CAPITOLO IV:
UNA GUERRA FREDDA

[da sapere prima di leggere: subito dopo che Cris dice che è triste perchè ci sono problemi interni nella squadra, Perez gli aumenta l'ingaggio da 10 milioni a 13 a stagione. Cris, nonostante questo, continua ad essere scontento e a non sorridere dimostrando che è come aveva detto chiaramente, ovvero non una questione di soldi, e che non è stato lui a chiedere l'aumento.
Oltre a Cris, anche molti altri della squadra si mostrano molto cupi e rabbiosi, spicca Karim. Sergio ed Iker sono famosi per aver discusso spesso con il mister. Riky è veramente uno dei pochi che continua a sorridere. In generale, però, la squadra è molto unita e legata.
José Callejon ha legato moltissimo con Riky in quest'ultimo periodo.
Il discorso sulle tecniche di gioco relative a Riky, Cris, Callejon e Gonzalo sono tutti dati obiettivi da me ricavati dopo un accurato studio dell'intera squadra. (in poche parole ho visto tutte le partite quindi so di cosa parlo)
Quando Cris torna dalla nazionale, nel primo allenamento si vedono Riky e Fabio che giocano con le magliette scambiate. Per giunta, Cris e Riky parlano con José davvero e si capisce che il mister dice qualche cazzata perchè poi finiscono per ridere tutti e tre.
Nella partita successiva, José non utilizza Riky e Cris soprattutto si dimostra sottotono e sempre più scontento, cosa che appare estremamente evidente. Anche gli altri non giocano bene, tutti con la testa da un'altra parte. E perdono. José coi giornalisti volta le spalle alla squadra cosa che gli anni precedenti non aveva mai fatto. Oltre a ciò dice precisamente le parole che ho inserito alla fine del capitolo, non specifica a chi si riferisce ma siccome il più problematico del gruppo è quello più scontento, ovvero Cris senza cui la squadra viaggia bassa, si può dedurre che sia una frase riferita a lui. ]

***


Tutto bene?
Tutto bene.
Glielo diceva sempre.
Riky passava le ore al telefono con Cris per dirgli quanto sereno fosse l'ambiente in squadra, quanto bene andassero le cose e quanto con il mister fosse tutto tranquillo.
No, non si erano ancora parlati, ma convivevano pacificamente.
Riky si impegnava il triplo rispetto a tutti gli altri per dimostrargli che era in forma e disposto a giocare ed aiutarli.
Cris lo conosceva, sapeva bene che José comunque non lo calcolava e non l'avrebbe usato, che il suo 'parlarne' al ritorno dalla nazionale sarebbe stata una presa in giro ma era pronto alla guerra.
Poi alla fine Riky concludeva amareggiato che tutti i media continuavano a dipingerlo come un arrivista che si era fatto aumentare l'ingaggio.
Perez, infatti, per tenerlo in pugno gli aveva alzato lo stipendio ad una cifra spropositata.
Si illudeva che potesse servire a qualcosa.
- Questa cosa l'ha vista il mio agente io l'ho saputa dai giornalisti, pensa un po'! - Disse ironico Cristiano. Era esattamente quello che sapeva sarebbe successo ma non gli importava delle mosse del presidente, lui ne poteva poco, solo assicurarsi che i gioielli non se ne andassero e l'unico metodo che conosceva erano i soldi. Sicuro.
Perchè parlare coi diretti interessati e far entrare del sale in zucca era faticoso, era più facile prendere il libretto degli assegni e strapparne uno!
- Però per tutti sei tu che sei andato a chiedere più soldi. - Ricardo continuava a battere su quello e l'avrebbe fatto per sempre. Cris sospirò e fece un debole sorriso. Come si accaniva a difenderlo era qualcosa di meraviglioso. Nessuno l'aveva mai fatto.
