CAPITOLO
VIII:
RISCATTO
[da
sapere:
Il
26 settembre si gioca il Trofeo Barnabeu, il Real Madrid vince 8 a 0
contro il Millonarios, Riky gioca quasi tutta la partita con la
fascia da capitano, molti sono in tribuna come Cristiano, Pepe, Iker
e Sergio in turno di riposo, giocano molti riservisti ma Riky segna
tre goal e fa un assist risultando in perfetta forma ed il migliore
in campo. Certo la squadra non è niente di che ma il Real Madrid è
stato spesso capace, con i titolari del presente, di perdere o
pareggiare o faticare contro squadre del medesimo calibro poiché
distratti e non in forma. Senza considerare la fatica di inizio
stagione della squadra 'titolare'. Poi Riky va ad alzare la coppa
insieme a Higuahin. Mourinho non si presenta al festeggiamento.
Il
figlio di Mourinho è veramente un fan di Riky.
Riky
viene convocato il giorno dopo dalla Nazionale Brasiliana dopo 2 anni
di assenza fra infortuni e fuori forma vari. Per Riky è una grande
gioia ma non c'è uno di quelli che lo conosce (e non) che non ne sia
felice.]
***
José
mantenne la promessa con Cris e spedendolo in tribuna per il Trofeo
Barnabeu, fece giocare Riky dopo le amichevoli di quell'estate. La
considerava alla stregua di un'amichevole e lo sapevano tutti, per
questo nessuno aveva visto una vera retromarcia in quel gesto. Però
Riky aveva giocato con la fascia di capitano al braccio ed era stato
spettacolare. Aveva segnato tre goal e fatto un assist e, in
generale, era stato sicuramente il migliore in campo.
Cris
negli spalti era stato a dir poco orgoglioso anche se un po' triste
per non poter giocare con lui... un piccolo sforzo, si ripeteva con
Irina accanto e Pepe poco più in là.
A
momenti sarebbe riuscito ad averlo al suo fianco in quel maledetto
campo.
Era
assurda quella presa di posizione da parte di José. Dal punto di
vista personale era comprensibile visto che era convinto che lui e
Karim se la facessero, ma dal punto di vista tecnico e professionale
era pazzesco. Riky era uno dei giocatori più in forma, non aveva il
minimo problema fisico, aveva voglia di giocare e lo faceva davvero
bene.
Dopo
quella plateale dimostrazione di quanto José sbagliasse a non farlo
giocare, forse avrebbe dovuto dare ditrofront.
Il
presidente, se non altro, si sarebbe opposto a quella stupida guerra.
Era la sua unica speranza.
In
fondo sborsava 10 milioni di euro a stagione, per Riky... e se stava
in panchina perchè non era in forma era un conto, ma pagarlo tanto
per scaldare la panchina in piena forma no. Quello era troppo.
Cris
confidò in quello, privo di ogni forza per affrontare ancora José.
Non
poteva farcela. Era quasi impossibile farlo ragionare. Ci aveva
provato, aveva conquistato un posto in tribuna a guardare il suo
amore giocare splendidamente. Certo, gli altri erano una squadra da
poco ma vincere otto a zero era più che soddisfacente. Senza
escludere che erano anche stati capaci di perdere contro squadrette
simili, a volte... però contava lo spettacolo offerto dal suo amore.
Cris
sperava ardentemente che tutti capissero quanto José sbagliasse e
che qualcuno, in qualche modo, facesse il miracolo.
Il
miracolo, alla fine, lo fece effettivamente qualcuno.
Ma
non Perez, che comunque una buona spinta la diede proprio come
sperato da Cris.
Nemmeno
altri compagni di squadra o membri dello staff tecnico. Tutti avevano
detto la loro riguardo la sua ossessione di non inserire Riky in
partite ufficiali, anche Karanka, il suo secondo. Non erano stati
loro a fare il miracolo. Nemmeno il figlio, risaputo fan di Riky.
