CAPITOLO V:
OPERA DI CONVINCIMENTO

 Riky non faceva che ripeterglielo, alla fine Cris l'avrebbe ascoltato.
- Amore, devi fare pace con lui! - 
Cris aveva sempre la risposta pronta: 
- Ma io e lui non abbiamo mica litigato! - Questa volta Riky rispose, stufo anche lui di quella situazione creatasi per colpa sua. 
- E' come se l'aveste fatto! -
Cris, stupito di quella risposta, gli diede corda. Era sicuro della propria posizione
- No, non ci siamo parlati, non abbiamo discusso, non siamo arrabbiati... - Riky sbuffò, lo prendeva per idiota?
- Senti, non prendermi in giro. Chi credi che io sia? E' un litigio passivo ma non vi parlate più da settimane! E tutti sanno perchè! - Cris fece il muso come un bambino piccolo, spingendo il labbro inferiore leggermente all'infuori. Lo faceva quando aveva qualcosa da rimproverare o che non gli andava giù. Spesso in effetti.
- Anche altri non gli parlano, è tre quarti di squadra... e chi lo fa è solo per decenza, non perchè è dalla sua parte! Nessuno è dalla sua parte! - Non è che si stesse arrabbiando ma era agitato. Perchè proprio lui voleva convincerlo a sistemare le cose? Era importante non cedere proprio ora!
Riky sospirò e lo circondò con le braccia, gliele passò intorno alla vita e l'attirò a sé. Ecco, lui aveva delle armi davvero convincenti. Cris si sentì vacillare interiormente.
- Ma io non sono il compagno degli altri... - Fece piano e suadente. Non per sedurlo ma per rabbonirlo. Ci stava riuscendo. Gli occhi erano teneri, quell'inclinazione preziosa per cui poteva sciogliersi. - E poi io sono il fulcro della questione e sono l'unico che gli parla ancora e si comporta come sempre. Mi alleno, gli sorrido se capita, ci si scambia qualche battuta... perchè non lo fai anche tu? - 
- L'ho pur fatto il giorno dopo del mio ritorno dal ritiro! - Cris a volte si dimenticava di avere ventisette anni e non diciassette!
Riky strinse le labbra indulgente.
- Quel momento è stato quando le due tigri si studiano prima di sbranarsi. Sai quando due sanno che lotteranno e cercano di capire la strategia della battaglia? Litigata furiosa e parole a viso aperto o buon viso a cattivo gioco e guerra fredda? Per il momento è la seconda ma vi conosco, se continuate così finirete per litigare di brutto e la spaccatura che si aprirà sarà troppo grande. - 
Cris era davvero contrariato e seccato, lo sguardo cupo, le sopracciglia corrugate. Si mordicchiava anche il labbro inferiore nervoso. 
- Ma perchè devo essere io a fare il primo passo? E' lui l'adulto! Dovrebbe essere lui a venire da me per risolvere! -
- Lui ti asseconda! Ha visto che non vuoi discutere ma fingere qualche battuta ipocrita ogni tanto e così fa! - 
- Però cosa devo fare? Andare là e dirgli tutto quello che penso? Guarda che lo faccio! -
- Quello non è risolvere ma degenerare! - Riky era convinto di avere a che fare con Luca, sospirò e gli carezzò il viso dolcemente, Cris si calmò subito e sospirò a sua volta. Gli baciò le labbra e scese sul mento per poi risalire sulla punta del naso. Ora Cris era burro fuso fra le sue braccia, del resto ci voleva poco...
- Non dirgli niente di tutta questa questione. Non litigarci, non fare nulla. Vai in allenamento con un bel sorriso sulle labbra, ci parli come facevi prima, ci scherzi senza falsità di mezzo e la smetti di mangiartelo con uno sguardo tetro! E basta frecciatine a vicenda! Se dai l'esempio tutti ti verranno dietro. È ora di finirla di combattere una guerra che non vi appartiene. - Cris, in un ultimo guizzo di ribellione, infilò le mani sotto la tuta dei pantaloni del compagno, sul suo sedere ben formato e sodo.