- Non ascoltarli, tanto la verità la vedranno da soli molto presto. Quando io continuerò a non stare bene nonostante questo stipendio stellare. - Perchè Cris lo sapeva che José non si sarebbe mai piegato, ma lui non poteva transigere questa volta.
Si sarebbe rotto la testa piuttosto che tornare sui suoi passi.
Ricardo sospirò, non ne era per niente felice e dal canto suo continuava naturalmente a sperare che le cose in qualche modo si sistemassero anche se, onestamente, non sapeva proprio come potessero.
José e Cristiano erano le creature più testarde con cui avesse mai avuto a che fare, come immaginare un probabile vincitore? Impossibile.
- Tesoro, promettimi che ti fermerai un istante prima della disfatta totale, ti prego... - Come se fosse un'intuizione apparentemente senza senso, Riky gli disse questo e Cris rabbrividì.
- Nei miei piani non è contemplata una disfatta! - Riky sorrise ma non era convinto ed ormai non lo era più nemmeno Cris.
“Io e quell'uomo dobbiamo fare un altro bel discorso...”
Pensò alla fine.

Riky gli mancava immensamente ma dall'altra parte staccare dal Real Madrid e non vedere più come José trattava il suo ragazzo era terapeutico.
In nazionale c'erano solo i suoi amici, Fabio e Pepe in prima fila, pronti a farlo ridere e a distrarlo. Sapeva che era stata una preghiera di Riky, infatti li vedeva particolarmente impegnati nel fare gli idioti, perfino Fabio che ormai aveva ritrovato la complicità con il brasiliano a pieno ritmo. Cosa di cui era altamente sollevato.
Ma possibile che ad intervalli regolari dovesse sempre esserci qualcosa o qualcuno a tormentare il suo moroso? Non potevano lasciarlo in pace e farsi gli affari loro?
Cris comunque, ad eccezione dei momenti in cui i due amici riuscivano nell'impresa di farlo ridere, tornava sempre pensieroso, stanco, cupo e a volte anche angosciato.
Era tanto sicuro di sé, specie con Riky, ma la verità era che non era per niente certo dell'esito di quella guerra. José non aveva mai perso, che ne sapesse.
Pensò ai suoi precedenti compagni.
Zlatan Ibrahimovic, quello più risaputo di tutti, quando era andato via dall'Inter aveva chiuso completamente i ponti con lui non volendo sapere di portare avanti una relazione a distanza. Forse, però, Zltan alla fine era scappato proprio da José. Era una cattiveria? Non si sentiva più cattivo del suo allenatore.
Poi un altro amante risaputo nel loro ambiente era Guardiola. Pep era davvero quello che andava più vicino all'amore, però José durante quell'anno aveva cominciato una relazione con Karim... e definirla tale serviva coraggio... però cosa poteva significare?
Stava con Pep o con Karim?
Forse con nessuno dei due e a giudicare dalle foto cupe del francese non sembrava che se la passasse tanto meglio nemmeno lui.
José mieteva vittime al suo passaggio ma prima o poi una lezione l'avrebbe ricevuta.
Cris non sapeva in tutta onestà se sarebbe stato lui o meno ad impartirgliela, ma ci avrebbe provato ed in ogni caso, prima o poi, qualcuno avrebbe vinto.
Con quel suo modo di fare sbruffone e prepotente non sarebbe andato avanti per sempre, ne era certo.
La delusione nel pensare quelle cose di colui che in due anni era diventato il suo idolo, era elevata e solo Riky poteva conoscerla. A Cris feriva pensare tanto male di lui ma era come se aprisse gli occhi per la prima volta e dopo aver sognato tutt'altra persona, si rendesse conto che la realtà era traumatica. Ma non era uno che si piangeva addosso, Cris aveva sempre lottato per ottenere ciò che voleva e magari non ce l'avrebbe fatta ma ci avrebbe provato.


Tornare fu da un lato un sollievo, dall'altro il solito peso sempre più grande che si ingigantiva sulle spalle.
