CAPITOLO XVII:
UN ANALISI DI SUCCESSO

Cris sbuffò e Riky lo fissò a dir poco male. Non che lui fosse capace di fissare male qualcuno, specie lui, però era un'ammonizione bella e buona.
“Dannazione, mi libero di Cas grazie a Pepe e agli altri e arriva Karim! È una maledizione!”
Karim era appallottolato sul letto ed aveva il broncio. Era come un gatto che era appena stato aggredito da un cane ed ora doveva leccarsi le ferite.
Ma non era veramente ferito.
Riky era preoccupato mentre Cris solo seccato.
Gli era capitato in camera dopo il pranzo, nell'ora che solitamente era per loro e che Cris avrebbe voluto sfruttare per fare 'le loro cose'.
Aveva subito fatto una faccia grave, proprio come un micio perso.
Riky l'aveva fatto entrare e lui si era buttato sul letto. Sul loro letto. Pronto per loro.
Poi si era girato sul fianco e si era appallottolato, aveva messo le gambe piegate contro il petto e aveva unito le braccia allo stesso modo.
- Karim, mi preoccupi così! -
Disse Riky sedendosi con lui. Karim non disse nulla, così lo carezzò sulla schiena fraterno. Era come tornare indietro nel tempo, quando si era lasciato con Gonzalo, e prima ancora con José, e prima ancora quando si era reso conto di essere gay.
Nei momenti di svolta o di sofferenza, Karim si rifugiava da loro. Quando stava bene tendeva a cavarsela da solo, dipendeva. Non era uno pressante che si attaccava a qualcuno costantemente.
- Karim? - Chiese ancora. - E' successo qualcosa con Zinedine? - Chiese dolcemente. A quel nome reagì e si sposto strusciando sul materasso fino a voltarsi e appoggiare la testa sulle sue gambe.
Cris che li vedeva da fuori riconobbe il gesto. Era una cosa che Karim faceva sempre dopo una cosa particolare.
- Hai fatto sesso affrettato e te ne sei pentito! - Esclamò di scatto. Riky lo guardò sorpreso non capendo come lo potesse dire e Karim alzò gli occhi su di lui colpito.
- Come hai fatto?! - Cris fece un verso strano trionfante e poi si buttò con loro a gambe incrociate.
- Cerchi sempre le sue coccole quando scopi e poi te ne penti! -
Karim non se ne era nemmeno mai reso conto.
- Non ho scopato davvero, gli ho fatto un pompino. - Disse senza preoccuparsi dei termini. Riky arrossì e Cris sogghignò.
- Solo?! - Karim annuì.
- Siamo venuti e poi basta... -
- E' stato lui a fermarvi? - Chiese Cris per capire bene la situazione.
- No... beh, non l'avrebbe fatto comunque, però mi sono fermato io in realtà. - Karim aggrottò la fronte e Cris invece inarcò le sopracciglia onestamente stupito.
- Come mai? -
Il francese tornò a guardarlo torvo e perso al tempo stesso, era proprio confuso e disorientato.
- Ho avuto un deja-vu. Come che l'avessi già fatto con lui. Ho lo stesso deja-vu quando lo bacio... già dalla prima volta! Ma prima della prima volta non è mai successo! - estremamente chiaro!
- Sei sicuro? Magari eri ubriaco e non lo ricordi! - Cris, che aveva capito la sua frase contorta grazie al fatto che era abituato a sentirne -sempre da lui- senza volerlo gli diede la soluzione.
- Ma no, mi sarei svegliato in camera con lui! E comunque penso che ricorderei qualcosa! E quando, comunque? Due anni fa stavo con José... fra alti e bassi... certo, ho avuto i dubbi di essere gay grazie a Zizou, però poi alla fine sono stato con José... non l'ho fatto! - Karim ne era proprio convinto.
- Allora confondi un gran piacere e desiderio con il deja-vu... - Disse logicamente Cris. Karim storse la bocca.
