CAPITOLO XXI:
CONTROVENTO

Carlo porse un latte caldo a Cris consapevole che poteva essere la sola cosa calmante. Certo un caffè sarebbe stato fuori luogo.
Lui invece si sedette con una cioccolata ed uno snack e Cris lo guardò con una smorfia, non si capacitava di come potesse mangiare schifezze a quell'ora.
Carlo non se ne accorse nemmeno e dopo aver divorato la sua preda, gli indicò il bicchiere che aveva ancora in mano.
- Bevilo caldo, non sarà il massimo ma poteva andare peggio... - Disse come se tutto c'entrasse sempre col cibo.
Cris alla fine ipnotizzato da quello strano uomo che non incuteva timore a nessuno, bevve rendendosi conto di quanto ironico fosse essere lì col padre di Riky. Ormai nella sua testa Carlo era il padre.
- Sai cosa facevo quando al Milan si alzava la tensione? - Cris sbatté le palpebre per quella domanda strana.
- Ingozzava i ragazzi? - Chiese ironico senza riflettere che magari poteva offendersi.
- No... tiravo fuori qualche scherzo, qualche gioco... - Cris sbatté ancora le palpebre incapace di immaginare cosa stesse dicendo.
- Lei... cosa? -
- Cristiano, dammi del tu! Come te lo devo dire? - Cris allora si scusò e cercò di concentrarsi su di lui e quel che diceva.
- Insomma... facevi scherzi? - Carlo annuì con un sorrisino divertito. Era molto amichevole anche solo guardarlo, se poi si esponeva così era chiaro che la direzione fosse solo una.
- Del tipo? -
- Del tipo... dovevo sapere a chi farli perchè c'erano sempre quelli suscettibili che invece di smorzare la tensione, l'alzavano... -
Cris annuì.
- Chi sarà mai? - Chiese ironico.
- Sheva era fra quelli senza senso dell'umorismo, ma non era colpa sua, non era nel suo DNA... - Cris rise all'uscita. Parlava di lui come se fosse un robot.
- E' così freddo davvero? - Carlo si strinse nelle spalle cercando l'aggettivo giusto.
- E' dell'Est, è il classico dell'est... il suo carattere è quello. Molto gentile e a modo, ma chiuso e distaccato. Solo in campo potevi vederlo cambiare. O si infuriava, ed allora erano guai per chiunque, o gioiva per i goal. Due erano le cose. Ricordava una tigre, in certi momenti. Prendeva la palla e a costo di sbaragliare tutti, la infilava in rete. - Cris fece un sorrisino.
- Io mi sono trovato bene con lui... non tutte le volte che l'ho incontrato... però qualche settimana fa l'ho incontrato ed abbiamo parlato bene e riso insieme, così anche prima è successo. È così strano vederlo ridere? - Carlo inarcò le sopracciglia sorpreso.
- Al di fuori del campo e di un goal? Sì! -
- Dai!? Con nessuno rideva? -
- Sì, naturalmente sì, ma solo con quelli che conosceva bene e comunque tendeva sempre a controllarsi, erano sorrisi più che risate. - Cris rimase in silenzio a rifletterci. Era un elemento particolare, descritto così. Prima aveva pensato che Riky avesse esagerato e gli avesse fatto una gran piazzata per nascondere qualcosa che aveva fatto con lui. Impensabile, ovviamente, però Riky geloso di lui ed Andriy se lo poteva spiegare solo in un modo.
- Con me ha riso... - Disse allora.
Carlo era sorpreso.
- Significa che hai trovato una chiave... -
- Credo che sia diverso da com'era quando giocava. Io l'avevo già incontrato, ma in effetti era diverso. Ora è più rilassato. -
- Sì... - Fece Carlo pensando ai suoi ultimi anni di calcio molto sofferti. - Non era una persona facile e quando aveva problemi si chiudeva di più. Quindi credo che è vero, si è rilassato quando ha lasciato, per lui è stata una liberazione. - Cris ascoltava interessato il quadro di quel misterioso ragazzo. - Però resta uno che non ride con chiunque. Penso che hai trovato una buona chiave... di cosa parlavate, posso chiederlo? - Cris si stupì che glielo chiedesse, si interessava, ma non era un impiccione fastidioso, gli veniva voglia di rispondere e confidarsi.