La voce del 'bentornato' di Riky gli annodò lo stomaco e si diede dello stupido.
Era passato a salutare il figlio da sua madre e non gli aveva mica fatto lo stesso effetto. Certo in due settimane gli era mancato ma tornare a casa, l'unica che consideravano veramente tale, e sentire il profumo di una cena preparata e la sua voce che gli dava il bentornato era qualcosa che aveva sognato per così tanto tempo che ora non riusciva ad abituarsi.
- Amore? - Chiamò Riky spuntando dalla cucina. Cris lasciò cadere il borsone e sorridendo alla visione del suo compagno col grembiule rosso, esclamò improvvisando qualcosa che non lo impensierisse.
- Siamo già a Natale e mi sono perso qualcosa? - Poi si rese conto che quello sarebbe stato il primo Natale insieme. Per poi, dopo l'esaltazione, fare dietro marcia. L'avrebbero passato con le rispettive famiglie.
Vivere con lui aveva i pro ed i contro, l'aveva tutto l'anno ma non nelle feste. Sospirò. Poteva sopportarlo.
- No ma non ne ho trovato un altro pulito. Ho portato un po' di roba da casa, ho sistemato intanto che ero qua solo... - Cris fece il broncio istintivo.
'Qua solo' non era un termine che gli piaceva sentire.
- Hai sentito molto la mia mancanza? -
Fece avvicinandosi sinuoso al suo compagno che l'accolse fra le braccia con un sorriso tenero.
- Tantissimo ma gli altri ragazzi rimasti non mi hanno lasciato solo un secondo... - Si era in effetti avvicinato molto a José Callejon tanto che si cominciava a vociferare di una simpatia di quest'ultimo verso il brasiliano.
- Chi di preciso? - Chiese Cris sapendo che qualcuno in particolare gli si doveva per forza essere attaccato. Riky gli baciò le labbra rispondendogli:
- José Cellojon. - Lo chiamavano per nome e cognome e spesso anche solo per cognome per paura di confondersi con Mourinho.
- Callejon? - Chiese Cris figurandosi il compagno mentre gli allacciava le dita dietro alla schiena per tenerlo meglio a sé.
- Sì sai... si trova bene con me sul campo, quest'estate abbiamo fatto molte amichevoli insieme ed imparando i suoi tempi di gioco gli ho servito molti assist. Se gli dai le palle giuste nel modo che lui le sfrutti meglio, gioca davvero bene. È difficile sbagli. Dipende tutto da come gli dai la palla, l'ho studiato un po' per capire come servirlo bene ed ho notato che in certi modi proprio non rende, dipende tutto dal giocatore d'appoggio. - Riky cominciò a parlare di José e del suo gioco, effettivamente Cristiano si ricordò che aveva segnato molto quell'estate e prevalentemente su assist di Riky. Forse il mister, che continuava ad usarlo senza Riky e non si spiegava perchè non segnasse più, non aveva capito quel piccolo trucco di cui stava parlando il suo ragazzo.
Sorrise soddisfatto. Era un punto a favore del suo amore, non poteva che esserne contento. Quell'idiota non capiva proprio un cazzo, bastava che poi gli dessero i premi di allenatore dell'anno e cose del genere... poteva essere stato bravo in due anni ad aver creato una squadra unita laddove c'erano stati tanti giocatori separati. All'inzio non andavano per niente d'accordo. Ora erano tutti molto legati, un gruppo compatto e non aveva paura nel dire che era stato merito del mister ma... ora si stava perdendo ed era innegabile.
Non capire che un attaccante si trovava meglio con un trequartista piuttosto che un altro e che giocava meglio grazie a questo, era proprio una cosa elementare.
Per questo c'erano formazioni e formazioni e non tutte funzionavano... alcuni attaccanti si trovavano solo con certi centrocampisti. Ci voleva tanto a capire che Callejon giocava meglio con Riky?
