CAPITOLO III:
RITORNO IN CAMPO
Il suo ego da
primato mondiale se ne era un po’ risentito, in realtà, quando aveva sentito
Ricardo al telefono e gli aveva detto che non riusciva a venire con lui agli
allenamenti perché prima doveva passare dal medico.
Insomma, il suo
pupazzetto preferito che gli rifiutava il privilegio di fargli calpestare il
campo con la sua regale presenza dopo sei mesi di assenza?
Cristiano aveva
graziosamente piantato il broncio con il suo solito fare infantile,
fortunatamente visto da nessuno dato che ne avevano parlato per cellulare, poi
non si era nemmeno lamentato per non rovinargli il glorioso rientro in squadra…
però se l’era presa eccome!
Sicuramente
avrebbe avuto tutti gli occhi e le manacce dei suoi appiccicosi compagni per sé,
doveva fargli una degna guardia… presentarsi insieme in campo d’allenamento
equivaleva a mettergli un marchio grande come la torre Eiffel!
Una specie di
collarino con le scritte al neon che diceva ‘LUI E’ MIO!’.
Però farlo
arrivare da solo invece significava che Cristiano per Ricardo era come tutti
gli altri e non era assolutamente vero!
Però alla fine
non aveva fatto storie ripromettendosi, con un notevole sforzo, di rendergli il
primo allenamento con la squadra più sereno possibile.
E così era
arrivato con una nuvoletta nera sulla testa che prometteva tempesta e l’aveva
fatto per di più qualche minuto dopo.
Messo piede in
campo si era immediatamente rabbuiato vedendo il suo ragazzo fra le zampacce di
tutti gli altri, e nella fattispecie fra quelle di un fin troppo amichevole
capitano e di un allusivo allenatore.
A cosa alludesse
con quell’espressione ironica era impossibile dirlo, ma di sicuro a qualcosa
stava pensando e temeva anche di saperlo!
Dimenticandosi
di gioire nel rivederlo in campo, incupì ulteriormente il suo bel volto nell’osservare
morbosamente tutti dargli pacche amichevoli sulla schiena ed anche sulla zona
troppo bassa della stessa… gli occhi color cioccolata divennero due saette e
nell’esatto istante in cui pensò di dover marchiare assolutamente il suo e solo
suo territorio, un’idea gli balenò pericolosamente nella mente che a volte
sembrava effettivamente malata… e senza rifletterci un secondo di più, prese e
andò da lui spedito, quindi facendosi largo fra i troppi compagni lo salutò con
un sorriso radioso e se l’abbracciò protettivo e possessivo come se il suo
giocattolino preferito fosse appena stato conteso da dei loschi individui!
Ricardo sorpreso
dal suo gesto che normalmente non gli riservava in pubblico, non così senza una
motivazione plateale come l’esultanza per un goal o qualcosa del genere,
ricambiò contento e lo sentì complimentarsi per il suo ritorno agli allenamenti
del club dopo il suo lungo stop.
Fu
effettivamente bello per lui ritrovarsi lì con tutti loro, di nuovo, ed anche
se non aveva ancora legato come coi compagno del suo vecchio club che gli
sarebbe rimasto sempre nel cuore, doveva dire che l’atmosfera da campo gli era
mancata ma soprattutto queste dimostrazione imprevedibili ed insolite del suo
ormai ragazzo.
Certo
normalmente non era così tanto sfacciato, ma probabilmente non era stato capace
di contenersi, troppo contento anch’egli di riaverlo lì!
Con beata
ingenuità si notò la sua più totale onestà in quell’abbraccio, tutta l’opposto
della malizia di Cristiano che nello stringere Ricardo aveva fulminato con
saette e lampi accesi tutti quelli nei dintorni. Il sorriso accattivante non
ebbe bisogno di traduzioni e sia Iker che José, i due che meglio sapevano della
loro situazione, si scambiarono uno sguardo eloquente scuotendo le teste.
- Sì, sì… non te
lo ruba nessuno! Ora mollalo che magari ha voglia di prepararsi come si deve! -
Li interruppe il mister in un misto fra il seccato ed il divertito.
Cristiano si
separò e lo guardo piegando ulteriormente un angolo della sua bocca ridente e
soddisfatta. Ancora una volta non servì alcuna comunicazione verbale, tanto era
chiaro il suo sguardo ed il suo gesto!
“Tanto
bravo con una palla al piede, tanto idiota quando è innamorato! Mai vista una
cosa simile!”
Pensò José non
avendo la minima idea di QUANTO effettivamente lo potesse essere dal momento
che per aiutare in campo il suo cucciolotto adorato sarebbe presto finito per
non segnare col suo solito piglio spedito ed esagerato!