“Effetto padre?”
Si chiese assurdamente.
Cris fece mente locale su quella volta di settimane fa e rispose sorprendendo sé stesso per primo.
- Riky... - Carlo lo guardò attento perchè percepì in arrivo delle informazioni non da poco.
- Riky? -
- Sì... ecco... ho nominato Riky e si è illuminato, così mi ha chiesto come sta ed io ho risposto con una battuta su di lui, non ricordo bene. Però il fattore scatenante è stato lui. - Carlo fece uno strano sorrisino, come di chi capisse.
- Allora è così che funziona... - Disse come fra sé e sé. Cris lo guardò senza capire.
- Cosa? -
- Queste relazioni... quando io penso che sia affetto fraterno è un altro tipo di affetto! - Cris lo fissò così male che Carlo alzò le mani per fermarlo.
- No non intendo ora... cioè anche... ma volevo dire che quella volta Riky ed Andriy avevano un modo di stare insieme diverso. Pensavo che Andriy lo volesse proteggere... si trattava più che altro di questo... ed è un po' quello che pensavo facessi tu con Riky, i primi giorni vi ho studiati e pensavo fosse così. Poi Zizou mi ha spiegato e... - Carlo si imbarazzò e si fermò per poi tossire e riprendere. - Così ci sono dei rapporti che ho frainteso del tutto. -
Non era piacevole parlare di queste cose proprio quella sera.
- Riky dice che non sono stati proprio insieme... però in un certo senso erano una coppia. Era più un amore platonico. - Carlo ci pensò.
- Vedendola con la chiave che uso ora, penso che sia vero. Un amore platonico. Perchè Andriy lo considerava un ragazzino troppo pulito e conoscendolo non l'avrebbe mai toccato. E poi è diverso da come state insieme voi due. Comunque voi siete come le linee che compongono la T. Sempre una cosa sola. Loro due erano più l'articolo IL. -
Cris si perse per un momento per capire cosa intendesse, poi ci riuscì e si calmò del tutto. Non si chiedeva come potesse credergli, si diceva solo che Carlo li conosceva troppo bene per sbagliarsi. Poteva aver dato dei nomi sbagliati a ciò che erano, ma la sostanza era vera.
- Non mi importa se stavano insieme o no. È passato. Ora sta con me. - Carlo sospirò e mormorò qualcosa del tipo 'il mio bambino'. - Però mi dà fastidio che mi faccia piazzate per niente quando magari dovrei essere io a farle. Sono sicuro di lui, so che non mi tradirebbe mai, nemmeno col suo ex od il suo punto più debole. Però non mi può accusare di una cosa tanto assurda... perchè, poi? - Cris non voleva raccontargli tutto, era imbarazzante, però qualcosa stava uscendo e Carlo cercò di tappare i buchi da solo.
- Non ha avuto tempo di rifletterci abbastanza. Riky è uno che ha bisogno di tempi lunghi per capire le cose e non fare cose precipitose. Se gli viene messa fretta nel momento sbagliato, quando non è pronto, fa disastri. Sembra perfetto perchè ha un buon carattere, ma non lo è. È normale, insomma. Come tutti. - Cris si disse che era proprio un padre. Conosceva Riky davvero molto bene.
Alla fine sospirò e mise giù il bicchiere vuoto alzandosi e stiracchiandosi molto più calmo. Ora era tutto molto chiaro. Andava bene così.
- Allora cercherò di non metterlo con le spalle al muro di nuovo! - In una relazione era inevitabile, ma almeno ora sapeva una cosa nuova di Riky che aveva ignorato fino a quel momento.
Era bello saperne sempre di più ancora dopo 4 anni.
Carlo sorrise e si alzò con lui, gli mise una mano sulla spalla e sbadigliando gli diede la buonanotte senza aggiungere altro.
“Ci è andata proprio bene questa volta!”
Cris ora ne era proprio sicuro.


Riky girovagava come un fantasma in pena alla ricerca di pace e redenzione, i corridoi erano semi bui ed in effetti c'era da spaventarsi nell'incontrarlo...