- No... non è quello! Ne sono sicuro. -
- Puoi averlo sognato? Sai, non sempre ci ricordiamo dei sogni... - Riky azzardò gentilmente. Karim non lo negò, poteva essere. Era l'unica spiegazione.
- Suppongo sia così... - Fece infatti. - E' strano perchè è davvero forte e prima ho avuto la certezza d'aver già avuto il suo cazzo in bocca... - Riky tornò ad arrossire.
Cris sogghignò.
- Ti è piaciuto almeno? - Questo distrasse Karim che si girò, rimanendo però sempre con la testa sulle gambe incrociate di Riky.
- Sì eccome... e lo voglio ancora... però devo capire che sensazione è. Se ce l'ho ogni volta, quando lo farò del tutto dovrei ricordarmi... -
- Se hai detto che non l'hai mai fatto... - Cris pensava che a volte Karim si contraddicesse molto, non sapeva bene cosa voleva, era questo il fatto.
- Però magari mi sbaglio! È una sensazione fortissima, prima era certezza! Io l'ho già fatto! Ma non capisco come! - Cris ridacchiò.
- C'è solo un modo per farlo... - Karim gli tirò un calcio che Cris parò.
- Lo so, non intendevo quello! -
- Dai, non lo vuoi fare per capire di cosa si tratta e vedere se ricordi... lo vuoi fare perchè sì! - Disse schietto Cris. Non aveva proprio torto.
- Anche! Non nego che voglio farlo davvero! -
- Pensi di essere pronto? Dicevi di voler essere sicuro, di voler provare a non bruciare le tappe... siete già una coppia che passa alla quarta base, come si dice? - Chiese Riky cercando di non essere troppo esagerato con i termini.
Karim alzò gli occhi suoi suoi, si osservarono, era pensieroso, poi dubbioso rispose.
- Sì... no, non lo so... penso... cioè io so di volerlo fare con lui a prescindere da tutto... cioè deja-vu, tappe e gradi... io lo voglio fare e basta. Però non penso che sarebbe il momento... cioè non siamo ancora una coppia. Non so cosa siamo. Lui dice che non sono ancora pronto, che lo sa lui e che devo fidarmi. Io mi fido, sta facendo un sacco per me. Alla fine sembra di no ma sto migliorando sotto molti aspetti. Ora quando sono tranquillo e non ho problemi o casini a cui pensare perchè in generale non ho niente da lamentarmi, non mi vengono attacchi d'ansia... e non mi incasino le cose. Ho sempre quel... quel batticuore quando penso a lui e questo mi basta. - A Riky vennero gli occhi lucidi e fece un sorriso grandissimo. - Cosa?! - Chiese Karim notandolo. Cris rise sapendo cosa stava per dire.
- Ti stai innamorando... - Karim a questo scattò seduto dritto e lo fissò sconvolto e corrucciato.
- Come fai a dirlo? - Chiese sulla difensiva.
- Ehi, guarda che non è una cosa brutta... - Disse Riky alzando le mani.
- No però... come fai a capirlo?! Io ci sto mettendo una vita a capire cosa provavo prima per José e Gonzalo e cosa provo ora per Zizou e tu arrivi e dici che mi sto innamorando di lui. E le altre volte cos'ero? Non posso disinnamorarmi così facilmente delle persone! -
Riky sospirò paziente. Si arrivava sempre lì alla fine. Le domande erano sempre quelle.
Cris sbuffò e si stese al posto di Karim mettendo la testa sulle gambe di Riky. Questa volta gli mise le mani sul capo e carezzò i capelli induriti dal gel. Solo a lui lo permetteva.
- Non eri innamorato di José. Tu in quel momento eri confuso sulla tua sessualità, hai scoperto di essere gay e lui ti ha aiutato a rendertene conto e ad accettarlo. Poi ti sei preso però non era amore. Gonzalo te l'ha tolto dalla testa. -
- Quindi ero innamorato di Gonzalo! - Fece subito Karim convinto che Riky fosse un santone che aveva le risposte giuste.
