CAPITOLO
III:
PER
OTTENERE QUALCOSA
[da sapere prima di leggere:
il 2
settembre, dopo la vittoria in supercoppa, il Real Madrid gioca
contro il Granada e vince 3 a 0, Riky viene convocato e sta in
panchina ma non gioca. Cris fa una doppietta ma non esulta. Ad un certo
punto si fa un po' male alla coscia e
chiede subito il cambio, cosa che non ha mai fatto, gli è capitato
di giocare partite intere con infortuni e dolori più forti.
Alla
fine della partita cerca di
proposito tutte le telecamere e fa tre interviste dicendo a tutti la
stessa cosa. Lo trovate nel capitolo, sono parole sue.
Le
reazioni della massa che riporto
sono quelle che sono accadute realmente.
Cris
fa davvero beneficenza di vario
genere solo che non la pubblicizza in alcun modo, ciò a cui accenno
a riguardo non l'ho inventato.
I
dati di riferimento che confrontano
l'andamento dello scorso anno fra Iniesta e Kakà sono questi,
dove
sostanzialmente dice che nello stesso numero di partite giocate
e nello stesso ruolo, Riky ha segnato di più, gli assist sono stati
uguali. Ma è Iniesta quello che è stato premiato.
Il
discorso su Callejon è vero come lo
è che prima di arrivare al Real, Cris era sempre in mezzo a scandali
e frequentava locali discutibili, è stato anche trovato in giro con
gay e trans. Non fa più niente solo da quando è a Madrid.
Cris,
poco dopo la sua partenza per la nazionale e
mentre viene accusato di aver chiesto un aumento e che vuole cambiare
squadra, dichiara che non intende farlo e che non è una questione di
soldi. In seguito anche Alvaro Arbeola e Xabi
Alonso lo difendono con i media dicendo che le sue parole sono
state fraintese e che il suo problema non riguarda i soldi. Riky in
un'intervista fa la dichiarazione che poi cito alla fine. Anche
Mourinho, infine, dice le parole che ho scritto in conclusione.]
***
La
speranza, una piccola fiammella che
sapeva accendersi nel momento che precedeva quello più buio. La
speranza che quella piccola fiammella potesse bastare ad illuminare
quel momento, che scongiurasse le vere tenebre, che fosse
sufficiente, che fosse preludio di giornate di sole splendide e non
di nottate senza fine.
La
speranza venne quando José convocò
Ricardo per la partita di Liga, l'ultima prima della pausa delle
Nazionali.
Il
putiferio che sarebbe scoppiato da
lì a poco avrebbe però avuto poco a che fare con la speranza.
La
speranza sarebbe stata spenta
definitivamente.
-
Vedrai che mi fa giocare... - Aveva
detto Riky senza crederci davvero, solo per rabbonire Cris teso come
una corda di violino.
Tutta
la notte in camera insieme non
aveva fatto altro che dirgli che sarebbe andato bene e che non
serviva arrabbiarsi, voleva giocasse sereno senza pensieri per la
testa e ci era riuscito.
Cris
alla fine aveva avuto un orgasmo
di quelli indimenticabili e Riky gli aveva fatto passare dalla testa
tutti i problemi e le arrabbiature.
Sereno
e rilassato aveva iniziato a
giocare sempre comunque con la testa rivolta verso la panchina dove
c'era il suo amore seduto dietro all'uomo con cui si stava
improvvisamente spezzando tutto.
Come
poteva essere?
Lo
considerava una grande persona,
l'aveva ammirato, stimato e rispettato molto, sempre. José a volte
era un padre, a volte quasi un amante e per certi versi lo era stato.
Era sempre stato tutto quello che era servito, tutto. Il suo esempio.
Difendeva la squadra a qualunque costo a spada tratta, poi davanti
alle tensioni che giravano intorno a lui e Riky, nel vedere che i
ragazzi si erano schierati dalla parte del dolce brasiliano, lui
aveva loro voltato le spalle. Irremovibile nella sua posizione
incredibile ed incomprensibile.
Per
due anni lo sosteneva contro tutto
e tutti ed ora... ora... lo trattava così... gli voltava le spalle a
quel modo senza una spiegazione soddisfacente. Perchè?
Non
poteva capirlo e si stava spaccando
la testa nel cercare di riuscirci.
Non
aveva festeggiato la Supercoppa
solo per poter litigare con Riky.
Sembrava
quasi che fosse più
importante contrastare e demolire il suo ragazzo che sostenere tutta
la squadra.
