CAPITOLO II:
DOPPIA ANALISI INCOMPLETA




Era maledettamente emozionato, lo ammise senza problemi, fra sé e sé. E si insultò.
Sempre senza problemi.
Varcare la soglia del centro sportivo rimesso completamente a nuovo con annesso uno splendido nuovo albergo, fu strano.
Erano tutti felici ed euforici, si abbracciavano e si salutavano di continuo.
Karim diede un'occhiata veloce senza esagerare coi saluti, capendo che doveva essere successo qualcosa con Gonzalo nessuno insistette.
Karim, però, stava cercando Zinedine.
Quando non lo vide presente si sentì mille volte deluso, le sue aspettative si infransero con la cruda realtà.
Doveva aspettare un po' per rivederlo.
Era andato via l'anno passato e non si era ben capito il motivo, non aveva detto niente però sospettava che, tanto per cambiare, fosse colpa di Mourinho.
Karim ammise che pochi non avevano avuto problemi con lui.
Ora tutti potevano ricominciare. O quasi.
Quando vide Gonzalo ed il suo muso lungo che gareggiava col proprio, sospirò e scosse il capo per niente intenzionato ad andare a salutarlo.
Tecnicamente si erano lasciati, non aveva certo immaginato di rivederlo una volta tornati al ritiro.
Forse sarebbe dovuto essere più agitato per quella presenza anomala dopo i loro vissuti, però in realtà pensava che se non fosse andato in un'altra squadra, avrebbero fatto pace e si sarebbero rimessi insieme.
Karim non era tipo che perdeva tempo a negare l'evidenza e la sua era che ormai aveva uno schema.
Se c'era qualcuno che gli piaceva, non c'era santo. Alla fine ci andava insieme.
Nel caso di Gonzalo doveva dire che era arrivato ad amarlo... o almeno era stato il sentimento più forte che aveva provato.
Di conseguenza quando gli aveva detto che se ne andava, ci era rimasto male, aveva sofferto e naturalmente l'aveva fatto a modo suo. Però aveva visto Gonzalo stare altrettanto male nello stare lì con lui, la loro storia aveva distrutto Gonzalo ed era una verità innegabile.
Questo non toglieva che se invece fosse restato potevano benissimo riprendere senza grosse complicazioni.
Decise che gli avrebbe lasciato spazio e tempo.
“E poi magari non rimane...”
Disse a sé stesso per impedirsi di immaginarsi di nuovo a letto con lui.
“E' che poi ho la mania di complicarmi la vita. Mi stavo impegnando in queste ultime settimane a piantarla e lui che fa? Se ne va! Perchè? Io non capisco. Mi aveva detto di volermi aiutare...”
Continuò a rimuginarci dimenticandosi completamente Zinedine.
La presenza di Gonzalo l'aveva scombussolato.
Karim aveva mille problemi ed era una persona incapace di vivere una relazione di coppia come tutti, faceva vivere le montagne russe all'altra persona.
Gonzalo però non era tipo da montagne russe!
Questo era il problema.
“Sono sempre io quello difettoso. No, forse è meglio che evito anche se resta.” Però poi si fermò e guardò in alto come se stesse leggendo un copione. “Ma chi cazzo prendo in giro? Se resta non lo evito di certo! Fanculo!”
Non era facile per uno così complicato avere a che fare con gli altri, non dimostrava nemmeno le proprie tendenze in generale.
Se qualcuno gli piaceva faticavi a notarlo, non si esibiva in sorrisoni e battutine... tanto meno in chiacchierate estenuanti o toccate senza apparente motivo. Per non dire gli abbracci!
Capivi di piacere a Karim perchè la notte entrava nel tuo letto. O sotto la doccia. Insomma, quando gli andava partiva direttamente all'attacco, non dava segnali prima di alcun tipo.
Era tanto che parlasse continuamente con Sami e Mesut e prima di loro con Cris e Riky.
Adesso alternava un po', aveva avuto i periodi ma poiché entrambi erano due felicissime coppie, adesso rompeva le scatole un po' a due ed un po' ad altri due. Ma non aveva altri.
Se invece ammirava qualcuno diventava timido e di conseguenza lottava con sé stesso fra la voglia di fissarlo sognante e quella di starci quanto più attaccato possibile.
Karim però aveva avuto uno solo che aveva ammirato a quei livelli. Ed era Zinedine Zidane.
Quegli anni insieme, un paio di effettivi, erano stati un sogno per Karim.
