CAPITOLO XXV:
AMARE E' LASCIARE LIBERI

Zinedine era convinto che quella di Riky fosse solo paura di non essere all'altezza e deludere.
Dopo tutta la fatica fatta per arrivare lì e le aspettative nate nel vedere che alla fine aveva vinto la guerra, magari non era comunque all'altezza. Tutti aspettavano il suo grande ritorno, poteva non essere come pensavano.
Però se preferiva andarsene non poteva obbligarlo del contrario.
C'era solo da vedere se poteva effettivamente accontentarlo.
Decise di non parlarne più, provare a convincerlo sarebbe stato utopistico a quanto pareva. Probabilmente Cris avrebbe avuto successo, per questo voleva glielo dicesse subito.
Non poteva rivoluzionare tutto per poi dire che voleva rimanere.
“Ma se resta è solo perchè non riusciamo a farlo andare via... non perchè lui cambia idea. Vuole andare via da troppo tempo... non c'entra il rapporto con Cris che va alla grande, è solo una questione di calcio, come è giusto che sia. “

Per cena Riky fece qualcosa di semplice e leggero, Zinedine avvertì a casa che non sarebbe tornato a mangiare, notizia abbastanza normale, e lo aiutò.
I due parlarono molto, in certi momenti riuscirono a scherzare, altri tornarono a parlare di calcio, possibilità e piani. Zinedine vedeva Riky alla pari in un certo senso, lo sentiva piuttosto vicino in qualche modo.
E poi parlare con lui era estremamente facile.
Così tanto facile.
- E così cosa è successo quella sera con Casemiro e Cris? - Chiese poi durante la cena. Riky ripensandoci si mise anche a ridere.
- Guarda, da non crederci! Sembra un telefilm! Era giorni che Cris si era convinto che Cas ci provasse con me, ma cercava di non ucciderlo. Io un po' me ne ero accorto in effetti, però non so, ad un certo punto Cas si è demoralizzato. Non so cosa sia successo, però da che mi stava sempre vicino a che non ci è più stato e si è mostrato depresso. Boh, fatto sta che una sera io e Cris litighiamo per via di Andriy, io gli faccio una piazzata di gelosia... -
- Tu a lui?! - Esclamò Zinedine incredulo.
Riky rise.
- Sì... e lui appunto si arrabbia perchè mi dice come oso io essere geloso quando in caso dovrebbe essere lui! -
- Ma non era geloso? -
- No, lui è raro che lo sia perchè sa che piuttosto che tradirlo mi uccido... cioè non lo farei mai e poi mai, quindi lui è tranquillissimo di questo. -
- Nemmeno con Andriy?! - Riky strabuzzò gli occhi.
- Che ne sai tu di Andriy? -
Zinedine fece un sorrisino ironico.
- Ehi, era risaputo che avevate una tresca all'epoca del Milan. - Riky si soffocò col boccone. Tossì l'anima e poi tornò alla vita.
- No, non stavamo insieme però è per lui che ho avuto i miei dubbi sulla mia sessualità. E mi sono sposato con Carol precipitosamente! -
- Insomma Cris non è geloso... -
- No... però quella volta lo ero io. E si è arrabbiato. Per cui se ne va a sbollirsi. Io sono tutto agitato in giro a cercarlo, alla fine Iker e Sergio mi calmano e Carlo calma Cris... -
- Carlo calma Cris?! Ma scusa, non parliamo di una notte?! - Riky rideva e annuiva. - E che ci faceva in giro di notte?! -
- Eh, non lo indovini? - Zinedine fece l'espressione da 'che imbecille che sono.
- Spuntino? - Riky allargò le mani annuendo.
- Insomma lui lo calma. -
- Ha fatto il suocero! Ma che carino! - Zinedine avrebbe preso in giro Carlo il giorno dopo!