Cosa
stava succedendo a quell'uomo?
Giocava
ed i minuti passavano e Riky
non entrava.
Quando
guardò l'ennesima volta in
panchina capì, fissando quel suo sguardo corrucciato e tutto d'un
pezzo, che non l'avrebbe messo, lo capì. Non l'aveva nemmeno fatto
scaldare, aveva chiamato altro.
Era
finita, si disse tragicamente.
Ricardo
non avrebbe più giocato.
Sarebbe
rimasto al Real, perchè ormai
il mercato era chiuso, e non avrebbe più giocato.
Perchè
quell'uomo non si spezzava, non
si piegava nemmeno, stava tutto intero, sempre, dritto e basta.
Che
idiota, si disse. Come poteva
distruggere così un grande campione che per giunta non era finito?
Non lo era davvero.
Già
solo guardando le statistiche,
quindi dati oggettivi, dello scorso anno e comparandoli a quelli di
Iniesta, Ricardo risultava coi 'numeri' migliori.
E
Iniesta aveva vinto il premio come
miglior giocatore dell'anno.
Che
assurdità era questa?
Perchè
José doveva snobbarlo e
metterlo in parte?
Quest'estate
era ulteriormente
cresciuto, cosa che aveva fatto già durante l'anno, recuperava di
giorno in giorno ed era evidente. Segnava, faceva assist, ispirava
l'attacco... in tutte le amichevoli era stato lui a fare assist ai
goal. Aveva riportato Callejon al goal bloccato da molto. Callejon
che ora non segnava più dopo averlo fatto tutta l'estate sui
passaggi di Riky.
Bisognava
vedere queste cose e queste
cose un esperto del calcio come José le vedeva, lo sapeva.
Perchè
non gli bastava?
Se
avesse dato occasione a Riky questi
gli avrebbe ancora dimostrato quanto stava crescendo ancora, quanto
si meritava quel posto. Però preferiva per qualche motivo scaricarlo
e far scendere il suo valore e la sua forma mettendolo in parte.
Perchè così poi dovevano venderlo per forza.
Quanto
era stronzo?
Ma
lui lo conosceva, non era mai stato
così, mai. Aveva sempre avuto un motivo dietro ad ogni stronzata
fatta, per questo gli era sempre piaciuto.
Ora?
Ora
non ne vedeva nemmeno uno, di
motivo.
Cattiveria
gratuita per... per cosa,
poi? Era questo il punto, nessuno poteva capire. Era come se davvero
non ci fosse un perchè, per questo faceva male e dava fastidio.
Cristiano
segnò ma non esultò, non lo
faceva da quando aveva smesso di mettere in campo Riky, da quando
aveva cominciato a trattarlo male.
Non
esultò ed alla prima occasione,
quando sentì un po' di dolore alla coscia, chiese il cambio
esagerando un dolore che non era veramente così insopportabile.
Aveva giocato con dolori peggiori.
No,
non voleva più stare lì dentro
per compiacere un uomo in cui non credeva più, che non capiva più.
Uscì,
si mise poco più in là
rispetto a lui, rispose con un secco 'mi fa male!' alla sua domanda
su come stesse e poi non aveva più proferito parola.
Silenzioso
era rimasto fino alla fine
poi, negli spogliatoi, aveva risposto a Riky prima che glielo
dicesse.
-
Devo fare ciò che è giusto. - Riky
tremò, Cris era furibondo e non poteva proprio immaginare cosa
avrebbe fatto in quello stato perchè quando era tanto arrabbiato
tremava. Ora tremava.
Non
voleva facesse niente di
irreparabile.
Riky
lo prese in un angolo, ormai
nessuno faceva più caso a loro. Lo puntò col dito e lo fissò serio
e risoluto come mai era stato con lui.
Nemmeno
quando litigavano.
-
Cris, se dici qualcosa che mi
riguarda giuro che vado in Brasile da Carol. Non voglio che,
qualunque cosa tu farai, sia per me. -
-
Ma lo sai che lo faccio per te. -
Replicò frenetico e agitato.
