NOTE: questa fic è pronta da una
settimana ma rimandavo sempre di correggerla. Si riferisce alla sera
in cui Cris è stato ferito all'occhio da una brutta gomitata di uno
del Levante. E' dunque vero che in quella partita c'è stato questo
brutto fallo su Cris, Cris ha sanguinato sull'occhio che sui è
gonfiato, lui ha giocato tutto il primo tempo lo stesso ed ha
segnato, poi nell'intervallo è stato portato in ospedale perchè non
vedeva bene, aveva vertigini e mal di testa. La diagnosi è stata
'trauma cranio-facciale oculare' doveva restare 72 ore in
osservazione ma lui il giorno dopo era in ritiro col Portogallo. I
punti sulla palpebra sono stati 5! Si dice che quella sera erano
presenti anche alcuni del Levante, in ospedale, accorsi dopo la
partita a vedere come stava Cris e che Pepe ci abbia litigato di
brutto, ma non sono voci certe quindi non ho inserito niente di tutto
ciò nella fic e l'ho fatta a modo mio, ovviamente. Una cosa è
certa, quello era un fallo da rosso e non è stato dato (di nuovo)
nemmeno un rosso. Che schifo. Comunque Cris è superiore ed ha
segnato! Buona lettura. Baci Akane
PROTEZIONE
Cominciò a tremare subito.
Era una cosa che gli succedeva ogni
volta che capitava qualcosa a Cris o che lo trattavano ingiustamente.
Ora erano entrambe.
Riky dal bordo del campo, appena vide
Cris a terra con la faccia premuta sull'erba, sotto la pioggia, si
alzò subito di scatto. Cominciò a tremare.
Era come una sorta di indignazione
profonda, una voglia di sbaragliare il mondo facendo fuoco e fiamme.
Non era nel suo stile però la voglia era quella, quasi da non
controllarsi.
Il desiderio di correre da lui e la
voglia di cavarsi un occhio per darglielo nel vederlo così
sanguinante.
Si mise la mano sulla bocca e rimase a
guardarlo sotto la pioggia consapevole che non poteva entrare.
Voleva, voleva assolutamente.
Il cuore era impazzito ed il respiro
irregolare, come se avesse corso i cento metri in un secondo.
Lo vedeva sanguinare dal sopracciglio e
dall'occhio sinistro e ricoprirsi il viso di rosso nonostante la
pioggia copiosa che scendeva. Vedeva i medici soccorrerlo e qualcosa
stonava in tutto quello.
Qualcosa.
Stonava che non fischiavano.
L'arbitro non aveva dato fallo, si era
fermato l'incontro perchè Cris non si era rialzato ma non voleva
dare fallo.
José, quando lo capì, cominciò a
diventare matto. Lui perdeva la testa e tutti nel vederlo pensarono
che si sarebbe fatto buttare fuori. Quando capirono che non avrebbe
dato nemmeno un giallo per un fallo che era da rosso poiché
l'avversario del Levante era entrato col gomito aggressivamente e per
falli simili era spesso dato il rosso, tutti gridarono e ci fu
l'apoteosi mentre Riky rimase sì indignato e tremante, rabbioso sin
nell'anima, ma fermo fisso in Cris ancora seduto.
L'occhio medicato aveva una piccola
garza quadrata sulla palpebra che si gonfiava sempre più. Si cambiò
la maglia sporca di sangue e non era davvero lontano. Non lo era.
Non poteva avvicinarsi ed abbracciarlo
ma poteva vederlo bene.
Cristiano stava piangendo ed era
piuttosto certo che non era per il dolore, seppure sicuramente gli
stava certamente facendo male. Era per il nervoso.
Non avevano dato nemmeno un fallo od un
giallo... e la cosa era simile a quella successa qualche settimana
fa. Una brutta ferita sul suo ginocchio che gli aveva procurato uno
squarcio davvero notevole e profondo, nemmeno all'ora un giallo.
Era una cosa che stava diventando
frequente.
Non poteva andare bene.
Non poteva.
Se fossero stati altri giocatori
sarebbe scoppiato il finimondo... proprio pochi giorni prima era
stato dato un rosso e due giornate di squalifica ad Ibrahimovic per
un calcio in petto accidentale.
E ora per una gomitata del genere
nemmeno un giallo.
