NOTE: questa fic
rappresenta il vero
inizio della complicata storia di Karim, prendete tutte quelle che ho
scritto e metteteci davanti questa... naturalmente essendo io venuta
a sapere solo ora di questa 'cosa' che Karim aveva già all'epoca con
Zinedine ed essendo che ormai sono scritte tutte, pensate come che ci
fossero riferimenti a quello che è successo e che narro qua. L'ho
già accennato in Rivoluzione, qua ho voluto mostrarlo! Io ho amato
Karim con tutti quelli con cui è stato, sia che fossero solo
avventure sia che fossero storie serie. Io penso che la sua sia una
storia molto comune a quella di molti altri, in realtà. Perchè
anche se tendo a scrivere di coppie che durano nel tempo e che
trovano l'amore subito e per sempre, poi in realtà è più facile
che ci si trovi a rompere e cambiare. Di persone inquiete come Karim
che passano da uno all'altro di continuo, fino a che trovano quello
giusto, ce ne sono molte. Questo, ai miei occhi, lo rende
particolarmente interessante ed intrigante. Ma a voi giudicare. Ho
messo una canzone che ad orecchio mi dava l'idea dell'atmosfera che
volevo per la fic, poi ho letto la traduzione ed in qualche modo mi
ricorda Karim ed il suo gran casino... Buona
lettura. Baci Akane
PS: è vero che Mourinho, nell'anno
narrato e parlo 2011-2012, affidò Karim a Zidane e che Karim gli si
è attaccato moltissimo, ha rivelato lui stesso che passava molto
tempo con lui nel suo ufficio e parlavano tanto e di tutto, specie di
calcio. Ha detto che oltre ad essere il miglior calciatore francese,
Zidane è il suo idolo e modello. Insomma, che lo adora è vero e che
quello è stato il suo anno migliore, è altrettanto vero.
Altra cosa vera è che, verso fine anno
(sempre quello) Karim ha rivelato che il suo primo anno con Mourinho
litigava di continuo (cosa che ricordo molto bene) e che poi al
secondo qualcosa è cambiato in lui ed hanno cominciato ad andare
d'accordo. Ha detto che è un ottimo allenatore e che è stato capace
di tirare fuori il leone (io insisto a dire che è una tigre) che era
in lui da gatto che era. Ha rivelato che il cambiamento è avvenuto
perchè Mou era l'unico che gli teneva testa e che perdeva tempo a
litigarci. Quindi la mia conclusione è quella che poi illustro nella
fic, più o meno. Cioè Zidande da una parte e Mourinho dall'altra
hanno tirato fuori il vero Karim. Che poi si sono contesi anche fra
le coperte. Ma ora Mourinho è andato via mentre Zidane è tornato!
:-)
PUNTO DI PARTENZA
"Ho capito come sarei dovuto essere
quando ti ho sentita dire quello che mi hai detto
ad ogni tizio in vista, sembra che tu
stia preparandoti ad un pasto per la notte, controlla
da allora mi sono seduto sul retro
Sbirciando te, come ti comporti
Era tempo di bere, uscire dalle righe
E ti sto riportando al tuo posto
Tutto va bene e tutto è figo
Rimani al tuo posto, non essere sciocca
andremo d'accordo stanotte
Sembri la tipa che vuole provare a litigare
È meglio essermi amico
Non vuoi offendermi
non so cosa dovrei fare"
Come sotto un'influenza malefica
totalmente fuori dal loro controllo. O, forse, completamente nel loro
controllo. Troppo magari...
Era la sua fissa da un po' e lo era al
punto che si era convinto di non avere speranze.
Per lui aveva messo in discussione la
propria sessualità fino a chiedersi se gli piacessero i ragazzi, si
era studiato i rapporti che aveva con gli altri, primo fra tutti
Mesut. Poi chi della squadra poteva considerare carino e quindi
sbattersi su un letto o sotto la doccia.
Fino ad andare con diverse persone,
tutti uomini, e a cominciare quella complicata storia con José.
Però José era uno stronzo ed erano
più le volte con cui ci litigava che altro. Non era raro che
decidessero di chiudere e non si parlassero per un po'. In quel
periodo si impegnavano molto per ferirsi a vicenda.
Fu una grande spinta, quella notte.
Il resto lo fece la consapevolezza che
per Karim, Zinedine era stata la vera pietra miliare.
Karim idolatrava Zinedine, lo riteneva
uno dei migliori giocatori di tutti i tempi ed il francese più
forte, sognava di prendere la sua eredità, un giorno. Ovviamente
quale calciatore francese non lo sognava?
Zinedine era diventato il suo tutore
quell'anno che era passato a far parte dello staff tecnico, quindi
avevano passato molto tempo insieme e Karim era stato al settimo
cielo, essere affiancato dal miglior giocatore di tutti i tempi, dal
suo punto di vista, era la cosa migliore che gli sarebbe potuta
capitare.