José aveva chiesto a Zinedine di seguirlo e aiutarlo perchè lo vedeva bloccato. Quell'anno era stato il suo migliore. Karim al settimo cielo aveva seguito tutti i suoi consigli come vangelo.
Per ringraziare José si era messo con lui.
No, non era stato per quello, era stato perchè si era sentito capito da lui. José aveva capito che Karim era un gatto addormentato ed aveva svegliato il leone che era in lui stimolandolo in molti modi. Prima con mille litigi e poi affiancandogli il suo idolo.
Così, nel sentirsi capito, ci si era messo insieme.
Però c'era stato anche dell'altro...
Questo l'aveva distratto dal fattore 'ammirazione' che era scattato per Zinedine.
Più volte però si era perso nel suo sguardo magnetico e penetrante... e più volte aveva sognato, TIMIDAMENTE, di saltargli addosso.
Zinedine aveva un corpo maledettamente atletico ed un fascino che pensava in pochi avessero.
Avevano anche lo stesso 'taglio' di capelli, rasati corti.
Questo conferiva ad entrambi un tocco comune a cui Karim teneva molto.
Fra una voglia e l'altra aveva capito di essere gay, cosa che prima non gli era stata chiara.
Così aveva chiesto consiglio a José, tanto bravo a capirlo prima come giocatore.
Il resto era storia.
Una volta preso da José si era fatto trasportare totalmente in un'intensissima relazione sconvolgente e nel frattempo Zinedine se ne era andato. Non aveva captato l'esatto istante.
Dopo i festeggiamenti della Liga vinta, che ricordava confusa perchè era stato ubriaco come una spugna, aveva solo la sensazione che fosse successo qualcosa.
Il giorno dopo si era svegliato stranamente solo in una camera d'albergo sconosciuta, il letto matrimoniale del tutto disfatta.
E lui da solo.
Così aveva chiamato José e lui gli aveva urlato contro tutti gli insulti possibili ed immaginabili.
Aveva dedotto che aveva litigato con lui e che aveva fatto sesso con qualcun altro, ma forse José non lo sapeva questo particolare.
Karim non aveva mai indagato, solo che gli era dispiaciuto non ricordare i dettagli della festa, aveva visto delle foto sue accanto a Zinedine, il cui fascino in ogni caso l'aveva subito sempre. Specie perchè era stato lui a svegliargli gli istinti omosessuali, alla fin fine.
Quando aveva saputo che se ne andava ci era rimasto malissimo ma non aveva avuto il coraggio di cercarlo.
Così aveva passato l'estate a far pace e litigare di continuo con José.
Fino a che, all'ennesima, aveva deciso di farla finita.
Per dimenticarlo si era servito di Gonzalo. Poi, visto che aveva funzionato troppo bene, aveva pensato bene di complicarsi la vita troppo facile tradendo Gonzalo con José.
E Jeremy.
Jeremy Menez era un suo amico e compagno in nazionale.
Amico con benefici.
Perchè tanto era solo sesso e solo per sesso si poteva fare. E poi era in nazionale, era diverso.
Nella sua mente malata il tutto poteva convivere.
Gonzalo ci aveva provato lo stesso, gli aveva dato un'altra occasione. Karim e José avevano chiuso definitivamente, José aveva predisposto tutto per il suo ritorno a Londra. Teoricamente le cose con Gonzalo si sarebbero dovute sistemare.
Karim aveva ammesso di avere un problema, quello che se le cose gli andavano troppo bene, sentiva il bisogno di complicarsele e massacrarsi. Non per masochismo ma per bisogno di quell'adrenalina in corpo.
Gonzalo gli aveva detto che doveva disintossicarsi e che l'avrebbe aiutato.
Però quando l'aveva visto giocare in nazionale aveva capito che c'era qualcosa con Jeremy e che poteva sforzarsi quanto voleva, ma Karim era incapace di una relazione seria, adrenalina e malattia mentale o meno. Qualunque cosa fosse, era quello.
Allora aveva preso la sua decisione.
Per cui ora le cose erano molto complicate.
Karim analizzò per l'ennesima volta la situazione.
José se ne era andato e Gonzalo gli aveva dato lo stesso benservito, aveva passato l'estate con Jeremy ed ora il suo ex, Gonzalo, si presentava ancora al ritiro del club.
Insieme al suo grande punto debole.
Zinedine.
Quando lo pensò si piantò in mezzo all'erba su cui era appena arrivato dopo aver rivissuto tutto e pensato a tutto il pensabile.