O
la convocazione del giorno dopo del suddetto in Nazionale dopo ben 2
lunghissimi anni.
Il
miracolo lo fece Ricardo stesso.
Dopo
aver preso ed alzato la coppa con una gioia che ultimamente non aveva
mostrato, Riky cercò il suo allenatore per capire se, per lo meno,
fosse un po' orgoglioso di quel piccolo traguardo raggiunto.
Forse
non lo era perchè gran parte aveva contribuito lui a raggiungerlo.
Forse stava cercando di capire come ricredersi. Forse... forse non
sapeva dove sbattere la testa.
Se
ne rese conto quella sera.
Quando
tutti contenti ed esaltati lo festeggiavano più contenti per lui che
per il trofeo.
Tutti,
dal primo all'ultimo, si complimentarono con lui per la prestazione
più che soddisfacente, solo José sembrò dileguato dalla
circolazione.
Non
andò a cercarlo di proposito ma nel non vederselo intorno si chiese
dove fosse.
Quando
lo intravvide, era seduto nelle panchine degli spogliatoi, da solo, a
guardare degli appunti scribacchiati durante l'incontro. Lo faceva
sempre.
Aveva
scritto qualcosa su di lui?
Non
avrebbe voluto, però qualcosa lo fece fermare sulla soglia a
guardarlo.
Era
ricurvo e l'espressione tetra, come se sulle spalle ci fosse un peso
insormontabile e non sapesse proprio come toglierselo.
Riky
in quel momento lo vide per quel che era.
Un
uomo che aveva sbagliato e che si era reso conto d'averlo fatto solo
ora. Ma che non aveva la minima idea di come rimediare.
Scosse
il capo con fare maturo, poi sospirò e conscio che non se lo sarebbe
meritato, entrò.
Camminò
piano, era leggero e felice per quella serata. Una semplice serata,
una sorta di amichevole contro una squadra da quattro soldi. Quanto
poco gli era bastato per essere felice?
Glielo
aveva detto quel giorno.
Chissà
se se lo ricordava?
Si
sedette lentamente, non attirò la sua attenzione, sapeva che l'aveva
sentito. José guardava ancora i suoi appunti e Riky li sbirciò
senza essere invadente.
C'erano
molti schemi che comprendevano la sua presenza, su un altro foglio
vedeva dei voti, vicino ad ognuno c'era la sufficienza o meno, alcuni
avevano dei voti alti. Vicino a Callejon c'era scritto che rendeva
bene con Riky. Vicino a Gonzalo che era la prima volta che si metteva
a fare assist e la domanda conseguente. Per Riky? Vicino a lui c'era
il vuoto. Non aveva scritto niente su di lui.
Si
vergognava, Ricardo ne era convinto. Si vergognava del proprio
atteggiamento per niente professionale e non sapeva come rimediare
senza perdere la faccia.
-
E' stata una splendida serata. Ho giocato di nuovo, era una specie di
amichevole, lo so. Contro una squadra facilissima. Non è stata una
vittoria sudata, anzi. Ma è stato bello, mi sono divertito, ero
felice. Felice con poco, vero? Anche se mi mancava Cris accanto lo
sono stato comunque. Perchè io riesco ad essere felice in ogni caso,
anche se me ne capitano di tutti i colori. Certo a volte fatico ed ho
voglia di mollare tutto, se le cose sono davvero brutte. Però ho
sempre qualcuno che mi sostiene e mi fa andare avanti. Da quando sono
a Madrid è Cris. Quello che Cris ha fatto per me in questi anni non
l'ha fatto nessuno, e dopo questi giorni non ho semplicemente parole.
Perchè fare un patto con te vendendosi il posto da titolare per
darlo a me... bè, sono certo che nessuno è mai arrivato a farlo.
