CAPITOLO V:
DIFESA
 

 
 
Quando vide Cristiano circondarsi da un considerevole numero di giocatori avversari, Ricardo capì immediatamente che sarebbe finita male.
Il temperamento presuntuoso e sbruffone del suo compagno non era un segreto di Stato, chiunque lo conosceva e sapevano perfettamente che bastava uno sguardo storto od una parola poco carina e lui cadeva come una pera nella rete del rivale finendo per perdere la testa.
Non alzava mai le mani, non arrivava a tanto, però se veniva provocato lui rispondeva a tono e non andava per il sottile.
Sapendo come sarebbe potuta finire, il brasiliano si fiondò subito dal ragazzo che con il mento alzato sfidava a ripetere chissà cosa gli avessero osato dire. Gli altri naturalmente stavano provvedendo con tanto di avvicinamenti sospetti.
Ricardo pronto e attento si prese il compagno per un braccio tirandolo via dal nugolo di giocatori avversari che invece avanzavano continuando a cercare il litigio, così vedendo che non smettevano di prendersi a parole e che cercavano anche di prendersi a calci, si mise proprio davanti fra lui e loro continuando a dividerli per evitare che degenerassero, visto com’erano lanciati.
A quel punto, visto che continuavano, Riky pregò mentalmente che Cris si calmasse al suo tocco magico e che si placasse seppur fosse in modalità ‘spacco tutto’, ma notò che gli spintoni non cessavano nemmeno per sbaglio.
Aveva voglia di dire ‘basta’ e ‘di farla finita‘, quelli sembravano convinti che la loro missione fosse procurarsi un bel livido in faccia per far espellere Cristiano.
Fu quando dal bordo campo si vide che i rivali cominciavano a toccare poco gentilmente anche Ricardo per poter arrivare al portoghese dietro di lui, che il mister alzati gli occhi al cielo imprecò pesantemente pensando che ora sarebbe di certo scoppiata la terza guerra mondiale.
Prendersela con Cristiano era una cosa, ma farci andare di mezzo il suo ragazzo era un autentico suicidio… fortunatamente anche altri compagni ebbero lo stesso pensiero e appena videro Ricardo mettersi in mezzo, si fiondarono ad aiutarlo e a mettere fine a tutto. 
Provvidenziali, visto quanto Cris si era surriscaldato al solo vedere le manacce di quei tipi sul suo Riky per arrivare a lui.
Fortunatamente il litigio fu sedato abbastanza in fretta ed il brasiliano ebbe l’esclusiva su Cristiano che se lo portò definitivamente via con fare protettivo.
José allora scosse il capo allo stesso modo di Iker, entrambi ridacchiando consapevoli che quel teatrino involontario era un ulteriore modo di dimostrare ciò che palesemente provavano l’uno per l’altro.
Certo, perché che Ricardo si intromettesse in una rissa -o qualcosa che lo sarebbe facilmente potuto diventare- era impensabile se non per placare il suo compagno e preservarlo dal cartellino rosso.
Suo compagno sia in squadra che fuori!
“Possono mettere i manifesti, dato che ci sono!”
Pensò ironico l’allenatore suo malgrado divertito.
Come se dall’espressione furente di Cristiano non si capisse il pensiero cristallino del tipo ‘toccalo o ti ammazzo!’
Decisamente uno spettacolo vederli, sia in gioco che fuori.
- Guarda che è pericoloso! - Asserì severo Cris a Riky.
- Fermarti? - Chiese l’altro ironico.
- No, metterti in mezzo! - Rispose infervorato, sembrava davvero arrabbiato ma Riky pareva più tranquillo e sereno che mai.
- Qualcuno deve pur fermarti, no? Altrimenti chissà cosa combini, poi… - E aveva ragione, ma la preoccupazione di Cris era altrettanto fondata, dopo tutto…
- Sì ma lascia che se ne occupi qualcun altro! In questi casi finisce sempre che quello che si intromette finisce male! - Non che fosse proprio una legge naturale, ma era possibile succedesse e a questo ragionamento Riky rise battendogli la spalla:
- Così va bene se si fa male qualcun altro? - Cris si rese perfettamente conto di ciò che aveva detto ed essendo che l’aveva sparata più che intenzionalmente, fermamente convinto di ciò, lo ripeté senza il minimo problema ricambiando il suo sguardo divertito con uno serio:
- Certo! Gli altri non sono mica te! - Al che il compagno ebbe voglia di cominciare un sermone sul non lasciare intenzionalmente agli altri i propri guai, ma il gioco che riprendeva salvò in corner il portoghese non proprio la persona ideale per sorbirsi certe prediche.
Tanto con lui erano sprecate, ragionava in quel modo più che consapevole che non andava bene, ma le sue priorità ormai le conosceva tutto il mondo.
Come la pubblicità della Brail… toccatemi tutto ma non… LUI!