Come le volte precedenti.
Non potevano fargli così male e
lasciare impuniti gli altri. Era giusto pagassero ma soprattutto era
inconcepibile che si accanissero tanto con Cris, sia giocatori che
arbitri.
Perchè era così?
Dio, non riusciva a capire.
Era una brava persona, non aveva fatto
niente di davvero osceno, brutto, cattivo... non aveva insultato od
offeso nessuno, aveva anche un gioco molto pulito, non faceva più
scandali di alcun tipo ed anche quando in passato ne aveva fatti
erano sempre riguardati la sua vita privata.
Perchè così?
Perchè così con lui?
Riky si sincronizzò per un istante con
le sue lacrime che vedeva troppo bene e scosse il capo con gli occhi
che gli bruciavano nell'assorbire da lontano il suo nervoso e la sua
delusione.
Come poteva essere?
Come?
Voleva solo andare da lui e stringerlo
e gridare a tutti di lasciarlo in pace, che era una persona come
loro, un ragazzo normale che faceva il suo lavoro, che non dovevano
essere invidiosi e ammazzarlo per forza!
Non aveva fatto niente di male, niente!
Lo vide poi rialzarsi e riprendere il
gioco. Non era arrabbiato, era deluso. Era innegabilmente deluso.
E con quello stato d'animo ed un occhio
sempre più gonfio e chiuso, giocò e segnò dando una grande lezione
a tutti quelli che continuavano a criticarlo.
Cris aveva fatto tutto il primo tempo
in quelle condizioni ed aveva segnato.
Riky era rimasto in panchina a
guardarlo e fremere con una voglia immane di entrare ed aiutarlo e
cancellare in qualche modo ogni cosa.
All'intervallo Cris uscì veloce con
una camminata che sapeva di amarezza.
Quando arrivò negli spogliatoi il
primo che cercò fu lui.
Nemmeno si guardò intorno, nemmeno
prese un asciugamano, nemmeno si coprì.
Si fregò altamente di tutti.
Si rifugiò fra le sue braccia
infilando le sue fra i fianchi e poi aggrappandosi alla schiena,
nascose il viso contro il suo collo e lì rimase con gli occhi chiusi
e la voglia di annullarsi e sparire, non essere più nessuno.
Non riusciva a capire nemmeno lui tutto
quell'accanimento. Volta dopo volta erano sempre peggio nei suoi
confronti, ora avevano toccato il fondo e non capiva davvero cosa
faceva che non andava.
Lavorava seriamente, molto più
seriamente di molti altri. Ed otteneva grandi risultati. Onorava il
posto, la maglia ed i premi che vinceva. Non si lamentava mai. Era
corretto in tutti i modi.
E veniva abbattuto e ripagato in quei
modi.
Perchè?
Cris era stanco, demoralizzato,
nervoso, deluso e di nuovo la voglia di piangere.
Solo le braccia intorno di Riky e le
mani fra i suoi capelli strafondi, l'aiutarono un po'. Solo lui. Solo
e sempre lui.
E la voce un sussurro nell'orecchio.
- Non tornare in campo, amore... non
puoi giocare così... - Riky l'aveva sempre incoraggiato, aveva
sempre sostenuto il coraggio di Cris e la sua testardaggine. Quella
di andare avanti a tutti i costi.
Ma questa volta era troppo.
Aveva anche paura che potessero
arrivare a dargli un'altra gomitata sullo stesso occhio per fargli
più male.
Vedeva la cattiveria in tutto quello e
non poteva sopportarlo.
Cris fu come se gli tagliassero i fili.
Strinse la presa delle braccia e rimase senza respirare per un po'.
Solo così.
Poi annuì.
- Non ce la faccio. - Gli faceva
davvero molto male, gli pulsava tutto l'occhio che ormai era davvero
gonfio e chiuso, aveva un male alla testa atroce e addirittura le
vertigini.. Ma non era davvero quello che non gliela faceva fare.
Era il nervoso e la voglia di piangere.
Perchè doveva essere così?
Non era solo un gioco?
Non doveva essere qualcosa di bello,
piacevole e leggero?
Perchè essere insultato come era
accaduto altre volte con cori su 'Cristiano frocio e figlio di
puttana'? Perchè doveva ricevere in continuazione falli così duri e
brutti e gratuiti che lo facevano addirittura sanguinare?
