CAPITOLO XI:
PRIMA DI COMINCIARE
 






 
Perché era un rito, come una specie di incantesimo.
Non garantiva un esito positivo e non è che poi se non potevano farlo ci fossero effettive differenze, però era diverso lo stato d’animo con cui scendevano in campo.
E comunque serviva più a Cris che a Riky il quale ricambiava volentieri, ma per l’altro aveva un’accezione diversa. Era come una carica in più, un’assicurazione per sé stesso.
Quell’incontro sarebbe andato alla grande e non semplicemente bene.
Perché doveva dirlo, tutte le sue partite erano comunque buone, anche quelle in cui la squadra faticava o perdeva, per dire. Però c’erano alcune in cui era eccellente ed erano quando lui entrava in campo con tutt’altro stato d’animo.
Gli era mancato incredibilmente quel piccolo incantesimo l’anno passato, quando Riky era stato tanto fermo. Appena aveva ripreso a giocare dal primo minuto avevano subito ripreso a farlo e si era magicamente sentito più sicuro.
Prima di cominciare l’incontro, quando entravano in campo insieme agli altri in ordine di numero di maglia e loro due erano sempre vicini poiché avevano il sette e l’otto, prima di separarsi per sparpagliarsi nella rispettiva zona di gioco, si prendevano per mano, se la stringevano, si guardavano, si sorridevano e poi erano pronti per cominciare.
Non era necessariamente un preludio ad una grande partita però lo era quasi sempre ad un grande Cristiano.
Ormai non poteva farne a meno e quando capitava che Riky non giocasse dall’inizio o saltasse qualche partita, si trovava addirittura male e doveva fare appello al suo talento di calciatore che non poteva dipendere da un gesto simbolico.
Anche quel giorno, però, aveva potuto farlo e con la consueta scarica elettrica che gli trasmise la sua mano, sorrise radioso assorbendo il suo altrettanto contento e con quella gioia comune che lo portò alle stelle, decise, come ad ogni partita che cominciava con la loro stretta di mano, che gliele avrebbe portate. O per lo meno avrebbe provato.
Dipendenza o meno dal proprio compagno a Cris non importava, quel che contava era poter cominciare bene una partita e non poteva proprio immaginare un altro modo migliore di quello.
Sarebbe andata bene anche quel giorno.
 
José, guardandoli da bordo campo, dalla propria postazione, si batté una mano sulla fronte e con scetticismo che spruzzava da ogni poro, pensò osservandoli:
“Ma è imbarazzante!”
Poiché da Riky uno se l’aspettava un gesto tanto dolce e amichevole, specie perché sorrideva sempre in quel modo radioso qualunque cosa accadesse, ma da Cris, lo spavaldo, sbruffone innamorato di sé stesso fino allo stremo, proprio no. Specie perché poi sorrideva in quel modo adorante mentre si scambiava lo sguardo con lui. Ma potevano essere più svenevoli?
Poi mancavano solo i manifesti ed era fatta, perché che stavano insieme l’avrebbe capito perfino un omofobo cieco e sordo -sì, perché c’era anche da sentire quello che poi si dicevano, oltre che da guardare i loro sguardi adoranti ed i sorrisi sbrilluccicosi che si scambiavano!-
“Ma chi se ne frega, se facendo così giocano bene che si scopino pure in campo, cazzo! Peccato che si divertono a fare Romeo e Giulietta! Porca puttana, possibile che da quando sono qua abbiano giocato insieme così poco, confronto a tutte le partite disputate dalla squadra? Sì, insomma, non sono idiota… quando partono insieme e quel fenomeno portoghese può stringere la mano del suo amato e bearsi del suo romantico sorriso, gioca come se la palla fosse una stella da donare al suo amore supremo! Mi auguro che quest’anno non si infortunino e che possano giocare così sempre, sempre e sempre, cazzo!”
Questo tutto quello che alla fin fine interessava a José Mourinho che tutto vedeva e tutto sapeva!
 
“E potevi immaginare che venisse a darti la mano anche a te? Ma figurati! “
Pensò ridendo come un matto Marcelo correndo veloce al proprio posto in campo. Non si faceva mai sfuggire lo scambio dolcissimo di mani fra i suoi due amici, era meglio di una telenovela americana zuccherosa… quando non se la davano perché Riky non giocava o comunque non da subito, Cris era tutto serio e teso, mentre quando potevano scambiarsi quel gesto quella creatura assurda che per caso era anche il capocannoniere della squadra, diventava una gioia per gli occhi da guardare.
Non che normalmente non lo fosse, ma sicuramente scintillava molto di più quando aveva il suo grande amore al fianco!
“Anche perché non è che se la danno come un augurio di fare una buona partita, cioè destra con destra. Se la danno come due innamorati che si assicurano di essere ancora uno dell’altro… sinistra con destra… in modo proprio da cocchi!”
Marcelo aveva di certo molta fantasia estremamente esagerata, però per quanto amasse usare parole decisamente più grandi del necessario non aveva completamente torto su Cristiano e Ricardo. Anche gli altri più o meno lo pensavano, non allo stesso modo ma all’incirca sì, solo che comunque non ci trovavano niente di male.
Anche perché quando si prendevano per mano Cristiano era al settimo cielo e Cristiano al settimo cielo era quasi una garanzia di vittoria. Non completa ma più o meno…