Che poi lui fosse bravo ad analizzare in generale tutti gli attaccanti con cui giocava era un altro paio di maniche. Sentimento a parte Riky era unico in quello.
Capiva perfettamente un giocatore e individuava subito la tecnica a lui più congeniale per rendere al meglio. Se poi riusciva a realizzarla bene, altrimenti suggeriva agli altri.
Al Milan non era lui che faceva tutti gli assist, sapeva bene come giocava in quel periodo, il suo periodo migliore. Se ne era innamorato allora.
Però se non era lui a segnare o provocare i goal, allora era lì a consultarsi con qualcun altro per far sì che ci pensassero loro laddove lui non arrivava. Anche se, doveva dire la verità, al Milan Ricardo non aveva quasi per niente limiti.
L'aveva visto giocare in tutti i modi ad alto livello, fare tutti i tipi di giochi e riuscire perfettamente.
Il soprannome di Bambino D'Oro era meritato e vederlo messo così in parte proprio ora che finalmente era in fase di grande recupero, gli bruciava.
Aveva ancora da dare, perchè non glielo permetteva?
Prima o poi José Mourinho glielo avrebbe dovuto dire.
- E' una persona molto simpatica fra l'altro. È solare e spensierato, mi fa ridere un sacco... era un po' in ombra prima, non so perchè... - Era anche stato usato poco quindi si era sentito ai limiti di una squadra che non era mai stata molto sua fino a quell'estate, quando il mister l'aveva messo in tutte le amichevoli insieme a Riky che era riuscito a farlo esprimere a buoni livelli. Questo gli aveva fatto conquistare un posto quasi da titolare, veniva usato di più anche se, senza il brasiliano, era vero, non riusciva a fare quello che sapeva.
A volte bisognava davvero essere affiancati dalle persone giuste.
Anche Gonzalo, aveva notato Cristiano, rendeva spesso e volentieri meglio se servito da Riky. Avevano un tipo di gioco che andava bene insieme, era quasi perfetto. Si trovava piuttosto bene anche con Karim anche se non gli aveva mai fatto molti assist, non quanti ne aveva fatti a Gonzalo o Callejon.
E, bè, a lui.
Con Cris si trovava senza nemmeno bisogno di allenarsi.
Non dovevano guardarsi o cercarsi. Se giocavano insieme era come giocassero l'uno per l'altro e solo un cieco poteva non notarlo.
Cris giocava bene con tutti ed in qualunque tipo di gioco, Riky certamente riusciva in meno cose di prima, inutile negarlo con due operazioni al ginocchio così impegnative, però con giocatori del tipo di Gonzalo e Callejon lui era semplicemente perfetto.
Con Cris la questione era diversa.
Riky e Cris, quando giocavano insieme, sembravano telepatici.
Alcuni dei goal più belli li avevano fatti insieme e Riky azzardava spesso degli assist davvero pericolosi solo perchè era sicuro che Cris prendeva qualsiasi palla e la metteva dentro. Cris, dal canto suo, se vedeva che il compagno gli dava tanta fiducia scegliendo lui per un passaggio piuttosto che tentare lui stesso il goal, non poteva deluderlo.
E non lo deludeva mai.
Dovevano solo giocare insieme. Solo questo.
- Devo essere geloso? - Fece Cris ridendo. Era raro lo fosse, quando lo diceva scherzava sempre. Quando era davvero geloso gli rendeva la vita impossibile. Riky rise lieto che avesse voglia di giocare e cingendogli il collo si appoggiò col corpo al suo. Questo scioglieva completamente il portoghese e così fu ancora una volta.
Infatti lo strinse togliendogli il fiato e lo baciò prendendosi oltre che la sua bocca anche la sua lingua ed il suo respiro.
Tutto venne spazzato via e con la consapevolezza di poter morire se fossero stati un giorno di più separati, tornarono insieme nel loro angolo personale di paradiso. Un angolo che comunque nessuno gli avrebbe mai strappato. Mai.

