PER TE
[Questi sono i fatti: l'andata di
Supercoppa è stata giocata il 23 Agosto fra Barcellona e Real
Madrid, con risultato 3 a 2 per i catalani. Riky, che all'epoca
sembrava certa la sua partenza, non era stato convocato. Prima di
quella avevano fatto una di Liga, la prima, col Valencia, con
risultato un pareggio. Riky non convocato. Dopo, contro il Getafe,
sconfitta, Riky non convocato. Il ritorno di Supercoppa, sempre
contro il Barcellona, Riky viene convocato ma spedito in tribuna.
Nelle altre partite Cristiano ha giocato ma male segnando un solo
goal in 3 partite ufficiali, e comunque sempre scontento. Questa
partita la vincono anche con un goal di Cris che ha ritrovato le sue
solite doti di fuoriclasse, ma senza esultare e ridere. Il Real vince
la Supercoppa ma Riky non si presenta alla premiazione, presente
durante la partita poi va via subito dopo. Anche José, che prima
aveva parlato male della squadra, cosa che non aveva mai fatto
nemmeno davanti a sconfitte brucianti, ora ritrova delle belle parole
per i suoi ragazzi ma non presenzia alla premiazione.
E' oltretutto vero che per i due anni
di panchina di José, ha sempre sostenuto Riky facendolo giocare
anche quando non stava bene e non era in forma, dicendo sempre parole
di conforto nei suoi confronti. Poi, in estate, di punto in bianco,
comincia a dire a Riky che non intende ad usarlo l'anno entrante e
che se vuole giocare il mondiale del 2014 deve cercarsi un'altra
squadra. In seguito a questo, Riky, dopo che aveva sempre detto di
voler restare a Madrid per ricompensare la fiducia di tutti e
dimostrare quanto vale anche lì, dice per la prima volta che vuole
andarsene. Nel frattempo, Cris e José, da che erano sempre andati
d'amore e d'accordo, cominciano a non parlarsi se non con toni molto
duri e poco distesi.
In tutto questo Carol, la moglie di
Riky, ha preso i figli e si è trasferita in Brasile annunciando che
qualunque sarebbe stata la decisione di Riky non l'avrebbero seguito.
Riky rimane lì a Madrid da solo. ]
CAPITOLO I:
MOTIVAZIONI
Ricardo l'aveva avvertito con un sms
che sarebbe andato a casa e che l'avrebbe aspettato là, quindi per
niente intenzionato ad andare a festeggiare con gli altri, prese un
taxi per arrivare alla propria macchina e poter andarsene nel loro
appartamento segreto.
Sarebbe stata quella l'intenzione, per
lo meno, se Cris non avesse esclamato nei paraggi di José: - Bè,
nemmeno io mi sarei presentato! -
L'allenatore non ci mise molto a capire
e, nel momento in cui realizzò che Riky non sarebbe venuto a
festeggiare, sparì a sua volta.
Cristiano lo notò troppo tardi o non
sarebbe mai andato con gli altri ma, ormai trascinato da tutta la
squadra più euforica che mai, finì lontano dal luogo in cui sarebbe
voluto essere.
Ricardo si trovò contro ogni
previsione l'unica faccia che mai avrebbe pensato di vedere.
- Ehi! - Esclamò con piglio che
definire deciso era poco!
L'arroganza Riky la riconobbe subito,
in un secondo tempo mise a fuoco sulla voce.
Si voltò con la mano sulla portiera
dell'auto e sospirò cercando la calma interiore necessaria per
affrontarlo.
Non poteva lasciarlo in pace ogni
tanto?
José gli stava venendo incontro, aveva
una camminata veloce e le mani in tasca, segno che era sul piede di
guerra.
- Cosa c'è? - Chiese cercando di
rimanere educato, gli veniva difficile.
José giunse a lui e a pochi centimetri
di distanza tirò fuori l'indice e glielo puntò aggressivo sul
petto. Era più basso e sicuramente meno muscoloso ed osava porsi
come fosse tutto l'opposto.
