CAPITOLO
XII:
IL DIO DELL'AMORE
Karim aveva tenuto il suo delizioso
muso per tutto il tempo anche una volta in albergo, si era isolato ed
aveva dormito, poi una volta sveglio senza nemmeno un po' di sonno,
aveva aspettato l'ora di cena, era uscito dalla camera ed aveva
mangiato con gli altri senza dire niente di particolare.
Dopo era stato con loro senza
partecipare a nulla, nessuno aveva insistito nei suoi confronti,
sapendo che passava un momento strano. Chi non lo sapeva stava alla
larga da lui per partito preso.
Quando però tutti cominciarono ad
andare a letto perchè stanchi ed insonnoliti, Karim era pimpante e
sveglio come una scimmia. Non altrettanto attivo.
Così decise di rimanere ancora un po'
nella stanza in comune che ormai era deserta.
Era finito in camera con uno dei nuovi
ragazzi, perchè quando le camere erano doppie lui era il jolli che
non separava le coppie. O stava con Raphael. Ma con Raphael erano un
po' in rotta ultimamente.
Anche questo era motivo di snervo.
Per nulla intenzionato a socializzare,
rimase sul divano a guardare il telefono e a girare su internet senza
nemmeno saper che fare di preciso.
Ascoltava musica con le cuffie alle
orecchie e aspettava che gli calassero le palpebre, fu lì che
improvvisamente il divano si abbassò accanto a lui. Percependo la
presenza di qualcuno, senza togliersi le cuffie, si girò per vedere
chi fosse e quando vide che era Zinedine per poco non morì soffocato
con la sola aria che respirava.
Sgranò gli occhi e si tese a sedere
tutto in avanti, convinto d'avere le allucinazione. Quasi spaventato,
anche!
Zinedine si mise a ridere nella sua
spontanea reazione.
Karim si tolse le cuffie e spense la
musica, poi si guardò intorno e notando che non c'era nessuno parlò
liberamente. Il tono a dir poco polemico.
- Sua maestà si degna di sedersi
accanto ad un comune mortale! Quale onore! - Non se le teneva certo
per sé!
Zinedine rise ancora, poi fingendo di
essere veramente un re, rispose con finta sufficienza:
- Mi avanzava tempo, così ho pensato
di vedere chi era sveglio! -
Karim lo fissò di nuovo col piede di
guerra, offeso.
- Grazie! Sono un avanzo di tempo! Lo
sapevo! Sei sempre molto gentile! Sai come far sentire meglio gli
altri! - Poi però dovette ricredersi e continuò sempre brontolando
agguerrito e stufo: - No che dico! Tu gli altri li aiuti! Parli con
tutti, ridi e scherzi e passi anche ore a confidarti! Aiuti chiunque!
Ci sei per tutti tranne che per me, come se io non esistessi, come se
io non avessi bisogno di te! - Karim era proprio esploso, non gridava
ma parlava veloce ed in francese come un treno senza respirare.
Zinedine non si sarebbe comunque aspettato una simile reazione,
quindi rimase inizialmente esterrefatto a fissarlo, poi cominciò
anche a divertirsi e la cosa non piacque a Karim che rincarò la
dose, sempre più arrabbiato: - E per te è un gioco! Per me è un
gran casino! Voglio scopare ma non voglio con uno che conosco e che
vedo ogni giorno! E poi non so ancora cosa cazzo voglio da te e prima
di capirlo voglio sapere cosa vuoi da me, ma tu non mi dici niente!
Non mi caghi per giorni e poi ogni tanto mi dai un contentino! Cosa
cazzo pensi che sia, io? Mi stai incasinando e forse per niente!
Almeno avessi uno scopo! No, tu non sai che stai facendo! Ti annoi e
allora ogni tanto ti ricordi che mi puoi torturare! Sono una persona,
provo cose e... - Karim non riuscì a finire la frase, perchè
Zinedine capì qual era l'unico modo per fermare quella valanga di
parole furiose.
Infatti gli prese il viso fra le mani e
lo baciò.
Era la prima volta che lo faceva lui,
Karim rimase letteralmente senza parole e shockato, con la bocca
aperta a fissarlo sconvolto.