- A quel punto stiamo camminando entrambi per i corridoi di notte per andare in camera, io mi perdo e chi ti incontro? -
- Non Cris immagino... - Zinedine era anche preso dal racconto.
- No... Cas. -
- Cas!? -
- Cas! Era in giro anche lui ed era tutto sconvolto, così mentre torniamo verso la camera, gli chiedo cosa è successo, lui mi racconta che si stava confidando con Alvaro e gli è scappato un bacio, siccome non aveva mai pensato a lui in quel senso è scappato, ora non sapeva cosa fare... - Zinedine si mise a ridere per l'assurdità. Com'era possibile che ci fosse ancora gente che non sapeva cosa fare dopo un bacio? - Indovina chi incontriamo quando riesco a calmarlo e lo abbraccio prima di lasciarlo andare a dormire? -
- Cristiano! - Zinedine ormai rideva con le lacrime agli occhi.
- E' assurdo o no?! -
- Da morire! Ti ha fatto la scenata di gelosia, scommetto! -
- Eh... non voleva parlarmi... -
Zinedine sapeva che avevano fatto pace, ma non riusciva a capire come, viste le premesse.
- E poi? -
- Poi l'ho convinto a perdonarmi! -
Zinedine lo fissò in attesa del resto.
- Non mi lascerai i dettagli all'immaginazione... -
Riky fece lo sguardo da 'ma dai!', però si decise a dirgli qualcosa. Arrossendo.
- Diciamo che... so qual è il suo punto debole! -
- Sei tu? - Annuì e fece uno sguardo furbo.
- Ed i piedi! - Disse veloce alzandosi dal tavolo e sparecchiando imbarazzato.
Zinedine rimase di sasso.
- Cosa?! - Riky tolse tutto alla velocità della luce mentre si pentiva di quello che aveva detto.
Visto che continuava a non dire nulla, Zinedine si alzò e si mise appoggiato al tavolo con le braccia conserte in attesa, l'aria da pantera in agguato.
- Cos'è che hai detto? - Aveva capito 'i piedi' ma non era certo che fosse corretto, cosa c'entravano i piedi? La cosa lo incuriosiva troppo, per cui Riky continuò a togliere tutto imbarazzato senza voler dire altro e Zinedine insisteva.
- Hai detto piedi. In che senso piedi? -
Riky non ci poteva credere che glielo stesse chiedendo, era estremamente imbarazzante per lui ed ormai era la fine, Zinedine gli prese il polso e lo fermò, ora doveva saperlo e quando decideva una cosa non mollava.
Riky si fermò, lo guardò coi suoi grandi occhi imbarazzati ed alla fine, sotto l'accusa di Zinedine, rispose.
- Il suo punto debole sono i piedi, sono estremamente sensibili ed adora quando... facciamo le cose erotiche... con quelli... - Zinedine capì cosa intendeva e spalancò la bocca per cui Riky scappò in soggiorno vergognandosi come un ladro!
- Gli hai leccato i piedi! Piccolo bastardo! - Riky voleva morire, era sprofondato nel divano e si copriva il viso, non poteva crederci che l'avesse detto. Ora Cris avrebbe ucciso lui.
Zinedine arrivò ancora scandalizzato dal fatto che proprio mister angioletto avesse fatto davvero una cosa del genere, quando lo vide che stava cercando di uccidersi gli si buttò dietro, sedendosi sul divano con lui, e ridendo lo circondò con le braccia finendo per contagiarlo e farlo ridere a sua volta fino a piangere.
- Dai non vergognarti! È che uno non ti penserebbe mai capace di una cosa del genere! Non fustigarti ora! Dai... e così il suo punto debole sono i piedi... eh, buono a sapersi! - Riky smise di soffrire a colpo e girò la testa di scatto fissandolo con due lame affilate come ghiaccioli.
- E con questo che vorresti dire? -
Zinedine si raggelò e lo lasciò subito andare alzando le mani in avanti come per arrendersi, poi con aria tragicomica si spostò all'indietro per allontanarsi. Improvvisamente era molto minaccioso!
