaricato Riky, quindi non considerandolo più parte della squadra l'aveva messo in parte.
Poi questo aveva portato ad una serie di conseguenze una peggiore dell'altra fino a che, nel vedere che poi non se ne andava, aveva capito che avrebbe dovuto rimediare.
Ma la cosa era diventata una bomba che era scoppiata nelle mani.
Un gran problema, dopotutto...
Come rimettere Riky in squadra senza passare per un idiota completo sotto ogni aspetto?
Comunque giocava molto meglio, non c'erano dubbi, ed aveva una voglia di fare che ad altri mancava. Questo era un punto a suo favore.
Però se lo riusava e basta era come fare un mea culpa, come dire che si era ricreduto e lui non si ricredeva mai. È solo che era stato un enorme equivoco trasformato in catastrofe.
Era difficile, ora come ora, muoversi.
A decidere per lui fu la pressione dall'alto.
- Lo pago 10 milioni a stagione e se sta in panchina perchè sta male e non è in forma è un conto. Ma se sta in panchina perchè sta benissimo e gioca altrettanto bene, mi chiedo perché diavolo devo buttare i miei soldi! - Poi aveva tuonato gelido. - Che ti piaccia o no quel ragazzo lo pago troppo e visto che per una volta sta bene ed è anche in forma, tu lo usi perchè c'è ed è pagato profumatamente! Visto che non ci potrò mai riguadagnare ciò che ci ho perso, tu non mi fai buttare ulteriormente i miei soldi. -
Ma lui era José Mourinho... poteva accontentare qualcuno qualche volta ma tendeva sempre a fare di testa propria.
Il punto era che non era più sicuro di che posizione volesse tenere ora...
Stufo decise di cogliere la palla al balzo e lo mise nella partita di Liga successiva.
A gran sorpresa di tutti.
Cris non sapeva che avrebbe giocato, non l'aveva detto a nessuno.
Infatti giocò nel solito modo. Spento, sottotono. Segnò due volte, in quel primo tempo senza Riky. Esultò esattamente come lui, indicando il cielo e guardandolo. Riky faceva così. Era un modo per sottolineare che era per lui, sempre per lui che continuava a segnare e non ridere più. Gli mancava quella gioia di prima. Era ancora triste. Non lo diceva più, i media non capivano niente e lui non poteva essere davvero esplicito, ma più di così doveva mettere solo i cartelli. Esultare come Riky quando comunque non l'aveva mai fatto...
Il cartello comunque lo mise. Lo mise quando vide il miracolo.
Ricardo si scaldava.
Ricardo entrò in tutto il secondo tempo e Cris segnò di nuovo, non dopo aver cercato in tutti i modi di far segnare lui, convinto che dovesse assolutamente. Riky sfiorò comunque spesso il goal e le azioni insieme che fecero furono numerose. In ogni caso era in piena forma.
Cris segnò su rigore, il primo ad abbracciarlo fu Riky, lo strinse forte, entrambi sorrisero, poi arrivarono gli altri, rise con tutti, si abbracciò a tutti. Infine, da solo, alzò le braccia e fece il suo, il solo suo gesto con le mani ad artiglio in onore del figlio e sorrise. Sorrise contento. Sorrise felice. Sorrise come prima di tutto quel calvario, prima di uscirsene con 'sono triste'.
Sorrise di nuovo.
Cristiano era di nuovo felice e di questo nessuno poteva avere dubbi, come non poteva averne del fatto che prima aveva segnato senza sorridere, senza gioia. Ed ora, con Riky accanto, tornava a farlo.
Ecco i suoi manifesti.
Qualcuno forse avrebbe capito, qualcuno no. Chi no sarebbe stato un cieco volontario, ma Cris il suo l'aveva fatto, non si era smentito.
Era felice così.
Non era sicuro che il mister avrebbe riusato Riky, magari sarebbe tornato sulla linea idiota di prima, magari avrebbe continuato così perchè aveva davvero capito.
Però per il momento si godeva l'istante splendido. Perfetto. Meraviglioso.
E alle videocamere disse che il mister faceva le sue scelte tecniche in base alle proprie idee e che nessuno poteva contestarle. Una specie di piccola tregua. Una tregua in prova arrivata solo dopo che aveva tornato ad utilizzare Riky.
Altri manifesti.
Cris non avrebbe mai smesso di combattere quella guerra e schierarsi dalla sua parte.
Mai.
Poteva morire piuttosto.
Era disposto anche a cambiare squadra.
Forse con José non era finita, forse avrebbe dovuto lottare ancora più duramente, forse era solo l'inizio.
O, forse, per una volta, aveva vinto lui.
Però intanto quella battaglia l'aveva portata a casa lui. E l'aveva consegnata al suo compagno.
Per il momento non contava più niente altro.


L'ultimo dialogo fra Cris e José fu questo.
- Se pensi che io smetterò di lottare per lui o che abbasserò la guardia ti sbagli, io ti conosco e so come sei fatto. So che può girarti male e tornerai a calpestarlo e metterlo in parte, non sono un illuso! -
- L'ultima volta che abbiamo fatto un patto è andata bene, mi pare... -
- Cosa vuoi dire, ne vuoi fare un altro? -
- Se io metto tutto da parte e lo faccio giocare come prima, a seconda di come riesce o delle esigenze del gruppo, tu torni a giocare come prima? - Cris rimase spiazzato, ma la sua espressione era risoluta e accattivante come sempre, non lo stava prendendo in giro. Pensò in un istante che fino a qualche mese fa erano stati culo e camicia e l'aveva dannatamente adorato. Nel giro di poco tempo era cambiato radicalmente tutto e la verità era che gli mancava José, quello di prima, con cui sparava cazzate e si divertiva... quello simile a lui...
- Mi proponi una tregua? Io torno come prima nei tuoi confronti e gioco sereno e tu in cambio fai giocare Riky come merita? - Non poteva crederci, era completamente fuori da ogni immaginazione. Per come era fatto José mai avrebbe pensato di poter arrivare ad un punto tale. Si guardarono qualche istante. Forse anche José, dopotutto, sentiva la stessa mancanza. La mancanza del suo pupillo. La sentiva davvero.
- Se la vuoi mettere così... - Lui avrebbe usato altre parole per apparire meno idiota ma alla fine il succo era quello. Se Cris tornava sereno giocava il doppio meglio di come aveva fatto fino ad ora e già solo quella era una conquista. Se poi Riky ci metteva del suo ad alimentare il tutto non poteva certo essere male. Dopotutto poteva valer la pena.
E, dannazione, Cris gli mancava...
Cris improvvisamente sorrise, era il primo vero sorriso dopo tutta l'estate che gli riservava. L'aveva sempre guardato torvo od aveva sorriso fra i denti, sforzandosi per Riky. Ora era vero.
Perchè lui sapeva che se prometteva una cosa la manteneva. Fermo restando che poteva cambiare idea, ma sul momento un patto era un patto.
Allungò la mano e José la strinse, dopo di che disse incisivo.
- Abbiamo un patto! -
- Abbiamo una tregua! -
La tregua l'ebbero davvero.
José tornò a far giocare Riky, un Riky in splendida forma, Cris tornò a giocare bene e sereno nonché estremamente felice, e José a vincere come sempre e non solo. Anche a ricevere parole positive nei suoi confronti da Cris, cosa che in tutto quel tempo non aveva mai detto, mai. Al contrario di quanto fatto prima della loro rottura.
Non potevano dire quanto sarebbe durata, se a lungo o se a breve, ma ciò che contava era che per il momento quella tregua c'era.


FINE