- Perchè vai via? C'è una coppa da
festeggiare! - Non era una proposta di pace, Riky lo capì al volo.
- Perchè non è una coppa che mi
riguarda. - José proseguì sempre più arrabbiato ed aggressivo.
- Perchè, non fai più parte di questa
squadra? Alla fine te ne vai? -
Ricardo sospirò cercando ancora la
pazienza che fin'ora aveva all'incirca sempre avuto, non era mai
sbottato, mai. Doveva continuare così.
- Certo che faccio parte della squadra,
diversamente non mi avrebbe convocato stasera. Certo, un po' di
confusione ce l'ho anche io... essere spedito in tribuna non mi fa
capire bene come io stesso debba considerarmi! Perchè non me lo dice
lei se sono o no parte della squadra? - Ricardo era piuttosto fiero
di essere riuscito a rigirarsi la frittata a suo favore senza mancare
fondamentalmente di rispetto. Non gli sarebbe piaciuto.
- Cos'è questa, ironia? - Commentò
senza smentirsi.
- Faccia lei! - Ma Riky questa volta
era davvero al limite.
- Se vuoi chiedermi qualcosa fallo
chiaramente ed una volta per tutte, quelli che stanno zitti e
rimuginano sopra le cose non li sopporto! - Ricardo pensò che doveva
pregare continuasse a stare zitto. Per un momento non riconobbe per
niente l'uomo che l'aveva sempre sostenuto per due anni in tutti i
suoi momenti difficili. Molti in effetti.
- Perchè mi ha convocato se poi mi ha
mandato in tribuna? -
- E tu fai parte della squadra? -
- Lo sa bene che ne faccio parte! -
Ricardo si stava concitando mentre José lo era già. Quando lui si
concitava diventava oltremodo odioso e velenoso.
- Non lo so, con tutte queste voci di
mercato e tu che prima vuoi andare e poi rimanere come faccio a... -
Riky fece un passo in avanti togliendo la poca distanza che rimaneva,
prese in mano la situazione ed esclamò fermo e deciso. Non avrebbe
più ammesso che lo si prendesse in giro:
- Lo sai bene che io volevo rimanere e
che l'ho sempre voluto. Per me Madrid è la mia nuova casa, non
voglio cambiare, non ho mai voluto. Siete stati voi a volermi mandare
via ma visto che non ci siete riusciti riversate la colpa su di me!
Quando ho detto che volevo andarmene è stata un'umana e logica
conseguenza del tuo comportamento ostile e crudele nei miei
confronti. Nessun essere umano sarebbe mai rimasto, mai. Nemmeno
quello più fedele! Sei tu che stai facendo di tutto per mandarmi via
e lo capisco. Bene. Ma stasera. Perchè stasera mi hai convocato e
poi mi hai mandato in tribuna? Per prendermi in giro ancora? - José
per una volta si dimostrò colpito dal suo attacco, rimaneva sempre
al suo posto ma aveva alzato la cresta. Forse fu per questo che
decise di essere onesto.
- Ti ho convocato perchè Cristiano
aveva bisogno di te! - Ricardo si paralizzò. Se glielo avessero
raccontato non ci avrebbe creduto, ci credette solo perchè lo stava
sentendo con le sue orecchie. Questo, per lui, era davvero toccare il
fondo.
- Sei di una bassezza unica... - José
si terse metaforicamente le orecchie convinto d'aver sentito male, di
certo Riky non era capace di dire certe cose!
- Cosa? - Ricardo si voltò e tornò a
guardarlo di nuovo di scatto cercando di stringere i pugni e non il
suo collo.
- Mi stai prendendo per una prostituta,
ecco cosa! -
- Vuoi dire che sostenere Cris non è
una cosa importante? Lui che è in un momento tanto difficile? - José
a volte sembrava uscito da un film, uno non poteva essere davvero
così come veniva dipinto.
No, si disse Riky. Poteva essere anche
peggio!