Nel mentre erano arrivati in campo.
Ed in campo aveva visto proprio lui.
Aveva pensato proprio a tutto, eh?
Ma Zinedine dove lo metteva?
Lo vide ed inghiottì a vuoto mentre dei curiosi flash di loro due a letto insieme si sovrapponevano nella sua mente.
Lo desiderava ancora al punto di immaginare di far sesso con lui ad occhi aperti?
Era messo bene, insomma.
Karim sospirò e scosse il capo sconsolato.
Gonzalo lo ignorava, Sami e Mesut gli lanciavano continue occhiate curiose e allusive, cosa da filmare visto che di solito non lo facevano.
A quel punto si chiese cosa dovesse fare di preciso.
Fu Riky a decidere per lui e a salutarlo cominciando a parlare a macchinetta di cose che nemmeno registrava.
A lui poco dopo si aggiunse Cris, il quale, conoscendolo, probabilmente faceva gossip.
Karim finse di ascoltarli e nel mentre fissava prima Gonzalo e poi Zinedine.
Ma quei flash di loro due a letto insieme... ma erano mica normali?!
Fu quasi un sollievo cominciare i fantomatici allenamenti.
Pensò di poter scappare da quella serie di pensieri pericolosi senza uscita e distrarsi, fu così in un certo senso.
Però se avesse notato come Zinedine con le mani dietro la schiena lo fissava serio e magnetico, sarebbe rotolato a terra.


Karim aveva cominciato il riscaldamento col nuovo secondo allenatore che non gli toglieva gli occhi di dosso.
Carlo gli aveva chiesto di tenere d'occhio Riky e Karim, perchè voleva una valutazione obiettiva per uno e approfondita per l'altro.
Carlo conosceva troppo bene Riky e aveva paura di non essere molto obiettivo nel valutarlo. L'avrebbe fatto comunque, ma preferiva che anche Zinedine ci mettesse la stessa cura. Gli aveva detto di sentirsi libero di dargli consigli e aiutarlo.
Su Karim, invece, gli aveva chiesto una valutazione precisa. Sapeva che aveva lavorato in particolar modo con lui l'altra volta, per cui voleva sapere se era migliorato, peggiorato o a che punto fosse.
Karim e Riky si allenavano spesso insieme nello stesso gruppo od uno vicino all'altro.
Anche Cris, ma sapeva bene perchè Cris cercava sempre di stare nei paraggi di Riky.
Avrebbe deciso di lasciargli i primi giorni, i due stavano insieme e dovevano recuperare il tempo perso.
Poi avrebbe dato loro un giro di vite impedendogli di pensare più uno all'altro che all'allenamento.
Per Karim, però, i propri pensieri faticavano a restare concentrati.
Lo irritava molto, la cosa.
Come osava distrarlo dai suoi doveri?
Il primo giorno poteva andare bene, però anche solo un istante in quello stato d'animo per lui era inaccettabile.
Probabilmente però era inevitabile.
Zinedine ripensò alla loro notte insieme.
Avevano festeggiato la vittoria della Liga insieme a tutti gli altri, particolarmente vicini fra loro. Così tanto che, una volta che Karim era stato bello che ubriaco, ci aveva provato apertamente con lui.
Aveva deciso di starci pensando che non fosse così tanto fuori.
L'aveva portato in albergo ed avevano fatto sesso.
Un sesso indimenticabile.
Karim aveva un gran bel corpo e possedeva un fascino particolare, non era una bellezza classica, però aveva un certo qualcosa che attirava certe persone. Lui pensava di essere fra queste.
Durante l'anno avevano lavorato molto insieme, l'aveva visto raggiungere degli eccellenti risultati a calcio ed era stato molto fiero di lui.
Però non era stato solo quello.
Aveva pensato che Karim fosse suo, in un certo senso. Che gli appartenesse.
In qualche modo l'aveva pensato... forse sentirsi José che gli affidava il francese gli aveva dato quel potere. Il potere di considerarlo suo.
Zinedine però era un tipo molto professionale e si era detto prima il dovere e poi il piacere.
Avevano avuto molte occasioni per approfondire il discorso, spesso gli era scappata qualche avance. Karim però era un ottuso addormentato e non aveva capito perchè lo sfiorava in certi modi o perchè lo fissava come se dovesse mangiarselo.
Però aveva visto come lui ricambiava i suoi sguardi. Erano sempre stati molto focosi anche i suoi.
Non poteva sbagliarsi.