Gli occhi infatti erano fissi nei suoi
che però erano anche chiusi, le labbra schiuse come nel momento in
cui era stato interrotto dal parlare e le sue erano addosso. Zinedine
si fece presto strada con la lingua, gli aprì meglio la bocca, girò
la testa per mettersi più comodo contro di lui e si infilò in
quella lenta e sorprendente esplorazione.
Karim non reagiva e Zinedine continuava
calmo a far suo ogni centimetro della sua bocca.
Karim rimase fermo a farsi fare per
qualche lunghissimo secondo, poi rendendosi conto che era idiota non
approfittarne e che forse aveva vinto in qualche modo, chiuse gli
occhi, mise le mani sul suo viso come Zinedine l'aveva sul proprio e
si sistemò a cavalcioni su di lui, domando il momento com'era
abituato a fare.
Aveva sognato ogni maledetta notte di
poterlo baciare.
Se si trattava solo di quello andava
bene. Solo baci e niente altro.
Però era seduto sopra di lui ed era
molto più piacevole.
Zinedine scivolò con le mani sui suoi
fianchi dopo la prima sorpresa del suo spostarsi e non nascose a sé
stesso che lo eccitava tantissimo.
Avrebbe obiettivamente voluto fare
l'amore subito, ma sapeva che non poteva. Doveva attenersi al piano,
ed il suo piano ora prevedeva calmare Karim e quello era il solo
modo.
Le lingue si intrecciavano nelle bocche
unite, le labbra si aprivano per un accesso sempre più maggiore, le
carezze cominciavano. I loro sapori confusi con le salive e la voglia
di più, di averne di più. L'intensità crebbe mentre la sorpresa
divenne passione e desiderio in un attimo.
C'era sempre quella scintilla che li
scatenava in un modo incredibile.
Non sapeva controllarsi, Karim. Voleva
scivolare giù e immergere il viso fra le sue gambe e farlo suo, però
non poteva. Si ripeteva di no, ma non era facile.
Quando Zinedine tornò in sé, lo
spinse il necessario per separarsi dal suo viso. Ansimavano entrambi
per il fiato che si erano tolti a vicenda, gli occhi brillavano
d'eccitazione. Ne volevano ancora. Potevano stare anche tutta la
notte a baciarsi, ma Zinedine aveva il suo piano.
Gli carezzò i fianchi e poi su la
schiena scenfendo sulle braccia.
- Non volevo trascurarti... però
voglio darti tempo per capire cosa vuoi... cosa pensi... - Disse
piano ed intimo sulle sue labbra, ipnotizzandolo con i suoi occhi.
Karim era sorpreso e non lo nascose.
- Non sembrava fosse una cosa così
carina nei miei confronti... - Disse scettico sempre sulle sue
labbra. Zinedine aveva di nuovo voglia di baciarlo.
- E cosa sembrava? - Chiese suadente.
- Che volessi scaricarmi, che non ti
importasse niente di me... - Zinedine sorrise indecifrabile e Karim,
stizzito, passò a mordergli il lobo. Questo piacque anche troppo a
Zinedine che faticò a non lasciarsi andare. Voleva solo poterlo
fare, però poi era vero. Bruciare le tappe era sempre un errore. E
lui sapeva cosa significava bruciare le tappe, lo sapeva molto bene!
Poi te ne pentivi sempre.
- Karim... - Lo separò di nuovo da sé
e l'altro lo fissò seccato e contrariato.
- Che c'è ora? Hai già cambiato idea?
- Il sorriso che gli venne fuori fu spontaneo ed intenerito.
- No... è che è ancora presto... hai
ancora bisogno di tempo... -
- Sei tu che ne hai... - Zinedine
scosse il capo.
- Sei tu. -
Karim tornò a baciarlo ostinato e
Zinedine accolse volentieri la sua bocca e la sua lingua, però poi
lo spinse giù e con una carezza sulla guancia, si alzò dal divano.
- Io sto solo aspettando che tu sia
pronto. -
Cris avrebbe detto 'il bastone e la
carota'. Passava periodi in cui lo ignorava e lo faceva uscire di
testa ad altri in cui lo baciava e lo portava in paradiso per qualche
secondo.
Per Karim giostrarsi in tutto quello
era impensabile, nessuno mai l'aveva messo a posto e rifiutato.