Il giorno dopo tutti avevano gli occhi puntati su Cristiano e José.
In realtà a farsi la guerra fredda erano José e Ricardo ma siccome con quest'ultimo non c'erano mai spargimenti di sangue, Cristiano si era messo in mezzo ed ormai le fazioni erano queste.
Non avevano più litigato dopo quel giorno di settimane prima, non era successo niente e fra i due era scesa una tensione senza parole e sfoghi veri.
Tutti sapevano che prima o poi si sarebbero uccisi, il punto era quando e come?
Ricardo sinceramente spaventato dal fatto che quel giorno fosse arrivato, prese Fabio in parte e allarmato come poche volte, gli chiese tremolante:
- Dobbiamo fare qualcosa per rilassare Cris ed impedirgli di uccidere il mister! - Al che Fabio aveva logicamente detto:
- E perché dobbiamo impedirglielo? Ormai tutta la squadra è contro di lui, c'è solo un mega 'facciamo finta che non sia niente' ma sappiamo bene che la rottura è con lui. - Riky lo guardò con occhi sgranati pieno di paura sincera.
- M-ma no... non dovete... perchè siete così contro il mister? - lui lo sapeva, per questo voleva evitare quella situazione ma più ci provava e più tutto gli remava contro. Non era possibile, dannazione.
Fabio sorrise intenerito da quel ragazzo che a volte sembrava avere dieci anni.
- Lo sai perchè, ormai nessuno digerisce più i suoi modi. - Riky inghiottì a vuoto. Era spaventato dall'eventualità che fossero tutti contro il mister. Quell'uomo non perdeva mai. Come poteva essere che ne uscissero loro vincitori? Non poteva essere tutta colpa sua. Fabio capì la natura dei suoi pensieri e sorridendo con una dolcezza imparata da quando aveva sistemato le cose con lui, gli spettinò i capelli affettuoso:
- Sei più importante di quello che pensi. Comunque sei una scusa perchè alla fine sì, sei la goccia che fa traboccare l'acqua dal vaso ma non sei tu il colpevole. Sei l'ennesimo. Quell'uomo non si comporta bene con tanti ed in molti hanno qualcosa da ridire contro di lui... solo che sai... con te sta tirando fuori proprio il suo peggio... parla con Iker e Sergio e fatti dire tutte le discussioni che hanno loro due con lui da quando è arrivato! Ora è solo che hanno aperto tutti gli occhi. Credimi che la squadra non è mai stata più unita di ora. Una cosa l'ha ottenuta, quel tipo. La nostra unione totale. - Riky non sapeva se potesse sentirsi meglio o peggio e sospirando si preparò con la divisa d'allenamento. Anche quelle erano numerate e personalizzate.
Fabio era divertito da lui, gli dispiaceva che fosse in un tale dilemma interiore e non sapeva come farlo sentire meglio. Non voleva pensasse di essere il colpevole però alla fine era una delle questioni più importanti per cui i ragazzi stavano facendo questa piccola guerra al loro allenatore.
Riky stava per infilarsi la maglia col suo numero ed il suo nome, quando Fabio decise che per far sorridere Cris avrebbe fatto sorridere anche Riky. Erano due persone che richiedevano molte energie ma per cui valeva la pena darsi da fare.
Riky non sapeva che Cris aveva passato le due settimane di ritiro con la nazionale a parlare di come volesse aiutare il suo compagno.. ora arrivava e Riky diceva praticamente la stessa cosa. Come potevano due amarsi tanto?
Erano davvero un esempio sotto quel punto di vista.
Prese la sua maglia e gli diede la propria e quando il ragazzo lo guardò senza capire fece l'occhiolino con aria divertita:
- Ora ridiamo un po'! - Riky non capendo cosa pensava di fare guardò la maglia di Fabio col numero cinque e lo vide indossare la propria con l'otto ed il nome Kakà.
