*Ecco un altro capitolo. Finalmente Zizou si è deciso a prendersi Karim, ma la strada è ancora tortuosa perchè nessuno di quei due è semplice. Siamo nel finale della stagione 2012/13, anno disastroso per il Real e per Mou che ha iniziato a litigare con tre quarti di squadra iniziando l'altalena su Karim e Gonzalo. Fine di quella stagione Zizou è diventato il direttore sportivo ed, in seguito, secondo di Ancelotti. Buona lettura. Baci Akane*

17. SOLO UN ACCONTO


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 ”Lui è un giocatore davvero importante. A volte c'è un dibattito su cosa cambiare nell'attacco del Real Madrid, ma è un errore. Sbagliano tutti. Non è un giocatore che segnerà 60 goal a stagione come Cristiano Ronaldo, ma con le sue qualità lui può giocare e adattarsi a tutti in campo, e gioca nel modo che la squadra necessita. Davvero pochi giocatori al mondo hanno questa qualità. Per me, non esiste discussione. Ha sempre tenuto il suo ruolo molto bene e penso che alla gente Karim piaccia. ” - Zizou -

Non abbiamo ancora fatto sesso, né abbiamo passato le ore a baciarci o fare chissà cosa.
È stato più un marcare il territorio, mettere le cose in chiaro.
Per il resto non corriamo, è come se ci fossimo messi i cuori in pace. Sappiamo che quando ne avremo bisogno, ci saremo.
Per il resto ci sentiamo come prima, ci incontriamo ogni tanto, parliamo, mi chiede consigli, si sfoga… ma non ci baciamo tutte le volte, non ci tocchiamo, non andiamo a letto insieme.
Quello non l’abbiamo ancora fatto, non so cosa aspetto, forse di essere di nuovo fuori di me.
Conclude lo sfogo sbuffando come un toro, apre le braccia e scuote la testa lasciandosi cadere a cavalcioni sulla sedia, il mento sullo schienale, le braccia incrociate sopra.
Lo guardo e mi perdo nella sua bocca che esce in un broncio delizioso.
Mi è capitato a casa dopo gli allenamenti, i miei figli sono tutti via in altre attività e Veronique è con il piccolo ad una cosa scolastica.
A certe cose non posso partecipare, sono solo un po’ troppo famoso.
Così ora siamo soli, in uno dei rari momenti in cui possiamo esserlo nella mia cucina. Gli poso la tazza di thé davanti, sul tavolo, poi mi soffermo con la mano sulla sua nuca dove i capelli sono corti. Lo carezzo affettuoso, ma lui non spegne il broncio e così mi chino e gli cerco quella bocca che mi ha distratto un bel po’.
È la prima volta da un po’ che lo bacio e lui trattiene il fiato sorpreso, non se lo aspettava. Sorrido a questa sua reazione, si irrigidisce con le spalle e alza verso di me la testa.
Silenzioso apre la bocca e mi consegna il labbro morbido che succhio, poco dopo le nostre lingue giocano insieme, si carezzano sensuali senza la fretta e la foga delle altre volte.
Non so quanto stiamo così a baciarci, io coi gomiti appoggiati al tavolo, il volto rivolto verso di lui, comodamente sistemati nella mia cucina, soli in casa mia.
Quando smettiamo sorride timidamente, ma sembra completamente dimentico di quello che aveva prima.
Così sono io a ricordarglielo.
- Quindi Mou è semplicemente impazzito? - Torno al suo discorso. Karim se ne ricorda e annuisce stringendosi nelle spalle, poi fa un’altra smorfia deliziosa mentre mi siedo nella sedia dall’altra parte del tavolo e continuiamo a parlare di quello che sta combinando.
Di come Mourinho stia facendo la guerra a tre quarti di squadra, come se fosse loro nemico e non loro allenatore.
- Il problema è cominciato con Riky. Quando Mou ha detto che non rientrava più nei suoi piani ed ha iniziato a maltrattarlo apertamente, Cris e tutto il suo gruppetto si sono messi a fargli la guerra. Da lì in poi, lentamente, sono sorti problemi anche con altri. Mesut, Sergio, Iker… tanto che poi ora è una fazione, siamo noi contro lui. -
- E tu? - Sospira e si stringe nelle spalle.
- Non mi fa giocare una partita intera… posso non avercela con lui? Dopotutto la scorsa stagione ho segnato 32 goal… io non so cosa vuole che gli dimostri ancora! -
- Gli sta sfuggendo tutto di mano. - Commento quasi fra me e me, senza guardarlo. Poi penso al discorso che ho fatto recentemente con Perez, al suo piano di cambiare a fine stagione.