Ora doveva imparare che non esistevano
solo i propri capricci. La cosa era anche sconvolgente.
- Buonanotte... - Disse piano come
fosse una promessa di ritrovarsi lì anche il giorno dopo.
Karim decise di non illudersi. Adesso
avrebbe sicuramente patito chissà per quando tempo, ed ora lui aveva
una gran voglia di far sesso, ma con chi? Non poteva nemmeno.
- Che palle! - Ringhiò una volta
rimasto solo.
Quanto ci avrebbe messo a capire,
comunque?
Il giorno dopo, Karim stava in generale
molto meglio.
Aveva avuto conferma che Zinedine
pensava in qualche modo a lui, poteva fidarsi anche se con delle
riserve, non era sicuro che dopotutto volesse aspettare che fosse
pronto, forse voleva solo prendere tempo a prescindere o prendersi
gioco di lui.
Karim però era contento di quel bacio
e si sentiva fortemente idiota, era diventato uno di quelli che
aspettava il contentino dall'altro. Non gli piaceva essere così ma
in teoria era quello che stava cercando di diventare.
Una persona paziente che non bruciava
le tappe ed ascoltava anche la volontà degli altri.
Quando arrivò la super special guest,
tutti ne rimasero sorpresi perchè non sapevano della sua visita.
David aveva smesso di giocare, quindi
pensavano che non l'avrebbero visto come di consueto. Si sbagliavano.
Iker lo sapeva, per cui quel mattino
sospirava di continuo tutto elettrico ed eccitato come un bambino.
Nonostante questo, Sergio riuscì a farlo arrivare non per primo in
campo.
Quando arrivò, aveva già qualcuno che
gli ronzava intorno e lui se la godeva come un maledetto a stringere
mani e fare foto. Iker si fermò e lo insultò fra i denti.
- Quanto è stronzo... - Disse infatti.
Sergio quando vide David si mise a
ridere.
- Era per questo che eri così teso,
tu! - Iker dopo di quello lo vide correre addosso a David il quale,
quando vide i suoi improponibili capelli, si mise pure a ridere e a
fargli i complimenti!
Iker rimase in disparte ad osservare il
suo compagno, si giostrava egregiamente, sorrideva un sacco e si
posizionava come un divo per le foto. Lui, il suo cappellino
all'indietro e la barba perfetta.
Era sempre in splendida forma, proprio
come qualche settimana fa lo aveva lasciato.
Riuscì ad emozionarsi nel vederlo di
nuovo in campo con loro; per un momento, un momento da fermare ed
immortalare, credette di essere tornato indietro nel tempo.
Quando David era un suo compagno di
squadra e giocava con lui.
Lo guardò parlare amichevole con
Zinedine e Perez, poi lo vide fare foto prima con Riky, col quale si
scambiò alcune parole, e poi con Cristiano.
Iker ebbe come un deja vu leggermente
modificato rispetto a ciò che vedeva...
Lui, Iker, Zinedine e Ronaldo il
fenomeno brasiliano sovrapposto a Cristiano.
Poco più in là il consueto casino di
Marcelo gli trasmise alla mente l'immagine di Roberto Carlos e pensò
che Riky avesse un che di Raul.
Erano il gruppo, quella volta.
L'epoca dei Galaticos.
L'epoca in cui lui era stato così
felice, l'epoca che l'aveva forgiato e fatto crescere.
L'epoca in cui aveva trovato l'amore.
Sospirò e sorrise nostalgico
rendendosi conto che invece gli anni erano passati, che Zinedine e
David non giocavano più come Roberto e Ronaldo che non erano nemmeno
lì. E poi Raul non era con loro.
Restava solo lui, di quel gruppo, si
disse Iker con una malinconia inspiegabile.
Come andare avanti senza tornare
indietro?
Iker avanzò nell'erba chiedendosi
perchè si dovesse soffrire tanto nel ricordare il periodo più bello
della sua vita. Anche ora era felice, ma quella volta era stato in
Paradiso.
Quando lo notò, Zinedine con un
sorrisino particolare si dileguò portandosi con sé abilmente anche
il presidente che era venuto ad accoglierlo e alcuni altri rimasti lì
intorno.
