CAPITOLO
VII:
PROVE SU PROVE
Non era stato un vero piano di
Zinedine, aveva avuto molto lavoro in quei giorni, quindi aveva
dovuto mettere da parte il piacere. Ma vedere che comunque Karim non
aveva insistito e non l'aveva più cercato, gli aveva fatto pensare
che non volesse più.
Non che la cosa potesse turbarlo molto,
Karim sarebbe stato suo lo stesso, solo che finchè non sistemava
almeno la questione del calciomercato, era difficile trovare il tempo
che voleva.
Quando allenava, poi, era molto
professionale e voleva rimanere concentrato su quello, quindi non era
tipo da flirtare. Nemmeno Karim lo faceva. In generale non era uno
che flirtava, ma quando era da solo con qualcuno gli saltava addosso
senza preamboli, se lo voleva.
Per cui per testarlo come si doveva,
doveva rimanere di nuovo solo con lui.
Decise di ritagliarsi del tempo quella
sera.
Gonzalo ormai era andato via, avevano
disputato la prima partita, avevano valutato un po' meglio Riky e
così avevano potuto completare il piano di rafforzamento.
Messo a punto quello, glielo diede
affiancandolo ad un preparatore atletico scelto da lui in persona,
che comunque gli avrebbe fatto fare gli esercizi decisi da lui e
Carlo.
Per la seconda partita non lo chiamò,
lo lasciò cominciare gli esercizi al centro sportivo pensando che
tanto contro il Lione non sarebbe stato necessario utilizzare a pieno
tutte le forze, voleva che Riky cominciasse subito a lavorare anche
sul secondo fronte, prima iniziava e prima migliorava. Voleva che
fosse pronto per l'inizio della Liga, era quella la cosa più
importante. Poteva anche fare a meno di giocare tutte le partite
amichevoli estive, servivano a conoscere meglio quelli nuovi, quelli
giovani e quelli che non conosceva bene. Riky entrambi lo conoscevano
bene, per cui non si intestardivano molto con lui.
Messo al lavoro, proseguirono con lo
studio sugli altri.
Spiegarono molto bene il motivo a Riky
per cui contro il Lione non sarebbe venuto e cosa stavano facendo.
Non voleva che si incupisse o pensasse di essere tornato ai tempi di
José.
Così non successe e dopo averlo
spiegato a Riky, questi lo spiegò a Cris prima che cominciasse a
prendersela a male.
In struttura rimasero anche Xabi,
Raphael e Fabio.
Fabio aveva avuto dei problemi
personali a casa e aveva dovuto abbandonare l'ultima sessione di
allenamento prima della trasferta, per cui Carlo e Zinedine non
l'aveva convocato.
L'atmosfera era comunque in generale
molto diversa da quella dell'anno scorso.
José in estate gli aveva fatto giocare
tutte le amichevoli per tutti e 90 i minuti, salvo poi dirgli che non
l'avrebbe usato durante l'anno perchè non rientrava nei suoi piani e
scaricarlo in quel modo ingiusto. Stessa sorte era toccata anche a
Calleti e ad Alvaro Morata. A loro non aveva detto che non intendeva
utilizzarli, però li aveva inseriti in ogni amichevole illudendoli
che avrebbe puntato su di loro, come Riky avevano dimostrato
un'eccellente forma e voglia di fare.
Poi la Liga era cominciata e li aveva
messi in panchina. Quando era panchina e non tribuna.
Questi erano stati i metodi
rimproverati da Iker, Sergio e Cris per primi, e poi da tutti gli
altri.
Ma criticare anche mezzo metodo di José
Mourinho equivaleva a chiudere per sempre con lui.
Karim non si fece domande né volle
spiegazioni su quel nuovo sistema, era tipo da vedere da solo col
tempo cosa combinava qualcuno. Oltretutto non voleva averci molto a
che fare con Zinedine. Però stava meglio dopo aver salutato Gonzalo
come si doveva. Dopo che era partito per Napoli era andata anche
meglio.
I giorni proseguivano uno dietro
l'altro, ogni tanto Carletto o Zinedine ricordavano a Cris e Riky che
dovevano concentrarsi sugli allenamenti e non sulle loro eterne
conversazioni. Quindi quel giorno stavano lontani uno dall'altro in
campo. Poi quello successivo tornavano vicini a parlare come sempre.
Impossibile tenerli lontani uno
dall'altro.
Zinedine però si stupiva di Karim.
Davvero non l'aveva avvicinato!