Aveva cominciato a nutrire dubbi sulla
natura di quel che provava per lui. Ammirarlo da lontano era un conto
ma sentirsi al settimo cielo ogni volta che poteva stare con lui era
un altro.
Lo aveva cercato insistentemente quasi
ogni giorno con qualunque scusa, passava moltissimo tempo nel suo
ufficio, ore a parlare di calcio e di cose inerenti a quel che
facevano.
Karim voleva parlargli anche di altre
cose, avere un avvicinamento serio, farci amicizia, ma Zinedine era
un muro e l'unica cosa di cui osava parlargli era il calcio. Così
siccome era una specie di tutor, tirava fuori ogni scusa possibile
calcistica per parlargli e cercarlo.
Anche in campo, negli allenamenti, lo
consigliava e gli stava tantissimo dietro.
Questo aveva lavorato positivamente sul
suo umore. Ma oltre a questo si era cominciato a chiedere perchè
fosse tanto felice di stare con lui e lo cercasse con tutte le scuse
possibili.
Era solo un idolo di calcio?
O era ben altro?
“E se sono gay?”
Ecco la domanda.
Dopo l'ennesimo perdersi nel suo
sguardo magnetico da pantera, nei suoi occhi così incredibili dal
colore intrigante, si era deciso a guardarsi in faccia e a
chiederselo.
Per rispondersi avrebbe fatto non pochi
danni, guastato l'umore da record e fatto scendere 'in campo' il gran
capo in persona, José.
José l'aveva affidato a Zinedine
pensando che fra simili ci si intendeva. In effetti era stata una
mossa geniale. Non tanto per la lingua che li accomunava quanto per
il carattere. José sapeva che Zinedine da giovane era come Karim se
non peggio.
Aveva avuto ragione. L'aveva aiutato,
ma ad un certo punto era successo qualcosa. Era peggiorato
nettamente.
Karim per rispondere alla propria
domanda, se fosse gay, aveva cominciato a guardarsi intorno.
Aveva analizzato i propri rapporti, fra
i quali era spiccato quello con Mesut. Era solo amicizia?
Perchè se aveva dubbi per Zinedine col
quale comunque non aveva veri rapporti degni di questo nome, perchè
non per Mesut?
E poi se gli piacevano i ragazzi si
sarebbe dovuto eccitare per quelli davvero belli. Così aveva fissato
insistentemente i belli della squadra, fra cui Cris, Riky, Sergio ed
Iker in particolare, poi in generale un po' tutti.
Si era immaginato a fare cose con loro.
Stava per chiedere un favore a Cris, ovvero se si poteva far fare un
pompino, quando José l'aveva preceduto e si era messo in mezzo per
sapere cosa gli era capitato.
Da quella volta era andato tutto fuori
dal suo controllo perchè il provare con lui gli aveva fatto capire
che era proprio quello il punto.
Era gay.
Dopo una breve prova segreta con un
individuo esterno, aveva cominciato col sesso incontrollato continuo
e malato e ne aveva fatto di diverso con diverse persone.
Fino ad ammettere che, forse, il
migliore era con José. O forse non era il sesso migliore ma un
rapporto interessante. Una sfida. Un occupazione degna di questo nome
che gli stimolava adrenalina a volontà.
Le litigate non si erano sprecate, ma
poi l'anno si era concluso bene.
Avevano vinto la Liga e lui aveva
segnato molto, era stato il suo anno migliore.
Peccato che alla festa della Liga,
Karim fosse in rotta con José, tanto per cambiare.
Karim aveva deciso di mandarlo a cagare
e annegare i suoi problemi nell'alcool. Per quella notte magica a
Madrid era concesso, così in molti avevano alzato il gomito.
C'erano quelli che reggevano, quelli
che non bevevano e quelli che si distruggevano.
Karim era fra questi.
Dovendo stare lontano da José, si era
inevitabilmente attaccato a quei pochi eletti che non lo urtavano.
Eletti del calibro di Cris e Zinedine.
Cris, il grande conteso, dovette
alternarsi un po' fra tutti quelli che lo richiedevano, così alla
fine, ad un certo punto, fu lì proprio con Zinedine e basta.
Del resto era uno dei pochi che
accettava accanto, ma soprattutto che non lo infastidivano.
Aveva avuto un sacco di pazienza,
sapeva sempre tirare fuori le parole giuste, gli spiegava qualunque
cosa gli chiedesse.
Zinedine era il solo che voleva accanto
in un momento tanto delicato.
Felicissimo per la Liga, ma furioso con
José.
Alla fine non era mai chiaro cosa
volesse da lui né se volesse qualcosa, a volte sembrava solo che si
divertisse e che poi quando diventava faticoso lo scaricasse con una
facilità disarmante.
- Allora, contento? - Chiese Zinedine a
Karim mentre tutt'intorno infuriavano i festeggiamenti dei compagni e
dei tifosi giù dalla piattaforma.
