CAPITOLO II:
GIORNATE DA SOGNO
Il mattino fu dolce come ogni altro
mattino da lì a qualche giorno.
Da quando Carol era partita coi figli
per il Brasile.
Per molti una presa di posizione molto
strana ed incomprensibile, per loro una naturale conseguenza di un
rapporto per niente facile fra lei ed Irina.
La scusa del lavoro di lei era andata
bene e presto si sarebbe sparsa la voce, ma per il momento andava
bene così.
Il primo ad alzarsi fu Cris. Non
riusciva a dormire, aveva passato molto tempo della notte sveglio a
pensare a cosa fare, poi le prime luci del giorno l'avevano
rischiarato.
Sarebbe andata bene. Il suo Riky era
sempre lì con lui.
Sgattaiolò fuori dal letto con
l'intenzione di preparargli la colazione, quindi si prodigò in un
macello consueto che per miracolo non si concluse con l'esplosione
del fornello. Cris a casa aveva sempre qualcuno che cucinava per lui
e se non c'era, ordinava per asporto.
Quando finì ciò che poteva ritenersi
commestibile, abbandonando il caos si rituffò in camera e con uno
sguardo che in pochi potevano dire di avergli mai visto, posò il
vassoio sul comodino per poi gattonare sul letto.
La persiana era aperta un po' sul fondo
e faceva penetrare della luce, quella necessaria per vedersi. Accese
comunque l'abat-jour sul comodino e gli sfiorò il viso rilassato con
un dito.
Probabilmente per star dietro a lui ora
Riky sarebbe stato meglio in un certo senso... fu un pensiero molto
fugace che ebbe.
- Amore? - Lo chiamò piano. L'avrebbe
guardato dormire molto volentieri ma dovevano alzarsi, voleva passare
tutta la mattina libera con lui, poi nel pomeriggio avrebbero avuto
raduno tattico, niente di faticoso.
Riky mugolò. Poteva morire quando lo
faceva.
Svegliarsi con lui tutte le volte che
voleva. Quale regalo più bello? Sperava vivamente che José la
smettesse di fare lo stronzo e lo trattasse bene facendolo giocare
decentemente. Così il suo angolo di paradiso sarebbe stato completo
e perfetto. Riky trattato con rispetto che faceva quello che gli
piaceva, lui che faceva la stessa cosa, loro che la facevano insieme
e poi a casa a vivere come una vera coppia. Non avrebbe mai potuto
chiedere di più... eppure per come stavano andando le cose sembrava
tutto destinato ad andare a quel paese. Non poteva crederci.
Quando i suoi occhi finalmente si
aprirono, le nuvole si rischiararono e sospirò. Passava dal cupo al
sereno con un battito di ciglia. Come fosse incinta!
- Buongiorno. - Riky sorrise subito
appena lo vide e questo fu abbastanza. Cris si chinò e lo baciò con
dolcezza, uno stampo sulle labbra per non rovinare il sapore del suo
risveglio.
- Buongiorno... - Rispose piano l'altro
stiracchiandosi come un gatto sinuoso. A Cris venne un altro tipo di
fame ma decise di lasciar perdere per il momento. Prima occorreva la
colazione, poi il bagno insieme ed allora Riky sarebbe stato
veramente tutto suo.
Quella quotidianità era la cosa più
bella che avesse mai vissuto.
- Ti ho fatto la colazione. - Riky non
ci pensò molto...
- Devo preoccuparmi? - Disse infatti.
Cris finse di offendersi e fece il
broncio tirandosi su a sedere con le gambe sotto di sé.
- Ehi! La cucina è ancora intera. Più
o meno. - Se con intera si considerava che non era esplosa...
Riky lo sapeva bene ma decise di non
indagare. Era stato molto dolce a svegliarsi prima e a fargli la
colazione. Normalmente era un compito che spettava a lui... Cris...