- No Karim, io non le so queste cose. Ti sto dicendo la mia opinione. Lo sai tu cos'eri. Forse amavi tutti e due ed ora stai amando anche Zinedine. Guarda che si può amare più di una persona, eh? -
- Ma così ravvicinate? - Cris ridacchiò.
- Non c'è un tempo limite eh? Quando succede, succede... -
Karim tornò al suo broncio e Riky sospirando e sempre carezzando la testa di Cris, rilassandolo incredibilmente, prese la parola.
- Ascolta Karim. Lo sai solo tu se hai amato José e Gonzalo. Se Gonzalo era un ripiego per José o se invece no... se José fosse un mezzo per capire meglio chi fossi o no. Nessuno può sapere cosa provavi. Solo tu. Ma una cosa te la posso dire con sicurezza. Sono finite. E sei stato tu, sempre, a farle finire. -
- Gonzalo voleva andarsene, era ovvio finirla... - Mormorò abbassando lo sguardo ed il tono. Era ferito per quell'argomento.
- Però è finita. Quando se ne è andato, al di là di Zinedine, tu sei stato meglio... si è visto nettamente come sei rinato, ti sei rilassato di più e ti sei aperto a Zinedine. È come se... come se ti fossi liberato. Era finita comunque, forse il suo trasferimento è stata la scusa ma se l'avete fatta finire così significa che avevate i tempi contati, ormai. - Riky di solito era molto positivo ed ottimista, però a volte bisognava dire le cose come stavano. Non era comunque brutale.
Karim si stese accanto a Cris, senza spodestarlo. Poi visto che non stava comodo si mise a T per appoggiare la testa sullo stomaco del portoghese il quale mugolò nel sonno.
Si era addormentato.
Karim gli prese la mano e se la spostò per stare comodo, se la mise sul petto.
- Era finita, ormai? - Chiese piano e depresso.
- Io penso di sì. Perchè le relazioni vanno avanti anche negli ostacoli. Se uno va lontano ma due si amano lo stesso, non si lasciano, non finisce. Se avete colto questa scusa significa che eravate al capolinea. Indipendentemente da cosa provassi per lui e se era un rimpiazzo o meno. -
- Però non capisco... se sono sempre andate male non erano giuste per me... e non lo erano perchè sbagliavo il modo di viverle, ero affrettato e bruciavo le tappe senza capire cosa provavo... né se, alla fine, provassi qualcosa. E se non ho mai amato nessuno dei due anche se ero convinto di sì? -
- Karim, non devi rinnegare il sentimento. Se hai detto che lo provavi, se hai detto loro che li amavi allora è così. Solo perchè una cosa finisce non significa che non era vera ed autentica... capisci? -
- E perchè finisce? -
Riky si strinse nelle spalle.
- Succede e basta. Non avete gestito bene certe cose, non erano giusti per te, era finito il vostro tempo... -
- Se la persona è giusta non può finire il tempo insieme! -
- Sì, però ci sono molti ostacoli nelle relazioni e non sempre si superano. -
- Però se ci si ama davvero sì... -
- No, se ci si ama davvero non ci si lascia solo per un trasferimento. In caso dopo, non tutte le coppie resistono vedendosi poco, ci sono le persone 'fisiche' che hanno bisogno di vedersi ogni giorno e toccarsi. Altri invece durano perchè sopportano e si fanno bastare quello che riescono ad avere. Ma sul momento, se ami, non ti lasci solo perchè uno va via per lavoro. Ci provi a farlo funzionare. - Riky era molto sicuro di questo e lo era perchè aveva pensato un miliardo di volte a quelle cose.
- Avevo finito il mio amore per loro? - Chiese.