Perchè dovevano essere così
maledettamente contro di lui?
Non lo tutelavano in alcun modo, gli
arbitri. Lui poteva anche venire ammazzato, chi se ne importava? Mai
gialli, mai punizioni. Se era per Cris andava bene così, magari
peggio!
E veniva ancora additato come arrogante
e pieno di sé. Come quello capriccioso. Come quello triste per uno
stipendio inferiore ad altri.
Certo, puntare dita senza sapere la
verità era facile. Non gli era mai importato niente di questo, si
era abituato a tutto, aveva deciso di fare liberamente come voleva
senza guardarsi indietro ma ora... a volte... solo a volte... gli
veniva difficile.
Trovò confortevole il rifugio delle
braccia del suo compagno e decise che non l'avrebbe lasciato e che
per una volta avrebbero fatto tutti a meno di lui.
Per una maledetta volta.
Il mister arrivò e guardò i due
ragazzi abbracciati, quindi chiese con uno sguardo eloquente a Riky
come andasse e questo scosse il capo in un silenzioso 'non può
rientrare'.
Non servì altro, nemmeno un controllo.
Se Riky diceva che non ce la poteva
fare, non ce la faceva.
Chiamò il suo sostituto dicendogli di
scaldarsi che sarebbe entrato al posto di Cris.
Aveva sostituiti per tutti.
Riky lo era di Ozil e viceversa.
Higuain e Benzema erano a loro volta i rispettivi sostituti
vicendevoli. Al loro posto poteva giocare Callejon che poteva anche
fare talvolta al posto di Di Maria. Xabi veniva sostituito da
Modric... tutti avevano dei sostituiti pronti.
Cristiano no.
Cristiano non aveva mai avuto un
sostituto, mai.
Era capitato non giocasse e non lo
convocasse per partite di minore importanza, ma quello significava
fare un'altra formazione.
Sostituire Cristiano non era possibile
veramente.
Non era sostituibile.
I due si appartarono negli spogliatoi
con gli altri compagni intorno che parlavano indignati dell'accaduto,
tutti dalla sua parte.
Quando trovarono un po' di intimità,
Riky gli prese la mano e gliela tenne stretta, poi con l'altra gli
girò il viso verso di lui per guardargli bene l'occhio alla luce. Lo
fece con delicatezza.
- Amore, è davvero tanto gonfio... -
Mormorò preoccupato col cuore di nuovo impazzito.
Cris lo guardò spaesato, in effetti
gli faceva molto male ed ormai la palpebra era tutta chiusa.
- Guardati tu stesso, dovresti andare
in ospedale... - Sulle prime aveva rifiutato per giocare la partita
ma quando Riky si alzò dalla panca per andare al lavandino e
convincerlo a guardarsi allo specchio, Cris si alzò e lo seguì.
Fu allora che qualcosa di imprevisto
accadde e mentre tutti erano impegnati in altro modo intorno a lui,
allungò la mano verso la schiena del suo compagno.
Lo sfiorò solo, non gli uscì la voce.
Le forze gli mancarono in modo totale per un istante, un solo
istante. Quello necessario per cadere giù senza riuscire a chiamare
aiuto.
Riky si voltò come sentisse qualcosa
anche se così non era stato e quando lo vide pallido e barcollante,
si precipitò veloce verso di lui e lo prese per le braccia
raddrizzandolo.
Fu tutto molto istantaneo.
Se lo strinse a sé protettivo e quasi
possessivo, per un momento non ci fu dolcezza in quel gesto ma solo
un sonoro spavento crescente ed il nulla.
Lo tenne contro di sé e Cris
lentamente tornò dopo il mancamento. Quando gli mise le mani ai
fianchi, Riky se lo scostò e prendendogli il viso parlò agitato.
Tremava tanto lui quanto la sua voce,
sembrava fosse quello che stava male.
- Cris, cosa ti succede? - Si
fermarono. In realtà non tutti, quelli più attenti alla sua voce.
Iker, Sergio, Callejon, Fabio, Pepe. Ma sopra tutti si fece strada
immediato José e si insinuò fra i due, lo prese per il braccio e lo
scostò per poterlo guardare in viso, gli ci volle poco.