Non sarebbe tornato in camera fino a che non avrebbe trovato Cris, a costo di bussare a tutte le porte.
Decise di provare prima nei posti dove si sarebbe potuto andare a rifugiare da solo per sbollirsi, quindi puntando la sala relax, finì per sbagliare completamente direzione e... perdersi!
Quando capì di non essere nell'ala giusta, era tardi.
- Ti sei perso? - Una voce dietro di lui lo fece sobbalzare, col cuore in gola si voltò per vedere una figura nell'ombra indistinguibile. Si mise una mano sul petto e sospese il fiato in attesa di sapere se sarebbe morto o cosa.
Ed ovviamente pregò Dio.
- Riky, sono io... - Nel sentirsi chiamare a voce, si fece avanti e solo quando riconobbe Casemiro tirò un respiro di sollievo.
- Cas! - Ormai lo chiamavano così! - Cosa ci fai qua? - Casemiro rise avvicinandosi con un gran
sorriso.
- E tu?! - Riky si grattò la nuca e si guardò intorno spaesato.
- Credo di essermi perso, cercavo la sala relax... - Casemiro alzò un sopracciglio.
- E' dall'altra parte... - Riky arrossì. - Ma come mai a quest'ora? - Casemiro cominciava ad essere troppo curioso e Riky non voleva fare una totale brutta figura e dirgli per cosa aveva litigato con Cris.
- E tu che fai qua? - Chiese cambiando discorso. Quando non voleva dire qualcosa era abilissimo.
- Ecco... - Casemiro arrossì violentemente e Riky nel notarlo si fece più vicino convinto che non fosse imbarazzo quello che percepiva.
- Cas? - Però quando lui gli faceva una domanda non poteva non rispondere.
- E' successa una cosa ed avevo bisogno di camminare per calmarmi e riflettere... - Riky non era curioso di natura, ma davanti a tanto mistero non poté che indagare.
- Ti va di parlarne? - Riky era il punto debole di Casemiro, naturale che volesse parlargliene.
Alla fine, sospirando, decise che poteva fidarsi. Anzi, ne era sicuro. Così si avviò piano verso la loro zona d'albergo e nel mentre, lì nella penombra dei corridoi, cominciò a parlare piano ed imbarazzato.
- Non so come dirlo... insomma... ho ricevuto una delusione indiretta in amore... - Riky pensò che la stava prendendo molto larga.
- Indiretta? -
- Sì... Pepe mi ha detto che la persona che mi piace è seriamente impegnata con qualcun'altro... - Riky amò Pepe per avergli tolto il problema di doverlo rifiutare in un eventuale dichiarazione.
Però qua il mistero si infittiva e si fece attento.
- Ok... - Non gli avrebbe mai chiesto i particolari. La sua voce era confidenziale e calma, quindi stimolava Casemiro a continuare.
- Ed ero un po' giù... dopo lo shock è arrivata la botta... - Riky si dispiacque, era un bravo ragazzo, non meritava di stare male per una cosa così.
- Mi dispiace... - Disse sincero.
- Così stasera che ero particolarmente giù, mi sono imbattuto in... - arrossì e tossì. - Alvaro. -
- Morata? - Chiese conferma perchè c'era anche Arbeloa ed in effetti uno lo chiamavano Al e l'altro Alvaro.
Casemiro annuì.
- Siccome eravamo amici perchè eravamo nelle giovanili insieme, si è preoccupato per me e mi ha chiesto cosa avessi... mi vergognavo a parlarne con gli altri, lui lo ha capito e mi ha invitato in camera sua se avevo voglia di sfogarmi. Siccome ne avevo bisogno ho accettato. Però dopo che ho cominciato a parlare della mia delusione amorosa e dopo che lui mi ha ascoltato e tirato un po' su e distratto... insomma, eravamo lì, mi ha abbracciato, lui è un ragazzo dolcissimo e molto bello e penso che... - Casemiro esitò, non poteva dire che somigliava tantissimo a Riky e che nella confusione del suo dolore aveva pensato fosse lui... - non so cosa mi sia preso, l'ho baciato. Lui all'inizio è stato sorpreso e poi ha risposto. Credo che forse gli piaccio... non mi pare uno che bacia chi gli capita... però nemmeno io lo sono... e forse... non lo so... sono uscito subito scusandomi e mi sono messo a camminare cercando di capire ma non ne vengo a capo. -
Per Riky era tutto molto chiaro.