La notte era in loro possesso e la
sensazione più bella che avessero mai provato scorreva nelle vene di
tutti i giocatori.
Karim sorrise annuendo, ormai la sua
mente era già troppo annebbiata per avere il controllo della propria
parola.
- Certo, perchè non dovrei? -
Zinedine si stupì di quella domanda
difensiva.
- Niente, chiedevo... - Karim era
abituato a non parlare prima di pensare anche senza alcool in
circolo. Così era peggio.
- E' tutto perfetto, e lo sarà di più
quando riuscirò a farmi una bella scopata! - Zinedine rimase basito
dalla sua sincerità. Era la prima volta che gli diceva una cosa
simile, di solito parlavano solo di calcio, lui non si confidava mai.
- In questi casi è il massimo del
festeggiamento! - Disse provando a dargli corda per vedere dove
andava a finire. Sicuramente aveva bevuto troppo come tutti.
Per cui niente di preoccupante sotto
quel fronte.
- Qualcuno lo trovo, fosse l'ultima
cosa che faccio, cazzo! - Zinedine aveva captato che fra Karim e José
c'era una storia, ma sentendolo parlare così fu chiaro che dovessero
essersi lasciati. Del resto fra due così quanto poteva durare? Non
aveva mai creduto fosse nulla di serio.
- Non hai nessuno davvero? - Chiese
indagando.
Karim lo guardò con uno scatto strano,
sembrava chiedergli come osava.
Zinedine lo capì ed alzò le mani in
avanti come per arrendersi subito, però il sorrisino era provocante.
- Non intendevo dire nulla, solo che
credevo stessi con qualcuno... - Karim fece il broncio ma non abbassò
lo sguardo né si allontanò. Sapeva decisamente di alcool. Molto.
Però per Zinedine non era un grosso
problema, quanto poteva essere fuori? Il minimo per disinibirsi.
Karim era molto chiuso di solito.
- Beh, no! Però faccio le mie scopate
lo stesso! - Ora restava da appurare una volta per tutte se fosse
veramente gay o no. Cosa che non era trascurabile.
Zinedine allora con sfacciataggine e
senza mai distogliere lo sguardo acuminato dal suo un po' perso e
imbronciato, chiese piano:
- Ti sei lasciato col tuo ragazzo? -
Ora se gli diceva che non era gay poteva lasciar perdere, altrimenti
sarebbe andato avanti. Karim però in quel caos non aveva capito, per
cui si avvicinò, si prese alle sue braccia e attaccò il viso al suo
per sentire.
- Che hai detto? - Zinedine non si tirò
indietro ma non lo toccò a sua volta. Si limitò ad attaccare la
bocca al suo orecchio.
- Ti sei lasciato col tuo ragazzo? -
Karim pensò a José. Definirlo suo ragazzo serviva coraggio.
Comunque al momento di certo non ci stava insieme. Poteva impiccarsi,
per quel che gli importava.
- Sì e visto che non voglio guastarmi
la serata, voglio uno che mi faccia festeggiare come si deve. -
Quello lo disse guardandolo negli occhi sempre così vicino e
tenendosi alle sue braccia. Era molto chiaro il suo messaggio, più
di così lo poteva solo dire.
Zinedine non era uno che si faceva
sfuggire le occasioni, aveva aspettato solo un segnale ed il segnale
era arrivato.
Quel ragazzo lo ammirava e lo
idolatrava, era stato il suo protetto per tutto l'anno, era stato
convinto per tre quarti che sarebbe finito nel suo letto, se ne era
convinto così bene che se l'era pregustato. Poi un giorno aveva
capito che si era messo con José. La delusione era stata troppo
grande, specie perchè con José in realtà aveva dei problemi lui
stesso.
Sapere che si era lasciato con lui era
stato molto soddisfacente.
Si leccò le labbra in un sorrisino
eloquente e dopo averci riflettuto un nano secondo perso nel suo
sguardo da gatto fuso, decise che era abbastanza grande per pensare a
sé stesso da solo e per fare un po' di sesso anche con qualche
bicchiere di spumante in corpo.
Sicuramente non era così fuori da non
avere idea di che cosa faceva. E lui non era responsabile per
nessuno.
Karim lo voleva, lui lo voleva. Erano
disponibili. Il resto non contava.
- Andiamo via. - Disse allora
prendendolo per la manica della maglia per evitare di perderlo.
Karim, tirato improvvisamente, si
sbilanciò perchè era fortemente instabile, per cui si trovò a
traballare. Zinedine si fermò e ridendo gli tolse dalla testa la
bandiera del Real Madrid e gliela mise intorno al collo come una
specie di sciarpa. Poi prese l'estremità e se lo tirò via.
L'eccitazione subì un picco in
risalita del calibro di un proiettile in cielo.
Quella notte sarebbe stato suo.
Il solo pensiero di poter avere
Zinedine, il suo Zinedine, l'idolo, quello che aveva sognato da
sempre, quello che aveva sperato di diventare un giorno, lo eccitava
incredibilmente.