- Fabio? - Chiese titubante.
- Vuoi distrarlo? Vediamo se si accorge che non sono te! -
Riky e Fabio erano molto diversi, confonderli era davvero difficile...

Cristiano li raggiunse un po' dopo, gli spogliatoi erano ancora pieni di gente che andava e veniva. Lui aveva fatto tardi perchè si era fermato a parlare con Iker riguardo la situazione che si sarebbe presentata da lì in poi.
Ovvero gli aveva detto che non intendeva cedere su quel fronte, non facilmente, e che sicuramente il mister avrebbe cercato di rabbonirlo in qualche modo ma che non si illudeva di ottenere qualcosa così presto.
Ed infatti sarebbe stato profetico.
Con quel dialogo nella mente e la voglia di rilassarsi un attimo col suo compagno, poiché una volta fuori non avrebbe potuto fare nulla, corse dal suo adorato numero otto.
Era amareggiato e stufo ancora prima di cominciare, il solo che avrebbe potuto fare qualcosa per distendergli i nervi era lui.
Si accoccolò contro la sua schiena e gli cinse la vita con le braccia ma captò subito che qualcosa non andava.
Riky era chino in avanti quindi non lo vedeva bene, la nuca era poi avvolta in uno strano asciugamano posto intorno al collo. Mica si era già allenato, che diavolo ci faceva?
Comunque si piegò sopra e aderì il bacino al suo adorabile fondoschiena.
Diamine, se lo ricordava più adorabile!
Lo palpeggiò istintivamente, non capiva cosa fosse di preciso che non andava...
- Amore, devi darmi un po' di pace prima di vedere il nemico... - Con Riky diventava anche svenevole, a volte, ma non se ne vergognava.
Riky non rispose ma si alzò. Cris aveva l'orecchio sulla sua schiena, sulla scritta Kakà, quindi non lo vedeva comunque più.
Raddrizzati, le mani passarono da dietro a davanti e quando raggiunsero il suo pacco capì all'istante che non era il suo Riky. Su quello non poteva avere dubbi, lo riconosceva ad occhi chiusi fra mille.
Aprì gli occhi di scatto realizzandolo e ne ebbe la certezza nel vedere Riky seduto lì vicino che se la rideva. Addirittura rideva!
Cioè lui si faceva un altro che usava la sua maglia e lui rideva!
Si staccò all'istante e lo guardò con occhi inorriditi. La maglia era la sua ma chi diavolo... la voce sparita, la voglia di gridare e non sapeva nemmeno contro chi.
Gli tolse l'asciugamano dalla testa e finalmente lo vide perchè si girò.
Fabio cadde a terra piegato dal ridere.
- Dio, hai capito che non ero Riky toccandomi il pacco! Non ci posso credere! Puoi entrare nel Guinnes World Record! - La risata fu unita a quella di tutti gli altri che, complici, avevano assistito alla scena; Cristiano, in piedi e rigido come una statua, fissava quell'idiota del suo amico che lo prendeva anche per il culo. Che c'entra, i gioielli del suo amore erano unici, se non li riconosceva lui chi doveva?
Indeciso sul modo più efficace per ucciderlo, fu distratto dalla risata davvero contagiosa di Riky che, lì vicino, si asciugava le lacrime dal ridere.
Bè, chi se ne importava. Il suo amore rideva felice. Al diavolo!
- Non ti uccido solo perchè lui era tuo complice! - Esclamò indignato.
- Perciò se lui ti ammazza non gli serbi rancore perchè è il tuo amore? - Chiese Fabio fra le risa e le convulsioni. Non ce la faceva più.
- Certo! A parte che lui non ammazzerebbe nemmeno una mosca, figurarsi me... - Riky lo abbracciò baciandolo, grato che non se la fosse presa ma che anzi ridesse. Perchè alla fine ci era finito anche lui in quel vortice d'ilarità.