- Dai, dovete resistere solo fino alla fine di quest’anno. - Dico poi. Lui si accende.
- Cosa sai? - Capisce subito che ne so qualcosa, così mi stringo nelle spalle e sorrido bevendo il mio thé. Lui fa il broncio di nuovo e batte le mani sul tavolo come un bambino che fa i capricci, mi fa ridere e così gli dico qualcosa, solo perché è lui ovviamente.
- A fine stagione Mou andrà comunque via. Però non lo esonera subito perché obiettivamente non va completamente male. E poi l’allenatore che vuole dopo di lui al momento non è disponibile. - Karim si accende come una miccia, si alza e comincia a pregarmi di dirgli il nome, io scuoto la testa.
- No, non posso. Non dovresti sapere nemmeno questo! - Rispondo categorico voltandomi dall’altra parte. Lui però mi sposta la sedia con una certa forza e dimostrandosi ben più attivo di quel che avessi mai pensato, si siede su di me a cavalcioni, la mano subito sotto ai pantaloni della mia tuta. Arriva in fretta al mio membro facendomi trattenere il fiato e lo guardo incredulo che si giochi questa carta.
- Possiamo fare uno scambio di favori! - Dice poi con un sorrisino malizioso mentre avvicina la bocca alla mia.
- Che genere? - Chiedo facendo finta di non capire, le mani sui suoi fianchi.
- Io faccio una cosa che piace a te, tu mi dici una cosa che io voglio sapere. - Con questo la mano nel mio membro rimane ferma, ma il calore è devastante, la morbidezza della sua pelle a diretto contatto con la mia delicata che reagisce subito. I brividi sono lì pronti a partire ed espandersi.
La sua bocca scivola aperta sul mio viso, raggiunge il mio orecchio e lo delinea con la lingua ed i famosi brividi ora non si trattengono. Mi sembra subito di impazzire, piego la testa spingendomi verso la sua lingua che usa in un modo pazzesco.
- Allora, chi verrà? - Chiede prendendomi il lobo fra i denti. Cerco ancora di resistere, ma la sua mano fa per ritirarsi, così gliela prendo e lo fermo di scatto e senza esitare ancora, gli dico il nome.
- È Ancelotti. - Quando glielo dico lui si separa un attimo dal mio orecchio e mi guarda stupito mentre gli occhi si accendono di nuovo, sta per commentare ma gli prendo la nuca e lo conduco contro il mio collo, l’altra mano ancora sul suo polso a fermarlo nel mio inguine.
- Tu hai una cosa da fare! - Così ridendo apre la bocca e mi lecca il collo facendomi capire quanto ci sa fare con quella maledetta lingua, oltre che con la mano.
Capisco Gonzalo, capisco come mai è rimasto qua a Madrid ancora nonostante la situazione sfavorevole per lui.
Aveva perfettamente ragione.
Ma lui ci scopa con Karim. Io per ora mi limito ad un paio di orgasmi.
Tipo quello che ho ora nella sua mano, fra gli ansimi ed il corpo teso che si rilassa pieno di brividi sconvolgenti. Bollente.
Alza la mano sporca di me fra di noi e guardandomi malizioso da morire, se la lecca a pochi centimetri dal mio viso. Trattengo il fiato e impreco.
- Se non avessi appena avuto un orgasmo ti farei mio ora! - Karim sorride soddisfatto e in risposta con la stessa mano che ha leccato e con cui mi ha fatto venire, si tira fuori la sua erezione e si masturba proprio su di me, davanti ai miei occhi eccitati ed increduli.
L’idea che possa tornare qualcuno e vederci mi manda ancor più fuori di testa, dovrei fermarlo ma non ci penso proprio e va a finire che lo sollevo sul tavolo, lo siedo sopra e continuo io con la bocca.
Forse era da troppo che non marcavo il territorio.
O forse è più furbo di quello che vuole sembrare.
Karim piano piano, con una pazienza certosina, si sta prendendo completamente tutto quello che probabilmente ha sempre desiderato sin da ragazzino.
Si sta prendendo me, ogni centimetro di me, ogni piano di me. Tutto. E non so se riuscirò ad impedirglielo. Non so nemmeno se voglio impedirglielo.
In effetti, spero che continui.


La stagione vola e aggiungo anche per fortuna.
Quest’anno José dà il peggio di sé ed il Real va di male in peggio, non vincono nulla ma non solo, il loro gioco è al degrado, quasi, nonostante i giocatori che ci sono. Quasi nessuno gli parla più, lui ha fatto un vero e proprio disastro.