- Però dovresti combatterla, è tua. Invece non fai niente. - 
Riky sorrise adulto e maturo, tornò a baciargli il naso. 
- Io non credo nella guerra e nella battaglia, di nessun tipo. Né fredda né calda! Io credo nella pace ed agisco di conseguenza. Sono coerente con me stesso, con ciò in cui credo e con ciò che sono. Agisco per conto mio, se José vuole assecondarmi o fare altro sono affari suoi, io vado avanti per la mia strada. Non smetterò di sorridere e di essere sereno. Ho passato due anni della mia vita, arrivato qua, ad essere angosciato, cupo e depresso. Poi ho capito che era un cane che si mordeva la coda. Sai chi mi ha aiutato? Tu! Non devi rovinarti il tuo sogno, Madrid è il tuo sogno, tu che chiudi una gloriosa carriera qua dopo aver vinto un altro Pallone D'Oro. Smettila di rovinarti, io non te lo permetterò! È un uomo discutibile, ha sbagliato e continuerà ma non cambierà la sua posizione, qualunque cosa tutti noi facciamo se ha deciso di non usarmi per qualche assurdo motivo, non esiste al mondo niente che possa fargli cambiare idea. Né io, né tu, né il presidente, né nessun altro. Questo è José Mourinho. Sei tu che prendi o lasci. E se lasci non disturbarti a parlarmi. - Lo disse con un sorriso dolce e amorevole che fece rabbrividire Cris. A volte pensava che sarebbe stato un killer perfetto. Fortuna che amava Gesù ed era buono. 
Per un istante lo immaginò ad uccidere le persone per professione, l'avrebbe fatto predicando il vangelo e benedicendo le sue vittime... magari pregando anche per loro una volta uccise. E sempre con un sorriso dolcissimo. Il suo nome sarebbe stato 'Il predicatore'... o 'Il Cristiano'!
Ok, si disse ridacchiando improvviso, 'Il Cristiano' era decisamente meglio!
Finì per nascondere il viso contro il suo collo e Riky stranito di quella reazione assolutamente inconsulta, lo guardò stupito.
- Amore stai bene? - Forse era una reazione di shock all'idea di gettare la spugna!
Cris annuì continuando a ridere. Riky un killer professionista di nome 'Il Cristiano'!
Una storia da scrivere!
- Sì... avevo immaginato una cosa... lascia perdere! - Riky non capiva ma preferiva dargli retta. Quando faceva così di solito aveva idee idiote.
- Ma... ma cosa farai con José? - Cris rise ancora un po' poi sospirò, quindi con gli occhi lucidi dal divertimento rialzò la testa e rispose scherzando: 
- Chiamerò Il Cristiano a purificarlo! - Riky alzò le sopracciglia senza capire.
- Eh? - Si era perso qualche passaggio... - Cos'è che devi fare? Farlo pregare? - Cris scivolò giù dalle sue braccia e piegato sulle ginocchia, ai suoi piedi, si prese il viso fra le mani mettendosi a ridere come un idiota fino alle lacrime.
“Ok, questa è una reazione strana, ma almeno non urla furioso!”
Fece fra sé e sé Riky guardandolo in piedi perplesso. 
Lo lasciò fare e quando si rialzò arrampicandosi sulle sue gambe, gli baciò le labbra con una gioia ritrovata sullo sguardo. Una gioia che sollevò e scaldò il brasiliano.
- Vedrò di sistemare senza discuterci! - Poi aggiunse più serio: - Ma solo perchè me l'hai detto tu! - Non v'erano dubbi in proposito!


Fu un'autentica sorpresa, per Riky, arrivare in allenamento e trovare Sergio che discuteva animatamente con José. Sapeva che i due non si erano mai presi molto bene, ma da lì al discutere in quel modo... preoccupato si avvicinò per capire. Iker era accanto a loro che cercava di mediare e calmarli ma era un'impresa.