Tutti sognavano di andare a letto con
le loro star, ma chi ci riusciva?
Non solo lavorarci insieme e parlarci
ma anche a letto insieme.
Per lui quello era tutto e si trovò a
pensarlo perchè ormai era completamente andato, così ubriaco che
avrebbe fatto e detto qualunque cosa.
Totalmente privo di controllo, senza
speranza.
O forse era lì a fare esattamente
l'unica cosa che dall'inizio di quell'anno aveva sperato di riuscire
a fare sul serio.
Due francesi abituati a passare
inosservati all'occorrenza e ad essere silenziosi, sapevano come non
farsi notare se lo volevano.
Per cui sgusciarono via dai
festeggiamenti come due anguille appena l'occasione era stata
propizia, a quel punto giostrarsi in una capitale in fermento non era
stato complicato.
Al primo albergo si erano infilati
dentro e mentre Karim si nascondeva dietro un angolo aspettando che
Zinedine si occupasse di tutto, questi allungò la classica mancia
per il silenzio.
In ascensore rimasero zitti come se
improvvisamente fosse tutto molto strano e pesante.
Karim pensò per un momento di essere
un escort -non certo con quel termine- e si mise a ridere, Zinedine,
uscito dall'ascensore, gli chiese cosa avesse. L'altro scosse il capo
barcollando ed il più grande gli prese il braccio raddrizzandolo.
- Sei ubriaco del tutto? - Chiese
sentendo ancora la puzza d'alcool come una nuvola tutt'intorno al
giocatore.
Karim rise.
- No, è che mi sentivo la tua puttana!
- Zinedine non rimase impressionato dal suo linguaggio e nemmeno dal
fatto che lo pensasse. In effetti lo sembrava e senza smentirlo, fece
un sorrisino che la sapeva lunga.
Arrivato alla porta lo lasciò per
aprire, Karim si appoggiò con la schiena al muro e lo guardò
roteando la testa di lato. Proprio come un ubriaco totale che non si
reggeva nemmeno di un po'.
- Non smentisci? - Chiese ridacchiando
lascivo. Zinedine gli lanciò una breve occhiata mentre cercava di
aprire la porta con la chiave elettrica che non voleva collaborare.
- E perchè dovrei? È esattamente
quello che sembri... - Karim normalmente se la sarebbe presa ed
avrebbe reagito male spingendolo e andandosene, ma lì si eccitò,
era così fuori che gli piaceva sembrare la sua prostituta.
Karim in risposta infilò una mano nei
suoi pantaloni per avanti arrivando subito al suo inguine, trovò il
suo non eccessivo rigonfiamento e Zinedine si irrigidì dalla
sorpresa. Spalancò gli occhi, si guardò subito intorno per vedere
se ci fosse qualcuno e appurato che erano soli gli prese il polso con
forza e glielo tolse da dentro le proprie grazie. Poi lo spinse con
decisione.
- Aspetta a dare spettacolo! -
Con questo aprì la porta. Karim
ridacchiò con un che di erotico e si leccò le labbra. Zinedine
entrò e vedendo che rimaneva piantato là fuori, lo chiamò.
- Non vieni? - Karim accentuò il suo
sorriso eccitato e scivolò nell'apertura della porta che poi si
richiuse appena fu dentro, rimase appoggiato al muro, all'interno.
Era una camera normale di un albergo di
lusso, per cui comunque qualcosa di eccellente e comodo.
Dopo essersi sbarazzato degli oggetti
fastidiosi Zinedine lo guardò sbieco. Non si muoveva da là,
probabilmente non ci riusciva.
- Se ti stacchi cadi? Guarda che se sei
troppo ubriaco per farlo non perdo tempo... - Fece per riprendersi le
sue cose quando Karim allungò il braccio e gli prese il suo,
l'attirò con brutalità a sé e l'abbracciò.
Zinedine ora gli stava davanti, le sue
braccia al collo. Si appoggiò al suo bacino eccitato, lo sentiva
duro e pensò 'di già?'
Karim lo guardò per qualche istante,
mettendolo a fuoco per capire se fosse uno dei suoi famosi sogni
erotici su di lui o se fosse vero.
Alla fine, completamente senza
controllo, disse tutto quello che gli venne fuori.
- Lo desidero da mesi! Se te ne vai
giuro che ti seguo fino a casa, pur di averti! - Zinedine provò
un'insolita ondata di calore partire dalle parti basse. Non era
normale eccitarsi solo per uno che lo voleva come tanti altri. Sapeva
di essere una persona con un suo fascino e sapeva di poter piacere,
in più c'era il mistero che girava intorno a lui ed il fatto che
fosse un ex calciatore famoso che aveva fatto la storia del calcio.
- Lo vuoi così tanto? -
Avvicinò il viso al suo e Karim aprì
la bocca per baciarlo, ma aspettava una risposta.
