CAPITOLO XIX:
ANIMALE SELVATICO VERSO ADDESTRATORE





Casemiro non era lasciato solo un secondo, c'era sempre qualcuno con lui, che fosse Marcelo, Pepe o Fabio... così cominciò a trovare simpatici tutti loro e pensando di essere ormai parte del famoso gruppo dei portosile, il gruppo soprannominato così da Pepe e Marcelo che riuniva i portoghesi ed i brasiliani del Real Madrid, decise di aprirsi di più e tirare fuori il suo vero carattere solare e allegro, tipico brasiliano.
Aveva appreso da Pepe che Riky stava con Cris, doveva accettarlo. Era stato effettivamente un duro colpo ed anche per questo gli era stato bene accettare la compagnia di altri e si era un pochino allontanato dal suo idolo.
Però non riusciva nemmeno a provare rancore per Cris, lo invidiava ovviamente, ma era un bel ragazzo, felice, allegro che faceva ridere chiunque si trovasse nelle sue conversazioni. Lo trovava brillante, capace in ogni settore.
Coi capelli e l'aspetto era un asso, era bello di suo, il corpo perfetto, il dio del calcio, una simpatia travolgente, un'elevazione ed una velocità senza pari, era amico di tutti e sicuramente si poteva sostenere delle conversazioni anche serie e di un certo livello.
Per cui non ci avrebbe mai pensato a rubargli Riky. Non ne sarebbe nemmeno mai stato capace, non era nella sua indole, però era chiaro che i due stavano insieme perché si amavano, per cui era inutile provarci e credere di avere speranze.

Vedendo che si amalgamava anche agli altri e non si limitava più ad essere l'ombra di Riky, Cris e gli altri si calmarono.
Cris era sempre convinto che puntasse a Riky, com'era effettivamente. Riky di tanto in tanto aggiornava Thiago e Roby, a volte si chiedeva come era finito ad essere amico di corrispondenza telefonica con Thiago...
Gli altri invece erano convinti che Cas puntasse a Cris però era impensabile dirglielo. Il piano comunque rimaneva quello ed in ogni caso funzionava, quindi nessuno cambiò programma o azzardò altre mosse.


Karim invece era più confuso di Cas, il che era tutto dire.
Pensava di essere il ragazzo di Zinedine ma non ne era sicurissimo perchè in effetti continuavano a comportarsi come prima.
Quella mattina era stata così speciale che l'aveva spedito fra le nuvole con la convinzione d'avercela fatta. Era stato felice e si era sentito in dovere di sapere qualcosa su Zinedine. Lui non si apriva mai. Non che Karim lo facesse molto, però di lui si sapevano più cose.
Dopo la partita erano tornati in albergo a riposare e Zinedine aveva avuto obiettivamente molto da fare, Karim non aveva mai preteso nulla, però si chiedeva comunque cosa dovesse fare. A parte il lato puramente pratico che aveva delle cose nella sua camera, doveva andare da lui o andare nella propria in attesa che fosse Zinedine a chiamarlo o cercarlo?
In teoria l'attesa era la fase precedente al mettersi insieme, ora avevano deciso di viversela, sempre con calma, ma di farlo. Che andava bene, insomma.
“Non capisco un cazzo in effetti!”
Fu così che decise di andare nella propria camera e aspettare che Zinedine continuasse a gestirla come gli faceva comodo, perchè tanto aveva fatto così dall'inizio e probabilmente la sua idea era di continuare.
Odiava essere quello che correva dietro a qualcuno, comunque.
'Non so cosa fare con Zinedine!' Scrisse a Riky alla fine esasperato mentre si rigirava nel letto in attesa di prendere sonno.
'In che senso?' I due erano in camere confinanti, Karim era con Raphael ma già dormiva. I due avevano avuto una specie di allontanamento perchè Karim, come al solito, aveva fatto lo stronzo anche con lui, verso la fine del campionato. Così si erano presi una pausa. In ritiro in America, si erano rimessi in camera insieme cominciando a riallacciare i rapporti, però non era proprio come prima che stavano sempre insieme e parlavano di tutto, ci voleva ancora un po'.
'Mi sono messo con lui o no?'
Riky ci mise un po' a rispondere, sconvolto dal modo in cui glielo stava dicendo. Come se nulla fossa.
A quel punto lo chiamò e appena rispose la voce del brasiliano raggiunse picchi d'acutezza non da poco.