- Hai vertigini! - Non era una domanda
ma una perfetta affermazione!
Annuì colpevole e Riky sbiancò a sua
volta mentre José lo lasciava per andare fuori come un caccia a
chiamare furibondo un medico, dando successivamente l'ordine di
portare Cristiano all'ospedale per gli accertamenti.
Riky, rimasto con lui, per un attimo si
sentì mancare a sua volta e Cris capendo perfettamente al volo il
suo stato d'animo che era come sempre chiaro ed evidente, sorrise
divertito.
Cioè riuscì anche a sorridere
divertito della sua reazione!
- Cosa c'è di divertente? - Chiese
iper agitato Riky.
- Sei il solito ipocondriaco! - Rispose
ridacchiando, aveva vertigini ma stava meglio perchè c'era lui lì e
non intendeva mollarlo.
- Ma io sono preoccupato e tu ridi? -
La voce sottile ed acuta fece ridere ancora di più Cris che nascose
il viso contro la sua spalla. Riky lo tenne a sé e l'abbracciò
rasserenato di sentirlo così.
Stava male ma si stava sforzando di
tirarsi su e non fargli capire quanto male stesse.
- Tanto lo so che stai male, scemo! -
Mormorò all'orecchio prima di baciarglielo.
Il fischio di Sergio indicò loro di
staccarsi e lo fecero in tempo, appena prima dell'arrivo dell'equipe
medica che in breve circondò Cristiano e guardandolo e
controllandolo velocemente, predispose tutto per portarlo in ospedale
per i controlli.
La gomitata era stata davvero forte per
farlo sanguinare a quel modo ed ora l'occhio era del tutto chiuso.
Riky lo guardò pallido e preoccupato
mentre veniva portato via e rigido come un cadavere rimase in parte
anche quando furono tutti richiamati a rientrare in campo.
A chiamarlo venne Iker che
circondandolo dolcemente con un braccio lo strinse a sé
infondendogli la sua calma e sicurezza.
- Dai, starà bene, in ospedale è
meglio che qua di sicuro! - Riky si riscosse e guardandolo con un
timido sorriso lo ringraziò. - Il mister ha detto che poi ti mette
in campo ma solo se ti riprendi e ti svegli! - Risero immaginando il
modo con cui doveva averlo detto, da perfetto stronzo. Ma rimasero
per una volta piacevolmente colpiti da lui... lo faceva per distrarlo
dalla preoccupazione di Cris. O per lo meno loro, positivi ed
ottimisti che erano, vollero vederla così.
Ultimamente José e Riky avevano anche
ripreso a parlarsi e scherzare insieme, cosa che davvero non facevano
da mesi.
Appena la partita fu conclusa, mentre
tutti erano ormai pronti per il pullman, José con le mani nelle
tasche andò da Riky e con aria seria e quasi parlando fra i denti
come se si estirpasse una carie, disse:
- Vado in ospedale da Cris, se vuoi
venire... - Ma che domande idiote!
Riky si illuminò istantaneamente come
non mai e con un sorrisone largo di gratitudine annuì:
- Volentieri, grazie! -
José si avviò scuotendo la testa,
pensando che era svenevole. Poi però fece un piccolo sorrisetto
nascosto. Era divertente.
In macchina i due rimasero in silenzio
per la maggior parte.
Avevano ripreso a parlare serenamente
ed anche a scherzare insieme ma non ai livelli di prima. José a
volte faceva lo stronzo e Riky tornava a chiudersi, altre invece si
rendeva conto dell'assurdità dei propri atteggiamenti e cercava di
rimediare alla sua maniera, senza ammettere effettivamente gli
errori.
Questo consisteva nel metterlo venti
minuti a partita invece che settanta e nel farlo giocare titolare
solo nelle partite di minore importanza, ma con la fascia da
capitano... insomma, erano i suoi modi per dirgli che a volte se ne
pentiva ma che non poteva dimostrarlo apertamente.
Poi bastava si svegliasse male con un
callo malformato al mignolo e tornava a maltrattarlo.
Ormai avevano capito come funzionava.
In quel momento però erano due persone
preoccupate per Cris e decisero di lasciar perdere tutto. Il primo ad
andargli incontro e parlare fu proprio Riky, naturalmente.
