CAPITOLO X:
COME STAI?
Fu un momento
particolarmente felice per tutti. Vedere Gonzalo tornare a segnare a quel modo
come da tantissimo non gli capitava, proprio come un anno prima in quel periodo
succedeva, prima che si facesse male e dovesse stare fermo per mesi perdendo la
sua grandiosa forma fisica, fu una gioia sincera per tutti.
Una tripletta in
una serata era una cosa normale per Cristiano, non per lui. Cioè non a quel
punto della sua vita, dopo la fatica che aveva fatto per tornare in campo come
un tempo.
Però quella sera
dimostrava che ci era riuscito, che aveva vinto ogni lotta personale e che
poteva tornare a ridere e festeggiare insieme ai suoi compagni che sinceramente
contenti per lui, l’attorniarono immediatamente.
I primi furono
quelli con cui era anche più legato. Cristiano e Ricardo.
Sembrava poi
sinceramente un momento d’oro per tutti, Ricardo ritrovava anch’egli la sua
forma e di partita in partita questo era sempre più evidente, mentre Cristiano
non calava di una virgola. Naturalmente il più contento di tutti era José che
da bordo campo esultava doppiamente sia per il goal in sé che per aver ripreso
anche Gonzalo.
Cristiano stesso
era dello stesso identico avviso.
Sì, a livello
calcistico era fantastico ma in ogni caso era sinceramente legato a quelle
persone. A Gonzalo come ad un amico che così puliti e semplici ce n’erano
pochi, mentre a Ricardo… bè, vederlo segnare o fare assist o comunque giocare
sempre più e sempre meglio era una gioia incredibile.
Quando
abbracciato a Gonzalo vide arrivare Riky, dopo il consueto caos euforico dove
con la mano l‘aveva cercato e trovato di proposito, si staccò per lasciare
spazio agli altri che come falchi stavano per arrivare, ma a quel punto fu una
frazione di secondo brevissima.
Da che Cristiano
alzò lo sguardo a che guardò il viso di Ricardo che stava ancora accarezzando,
intercorse un tempo quasi inesistente ma tanto bastò al portoghese per rendersi
conto della fatica sul viso dell’altro ed esitando con la mano sulla guancia,
lo fermò un istante obbligandolo a guardarlo. Lì, con Gonzalo ancora in mezzo a
loro e Mesut e chissà chi altri che arrivavano esultanti.
Ma Cristiano
colse ogni stato fisico del suo compagno e facendosi serio e attento,
fissandolo penetrante dritto negli occhi, mormorò dimenticandosi completamente
del goal del loro amico e di qualunque altro bel motivo di festeggiamento.
- Riky, tutto
bene? Ti senti stanco? - Come se in quel momento fosse più importante quello di
tutto il resto. Un tutto molto ampio.
Gonzalo preso
dalla gioia del momento non lo notò nemmeno, così come gli altri che li
sommersero subito distraendoli ed impedendo di sentire la risposta, ma quando
riuscirono a districarsi, Cristiano non se lo perse e tornando a guardarlo
nello stesso modo, lo prese per il braccio e chiese ancora:
- Mi sembri
stanco, se hai qualcosa che non va chiedi cambio e non sforzarti, hai capito? -
Protettivo oltre ogni limite, specie considerando il tipo che lui era.
Impensierito per
lui, Ricardo si sciolse a quell’attenzione fugace ma profonda e sorridendo
radioso come solo lui riusciva, rispose domando a stento la voglia di
abbracciarlo lì in campo davanti a milioni di persone:
- No, va tutto
bene, tranquillo! -
Cristiano si
rilassò sentendolo e lasciandolo andare lo seguì comunque con lo sguardo
apprensivo.
Non voleva
assolutamente che tornasse a stare male in alcun modo. Non proprio ora che
sembrava andasse invece tutto bene.
È che dopo tutto
quel tempo ad aver assistito ai vari modi in cui le cose perfette potevano
rovinarsi, chiunque stava poi attento ad ogni anche più inesistente dettaglio.
Ma il modo in
cui lo faceva Cris, giorno dopo giorno, aveva addirittura il potere di
ricaricare Riky, protagonista di tutte le sue attenzioni e preoccupazioni!