Con lo sguardo al capitano nonché amico, gli chiese cosa succedesse ed Iker si allontanò un attimo dai due per andare da lui e spiegargli piano. Aveva un'espressione scontenta.
- Sergio è sbottato. Sai quando lui tiene e tiene e tiene e poi scoppia? Ecco, è successo... - Riky, pallido e preoccupato, chiese:
- M-ma... perchè? Di cosa discutono? - 
- Del modo di trattare le persone che ha José! E che è un'ipocrita che finge che tutto vada bene senza che sia così. Che non affronta veramente le situazioni come si vanta sempre di fare. Che è un falso diretto. E poi che... - 
- NON PUOI TRATTARLO COSI' E TENERLO IN PANCHINA! SE FOSSE INFORTUNATO O NON FOSSE IN FORMA O GIOCASSE MALE E' UN CONTO! MA E' IN FORMA, STA BENE, HA FATTO UN ANNO DAVVERO OTTIMO ED UN'ESTATE ANCORA MIGLIORE, IN ALLENAMENTO E' SEMPRE IL MIGLIORE, QUELLO CHE SI IMPEGNA DI PIU' E RIESCE MEGLIO IN CIO' CHE CHIEDI! ED E' L'UNICO CHE SORRIDE E TI PARLA ANCORA SENZA FINGERE IPOCRISIA COME FANNO QUELLI CHE TI PARLANO ANCORA! NON E' GIUSTO CHE PER UNO STUPIDO CAPRICCIO TU LO TIENI IN PARTE! - Riky impallidì ed Iker fece l'espressione da 'ecco' per poi tornare da lui, prenderlo e tirarlo via. 
- Sergio, basta! - Disse con fermezza mentre doveva usare molta forza per portarlo via da lì. José non gli rispose solo perchè Iker l'aveva preso in tempo. Però riuscì ancora a dire:
- Io faccio quello che mi pare, ho le mie motivazioni e non devo spiegarle certo a te! - 
Riky alzò gli occhi al cielo. Di bene in meglio, pensò.
Ma cosa avevano tutti?

Sergio non era stato l'unico a schierarsi in maniera netta ed evidente dalla parte di Riky. Cris era stato il primo e quello più eclatante ma a parte il primo scoppio, non ne aveva mai più parlato preferendo una linea fredda. 
Continuava a non esultare e a giocare senza entusiasmo. A Riky si rivoltavano tutti gli organi, a vederlo in quello stato. Non poteva permettere che continuasse così. 
Però ora ci si mettevano anche gli altri.
Karim non parlava più a José e supponeva si fossero momentaneamente lasciati. Mesut era particolarmente freddo. Lui e José erano come padre e figlio, che si comportasse così era un evento. 
Sergio... bè, si era messo a gridargli contro. Persino il portiere di riserva aveva fatto una bella frecciata.
Inizialmente erano rimasti tutti in silenzio pensando che Cris avesse ragione ma senza schierarsi chiaramente. Avevano mostrato solo un sotto tono generale. Poi, vedendo che il mister proseguiva per quella linea incomprensibile contro Riky, un Riky che obiettivamente non si meritava di essere messo in parte in quel modo, avevano cominciato più o meno tutti a sbottare.
Gonzalo non si era mai preso bene con José, questo alimentava la sua opinione ma non era tipo da discuterci o fare particolari scene. E poi era obbligato ad usarlo visto che per litigare con Karim e lasciarlo in panchina, un attaccante doveva metterlo. Quell'attaccante era Gonzalo.
Marcelo, Pepe e Fabio erano come sempre dalla parte di Cris e Riky, non serviva mai nemmeno chiederselo. Non facevano piazzate ma era così.
Xabi e Alvaro idem. Loro lo dicevano nelle interviste, fra le righe, con diplomazia. Xabi aveva stile, non avrebbe mai discusso con nessuno però quello che pensava riusciva a dirlo sempre.