Attese impaziente che la giornata
odierna finisse e dopo aver monitorato la questione del mercato -dopo
aver fatto partire Gonzalo aveva potuto fare l'ufficiale offerta per
Bale-, capì che prima della sera comunque non sarebbe potuto essere
libero.
Dopo essere uscito dal campo, passò il
tempo in studio al telefono a parlare delle possibili mosse e
contromosse per Bale, anche Carlo aveva partecipato dicendo che
comunque se ci fosse stato sarebbe stato fantastico ma che nel caso
in cui non fosse stato possibile, avrebbe fatto lo stesso. La rosa
anche così era ottima, Cristiano da solo bastava e se riuscivano a
rimettere in sesto come si doveva Riky e Karim, erano i valori
aggiunti che serviva alla squadra.
Perchè Karim aveva sempre giocato per
metà a causa della strana fissa di Mourinho che dovesse alternarsi a
Gonzalo, mentre Riky non l'aveva proprio considerato. Era ovvio che
poi le forze erano finite...
'Se riesci a rimettere Riky in piedi,
vedendo come se la intende con Cris e Karim quando giocano insieme,
non ci serve molto altro...' Rifletterono insieme lui e Zinedine.
Tutto era vedere quanto in piedi si
sarebbe rimesso Riky.
'Ha un gran margine di miglioramento e
già così ora come ora non è ad un brutto livello. Se fosse stato
ad un brutto livello non mi ci sarei nemmeno messo a lavorare. Ma
dopo il trattamento migliorerà ancora e di sicuro in ogni caso sarà
più che utile. Poi ci sono altri ottimi giocatori come Ozil e
Modric... '
'E a tutto questo aggiungici Bale lì
in quell'ala mancante... '
La riunione si era protratta per molto
tempo, l'ora di cena era di nuovo passata e l'umore di Carlo era
esponenzialmente peggiorato.
Quando i due si ritrovarono a cena da
soli, prima di tornare a comunicare dovettero riempire lo stomaco del
più grande almeno di tutto l'antipasto.
A quel punto fu lui a fargli la domanda
del secolo.
- Pensi di poter far tornare Karim al
livello in cui era due anni fa, quando l'hai seguito? - Carlo, come
ogni allenatore, non si impicciava degli affari interni delle altre
squadre, ma vedeva tutto.
Zinedine lo fissò con attenzione per
capire quanto sapesse e quanto fosse una semplice domanda sul calcio.
- Sì, certo. Lui ha tutto il talento
necessario, è solo che, come tutti, ha bisogno di spazio e di
giocare. Niente di più. - Infatti quell'anno aveva anche giocato il
doppio.
Carlo fece un sorriso soddisfatto.
- Mi fido, sei tu che lo conosci bene.
- Proseguirono a parlare ancora di tutti gli altri, di schemi, di
prove, di giocatori e di tattiche. Erano pieni di entusiasmo per quel
lavoro, dopo aver quasi finito la scena e vagliato ogni argomento
calcistico possibile, Carlo fece un'ultima apparentemente semplice
domanda.
- Senti, ma tu li seguivi già due anni
fa... ma Riky e Cris erano così pettegoli anche quella volta? Non
fanno che parlare di continuo appena finiscono l'esercizio! Non è
che li devo separare? -
Zinedine lo fissò con gli occhi
sottili e rimase con la forchetta a mezz'aria provando a capire cosa
quella domanda supponesse.
“Sa o non sa? E se non sa ed io gli
dico che quei due lavorano meglio insieme perchè si amano e poi non
volevano farglielo sapere?”
- No, perchè se mettendoli in gruppi
diversi lavorano di più allora lo faccio, vedendo che parlano tanto
ho pensato di tenerli insieme però forse non è un buona idea!
Pensavo che fossero tipo gli aggiornamenti del dopo vacanze... ma
quelli continuano! -
Zinedine dedusse che non sapesse
niente. Non capiva come potesse, però non sindacò sulla cosa.
- No guarda, Cris è un pettegolo di
natura, non ho mai incontrato uno che parla di più. Non smetterà
mai di farlo, però come noti lavora benissimo lo stesso... e Riky...
-
- Riky non era così 4 anni fa quando
l'ho lasciato... - Però non era ancora molto preciso.
- In che senso? -
- Era più... bambino... ingenuo...
puro... adesso lo vedo cresciuto ma non solo... più smaliziato! Non
è che sia un pessimo elemento o cose così, è sempre lui. Ma lo
vedo diverso. Non riesco ad inquadrarlo! - Zinedine si trovava in
difficoltà, non sapeva cosa dirgli di preciso.
