CAPITOLO VI:
I CAPELLI
/Let your body decide - The Ark/
Non aveva la
minima idea di che cosa avessero i suoi capelli di tanto speciale, ma aveva
sempre quel maledetto ed indomabile impulso di toccarglieli… ed il più delle
volte non rimaneva solo un impulso ma si traduceva in fatto.
Era fortunato
che i capelli in questione fossero attaccati alla magnifica testa di Ricardo,
altrimenti sarebbe stata dura giustificare ogni volta tutte quelle carezze dove
le dita si immergevano fra le ciocche scure spettinandogliele. Uno qualunque l’avrebbe
subito guardato male e magari gli avrebbe pure dato una testata!
Non che l’essere
rifiutato da qualcuno fosse nel suo libro delle preoccupazioni dal momento che
era convinto che il genere umano, sia maschile che femminile, non potesse
rifiutarlo comunque, però doveva ammettere che una mania simile non era
normale.
Poteva passare
una volta, ma lì era davvero troppo dal momento che finiva per toccarglieli
quasi ogni giorno… e per di più in pieno allenamento, mica in privato dove
nessuno poteva vederli.
Spiega tu che la
mano finiva sempre fra i capelli del compagno perché ha vita propria e non sa
farne a meno!
Chi gli avrebbe
mai creduto?
Cris sospirò
insofferente, cercare di trattenersi era pura tortura, tanto più che non capiva
proprio perché dovesse. Insomma, gli piacevano i suoi capelli, gli piaceva
accarezzarli, prenderli fra le dita, alzarli sulla nuca e lasciarli ricadere
scomposti. Erano morbidi e sottili, non ci metteva mai gel quindi erano naturali e la cosa migliore era che Riky, ogni santa
volta, si lasciava sempre fare. Non solo non lo guardava in modo strano, ma si
comportava come se fosse normale e sapeva che non lo era, o meglio con un
angolino piccolo piccolo del suo cervello considerava l‘idea che non tutti
carezzavano i capelli dei loro amici, però a guardare la reazione del suo, di
amico, sembrava che fosse ogni volta tutto a posto.
A quel punto
perché diavolo trattenersi e diventare matto, insofferente, nevrotico ed
isterico se poteva semplicemente farlo?
Così alla
domanda del secolo rispose ancora una volta mandandosi mentalmente al diavolo e
alzato il braccio immerse la mano fra le ciocche ondulate di Riky, le alzò
portandole con sé fino alla sommità del capo e poi le lasciò ricadere giù come
meglio volevano, rimanendo vaporosi e posizionandosi sempre e comunque
divinamente.
Seguì ogni filo
sottile e corto con gli occhi e da così vicino poté quasi sentire il profumo.
Erano ancora asciutti visto che non avevano cominciato gli allenamenti.
Nel farlo si
ritrovò a respirare come se gli avessero iniettato una flebo di morfina e
rilassato più che mai mostrò un’aria quasi beata, seppure col suo solito lampo
malizioso nello sguardo furbo.
Riky alzò la
testa come se accompagnasse la mano del compagno e senza nemmeno guardarlo fece
di nuovo come niente fosse facendo apparire il gesto come la cosa più normale
di quel mondo.
Cris si chiese
per un momento se dopotutto non gli piacesse e si rispose che anche se così non
fosse stato non si sarebbe comunque ribellato per gentilezza.
Ad ogni modo,
concluse, per qualunque motivo fosse così docile fra le sue mani non poteva che
esserne contento, l’importante era riuscire a rilassarsi prima di ammazzare
qualcuno e Riky era il suo antistress prediletto, ormai.
Non ci avrebbe
mai rinunciato, né a lui né ai suoi capelli!