*Ecco
un altro capitolo. Dopo che Zizou si prende del tempo per pensare cosa
fare con Karim per l'ennesima volta, passa l'estate a seguire una
decisione difficile ma del tutto ragionevole. Decisione facile da
seguire fino a che non è costretto a rivederlo, allora in quel momento
le carte cambiano e la reazione di Karim sarà increibile. Buona
lettura. Baci Akane
14. UNA DECISIONE RAGIONEVOLE
Passo l’estate ad obbligarmi a
non chiamarlo e sentirlo e scrivergli, in realtà se decido una cosa
riesco a farla perciò non è una specie di lotta contro me stesso.
Il problema è che comunque questo non mi aiuta, spero che aiuti lui.
Non capisco bene cosa sarei disposto a fare per lui e se ci potrei riuscire.
So che provo un sentimento molto forte, che forse lo amo in una qualche maniera e so anche che provo un’incredibile attrazione.
E quando lui sta bene ed è felice, per me è come la massima realizzazione.
Però non sono sicuro di riuscire a farlo. A vivere una doppia vita e ad ingannare la mia famiglia, è questo il problema.
Il tradimento non è facile, non per tutti.
E dipende sempre se è una cosa di una notte e solo di sesso, oppure se ci sono sentimenti di mezzo.
Per una botta e via, come si
dice, non ci sono problemi, non è nemmeno un vero tradimento. Noi
uomini abbiamo erezioni continue con mille fantasie e all’80 % non sono
mai sulle nostre compagne. E con erezioni si intende ‘lavoro completo’.
Per noi il tradimento
puramente sessuale e quindi solo fisico, non è tradimento. Lo è quando
c’è di mezzo il cuore, quando è ripetuto e protratto, quando si ama
un’altra persona.
Perciò quello che io mi
appresterei a fare sarebbe questo, un tradimento a tutti gli effetti. E
per farlo bisogna essere maledettamente sicuri, perché è una cosa
grave, ferisci le persone che ami, la tua famiglia che non ha fatto
niente di male per questo.
Ci sono molte cose da considerare, conseguenze, possibilità.
Se un giorno si venisse a
sapere loro ne uscirebbero distrutti e non lo meriterebbero. Anche mia
moglie, ma io penso principalmente ai miei figli.
Con una moglie è diverso, tu
metti in conto che prima o poi, dopo tanto tempo, i sentimenti possono
cambiare, affievolirsi, diventare affetto e routine. Sono cose che sai
che possono succedere e non è colpa di nessuno, è il tempo e basta. Se
nel frattempo arriva un nuovo sentimento per un’altro è solo una specie
di sfortuna.
Ma i figli non fanno niente di
male per essere traditi così, sebbene tu li amerai allo stesso modo per
sempre, se loro dovessero scoprire il tuo tradimento non ti
perdoneranno, non subito, non tutti.
Perciò bisogna mettere in
conto tante cose e devi essere disposto ad accettarle tutte, non puoi
dire ‘ma a me non succederà’, ‘non mi scopriranno’, ‘la controllerò’.
Perché non lo sai, non sai come andranno le cose.
Puoi controllare il prima non il dopo.
Ed io prima di questo grande
passo, devo essere sicuro di non avere scelta, di non poterne fare a
meno, di doverlo fare per forza. Ed io, per forza, non ho mai fatto
nulla, ma sempre e solo per scelta. Specie da quando ho fatto questo
percorso interiore per ritrovare la mia calma. Che ogni tanto perdo.
Sorrido al pensiero.
Però Karim è un altro conto.
Non so cosa prova, so che
prova questo sentimento, che gli piaccio, che sono importante, che mi
desidera, che senza di me lui dice di faticare e queste cose qua, ma
non ha parlato di amore, non so se mi ama, se mi amerebbe e per quanto.
E se all’inizio pensa sia amore e poi invece si rivelasse altro?
Avrei rovinato tutta la mia vita, o rischiato, per cosa? Una SPECIE di amore?
Non è il caso di aspettare e vedere quale sentimento è e quanto forte e duraturo?
Se invece finisse subito? Se non fosse quello che pensa? Quante volte si travisa?