- Mah, che vuoi... si cresce... l'hai
detto tu... ha conosciuto nuovi compagni, si è un po' adattato a chi
aveva intorno... e poi quando cresci hai altri bisogni, conosci più
cose su te stesso... - stava parlando molto in generale, quindi erano
cose che potevano bastargli.
Sperò non gli facesse altre domande,
ma evidentemente Carlo ne aveva ancora.
- Che centra, anche al Milan aveva dei
compagni schizzati, ma lui è sempre rimasto equilibrato! -
Zinedine scoppiò a ridere.
- Lo vedi squilibrato? -
- No... ma più... - Non sapeva proprio
dire cosa...
- Pensa agli elementi che ha ora...
Cristiano, Sergio, Karim, Marcelo, Pepe... sono tutti dei personaggi
molto... attivi... -
- Karim non mi sembra attivo! -
- Eh, lo è sotto un certo punto di
vista... - Disse malizioso. Non voleva esserlo ed indirizzarlo su
quella strada, ma gli era scappato. Carlo si mise dritto sulla sedia
e lo scrutò con attenzione.
“Ahia!”
Pensò Zinedine.
- Sii più chiaro! -
“Dannazione, più di così si muore!”
- Sessualmente attivo! - Esclamò
esasperato da quel terzo grado. Come poteva non arrivarci?
Carlo però ancora non capiva.
- Cosa centra che è sessualmente
attivo? E gli altri? È questo che intendi? Che i suoi amici sono
sessualmente attivi e quindi l'hanno deviato? Cos'è, mica tradisce
sua moglie! Uno come lui... non ci crederei mai... così di fede...
lo vedi sempre che si fa quelle foto con lei e la famiglia... -
Ecco, pensò Zinedine. Tutti cascavano
lì. Lui aveva la faccia da bravo ragazzo, credeva in Dio e faceva
foto con la famiglia, quindi non era uno che tradiva.
Sospirò, non voleva rovinargli
l'immagine angelica del figlio, ma bisognava aprirgli gli occhi.
- Tutti sono esseri umani ed hanno
pregi e difetti. E tutti hanno voglie e bisogni ed istinti... -
- Che Riky soddisfa con sua moglie! Ha
anche due figli! - Zinedine rise, proprio non ce la faceva più!
- Senti Carlo, Riky se la fa con Cris
da almeno tre anni se non anche tutti e 4! - Detto questo si alzò e
lo piantò in asso nel suo shock.
“Ho appena ucciso l'allenatore...
spero che Florentino non ammazzi me, ha corteggiato Carlo per così
tanto tempo...”
Detto questo, guardò l'ora.
Era quasi ora di dormire... però si
era ripromesso di vedere di Karim.
Passò nella sala comune e lo vide
seduto con gli altri, si fermò un po' ad osservarlo senza farsi
notare dagli altri, era lì sullo stipite della porta con le braccia
conserte e l'aria di studio, così lo fissava ipnotizzato da lui e
dalla sua risata, era molto più sollevato e disteso degli altri
giorni.
“Deve avergli fatto bene la partenza
di Gonzalo... se lo sapevo lo facevo andare prima!”
Era curioso di cosa fosse successo in
Karim da fargli cambiare così drasticamente atteggiamento, stava
cercando di pianificare qualcosa per quella sera, quando il suo
sguardo venne attirato dall'esterno.
La sala era spaziosa e su tutta la
parete c'era una finestra che dava sull'enorme campo all'esterno.
Alcune luci illuminavano i sentieri
intorno al perimetro, ma le stavano spegnendo ora.
Zinedine decise che era quello lo
scenario che voleva.
Così stava per chiamarlo con quella di
parlargli, quando fu Karim, nel notarlo, ad alzarsi e dire che
sarebbe andato a dormire che era stanco.
A Zinedine parve chiaro che volesse
andare via con lui, quindi quando gli passò davanti ignorandolo, lo
seguì in silenzio come se si fossero messi d'accordo.
Karim si accorse che lo seguiva dopo
qualche secondo, si girò ed alzando le sopracciglia lo guardò senza
capire.
Zinedine si fermò.
- Pensavo fosse un invito... - Disse
senza bisogno che gli venisse posta l'evidente domanda. Karim alzò
le spalle.
- Per cosa? - Sapeva bene per cosa, ma
preferiva fare lo gnorri... Zinedine decise di giocare con lui, visto
che lo voleva.
- Una chiacchierata... - Disse
malizioso intendendo ben altro. Karim si sentì male per un istante,
pensò che portarlo in camera sarebbe stato fuori discussione.