Così i giochi finiscono, per fortuna, e José ed il Real chiudono il contratto di comune accordo, José vola in Inghilterra ad allenare il Chelsea per la seconda volta, mentre io vengo nominato direttore sportivo in attesa che arrivi il successore.
Alla fine tanto si fa finché non riusciamo ad averlo, Carlo arriva a Madrid molto presto ed insieme facciamo i piani per la nuova stagione pur ammettendo che lui non ha preso in mano la squadra e non ha la minima idea di come sono i ragazzi, su chi punterà e cosa gli servirà.
Mi dice che si fida di me perché io li conosco molto bene, sicuramente meglio di lui, e quindi di usare il criterio che ritengo più opportuno.
Gli chiedo subito che cosa intende fare con Gonzalo e Karim, perché sono due ottimi giocatori, ma con lo stesso ruolo ed è uno spreco impensabile tenerli lì a giocare a metà.
Lui è assolutamente d’accordo, dice immediatamente che vuole come titolare solo uno dei due, mentre gli basta una semplice riserva che non sia un top player, può essere un valido giovane che anche se rimane per lo più in panchina non sono grossi drammi.
Mi dice però che non può scegliere così su due piedi chi fra Karim e Gonzalo perché ad occhio e croce sono sullo stesso livello anche se con caratteristiche diverse e non li ha ancora allenati. Perciò mi chiede se loro hanno preferenze, se uno dei due vuole andare oppure se io ritengo che si possa lavorare meglio con uno piuttosto che con un altro.
Così gli parlo di Karim, come ho parlato di Karim a tutti gli altri predecessori, Perez compreso.
Karim è molto umile come giocatore, tranquillo e generoso in campo, non è egoista con la palla, non è uno che prende troppi spazi, non è una prima donna, non è falloso o passionale, non pianta mai casini e non si lamenta per nessuna ragione. Se lo cambi esce senza fiatare, subisce anche quando non dovrebbe.
Gli spiego che il lavoro che andrebbe fatto su di lui è del tutto emotivo, caratteriale e di incoraggiamento. L’unico problema con lui è il fatto che non crede abbastanza in sé stesso e non è ambizioso, non alza molto la testa. Però gli spiego che l’idea di Perez sarebbe di prendere Bale, complementare di Cristiano.
Se il progetto va in porto non si possono avere un tridente di prime donne. Cristiano e Bale sono due grandi giocatori che prendono molto spazio perché è il loro gioco, le palle devono andare a loro per permettergli di fare le magie, per cui se anche la punta è così il rischio è un collasso. Karim in quell’ottica potrebbe essere perfetto, una sorta di collante. Fa molti assist a Cristiano, questo dimostra che giocano bene insieme e che non ha problemi a giocare per gli altri, non ruba palla, la condivide.
Carlo ascolta attentamente e poi chiede se i giocatori hanno espresso preferenze, io così gli parlo di Gonzalo.
Gonzalo è da un po’ che è indeciso se andare via o rimanere, la sensazione è che se arriva la giusta proposta, lui possa andarsene.
Cerca una squadra dove poter essere protagonista.
Gonzalo è il classico argentino, passionale, focoso, ingombrante. Certo se gli dai spazio lui ti ricompensa, ma il Real gioca per Cristiano, giocherà per Bale se arriva, non sarebbe la punta ideale con loro.
Carlo a questo punto dice che se anche Gonzalo vuole andare via, di non fermarlo ed anzi di aiutarlo a trovare la sistemazione ideale.
In pratica ho manovrato i fili in favore di Karim ma non sono proprio sicuro che il punto fosse che preferisco Karim a livello calcistico. Gonzalo è eccellente, bisogna essere obiettivi. Il punto è che voglio che Karim resti con me. Ma soprattutto voglio che sia mio il più possibile.
Ora io non so se il fatto che non siamo ancora andati a letto insieme c’entri con la presenza di Gonzalo, perché comunque lui è l’unico ad avere la chiave di casa sua, molte cose le permette solo a lui ed è vero che è comunque una relazione che va avanti da molti anni.
E non so nemmeno se dentro di me lo vedo come un ostacolo per il mio rapporto con Karim.
Non so, non voglio essere ipocrita e dire che non è vero, perché mi sento sempre molto infastidito dalla presenza di Gonzalo accanto a Karim, quando mi dice che quella sera lui vuole passare a casa, non posso venire io.
È obiettivamente un ostacolo, anche se io non ho fatto e non intendo fare rivendicazioni serie su di lui. O meglio. Ho messo in chiaro che se uno dei due vuole, l’altro deve venire. Beh, era più se io chiamo tu vieni. Sono stato molto signore e padrone. Però il senso era reciproco.
Solo che non è un rapporto esclusivo.