Riky alzò le spalle.
- Finisce l'amore? Io penso di sì. Altri pensano di no. Io più che altro penso che è una piantina e come tutte le piantine per crescere e durare hanno bisogno di determinate cose. La terra giusta, l'acqua, il sole, le cure... bisogna starci dietro. È così l'amore. Nasce ma se non lo curi come si deve può morire. È questo che penso. -
Karim assorbì le sue parole e pensò che era andata così. Non vi era stato dietro a dovere, aveva gestito tutto male ogni volta. E aveva bruciato le tappe. Ne era convinto.
Quindi ora ci teneva a fare le cose per bene.
- Karim, ti faccio una domanda ma sii sincero. - Disse allora Riky dopo un po'. Karim trattenne il fiato. Quando Riky faceva così era da preoccuparsi. - Tu ora tieni tanto a fare le cose per bene con Zinedine, vero? -
- Sì certo... -
- Ci tieni davvero tanto? - Era una domanda strana, sembrava facile.
- Certo... -
- Allora non puoi sbagliarti. Ti stai innamorando. Perchè non terresti tanto a fare le cose come si deve se non avessi paura di sprecare tutto. E non l'avresti se non fosse perchè ti stai innamorando. Tieni a lui, oltre che a questa storia. La vuoi. La vuoi davvero. -
Karim era senza parole e non sapeva più cosa dire, era molto colpito da quello che aveva appena detto e non sapeva nemmeno come gestirsi sul momento. Si sentiva strano ed il cuore si mise stupidamente a battere forte.
- Non importa cosa erano José e Gonzalo, cosa provavi e perchè è finita e perchè è cominciata. Conta ora. Ora ti stai prendendo di Zinedine. Ti stai innamorando. E ci tieni. È questo che conta. Fa in modo che vada bene. Non sprecare l'occasione. -
Karim sospirò e chiuse gli occhi facendosene una ragione.
Riky aveva ragione.
- Allora non posso andarci già a letto... - Concluse alla fine. Lo voleva tantissimo, ma se si stava innamorando, e dannazione Riky aveva ragione, non poteva proprio farla andare male. Quindi non poteva bruciare le tappe.
Le altre volte aveva messo le cose subito sul piano fisico ed era andata sempre male.
“Se è andata male è anche perchè ho scopato prima di capire cosa provavo per loro. Quindi non li amavo davvero. Mi giustificavo dicendo che li amavo ma in realtà non era proprio così. O sarebbe andata avanti...”
Ma Karim su questi punti non avrebbe mai trovato né pace né risposte.
- E non pensare più a José e Gonzalo. Se ne sono andati, li hai lasciati, hai preso delle decisioni definitive con entrambi. Vivi il presente e basta. È tutto ciò che conta. - La conclusione di Riky diede pace a Karim.
Doveva smetterla di pensarci. Era ora.


Quella sera, Karim decise per un'azione un po' azzardata che nelle sue intenzioni non doveva essere esagerata, ma solo una conferma di tutte quelle nozioni apprese.
Aspettò che non ci fosse nessuno in giro, il coprifuoco era passato da molto.
Era rimasto a pensare alle parole di Riky tutto il resto del giorno e finalmente non più ai suoi ex ma a Zinedine.
Era vero che ci teneva a fare le cose per bene e a non bruciare le tappe, non voleva che finisse tutto perchè sbagliava qualcosa. Quindi doveva essere sicuro prima di darsi anima e corpo, prima di dire che amava, prima di aprirsi totalmente.
Però aveva voglia di lui. Aveva bisogno di lui.
Era una cosa sempre più pressante.
Non poteva passare le ore a chiedersi se fosse un ripiego per Gonzalo o se con Gonzalo fosse finita molto prima. Era vero che l'aveva tradito diverse volte e che questo teoricamente doveva essere una risposta, ma le cose erano state molto complicate e spesso si erano lasciati, quando poi lui era andato con altri.