- Niente, niente... solo 'buono a sapersi!' -
- Non esiste un 'buono a sapersi' senza un sottinteso scomodo dietro! - Riky ora sembrava un mastino, Zinedine si stupì della sua doppia faccia.
- Ma quale sottinteso scomodo? -
Riky si avvicinò minaccioso -cosa incredibile di suo- e lo puntò col dito al petto tutto preso dalla cosa.
- Stai pensando che se me ne vado e vorrai fare qualcosa con lui, potrai usare i piedi per sedurlo! Se lo fai giuro che non mi riconoscerai prima di morire! - Questa minaccia aveva dell'incredibile sia perchè veniva da lui, sia perchè era davvero sottile e fantasiosa.
Zinedine trattenne il fiato nel fissarlo stralunato, incredulo.
L'aveva addosso, lui ed il suo dito, e lo fissava simile ad un diavolo.
Voleva fargli una foto.
- Allora fra voi sei tu quello geloso! Cioè era vero! Cris mi aveva detto una cosa simile, ma non ci credevo... sei tu quello geloso sul serio! - Riky voleva sprofondare, ma al momento era più importante fermare Zinedine e le sue insinuazioni.
- Guarda che conosco molti punti deboli anche di Karim se è per questo! Non ti piacerebbe sapere cosa potrei fare con lui! Pensa a questo se ti viene in mente di toccare i piedi di Cris! E non mettermi alla prova, quando perdo la testa, e la perdo solo per Cris, non mi riconosce nessuno! - Era vero, parlava veloce ed infervorato come un treno, era quasi da pensare che fosse il suo gemello malvagio.
Zinedine era shockato, però al sentire Karim invece di continuare a ridere si spense, si fece serio e tirò fuori un'espressione così strana e particolare da non saper proprio come descriverla.
Riky si fermò a sua volta capendo che era appena successo qualcosa, fece mente locale e capì che doveva essersi trattato di Karim, per cui indietreggiò e fece retromarcia.
- Dai, scherzavo su Karim. Non sulla gelosia, però non toccherei mai Karim. Userei un altro sistema per vendicarmi... - Zinedine voleva ridere, ma all'idea che ora si parlasse di Karim stava assurdamente male. Quando era arrivato a stare male per lui?
Non era possibile. C'era qualcosa che non andava.
Distolse lo sguardo e si sistemò meglio nel divano guardando per terra con aria scura e chiusa.
- Puoi fare quello che vuoi con lui... - Voleva indagare per sapere come facesse a conoscere i punti deboli di Karim, però alla fine decise che era meglio evitare. Si era appena esposto troppo.
Riky rimase rivolto verso di lui e lo guardava con aria preoccupata, era tutto cambiato drasticamente, troppo drasticamente. Fissava il suo profilo ansioso.
- Zinedine... mi dispiace, non sapevo che... cosa è successo con Karim? - Karim non ne aveva parlato con molti, con Riky e Cris ancora non l'aveva fatto, sapevano solo Raphael e Mesut, poi Mesut l'aveva detto a Sami.
Non era riuscito a farne parola con altri ma era apparso chiaro che avesse avuto qualcosa che non andava. Siccome era molto lunatico, non ci avevano dato peso.
Zinedine fissava ancora per terra, non era pronto a parlarne, non sapeva nemmeno cosa dire.
- Avete litigato? - Chiese dolcemente.
Ed eccolo lì quello a cui non si poteva evitare di rispondere.
Forse era un incantesimo che faceva.
Annuì e si strinse nelle spalle.
- Ecco... siamo... penso che non stessimo proprio insieme, ma ci stavamo per mettere. Si è fermato tutto. Per cui non siamo nulla, se vuoi vendicarti di qualcosa puoi usarlo senza problemi, non mi riguarda più! - Con queste parole dure Zinedine si alzò e fece per prendere le proprie cose, Riky si sentiva in colpa anche se non lo era davvero, si alzò e gli andò dietro.