- Voglio dire che siccome Cris non ti
dà più retta perchè non gli piace quello che mi stai facendo
allora tu usi me! Non sei più capace di tirarlo su e farlo rientrare
in partita, non siete più uniti come prima, lui ora ce l'ha con te e
tu lo sai ed allora usi me per tirarlo su e farlo giocare bene!
Perchè sai che io in un modo o nell'altro riesco a farlo stare bene!
Ma cosa pensi che sia, una bambola? Non si farà manovrare così
ancora per molto! Appena capisce che mi usi per farlo giocare bene e
farlo stare sereno se ne andrà seduta stante da qua! Tu giochi col
fuoco perchè pensi che ora come ora non ci sia di meglio del Real
Madrid! Una volta era così, questo Cris è cambiato. Non bada al
lato materiale delle cose e lo sai, ecco perchè ti servo! Ma non
andrà avanti così per molto perchè coglierà la prima occasione
per andarsene, se continui così! Io ti sto avvertendo, tu fa come
vuoi! Però sappi una cosa! Io sono capace di stare bene ed essere
felice in ogni situazione perchè è la mia natura rimboccarmi le
maniche e trovare il modo di essere felice. Anche se mi terrai in
panchina in eterno io sarò felice perchè ci sono altre cose nella
vita che contano più di una carriera! Tu, quando ti ritroverai a
perdere tutti i tuoi obiettivi perchè Cris se ne sarà andato, fammi
un favore. Vieni a spiegarmi come ti sentirai perchè sono proprio
curioso! -
Poi si girò ed aprì la portiera per
salire in macchina. Seduto, prima di mettere in moto, tornò a
fissare José sbalordito che lo fissava incredulo.
- Ed un'ultima cosa... prega che non lo
venga a sapere che mi hai dato della prostituta perchè altrimenti
puoi solo rinchiuderti in casa e pregare che non arrivi mai a te! -
Dopo di che, Riky partì.
Nemmeno José presenziò alla
premiazione della Supercoppa e tutti, nel non vedere nessuno dei due,
capì che le cose stavano degenerando molto più di quanto avevano
immaginato fino a quel momento.
Cristiano lo raggiunse a casa appena
possibile. Naturalmente la loro.
Passavano nelle rispettive ville solo
nei momenti in cui non potevano stare insieme, per il resto si
aspettavano sempre nell'appartamento personale, quando sapevano di
poter passare la notte insieme o qualche ora. La gran parte delle
volte, ormai.
Praticamente vivevano insieme ed era
l'unica nota positiva di quel periodo duro.
L'investì un delizioso profumo di cibo
e per un momento Cris pensò che magari non c'era niente di male
nell'arrivare a casa e trovarsi il proprio compagno a cucinare per
te.
Poi, però, si disse con un moto di
stizza capriccioso che no, dannazione, c'era tutto il male possibile
perchè quel compagno era un calciatore come lui e non sarebbe dovuto
essere davanti ai fornelli ma in pulmino a festeggiare con lui e
tutti gli altri.
Però, fece a sé stesso ancora, con
amarezza ammise che nemmeno lui sarebbe mai andato al suo posto. Mise
giù il borsone e si diresse spedito in cucina.
Il suo ragazzo era là con la cena
pronta e la tavola imbandita per due. Sembrava che non ci fosse alcun
problema al mondo. Sorrideva come sempre e nel vederlo lo salutò con
un sorriso dolcissimo. Sarebbe dovuto essere perfetto così.
- Tesoro, pensavo stessi di più... -
Disse andandogli incontro per salutarlo con un bacio sulle labbra. La
tempesta di Cris non tardò a presentarsi e appena ricevuto il bacio
di saluto, lo tenne per i fianchi fissandolo torvo. Appariva davvero
come un bambino capriccioso.
- Senza di te sai che festa! - Esclamò,
poi corrugato aggiunse inquisitore: - Cosa ti ha detto quello
stronzo? - Riky si chiese per un attimo come diavolo facesse a sapere
che si erano parlati, poi si rispose che sulla Terra non c'era una
persona che li conosceva più di Cris. Sia lui che José.