Per lui è importante che io giochi, forse più di quanto lo è per
me. Io sono felice, sai? Felice perchè ho una persona simile
accanto, che fa tutto questo per me e non molla mai comunque. Per
questo io non posso mollare. Per lui. Se gettassi la spugna con te me
ne pentirei. Per lui. Quindi alzo la testa e vado avanti, sorrido, mi
impegno e faccio tutto quello che posso nella vita di tutti i giorni.
Non ho niente di cui vergognarmi. Non sono solo. Ho tutti i miei
amici dalla mia parte. Non vacillo. Andrò avanti comunque, anche a
giocare solo le amichevoli. Non mollerò. E se un giorno mi arriverà
la proposta giusta me ne andrò ma non lo farò da sconfitto e con la
coda fra le gambe. Non mi sento un sconfitto e nemmeno un fallito.
Perchè arrivo a casa, ogni giorno, e cucino per Cris e poi sto con
lui e ringrazio Dio per questo bel regalo. E non mi pento di niente.
Sono felice lo stesso. Anche se con te non riesco a risolvere le
cose. Anche se non gioco più in campionato. Però posso guardarmi
allo specchio sereno. Io non mi sentirò mai sconfitto, qualunque
cosa tu mi faccia. Però ora ti guardo e sai cosa vedo? Un uomo che
non riesce ad ammettere la propria sconfitta.
Perchè
non alzi lo sguardo e non mi guardi, José? Perchè non esci da qua e
non fai ciò che fai sempre? Perchè non sei felice dei traguardi che
raggiunge la squadra? Perchè stai qua, solo, scontento, piegato...
io ti vedo spendere parole di orgoglio per la squadra quando vince e
bastonarli quando perdono, ti vedo fare sempre le tue solite cose.
Però non ti vedo più contento come prima. Ti vedo a pezzi. Non sei
felice di ciò che stai facendo. Ti vedo spento.
Sai
cos'è questo? È tutto il tuo mondo crollato sulle tue spalle. Ti è
franato ed ora non sai come andare avanti. Sì, magari troverai la
forza di uscire e dire ai giornalisti qualcuna delle tue solite
cose... non ti smentirai... e poi in campionato tornerai a mettermi
da parte senza dare spiegazioni. Bene. Però un giorno mi dirai come
mai non sei felice mentre fai di testa tua... e perchè io, invece,
lo sono lo stesso. Nonostante tutto quello che mi stai facendo. -
Alla fine Ricardo si alzò.
Aveva
parlato molto calmo e sereno, quasi delicato. Scandito bene le parole
e con una voce sfumata.
Il
silenzio un paio di secondi, José ancora gli occhi fissi sui fogli.
Prima
di andarsene, il brasiliano concluse sempre allo stesso modo.
-
Lo sai che io sto pregando per te, vero? Che tu ritrovi la luce che
hai perso.
Ricordati
che si raccoglie quello che si semina. Devi stare attento a ciò che
semini, José. -
Dopo
di questo, Ricardo, uscì in perfetto silenzio.
Cris
aveva cancellato tutto. Per una volta non esistevano problemi con
José, gelosie varie e complicazioni di alcun tipo.
Per
una volta c'era solo il suo amore che aveva giocato, giocato bene e
vinto... aveva giocato come capitano, aveva segnato tre goal, fatto
un assist e si era distinto. Poco contava poi se gli altri erano
avversari facili e se la partita non era molto importante. Il suo
amore aveva finalmente giocato. Non riusciva a pensare ad altro.
Era
stato per un patto, una sfida fra lui e José, non una vera volontà
da parte sua di cambiare idea ma magari vedendo quanto in forma è e
quanta voglia di giocare, poteva ricredersi... magari i miracoli a
volte succedevano...
Era
al settimo cielo.
Aveva
ovviamente scaricato in fretta Irina per poter andare a casa, si era
fermato a prendere un paio di cose e poi aveva scritto un sms a Riky.
'Porta
la fascia da capitano!'
Riky
nella sua beata ingenuità aveva pensato che la volesse appendere
come una sorta di trofeo personale.