- No scusa ma passi settimane a parlare che sei confuso e non sai cosa fare e come e poi ti metti con lui e non dici niente? -
Karim a quel punto, spiazzato dalla sua reazione sostenuta, uscì sul balcone per non disturbare Rafa e disse la prima cosa che gli venne in mente:
- L'ho detto a Cris... -
- Quando?! - Riky probabilmente stava guardando male Cris.
- Prima della partita! -
- E quando è successo? - Riky non gli dava respiro per pensare alle cose migliori da dire. Era vero che li aveva ignorati un po' quegli ultimi giorni, ma lui era così, andava a momenti. Non era fisso con una persona, un amico od un gruppo. Non si attaccava agli esseri umani, ma più alle cose, ai letti, alle camere, alle case. Infatti odiava trasferirsi troppo, cambiare spesso letto e camera e squadra. Per la squadra stava risolvendo. Non si trasferiva.
Però per il resto era un problema.
- Stanotte. Sono andato da lui e gli ho detto che tengo a lui e che voglio provarci, che non so perchè ho iniziato ma so perchè ora voglio farlo ed insisto. Mi sto coinvolgendo. Allora ci siamo baciati e lui ha detto che non aspettava altro. -
Riky alla fine si sgonfiò e sorrise con un sospiro da aria sognante sentimentale tipico suo.
- Che bello! - Karim scosse il capo e brontolò.
- Mica! Poi il mattino abbiamo fatto qualcosa, niente di che, e mi ha piantato perchè aveva la su tabella di marcia e vuole i suoi spazi e non mi ha cagato per tutto il giorno! Fra tabella di marcia, spazi e lavoro io non sono più venuto su nella sua lista di priorità! Non mi ha guardato e cercato ed ora non so che dovrei fare! Pensavo ci fossimo messi insieme! -
Riky ascoltò quel treno in corsa e cercò di orientarsi a fatica.
- Sei in camera tua da solo? -
-No ma Rafa dorme... non sapevo se andare da Zinedine o stare qua... così ho deciso che non corro dietro a nessuno, se mi vuole sono qua! - Disse alla fine imbronciato e seccato con un'aria infantile. Riky ridacchiò.
- Vuoi venire da noi? - Chiese alla fine sapendo che quando chiedeva il suo parere di solito preferiva farlo di persona.
- Scordatelo! Voglio scopare! - La voce di Cris era chiara. - Vattene dal tuo moroso e metti da parte l'orgoglio! Avete bisogno di parlare! - Disse prendendo il telefono di Riky.
- Fanculo, che ne sai! Lui vuole gestirla a modo suo? Bene, glielo faccio fare! Quando vuole sono qua! Non può dirmi che ci proviamo, mettermi le dita dove immagini, farmi godere e poi dirmi 'voglio i miei spazi!' chi si crede di essere? Pensavo che fosse una cosa di un'ora! Poi è andato avanti tutto il giorno! - Karim era stato felice perchè aveva avuto bisogno di parlare con gli altri, Sergio ed Iker, e poi c'era stata la partita e non aveva avuto tempo di pensarci bene, però ora che era in camera ci pensava eccome.
- Ti sei solo offeso perchè se non lo cerchi tu, lui non lo fa! -
Cris non aveva peli sulla lingua e Karim provò l'istinto di prenderlo a pugni, infatti cominciò a camminare a casaccio per il terrazzo.
- No! Sì! Beh, anche se fosse? È così! Non mi cerca se non lo cerco io e ci siamo appena messi insieme. Sempre che non abbia frainteso a questo punto! -
- Karim, ha solo avuto da fare, non è una cosa personale... - La voce accondiscendente di Riky si inserì di nuovo per tranquillizzarlo e Karim sospirò imbronciandosi ancora.
- Non so, però io che diavolo faccio? -
- Che ne sappiamo? - Disse Cris seccato.
- Dai! - Lo ammonì Riky. - Vai da lui e parla, ti aspetta di sicuro! -
- Non so... -
- Hai fatto qualcosa che non andava? - Karim si sorprese della domanda di Cris.
- E che avrei dovuto fare in così poco tempo insieme? -
- Non lo so, dimmelo tu! - Cris era accusatore, ma in realtà conosceva l'elemento.
- Niente non ho fatto! -
- Karim... Zinedine fa una cosa per un motivo preciso, non così tanto per fare. Se ti sta lontano è perchè lo meriti, hai fatto qualcosa che non andava! Pensaci! -
Karim pensò al tempo passato insieme quella mattina e si eccitò. Poi ricordò i morsi.