Cris di preciso non aveva veramente compiti, non alzava un dito in
casa ma si occupava del suo compagno ed al compagno in questione
andava più che bene.
Gli presentò il vassoio e lo mise nel
mezzo, quindi si sistemò bene come il re di una volta che mangiava
steso e imitato dal principino Riky in una posizione simile,
cominciarono ad intingere i biscotti nel caffé-latte... il classico.
Ormai era la loro colazione.
Cris intingeva prima quello di Riky
imboccandolo, come se non fosse capace di farlo da solo. Dopo un po'
che Riky sembrava un po' più reattivo, Cris cominciò a pomiciare
con le dita e a soffermarle di più nella bocca dell'altro. Come se
cercasse di dargli un chiaro messaggi. Messaggio reso ancor più
chiaro dal suo sguardo sempre più malizioso.
Se ne rendeva vagamente conto del
potere che Riky aveva su di lui... no anzi, se ne rendeva conto di
preciso. Gli bastava fare qualcosa con lui, una qualunque, e tutti i
problemi del calcio passavano in secondo piano.
Anche un risveglio così ogni tanto gli
sarebbe potuto bastare... quando c'era Carol e vivevano ognuno a casa
propria facevano così. Rubavano il tempo.
Era combattuto fra una situazione e
l'altra ma poi divenne impossibile continuare a pensarci troppo.
Vivere insieme era insuperabile
ovviamente, ma ci si poteva accontentare anche di vivere separati e
rubare il famoso tempo. Si godeva diversamente.
“Quello che conta è che adesso me lo
posso prendere quanto voglio, poi sarà quel che sarà!”
Perchè, comunque, l'idea di
proteggerlo andandosene lui per primo era persistente. In caso
estremo quella sarebbe stata la sola soluzione.
Sperava di non arrivare a tanto.
Finita la colazione Cris decise che il
bacio al spore dolciastro di biscotti e latte poteva starci più che
bene e allungandosi gli diede il secondo bacio, uno vero. Si gustò
quella specie di biscotto e si rilassò scacciando di nuovo ogni
pensiero.
L'aveva lì con lui. Stava bene. Il
resto si risolveva.
-
Cosa vuoi fare? - Chiese Riky con quel suo sorriso perennemente
tenero ed un tocco d'infantile. Quell'infantile puro.
Lo
sguardo di Cris si dipinse di malizia pura ed il brasiliano seppe
cosa aveva in mente, non ci voleva comunque un genio...
-
Un'idea in effetti ce l'ho... - Fece sempre con lo stesso sguardo
baciandolo sulle labbra piano: - Mi vedo con mia madre e il mio
piccolo per pranzo, fino ad allora posso stare con te... avevo in
mente un bagno, che dici? - Riky arrossì. I suoi bagni erano sempre
così spinti... non era per quel che faceva ma per quel che gli
faceva dire...
"Il
solito..." ma la parola 'porco' o 'maiale' non osava nemmeno
pensarla, figurarsi dirla... gli pareva male. Solo Cris riusciva a
tirargli fuori certe parole niente male...
-
Direi che è un'ottima idea... - Rispose sempre carico d'imbarazzo.
Cris ebbe l'istinto di prenderselo seduta stante ma evitò. Si alzò
e con un'occhiata allusiva delle sue, gli intimò di aspettarlo
mentre preparava la vasca.
Aveva
quella mania di preparare i giochini erotici... nel senso, quando in
vista c'era un momento erotico lui spariva a sistemare qualcosa,
anche solo delle lenzuola di seta... aveva la fissa che tutto doveva
essere perfetto in quei momenti. Riky invece si preoccupava di cose
più utili come cibo e casa... toccava a lui far sì che non
morissero di fame o sotto la sporcizia!
Funzionavano
bene, proprio come una vera coppia.
La
fortuna era comunque d'avere un garage molto ampio, entravano con
entrambe le auto i cui finestrini erano semi oscurati, dall'esterno
si vedeva poco dentro e loro comunque uscivano sempre imbacuccati
quando dovevano andare a casa. Quella che loro consideravano la vera
casa.