Però qualunque cosa fosse Gonzalo e qualunque cosa fosse inizialmente Zinedine, ora, nel presente, non voleva che andasse male.
Era importante. Ne era certo.
Sentiva che diventava sempre più importante. Ci pensava costantemente e sperava in un suo gesto, in un suo sguardo, in qualcosa.
Durante il resto della giornata era come se non ci fosse stato, forse l'aveva punito per aver esagerato prima di pranzo, però aveva agito d'istinto. Per quello non gli si poteva negare di nuovo.
Karim aveva bisogno di lui, di vederlo, di qualche gesto. O anche solo della sua presenza.
Così sgattaiolò fuori dalla propria camera e percorse il corridoio per arrivare da lui.
La sua camera era di fronte, insieme a quelle dello staff, dalla parte opposta rispetto a quelle dei ragazzi.
Bussò. Dovette aspettare un po', ma poi la porta si aprì. Respirò di nuovo solo in quel momento, poi tornò a trattenere il fiato. L'aveva svegliato e vide un insonnolito Zinedine corrugare la fronte sorpreso della sua presenza.
- Stai male? - Chiese infatti non spiegandosi la sua strana presenza.
Karim scosse il capo.
- Scusa se dormivi... avevo bisogno di vederti... - Zinedine ci rimase di stucco, pensava non fosse una buona idea farlo entrare, ma alla fine non poteva mandarlo via.
- Vuoi entrare? - Chiese mettendosi in parte. Quando annuì aprì la porta di più così Karim si infilò dentro. Richiuse dietro di lui e rimase fermo all'ingresso in attesa.
In camera c'era solo la luce del comodino accesa, Zinedine dormiva con degli shorts leggeri e una canottiera.
Karim rimase imbarazzato in mezzo alla camera senza saper come muoversi. Non sapeva nemmeno bene cosa fare ora, era venuto seguendo un fortissimo impulso.
- Io... ecco... - Era disorientato e non sapeva cosa dire, Zinedine era stupito da questo comportamento e voleva metterlo a suo agio, ma non voleva nemmeno fargli pensare che potessero fare l'amore.
- Siediti... - Suggerì indicando il letto. Karim titubante si mosse nella direzione ed alla fine si sedette come se si arrendesse a qualcosa di difficile.
Zinedine prese una sedia e si sedette su di essa, davanti a lui ma non troppo vicino.
Karim capì che metteva le distanze e si sentì peggio.
Aveva sbagliato, oggi, a fargli quel lavoro in bagno, ma aveva agito d'istinto anche quella volta.
- Scusa per oggi, tu non volevi ed io l'ho fatto lo stesso... - Zinedine capì a cosa si riferiva e capì anche che il non essersi più avvicinato aveva funzionato come una sorta di punizione.
Aveva capito la lezione, imparare ad aspettare che fosse lui a dire cosa e quando.
Adesso sembrava un agnellino. Anzi. Sorrise appena. Un gattino.
- Non è che non volessi, ma non andava bene. Sei ancora confuso. - Lo disse con certezza ed allora Karim alzò la testa.
- Sì, però mi sto schiarendo le idee... oggi ho pensato molto... - Zinedine sapeva che intendeva con Riky ed andava bene così. Che non pensasse da solo. - Io ci tengo... che vada bene... voglio gestirla bene e fare le cose come vanno fatte. Voglio stare con te e quando siamo sicuri di cosa proviamo, quando ci sentiamo sentimentalmente presi, allora voglio farlo. Cioè io vorrei farlo anche ora, però ci tengo più che tutto funzioni. Perchè tengo a te. Non so perchè sia iniziata. Se fosse una reazione a Gonzalo o... o perchè dopotutto è per te che ho pensato di essere gay la prima volta... non so... però so cosa provo ora, cosa voglio ora. Mi dispiace aver esagerato oggi, stavo rovinando tutto. - Aveva capito la lezione, aveva avuto modo di pensarci e di rifletterci.