- Speriamo che non sia niente... - Era
comunque in pensiero per lui ma giocare l'aveva distratto e quindi
calmato.
- Ma certo, cosa vuoi che sia? Quello è
una lagna! - Sapeva che faceva così per sdrammatizzare e lo faceva
con atteggiamenti antipatici.
Riky accennò ad un sorriso sia pure
sotto sforzo. Era sempre concentrato su Cris e sul suo occhio.
- Grazie per avermi distratto facendomi
giocare. - Il sottinteso era che altrimenti non l'avrebbe mai messo e
ne era consapevole. A José non piacque perchè non voleva essere
scontato, lui spesso agiva al contrario di ciò che si aspettavano
gli altri apposta per contraddirli... magari non aveva altri motivi!
- Ti ho fatto giocare perchè servivi!
Eri fresco e necessitavi in campo! - Riky sorrise con più dolcezza.
Non avrebbe più fatto la parte amichevole come gli anni precedenti
aveva fatto. Ormai la sua posizione era quella e piuttosto si sarebbe
spezzato ma non piegato.
Gli andò comunque bene così.
- A volte è davvero difficile... siamo
giocatori ricchi e famosi e per cosa dovremmo essere in difficoltà?
Abbiamo tutto, no? Eppure a volte viene voglia di mollare tutto e
sparire dalla faccia della Terra, nascondersi in montagna dove
nessuno ci conosce e vivere un'esistenza normale... senza certe
discriminazioni assurde. Capisco che i veri problemi sono altri, ma a
volte è difficile e basta e lo è in un modo che altri non possono
capire, solo quelli che passano la stessa cosa... non è facile da
spiegare... - José però aveva capito bene e guardando fuori dal
finestrino si allacciò a lui. Erano discorsi che potevano fare solo
fra di loro, solo in quel modo, solo da soli. Nessuno li ascoltava,
il vetro separava l'autista che avevano chiamato per trasportarli ed
erano praticamente solo loro.
Per questo risultarono più rilassati.
Poterono mettere tutto da parte per
Cris.
- E' una discriminazione come le altre
solo che viene sottovalutata perchè in pochi la subiscono ed in
pochi la capiscono, allora non viene considerata. Però è
un'ingiustizia ed è anche una merda! Però sono tutte parole gettate
al vento. -
Riky lo guardava e con calma mormorò
perdendosi nei suoi lineamenti decisi e selvatici, accigliati come
sempre.
- Tu però li combatti sempre... - José
si strinse nelle spalle e finalmente spostò lo sguardo su quello di
Riky. Era morbido ed era uno sguardo che a lungo andare mancava. A
lui gli era mancato ma non l'avrebbe mai ammesso nemmeno sotto
tortura.
- Io non smetterò mai! - Il piccolo
sorriso che fece riscaldò José che si sentì il solito idiota, per
questo borbottò qualcosa fra i denti e tornò a guardare fuori.
Si poteva dire di tutto ma non che non
fosse importante Cris, per lui. Per questo Riky poteva concedergli
una tregua. Perchè avevano lui in comune.
Poteva essere stronzo ed ingiusto con
tutti ma non con lui. Con lui mai.
Quando scesero dall'auto José andò a
parlare con il medico per sapere i risultati e Riky ne approfittò
per andare da Cris.
Naturalmente aveva una camera per conto
suo e le infermiere facevano a gara a chi lo serviva di più tutte
emozionate. Sicuramente aveva già fatto un sacco di autografi e
foto.
Riky sorrise immaginandolo
perfettamente a suo agio mentre si tirava su il morale con la gente
che lo corteggiava. Si fermò sulla porta prima di entrare a sentire
le voci del medico e del mister parlare.
Trauma cranio-facciale, con una
ferita sulla palpebra superiore sinistra, e compromissione oculare.
Li
sentì parlare delle sue vertigini e dei problemi di vista e per un
istante fu sbalzato a qualche ora prima, quando l'aveva preso per un
pelo prima che cadesse. Era strano vederlo che stava male, era come
se non potesse succedergli niente. Sembrava sempre forte e faceva
impressione quando invece si dimostrava umano. O forse era lui troppo
apprensivo.