Eppure sono profondamente irritato dall’esistenza di Gonzalo accanto a lui, mi sembra me lo porti via, mi sembra quasi che se io non lo chiamassi o non andassi da lui, Karim potrebbe farne a meno.
Quando quest’estate sono sparito, lui non mi ha cercato e quando poi la stagione è iniziata lui non ha dato cenni nei miei confronti, finché non ci siamo visti per la premiazione a dicembre. Insomma, lui ha resistito, stava male, lo so, però si è buttato su Gonzalo.
Non lo so, sono confuso a riguardo.
Mi sono ritrovato a parlare con Carlo e a lavorare chiaramente contro Gonzalo ed ora mi domando se sono stato meschino e se l’ho fatto solo per assicurarmi di più Karim accanto a me.
Beh, sì. Se devo essere sincero, sì.
Però ormai l’ho fatto e troverò un modo per conviverci.
È pure vero che se Karim non parla d’amore, non è una relazione che ha senso portare avanti. Perché quella non è amore, vero?
Forse mi brucia solo che con lui abbia fatto sesso da subito, mentre con me non ci siamo ancora messi. Perché no? Cosa ci blocca?

Non so cosa devo provare quando le cose vanno come avevo sperato.
Non ci ho lavorato con intensità, ho solo buttato un amo, Carlo non si è espresso apertamente ma è chiaro che fra i due avrebbe preferito Karim.
Il punto però non credo sia stato questo, il punto credo sia stato effettivamente quando Perez mi propone come secondo allenatore di Carlo.
Quando me lo chiede rimango di sasso, rimango proprio inebetito. Sbatto gli occhi diverse volte, poi realizzo che è una proposta vera.
Non solo di tornare in panchina, ma di avere una posizione più di rilievo.
Con José ho imparato molto, ma di fatto avevo voce in capitolo solo con Karim, quando la cosa è diventata un problema lui ha fatto in modo che io decidessi di allontanarmi, col senno di poi non so quanto sia stata una scelta libera personale e quanto pilotata.
Pensandoci ora, quello che lui ha fatto somiglia tanto a quello che ho fatto io con Carlo e Gonzalo.
Credo che quando li incontra, gli sguardi che lancia alle due punte sono piuttosto evidenti.
Ma forse sono io che vedo cose che non ci sono.
Forse è Gonzalo che quando vede che sono io il direttore sportivo ed il secondo di Carlo, se ne tira fuori.
È lui che capisce da solo che io non rinuncerò mai a Karim, perché probabilmente sa benissimo quanto ci prediligiamo a vicenda.
Così si fa indietro da solo, o forse Carlo gli ha fatto capire che punterebbe più si Karim, o forse è lui che lo sa perché non è idiota.
Ad ogni modo chiede di poter andarsene e questa volta la proposta interessante arriva dal Napoli, una squadra rinnovata che ha ambizioni.
Quando gli ho detto a Karim che sarei stato io il suo secondo allenatore quest’anno, mi ha saltato al collo esuberante come poche volte l’ho visto. Era così felice che mi ha spiazzato, la gioia che mi ha preso mi ha scacciato ogni dubbio.
Forse ho gestito le cose in modo un po’ losco, ma per lui vale la pena. Per averlo come l’ho avuto, quel momento è stato rivelatore.
La sua gioia assoluta solo per me è stata tutto.
E mi sono detto ok, forse è meschino da parte mia, ma lo voglio sul serio, davvero, innegabilmente, indissolubilmente. Lo voglio e non per modo di dire come ho fatto finora.
Finora ho messo una sorta di acconto, ma non ho pagato tutto il prezzo completo. Adesso è ora di acquistare completamente il pezzo e farlo mio.
Karim mi aspetta, è mio, io voglio che sia mio, me lo devo prendere.
Seppure non pensavo di poter avere una doppia vita, in realtà l’idea di rinunciare a lui mi ha fatto decidere. Però forse sono stato un po’ spaventato anche dopo il grande primo passo.
Un conto è dirlo e provarci, un conto è farlo seriamente.
Posso davvero?
Ci riuscirei? Sì, ma per quanto tempo? In che modo?
Il tempo è volato, Karim è rimasto legato fra alti e bassi a Gonzalo ed ora che questo blocco è evidente, voglio riuscire a passare alla fase successiva con lui.
Non rinuncerò mai alla mia vita ufficiale, ho moglie, ho figli. Non voglio farli soffrire.
Però Karim deve essere mio, mi brucia quando lo vedo che ride con Gonzalo, che ci parla.
Mi brucia.
E mi brucia che lui possa ancora entrare a casa sua come diavolo gli pare.