Era
arrivato dopo essere riuscito a sfuggire dagli altri ragazzi, Gonzalo
era stato molto insistente mentre Karim era stato sull'orlo di
prendere a pugni tutti. José Callejon, poi, non aveva fatto che
parlargli a macchinetta... Iker e Sergio l'avevano vegliato come
fossero stati le sue guardie del corpo.
Protettivi
in assenza di Cris.
-
Amore? - Chiamò vedendo l'ingresso buio. La macchina era in garage
quindi doveva esserci.
Prese
la fascia che gli aveva detto mentre lasciò a terra il borsone.
Silenzio.
“Sarà
in bagno...” Aveva fame ma prima voleva andare ad abbracciare Cris
per farsi fare i complimenti che prima non aveva potuto ricevere.
Arrivare a lui era stato complicato...
Al
momento di accendere la luce del soggiorno, notò un biglietto sul
mobile e mettendo giù il cellulare che spense automaticamente, senza
nemmeno pensarci, lo lesse.
-
Non accendere le luci... segui le candele... - Riky corrugò la
fronte. Stava leggendo con la piccola luce dell'ingresso che non era
sufficiente a vedere il resto della casa. Fece capolino senza capire,
ancora la fascia in stoffa elastica col simbolo del Real Madrid in
mano. - Ma cosa ha in mente? - Quando fece caso notò le candele ed
allora capì. Erano piccoli lumini, ne avevano in abbondanza perchè
a Cris piacevano.
Siccome
era davvero tutto buio, si vedevano bene e spiccavano mentre
componevano un sentiero.
Riky
sospirò e lo seguì. Arrivato ad un piccolo cerchio, dopo aver
camminato con le mani avanti per paura di scontrarsi con qualcosa, si
accucciò vedendo un altro foglietto. Aveva quasi paura di leggere.
Teoricamente doveva essere in mezzo alla casa.
-
Togliti i vestiti. - Riky capiva bene che voleva fare sesso con lui,
ma tutte quelle cerimonie per cosa? Poi notò il PS: - Tieni la
fascia. - Riky alzò un sopracciglio scettico.
“Dove
vuole andare a parare?”
La
sua fantasia non arrivava troppo oltre.
Ingenuamente
si spogliò, era comunque contento... non che la loro vita sessuale
avesse problemi, anzi. Non l'avevano mai fatto tanto come in quel
periodo... però quella sera erano entrambi contenti!
Tolto
la tuta della squadra, non si vergognò di alzarsi e camminare
completamente nudo. La fascia in mano.
Si
sentiva un po' eccitato all'idea di camminare nudo al buio per la
casa, seguì le candele e notò che faceva una deviazione.
Sul
tavolo c'era un altro biglietto.
-
Hai fame? - Lo sapeva che moriva di fame... - Prendi la ciotola. -
Riky la prese e sbirciò avvicinandola alle candele. Erano fragole.
Sorrise. Le adorava. Nella ciotola ce n'era un'altra piccola, sopra
le fragole, ed era con lo zucchero. Fragole e zucchero erano il suo
debole. L'altro era la cioccolata.
Sempre
sorridendo ne prese una e se la mangiò, poi presa la fascia e le
fragole e seguì le candele. Questa volta fino alla camera. Si fermò,
la porta era socchiusa ma sopra c'era un biglietto. Lo prese e si
accucciò per leggere alla luce di una candelina.
“Mettiti
la fascia ed entra, se hai fame c'è un piatto unico che ti
aspetta...”
Riky,
sempre col sopracciglio alzato perchè non capiva proprio dove
volesse andare a parare con la fascia, se la mise lasciandola fino
all'avambraccio, poi entrò.
Aprì
lento la porta, sicuramente lui era seduto sul letto ad aspettarlo...
aveva anche una certa curiosità, il cuore gli batteva impaziente di
sapere cosa aveva in mente.