Non posso rischiare, c’è troppo in ballo.
Così, quando si torna a
Madrid, io mi prendo un anno sabbatico e dicendo al presidente che vado
a fare un po’ di scouting in giro per suo conto, cosa che poi dovrei
fare e che sarebbe il mio compito, penso che sia più facile metterlo
alla prova ed evitarlo.
Vedere come reagisce se io semplicemente sparisco e non mi faccio più vivo.
Se lascerà morire la cosa,
significa che non valeva la pena mandare tutto all’aria e che non è una
cosa da viversi. Se insisterà, se non ci starà, se non sarà così
passivo allora significa che è davvero forte quello che prova e che
forse posso rischiare.
Mi isolo molto, cerco di non
sentire le notizie di Madrid e del club sebbene devo sapere come va la
squadra perché se vanno male devo capire che problema c’è ed
eventualmente proporre un rimedio al presidente, cosa che puntualmente
mi chiederebbe in quel caso, perciò non posso arrivare impreparato a
quell’eventualità.
Ma il fatto che me ne sono
andato senza dirgli nulla, senza farmi più vivo, mi fa agire così. È
più facile evitare Karim se chiudo tutto quello che lo riguarda.
Se non sento più niente su di lui, se non lo vedo, riesco a stargli lontano più facilmente, a staccare.
Anche se guardo sempre il
telefono in attesa di una sua chiamata piena di insulti su come io
possa averlo abbandonato in questo modo.
Ma lui non chiama, non lotta
ed evidentemente la mia strategia alla fine ha funzionato. Mi ha fatto
capire che dopotutto non avrei fatto bene a stare con lui, rischiare di
ferire così tanto la mia famiglia.
Anche se questo brucia, perché
ogni giorno continuo a sperare che si faccia vivo e che lotti e che mi
dica che lui mi ama ancora e che non può vivere senza di me.
Che sciocco che sono, certe cose succedono solo nei film.
La verità è che ho appena salvato non solo un lungo e felice matrimonio, ma anche una bellissima famiglia.
Finché non lo vedo e non lo sento è facile, è dannatamente facile.
Il problema subentra quando devo incontrarlo.
Dalla redazione del magazine
French Football, mi chiamano per consegnare il consueto premio come
migliore calciatore francese dell’anno, quest’anno vorrebbero lo
consegnassi io al vincitore e prima mi rendo disponibile, poi chiedo
chi è.
Onestamente pensavo
l’avrebbero dato a Ribery, solitamente negli ultimi tempi, premiavano
lui come miglior calciatore francese dell’anno.
Ma questa volta mi sparano il nome che più di tutti speravo di non rivedere. Non così.
Karim Benzema.
Il ‘merda’ me lo mangio a
denti stretti, ma faccio come sempre buon viso a cattivo gioco e
accetto ancora chiedendo i dettagli di come avverrà la premiazione. Poi
dentro di me, sentendo il giorno in cui avverrà il tutto, mi mangio un
altro ‘merda’.
La premiazione sarà il giorno del suo compleanno. Cos’è, uno scherzo?
Forse dopotutto gira che ti
rigira le prove non mancano mai, ne superi una dura e ne arriva una
peggiore e non ho idea di quanto dura sarà questa, perché un conto è
rivedere una persona che ti ha turbato e scambiarci quattro parole di
rito, freddamente, niente di che.
Un conto è rivedere la suddetta persona e renderti conto che sta male, che sta così male che davvero non ce la sta facendo.
Ma non ti cerca per rispettare la decisione che ha capito hai preso senza dirgli nulla.
Me ne rendo conto quando lo
rivedo, quando i suoi occhi incrociano i miei, carichi di un terrore
vivido che non pensavo sarebbero stati in grado di comunicare.
Parla senza dire nulla.
C’è questo primo istante in
cui ci incrociamo nei corridoi del centro sportivo del Real Madrid che
ospiterà la premiazione: in sostanza è il premio che è andato da Karim.
Io e lui ci incontriamo per caso nella classica situazione da uno
davanti all’altro ed il mondo si ferma, il tempo, qualunque cosa
svanisce e c’è solo questo chiarissimo terrore.