- Zinedine dai... scusa io.... -
- Non è colpa tua... non sapevi... - Era ancora molto secco, così come i suoi movimenti.
- Scusa dai... non ti va di parlarne? - Zinedine si chiese se fosse impazzito a chiederglielo. No che non voleva!
Era quasi alla porta quando Riky lo chiamò ancora una volta implorante, allora lui con uno scatto di nervi eccessivo si girò muovendo troppo il braccio, stava per rispondergli male quando il rumore del vaso che cadeva lo fermò.
Zinedine imprecò e fissò i cocci di terracotta rotti, si morse le labbra e Riky si affrettò a tranquillizzarlo.
- No no dai... non... non preoccuparti! Era solo un vaso! - Zinedine si chinò a raccogliere i cocci sempre imprecando a denti stretti ed aria dura ed esasperata insieme, stava per esplodere. Riky lo vedeva bene.
Si avvicinò e si chinò a sua volta aiutandolo, ma i movimenti di Zinedine erano così nervosi che finì per ferirsi la mano ed allora con uno scatto ulteriore buttò i pezzi raccolti e li scagliò facendoli spargere in giro. Fortunatamente non ferirono Riky il quale alzò le mani e si fermò senza respiro, sorpreso di quanto accaduto.
Zinedine non sembrava più quella persona che scattava coi nervi a fior di pelle che era stato mentre giocava a calcio, eppure a volte lo era ancora.
Rimase sconvolto a fissarlo senza saper cosa fare.
Lo vide rimanere accucciato e stringere la mano col taglio, vide il sangue uscire dal dito che conficcava nel palmo fino a tremare di rabbia. O di qualcos'altro?
Non aveva idea di cosa fare ed alla fine reagì istintivamente, gli prese la mano e tirò fuori un fazzoletto di stoffa dalla tasca che da bravo ragazzo aveva sempre per ogni evenienza (tipo asciugarsi qualche lacrimuccia traditrice), gliela aprì e gli pulì il sangue, poi guardò l'entità del danno e vedendo che non era grave, con molta delicatezza, glielo avvolse.
Poi, in silenzio, lo abbracciò e solo a quel punto gli disse all'orecchio:
- Va tutto bene... - Anche se era chiaro che così non era.
Zinedine si sciolse a quelle sue premure e decise che doveva farsi aiutare o avrebbe avuto altri scatti simili, non poteva rischiare di esplodere ancora. Aveva deciso che non l'avrebbe più fatto.
- No che non va bene! Ho sbagliato tutto con lui! Ho esagerato, ho calcato troppo la mano, ho fatto i calcoli male... - Riky lo ascoltava mentre parlava a ruota libera, era sconvolgente sentirlo confidarsi, era davvero agitato, cercava di non tremare ma si capiva che era tesissimo e stava male. Gli venne spontaneo accarezzargli la nuca e la schiena mentre lo teneva fra le braccia.
Zinedine si sentì piccolo e appena fu così, si sentì anche meglio.
Inghiottì e riuscì a respirare. Quando era più calmo, si sciolse da lui e si alzò. I due alla fine rimasero in piedi per qualche istante a fissarsi, Riky preoccupato e Zinedine imbarazzato.
- Non pensavo d'averlo così a cuore. Credevo fosse... non lo so... una sfida, uno sfizio, un puntiglio... una proprietà... non lo so... una vendetta? Non ne ho idea... però l'ho gestita male ed è andata nel peggiore dei modi. È che sono sempre troppo sicuro di me e non considero mai altre possibilità. Mi fisso su una cosa e addio... - Stava fissando per terra senza il coraggio di guardarlo in viso, così Riky lo invitò a sedersi e parlarne ed alla fine raccontò ogni cosa.
Era la prima volta che lo faceva, lo trovò terapeutico.