L'ennesima infermeria uscì e nel
riconoscerlo trattenne il fiato, sicuramente sarebbe corsa ad
avvertire le altre colleghe e Riky sorrise di circostanza. Cris lo
notò e lo chiamò con una fragorosa risata.
Bè, sembrava stare bene.
- Dai entra e chiudi prima che
tornino! -
Riky arrossì ed entrò eseguendo
i suoi ordini. La medicazione era come prima ma l'occhio sembrava un
pochino meno gonfio o forse così sembrava a lui.
Rimase fermo in piedi davanti al
letto su cui era comodamente seduto, le gambe stese ed incrociate, la
schiena appoggiata alla spalliera, col cuscino alzato. Perfettamente
vestito con la divisa.
- Cosa pensi di fare scusa? - Lo
vedeva pronto per uscire e sapeva che aveva il borsone per andare in
Nazionale. Il Portogallo si riuniva subito, già dal giorno dopo ed
il programma di Cris era di andarci subito dopo la partita, al posto
di tornare a Madrid.
- Come cosa? Ho l'aereo per la
Nazionale!b - Riky strinse le labbra contrariato e si sedette nel
letto con le braccia incrociate e l'aria impettita. Era tenero invece
che severo ma Cris non glielo disse, gli lasciò l'illusione!
- E' escluso che tu stanotte possa
muoverti! Come minimo hai un paio d'ore da restare in osservazione! -
- Sì e ti dico io come mi
osservano! Spogliandomi con gli occhi! Dai, non sto qua a perdere
tempo! Ho preso una botta... certo, era forte, mi hanno messo cinque
punti... -
- COSA?! 5?! - Esclamò ad alta
voce Riky. Cris si premette la mano sulla faccia indeciso se ridere o
piangere. Ora come lo lasciava andare?
- Sì, 5... - Rispose dubbioso.
- E ti hanno detto che puoi andare
in nazionale? - Cris avrebbe tanto voluto mentirgli ma a lui non ci
riusciva, era snervante in effetti...
- No... - Disse arrendevole. Riky
alzò il dito indice davanti al suo viso in piena fase di rimprovero,
tutto sostenuto:
- Cris, se ti muovi da qua non ti
parlo più! Mi hai fatto venire un colpo stasera! Prima in campo che
non ti rialzavi... e quando l'hai fatto avevi tutta la faccia piena
di sangue! Stavo per morire! Volevo solo venire lì dove eri tu e non
potevo e... e poi negli spogliatoi... che dici che non ce la fai! Tu
che dici che non ce la fai?! Ma quando mai? E poi stai per svenire...
insomma, mi... mi hai fatto... - La voce gli tremò e gli mancarono
le parole, si emozionò di nuovo al parlarne e Cris si intenerì
prendendogli il viso in una mano per attirarlo a sé. Lo attirò e
l'abbracciò affondando la mano sulla nuca, fra i capelli umidi.
- Hai giocato? - Chiese senza
staccarselo di dosso, come se fosse una cosa logica da chiedere a
quel punto. Riky sospirò ed annuì più calmo...
- Hai segnato tu? - Scontato che
qualcuno l'avesse fatto.
Riky scosse il capo.
- E' stato Morata! -
- Ah, il primo goal! - Cris
riusciva a distrarsi anche troppo facilmente, prendeva tutto sotto
gamba ed aveva una capacità di ripresa fuori dal comune, sentendolo
così anche Riky si riprese e si separò per guardarlo in viso ma
rimase fra le sue braccia. Le mani sul petto a spingerlo appena.
- Sei un incosciente. Ti interessi
a tutto il mondo e ti trascuri! - Lo rimproverò risentito. Cris
sorrise con la voglia di mangiarselo. Ora sì che stava bene.
- Amore, se continui così non mi
serve nemmeno la morfina per il dolore! - Riky sgranò gli occhi
ancor più preoccupato.
- Cosa?! Hai così male? Ma non
puoi prendere morfina! - Cris rise e gli baciò le labbra. Lo adorava
in ogni salsa ma quando si agitava tanto per lui voleva mangiarselo.
- Non la prendo, era per dire...
mi stai curando meglio di questi medici! - Riky capì e si rilassò.
- Oh... - Ed arrossì pure. Cris
non resisteva quando faceva così.
Lo baciò ancora con impeto ma
sempre a stampo.