-
Scoppierebbe uno scandalo ancor
peggiore di quello che è ora, sarebbe la fine della pace. Serve
serenità per giocare, a tutti, non solo a noi. Fai quello che vuoi
ma pensa a chi ti sta a cuore, alla squadra, a noi. Pensaci. Perchè
io non voglio essere al centro di una guerra più di quanto già non
lo sia, sono già preso male per la situazione così con me che
riguarda solo me e lui. Se ti ci metti anche tu si arriva in un campo
che davvero non sapremmo più gestire. - Ricardo parlava anche per la
paura che qualcuno capisse della loro relazione. Finchè si
limitavano a mostrarsi come due grandi amici era un conto, ma se Cris
cominciava una guerra aperta all'allenatore per difenderlo... bè, in
quel caso sarebbe stato difficile tenere nascosto che stavano insieme
e per lui era davvero importante.
Per
loro stessi prima di tutto, per
poter vivere in pace e serenità la loro vita privata e rendere al
meglio nel lavoro, la cosa che contava più di tutti in quel momento.
E poi per i loro figli. Non meritavano uno scandalo simile.
Anche
solo delle voci sarebbero state
sufficienti per rovinare tutto.
Nessuno
doveva sospettare... e forse
già ora comunque qualcuno aveva capito, pur con tutta l'attenzione
che ci mettevano.
Sospirò
sconfitto, Cris.
Riky
aveva ragione... non poteva essere
chiaro e diretto nelle sue accuse, per proteggerlo davvero non
poteva. Però non sarebbe rimasto con le mani in mano, nella maniera
più assoluta.
L'avrebbero
vista la parte da cui
stava.
Uscito
cercò tutti i giornalisti nei
paraggi. Di solito parlava con uno e se poteva nemmeno con loro, non
era solito evitarli ma nemmeno cercarli. Non tutti ad ogni modo.
Li
trovò e disse ad ognuno la stessa
cosa.
'Perchè
non hai esultato al goal?
Perchè
sono triste. Se non sono felice
non esulto.
Come
mai sei triste?
Non
posso parlarne.
Ma
problemi personali o professionali?
Professionali.
Non
ci puoi dire niente a proposito?
E'
una situazione all'interno della
squadra, le persone coinvolte sanno già. Non posso dire di più ma
chi deve sapere sa. '
Erano
state tutte, almeno tre, con le
stesse parole.
Era
triste per una situazione
all'interno della squadra di cui non poteva parlare chiaramente, ma
che gli interessati sapevano già tutto. Era comunque una questione
professionale e non personale.
Il
putiferio non fu trascurabile.
Tutti
i giornali e le televisioni del
mondo ne parlarono nel giro di pochissimo e per giorni e giorni. Se
ne dissero di tutti i colori e nessuno di quelli che aprirono tanto
bocca capì.
Del
resto loro non sapevano niente ma
lui non voleva parlare con la gente, lui voleva che le sue parole
arrivassero a chi di dovere e a chi di dovere erano arrivate.
José
Mourinho.
Su
Cristiano dissero che era un
capriccio perchè non avevano accettato la sua richiesta -mai fatta-
di saltare qualche giorno di allenamento per il lutto del padre.
L'anniversario della sua morte cadeva in quei giorni, il settimo
anno.
Mai
chiesta una cosa simile, mai
voluta.
E
comunque la parola 'professionale'
l'aveva detta costantemente e chiaramente.
Dopo
di questo partì la parata delle
cazzate.
Voleva
un aumento di stipendio.
Certo,
perchè con tutti i soldi che
aveva e già con 10 milioni a stagione poteva volere di più, aveva
proprio bisogno di più soldi... contava di comprarsi tutto il
Brasile per poter avere diritto a Ricardo liberamente, quando sarebbe
tornato là!
Però
la gente quando non sapeva tirava
fuori sempre quello, i soldi. Del resto lui era Cristiano Ronaldo, un
egoista bambino viziato che pensava solo a sé, ai soldi e alle cose
futili.
Che
poi facesse quanta più beneficenza
potesse nessuno lo considerava, perchè era una cosa positiva e di
lui si doveva vedere solo le cose negative. Anche se non c'erano si
potevano inventare.
O
che per gratitudine verso un suo
vecchio compagno di squadra nella prima squadra giovanile in cui
aveva giocato, che gli aveva fatto letteralmente decollare la
carriera per la sua generosità, ora lo mantenesse a vita, no... si
poteva dimenticare o fingere non facesse.
O
che tenesse con sé un bambino
abbandonato dalla madre che voleva usarlo per ricattarlo nemmeno...
era una storia messa a tacere, preferivano pensare che lui avesse
comprato una donna per avere un figlio e basta.
O
che fosse un tutt'uno con Ricardo,
considerato uno delle persone più corrette, buone e positive al
mondo anche questo non veniva considerato. Che c'entra... Cristiano è
Cristiano.