Di
conseguenza nessuno sapeva che lì abitavano loro, nessuno li vedeva
arrivare o andare via.
Cris
tornò dopo una ventina di minuti e profumava già di suo.
Sicuramente aveva riempito il bagno di un qualche profumo essenziale
afrodisiaco. Come se ne avessero bisogno...
Riky
sorrise divertito per poi, nel guardarlo bene, diventare affamato. Si
umettò le labbra e non lo fece nemmeno apposta.
Cris
si era messo quella sua vestaglia di raso nera. Era da uomo, in
teoria, ma nessun indumento di raso sembrava molto da uomo.
A
lui stava divinamente.
O
forse a Riky piaceva in ogni caso, non lo sapeva.
Il
laccio alla vita non era stretto e la vestaglia corta fino alle cosce
si apriva sul petto scivolando parzialmente sulle spalle. Sapeva
l'effetto che faceva su Riky.
Camminò
verso di lui sinuoso e lento ed il sotto s'aprì appena facendo
capire che si era già tolto i boxer stretti che per decenza si era
messo per cucinare.
Cucinare
era una parola grossa.
Riky
si alzò e si fece prendere per mano, Cris gliela baciò facendolo
sentire una principessa e sorridendo sornione se lo portò in
bagno.
Come
sempre era tutto perfetto. Non avevano petali di rosa ma c'erano
candele a volontà, un po' già consumate, un po' nuove.
La
luce era unicamente quella, soffusa e d'atmosfera. Il piccolo stereo
ad angolo rimandava suoni d'arpa greca d'un tempo e dava l'idea di
essere in un giardino di babilonia... sapeva creare il momento, Cris
era unico in questo.
L'odore
dell'olio essenziale usato quella volta era rosa. La rosa era un olio
essenziale afrodisiaco tendenzialmente per donne, ma Cris non era
famoso per avere gusti da uomo... non sempre... la rosa apriva e
rafforzava il cuore, rilassava l'anima e attivava la disposizione
alla tenerezza e all'amore, sviluppava la pazienza, la devozione e
l'autostima, donava gioia e scacciava i pensieri negativi
equilibrando emozioni negative provocate da collera, gelosia e
stress!
Ultimamente
lo sceglieva spesso specie per l'ultimo motivo.
Riky
si rilassò immediatamente. Come se di più fosse possibile...
Fece
subito un'espressione a dir poco beata ed osservò lascivo Cris
mentre si snodava il laccio per aprirsi la vestaglia. Riky era già
nudo, aveva dormito così come ogni notte.
Il
raso scivolò subito dalla pelle, come avesse voluto fare quello sin
dall'inizio, e Cris lasciò che frusciasse a terra. Per non sembrare
effeminato e ridicolo doveva avere una padronanza di sé fuori
dall'ordinario e Riky si scaldò immediatamente nell'osservare i
movimenti sinuosi e felini, sicuri di sé. Un semplice gesto aveva un
erotismo senza pari.
Continuava
a strofinarsi le labbra ed il fiato era sempre più corto e
profondo.
Voleva
inginocchiarsi e farlo suo ma Cris aveva i suoi riti. Le sue fisse.
Lo lasciava fare sempre.
Lo
prese così per mano, di nuovo, e gli baciò le labbra. Il sapore
fresco del suo alito gli fece capire che si era lavato i denti. Altra
fissa. Sorrise. Lui sapeva ancora di colazione ma a Cris non
importava.
Scivolò
sul suo collo e lo fece rabbrividire, poi, quando ebbe gli occhi
chiusi per catturare quel risveglio tremendamente dolce, si sentì
trascinare con calma verso la vasca, allora li riaprì e l'assecondò
entrando nell'acqua con lui.
La
vasca era molto grande ed era quello che tutti avrebbero sempre
sognato.