Alla fine, dopo aver ascoltato tutto ed essersi fatto un'idea, si chiese cosa potesse dire. Non si poteva intromettere in due così e si chiedeva se si sarebbero mai ritrovati e venuti incontro.
- Vuoi rimediare? - Chiese semplicemente. Zinedine rimase sorpreso della domanda. Lo guardò senza saperlo, non se l'era mai chiesto.
- Sarebbe possibile? Si è sentito... un animale? Non so nemmeno io bene... -
- Umiliato. Si è sentito umiliato. È per questo che si è arrabbiato. Devi farlo sentire amato. Devi fargli sapere quanto lo desidero e quanto tieni a lui, se ci tieni. - Ovviamente non poteva dirlo, non lo sapeva, ma gli pareva che ci tenesse davvero molto.
Zinedine si appoggiò allo schienale del divano e si toccò ripetutamente le unghie pensieroso.
- Pensavo di lasciargli tempo di sbollirsi e poi di provare a vedere di avere un dialogo con lui. Quando sono andato là l'altro giorno mi ha tirato la birra in faccia, non vuole saperne nulla. -
- Ha bisogno di scaricarsi, quando si sarà raffreddato ti ascolterà. Solo che gli devi far capire che hai sbagliato e sei pentito. E che ci tieni. -
Zinedine per la prima volta non aveva un piano per quello, non riusciva a capire come potesse farlo. Per lui Karim era un mistero, ora come ora ed era la prima volta che qualcuno era un mistero per lui.
- Credevo di conoscerlo, di sapere cosa fare per aiutarlo e... -
- Non lo devi cambiare, non lo puoi cambiare! Cambierà lui da solo col tempo, ma se tu parti per cambiarlo e quindi agisci in funzione di queste lezioni che pensi di dovergli dare ti sbagli, lo perdi così. Lo conosco da quattro anni e so di cosa parlo. - Zinedine tornò a pensare al fatto che sapeva anche i suoi punti deboli, Karim era molto chiuso, come faceva a conoscerli?
Poi lo guardò per capirlo e fu chiaro. Con Riky nessuno sentiva il bisogno di avere le difese alte.
- Allora è così? - Riky sgranò gli occhi senza capire. - Lo devo lasciare libero? - Era il discorso che avevano fatto all'inizio sulla libertà e sul domare un animale selvaggio. Karim era selvaggio, adorava la libertà... però non era felice nello stare libero, perchè era solo e nessuno poteva essere felice da solo, lui ci era passato e lo sapeva bene, per questo aveva creduto di sapere cosa fosse meglio per lui. - Non sta bene da solo, è libero ma solo. Sta male ed io lo so perchè ero come lui... ed ho avuto tanti di quei rimpianti che... non voglio li abbia anche lui. Non voglio. -
A Riky si stringeva il cuore, vedeva Zinedine per la prima volta in tutta la sua umanità, tutti i suoi errori, i suoi rimpianti. Non avrebbe potuto cancellare nulla, ma voleva evitare che Karim soffrisse come aveva sofferto lui.
Se ne stava innamorando ed era così evidente che non poteva dirglielo.
- Amare è lasciare libero e vedere se torna. Ci vuole coraggio per questo. -
Alla fine lo disse e Zinedine lo guardò ancora smarrito per la prima volta. Ne era capace?
- Dovrei mollare? - non l'aveva mai fatto. O quasi mai.
- Non è mollare. È dimostrargli quanto tieni a lui. Lo lasci andare e aspetti che torni. Se lo conosco bene, e penso di sì, tornerà. Perchè sei il primo che lo lascia libero e non cerca di obbligarlo a fare delle scelte su due piedi che pregiudicano un sacco di cose. Per uno come lui così amante della libertà, lasciarlo libero di fare quello che vuole, dirgli di tornare quando si sentirà pronto, è una grande prova. Quando si sentirà pronto a rinunciare a parte della sua libertà per legarsi a te, allora tornerà. Ma dopo non lascerà più. Spero. Trattandosi di lui c'è sempre un punto di domanda. -
Zinedine rimase colpito da quella descrizione e se ne innamorò.
