*Ecco
un altro capitolo. Inseriamo ancora Mourinho, al secondo anno fra lui e
Karim le cose sono cambiate molto ed è vero che lui faceva spesso cene
e serate coi suoi giocatori, è una cosa che fa da sempre per legare con
loro (in generale i migliori allenatori che tengono al rapporto con i
giocatori lo fanno). Noi vediamo tutto dagli occhi di Zizou. Buona
lettura. Baci Akane*
10. UNA SITUAZIONE INTERESSANTE
Il suo viso si illumina in un
sorriso, mi stringe la mano e mi viene incontro circondandomi la
schiena con l’altro braccio, la mia bocca scivola sul suo collo a
baciarglielo fugace.
- Ascolta, dopo gli allenamenti voglio parlarti, ti va se ci fermiamo un po’ di più? - Karim annuisce con un gran sorriso.
- Tutto quello che vuoi, assolutamente! - Così gli lascio uno schiaffo nel sedere mentre va negli spogliatoi a cambiarsi.
Quando gli ho detto che entravo nello staff di Mourinho è saltato e mi ha abbracciato felice come non mai.
Anche quando sono stato
presentato a tutti i suoi occhi brillavano, era vivo e ho notato come
José lo guardava attento. Anche Gonzalo lo guardava attento, in
effetti. La cosa non mi è dispiaciuta.
Vederlo ogni giorno in campo è bellissimo, così come è bello vederlo che gioca più tranquillo e senza nervi.
Non ho fatto niente di speciale,
mi limito ad osservarlo in panchina, ma lui è tutt’altra persona,
davvero. È cambiato come il giorno e la notte e sono sicuro che
quest’anno per lui sarà pazzesco.
- Ok, come ci riesci! - La voce brusca dal forte accento portoghese di José mi fa saltare, mi giro e lo guardo stupito.
- Di cosa parli? - Chiedo mentre
ci avviamo insieme in campo per predisporre le attività di oggi. O
meglio lui dispone, noi ce ne occupiamo.
È interessante vedere come
lavora, in realtà. Lui studia tantissimo, lavora più di chiunque altro.
Viene prima di tutti, va via tardissimo, sta ore a guardarsi filmati e
studiarsi schede e schemi e scrive tanto, tantissimo nel suo blocco, di
continuo.
Lui ordina ai suoi vari
collaboratori e per il resto dell’allenamento si limita ad osservare e
scrivere, poi interviene coi giocatori, ride, scherza, magari dà
qualche dritta.
È un tipo da cui imparare, sotto questo aspetto.
- Di Karim! Come riesci a farlo
ridere così! Si illumina quando è con te! Voglio dire. Parla molto
anche con Mesut e Sami e la cosa mi riempie di sollievo, pensavo fosse
muto, ma con te è… wow, non ci sono paragoni! - Questa cosa mi mette a
disagio. Lui mi mette a disagio.
Così gli lancio uno sguardo che dovrebbe mettere lui a disagio, ma non so se lo coglie. Di cosa può avere paura questo?
- Come riesco a farlo ridere? - Lui annuisce.
- Sì, voglio dire… come sei
riuscito a legare con lui così? Karim è chiuso, è chiusissimo con
tutti, ha più o meno rapporti, ma di base è chiuso ma con te parla ed è
felice, è tutt’altra cosa. Come ci sei riuscito? - Mi fermo perché la
sua domanda è davvero epica, così come epica è la mia risposta ovvia,
stretto nelle spalle, lo sguardo di chi non capisce di che parla.
- Beh, gli ho parlato. Gli ho
chiesto come stava, come si trovava a Madrid… l’ho osservato per capire
se stava bene e quando ho visto che iniziava a legare con Gonzalo gli
ho chiesto come andava con lui… insomma, mi sono interessato! -
Lui mi guarda esterrefatto, come se avessi parlato arabo.
- Gli hai chiesto come stava?! - Forse non capisce come fa una cosa così semplice e scontata fungere da apri porta?
Io continuo stretto nelle spalle.
- Sì certo… l’ho invitato a
cena… abbiamo parlato, gli ho chiesto come se la passava e quando ha
iniziato a parlarmi e confidarsi, gli davo consigli. -
- Semplicemente così?! - Sembra quasi deluso, oltre che shoccato. Io ridacchio a questo punto, annuendo.
- José, gli hai mai chiesto come
sta? - Lui abbassa la bocca all’ingiù, guarda altrove, ci pensa, fa
mente locale. Poi scuote la testa.
- No, non credo. Non a lui in
particolare. Ma gli ho chiesto che problemi avesse in squadra! - Chiudo
gli occhi, la storia la so.
- Cioè tu la prima e forse
l’unica cosa che gli hai detto a lui direttamente in privato è stato
‘ehi che problemi hai?’ così? - Si stringe nelle spalle come se non
capisse dove sia il problema. Annuisce.