Niente
schiuma per non rovinare ciò che poi erano lì per fare. L'olio
profumava e lavava senza dare fastidio.
Adorava
quell'odore, Cris lo sapeva.
L'acqua
li avvolse con dolcezza e dopo essersi incastrati l'uno nell'altro
come avessero a disposizione solo due centimetri e non così tanto
spazio nella yakuzi, Riky si rilassò fra le sue braccia, la schiena
contro il suo petto, le gambe larghe intorno alle proprie, la nuca
ancora asciutta sulla sua spalla. Gli occhi chiusi. Era tutto così
splendido. Poteva fare quella vita, solo quella vita, fino alla fine
dei suoi giorni. Arrivava a non importargli più nemmeno di giocare a
calcio. Non come un tempo.
E
comunque lui, come un tempo, non lo era più.
Era
lui eppure era diverso. Fisicamente era diverso, non riusciva più a
fare le cose di prima... ne faceva altre, ma doveva ancora conoscersi
meglio... era strano, a trent'anni, riscoprirsi in quel modo.
Ricominciare. (*)
E
non era così essenziale giocare a tutti i costi e far vedere a tutti
il dono di Dio.
Ora
come ora, il dono di Dio, per lui, era Cris. E lo stava stringendo
fra le braccia. Era perfetto, non contava altro. Il resto era un
contorno che poteva esserci o meno ma la vera felicità, quella che
contava realmente, erano i sentimenti portati dalle persone. Ciò che
ci sarebbe stato per sempre.
La
carriera di calcio finiva prima o poi, dopo cosa rimaneva?
L'amore.
L'amore che c'era sempre stato.
Si
doveva vivere per quello perchè poi era ciò che dava la vera
felicità. Riky ormai era deciso a farlo.
-
Amore... ma non te ne vai davvero no? - Cris riusciva a sciogliersi
ogni singola volta che lo sentiva chiamare così!
-
Hai paura che me ne vada ora che tu rimani? -
Riky
annuì senza esitare. Guardava davanti a sé e con le mani giocava
con quelle di Cris sul proprio petto... era davvero rilassante!
-
Spero di non dover arrivare a tanto ma...se sarà necessario me ne
andrò davvero. Non importa dove e a che prezzo. Se continuano a
trattati così non resto passivo a guardare. - Riky rabbrividì
all'idea di cosa un esasperato ed infuriato Cris potesse arrivare a
fare per il suo compagno. Aveva imparato ad amare senza riserve.
-
Ma io vorrei stare qua insieme a te a questo punto...poi magari a
gennaio riesco a tornare davvero a Milano e... insomma non ne vale la
pena di fare questa confusione! E poi non è veramente detto che
ottieni qualcosa con questa crociata! Può essere che tu vai via
davvero e per niente perché non mi usa lo stesso! Anzi tu immagina
il mister quanto furioso sarebbe con me se tu te ne andassi per colpa
mia! Cioè il suo pupillo! Se ora ce l'ha con me pensa cosa sarebbe
in quel caso! -
Stava
cercando di farlo desistere in tutti i modi ma Cris era ormai
convinto che era l'unica cosa da fare. Nessuno gli avrebbe mai fatto
cambiare idea. Nemmeno Riky!
-
Ascolta tesoro... sono il solo che può fare qualcosa ed ottenere
risultati! Non dico di essere infallibile ma sono onestamente il più
importante della squadra. Non possono permettersi di perdermi.
Piuttosto mi accontentano nei miei capricci. Finora è successo così
infatti! Faranno di tutto per non farmi andare e non trapeleranno mai
le mie condizioni. Mai. Se falliscono significa che non c'è niente
da fare! Ma è ora che la smettano di trattare la gente come merde!