Sì Alvaro assomigliava a Riky sia d'aspetto che caratterialmente, ma questo indicava solo che a Casemiro piaceva quel genere di persona... quello che Riky aveva capito era un'altra cosa. Lo fermò e gli circondò dolcemente le spalle con un braccio per calmare la sua enorme agitazione, mentre nel frattempo erano giunti davanti alle loro camere.
- Cas... posso dire cosa penso? - Casemiro non osava guardarlo, annuì in fretta. - Credo che tu confondevi il sentimento per l'altro ragazzo per qualcosa di diverso. Penso che tu provavi ammirazione e rispetto... è uno più grande di te con una certa esperienza nel calcio? - Non poteva dire 'sono io'. Anche lui la stava prendendo molto larga.
Casemiro annuì ingenuamente non immaginando che lui sapesse.
- E' un po' il tuo idolo... - Casemiro annuì. - Non è che ti stavi innamorando o cose del genere. Hai confuso i sentimenti. Mentre magari nutrivi qualcosa per Alvaro e non te ne sei reso conto prima di stasera. Prima eri troppo preso da questo ragazzo per accorgerti di lui... appena c'è stata l'occasione l'hai colta istintivamente... può essere che è così? - Pepe e Marcelo avrebbero detto che Riky stava abilmente rigirandosi Casemiro a proprio piacere per spingerlo nelle braccia di un altro, affinchè lo lasciasse in pace e non gli rompesse più le scatole complicandogli la vita. Poteva anche essere così, questo non toglieva che Riky fosse sincero nel dirgli quelle cose.
E che fossero vere.
Casemiro cominciò a vederci bene per la prima volta.
Era come avere gli occhiali scuri al posto di quelli normali e non accorgersene finchè uno non te lo faceva notare. Prima non notavi la differenza... dopo sì!
A quel punto, però, una tossita alle loro spalle li fece saltare spaventati entrambi allo stesso modo, infatti si aggrapparono l'uno alle braccia dell'altro istintivamente e si girarono a guardare chi era. Quando videro Cris, Casemiro inghiottì a vuoto terrorizzato convinto che ora lo picchiasse, anche se non aveva mai avuto paura di lui ed anzi gli era piaciuto molto, e Riky pensò solo una cosa.
“Tempismo perfetto, insomma!”
Non aveva idea di quanto.
L'espressione di Cris era rigida come un marmo scolpito e altrettanto fredda.
- Cas, vai pure, ci penso io... - Casemiro provò a dire qualcosa, ma vedendo gli occhi versione lame affilate di Cris, decise di lasciare la patata bollente a Riky. Non stavano facendo nulla, ma coi precedenti di Riky e della sua scenata di gelosia, adesso le cose erano decisamente più complicate.
Molto.

Cris andò dritto nella camera senza dire una parola e Riky sospirò e lo seguì. Lo percepiva dalla schiena dritta e dalle spalle tese. Era furioso.
Riky chiese un piccolo aiuto a Dio per calmarlo e fargli capire che non era successo niente, il problema erano i precedenti... poi alla fine la voce di Sergio gli risuonò nella mente.
'Se le cose vanno male abbassati le mutande e ti perdonerà!'
Aveva detto qualcosa del genere?
L'aveva reputata un'idiozia eppure improvvisamente gli sembrava una grande idea.
E forse l'unica.
“Che Dio mi perdoni, ma se non uso me stesso come arma per risolvere questo problema, qua non ne esco più!”
Cris era già pronto per dormire, quindi quando entrò si mise sul letto e si girò dall'altra parte con quella di ignorarlo e dormire.
Non voleva parlare ora, non era lucido e soprattutto era troppo arrabbiato. Sapeva che avrebbe finito per pentirsene se si fosse messo a discutere.
Però era furioso.
Prima gli faceva scenate di gelosia assurde che non stavano né in cielo né in terra e poi non solo era lui che eventualmente aveva qualcosa da nascondere, ma si faceva anche trovare abbracciato ad un altro che lo corteggiava.