Bastava
parlare di scontentezza e si
tiravano fuori i soldi.
Se
avesse detto Messi che stava male
avrebbero messo in croce allenatori, compagni di squadra e dirigenti
ma nessuno avrebbe mai parlato di soldi.
Di
tutto questo putiferio a Cristiano
non importò niente perchè lui sapeva, sapeva benissimo che chi di
dovere la verità la sapeva.
E
di frutti, sperava, ne sarebbero
arrivati.
-
Sei incosciente... ora lo senti cosa
dicono tutti? - Ricardo aveva le lacrime agli occhi dal nervoso e
tremava. Cristiano si fermò dal fare la valigia per la nazionale e
lo guardò stupito. Si sentiva piuttosto soddisfatto del suo operato.
-
Che sono il solito arrivista stronzo
che cerca un ingaggio più alto? - Lo sapeva bene ma non gli
interessava.
Ricardo
annuì, aveva un'espressione
tesa e tirata, si mordeva di continuo l'interno delle guance e stava
male. Fremeva, camminava su e giù, si stringeva le mani e la
maglietta...
-
Sì! Dicono che hai chiesto a Perez
un aumento di stipendio e che se non te lo dà te ne vai! Tu non hai
mai chiesto di andartene e quando hai parlato con Perez è stato per
spiegargli che il tuo scontento deriva dal problema che il mister ha
con me... e l'hai pregato di non rendere la notizia nota ma di
risolverla se gli interessava tanto restituirti la serenità. -
Cristiano
lo guardava muoversi come un
anima in pena e addirittura tremare. Stava per piangere e non ce la
faceva più.
Rimase
senza parole e paralizzato a
quella reazione, non aveva mai fatto così. Aveva sempre reagito con
calma e diplomazia. Del resto non si erano nemmeno mai accaniti tanto
contro di lui quando invece si era schierato a difenderlo... Cris
capì perchè stava così e lo trovò un amore tenero come un
bambino.
Lo
prese e lo fermò, lo guardò, il
viso fra le mani. Ricardo tremava ancora più di prima. Cris sospirò,
cosa gli aveva fatto? Aveva cercato di avvertirlo ma lui doveva...
doveva... forse non sarebbe servito ma almeno José, l'unico che
doveva sapere, sapeva. E sapeva anche il presidente.
Le
parole non gli uscirono, aveva un
maledetto nodo, ora, a fermarlo. Non voleva andarsene e lasciarlo
così. Gli allenamenti con chi non era convocato in nazionale
proseguivano e Riky sarebbe rimasto praticamente solo con quell'uomo
che era capace di mortificarlo ancora di più.
Lo
strinse e gli carezzò la testa
chiudendo gli occhi, corrugò la fronte e le sopracciglia, respirava
piano e profondamente per cercare la calma. Riky non era mai stato
così per lui.
-
Amore... mi fai piangere così... -
Esordì sinceramente commosso da questa sua reazione pura e
splendida. Riky nascose il viso contro il suo petto e si strinse a
lui. - Come faccio ad andarmene col Portogallo e lasciarti così con
quello stronzo? - Lo chiedeva più a sé stesso. - Sei un tesoro, a
me non frega niente di cosa dicono di me, non mi è mai importato e
lo sai. Tutto quello che facevo prima di incontrarti è famoso, ero
più sotto l'occhio degli scandali che no... sono abituato. Se me ne
fregava qualcosa dell'opinione degli altri non avrei mai fatto niente
di tutto ciò che ho sempre fatto. Mi facevo trovare nei locali più
discutibili in circolazione, sia con gay che con trans... cioè ho
fatto il peggio del peggio e non l'ho mai nascosto e me ne sono
sbattuto di quello che hanno detto di me, perchè in campo sono
sempre il migliore. Però... mi fai piangere se tremi tutto indignato
per me. Perchè mi accusano di volere soldi e basta. -
Ricardo
stava meglio fra le sue
braccia, poteva riuscire a dire qualcosa. E lui era sempre dolce e
protettivo.