L'hanno fatto una volta di troppo! -
Riky
capì che non l'avrebbe mai convinto. Allora pregò che Dio vedesse
di lui senza farlo esagerare. Era vero che si amavano e sarebbero
rimasti comunque insieme ma era anche vero che più vicini si poteva
stare e meglio era. E poi era diverso perché Riky ormai voleva
andarsene di suo, Cris voleva rimanere li in realtà. Non era giusto
che mettesse da parte questo suo desidero solo per aiutarlo... lui se
la sarebbe cavata. A gennaio quasi sicuramente sarebbe andato via.
-
Fa come vuoi ma ricorda che per me conta solo che tu sia felice! -
-
Anche per me quindi lasciami fare. Sto facendo quello che tu faresti
per me. -
-
Bè ma cerca di non far capire che lo fai per me... - Sapeva che non
voleva che sapessero in molti... certo
fare una crociata in suo favore con discrezione sarebbe stato un
problema, ma era certo che in qualche modo sarebbe riuscito.
Sancì
quella specie di patto con un bacio. Riky voltò la testa in modo da
porgergli le labbra e Cris se le prese con delicatezza. A volte aveva
paura di fargli male. Sapeva che era forte, non era una questione
fisica... era più una questione interiore.
Si
sentiva interiormente smielato nei suoi confronti infatti poi
recuperava quando usciva e stava con gli altri... però con Riky era
più forte di lui.
Separato
per qualche millimetro, Riky riaprì gli occhi e lo guardò con
candore ed intensità.
Quasi
dedizione, in un certo senso...
-
Se chi ti critica e ti giudica sempre male ti vedesse in questi
momenti, quando sei solo con me... - Cris avrebbe dato tutto affinchè
tutti potessero vederli. Ma non per dimostrare un lato personale che
nessuno se non lui aveva visto. Solo perchè così avrebbe potuto
essere sé stesso al cento percento e viversi completamente anche con
lui.
Cioè
al di fuori.
Era
importante ma lo era di più non far capire quanto si amavano.
Cris
gli carezzò il viso con una mano mentre lo contemplava come fosse
un'opera d'arte. Era anormale il modo di stare insieme di quei due ed
obiettivamente se ne rendevano conto ma era come se una forza
invisibile più forte di loro gli imponesse di viversi con una tale
pienezza... in modo assoluto.
Come
fosse vitale amarsi a questi livelli.
“Che
poi potrebbero essere le ultime volte che stiamo così... cioè... so
che non me ne andrò mai da qua, potrebbe sempre succedere per
carità. Ma con realismo so che non me ne andrò. Non ora. Riky forse
a Gennaio, chi lo sa. O a Giugno. È da quando è qua che rischia
sempre di andarsene e noi lottiamo per farlo restare. Però potrebbe
andarsene, lo vedrei di meno, quest'incanto finirebbe. Dovremmo fare
i salti mortali per vederci. Vivendo da soli sarebbe più facile e se
mi prendo davvero il jet privato è una passeggiata però...
insomma... questa magia... la magia di poter aprire gli occhi ogni
giorno e vederlo e chiuderli alla stessa maniera. Ogni notte.
Insomma, è un regalo che voglio godermi per tutto il tempo che posso
averlo perchè so che comunque non sarà così per sempre. Anche nel
caso che lui questi anni che gli restano da giocare li faccia qua,
poi ha detto che finirà la carriera al San Paolo in Brasile e penso
che potrebbe restare là a meno che non si mette ad allenare in
Europa... o che poi comunque si trasferisca lo stesso. Ci sono così
tante cose da considerare che pensare 'sarà sempre così' è da
illusi. Ora è così. Potrebbe essere per sempre con un po' di
fortuna, oppure a lungo, sempre con fortuna. O per poco. In ogni caso
me lo godrò come non mai e niente me lo toglierà. Però farò tutto
ciò che è in mio potere per aiutarlo a vivere come merita questi
anni di calcio perchè è il suo dono, è quello che vuole fare e
nessuno glielo impedirà. Nessuno sa la difficoltà che ha passato.