C'era da perdere la testa per uno come Karim. Esisteva davvero?
Zinedine era sconvolto ed era la prima volta.
Alla fine sospirò lasciando andare la testa all'indietro sul divano, chiuse gli occhi e pensò a Karim. Non si era mai trovato in una situazione simile, mai.
Era la scommessa più dura ed imprevedibile della sua vita, ma a quel punto doveva farla, non aveva scelta. Ormai era coinvolto.


Zinedine comunque aveva un ottimo controllo, se decideva di stare lontano da qualcuno lo faceva senza il minimo problema, da fuori non te ne rendevi nemmeno conto.
Così anche quando ricominciarono con gli allenamenti normali e lo rivide, le cose non cambiarono.
I due continuarono a non parlarsi e ignorarsi.
Zinedine voleva aggiustare, ma sapeva che finchè Karim avesse avuto quell'aura negativa intorno, era il caso di evitare. Significava che non si era ancora calmato.
Decise di concentrarsi su quell'ultima intensa fase di calcio mercato.
L'arrivo di Bale era problematico dal punto di vista economico, era tassativo vendere qualcuno. Non solo per una questione di posti in squadra, cosa di cui si sarebbe occupato principalmente Carlo. Avrebbe scelto lui di volta in volta i titolari più competenti.
Era proprio per cercare di riavere in tasca almeno un minimo di ciò che avrebbero speso. Voleva cercare di abbassare il prezzo il più possibile e a pesare l'atto finale, poteva effettivamente essere il paragone che in giro tutti continuavano a fare con Cristiano.
Tutti erano indignati all'idea che questo Gareth Bale venisse più di Cristiano Ronaldo. Certo, quando Cris era venuto al Real era stato pagato 94 milioni ed aveva 24 anni. Ma a 24 lui aveva giocato 6 anni al Manchester United, aveva vinto una Champions e diversi altri titoli di squadra e, cosa essenziale, un Pallone D'oro ed un Fifa World Player. Più una serie di altri riconoscimenti individuali. Di conseguenza era ben diverso dire che Bale era come quel Ronaldo.
Bale veniva dal Thottenam, una squadra imparagonabile al Manchester United, col club quindi non aveva vinto titoli importanti e tanto meno individuali. Aveva avuto riconoscimenti però non al livello di Cris di quella volta.
Non potevano davvero pagarlo più di quel Cristiano. Non tanto per rispetto verso di lui che in 4 anni aveva portato al Real un salto di qualità evidente, quanto perchè era semplicemente vero.
Bale aveva un potenziale pazzesco e aveva dimostrato di meritare fiducia, bastava vederlo giocare e ci si rendeva conto del suo grandissimo talento che, fra l'altro, ricordava molto quello di Cris proprio perchè era il suo idolo. Però non aveva vinto premi e titoli che gli valessero quello stesso suo livello o addirittura di più, colpa di una squadra che gli tagliava le ali. Messo in un'altra squadra con più visibilità come il Real, Bale sarebbe stato l'erede di Cristiano. Lui lo sapeva, ne era certo, per cui erano soldi spesi bene, un ottimo investimento per il futuro, ma doveva fare le cose in maniera oculata. Più abbassava il prezzo e meglio era.
Questo poteva essere un piano per riuscire ad abbassare il prezzo.
Però comunque doveva vendere altri.
Conosceva Galliani, per prendere Riky non avrebbe pagato un centesimo. Se avessero dato un prezzo l'avrebbe lasciato lì e a quel punto come poteva trovare un compratore disposto a spendere qualcosa per lui?
Riky era ancora un validissimo giocatore perchè era calato per vari motivi ma il suo 50 % equivaleva al 100 di normali giocatori. Quindi anche così com'era era più che sufficiente per un campionato buono ed una squadra buona. Ma non per una che puntava all'eccellenza.