Quando
lo vide era proprio laddove si aspettava di trovarlo, ma l'effetto fu
diverso da quello che si era immaginato.
Il
letto era coperto di lenzuola di seta rosse, candele erano sparse
ovunque e profumavano l'ambiente come se ci fossero rose. Bè, le
rose però c'erano... su uno dei comodini... nell'altro posò la
ciotola e tirò fuori il piattino con lo zucchero, poi sorrise
capendo cosa voleva dire con tutto quel mistero.
Cris
era lì steso sul letto, nudo e profumato. Si era appena lavato ed
ora, riconosceva l'odore, non si era messo la crema. Era solo il
bagnoschiuma al sapore di... riconobbe con malizia la fragola.
Non
poteva smentirsi mai. Quando si lavava con quel bagnoschiuma Riky
aveva sempre la tentazione di mangiarselo.
-
Buonasera, amore... - Lo salutò piano trattenendo a stento una gioia
troppo forte.
Non
voleva rovinare la bellissima atmosfera.
-
Buonasera... - Rispose suadente Cris allungandosi come una sirena.
Era sinuoso di natura ma steso in quel modo, con le gambe intrecciate
naturali, il busto avvitato e il gomito piegato, la testa appoggiata
sulla mano, era deleterio.
Gli
porse le labbra e Riky si chinò a baciarlo dolcemente.
-
Complimenti per stasera, sono orgoglioso di te... - Riky fece un
sorriso dolcissimo, quindi si raddrizzò. Inutile notare la perfetta
nudità di Cris. Riky ingoiò, gli faceva sempre un effetto pazzesco,
aveva un corpo da dio greco e ne era proprio innamorato. Si perdeva a
guardarlo ogni volta.
-
Grazie amore... mi sei mancato... - Disse piano.
-
Ti va di mangiare? - Riky ignorò la fascia, in effetti aveva fame...
-
Pensavo non me lo chiedessi! - Cris allora si fece in parte nel letto
per farlo sedere e Riky si accomodò tirando su i piedi,
raggomitolato accanto lo vide prendere lo zucchero e stendersi bene.
Alzò un sopracciglio. Non stava più nella pelle, era troppo
curioso... e l'acquolina in bocca era davvero intensa, ormai. Cris e
fragole? Era troppo...
Cris,
ricoperto di zucchero, mise giù il piattino e si stese bene con le
mani allacciate dietro alla nuca, lo zucchero perfino sulle parti
intime. Riky ingoiò a vuoto, la fame era bella grande.
-
Prego, le fragole sono tutte tue... - sapeva quanto gli piaceva il
suo corpo e mangiargli sopra era davvero troppo. Non poteva
resistere.
-
Tu mi vizi! - Esclamò alla fine prendendo una fragola.
-
Te lo meriti! - Rispose malizioso.
Riky
allora accarezzò il suo petto con la fragola tirando su dello
zucchero, poi la mangiò.
-
Mmm... - Apprezzò il sapore ad occhi chiusi e per Cris fu difficile
non saltargli addosso.
-
Buona? - Chiese sempre malizioso...
Allora
Riky ne prese un'altra e fece la stessa cosa tirando su lo zucchero
dalla fossetta fra le clavicole, alla base del collo. Poi gliela
porse dopo avergli carezzato le labbra. Cris tirò fuori la lingua e
sensualmente la leccò per poi mangiarla, infine lo pulì leccandolo.
Quando aveva voglia era seducente di natura e solo lui riusciva ad
accenderlo così.
-
Mm... buone davvero... - Riky allora ne prese un'altra e continuò a
prendergli lo zucchero di dosso, scendendo sul ventre. Di fragola in
fragola lo ripuliva per bene e ad un certo punto raggiunse l'inguine.