Ha
dovuto riscoprirsi del tutto all'età di 30 anni... tutti questi
infortuni l'hanno cambiato drasticamente, non è più il giocatore di
prima ed ora deve reinventarsi da cima a fondo e dimostrare di nuovo
da capo chi è e che può dare ancora. Ed io ne sono sicuro ma se c'è
qualche scettico non gli rende di certo la vita facile. E quello
stronzo ora si mette in testa che non ha più niente da dare. Dopo
due anni a sostenerlo dice che è finito? Che si fotta, non è
finito! Io l'aiuterò perchè lo merita ed è giusto, lo farei anche
se non fosse il mio ragazzo ma visto che lo è lo farò con maggior
intenzione! Non è giusto quello che gli stanno facendo, non sanno
quello che ha passato perchè pensano che non possa lamentarsi di
niente. Però io lo so... stare fermo 2 anni fra un problema e
l'altro... e tornare poi in campo scoprendo che non si riesce più a
fare come prima... affrontare la paura di essere finiti come
giocatori... non lo può capire chi non è da questa parte della
barricata. Io lo capisco. Ma lui è qua e non si è arreso ed andrà
avanti e se qualcuno osa impedirglielo passerà sul mio cadavere.
Qualunque cosa sarà, conta che ora io ci sono e stiamo vivendo un
regalo splendido. Me lo prenderò fino all'ultimo goccio, spremerò
via tutto.”
L'altra
mano scese sfuggendo alle sue dita intrecciate per accarezzarlo in
una zona più intima e tiratosi su meglio lo prese per i fianchi e se
lo girò in modo da posizionarlo davanti, di viso. Riky smise di
baciarlo per mettersi come voleva, a cavalcioni su di lui. L'acqua
schizzò fuori per i movimenti, poi tornò tutto quieto. La musica
uno sfondo lontano, le candele ed il profumo anche... ora contava la
pelle.
Il
tatto che gli regalava tanto.
Scivolò
su di lui ed i bacini furono a contatto. Cris lo teneva per la vita e
se lo muoveva sopra come fosse la sua bambola mentre riprendeva a
giocare con la sua lingua un po' fuori ed un po' dentro la sua bocca.
Se
lo strofinò sopra in modo da eccitarsi con quel semplice gesto e
Riky completamente abbandonato a lui sentì l'erezione di entrambi, a
contatto in quel modo, salire a dismisura.
Detestava
venire dentro la vasca ed anche Cris.
Pensandolo
prima ancora di farlo capire al compagno che si lasciava fare di
tutto, scivolò con le mani dietro di lui e raggiunte le sue natiche
si fece strada con un dito che, dopo avergli stuzzicato l'apertura
con esperienza, deciso affondò. Rimase fermo un istante per poi
muoversi lentamente nel sentirlo rilassato. Le dita non godevano,
servivano solo a dare piacere a chi le riceveva, per questo ci teneva
a farlo sempre bene. Il suo amante doveva essere più che
soddisfatto, non era solo un modo per prepararlo alla parte più
grossa di sé.
Riky
cominciò a gemere nel sentirlo muovere il medio con quel suo
crescendo caratteristico. Sapeva come fare... a quello si aggiunse
l'indice veloce e languido, quasi non se ne accorse per la velocità.
Si
mosse avanti ed indietro con entrambe le dita e quando lo sentì più
che disposto a procedere e a concedersi, quando ormai la sua testa
era gettata all'indietro e non lo baciava più affondando anzi le
unghie sulle spalle, se lo riprese per i fianchi e se lo sistemò
ancora meglio.
Era
troppo eccitato, non necessitava un'ulteriore preparazione
personale... averlo seduto sopra e sentire la sua erezione sulla
propria era già un incentivo piuttosto sicuro.
Gli
entrò in quel modo che sapeva sempre più d'intimo. Raggruppati fra
loro, stretti, vicini, raggomitolati si prendevano e si davano.