A parte tutte queste considerazioni personali, a prescindere da quanto in realtà Riky valesse, 15 milioni almeno ora come ora erano il minimo, anche se pochi per uno come lui, specie perchè Carlo aveva detto che stava migliorando e sarebbe migliorato ancora. A prescindere da questo, Galliani non l'avrebbe pagato quanto Riky meritava e nemmeno la metà, ma era l'unico che probabilmente si sarebbe scomodato all'ultimo minuto per lui. E poi si sapeva quanto Riky volesse il Milan. Non se ne era voluto andare lui, aveva sofferto tantissimo della partenza.
Potendo scegliere era Milan la sua destinazione. Se voleva che fosse Milan non poteva pretendere un prezzo alto ma trattare a tu per tu.
Avrebbe lasciato la scelta e la trattativa a Perez e Galliani.
Però gli doveva far capire che era ora di lasciar andare Riky, che era ora, che lo voleva e che dopo averle provate tutte, la sua volontà rimaneva quella. Bisognava rispettare il giocatore per una volta.
Galliani avrebbe offerto sugli 8 milioni, ci poteva scommettere la carriera. Perez si sarebbe messo a ridere perchè dopo averlo comprato per 67, rivenderlo agli stessi per 8 sarebbe stato come un darlo via gratis. A quel punto ci guadagnava di più nello scaricare il suo ingaggio.
Riky voleva andare, voleva il suo mondiale in Brasile. Lo dovevano aiutare perchè se esisteva un giocatore sulla Terra che meritava una mano, era Riky. Perchè era autenticamente buono e puro, genuino. Non una montatura mediatica per poter assegnare Palloni D'Oro a tutto andare.
Zinedine preferiva concentrarsi su Mesut ed Angel.
L'Arsenal gli aveva detto in via indiretta che voleva uno dei due o anche tutti e due.
Darli tutti e due era un azzardo perchè comunque sarebbe potuto servire un valido sostituto per Bale, non poteva affidarsi solo ai giovani per la panchina.
Però uno fra loro due era fattibile e doveva essere venale ed oggettivo.
Mesut avrebbe 'venduto' di più. Con lui ci avrebbero ricavato di più che con Angel. Oltretutto il padre di Mesut stava facendo un gran casino e stava rovinando un gran bel rapporto fra il giocatore e la società. Il padre e agente di Mesut voleva più riconoscimento per suo figlio e ci stava ferocemente litigando con Perez, cosa che non avrebbe portato a molte altre soluzioni.
Del resto Bale valeva la pena, sapeva che appena si sarebbe integrato ed orientato in squadra e nel nuovo tipo di gioco, avrebbe portato molte soddisfazioni.
Cristiano continuava a non rinnovare il contratto con una proposta stagionale da paura, questo evidenziava il suo scontento, la sua voglia di andare via. Anche se in realtà voleva rimanere e non rinnovava per i diritti d'immagine, come gli aveva spiegato a tu per tu, aveva 28 anni, poteva continuare a crescere o calare, si doveva avere sempre un piano di riserva eccellente per ogni evenienza.
Per questo Bale era necessario.
Ozil era un grande giocatore però servivano i sacrifici.
Zinedine pensava al futuro, al dopo Cristiano, il dopo titolari del presente.
Fu così che Zinedine si perse Karim e riuscì a lasciarlo andare.
Si buttò a capofitto nel lavoro come non mai e Karim respirò per conto suo.

Prima di venire era stato intrattabile, convinto che sarebbe stato un litigio dietro l'altro, ma la totale freddezza del vice allenatore gli dava conferma che non ne era mai valsa la pena.
Che poteva rimanere dove era, fare ciò che voleva. A lui non importava. Non gli era mai importato davvero.
Era la conferma.
Più distanti di così non lo erano mai stati.