- Certo! - Rido ancora incredulo.
- Beh, se chiedi ad uno chiuso che problemi ha quello ti dice niente e non ti parla più! -
- Vuoi dire che non è stato
l’approccio migliore? - Spalanco gli occhi, è davvero serio in questa
conversazione, sembra un cavernicolo.
- Con lui no. -
- Ma ho parlato a tutti, saluto tutto, chiedo come va in generale, scherzo con tutti, io… - Sospiro.
- Non con lui. A lui gli hai
chiesto che problemi avesse. - Silenzio, fa il broncio, forse non vuole
ammettere d’aver sbagliato alla grande. - Se vuoi fare breccia invitalo
a cena e chiedigli come sta, con chi ha legato, chi e cosa gli piace.
All’inizio sarà convinto che hai un secondo fine, che c’è un motivo
dietro per la tua gentilezza, ma dopo un po’ di volte capirà che
semplicemente ci si può interessare, ci si può piacere. A volte per
qualcuno sei importante. Vedrai che poi andrà meglio. - Se mi ha
assunto solo per vedere la dinamica fra me e Karim ed impararla, devo
dire che è degno della sua fama.
José è quello dalle mille
risorse, prima o poi trova sempre il modo per riuscire nelle sue
imprese. Se non ci riesce è perché non vuole.
Punto.
Sono intento a capire gli
appunti di José per ordinarli e trascriverli, una cosa più utile a me
che a lui il quale dice di capirli così come sono e di non aver bisogno
di ordine. Però sono curioso di dare un senso a quel che la sua testa
produce durante un’osservazione.
Sono preso fra risate e shock nel leggere le sue trovate, a volte se ne esce con delle frasi che andrebbero incorniciate.
Tipo una su Cristiano, probabilmente dopo una partita brutta.
’NB: far scopare Cris e Riky la sera prima!’
Effettivamente quando i due sono insieme Cris è un altro. Evidentemente fanno coppia.
Sono preso da questi appunti a
dir poco epici, quando Karim entra nel mio studio e batte improvviso le
mani sulla scrivania su cui sono riverso. Mi fa prendere un colpo, lo
guardo ed è eccitato e incredulo, un sorriso strano in viso.
- Non ci crederai mai! - Fa poi. Io lascio perdere gli appunti e lo guardo in attesa.
- Cosa? -
- Mou! - È troppo felice, non
può averci litigato. Anche perché non ci ha mai davvero litigato. Con
Karim non litighi, ti taglia fuori. A meno che tu non sei Gonzalo e lo
sai stuzzicare.
- Che ha fatto? -
- Mi ha invitato a cena! - Mi irrigidisco e lo guardo sconvolto.
- Ma dai! -
- Sì! - Esclama eccitato. - Ed è da un po’ che mi chiede come sto, mi saluta e scambia quattro parole con me! -
Mi raddrizzo sulla sedia. Ha accettato il mio consiglio, pazzesco.
- Davvero? - Sappiamo tutti quanto sia incredibile. José ha ottimi rapporti con chi vuole, però con Karim non ne ha mai avuti.
- Sì. È un altro rispetto
all’anno scorso. Mi considera, mi parla. Mi ha parlato davvero. Mi ha
chiesto come ho passato il giorno libero, se sono stato in famiglia o
con la ragazza. Insomma. Conversa! Oggi mi ha detto che avevo le
occhiaie e se dormo bene, che se volevo lui usa una tisana favolosa per
dormire bene. - Sono impressionato, lo ascolto appoggiato alla sedia e
annuisco, mentre il viso di Karim è illuminato ed è bello vederlo così
felice per una cosa che l’aveva angosciato tanto.
- Quindi stasera ci vai? - Annuisce e si stringe nelle spalle con una smorfia.
- Sì, ma sono un po’ titubante,
non conosco la famiglia ed io e lui non abbiamo mai legato, non è che
abbiamo tanti argomenti di conversazione… - Sorrido all’idea.
- Neanche con me ne avevi… -
- Beh, era diverso, tu eri il mio idolo… -
- Di cui non ti fidavi comunque!
- Si ferma ricordandolo e fa un’espressione colpevole. - Eri convinto
che volessi qualcosa dietro il mio interessamento. - Gli ricordo.
Annuisce e ride indietreggiando un po’, mani in tasca.
- Sì, è vero. Però ho imparato che a volte ci si piace e basta. - Ripete le mie parole di quella volta, sorrido intenerito.
- Sono contento che abbia capito
che con te il pugno di ferro non funziona. Spero che finalmente
riuscirete a conoscervi. Sai… - prendo in mano i suoi appunti. -
Quest’uomo è un genio per quel che riguarda il calcio. Questi sono i
suoi appunti, sono incredibili. Geroglifici. Ma una volta che riesci a
decrittarli… - Karim sorride interessato, ma non glieli posso mostrare.