- L'ho morso! -
- L'hai morso?! - Chiese Cris pensando d'aver capito male.
- Tre volte. Non fortissimo ma forse sì... -
- Sempre chiaro... - Si lamentò Cris. - Comunque a me piacciono i morsi ma magari a Zinedine no... -
- Mi sta mettendo in riga? - Chiese Karim esterrefatto di averlo appena appreso.
- In generale o nello specifico? - Chiese il portoghese.
- C'è anche un in generale?! - Karim cadeva letteralmente dalle nuvole e Cris non si capacitava di come potesse essere.
- Karim, ti sta rivoluzionando... non te ne stai accorgendo? Ti sta cambiando tantissimo... sta lavorando su di te per toglierti tutte quelle cose che non andavano bene. Quindi in generale sì, ti sta mettendo in riga, se la vuoi dire così. Io preferisco dire che ti sta aiutando. Non è che prima stessi bene com'eri... -
Karim non sapeva proprio cosa dire, era caduto dal cielo ed era senza parole.
- E nello specifico? - Chiese senza sapere cosa stesse dicendo.
- Nello specifico non vuole che lo mordi! - Tagliò corto Cris molto schietto. Karim storse la bocca, ora sapeva cosa fare meno di prima. - Senti, arrangiati! Le coppie normali fanno così! Si arrangiano! Se vuoi vederlo vai da lui, se ti vergogni resta lì, io so cosa fare col mio ragazzo! Ciao! - Chiuse Cris la conversazione, non ne poteva più.
Karim rimase col telefono in mano a fissarlo incredulo, poi dovette metterlo giù e rimase a grattarsi la nuca indeciso. Lo stava mettendo in riga?!
Era per questo che quando faceva qualcosa che non andava bene non gli parlava o cose così?
Lo puniva quando non si comportava bene in qualche modo e lo premiava quando era giusto?
Sconvolto da questo sistema che nessuno aveva mai osato usare con lui, convinto che nessuno potesse arrivare a tanto perchè non era veramente un animale da addomesticare, ma una persona che andava accettata così com'era, si decise a prendere la porta e ad uscire dalla camera.
Pochi passi e fu davanti a quella di Zidane e bussò così forte che anche quello accanto sentì e si affacciò: era Carlo.
- Signore del Cielo, Karim. Sono questi i modi? - Si lamentò Carlo. Karim abbassò il braccio e si scusò, poi tornò a bussare cercando di diminuire l'intensità. - Per l'amor di Dio Zizou rispondi o non ci fa dormire! - Aggiunse.
Zinedine aprì sorpreso e guardò prima Karim e poi si affacciò per guardare Carlo. Si scusò a sua volta e si prese in camera il ragazzo prima che facesse chissà quale piazzata.
- Karim, sei impazzito? - Chiese a braccia aperte fermo davanti a lui. Karim era furioso e ci era finito nel giro di pochissimi secondi. Questo l'umore di un gatto selvatico.
- Non sono un animale da addomesticare! Non puoi trattarmi così! Non è che mi premi se faccio bene e mi punisci se faccio male! Mi dici cosa c'è che non va subito e ne parliamo, ma non voglio punizioni! Senza spiegazioni, poi! A che cazzo servono?! Chi ti credi di essere? Sono una persona, se ti piaccio così bene, altrimenti sai come sono, cazzo! - Karim poteva andare avanti e non fermarsi più, non stava urlando ma poco ci mancava e Zinedine capì che era quello il vero Karim. Quello che tutti faticavano a gestire.
- Karim abbassa la voce! - Disse per cominciare senza usare un tono particolarmente supponente.
- No cazzo! Ti sei messo con me perchè sono una sfida? Sempre che ti sei messo con me, oggi non mi hai cagato! Capisco gli altri giorni, non stavamo insieme, non mi dovevi niente. Ma non puoi dirmi che ci proviamo e farmi tutte quelle cose e poi lasciarmi come un coglione! E poi perchè? Mi stavi punendo per i morsi? Non so! Dimmi quando non ti piace qualcosa, non aspettare che la capisco! Odio quando giocano con me, quando mi manipolano! Non lo capisco subito ma fidati che quando lo capisco divento una bestia! Non sono un giocattolo, non sono una sfida, non sono una persona da cambiare, sono questo e basta! Nessuno mi ha mai cambiato, nessuno mi cambierà! È per questo che sono dannatamente solo, ogni volta, e che non ho relazioni serie e che nessuno riesce ad amarmi per più di qualche mese e che poi tutti mollano! Perchè sono uno stronzo, ho sbalzi d'umore, mi stufo delle persone, devo cambiare e voglio stare solo quando mi gira! Non ho un buon carattere! Non prendermi per un animale selvaggio! Sono una persona! - Karim ora puntava il dito e sparava tutto quello che gli veniva su dopo aver elaborato la notizia ricevuta.