- Tantissimo... tu non sai cosa sei per
me... - Voleva dire che aveva imparato a giocare a calcio guardando
le sue partite, che aveva tifato per tutte le squadre in cui lui
aveva giocato, che non aveva mai desiderato essere qualcuno come con
lui.
Però Zinedine glielo impedì perchè
non era narcisista come poteva sembrare, gli davano un po' fastidio
quel genere di cose.
- E tu per me lo sai cosa sembri,
ancora? - Karim capì a cosa alludeva nonostante la mente annebbiata
e sogghignò arrivando al suo orecchio, gli tirò il lobo fra i denti
e disse:
- La tua puttana? - Questo bastò ad
eccitarlo definitivamente. Zinedine gli prese le braccia dal proprio
collo e gliele alzò unendogli le mani sulla testa come per bloccarlo
e mettere le cose in chiaro.
Che era suo.
Quello stronzo di José con manie di
onnipotenza gli aveva affidato Karim dicendogli di tirare fuori la
tigre che c'era in lui... e dopo che ci era riuscito se l'era preso.
Comodo così. Non aveva capito che quando uno gli veniva affidato
diventava suo e basta.
Lieto d'aver vinto su quel bastardo con
cui non andava minimamente d'accordo, si impossessò delle sue labbra
aperte, aveva già la lingua fuori per accoglierlo, Zinedine non lo
deluse, gli andò incontro, l'accarezzò e poi aderì la bocca
aprendola ed esplorandola. Lo dominò completamente ubriacandosi del
suo sapore di buonissimo spumante pregiato.
Preferivano lo champagne in quanto
francesi, ma la società aveva fornito spumante a fiumi e di quello
ora potevano godere.
Oltre che di loro stessi.
Karim subì il classico colpo di
grazia. Se all'alcool poteva resistere, a Zinedine no.
La testa cominciò a girargli per
l'eccesso di adrenalina portata dal poterlo finalmente baciare. Aveva
la sua lingua nella bocca, la sua lingua che giocava con la propria.
Non poteva crederci che finalmente lo stava baciando.
Aveva passato le ore a pensare a lui, a
come doveva essere farlo.
Quando si era trovato a perdersi sul
suo viso dai lineamenti felini e lo sguardo ammaliante e a non
ascoltare nemmeno mezza parola di quello che gli aveva detto, aveva
capito che sicuramente Zinedine lo stimolava in altro modo, non solo
per il calcio. Del resto quando passavano le ore nel suo ufficio a
parlare di calcio e poi Karim usciva, non ricordava una sola parola
di quello che lui gli diceva, ma era al settimo cielo.
Poter avere lui come allenatore
personale era un sogno nutrito sin da bambino. E poter avere lui nel
suo letto era un sogno nutrito sin da quando aveva capito che era
gay. Cioè da un annetto o poco meno.
Prima la sua sessualità aveva dormito
della grossa.
Non ci aveva mai provato convinto di
essere rifiutato, spaventato da quello, ma ora era stato lui a
prendere l'iniziativa. E che iniziativa.
Dopo che gli lasciò le mani per
scendere sul suo corpo atletico, Karim fece altrettanto e velocissimo
gli prese la maglietta e gliela tolse.
Separandosi dalla sua bocca, prima di
tornare ad avventarcisi, si era tolto da solo la propria
prendendosela da dietro il collo e tirandola su oltre la testa.
Zinedine si leccò le labbra e prima di
poter riavere le sue, così pulsanti e di quella forma sensuale e
morbida, Karim deviò dalla sua bocca, lo prese per la vita e
l'attirò a sé.
Con la punta della lingua cominciò a
leccargli leggero il collo, sul lato.
Scese fino alla clavicola, percorse
anche quella e arrivato sul davanti risalì di nuovo sul collo
centralmente. Zinedine aveva portato la testa all'indietro per dargli
tutto l'accesso e giunto al mento, Karim glielo succhiò facendo poi
la stessa cosa col labbro.
“Piccolo bastardo, come la usa bene
la lingua!”
Pensò Zinedine sorpreso di quanta
esperienza avesse solo per averlo fatto con José.
Non aveva idea di quanti avessero avuto
la lieta occasione di esercitarlo, invece.
Si baciarono di nuovo e dopo un po'
Karim tornò ad uscire con la lingua continuando il suo percorso
erotico fin giù. Si staccò con uno scatto dal muro e lo girò in
modo da appoggiarlo al suo posto, così scese lentamente leccandolo
sul petto, succhiò i capezzoli dopo averli disegnati con la lingua.
In quell'istante cominciò a tormentarlo fra le gambe, attraverso i
vestiti.
Zinedine aveva l'impressione che lo
stesse per violentare.
Quando sentì la sua mano sparire
dentro i pantaloni come prima, gliele prese di nuovo, l'alzò e
cominciò a spingerlo verso il letto. Con forza.