- Adesso? È da giorni che mi hai
dimenticato, ora tu vuoi parlare?! - Disse accusatore. Zinedine si
leccò le labbra con aria maliziosa e così mettendosi di lato lo
invitò a seguirlo.
- Due passi fuori? - Capì che era
arrabbiato con lui perchè l'aveva pressoché ignorato, era carino,
dopotutto.
Testò la sua testardaggine
proponendogli un campo neutro.
Più o meno.
Karim cadde nella sua trappola.
Annuendo lo precedette verso l'esterno.
Quando furono fuori, Zinedine spense il telefono. Era tardi ma non si
poteva mai sapere cosa succedesse nel mondo a quell'ora.
Karim notò il gesto che funse da
calmante.
L'esterno era quasi del tutto buio e
c'era anche molta afa, il caldo stava aumentando di giorno in giorno,
mentre dentro il centro sportivo c'era una splendida e geniale aria
condizionata.
Camminarono lungo il sentiero, anche se
non c'erano più gli impianti aperti, si vedeva dove si andava.
- Te la sei presa perché ho avuto
tanto lavoro? - Disse Zinedine chiarendo subito che era per questo.
Karim non voleva fare la parte dell'innamorato idiota, quindi attaccò
prima di rendersi conto di essere caduto nella sua trappola.
- Non sei al centro dei miei pensieri!
Anche io ho avuto i miei cazzi e mi è stato bene mollare con te!
Cosa credi, che ti aspettassi fremente? Puoi lavorare quanto vuoi! -
Zinedine non se la prese, ridacchiò divertito.
- E cosa ti è successo che ti ha
occupato tanto? - Karim si sentiva preso in giro in qualche modo, non
riusciva a capirlo bene. Nemmeno con José aveva mai avuto quella
sensazione perchè lui l'aveva sempre insultato in modo diretto ma
Zinedine non insultava, però dava la sensazione di farlo.
- Cazzi miei! - Ripeté per nulla
intenzionato a dirglielo.
Zinedine decise per un'altra strategia.
- Sono stato molto occupato con il
lavoro di dirigente sportivo... ho dovuto vedere di Gonzalo... -
Disse il suo nome di proposito, Karim sussultò e sbottò stizzito.
- Non sei stato il solo... - Però era
stato un impulso che avrebbe dovuto domare.
- Scusa? - Chiese Zinedine fingendo di
non aver capito.
Karim sospirò seccato.
- Anche io sono stato alle prese con
Gonzalo! - Ammise alla fine decidendo che questo tira e molla era
sciocco.
Visto che il sentiero era diventato
ormai troppo buio, si fermarono in un punto a caso, si rivolsero ai
campi da calcio che vedevano attraverso la rete e ad essi si
aggrapparono con le dita senza farci molto caso, uno di fianco
all'altro.
- Vi siete chiariti? - Chiese piano
senza risultare troppo invadente.
Karim appoggiò la fronte alla rete,
ripensandoci. Si era abbattuto un istante.
- Sì... ci siamo incontrati per caso
ed abbiamo parlato. Abbiamo capito che non eravamo fatti per stare
insieme... e che io non sono capace di avere relazioni serie... -
Zinedine non gli aveva chiesto precisamente cosa si fossero detti,
però alla fine Karim glielo aveva detto lo stesso. Si era sentito
libero di farlo. Non ne aveva parlato nemmeno con i fedeli di sempre.
- Ha detto che ho cominciato sempre nel
modo sbagliato. -
- E come cominciavi? - Chiese Zinedine
sempre senza guardarlo, Karim allo stesso modo e piano rispose.
- Col sesso. Però ha detto che non si
possono bruciare le tappe perchè finisce che va necessariamente
male, prima bisogna capire se l'altro ci piace ed è giusto per noi e
poi andarci a letto. Mi ha suggerito di provare così. E di piantarla
col sesso solo per puro divertimento... - Karim ripensandoci rise. -
Ha detto che se è per sfogare gli ormoni di prendermi un vibratore e
guardarmi i porno come tutti, ma non di andare con gli altri! Che se
inizio col sesso tanto per fare poi mi coinvolgo e faccio casini. -
- Perchè? - Chiese Zinedine come se
avesse detto cose normali.
- Perchè erano sempre persone
sbagliate, evidentemente. Ma l'avrei capito se prima non ci avessi
messo il mio cazzo dentro! Non ragiono più una volta che comincio a
scopare. Ho creduto che mi piacessero, di innamorarmi... e magari è
anche successo... ma non erano le persone giuste... altrimenti non
sarebbe andata sempre male. -
Zinedine era colpito dalla sua
confidenza e da ciò che gli diceva. Gli stava dando il ben servito?