David si avvicinò e con un sorriso
radioso fece un gesto al fotografo in campo, attirò a sé con un
braccio Iker e tanto per cambiare si mise in posa. Ormai era quella
la sua vita. Fare foto.
- Sei diventato un modello di
professione? - Chiese ironico Iker per distrarsi dal magone che gli
era venuto fuori!
- Sai quanti soldi si fanno? Oltretutto
ho così tante soddisfazione... non fanno che dirmi che sono fatto
per questo... è come se l'obiettivo mi cercasse! - David ovviamente
marcò di proposito sulla cosa e Iker lo spintonò ridendo.
- Ehi, Principe di Bel Air, scendi dal
piedistallo! Sei con la gente comune, ora! - David rise.
- Hai sbagliato, sono il Principe di
Beverly Hills! - La località in cui erano al momento.
Il fotografo si allontanò ed intorno a
loro quasi tutti cominciarono con l'attività odierna mentre loro due
si trattennero a parlare.
- Va meglio ora? - Disse sorridendo
naturale David.
Iker abbassò il capo per un attimo,
sapeva che l'aveva visto... David in qualche modo capiva sempre tutto
di lui!
- Sì, grazie a te... - Ammise senza
vergognarsene. David gongolò.
- Cosa faresti senza di me? - Iker
scosse il capo più rilassato.
- Mi taglierei le vene, penso! Ma senti
un po', non avevi niente altro da fare che venire qua ad auto
celebrarti? Insomma, ormai sei in pensione, potresti godertela alle
Maldive, che ne so... - David gli diede un pizzicotto, come hai
vecchi tempi in campo insieme e, sempre come ai vecchi tempi, Iker
squittì.
- Non mi vuoi qua? Me ne vado subito se
vuoi! - Iker ridendo rispose:
- Perchè, lo faresti? - David
ovviamente non si scompose.
- Ovvio che no, questo è il mio posto!
Qua vicino a te in un modo o nell'altro. O come ospite, o come
avversario o come compagno di squadra... non posso che starti nei
paraggi! -
Iker si annodò dentro, all'altezza
dello stomaco, e sorrise con gli occhi lucidi.
- Hai dimenticato come compagno nella
mia vita! - Disse piano senza farsi sentire. David si leccò le
labbra e si impresse bene il suo viso ed ogni minima luce degli
occhi.
- Erano questi gli occhi che avevi
prima... - Iker capì subito a cosa si riferiva.
- Alla conferenza? - David annuì
sempre con molta padronanza di sé, sembrava parlassero del più e
del meno; Iker faticava molto di più a controllarsi. - Eri lì anche
tu? Non mi sembrava... -
- Non mi sono fatto vedere, avevo paura
scoppiassi a frignare. - Iker fece una smorfia. David non si smentiva
mai, era sempre ironico e spiritoso. Preferiva alleggerire così,
però non lo faceva sempre, lo faceva con lui. E poi era anche molto
dolce e romantico, sempre con lui. Con gli altri invece era sempre
composto ed elegante. A volte si lasciava andare con qualche
comportamento sorprendentemente irascibile, ma era estremamente raro.
- A cosa pensavi? - Iker inarcò le
sopracciglia per capire a cosa si riferisse. - Ad un certo punto ti
sei mangiato il labbro così.. - Fece David riproponendogli il gesto
del succhiarsi il labbro inferiore. - E hai fatto gli occhi lucidi.
Sembrava stessi per piangere. Eri proprio emozionato! - L'espressione
di David era di chi sapeva molto bene la risposta, ma voleva
sentirsela dire. Infatti Iker gli rispose fintamente piccato.
- Lo sai a chi pensavo! -
David finse di non saperlo.
- No, non lo so proprio! - Iker scoppiò
a ridere liberato definitivamente da un gran peso.
- A te pensavo. Che dopo la conferenza
ti avrei visto! - David fischiò tirandosela.
- Ehi, ci siamo visti pochi giorni fa!