- Un genio che non capisce che
sotto pressione non tutti rispondiamo allo stesso modo. - A questo
punto stendo i muscoli della schiena e scrocchio il collo.
- A quanto pare anche i geni
possono imparare qualcosa. Gli hai dato una bella lezione. - Sorride
colpito all’idea e ci pensa meglio.
- Beh, non ho ancora dimostrato nulla… -
- Quest’anno lo farai. Hai già iniziato bene. Vedrai. - Karim si illumina felice, poi guarda l’ora.
- Mi aspetta, devo andare. - Annuisco e lo saluto.
- Divertiti. - Lui mi guarda titubante.
- Speriamo! -
Rido finché non se ne va, poi divento serio e storco il naso.
Mi auguro che José stia al suo
posto e che non usi il metodo opposto. Insomma, capendo che con Karim
funziona il rinforzo positivo, non vorrei che usasse quello troppo
positivo. Un conto è sopportare Gonzalo che in realtà è un ragazzo in
gamba e a posto, un altro è José. Lui è prepotente, arrogante,
complicato… non mi piace!
Dai Zizou, stai esagerando, e poi Karim può fare quello che vuole, andare con chi vuole.
Anche se ti dà fastidio!.
Appena lo intravedo, lo avvicino affiancandolo verso il campo.
Sorrido come niente, tranquillo,
mentre dentro di me sono già geloso per il solo fatto che non mi abbia
scritto nemmeno un messaggio, ieri sera. Evidentemente è andata davvero
bene.
- Allora? - Chiedo sbrigativo
perché non siamo nella condizione migliore per parlare. C’è un po’ di
via vai, gli allenamenti inizieranno a minuti e ci sono tanti che
viaggiano intorno a noi.
Karim mi guarda e si illumina alla domanda che capisce al volo.
- Alla grande! Non pensavo, ma è
una persona molto simpatica, mi ha messo a mio agio e la sua famiglia è
piacevole! - Rallentiamo e ci guardiamo stupiti, lui incredulo di quel
che sta dicendo: - È una persona normale, anzi! È spiritoso, ti fa
ridere… è stata davvero una bella serata! -
Dentro di me sento un pugno allo stomaco, delusione, fastidio, ma rispondo con un sorriso felice.
- Che bene, visto che è andata
bene? Quindi finalmente ha capito come fare con te! Sono contento, da
qui andrà meglio, vedrai. - Karim si stringe teneramente nelle spalle,
come un grande gattone insonnolito.
Arriviamo al campo dove ci sarà l’allenamento e José passando gli dà una pacca sulla schiena.
- Ciao! - Lo saluta e lui sorpreso ricambia con un sorriso sempre un po’ perso, ma è la sua aria solita.
Poi lo vedo strofinare la bocca
mentre gli occhi gli si illuminano, continua a fissarlo da dietro ed io
fisso lui dal suo fianco e non mi perdo questa luce, la sensazione di
prima cresce e sto odiando profondamente José.
So che non ha senso e non posso
avanzare pretese, ma non posso contrastare i miei fastidi. Posso al
contrario controllare il mio modo di esprimerli, o non esprimerli.
- Sicuro che non è successo
nulla? - Dico improvviso riportandolo bruscamente alla realtà. Lui si
gira di scatto e mi guarda come se gli avessi pestato la coda.
- Perché? -
Faccio spallucce e fingo indifferenza.
- Non so, sei strano, lo guardi
in un modo… - In questo esatto momento, passa oltre anche Gonzalo e lo
guarda in modo sottile e furioso, come di solito lui non è.
In parte perché di rado è arrabbiato, ed in parte perché anche se lo è lui fa fuoco e fiamme, da bravo Argentino.
- Che gli hai fatto? - Chiedo
dimostrando che non mi perdo nulla di quel che lo riguarda. A Karim
sembra andare benissimo perché non ne è minimamente infastidito.
- Non ne ho idea, ma non intendo
indagare. - Lo guardo pensando d’aver capito male, ma il suo tono è
duro e scuote la testa evitando con cura di guardarlo.
- Lui sa che non esistono
scenate fuori da casa mia. Casa mia è casa sua, glielo dico sempre. Gli
ho dato le chiavi per farglielo capire. Ma al di fuori non esiste. -
- Gli… gli hai dato le chiavi? - Chiedo sorpreso, rimanendoci un po’ male.
Karim inizia a correre per conto
suo, un po’ indietro rispetto agli altri, io corro con lui continuando
a parlare. Cosa che mi piace parecchio se devo essere onesto.