Casemiro gli era sempre piaciuto perchè a pelle lo sentiva dei loro, Cris era molto istintivo in queste cose, ma in generale non c'era nessuno con cui non andasse d'accordo in squadra. Instaurava sempre con tutti ottimi rapporti.
Anche quando aveva cominciato a capire che Cas aveva un debole per Riky aveva capito, dopo un primo momento di fastidio.
Come non avere deboli per Riky?
E poi era tranquillo su di lui, però gli dava fastidio quando Riky, per pura gentilezza, dava corda a tutti quelli che gli correvano dietro.
Perchè non poteva mettere dei paletti precisi?
- Cris... - Tentò Riky piano non sapendo bene cosa dire.
Lui non rispose e non si voltò. Riky allora si sedette sul letto aspettando qualche secondo, voleva provare lo stesso a spiegargli.
Si davano vicendevolmente la schiena e Riky era abbattuto e guardava le proprie stesse mani.
- Mi dispiace per prima in camera... non volevo fare piazzate, non so cosa mi è preso. Non volevo fare il geloso, volevo solo capire... però mi rendo conto che ero solo geloso. Io... io sono sempre geloso di te, mi dà fastidio quando chiunque si avvicina a te perchè penso che tutti vorrebbero avere un'occasione con te ed a me questa cosa manda in tilt il cervello. Cerco sempre di trattenermi ma... sono geloso persino dei tuoi migliori amici! Sono geloso di Fabio, di Pepe, di Marcelo, di Sergio, di Mesut, di Karim, di... chiunque ti si avvicini... sempre... però mi sforzo, so che sono pazzo e non ha senso e così metto tutto da parte. A volte però non ci riesco. Sono scoppiato nella cosa che meno di tutte mi poteva dare ragione, lo so. Fra te e Andriy non potrebbe mai succedere nulla nemmeno fra milioni di anni luce, ma quando ho pensato che potevate ridere così solo dopo dei precedenti molto intensi come quelli che io ho avuto con Andriy, allora non ci ho capito più nulla. - Cris si era sforzato di non dire nulla ma a quel punto scattò sedendosi completamente sul materasso, infatti rivolse la schiena alla spalliera del letto e tirò su i piedi per guardarlo.
- Pensi davvero che potrei andare con lui? Dici che è come fosse il tuo ex anche se è stato solo amore platonico... oggi vi siete visti da soli e poi sono io, IO, quello che dovrebbe aver fatto qualcosa con lui chissà quando? Riky, ma ti senti?! -
Riky sospirò e si girò a sua volta verso di lui, vide i suoi nervi tesi in un fascio muscolare evidente. Gli occhi erano due lame gelide che lo colpivano e lo ferivano facendolo sentire in colpa come non era mai successo.
- No... però non ci ho ragionato... ero geloso e basta... - La voce era un mormorio, era mortificato e si vergognava molto.
- Riky, a me piace quando sei geloso, a volte flirto con gli altri di proposito perchè mi piace quando poi fai qualche scenata. Ma quando non faccio niente e non c'entro nulla no, non ci sto! Sei tu che mi hai nascosto qualcosa, sei tu che potevi aver fatto qualcosa con lui! Eppure non sono geloso! Non lo sono mai! Tu hai tutti che ti adorano e ti ronzano intorno a partire dai giovani... Casemiro venderebbe il pancreas pur di poter stare con te e tu sei gentile con lui perchè non vuoi farlo rimanere male! Cazzo, lo capisci che fra noi sono io quello che ha motivo di essere geloso e non tu!? Eppure sono io quello trattato come non merita! -
Riky si strofinò il viso, gli veniva da piangere rendendosi conto di quello che aveva fatto nel complesso, di quello che faceva sempre senza accorgersene perchè era in buona fede, ma capiva che non era giusto risolverla così. Si sentiva un'autentica schifezza e per un momento ebbe il terrore di non poterla risolvere.
Aveva ferito Cris e non se ne era nemmeno accorto, come poteva pensare di sistemare tutto con un bacio o qualche lacrima?
Si sentiva la peggior persona del mondo ed ora era lì in bilico su un filo d'acrobata incapace di muovere un passo.