- V-voleva sapere perchè me ne
andavo... - E, dannazione, non era ancora capace di mentirgli.
Riusciva a sorridere a tutti con la morte dentro ma non a lui. Non se
gli faceva una domanda così diretta e così vicino.
Riky sospirò in perfetta concomitanza
con Cris che aumentò la stretta sui suoi fianchi in modo che non se
ne andasse.
- Cosa ti ha detto? -
Riky sospirò di nuovo e due volte non
era mai bene, abbassò lo sguardo e gli prese la tuta, lo fece come
non volesse vederlo scappare da un momento all'altro e Cris si tese
subito. Attento, mortalmente attento alle sue parole, l'ascoltò
obbligandolo con lo sguardo a dire la verità.
- Abbiamo discusso... - Cris alzò un
sopracciglio. Riky che discuteva? - Gli ho detto che non era una
vittoria che avevo conquistato io e che quindi non mi riguardava. -
Non l'aveva mai fatto. Anche quando l'anno scorso avevano vinto la
Coppa del Re lui non aveva partecipato alle partite però aveva
festeggiato e si era fatto firmare la maglia da tutta la squadra. -
Lui allora mi ha chiesto se sono ancora parte della squadra ed io gli
ho risposto che doveva dirmelo lui... - Sperò che gli bastasse. Cris
sapeva che c'era dell'altro, se lo sentiva e l'ansia dentro era
davvero inequivocabile, sentiva il proprio cuore galoppare come un
matto e lo stomaco chiuso.
- Cosa ti ha detto poi? - Riky abbassò
ancora lo sguardo e la voce ma rispose perchè non poteva non farlo.
- Che se dovevo chiedergli qualcosa di
farlo chiaramente... - Ecco, si disse Cris. Qualcosa c'era davvero.
Lo sguardo più affilato di questo mondo si dipinse sul suo che
sembrava una statua, tanto che ormai era rigido.
- E tu? - Riky sospirò. Non voleva
dirglielo, si sarebbe arrabbiato per niente ma non esisteva che
glielo nascondesse se glielo chiedeva.
- Ed io... gli ho chiesto perchè mi ha
convocato se sapeva di mandarmi in tribuna... - Quello che si erano
chiesti tutti, ciò per cui Cris, dopo aver segnato, non aveva
festeggiato come al solito. Aveva avuto una sensazione ma l'aveva
messa a tacere per tutto il tempo. Poteva farlo ancora?
Rafforzò la presa sulla sua vita e
piegò il capo per obbligarlo a guardarlo negli occhi.
- Riky, cosa ti ha detto? - Perchè lo
sapeva, se lo sentiva, ma non poteva veramente credere che glielo
avesse detto davvero, chi l'avrebbe fatto? Solo uno stronzo privo di
scrupoli. Dirlo a chiunque altro poteva andare ma a lui... lui così
diverso dagli altri per quella sua fede insindacabile e comunque così
costantemente buono con tutti... perchè?
- Mi... - Alzò finalmente gli occhi
neri in quelli autunnali del compagno, erano di un'intensità da far
male. Però prese coraggio e rispose. Lui era Cris. Il suo Cris.
Doveva rispondergli. - Mi ha detto che l'ha fatto per te, così poi
tu avresti giocato bene. Siccome non è più in grado di motivarti
perchè i vostri rapporti sono tesi, voleva lo facessi io... - Aveva
funzionato. Aveva giocato bene. Ma non era stato felice. Non lo
sarebbe mai stato finchè Riky avrebbe avuto quella situazione e
nonostante lui facesse di tutto per non fargliela pesare troppo e
sorrideva sempre senza lamentarsi mai, sapeva quanto male stava e
quanto ingiusto fosse tutto quello.
E QUELL'UOMO nonostante tutto,
nonostante l'avesse comunque tolto dall'impiccio di una bruciante
umiliazione dopo tre partite disastrose, gli diceva una cosa simile.
Il lampo che ebbe Cristiano, Ricardo
non l'avrebbe mai dimenticato e raggelato per quella luce di odio
puro, si trovò a mollare la presa.