Karim non ha lasciato perdere perché tanto non ne valeva la pena e non era poi così forte quel che provava per me.
Karim ha fatto violenza su sé stesso per non cercarmi e lo ha fatto di proposito, non perché non era convinto e vabbè.
Lo capisco subito, ma poi
veniamo interrotti dal responsabile della gestione della premiazione,
l’inviato del giornale organizzatore ufficiale che arriva poco dopo di
me, ci saluta, si complimenta con Karim e ci comunica le modalità con
cui si svolgerà la piccola informale premiazione.
Non è una serata ufficiale,
solo delle riprese, degli scatti, quattro scambi che finiranno nella
televisione francese ufficiale e nei giornali e alcuni altri media
locali che faranno a Karim qualche domanda.
Siamo venuti già pronti per le
riprese e le foto, non ci sono preparazioni particolari da fare ed una
volta che scelgono il posto in cui si svolgerà il tutto, naturalmente
la sala conferenze, ci spostiamo tutti là.
Karim è spaesato e confuso ed
è preso in contropiede dalle mille informazioni che gli arrivano al
momento, probabilmente capisce la metà di quel che gli dicono, parlano
tutti insieme, fotografi, cameraman, giornalisti, assistenti, arrivano
subito molte persone che ci dicono dove metterci, cosa fare e cosa dire
e mentre cerchiamo entrambi di capire le cose, specie come dobbiamo
sentirci uno nei confronti dell’altro, entra in scena il premio e gli
occhi di Karim si illuminano incredibilmente.
Quando lo vedo brillare
felice, mi rilasso e quel peso, quell’enorme nodo atroce che mi aveva
attanagliato fino ad ora, si dissolve. Perché lui è qua e sta bene e
sorride ed è felice, è così felice di questo premio, che niente
importa.
E, improvvisamente, nemmeno per me. Il passato sparisce, non conta nulla, non esiste un prima, non ho promesse da mantenere.
Improvvisamente posso
sorridere ed essere felice per lui e toccarlo. E la mia mano brucia,
mentre lo tocco. Brucia quando si posa sulla sua spalla e lo stringo
per le foto e questo contatto, questa vicinanza è soffocante e
meravigliosa. La cosa più bella mai provata, come se mi rendessi conto
che sono ancora vivo e prima no, prima non me ne ero accorto, ma
pensavo di esserlo, ne ero convito. Eppure adesso che vedo la
differenza è sconvolgente.
Sono tornato vivo toccandolo e
vedendolo sorridere e per poco non mi commuovo come uno sciocco, perché
lui è accanto a me ed è felice e tutto, improvvisamente, torna a girare
bene, come se non si fosse mai fermato, come se non esistesse un
passato.
Meravigliosamente bello.
Quel che conta davvero è solo lui. La sua felicità, la sua stabilità.
Farò decidere a lui come
preferisce che io mi comporti, se vuole che sparisca, sparirò, se vuole
che resti, resterò. Però non credo che potrò mai andare oltre, sebbene
lo voglia penso che finirò sempre per fermarmi ad un certo punto e se
decidessi di cedere, deve essere per sempre. Non solo così.
Dopo la premiazione, le foto, l’intervista e le riprese, lo invito a cena ma non a casa mia o sua.
Quando glielo chiedo, mentre
ci prepariamo per andare via, lui mi guarda stupito, come se fossi
impazzito o se avesse sentito male, così sorridendo tranquillo ripeto.
- Mi piacerebbe invitarti a
cena, è da tanto che non ci vediamo ed io sono sparito senza farmi più
sentire. Vorrei… vorrei parlare, se ti va. - Adesso voglio parlare?
Adesso?
Una persona normale mi farebbe una piazzata, mi respingerebbe, mi insulterebbe.
Ma i suoi occhi diventano lucidi e sorride carico di mille emozioni che cerca di divorarsi. Non è facile così.
Non lo è per nulla.
- Ne sarei felice. Se a te va, a me va benissimo! - Come per dire che sono io a gestirla.
****
* A Dicembre 2012 Karim
viene premiato come miglior calciatore francese, viene premiato il
giorno del suo compleanno proprio da Zizou. *