Zinedine era molto orgoglioso di lui, stava imparando a guardarsi in faccia e a realizzare cos'era, piuttosto che fare ciò che desiderava istintivamente. Stava facendo prevalere la parte migliore di sé, quella che viveva coi sentimenti. Ci teneva che smettesse di essere tanto impulsivo.
- Non è una buona idea venire in camera mia di notte, però. - Replicò cercando di non sbilanciarsi troppo. Non era duro ma nemmeno morbido. Karim si morse il labbro ed abbassò lo sguardo. Gli faceva un effetto assurdo.
- Dovevo vederti. Ne avevo bisogno. Volevo dirti che... che ci tengo... ci tengo troppo... e anche se non so cos'era prima, so cos'è ora. Io... - Alzò lo sguardo di nuovo e con coraggio continuò, era difficile. - mi sto innamorando. E voglio vivere questa storia per davvero. - Ne era sicuro e Zinedine lo percepì sia della sua voce emozionata che dal suo sguardo che luccicava. Sperava di non essere scaricato e allontanato. Sapeva che non sarebbe dovuto venire di notte, però non era ancora perfetto.
Zinedine alla fine sorrise, lo intenerì molto. Stava cambiando e migliorando tantissimo, non poteva pretendere il miracolo.
Così si sedette accanto a lui e gli circondò le spalle col braccio. Karim si rilassò e appoggiò istintivamente la testa contro la sua spalla, Zinedine risalì con la mano e l'accarezzò sulla testa.
- Va bene. Anche io lo voglio. E sono contento che l'hai capito e che ne sei sicuro. -
Era dolce e maturo e Zinedine stesso si stava lasciando andare. Lo percepì in quel piccolo abbraccio. Karim alzò la testa spaventato all'idea che avesse esagerato, così fece per andarsene per rimediare e ristabilire le cose come dovevano essere. Zinedine gli prese la mano al volo e lo tirò di nuovo giù, appena lo risedette gli mise una mano sulla guancia obbligandolo a guardarlo. Quella vicinanza, quello sguardo, quel non respirare, quella speranza. Zinedine si intenerì di nuovo e capì quanto giusto fosse.
Karim si stava innamorando ed anche lui.
Ammetterlo gli costava, però era vero. Non era più una questione d'appartenenza, era proprio che era contento di lui e di tutti i suoi progressi e delle volte che lo cercava e che reagiva bene. Era contento di tutto quello che lo riguardava, quando andava bene. E non voleva altri con lui, ora, nella propria camera.
A quel punto non doveva far altro che accettare anche lui quella storia.
Fu così che lo fece.
Lo baciò e per Karim fu leggerezza.
Un peso si tolse, capì che l'aveva accettato e si emozionò al punto che gli vennero le lacrime. Era quello raggiungere un piccolo traguardo tanto atteso... e conquistarlo nel modo giusto.
Era tutto un altro gusto.
Le loro labbra si intrecciarono insieme alle lingue, i sapori si fusero e si unirono in qualcosa che andò oltre un semplice bacio.
Era l'inizio vero.
Un inizio che non avrebbero dimenticato.
Dopo qualche istante, Zinedine se lo tirò giù steso nel letto, lo sistemò sulla schiena e gli si mise parzialmente sopra continuando a baciarlo lentamente con una sensualità che sapeva di scoperta e dolcezza.
Si baciarono a lungo, anche quando Zinedine chiuse la luce.
E non fecero altro.
Dopo un po' smisero, il più grande si mise sotto, si sistemò il 'piccolo' sopra e gli carezzò la schiena.
Ora andava bene.
C'erano le basi e le consapevolezze.
Poteva funzionare, si disse.
- Anche io voglio quello che vuoi tu. - Concluse così e Karim non si era mai sentito tanto realizzato.