Riky
puntò i piedi davanti a sé, ai lati di Cris e affondando ancora di
più le unghie nella sua carne liscia e tonica, cominciò a muoversi
aiutato dalla presa del compagno sui fianchi che se l'alzava e lo
riabbassava sempre più in fretta e deciso.
Veloce
e profondo.
Quella
posizione era davvero devastante perchè Cris riusciva a penetrarlo
in profondità e raggiungere quel punto di piacere che mandava in
delirio Riky.
La
sua voce si levò subito nell'aria, era dolce mentre gemeva. Dolce
alle sue orecchie.
Schiuse
gli occhi e si eccitò ulteriormente. Adorava vederlo abbandonato al
desiderio. Il suo piccolo angelo che cadeva dal Paradiso scontrandosi
con un demone senza scrupoli. Lo sporcava. Lo dannava. E si prendeva
la sua luce per poter meritarsi un giorno il suo stesso Paradiso.
Unì
i gemiti ai suoi e ben presto furono incontenibili mentre Riky lo
graffiava incontrollato inarcandosi e spingendo a sua volta sul
compagno.
La
stretta e l'affondo finale furono di chi ne voleva di più e non ce
la faceva a resistere, sull'orlo della follia. Considerava tutto così
poco... così limitante... così fugace... ne voleva di più, si
diceva Riky con Cris dentro.
Molto
di più.
Più
forte. Più veloce. Più grande.
Quando
arrivava a pensare a questo si vergognava di sé e se ne vergognava
al punto da venire l'istante successivo... perchè pensava anche che
Cris fosse esattamente come voleva.
Perfetto.
Il
piacere mentale oltre che fisico.
Questa
volta vennero insieme e se Cris raggiunse l'orgasmo in Riky, questi
finì per averlo in acqua. Gli ci volle un po' per rendersene conto.
Quando ormai era crollato su Cris di nuovo, con il viso contro il suo
collo, le braccia contro i petti, piccolo su di lui eppure grande e
prestante.
I
respiri finalmente mescolati, i battiti di nuovo insieme, umani,
comprensibili.
E
le mani di Cris sulla schiena del suo compagno.
La
dolcezza.
Cris
non era dolce in nessun campo e mai ma con Riky sì. Solo con lui ci
riusciva.
Riky
era tenero, era diverso. Spesso anche dolce, ovviamente. Ma per lo
più tenero.
Insieme
erano comunque sempre un tutt'uno. Senza riserve.
E
di riserve non se ne sarebbero mai dati.
-
Amore, ma non dovevamo in acqua... - Mormorò piano e carico di
vergogna verso sé stesso, come se un orgasmo nella vasca fosse
terribile.
Cris
rise aspettandoselo e se lo strinse ulteriormente:
-
Vorrà dire che ci facciamo anche una doccia, ora! -
A
questo Riky commentò sommesso contro il suo collo.
-
Sei proprio un maniaco! - E 'maniaco' era anche troppo da dire, per
lui!
La
risata di Cris lo riscaldò. Era un suono poco armonioso però lui lo
adorava. Gli dava una gioia immediata.
-
E tu sei solo mio! - Esclamò dandogli conferma che contava di fare
altre 'cose da maniaci' sotto la doccia.
Del
resto Riky lo conosceva troppo bene, sapeva com'era e così sarebbe
sempre stato.
Scuotendo
il capo si alzò dal suo collo ma uno sguardo di rimprovero non durò
molto perchè si ammorbidì finendo per dargliela vinta già di
partenza. Alla fine la risposta era sempre quella.
'Tutto
quello che vuoi.' Una risposta che si adattava a tutto e che Cris
avrebbe sempre ricevuto da lui.
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Da sapere:
Successivamente Riky ha fatto
un'intervista dove spiega il concetto di dover ricoprirsi a
trent'anni, dice che ci sono molte cose che non riesce più a fare,
che non è quello di prima ma che si sta reinventando per essere
comunque un buon giocatore, si impegna molto ed è come se
ricominciasse da capo a trent'anni.