-
Se ti vedessero ora... tu stai
facendo tutto questo per me, non te ne frega niente dei soldi. Hai
anche detto chiaramente che è per una situazione all'interno della
squadra. Perchè dicono che vuoi più soldi? Cosa c'entra? Solo
perchè hai parlato con Perez? Tutti lo fanno di continuo, anche io
l'ho fatto spessissimo... ma nessun ha mai detto che volevo più
soldi. O... o altri della squadra... perchè si accaniscono solo
contro di te? Io non lo sopporto perchè ora non ti sei creato uno
scandalo vero... ora non hai fatto niente di male, stai solo cercando
di fare qualcosa per me. Io non capisco. E la gente preferisce
credere a dei giornalisti che raccontano sempre un sacco di bugie su
tutti piuttosto che a te e alle tue parole... perchè? - Cristiano
non sapeva cosa dire, non gli era mai importato cosa pensava la
gente. Apprezzava chi lo incitava e lo acclamava, era sempre grato ai
suoi tifosi e li aveva sempre onorati, però non era una mancanza nei
loro confronti. Non aveva mai fatto niente contro di loro. Aveva
segnato, aveva sempre giocato bene. Solo che se non era felice non
era felice...
Cris
cercò disperatamente qualcosa da
dire. Non era facile, per niente.
Sospirò
alzandogli il mento per
guardarlo in viso. I suoi occhi persi, lucidi, stravolti. Come voleva
cancellare tutto. Era solo colpa di quello stronzo.
-
Vedrai che risolveremo. Sicuramente
mi tapperanno la bocca aumentandomi l'ingaggio per far sì che non me
ne vada e che tenga la bocca chiusa. Così la risolveranno. Ma sai
una cosa? Non me ne importa. Tutti crederanno che l'ho fatto per
questo, ma io, il presidente, tu ed il mister sappiamo la verità e
sono le persone che contano, quelli che voglio che sappiano. Ora
sicuramente le cose andranno meglio. Gli altri se vogliono capire
capiscono, altrimenti andrò avanti per la mia strada. -
Riky
si sentì un po' meglio ma era
sempre tremante e fuori di sé, gli dispiaceva come mai niente in
vita sua. Cris stava facendo tutto questo per lui, si stava coprendo
di fango e nessuno, nessuno avrebbe capito. Nessuno.
Ma
non era giusto.
-
Io starò sempre dalla tua parte,
qualunque cosa succeda. Qualunque cosa ti dicano. Tu mi avrai sempre
con te. - Questo lo sapeva ma sentirlo era sempre splendido.
Cris
sorrise dolcemente e Riky si
rilassò ancora un po' abbozzando un piccolo sorriso. Forse non
sarebbe servito a niente ma non l'avrebbe mai dimenticato, mai. Che
pur di aiutarlo si faceva ricoprire di fango.
Più
amore di quello non ne aveva
ancora visto.
Le
labbra si trovarono dopo aver
tremato e parlato molto, si diedero ossigeno e finalmente si
fermarono, calme, insieme. L'una sull'altra. Ciò che erano avrebbero
dovuto saperlo solo loro, mai nessun altro, però lo sarebbero stati
per sempre.
Dopo
poco, solo per Riky, Cris dichiarò
sul suo profilo internet che non era un capriccio personale e non una
mancanza nei confronti dei tifosi, il suo impegno al Real non sarebbe
mai calato, avrebbe sempre onorato la maglia come aveva fatto fino a
quel momento. Che non voleva andarsene. E poi aveva precisato che non
era assolutamente una questione di soldi e che la verità prima o poi
sarebbe venuta fuori.
Alvaro,
suo compagno che li aveva
seguiti da vicino come molti altri, aveva difeso Cris a sua volta
come Riky avrebbe voluto fare ma non aveva potuto per non mettersi su
un piatto d'argento nel gioco dei giornali.
Aveva
detto che Cristiano era stato
frainteso e che la colpa era dei media, che quelli avevano molto
potere sulla gente e sapevano influenzare con le loro bugie
l'opinione popolare. Che il suo compagno non voleva andarsene e che
non stava facendo tutto quello per soldi, che i soldi non c'entravano
niente. L'aveva difeso a spada tratta e per questo Ricardo l'aveva
abbracciato con le lacrime agli occhi.
Ricardo
stesso, quando glielo avevano
chiesto nell'intervista, aveva detto
'A
Cristiano voglio dare tutto il mio
appoggio, è una persona importante per tutta la squadra e noi
vogliamo solo la sua felicità.'
Naturalmente
non aveva potuto dire di
più ma la paura che avesse detto anche troppo l'aveva invaso subito.
Ormai era fatta.
José
Mourinho, invece, finalmente
disse a Cristiano:
'Sei
una persona importante per tutti e
teniamo alla tua felicità, quando torni -dalla nazionale- ne
parliamo bene.'
Che
in realtà avesse ottenuto qualcosa
proprio come aveva voluto?