- Sì. In questo lungo periodo
orribile con Mou, lui mi è stato vicino, è stato molto dolce e mi ha
aiutato a calmarmi e a sfogarmi. Così insomma, ho deciso di progredire,
diciamo. - Alla faccia della progressione.
- Karim, è una cosa
importantissima! - Forse non dovevo sottolineare quanto questo sia
‘enorme’. Lui mi guarda col broncio, incerto su quanto io abbia
ragione, ma improvvisamente non voglio calmare le acque. - Beh, lo è.
Insomma, eri tu che dicevi che non vuoi relazioni, no? Che eri
spaventato dal farla diventare seria… - Alza le spalle e guarda avanti
continuando a correre con me, il fiatone in poco arriva ma è gestibile.
Per me è quasi come non aver mai smesso di giocare. Mi sembra di
tornare indietro nel tempo, è strano.
Guardo avanti e Cristiano mi
ricorda David come modi di fare, mentre Riky sarebbe Iker se non fosse
già qua. Quei due sempre insieme sono così carini.
Poi ci sono Pepe e Marcelo come
Ronnie e Carlos, inseparabili e casinari. Raul in questa ricostruzione
sarebbe Iker di ora, mentre Guti dovrebbe essere Sergio, assecondando
la similarità caratteriale.
Io sarei impersonato da Karim, ci sta bene il paragone seguendo il carattere.
- Sì, forse. - Fa Karim
improvviso riportandomi alla realtà improvvisamente. - Però è stato
naturale, ci ho voluto provare. Comunque dicevo… in casa è una cosa,
fuori è un’altra, lui ormai lo sa. Perciò se ha problemi con me non è
qua che ne parleremo, se proprio deve parlarne. - A questa sparata mi
metto a ridere, lui è serio e categorico e capisco che se fa così,
chiavi o no, non andrà molto lontano. Non penso proprio. Insomma, che
relazione può aspirare a diventare seria con queste premesse?
Karim non è proprio tagliato per
i rapporti, aveva ragione quando lo diceva. Saperlo ora, o meglio
averne conferma, mi rilassa improvvisamente.
- Sembrava geloso. - Dico poi
facendo finta di nulla. In realtà non lo so, volevo solo usare lui per
riportare il mio stato d’animo senza farglielo sapere. Karim mi guarda
meravigliato.
- E per cosa? - Alzo le spalle.
- Gli hai detto che eri a cena con il mister? - Chiedo arrampicandomi sui muri con un certo stile.
- Sì certo. Perché voleva passare e gli ho detto che non c’ero. -
- E lui? - Karim alza le spalle sminuendo la risposta.
- A cena con il nemico? Ha detto
una cosa simile, non saprei. Penso scherzasse. - Scoppio a ridere, quei
due sono incredibilmente interessanti e divertenti. A parte tutto, devo
ammetterlo.
- Sicuro che scherzasse? Da come ti guardava prima… - Insinuo poi ridendo divertito, lui fa il broncio.
- Non ne sono più sicuro
onestamente. Ma ugualmente è una cosa stupida, di cosa dovrebbe essere
geloso? Sono andato a cena col mister, è positivo, significa che
finalmente parliamo… - Alzo le mani come a tirarmene fuori.
- Ah, devi chiedere a lui, forse
ti ha visto troppo felice o magari il fatto che non gli hai detto come
è andata lo ha seccato. -
- Troppo felice? - Fingo ancora indifferenza.
- Non saprei, lo eri quando ti ho visto. C’è un certo feeling, mi pare. -
- Era ora! Un anno e passa mi
sembra davvero tanto per crearlo! - Si lamenta schietto continuando a
correre, allargando le braccia.
- Che vuoi, i due soggetti non
erano pane per ostie… però se ora riuscite a creare questa alchimia ci
sarà da guadagnarci, non credi? - Non è un discorso che dovrei fare, se
lui non si accorge da solo delle cose non devo fargliele notare io. Ma
voglio capire quanto è consapevole Karim di questa… cosa… con Mou.
Dopo di questo il riscaldamento
in corsa finisce e cominciano gli esercizi, però José mi chiama per
aiutarlo con altre cose ed io vado.
È una cosa strana, in effetti. Più una sensazione, che altro. Niente di concreto.
Però è come se ora che è José a volere questo rapporto… non so, è come se ora che lui lo vuole, ci sarà.
Perché in qualche modo quel che
lui vuole, lo ottiene. Questa è la sensazione che ho. E Karim ne è
ancora totalmente ignaro, ma già sta iniziando a capire quanto sa
essere piacevole ed ammaliante.
Quell’uomo se vuole sa farsi odiare, è vero. Ma sa anche farsi amare, dipende solo da lui.
La cosa sta per diventare strana e sicuramente, guardando come Gonzalo lo evita arrabbiato, diventerà ancora più strana.
Meglio tenermene fuori, mi sa.