Karim non era molto stabile per cui non
fu difficile. Quando lo buttò sopra senza troppa delicatezza, si
raddrizzò e rimase a guardarlo mentre, a gambe aperte, aspettava che
Zinedine si stendesse su di lui. Ma Zinedine preferì guardarlo per
un po'.
Karim era un bel ragazzo ma non come
Cristiano o David, lo era a modo suo, aveva un suo fascino. Non aveva
dei lineamenti perfetti, il naso era un po' irregolare ma non era
fastidioso guardarlo. Il punto di forza erano le sue iridi nere e
penetranti da gatto e la bocca così carnosa nel labbro inferiore.
Quelle curve così eccitanti lo
mandavano fuori di testa e lui se la leccava di continuo. Come
poteva?
Aveva oltretutto un gran bel corpo.
Sarebbe stata una delle migliori
scopate, si disse.
A volte andava con qualcuno che lo
corteggiava in maniera assidua, bastava fosse un bel tipo... non era
uno come il Cristiano dei primi anni al Manchester che aveva un
amante diverso a notte e bastava respirassero.
Era diverso.
A volte aveva voglia e approfittava di
chi aveva sotto mano, di solito sotto mano aveva qualche fan disposto
a tutto per lui.
Con donne non ci andava mai, se aveva
voglia di qualche donna andava con sua moglie. A modo suo l'amava,
avevano anche molti figli come la loro tradizione voleva.
Però lei era casa e famiglia, era una
sorta di insegnamento della propria vita difficile. Devi avere
qualcosa a cui appartenere al di là di tutto.
Però a volte non si sentiva
appartenere a lei.
A volte gli stava stretta.
Non sempre.
Quando sentiva questo forte desiderio
di evadere in libertà, cercava dei ragazzi.
Con Karim il discorso era stato un po'
diverso, non era in un periodo stressante, però era tutto l'anno che
pensava gli spettasse di diritto.
Ora se lo stava prendendo e gli stava
piacendo parecchio.
Si abbassò così i pantaloni. Non era
tipo da fare spettacolo e torturare gli altri, però gli piaceva
tenerli un po' sulle spine. Così rimase a fissarlo col suo sguardo
felino che lo suddivise in tanti piccoli pezzi.
Karim si sentì smontato e così
eccitato che era sicuro sarebbe venuto anche subito.
Zinedine si tolse anche gli slip,
finalmente. Il suo fisico era perfetto, adulto, in forma e da
sportivo. Sembrava giocasse ancora a calcio.
Sodo, tonico.
Karim si morse e si leccò in
alternanza le labbra e andò a massaggiarsi da solo fra le gambe
delineando alla perfezione la propria erezione sempre più dura.
Zinedine, nudo davanti a lui ancora in
attesa, lo vide come si toccava e quando il piacere cominciò a
crescere fino a fargli chiudere gli occhi e abbandonare la testa
all'indietro, decise che era ora.
Gli prese i pantaloni da sotto e li
tirò senza essere brusco ma nemmeno delicato. Quella via di mezzo
perfetta.
Tirarli in quel modo fece abbassare
anche i boxer fino al limite estremo dei suoi fianchi. Si vedeva
quasi del tutto l'inguine ed il sedere. Karim alzò il bacino aprendo
gli occhi e smettendo di toccarsi in basso, si strinse un capezzolo
fra le dita e inarcandosi come un gatto, si mise un dito in bocca
succhiandolo. Si inumidì ancora il capezzolo e poi tornò a
succhiarsi il dito e leccarselo.
Era troppo.
Zinedine gli tolse anche i boxer ma con
più calma, strisciando sulla pelle. Il suo membro uscì già duro,
non aspettava altro che la sua bocca.
Karim appoggiò il bacino e Zinedine
salì sul letto e su di lui strusciando lento e sensuale col corpo
sul suo.
Fece la stessa cosa che aveva fatto
prima con la lingua, solo che partì dal ginocchio, sfiorò la sua
erezione tesa e salì l'addome, leccò i capezzoli e poi su sul collo
e sul mento.
Karim non si tolse il dito e Zinedine
gli leccò la mano infilando la lingua nella bocca aperta. Poco dopo
fu Karim a toglierlo e a concentrarsi solo sulla sua bocca.
C'era una costante lotta per la
supremazia di quei baci brucianti, ad entrambi giravano le teste, non
si potevano fermare. Non potevano.
Karim lo voleva fino ad impazzire, la
testa sempre più confusa e nella nebbia. Le mani sulla sua schiena,
le unghie nella carne a tirare per averlo di più, schiacciarselo
addosso.
A quei graffi, Zinedine rispose
dandogli uno schiaffo leggero sulla guancia. Si guardarono con sfida
smettendo di baciarsi, increduli che si fossero graffiati e
schiaffeggiati.
- Stai buono! - Disse Zinedine
dominandolo. O provandoci.
- Non sono il tuo gatto! - Si lamentò
Karim. Zinedine però sorrise sensuale e malizioso e l'altro si
eccitò tornando a carezzarlo, scendendo sui glutei, stringendo e
facendosi strada fra di essi.