Karim lo voleva quanto lui, solo che non aveva capito le sue tendenze e quindi, ottuso com'era, non si lasciava andare. Però lo voleva.
Attese comunque la fine del campionato e ad un certo punto qualcosa era successo in lui, come che fosse scattato.
Gli sguardi erano stati consapevoli e molto comunicativi. Quasi che gli desse l'assenso.
Però c'era il calcio di mezzo.
Quella notte se l'era preso.
Il campionato era finito e l'avevano vinto, non c'era più stato motivo per trattenersi.
Era stato nell'amplesso più bello degli ultimi suoi tempi che Karim aveva nominato José nell'ubriachezza dell'orgasmo e dell'alcool.
Così aveva realizzato.
Karim si era messo con José, non aveva aspettato lui.
Aveva capito di essere gay e si era messo con José. Perchè José?
Furioso con sé stesso per aver aspettato troppo e per essere stato giocato così da un ragazzino e da uno stronzo -tale aveva valutato quell'uomo dopo quella notte-, se ne era andato senza dire niente quando Karim era crollato accanto a lui.
Aveva annunciato di volersene andare e basta.
L'anno successivo non aveva fatto parte dello staff. e Karim non l'aveva cercato dandogli conferma che non gli era interessato davvero.
Però quando durante l'anno si erano rivisti per la consegna di quel premio a nome della commissione di calcio francese, che identificava Karim come il miglior giocatore francese dell'anno, si erano fatti dei gran sorrisi felici e coinvolgenti.
Aveva visto Karim acceso dello stesso fuoco speranzoso dell'anno prima e si era chiesto se stesse ancora con José. Se si fosse sbagliato. Se dovesse parlargli.
Però una notte era stata breve, la consegna era andata veloce così come le foto e le interviste dove aveva parlato bene di Karim.
Avevano avuto solo un po' di tempo insieme da soli e aveva avuto la netta impressione che volesse chiedergli qualcosa che non osava.
Che fosse intimidito? Uno come lui?
Gli era sembrato strano, aveva provato ad alleggerire la situazione parlando dell'anno in corso e di come andavano le cose, ma lì si era incupito e teso di nuovo.
Avevano grossi problemi in squadra col mister. L'aveva chiamato così.
Aveva capito che non stava più con lui.
Quando aveva fatto per baciarlo, il suo telefono aveva suonato.
Karim era corso a rispondere perchè era Gonzalo.
A quel punto aveva capito le evoluzioni.
Del resto se ne era andato, l'aveva piantato, non aveva più diritto di crederlo suo.
Karim non era uno che si fermava a piangersi addosso e gli piaceva anche per quello.
Così poi l'aveva salutato, gli aveva fatto gli auguri per l'anno che rimaneva da giocare e se ne era andato.
Karim l'aveva chiamato poco prima di uscire e gli aveva chiesto se sarebbe tornato. Zinedine non ci aveva mai pensato, però in quel momento aveva sorriso accattivante in quel modo tipico suo, sciogliente, e come se avesse accettato una proposta oscena aveva detto che se le condizioni l'avrebbero permesso, gli sarebbe piaciuto tornare.
Questo aveva fatto felice Karim e di conseguenza lui.
Adesso che era veramente tornato e che le cose andavano meglio che mai, doveva capire a che diavolo di punto fosse il ragazzo.
Gonzalo in teoria se ne era quasi andato via, i due effettivamente non si parlavano. Dunque non stavano insieme.
José era bello che andato.
Sembrava fosse tutto a posto, che ci fosse il via libera.
Il punto era che Karim non stava mai fermo senza nessuno. Aveva capito che non ne era capace, una volta che aveva capito chi era e chi gli piaceva, cioè i ragazzi, ne aveva sicuramente avuti uno dietro l'altro. Anche più di uno per volta.
“Però andiamo, quando mai questo mi ha fermato? Anche se non è libero, se voglio qualcosa me la prendo lo stesso. E se voglio Karim me lo prendo, fidanzati o non fidanzati! Adesso basta avere riguardi! A fare prima il dovere e poi il piacere ho perso un treno che non avrei dovuto perdere. Quando giocavo non ero così ligio, dannazione. Anzi. Tutto il contrario. Forse è per questo che quando son passato da questa parte, in reazione son diventato più 'serio'. Però non mi ha portato a benefici piacevoli, così al diavolo. Sono grande per fare tutte e due le cose. Anche perchè comunque non è che Karim stia fermo senza far nulla, eh?
No lui spetta a me di diritto, è così e basta.”