Non dimostrò emozione.
- E tu cosa hai deciso? -
Karim lo guardò appoggiando questa
volta la guancia alla rete, come se fosse incerto e stanco e non
volesse nemmeno dirlo.
- Pensavo di provare a seguire il
consiglio. Di conoscere e frequentare e solo quando mi coinvolgo e
provo qualcosa, di scopare. Del resto non ho nemmeno voglia di
relazioni, adesso, non sono capace, non ci riesco. Però se scopando
faccio lo stesso casini, devo effettivamente cambiare qualcosa del
mio atteggiamento. - Era un discorso molto maturo e sensato, Zinedine
lo guardò rimanendo dritto accanto a lui, l'aria sempre
indecifrabile.
- E' un discorso maturo. Riuscirai a
mantenerlo? - Però la domanda gliela fece avvicinandosi a lui e
Karim trattenne il fiato.
Perchè faceva così?
Si irrigidì e si girò dando la
schiena alla rete ed al campo.
- Perchè non hai trovato nemmeno un
minuto per me in questi giorni? Hai avuto così tanto lavoro? Non ci
credo... - Non rispose alla domanda e Zinedine, sorridendo malizioso,
gli si mise davanti appoggiandosi a lui, le dita sulla rete, ai lati
del suo viso. I bacini ed i toraci a contatto, le gambe intrecciate.
E i fiati uno sull'altro.
- Volevo vedere se mi avresti cercato
tu. - Fu sincero e questo lasciò senza parole Karim che, perso del
tutto da questo suo modo di fare provocante ma chiaro al tempo
stesso, si trovò confuso a non saper cosa fare. Le mani lungo i
fianchi, aggrappate alla stessa rete a cui si teneva Zinedine
imprigionandolo.
Gli piaceva quella posizione, era la
stessa della piscina. Però in piscina poi Karim era passato
all'attacco.
Ora aveva sete e si sentiva un'anima in
pena, il cuore batteva fortissimo. Non poteva, si era ripromesso di
non farlo, però lo voleva tantissimo.
- Non mi piace chi gioca così con me.
- Disse cercando di essere duro.
- Perchè di solito sei tu quello che
gioca? - Era vero in un certo senso, era sempre stato lui quello che
gestiva. Ora si stava facendo gestire e la sensazione non gli
piaceva, ma per natura Zinedine era portato per quello. Per gestire.
Era un numero dieci, uno dei migliori di sempre.
Ora le loro labbra erano molto vicine,
Zinedine voleva vedere se davvero l'avrebbe respinto. Karim voleva
prenderlo per la vita e tenerselo contro. E baciarlo fino a non
capire quale fosse il proprio sapore.
Però cercava disperatamente di
trattenersi.
- Un bacio non è mica sesso... - Disse
alla fine Zinedine avendo pietà di lui. Dal suo punto di vista ne
ebbe e Karim si sentì capito come con Gonzalo.
Zinedine riusciva a capirlo ma non
solo. Lo sapeva gestire.
Era questo che lo stava prendendo
tanto.
Zinedine aveva in mano Karim e lo
capiva. Erano due elementi importanti, per il più piccolo.
A questo punto non perse altro tempo.
Gli prese il viso fra le mani e lo baciò prendendogli il fiato.
Premette le labbra con foga e con altrettanta foga infilò la lingua
quasi con frenesia. Zinedine rispose al bacio aprendo meglio la
bocca, gli andò incontro e giocò con la sua lingua cercando di
domarla. Karim aveva una fame immensa. Non aveva voluto altro.
Non si sarebbero più voluti separare e
Zinedine gli avrebbe voluto fare molte altre cose, ma volle una volta
di più metterlo alla prova e vedere se il piccolo Karim sarebbe
riuscito a trattenersi.
Così non andò oltre.
Dopo un tempo infinito passato ad
ubriacarsi con quel bacio, Zinedine gli prese il viso fra le mani e
carezzandoglielo si separò. Karim lo lasciò e sconvolto si strofinò
il viso e gli occhi cercando di riprendersi. Si sentiva impazzire
ogni volta che stava con lui così. Come faceva?
Che potere aveva?
In quel momento, perso di nuovo nei
suoi occhi penetranti ed indecifrabili, gli tornarono alla mente le
parole di Riky sull'avere la persona giusta.
Però decise di bloccarsi sul nascere.
O almeno tentare. Non aveva idea di che cosa stava facendo.