A volte le cose andavano come uno voleva, altre no.
In amicizia ed in amore era il primo caso, finalmente. Dopo aver passato problemi di ogni tipo, lì sembrava il paradiso.
Adesso arrivavano i problemi a lavoro.

Come da Cris previsto, José cercò il dialogo con loro due, sempre uniti in ogni caso. -Riky con la maglia di Fabio e viceversa-
Però non certo per dirgli cose serie ed importanti, non era un vero dialogo, non erano le parole che volevano sentire e, a dire il vero, non erano proprio le parole quelle che volevano sentire ma solo fatti.
Riky era sempre in fibrillazione quando José e Cris si avvicinavano, convinto che potessero picchiarsi od insultarsi, quindi comunque faceva in modo da essere sempre nei paraggi.
Ma le parole di José non erano mai serie od utili, erano sempre stupidaggini, scherzi e giochi di poco conto. Perchè solitamente faceva così. Scherzava con loro e tutto andava bene.
E Cris rideva come un idiota, pendendo dalle sue labbra, dalle labbra dell'uomo che ammirava tanto.
La risata che fece fu qualcosa di falso almeno quanto la battuta che il mister rivolse ai due ragazzi nella speranza che la smettessero di fargli la guerra.
Ricardo non faceva proprio niente ma Cris sì, di conseguenza era come se la facesse anche Riky.
Era una situazione davvero strana.
Stranissima.
Così come con ipocrisia José si rivolse a loro facendo una battuta apparentemente come sempre, Cris rise con altrettanta ipocrisia fingendo di aver messo tutto a posto.
Del resto non avevano davvero litigato.
Non si erano detti niente di preciso se non all'inizio del campionato.
“Quanto pensi che possa andare avanti? - Quanto vuoi tu! Vediamo chi resiste!”
Pensò Cris andandosene allegramente ad allenarsi insieme a Ricardo, consapevole che quella bella battuta equivaleva alla sua bella risata.
Ovvero a nulla.

La partita successiva José non utilizzò Ricardo, lasciandolo invece in panchina.
Tutta la squadra stufa ed indignata di questo atteggiamento del mister, capeggiata da Cris in questo sentimento scontento e negativo, perse di nuovo portandosi a meno otto dal Barcellona primo in classifica.
José non avrebbe ceduto, se non intendeva usare Ricardo non l'avrebbe fatto, ma nemmeno Cristiano avrebbe ceduto. Se non era felice non sarebbe mai più stato in grado di giocare ai suoi massimi livelli, quelli richiesti dall'allenatore.
La frase che gli disse a fine partita passandogli vicino fu una semplice risposta alla domanda al veleno di José. Un José infuriato per il suo gioco così spento ed infantile.
- Tu cosa pensi di fare? -
Cris aveva solo detto secco e gelido.
- Nella vita ci sono cose più importanti del calcio. -
E José avrebbe detto questo ai giornalisti, dopo aver accusato tutta la squadra di essere sparita dal campo ed aver voltato loro le spalle come mai, mai nella sua carriera d'allenatore aveva fatto.
“Ho giocatori che pensano che il calcio non sia la cosa più importante nella loro vita in questo momento.”
Chi aveva orecchie aveva inteso, degli altri non gli importava niente.
Iker, però, commentò con Sergio che da quella situazione né Cris né José ne sarebbero usciti vivi in ogni caso, anche se sicuramente uno dei due avrebbe comunque vinto.
- Anche se poi in questi casi a rimetterci è sempre quello per cui si combatte. - Concluse Iker cupo carezzando con uno sguardo preoccupato Riky che passava con un'espressione spenta e addolorata.
Poco dopo passò anche Karim che non parlava a José da quell'estate e che era a sua volta messo un po' più da parte del solito.
- Che situazione di merda! - Esclamò Sergio a sua volta esprimendo chiaramente il quadro della situazione.
Un quadro davvero completo.