Si
soffermò voglioso. Voleva leccarlo, altro che fragole... però
l'idea di strofinarlo un po' con il frutto lo allettava. Sapeva che
era piacevole. Allora si soffermò molto sul sul inguine
inzuccherato. Era tutto perfettamente rasato, non aveva un solo pelo
sul corpo, odiava averne, aveva l'appuntamento fisso dall'estetista.
Quindi mangiare su di lui era davvero possibile.
Passò
intorno all'erezione non completamente a riposo e con la fragola
carezzò anch'esso, sporcandolo invece che ripulirlo dallo zucchero;
poi, alzandosi ed inarcando la schiena in modo da farsi vedere bene,
ad occhi chiusi ed aria abbandonata, se la mangiò. La leccò e la
fece sua.
Cris
mugolò, aveva una voglia inaudita ma doveva aspettare... Riky lo
guardò con una fessura al posto degli occhi.
-
Ma guarda come sei sporco... - Ovviamente non aveva pulito bene lo
zucchero, c'erano molti residui su quel corpo atletico che faceva
invidia ad una statua.
-
Pensavo che potessi pulirmi tu... - C'era malizia di continuo da
entrambe le parti, quindi continuarono su quella linea, ormai Riky
era sul suo stesso livello.
Si
abbassò e partendo dallo stomaco lo leccò, poi la lingua risalì
sul petto e sui capezzoli succhiò. Mugolò. Era dolcissimo. Anche
Cris fece lo stesso verso.
Faticava
a stare con le mani dietro la nuca. Ormai la sua lingua lo percorreva
bruciandolo in ogni anfratto, si capiva che gli piaceva il sapore
della sua pelle, sentirla liscia e calda. E le sue labbra erano
morbide, a Cris facevano un effetto devastante.
Voleva
aprire le gambe e chiedergli di entrare, quella sera ne aveva un
voglia matta.
Riky
raggiunse il collo e su di esso cominciò a parlare sussurrando.
-
Mi spieghi perchè la fascia da capitano? -
-
Prima puliscimi bene anche in basso... - Rispose sospirando. Riky
sorrise ed eseguì calandosi fra le sue gambe. Succhiò in tanti
punti per poi leccarlo bene in modo da non lasciare nessuna parte
appiccicosa; quindi, dopo essersi occupato della lunghezza del suo
membro, l'avvolse succhiandolo quasi subito. Strinse e si mosse su e
giù in fretta. Cris ormai non resisteva più, era talmente eccitato
da essere vicino all'orgasmo, era colpa della sua lingua che l'aveva
ripulito con tanta cura fino a quel momento.
-
Amore... ah... sto... sto per... - Riky avrebbe voluto soddisfarlo ma
capì che probabilmente voleva venirgli dentro, quindi smise e si
rialzò. Lo guardò. Era una visione peccaminosa e chiese come sempre
perdono a Dio, ma non poteva fermarsi. Come sempre.
-
Ora mi spieghi perchè la fascia? - Cris si tolse le mani da dietro
la testa, si sgranchì e si tirò su a sedere. Riky non poteva
staccargli gli occhi di dosso.
Sembrava
un gatto e dall'espressione non prometteva niente di buono.
Finito,
gli sfilò la fascia dal braccio.
-
Sai... inizialmente avevo in mente di legarti... - Riky alzò un
sopracciglio, Cris gli sfiorò le labbra e ridacchiando proseguì: -
Poi però, mentre mi mangiavi tutto... mi è venuta voglia di farmi
possedere dal mio capitano... - In quel caso lui, si capiva. Riky
avvampò e Cris rise seducente, gli sfiorò l'erezione e proseguì
provocante. - Pensi di avere voglia? -
-
Non è certo una questione d'avere voglia... - La voglia l'aveva
sempre... - E' solo che pensavo saresti stato tu a... - Cris fece per
alzarsi.
-
Se vuoi lo faccio io a te... - Ma poi Cris si mise a carponi ed
inarcò la schiena portando all'infuori il sedere. Era la posizione
che lo uccideva.
