CAPITOLO XII:
COME ABBRACCIA LUI


 
Non poteva dire che avesse obiettivamente un modo tanto diverso dagli altri di abbracciarlo, cioè tecnicamente parlando, cercando un punto di vista oggettivo.
Quando segnava se lo sentiva addosso quanto gli altri ed alcuni erano anche più esuberanti ed invadenti. Erano tutte cose che gli piacevano, ci godeva in ogni caso, era al centro dell’attenzione e non c’era dubbio che gli piacesse.
Però quando lo faceva Riky era diverso e lo erano a loro volta anche i suoi abbracci, sempre all’interno del campo e di una partita, s’intendeva.
C’erano le volte che segnava grazie ad un suo assist prezioso e allora era Cris che gli saltava addosso sommergendolo, poi c’erano le volte in cui era Ricky a segnare grazie all’altro ed allora lui felicissimo e al colmo della gioia faceva come un bambino che rivedeva il papà dopo mesi di assenza… se lo stritolava indegnamente aggrappandosi a lui come un koala.
Però c’erano le volte in cui era Cris a segnare ma per conto suo e quindi arrivavano gli altri a festeggiarlo e poi poco dopo lui.
Distingueva il suo abbraccio, quell’abbraccio, fra mille; anche se aveva gli occhi chiusi e non capiva nulla per l’esultanza ed il casino del momento.
Ecco, lì si calmava di botto, tratteneva il fiato e tornava per godersi quella stretta particolare di Riky.
Gli gettava le braccia al collo e si attaccava a lui col resto del corpo.
Non si limitava quindi a circondarlo e basta, gli si spalmava sopra.
Tanto per cominciare non erano abbracci da Riky, in ogni caso agli altri non li faceva mai nemmeno preda di felicità stellari da vittorie importanti e cose simili, e poi comunque nemmeno in privato era così. In quei momenti era dolce e tenero ma lì parlava di un abbraccio orgoglioso.
Mentre gli altri erano semplicemente contenti e l’ammazzavano quasi per dimostrarglielo, lui era orgoglioso e non era un sentimento che recepiva da chiunque se non da Riky in quei casi.
Ecco perché quando succedeva che gli arrivava e gli si spalmava addosso con ogni parte di sé possibilmente disponibile in piena partita davanti a miliardi di persone, Cris si sospendeva e se lo godeva più di tutto il resto incidendoselo nella carne.
Era meraviglioso segnare aiutato da lui e lo era altrettanto portarlo in rete, ma era addirittura sublime, per Cris, segnare da solo, perché poi poteva sentirsi sempre immancabilmente quel suo abbraccio pieno e sentito.
Essere preda dell’orgoglio delle persone era poi un conto ma di quello che gli interessava di più in assoluto… bè, non aveva di certo paragoni.
Semplicemente meraviglioso.
Un tale abbraccio la stragrande maggioranza degli esseri viventi certamente se lo sognava e non perché non ci poteva essere qualcuno in grado di farlo nello stesso modo e con lo stesso sentimento, ma perché nessuno poteva avere Ricardo.
No di certo visto che era suo e solo suo.