Lo montava dentro una rabbia quasi cieca e Zinedine pensò che invece era un perfetto animale selvatico, altro che persona.
Si eccitò paradossalmente perchè gli piaceva.
Gli piaceva da matti mano a mano che lo conosceva di più.
Era forte, era travolgente e non era sempre così, a volte era docile, altre addormentato, altre ancora giocherellone e poi era sensuale ed erotico.
Per poi arrivare alla sua irascibilità.
Era tutto e non sempre, si alternava perfettamente da uno stato all'altro.
Faceva girare la testa.
Ma quel suo fuoco, quella sua arroganza, quella sua impavida furia, gli stava piacendo a livelli paurosi.
Poi pensò che doveva ridimensionarlo, così non andava di nuovo bene.
Era una sfida, Karim. Che gli piacesse esserlo o no, era una sfida. Lo era per tutti. Lo sarebbe sempre stato.
- Certo che voglio migliorarti! Non stai bene come stai ed è un peccato che per i tuoi difetti che non sono insormontabili come pensi, tu non faccia niente per sistemarti e non sia al tuo cento percento! -
- Non è una questione di calcio! - Disse Karim per non essere depistato.
- E' anche una questione di calcio! - Asserì l'altro freddo.
- Allora è solo questo! Vuoi stabilizzarmi, vuoi anestetizzarmi, vuoi rendermi un agnellino per potermi far giocare bene sempre! Fottiti! Mi stai usando per una stronzata! Ti sei fatto desiderare, mi sei entrato al punto che ci tenevo e solo per cosa? Per una questione di calcio?! - Zinedine sospirò capendo che coi ragionamenti logici e calmi non avrebbe mai capito niente, quindi lo prese per le braccia con la forza, una forza sorprendente, lo spinse sul muro e premette il braccio contro il collo per togliergli la voce. Finalmente si zittì. Gli lasciò lo spazio sufficiente per respirare ma non per parlare. Conosceva bene quella mossa.
- Se non chiudi quella boccaccia ti do una testata! - Disse a denti stretti esasperato. Karim per un momento vide quel Zidane che aveva atterrato Materazzi ai mondiali. E si fermò miracolosamente. Non che avesse scelta. - Credi di essere perfetto? Tutti hanno bisogno di migliorarsi! Io voglio che tu migliori! Sei un ragazzo pieno di potenzialità che bruci perchè sei incostante su tutto! Non ti voglio domare né dominare o addomesticare! Voglio solo aiutarti! Non stai bene e non starai mai bene e tanto meno meglio, se continui così! Finirai per bruciare tutto, persino il calcio! Ti odierai e soffrirai perchè nessuno sta bene da solo! Si tratta di fidarti di me! Sto lavorando in grande attraverso i dettagli. Non voglio sfidare una bestia feroce per il gusto del gioco d'azzardo o cosa tu pensi. Voglio solo aiutarti. - Gli occhi di Karim bruciavano mentre quelli di Zinedine prendevano altrettanto fuoco. Era tornato all'epoca delle lotte folli. L'epoca in cui aveva sofferto per arrivare dove poi era arrivato. Era cambiato. Ci era riuscito. Però non potevano sconvolgergli l'esistenza a quel modo. Non poteva.
- Perchè?! Perchè?! - Disse a denti stretti senza smettere di spingere e tentare di liberarsi. Era impossibile e più di quello non riusciva a dire. Zinedine scosse il capo e chiuse gli occhi per un momento.
Era troppo. Non se lo meritava.
Non si meritava che glielo dicesse, però a volte le punizioni non funzionavano. A volte bisognava lavorare in un altro senso.
Così lo lasciò e gli prese il viso fra le mani per appoggiare la fronte sulla sua guancia e rispondere arrendevole. O apparentemente arrendevole.
- Perchè ci tengo a te, testone. - Erano le parole che gli aveva detto Karim quella notte. Ci voleva provare perchè ci teneva a lui.
Karim smise di lottare e si accasciò emotivamente su Zinedine, si arrese e lo accolse su di sé.
Era così dolce la resa.
Lo abbracciò e l'attirò a sé chiudendo gli occhi con uno sforzo nell'espressione.
Tormento.