Un istante. Uno. E Cris era alla porta
pronto con le chiavi della macchina in mano.
Dio, l'avrebbe fatto a pezzi.
Un istante.
- CRIS, NO! - Il suo urlo. E il
silenzio.
La porta non sbatté e Ricardo si
precipitò all'ingresso, lo vide fermo, rigido, coi muscoli tesi e la
classica posa da guerra. Le chiavi strette nel pugno, il respiro
pesante e furioso. Si avvicinò piano e con delicatezza gliele prese
aprendogli le dita. Le mise giù nel mobile e gli avvolse la mano con
le proprie, delicato, dolce, gliel'alzò, solo da lui si poteva far
gestire. Se la portò alla bocca e gliela baciò piano, poi l'avvolse
da dietro, le braccia intorno alla vita, il viso sulla schiena.
- Amore, non farlo. Non ne vale la
pena. -
Ma Cris era davvero un'arma da guerra
intenzionata ad attaccare ancora. Rigido, tremante, furioso.
- Ti ha trattato da puttana... e l'ha
fatto per me. Per farmi giocare bene. Perchè lui non ne è più
capace! Lo vedi che ha bisogno di te? Ma è il modo sbagliato! Ed è
uno stronzo perchè pur mantenendo questa motivazione di merda,
otterrebbe lo stesso risultato facendoti giocare anche solo mezz'ora
a partita. Mi starebbe sui coglioni lo stesso ma sarebbe diverso.
Così è davvero brutto perchè lo fa apertamente. Non ti farà mai
giocare ma ti farà venire solo per motivarmi e farmi giocare bene.
Perchè lo sa che se non ti vedo prima di una partita gioco di merda.
E non perchè tu sei un mago, solo perchè so che tu non ci sei
perchè lui non ti vuole ed è stronzo e ti tratta male. Ed io questo
non lo sopporto. Non posso sopportarlo. Ti tratta come una puttana e
lo fa per me. Se io sono il mezzo con cui ti fa del male, del male
fino a questo punto, allora mi tolgo di mezzo e non sono problemi. -
Riky tremò e terrorizzato strinse la presa intorno al suo torace.
- Non dirlo nemmeno per scherzo! -
Cris si voltò di scatto rimanendo
abbracciato a lui, era ancora duro come una statua. Lo sguardo
furibondo, gelo e fuoco insieme. Riky non l'aveva mai visto in quelle
condizioni.
- Lo dico invece! Io sono la
motivazione di tutta questa merda nei tuoi confronti! Se me ne vado
prima di tutto smette di trattarti così, come una puttana, ed è la
cosa che non posso proprio sopportare. E per secondo ti lasciano
finalmente andare! Dai, perchè diavolo pensi che l'affare col Milan
sia sfumato dopo che sembrava si sarebbe fatto? Perchè poi dopo che
ha visto come gioco senza di te ha capito che poi mi avrebbe perso!
Non può permetterselo! Allora che si fotta! Io ho giocato male
perchè lui ti ha trattato male e ti ha preso in giro a prescindere
dalla tua presenza o meno accanto, io ti ho a casa ed anche se te ne
vai ti vedo e ti sento comunque! Non lo capisce, lui, perchè non ha
mai portato avanti le relazioni a distanza! Ma se lui è un codardo
vigliacco sono solo cazzi suoi! E magari riusciamo anche ad andare in
una fottuta squadra insieme! - A Riky vennero gli occhi lucidi.
Improvvisamente quella era l'eventualità migliore... andarsene via
da lì rimanendo insieme. Ma se invece di loro se ne andava Mourinho
sarebbe stato perfetto. Però tutto quello era impossibile e Riky
tornò coi piedi per terra prendendogli con fermezza il viso fra le
mani.
- Amore, ti amo quando fai così e ti
amo anche quando sei tranquillo! Non ti lasceranno mai andare via,
mai! E se io sono qua solo per un interesse nei tuoi confronti allora
mi sta bene, almeno è una buona motivazione! -
- IO NON SONO UNA BUONA MOTIVAZIONE!