Era una situazione insostenibile.
Riky vedeva che tutti avevano qualcosa che non andava con il mister e che un paio di loro anche glielo dicevano. 
Sicuramente sarebbero saltate delle teste ma non avrebbero ottenuto niente.
Doveva farli smettere, doveva assolutamente.
Iker aveva preso una posizione particolare.
Era dalla loro parte ma si sforzava di non creare alcuna spaccatura con l'allenatore... ma lui era lui, in quel modo non ne erano più nati. La maturità di capire che quelle scenate non avrebbero portato da nessuna parte l'avevano solo lui e Riky. 

Era disperato, nel constatare il problema che si era creato. 
Cosa fare?
Quando stava per progettare un placcaggio generale per i suoi compagni, arrivò Cris e stupì tutti.
 - Oh, stamattina ho avuto una visione! - Fece così di punto in bianco a José dopo essersi avvicinato ed averlo salutato come niente fosse. 
 José, che non si aspettava gli parlasse più dello stretto indispensabile, lo guardò e sotto un evidente shock, chiese: 
 - Che visione? - Pensando gli dicesse qualche velenosa frecciata come in quei giorni tendeva a fare. Del tipo 'Io che ti uccido!' o simili. 
 Ma Cris sembrava davvero divertito e non fingeva mentre gliene parlava. Che avesse capito di dover sotterrare l'ascia di guerra?
 - Riky come killer professionista che si fa chiamare Il Cristiano e che prega prima, durante e dopo i suoi massacri, sorride dolcemente alle sue vittime e gli fa vedere il paradiso un istante prima di spedircele! E che predica il vangelo mentre fa tutto ciò o mentre prende i lavori come killer! - José a questa sparata assurda non poté che scoppiare a ridere sinceramente divertito.
 Non c'era ironia, non c'era falsità. C'era solo un vero ed onesto divertimento ad un'uscita insensata ma comica. 
 Tutti i ragazzi e i preparatori si fermarono e li guardarono allibiti. Cosa diavolo era successo? Certo qualche volta avevano riso insieme ma era stato del tipo 'prima o poi ti ammazzo!'
 Queste erano risate vere!
 - E si chiamerebbe Il Cristiano perchè è sposato con te o perchè è un cristiano come fede? - Cris non ebbe da pensarci e rispose subito:
 - Entrambi! - Ovviamente!
 Continuarono a ridere fino a che José non gli chiese, ancora sotto shock per questa sua reazione: 
 - Ma come diavolo ti è venuta su? - 
 - Stamattina Riky mi ha fatto la solita predica sul sistemare le cose eccetera eccetera... - l'eccetera eccetera piacque molto a José. - e poi ha concluso con un sorriso dolcissimo dicendo 'se non lo fai non disturbarti a parlarmi più!' Al che mi sono detto che sarebbe un killer perfetto di quelli che uccidono con un sorriso dolce sulle labbra. E mi sono immaginato tutto il resto. Lui che predica il vangelo e che benedice le anime dei poveri disgraziati che ammazza! - Cristiano rideva ancora e José aveva le lacrime, non succedeva così da moltissimo tempo e doveva dire che tutti erano sconvolti dalla scena a cui assistevano. Solo uno era al settimo cielo. Ricardo. 
 Sapeva che José non se lo meritava ma non era per lui, era per tutti gli altri. Non potevano continuare a vivere in un clima così brutto, teso e cupo per colpa sua. 
 Che poi più loro avrebbero fatto la guerra a José, meno questo avrebbe usato Ricardo. Era solo una questione di principio, nessuno poteva dirgli chi e come usare. 
 Riky ci era arrivato insieme ad Iker, ma farlo capire agli altri era un'impresa!