La
voglia ora divenne incontenibile e prese da solo la fascia, quindi
salì sopra di lui, per dietro ed a carponi e ricoprendolo,
montandolo come fossero due felini in calore, gli mordicchiò la
spalla.
-
Come te la devo mettere, questa fascia? - Il sottinteso era 'devi
metterti bene o non posso legarti' ma Cris portò la testa
all'indietro chiudendo gli occhi malizioso.
-
Mmm... un'idea ce l'ho... - Riky ridacchiò...
-
Girati, maniaco! - Riky non l'aveva mai legato, l'aveva fatto lui
qualche volta ma in quelle posizioni mai.
Cris
allora si stese e sulla schiena e riportò i polsi sopra la testa.
Riky gliela mise in modo da legarglieli insieme, poi il portoghese
alzò le gambe appoggiando i piedi sulle spalle del compagno. Questi
lo guardò scettico.
Gestiva
lo stesso la situazione.
-
Ehi, ribelle, dovresti stare al tuo posto... - Disse divertito.
-
Allora mettimi tu al mio posto. - Insinuò Cris.
Fu
così che Riky lo fece. Gli prese le gambe e gliele alzò quindi gli
prese i polsi legati e li incastrò fra i piedi in modo da legarlo
ulteriormente anche con le caviglie. La posizione perfetta e per di
più decisa da lui.
Soddisfatto
lo guardò. Quella sembrava una scena da film sadomaso e rendendosi
conto di essere quello che domava, si eccitò.
-
Ma guarda il cucciolo! - Esclamò Cris. Riky però si chinò e si
perse nella sua apertura.
Scivolò
con le dita in lui, dopo essersele bagnate. Poi si aiutò con la
lingua, lubrificando altrettanto.
A
Cris piaceva, mano a mano che si insinuava più in profondità,
gemeva sempre più. Si teneva da solo per permettergli un accesso
perfetto, fino a che le dita furono due ed allora il piacere divenne
urgenza.
Urgenza
d'avere altro in sé, di più consistente.
-
Devo sentirti di più... Ti prego Riky... - A Riky bastava poco...
non sapeva giocare troppo a lungo, la sua voce che lo chiamava era
già sufficiente. Decise di scioglierlo.
Gli
tolse le gambe e la fascia.
-
Girati come prima... - Quella posizione lo mandava fuori di testa e
Cris lo sapeva, quindi si rimise a carponi e gli si diede tendendosi
proprio in quella parte di sé che a Riky piaceva tanto.
Questi
partì come da lui previsto e prendendolo per i fianchi scivolò in
lui.
Adorava
quando si metteva così. Aveva un sedere perfetto, le sue linee erano
sensuali e gli bastava guardarlo per eccitarsi. Quando era in quel
modo non sapeva proprio controllarsi, gli veniva su una voglia
incredibile di farlo suo.
E
lo fece.
Lo
prese e lo fece suo.
Affondò
con dolcezza per poi diventare via via sempre più deciso e con un
ritmo che crebbe all'istante, sentendolo lacerarsi all'inizio, si
fece strada con più facilità ed un godimento che raramente provava
a quei livelli.
Cris
gemette coinvolto dal medesimo godimento, anche a lui piaceva essere
preso, era un piacere diverso... sentirlo dentro con tutto sé
stesso, fino in fondo... era qualcosa che non poteva descrivere, ci
si perdeva proprio.
E
lo fecero insieme, in un orgasmo vicendevole e totalizzante.
Un
orgasmo che completò perfettamente la giornata sorprendente avuta.
-
Ti amo... - Sussurrò sfinito sul suo orecchio, crollandogli sulla
schiena. Cris sorrise. Era dolce anche in quei momenti. Anzi,
soprattutto.
-
Ti amo anche io. - Dopo poco Cris si girò e se lo portò sopra. Dopo
qualche minuto d'ansimi, concluse orgoglioso. - Sei stato magnifico,
amore. - Ed era per tutto.