-
- E' diverso qua. Non ci dobbiamo
nascondere e poi... - Abbassò tono e sguardo vergognandosene. - E
poi sono arrivato e ti ho visto parlare con Zizou, lì vicino c'erano
anche Cris e Riky e da qualche parte Marcelo e... e mi hanno fatto
pensare a noi... a te, a me, a Zizou, a Ronnie, a Robbie, a Raul...
ricordi quanto stavamo sempre insieme? Mi... mi è sembrato come di
tornare indietro, ho sostituito i visi dei nostri a quelli di questi
e... mi è venuto un nodo. Che potesse tornare tutto indietro, che
quei tempi tornassero, che noi fossimo ancora in squadra insieme nel
periodo più felice delle nostre vite... - Mormorò piano
sentimentalmente, sperando di non ingropparsi di nuovo. David era più
bravo a gestirsi, anche se era colpito da quello che diceva.
- Anche io ci ho pensato, quando
parlavo con Zizou... quando eravamo con la stessa maglia... che bei
momenti... - Iker non riuscì più a parlare e David riuscì a
sfiorargli la schiena senza farsi vedere da nessuno di particolare, i
fotografi erano stati fortunatamente liquidati. - Non sei felice,
ora? - Disse poi per aiutarlo a tirarsi su. Iker tornò a guardarlo
sorpreso.
- No non è questo... - Si affrettò a
dire. - E' che quella volta era... speciale... ed i momenti sono
speciali quando sono irripetibili... ma se non li ricordi ogni
tanto... se non ti fai prendere dalla nostalgia... non sono più
speciali, no? Ed è un peccato che non lo siano... perchè
meritano... - David sorrise molto dolcemente e carezzò Iker con lo
sguardo, non potendo fare altrimenti. Però era evidentemente tutto
il suo amore per lui, la sua dedizione, quanto Iker fosse essenziale.
- Meriteranno per sempre... - Iker
tornò a sorridere. I suoi occhi brillavano ancora e prese un gran
respiro.
- E tu riesci a rendere speciale ogni
momento che ti vedo... quindi alla fine in un modo o nell'altro mi
fai sempre fare la parte del sentimentale che si commuove! - David
gli diede un'altra spallata trattenendosi a fatica dal saltargli
addosso, dargli uno schiaffo e fare la lotta a terra come una volta.
- Mi piace vederti frignare per me,
sono egocentrico, lo sai! - Iker si sentì meglio.
- Lo so e tu ti auto celebri con me,
quindi come vedi siamo entrambi importanti l'uno per l'altro! - David
a quel punto di norma faceva un'altra battuta delle sue ed andavano
avanti così per mezz'ora, ma lì si limitò a sorridere.
- Stiamo invecchiando e ci amiamo
troppo... non siamo più due bambini scemi presi dagli ormoni come
una volta... - A Iker piacque quella breve descrizione. Era perfetta,
dopotutto.
- Fotografati! - Commentò ridendo.
Ed erano belli anche da fuori.
Riky sospirò da lontano nel vederli,
gli occhi brillavano felici ed ammirati e Cris, notandolo, si
avvicinò velocissimo.
- Sei innamorato? - Disse scherzando.
Riky annuì sognante.
- Sì... - Cris inarcò un
sopracciglio.
- Di me, spero... -
- Sì... ma anche di loro... sono così
belli... ne hanno passate molte e dopo anni che si sono separati
dalla squadra, stanno ancora insieme... in un modo o nell'altro non
hanno mai smesso di stare insieme. Meno in pubblico e più di
nascosto e David si è prodigato per creare occasioni anche con le
sue varie squadre... l'hanno sempre fatta funzionare! Quando ero al
Milan e lui in prestito da noi, mi ha parlato di Iker. Non ha fatto
nomi, poi ho capito che era lui. Ha detto che ha insistito tanto col
prestito per avvicinarsi a lui. Era... era così dolce... ed anche
ora lo è... sono cresciuti, la vivono diversamente... non si saltano
più addosso, però si vede quanto sono felici insieme. Li invidio.
Arriveremo anche noi al decimo anno di relazione così come loro,
felici e sempre innamoratissimi? -
Cris capì che Riky era preda del
sentimentalismo più acuto, lo adorava quando era così. Si avvicinò
e facendo finta di parlare del più e del meno, gli fece un sorriso
molto dolce ravvicinato. Non lo toccò, però fu come abbracciarlo.