Zinedine si inarcò per aiutarlo
nell'entrarci con le dita e scese con le labbra sul collo e sui
capezzoli, si perse a succhiarli mentre i gemiti per le sue dita
dentro gli diedero conferma che con José doveva essere lui l'attivo.
Non aveva ancora idea che poi era stato attivo anche con tutti gli
altri.
A Karim piaceva enormemente come la sua
lingua lo stuzzicava e dopo aver infilato le dita si distrasse
uscendo e graffiandolo sulle natiche di nuovo. Era come un marchio,
come per dire che era suo, solo suo, irrimediabilmente suo. Non
poteva essere di altri. Karim voleva lasciargli il segno e non solo
interiore e figurato ma anche fisico, voleva che lo notasse, lo
ricordasse per sempre. Per poi farlo tornare.
Però all'ennesimo graffio, Zinedine
rispose mordendolo sul capezzolo, Karim gridò e stava per dargli una
ginocchiata quando l'altro si alzò sulle braccia e lo fissò severo
in procinto di attaccarlo.
- Stai attento ragazzino che non sai
cosa posso farti... - Come sventolare un drappo rosso davanti ad un
toro.
Zinedine capì tardi cosa aveva fatto
nel dirglielo, Karim a quel punto aveva già la sua aria lussuriosa
da chi desiderava troppo saperlo e provarlo.
- E cosa aspetti? - Stava per
rimettergli le sue unghie addosso per spingerlo a mostrarglielo,
quando Zinedine scuotendo il capo scese leccandolo sull'inguine. Lì
Karim si spense lasciandosi completamente fare, mansueto come un
gatto che faceva le fusa.
In effetti era talmente eccitato e
fremeva al punto che sembrava più che altro in calore.
Karim spingeva il bacino nella sua
bocca che succhiava stringendo sulla sua erezione, era così duro ed
eccitato che a momenti sarebbe venuto, eppure spingeva in lui e
schiacciava la sua testa addosso per averne ancora e di più e più
forte.
Come glielo stava facendo? Come poteva
mandarlo così fuori di testa fino a farlo gemere così forte?
Forse perchè era Zinedine.
- Cazzo, sto per venire... - Zinedine
si alzò e smise di succhiare, lo guardò soddisfatto e malizioso
mentre si imbronciava per l'interruzione.
Poi, invece di tornare sulla sua bocca,
gli alzò le gambe e sparì col viso fra i suoi glutei, si occupò
del suo ingresso con la lingua e poi, quando vide che Karim si teneva
da solo le gambe alte, usò le dita.
Le leccava e le infilava muovendole con
una certa agilità.
- Non l'hai mai preso? - Chiese. Karim
non lo ricordava più, dovette pensarci perchè ne aveva fatto con
troppi, stava per dire che con José lo dava sempre ma che forse con
qualcun altro era capitato di prenderlo. Non ne era certo.
Zinedine lo prese per un no, così
infilò anche un altro dito continuando a prepararlo in modo da non
fargli troppo male.
Era tutta una questione di
preparazione. Di norma se ne fregava, non aveva di queste attenzioni,
ma gli venne spontaneo perdere tempo con lui.
Tempo che non fu davvero perso perchè
Karim tornò ad eccitarsi in modo incontrollato, era maledettamente
piacevole quello che gli stava facendo e si stava masturbando da solo
perchè.
Fra gemiti e sospiri, Karim gli disse
che doveva entrare ma Zinedine non era ancora soddisfatto, per cui
per zittirlo si spostò al contrario su di lui, gli si stese sopra e
si mise a cavalcioni sul suo viso.
Karim, preso alla sprovvista, lo tenne
per i fianchi e se lo condusse nella bocca. Si adattò subito alla
nuova posizione.
Eccolo il suo membro duro.
Prima l'aveva solo toccato, ora era
davvero nella sua bocca.
Lo alzava, lo leccava e se lo conduceva
bene in dentro e poi lo rialzava e ricominciava. Zinedine collaborava
mentre continuava a prepararlo per dietro. Si distraevano a vicenda e
si distrassero così bene che smisero più volte i propri lavori per
gemere e chiamarsi.
Karim era molto bravo anche in quello.
- Quanto diavolo hai scopato? - Chiese
Zinedine tutto inarcato all'indietro, seduto sulla sua bocca, mentre
sentiva che stava per venire.
Karim affondò le dita sulle sue
natiche e Zinedine si morse la bocca completamente abbandonato al
piacere, stava davvero per raggiungere l'orgasmo, ma aveva trovato un
punto perfetto, così perfetto da succhiare e leccare... fra le parti
intime e il suo ingresso, lì c'era quella parte che lo faceva
delirare. Era la prima volta che qualcuno glielo leccava e stava per
venire.