- Ascolta – un altro bacio –
ma allora – un bacio – non posso partire? -
Riky annuì.
- Nemmeno per idea! Tanto non
potrai giocare la prima partita, è sicuro... cosa vai a fare? - Riky
lo sapeva ma cercava di convincerlo a restare tranquillo.
Cris lo baciò ancora come prima,
lo amava troppo, lo faceva rinascere ogni volta, sbaragliava via
tutto il nervoso ed il brutto con la sua sola presenza.
- Mi diverto! - un bacio – Dai,
sono il capitano. - Bacio. - Lo sai che mi piace. - Un altro bacio
più lungo. Riky si ritirò per rispondere.
- Sì lo so però hai bisogno di
stare qua, i medici dicono... - Cris gli tappò la bocca con un bacio
un po' più approfondito, si fece largo col labbro inferiore fra le
sue e Riky lo lasciò fare. Però lo respinse per continuare. - che
devi restare in osservazione... - Cris tornò alle sue labbra e Riky
cominciò a ridacchiare. - Hai preso una brutta botta eh? -
Imbronciato al riferimento della sua sofferenza. Odiava quando gli
facevano male, era una cosa che non sopportava.
Cris allora smise di baciarlo e si
fermò tenendogli ancora il viso fra le mani, lo contemplò da vicino
e gli strofinò il naso col suo.
- Ti vedevo a bordo campo
preoccupato per me... mi dispiace... - Riky si rabbuiò.
- Ed io ti ho visto piangere...
stavi così male o era il nervoso? - Cris si fece serio a sua volta e
strinse le labbra arrendevole.
- Delusione. Tanto. E dolore. Sai,
una botta simile all'occhio ti fa piangere di riflesso... - Riky
annuì, lo sapeva.
- Odio quando ti trattano così...
entrano di pura cattiveria, quasi con la netta intenzione di farti
quanto più male possono... e gli arbitri non ti tutelano... non
hanno ammonito nemmeno... io queste cose non le sopporto! Perchè
devono discriminarti così solo perchè pensano tu sia arrogante e
che abbia un brutto carattere? Dove lo vedono? Cosa hai fatto per
esserlo? Dici quello che pensi e spesso non è quello che vogliono
sentirsi dire, e allora? Sei onesto! Invece di apprezzarlo ti
biasimano! Ma non hai fatto cose obiettivamente brutte! Lavori sodo e
seriamente, sei corretto e... ed invece ogni occasione è buona
per... - La voce si incrinò ancora, solo per lui si indignava tanto,
lo amava troppo quando faceva così.
Lo amava sempre ma quando si
saldava in quel modo era la fine. Era fantastico e basta.
Forse era il suo ego. Vedere Riky
tanto preso da lui era un modo per nutrire sé stesso. Non era
sbagliato dirlo. Riky era il suo nutrimento in effetti, la sua cura,
la sua felicità. Tutto.
Gli carezzò la guancia coi
pollici e lo guardò con intensità, perdendosi in lui, nella sua
preoccupazione e nella sua indignazione.
-
Ti amo e basta. Non importa cosa pensano gli altri. Mi interessa che
chi amo sappia come sono. Sul momento mi ha fatto male, lo ammetto.
Mi ha proprio innervosito e abbattuto al punto che volevo mandare
tutto a quel paese ma sono rimasto ed ho dimostrato chi sono! Ci
tenevo a segnare per far vedere a tutti chi sono! Perchè non basta
che mi facciano male, non possono fermarmi! Mi invidiano e non
possono farci niente, non saranno mai come me e devono solo accettare
la mia forza! Non mi fermeranno! Mai! Quindi lasciali perdere! Mi
alimentano! Il tuo amore per me è tutto, è la mia vita. Ma il loro
odio è la mia forza. Mi rendono ancora più forte così! -
Riky lo adorava quando parlava in
quel modo e rivederlo combattivo e convinto fu la sua, di medicina.
Tutto venne scacciato ed il sorriso di orgoglio tornò, le nubi
finalmente si schiarirono e tornò il sole per entrambi. Sorrisero a
vicenda e si bearono l'uno dell'altro.
Annullarono la distanza breve
rimasta insieme e si baciarono. Aprirono le labbra e le unirono
completamente, combaciandole fino a non lasciare nemmeno uno
spiraglio.