- Perchè ci tieni a me? - Zinedine sorrise divertito.
- E tu perchè ci tieni a me? - non era disposto a scoprirsi più di così, era già tanto quello che aveva fatto, però sapeva d'aver guadagnato una gran tappa con Karim in quel modo. Non sempre la legge della durezza era la più giusta e non avrebbe mai pensato d'attuarla.
- Non lo so... è capitato... non so perchè sono così in fissa con te... lo sono da sempre. Sei il mio idolo di ragazzino, Zizou... - Era raro riuscisse a chiamarlo così e a Zinedine piacque molto, accentuò il sorriso mentre apriva gli occhi e lo guardava. Karim era arrendevole e perso nelle sue ammissioni ed in ciò che provava. Continuò ad accarezzargli il viso coi pollici mentre glielo teneva fermo.
- E adesso sono ancora solo un idolo? - Karim aprì gli occhi con una luce diversa, stava meglio. Era malizioso, ora. E Zinedine non resisteva mai a questo tipo di sguardo suo.
- Adesso sei molto di più! Sei soprattutto il mio desiderio erotico. Io ho avuto i primi dubbi sulla mia sessualità quando lavoravo con te due anni fa... ed ora... ora che ti ho rivisto... non riesco a smettere di pensare a te... a come mi prenderai... come entrerai... come mi farai godere... come ti chiamerò e tu entrerai di nuovo... e voglio sentirlo scivolare su di me... - Zinedine si morse il labbro capendo cosa intendeva, ma stava male, stava malissimo nel sentirlo parlare così.
Come si domava uno così?
Prima una furia, ora così provocante e seducente.
Gli faceva girare la testa.
Karim unì le labbra aperte all'angolo delle sue ancora ostinatamente chiuse.
- Il tuo sperma... sul mio petto... - Zinedine ebbe la visione di lui che lo faceva davvero e non ce la faceva più, ora l'aveva duro fra le gambe e voleva solo tirarselo fuori e farselo fare. Accontentarlo. Vederlo macchiarsi del suo piacere. Non riusciva più a togliersi dalla testa quella visione. Zinedine gli morse l'orecchio sfuggendo alle sue labbra.
- Sei un bastardo... - Mormorò a sua volta erotico ed eccitato. Karim trattenne il fiato mentre le mani andavano sotto la maglia per spogliarlo.
- Anche tu... - Era vero. Erano uguali in quel senso.
- E' presto... - Disse poi Zinedine con uno squarcio di lucidità.
- Lo voglio fare... - Sussurrò ancora Karim spostando la testa per potergli parlare sul collo. E leccarlo.
Le mani in alto sulla sua schiena, sotto la maglia.
- Non adesso... - Zinedine cercava di respingerlo ma era il primo a volersi perdere in lui.
- Sicuro che non possiamo fare proprio nulla?! - Chiese sempre malizioso Karim continuando a carezzarlo sulla pelle liscia.
Zinedine spostò la mano sul suo viso per allontanarlo, ma Karim continuava a baciargli il collo, così intromise un dito sulla sua bocca per fermarlo. L'altro si limitò a succhiarglielo.
Finirono al punto di partenza. Zinedine alzò la testa e lo guardò scuotendo il capo.
Non c'era verso di ragionare con lui né di farlo ragionare.
Però era un ragazzino e doveva accettare la volontà dei più grandi. Nessuno poteva fargli fare quello che non voleva.
Anche se poi in realtà lo voleva eccome.
- Non sai ancora se stiamo insieme davvero o no, non sai il nostro modo di stare insieme, non sai cosa siamo di preciso, come vivremo questa storia. Non sai ancora niente. È appena cominciata ed abbiamo già un sacco di incomprensioni. - Disse riuscendo ad averla miracolosamente vinta sull'istinto di Karim. - No, non è proprio il momento di farlo. Voglio sentirti dire qualcosa di più di 'tengo a te' e 'ti voglio'. E soprattutto più di 'voglio sentirti dentro ed avere il tuo sperma sul petto!' - Zinedine lo provocò perchè ora aveva di nuovo il controllo, infatti ritrasse il dito e fece un passo indietro allontanandosi da lui. L'espressione sorniona. Karim stralunato. Era convinto che avrebbe vinto.
- Dai... - Disse miagolando. Zinedine ridacchiò e si tolse la maglia per poi sedersi sul letto.