 José, ad ogni modo, nel ridere insieme a Cris e nello sparare le solite cazzate con lui, era conscio che se qualcosa si sarebbe sistemato, il clima fosse tornato sereno e quindi i ragazzi a giocare come sapevano, gran parte del merito sarebbe stato di Riky.
 Lo scoglio era solo convincere Cris a smetterla, poi lentamente ci sarebbero andati dietro tutti gli altri. 
 Ne era certo. 
 Anche Riky lo era, infatti.
 Questo non cambiava che nessuno poteva dirgli cosa, come e quando farlo. Anche se di suo ammetteva i meriti del brasiliano. Con sé stesso non era ipocrita, lo era con gli altri e lo era per i propri motivi.
 

 Il resto della giornata, Cris lo passò a comunicare normalmente con José e a ridere alle sue uscite, come un tempo. Si vedeva che rodeva, che aveva un macigno dentro, ma era bravo a controllarlo. Riky era commosso mentre degli altri nessuno capiva. Nessuno.
 

 Negli spogliatoi arrivò il famoso discorso di Riky, aiutato da Iker.
 Il via lo diede Cris, involontariamente. 
 A sbottargli contro era stato uno ringhiante Sergio, esasperato da José. Non ce la faceva più.
 - Tu ti sei venduto al nemico? Hai gettato la spugna? Proprio tu? - Iker si avvicinò come un falco pensando allarmato 'ora si picchiano' e stessa cosa fece Riky.
 Non in tempo per fermare il calcio del portoghese che fece volare un borsone contro la porta che si chiuse sbattendo.
 - NO CAZZO CHE NON GETTO LA SPUGNA! E NO CHE NON SONO DALLA SUA FOTTUTA PARTE, PORCA TROIA! - Tutto divenne silenzio all'istante. Cris era furibondo e non con Sergio che aveva detto ciò che tutti si chiedevano, lo era con sé stesso e con quello che aveva dovuto sopportare.
 Erano tutti impressionati da questa reazione, del resto non conoscevano i retroscena. Solo Riky. 
 Le sue braccia lo cinsero dolci e solide proteggendolo da questo stato d'animo che lo stava schiacciando. 
 Gli circondò il capo e Cris nascose il viso contro il suo collo avvolgendogli la vita come fosse il suo unico salvagente.
 - Sei stato bravissimo amore. Nessuno ci sarebbe riuscito. Ti amo... ti amo e ti ringrazio per amarmi così tanto. - Dimostrazione d'amore più grande non si era ancora vista. 
 Cris voleva piangere ma riuscì ad evitarlo grazie a Riky che l'abbracciava. Iker capì al volo e cominciò al suo posto mettendo ad entrambi una mano sulle spalle in modo affettuoso.
 - Pensate davvero che Cris volesse fare pace con il mister? O pensate piuttosto che volesse spaccargli la faccia più di tutti voi messi insieme? - Silenzio. Tutti avevano pensato peste e corna di Cris che voltava le spalle a Riky in quel modo, senza mai capire niente. Mai. 
 - Bisogna andare al di là, non fate come la gente là fuori che ci guarda e pensa che siamo superficiali, attaccati ai soldi ed alla carriera e che non ce ne frega niente degli altri. Pensa che non abbiamo valori e sentimenti e che non abbiamo diritto ad essere tristi o felici. Che siamo delle macchine insensibili o al peggio stronzi. Non fate così anche voi! - Iker quando usava le parole, lo sapeva fare.