Poi le lingue si andarono
incontro, si toccarono, si fusero, si carezzarono, giocarono e si
curarono.
Le mani sui visi, sul collo, fra i
capelli e giù sulla maglia uguale che avevano ad abbassare la
cerniera.
Sarebbero andati avanti con
bisogno se non fosse stato per un bussare forte e rumoroso. Saltarono
e si separarono in fretta, poi José entrò con la sua solita aria un
po' arrogante ed un po' divertita.
Con ironia li guardò e per un
istante parve tutto tornato indietro fra loro. Un istante.
- Siete venuti insieme?! - Esclamò
Cris lasciando andare Riky che si alzò di scatto rosso ed
imbarazzato.
- Non te l'ho mangiato! - Ringhiò
seccato avvicinandosi.
Cris sogghignò.
- No, era intatto! -
- Mm... se avete finito di
pomiciare passiamo alle cose serie. Sai già cos'hai... hanno detto
che dovresti restare 72 ore in osservazione e saltare i primi giorni
di nazionale ma... so che domani mattina prenderai l'aereo, no? - Non
lo fece parlare, sapeva che avrebbe fatto così, quindi proseguì e
gli sventolò severo il dito davanti come prima aveva fatto Riky.
Solo che lui era più efficace.
- Se giochi prima di un vero
permesso medico giuro che te lo strappo a morsi, quell'occhio! Ti
resterà chiuso e gonfio ancora qualche giorno, poi comincerà ad
aprirsi e a tornare normale. Non sforzarlo e non strafare! Se non
aveva il ritiro anche lui te lo spedivo per controllarti! - José era
lanciato e Cris gli tirò un fazzoletto per farlo zittire ed
ammonirlo:
- Ehi, non è il tuo cane! -
Ovviamente era per difendere Riky che rise e gli diede la giacca.
- Può andare a casa? - Chiese a
José vedendo che Cris si alzava.
- Ben se lo tieni d'occhio! - Uso
specifico di parole. Cris gli tirò un altro fazzoletto e lui
ridacchiò con quel suo modo tipico, anche Riky lo fece e tutto
sembrò di nuovo a posto. Ma con lui era sempre un passaggio verso
qualcos'altro di imprevedibile.
- Viviamo insieme, lo sai! -
Nessuno o pochi comunque sapevano dove, ma lo sapevano.
José si mise le mani ai fianchi e
li guardò severo.
- Sì però deve dormire, non fate
le vostre porcate! - Riky avvampò ed uscì di corsa ed i due
portoghesi risero maligni. Sembrò splendido, come fino a qualche
mese fa era stato.
- Lo sai che le faremo... poi non
lo vedo per un sacco e... -
-
Una settimana! Dai, se esageri davvero ti punisco e sai che io ti
punisco usando lui! - il fatto che lo dicesse fu una conquista e Cris
più buio si alzò, lo guardò dall'alto con la voglia di dargli una
testata ma evitò, alla fine si sforzò di ridacchiare e lasciar
perdere.
- Hai solo da provarci! - Disse
poi provocandolo. Cosa che non andava fatta.
- Vediamo come recuperi! - Da
quello avrebbe capito quanto si era sforzato. Ma, conoscendo Riky, il
suo rigore e la sua apprensione emotiva, di certo non ci sarebbero
stati problemi. Avrebbe badato a Cris fino all'ultimo minuto e
l'avrebbe fatto in modo perfetto.
Con malizia aprì la porta e lo
fece passare per poi aggiungere, poco prima di unirsi agli altri che
l'attendevano:
- Tanto lo so che lui ha la
bacchetta magica! - E Cris fece lo sguardo più malizioso mai visto
in un essere umano.
- Una bacchetta davvero speciale!
- Riky divenne di mille colori sentendoli e si avviò vergognandosi
come un ladro mentre, fortunatamente, nessun altro aveva sentito
niente.
- Sei tremendo! -
- Anche tu! - I due battibeccarono
fingendo che niente fosse cambiato perchè quello era ciò di cui
avevano bisogno ora.
Dopo, quando si sarebbero rivisti
fra una settimana, sarebbero tornati alla normale vita di sempre, ma
per il momento era così.
Poteva andare bene.
FINE