Karim pensando che era la volta buona lo raggiunse facendo altrettanto, stava per abbassarsi i pantaloni quando il compagno lo prese per i polsi e l'attirò a sé, nel farlo salire sul letto indietreggiò con un sorrisino sicuro. Si stese con lui sopra.
- I pantaloni tienili! - Karim capì che non avrebbero fatto altro.
Lasciò cadere stanco e sconfitto la testa e premette il viso contro il cuscino, proprio accanto al viso di Zinedine che ridacchiò.
- Mi ucciderai... - Si lamentò ed alla fine le mani di Zinedine l'accarezzarono sulla schiena e lo rilassarono, invece di eccitarlo.
- Baciami prima di morire... - Disse con un invito sensuale. Karim si risvegliò e pensò che si sarebbe fatto andare bene anche quello.
Quindi lo baciò.
Non se ne era accorto e forse non se ne sarebbe accorto prima del giorno dopo.
Ma si era di nuovo piegato a Zinedine. Si era fatto ridimensionare ancora. Con molta fatica, ma era successo.

Il giorno dopo ancora non ci pensava. Preferiva stringere la vita di Zinedine col suo braccio e tenere incollate le labbra sulla sua spalla.
Non avevano davvero fatto altro, solo baci e carezze. Nemmeno un orgasmo.
Sarebbe diventato matto, era la verità.
Però non poteva proprio fare a meno di pensare che comunque quando sarebbe riuscito a farlo sarebbe stato sconvolgente e bello. Forse sarebbe venuto dieci volte.
Con quel pensiero si svegliò e sorrise a Zinedine che lo osservava già da un po', visti i suoi occhi vispi.
Karim faticò a mettere a fuoco il tutto, però contava che si era di nuovo svegliato con lui.
- Sarà sempre una lotta? - chiese per prima cosa ricordando il litigio della sera prima.
- Dipende solo da te... - Disse l'altro senza scomporsi.
Karim fece una strana espressione, un misto fra l'arrendevole e il contrariato.
Poi lo salutò col suo solito 'bonjour' ricambiato da quello dell'altro accompagnato da un malizioso 'chat'.

Fu come se non avessero mai litigato, Karim era un docile micio che voleva solo qualche coccola e Zinedine decise di concedergliele. Decise che non gli avrebbe negato niente, quel giorno. L'aveva bastonato abbastanza quella notte, alla fine aveva vinto lui, Karim si era arreso, quindi si era conquistato la sua attenzione.
Quel giorno, durante gli allenamenti, Zinedine rimase quasi tutto il tempo con lui. Quasi. Nei limiti del possibile.
Ad un certo punto, quando Karim lo sentì camminare con lui e percepì il suo corpo accanto, rallentò spingendolo a venirgli addosso. Zinedine non si allontanò.
- Ho capito il tuo gioco. - Disse poi con un'aria da sfida. Zinedine non fece una piega.
- Sempre meglio tardi che mai. -
Karim voleva insultarlo e dirgli di tutto, ma alla fine il calore del suo corpo in un posto che non fosse privato e coperto dagli occhi di tutti, fu troppo bello. Per non parlare del suo profumo.
Di nuovo il sistema di Zinedine ebbe la meglio.
- Mi hai di nuovo fatto fare quello che volevi tu e visto che sono stato bravo mi degni della tua presenza! - Karim era pungente, ma alla fine trovava la cosa vagamente comica.
- Ehi, non sei mica un animale da addomesticare... - Disse Zinedine ironico facendogli il verso. Karim riconoscendosi si girò verso di lui e con quella di insultarlo si mise a ridere. Ecco perchè era comico. Perchè Zinedine aveva una faccia tosta mai vista in nessuno. Gli rigirava le cose che diceva, sia che fossero intime e private, sia che fossero urlate nella rabbia. E gliele diceva come per dire 'non ho paura di parlarne, non ho paura di niente.'
Era sempre Zinedine che comandava e che gli piacesse o no, alla fine, anche se si ribellava, la vinceva sempre lui.
- Sei fortunato che sono una bestia vaccinata... non ho la rabbia... - Zinedine si mise a ridere con Karim a quel punto, sempre guardandosi e camminando praticamente appoggiati uno all'altro.
- Sicuro? Stanotte mi pareva proprio l'avessi... - Però per evitare che Karim si offendesse di nuovo per una sciocchezza simile, gli mise la mano sulla schiena.
Karim aumentò la larghezza del suo bellissimo sorriso spontaneo.
Era felice.
Zinedine capì d'averlo ancora nelle sue mani, letteralmente.
Non aveva mai lavorato in modo più soddisfacente di quello.