 Da qui subentrò Ricardo spiegando una volta per tutte come stavano le cose. Ricambiò la stretta di prima sul braccio di Iker e con gratitudine, dopo essersi sciolto da Cris defilatosi sotto la doccia, disse piano e calmo: 
 - Gliel'ho chiesto io a Cris di smetterla con questa guerra fredda. E prego anche a voi di fare lo stesso. Specie a chi, la guerra, la sta facendo bella calda. - Lo sguardo calò su Sergio, ancora arrabbiato e convinto della propria posizione. Proseguì con quella sua dolcezza caratteristica. -  Vi ringrazio dal profondo perchè so che non sono io ma è il modo di fare suo che vi sta sull'anima. E' contro questi suoi modi che combattete, io sono stato la scintilla. Ma è una guerra che devo combattere io e che intendo farlo alla mia maniera. Sarò coerente con me stesso. Non pianto musi lunghi, non smetto di parlare a nessuno, non smetto di sorridere, non litigo, non discuto. Io ci sono, mi impegno, faccio il mio, prego e mi affido a Dio. Se le cose cambieranno, bene, altrimenti significa che il mio tempo qua è finito e che per qualche motivo a me incomprensibile è meglio così. Non possiamo sapere il motivo delle cose che ci accadono, solo accettarle e vivere serenamente. Io non mi rovinerò la mia splendida permanenza a Madrid, non ci penso proprio. Sono felice di stare qua, vivo con Cris, ci amiamo e stiano insieme, lo sapete tutti. Per me questo è già un sogno di suo. Se per vivere questo aspetto importantissimo della mia vita devo sacrificare il lato professionale, allora che sia. Non intendo guastarmi questo regalo. Non guastatemelo voi. Siamo una squadra e siamo professionisti. Facciamolo davvero. Niente guerre. Quell'uomo non cambierà mai, potrete farvi male voi ma lui non tornerà mai sui suoi passi. Mai. Toglietevelo dalla testa. Fate il vostro lavoro e fatelo serenamente, è tutto quello che potete fare. A lui ci penso io a modo mio. - 
 Detto questo aggiunse rivolto a Cris: 
 - Cri, ti aspetto a casa. - 
 Cris asserì e lui uscì. Tremava per essersi esposto con tanta fermezza, ora aveva bisogno di rilassarsi ma quando varcò la soglia dello spogliatoio, si trovò davanti l'unica persona che non avrebbe mai voluto vedere in quel momento.
 José Mourinho.
Aveva sentito tutto.

José era appoggiato alla parete di fronte alla porta degli spogliatoi. Ricardo l'aprì e se lo trovò davanti.
E lì rimase bloccato per un tempo indefinito.
La porta, nel chiudersi, aveva esitato qualche secondo, il necessario per permettere a Karim di vedere l'uomo fermo lì in attesa.
Qualunque cosa pensasse di fare, ora c'era da chiedersi cosa avrebbe fatto dopo le parole di Riky.
Karim non glielo permise e con l'espressione di chi aveva visto un fantasma, uscì di corsa dietro al compagno di squadra.
Dentro tutti si erano fermati stupiti ma non vedendo José fuori non l'avevano seguito pensando che avesse i suoi motivi per quella fuga. Karim ne aveva sempre ma non li comunicava mai a nessuno se non a Mesut e Sami, i suoi migliori amici.
Anche con Riky si confidava un po'.
Karim appena fu fuori si mise immediatamente davanti a Riky facendogli da scudo, coprendolo alla vista di José. Come se, guardandolo o parlandogli, potesse rovinarlo, contaminarlo o corroderlo.
Riky ebbe precisa conferma che loro due si erano lasciati.
Karim e José si guardarono cupi e quasi feroci. Come se volessero gridarsi mille cose che non si erano ancora detti. Come se... come se tutto questo, dopotutto, avesse un senso...
- Karim... va tutto bene... - Mormorò piano Riky toccandogli delicato un braccio. Era teso e pronto a picchiare la persona che aveva davanti, gli fece impressione.
- Ti accompagno alla macchina... - Disse lugubre intendendo che non avrebbe mai permesso a José di parlare con Riky.
Aveva già fatto abbastanza danni in quel modo, non gli avrebbe anche parlato per demolirlo definitivamente.
Ricardo era la persona più forte che avesse mai visto, stava reagendo in un modo encomiabile e sorprendente, nessuno avrebbe fatto come lui.
Perchè invece doveva tirargli fuori per forza un lato che non aveva proprio?