- Hai dubbi? - Riky lo guardò, sorrise
e si rilassò. La gioia che dimostrò fu tutta per lui. Perchè ebbe
una visione di loro fra altri sei anni, dopo dieci anni di relazione,
così felici. Diversi, maturi, capaci di viversela senza fare troppe
storie per nascondersi. Si vide loro due incontrarsi senza alcun
problema di fotografi in giro. Si vide mentre si baciavano. Si vide
mentre erano sereni. E gli piacque moltissimo.
- Ti gusta? - Chiese Cris perso nel suo
sguardo fin troppo inequivocabile. Era chiaro a cosa pensava quando
aveva quell'espressione. Riky accentuò la sua luce ed annuì.
- Ti adoro... - Disse piano Cris
all'orecchio. Riky piegò la testa verso la sua. Niente altro.
Poco più in là Casemiro li fissava
cominciando a capire che forse qualcosa c'era, solo che cercavano di
stare attenti quando sapevano di avere fotografi o gente intorno...
Provò un gran senso di tristezza e
sentì anche il bisogno di piangere. Non poteva. Era solo una
sensazione, ma vederli così intimi solo nel parlare e nel
guardarsi... e quella felicità nel fissarsi... non fu l'invidia che
provò e nemmeno la gelosia.
Fu la tristezza.
Perchè era lontano da loro e da quello
che erano l'uno per l'altro, anni luce. Millenni.
Karim stava per vomitare. Ovunque si
girasse c'erano coppie felici.
Cris e Riky, Mesut e Sami -i quali
avevano fatto pace-, ed ora anche Iker e David -che evidentemente
stavano ancora più che insieme.-
“Meglio!”
Pensò.
Dopo che aveva visto Zinedine parlare
fitto fitto con Iker il giorno prima e poi oggi con David, si era
chiesto a che gioco giocasse.
Però vedere Iker e David insieme
l'aveva calmato da un lato e innervosito dall'altro.
Tutti si amavano, tutti avevano delle
bellissime storie d'amore.
Chi all'inizio della relazione, chi a
metà, chi ormai l'aveva assodata... e lui era come sempre al
maledetto punto di partenza. Un punto in cui era solo, dopotutto,
incapace di gestirsi in qualche modo e di vivere qualcosa che poteva
essere bello.
“Distruggo tutto!”
Pensò amaramente, sbuffando.
Stava per investire qualcuno e
conseguentemente insultarlo, quando si rese conto che era Zinedine
che si era avvicinato a lui per dirgli qualcosa.
Lo guardò sospendendo ogni funzione
vitale, anche le espressioni. Non era né arrabbiato né speranzoso.
Era in attesa. E si odiava. Non poteva essere così, no?
- Che hai, mi sembri nervoso! - Chiese
Zinedine sorprendentemente diretto. E soprattutto sorprendentemente
interessato!
Karim non nascose il suo stupore.
- Ecco... sono tutti accoppiati e
felici, a momenti vomito arcobaleni... o vomito e basta... queste
cose mi innervosiscono... -
Disse cercando di apparire abbastanza
seccato.
- Perchè non sei innamorato anche
tu... - Ipotizzò Zinedine. Karim voleva dargli una testata.
- Non sfottere! -
Zinedine però divenne particolarmente
ironico e a Karim piacque che lo fosse con lui.
- E chi sfotte... ma se fossi
innamorato faresti come Riky... tutto felice e commosso davanti al
quadretto degli innamorati perfetti! - Karim grugnì:
- Non ho un cuore, che ti devo dire! -
- No, ce l'hai... solo che è
atrofizzato! Vedrai che se impari ad usare quello al posto
dell'organo genitale, diventerai sentimentale anche tu! - Zinedine
diceva le cose che pensava senza farsi un minimo problema e questo
piaceva a Karim che non se la prese ma anzi, si calmò e tirò fuori
anche lui un sorrisino ironico divertito.
- Grazie! E tu saresti il mio dottore?
- L'allusione venne accolta senza problemi da un sorriso furbo di
Zinedine.
- Vedremo quanto sono bravo. - Karim
avrebbe voluto chiedergli cosa gli importava, però alla fine gli
andava bene che ci provasse. Sperava che ci riuscisse.
Poteva fidarsi?
Quella domanda rimaneva ancora senza
risposta, però valeva la pena provarci. Era la prima volta che lo
pensava seriamente.