Dovette fare appello a tutto il suo
controllo per alzarsi e farlo smettere. Naturalmente Karim si
lamentò. Zinedine però si spostò e si girò sistemandosi davanti a
lui, fra le sue gambe. Se le avvolse intorno alla vita e si chinò
sul suo viso con un'aria di chi aveva di nuovo tutto in mano, ogni
controllo.
- Usi quella lingua come un esperto...
- Karim sorrise compiaciuto per poi aprire la bocca e sospirare forte
nel sentirlo entrare.
Zinedine non gli tolse gli occhi dal
viso, lo guardò mentre si contraeva e smetteva di gemere. Però dopo
un po' la contrazione calò, lo sentì stringere di meno, si stava
abituando. Così chiuse gli occhi, si inarcò all'indietro e si
lasciò andare cominciando a muoversi.
Si sentiva stringere fortissimo sotto e
mentre entrava ed usciva, era sempre più eccitato, quell'ondata
elettrica aumentava ed i gemiti si unirono nell'aria pieni di 'sì' e
di 'ancora'.
Una spinta, due, tre. Sempre più a
fondo, sempre più veloce. Sempre di più.
E di più fu.
Ad ogni spinta i gemiti ed il piacere
aumentava, anche Karim cominciava a provare più piacere di prima, le
fitte erano meno dolorose e quando usciva si sentiva ricoperto di
brividi mentre il calore si espandeva.
Fu una mescolanza perfetta fra piacere
e dolore, fra bene e male. Ed in quel caos che gli mandava
letteralmente in corto circuito il cervello sovraccarico di troppe
sensazioni contrastanti, Karim andò in delirio.
Tirava il lenzuolo sotto di sé e con
voce sempre più presa, gli occhi chiusi e la nebbia completa ad
avvolgerlo, mormorò l'unica cosa che non avrebbe mai e poi mai
dovuto dire.
- Oh José... Oh sì... così... -
Zinedine si fermò e Karim che era passato a stimolarsi da solo,
trovò l'apice del proprio piacere, gli schizzi sul suo ventre
riattivarono Zinedine che ormai era vicino all'orgasmo e non potendo
semplicemente spegnersi, riprese a muoversi con più forza e
violenza, come per punirlo e risvegliarlo. Era lui, non era José.
Voleva dargli una lezione indimenticabile e fargli anche male,
magari, ma ormai per Karim c'era solo piacere e caos e in quel suo
totale completo abbandono, Zinedine trovò il massimo del proprio
piacere. Anche se fu un piacere amaro, rabbioso e addirittura pieno
di una furia pericolosa, così pericolosa che si sentì investire
dalla familiare vecchia sensazione.
Uscì da Karim e lo guardò mentre si
rilassava beato sotto di sé, gli occhi ancora chiusi e l'aria di chi
era in paradiso.
Non aveva idea di cosa era successo
alla fine o forse sì. Non sapeva se se ne fosse accorto, se fosse in
sé, se fosse davvero così ubriaco.
“Uno completamente ubriaco da non
sapere che fa, non riesce a venire e a farmi venire così. Sa cosa
fa!”
Per questo, con la netta voglia di
picchiarlo sul serio, bruciando di odio per un momento d'umiliazione
cocente, si alzò, si rivestì e vedendo che addirittura si
addormentava, se ne andò senza dire mezza parola, nemmeno un saluto.
Karim e José potevano impiccarsi
insieme, doveva andarsene da quel posto prima di rovinarsi del tutto.
Non era un ambiente sano, non faceva per lui.
Ma per quante scuse si potesse
raccontare, la verità era che non poteva rimanere lì con loro due
che stavano chiaramente insieme.
Non era una seconda scelta, non era un
ripiego, non era un modo per ferire l'altro e tornare insieme. Se lo
poteva scordare.
Karim il giorno dopo si svegliò in
quella camera sconosciuta, sporco di sperma incrostato sia sulla
pancia che fra le gambe, il sedere maledettamente dolorante così
come i fianchi.
Karim aveva la testa che batteva la
nona di Beethoven, ogni muscolo gridava vendetta e la nebbia gli
impediva di capire e ragionare.
Non ricordava assolutamente nulla,
sapeva solo due cose.
Aveva i postumi di una sbronza
colossale ed aveva fatto sesso con qualcuno.
Qualcuno che se ne era andato, a quanto
pareva.
Cercò di ricordare la sera prima, i
festeggiamenti della Liga e poi... e poi il buio. Ricordava Zinedine,
ricordava Cris, ricordava qualcun altro intorno a lui e poi ancora
più niente.
Sospirò imbronciato.
Chiunque fosse stato avrebbe potuto
aspettare il suo risveglio... rimanere col dubbio sarebbe stato
alquanto fastidioso. Ma un giorno sarebbe riuscito a scoprire il
mistero. Un giorno. E a risolvere tutti i problemi nati
involontariamente da quella misteriosa notte strana.
Però la sensazione d'aver ottenuto
qualcosa che aveva desiderato da tempo, l'avrebbe accompagnato per
diverso tempo.
FINE