DEVI ESSERE FELICE PER TE STESSO! - Cris perse il controllo, sotto la
pressione indicibile stava cedendo su tutti i fronti.
Ricardo lo strinse circondandogli il
collo con le braccia, le mani fra i capelli bagnati e le labbra sul
suo viso, su ogni centimetro. Suo. Tutto suo.
Cris ritrovò vagamente la calma solo
col contatto delle sue labbra morbide sul volto, poi lo sentì
parlare sul suo orecchio, piano come lui sapeva fare. Pacato.
Pacifico.
- Tu sarai sempre la mia motivazione,
amore... non è una brutta cosa... ma non farmi diventare tu una
motivazione per andartene dal posto in cui stai bene. Hai sempre
detto che vuoi concludere qua la tua carriera, che ti piace e ti
trovi bene con tutti... non agire d'impulso, poi te ne pentiresti...
- Cris però sapeva cosa rispondere e non aveva dubbi, quindi
prendendogli il viso fra le mani lo guardò negli occhi a quella
vicinanza ubriacante.
- Anche tu sarai sempre la mia
motivazione migliore. E comunque mi pentirei di più di non aver
fatto niente per te ora... dico davvero. Fare più di un litigio con
il mister. Io devo prendere una posizione precisa o non mi potrò più
guardare allo specchio. So che vuoi che io rimanga fuori e che
separiamo vita privata e professionale ma ora le due cose si stanno
scontrando ed io non posso... non posso stare solo a guardare,
Riky... non chiedermelo... fammi fare qualcosa per te... ti prego...
- Ricardo sospirò sconfitto consapevole che niente al mondo gli
avrebbe fatto cambiare idea. Niente.
Non poteva dargli torto, lui stesso al
suo posto avrebbe fatto qualcosa per quanto discreto era. Detestava
che si capisse cosa succedeva nel suo privato, infatti aveva sempre
fatto di tutto affinchè non si capisse troppo della loro relazione e
nemmeno in casa con Carol... erano separati in casa... ora a distanza
continentale... e nessuno aveva mai sospettato nulla. Non voleva che
la gente, estranei, si intromettesse in alcun modo. Un po' per il
bene dei suoi figli, un po' per il proprio e quello di chi contava.
Voleva la pace più di ogni altra cosa.
- Aspetta di vedere come si comporta
lui dopo di oggi, ti va? Abbiamo parlato, gli ho detto che se mi
tiene davvero solo per motivarti nelle partite al suo posto tu poi te
ne vai e magari cambia registro... io... io so di meritarmi il posto
in squadra e farò di tutto affinchè questo non cambi mai. Se lui
vuole davvero che la squadra ottenga buoni risultati allora non può
permettersi di lasciarti andare. -
Più che altro questa era una sua
speranza.
Cristiano decise di dargli quell'unica
possibilità, poi avrebbe fatto quello che voleva. Quello che doveva.
Non sarebbe rimasto a guardare, a costo di andarsene veramente per
protestare... l'avrebbero capito. In un modo o nell'altro.
La risposta si perse comunque sulle sue
labbra, con dolcezza e calma... una nuova calma ritrovata come sempre
grazie al suo compagno.
Poteva essere vicino o lontano, non
importava. Quello che contava era sapere con sicurezza che lui stava
bene ed era felice. Non importava poi dove. Meglio se vicino, ma
bastava stesse bene.
Schiuse le labbra e lo lasciò entrare,
si sentì come la sua unica salvezza in mezzo al mare e lo strinse a
sé facendogli sentire quanto l'amasse. Qualunque cosa sarebbe
successa, fra loro le cose sarebbero comunque sempre andate bene.
Perdersi in lui, quello era l'unico
modo per ritrovarsi sempre e stare bene.
Alla fine, si disse Cris intrecciando
la lingua alla sua e tenendo a sé il suo viso, qualcosa per lui
l'avrebbe fatto. Fosse stata l'ultima cosa, ma l'avrebbe fatta.