*Ecco
un altro capitolo. Allora, vorrei dire una cosa: il capitolo 16 che
avete letto era il 17, perciò dovete andare a leggere il 16 perchè ora
è quello giusto ed è essenziale perchè lì succede una cosa
importantissima ai fini della relazione fra Karim e Zidane. Avrete
notato nei capitoli successivi alla cena che i due erano passati alla
fase successiva, quella fisica, ma non avrete capito come mai quel
passaggio. E' in quel capitolo! Chiedo scusa per il disguido. Questo
capitolo, invece, è incentrato su Zizou e David. Siamo nell'estate del
2013, Carletto è appena arrivato al Real dopo il PSG dove David ha
giusto dato il suo commovente addio al calcio. Poi il Real è andato in
America, proprio a 'casa' di David, il quale era presente al loro
ritiro a Los Angeles. E così come non approfittare per fare un capitolo
David-centrico? Io adoro quell'uomo! Buona lettura. Baci Akane*
20. LA GIORNATA DI DAVID
Ho avuto diverse altre occasione di rivederlo, ma questa è diversa. È la prima dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio giocato.
Il giorno stesso l’ho chiamato
e l’ho tirato su, anche se è stata dura. Mi ha fatto una grande
impressione, piangeva anche se è abituato a mascherare sempre tutto.
Si è proprio lasciato andare.
Adesso lo rivedo per la prima
volta dopo quel fatto che per lui segna una pietra miliare, lo sappiamo
tutti noi che abbiamo dato tanto a calcio e che abbiamo smesso.
Il tempo scorre e va così.
Ho ancora nelle orecchie la
sua voce abbattuta e rotta dal pianto, ma viene presto scacciata dal
gran sorriso splendente e dall’abbraccio poderoso che mi dà.
David è qua davanti a me in
tutto il suo eterno e solito splendore ed è quasi strano non vederlo
con la piccola principessa a seguito, ormai lo si vedeva quasi
esclusivamente con lei.
Sorrido e gli do una pacca sul braccio guardandolo con attenzione.
- Allora, mi sembra che stai bene. - Affermo notandolo subito. David si illumina.
- Sto per rivedere Iker, scherzi? Sto benissimo ovviamente! -
A questo rido e scuoto la testa con diplomazia.
- Sei il solito! -
- Ho già organizzato tutto!
Finché voi sarete qua io posso farlo mio tutte le notti ed i momenti
liberi! - Mi aggrotto e lo guardo sorpreso.
- E come pensi di fare? Non
puoi mica stare in ritiro con noi! - David fa la sua tipica espressione
da una ne fa e cento ne pensa, ma nel suo caso ne fa cento e ne pensa
mille.
- Carletto! È stato il mio
ultimo allenatore, ricordi? L’ho avuto anche al Milan quando sono
andato in prestito… - Annuisco capendo.
- Avete un certo rapporto… - David così parte super felice.
- Certamente, a Milano era
difficile comunicare perché non parlavo una parola di italiano e il suo
inglese non era il massimo, però adesso parla molto bene l’inglese e
questa volta è andata bene. Inoltre ci siamo impegnati col francese. -
Rido e mi metto a parlargli in francese:
- Ah davvero? Sentiamo a che
livello è? - David con aria da saputello usa il suo stentato ma devo
ammettere abbastanza comprensibile francese:
- Quello che bastava per creare un rapporto perfetto! -
Non ci posso credere che se lo sia intortato. Non che ci voglia molto, Carlo è un bonaccione.
- E quindi gli hai raccontato di Iker? -
- Beh, sai, nelle ultime
settimane si vociferava che dopo il PSG sarebbe andato al Real, così un
giorno gli ho detto di prendersi cura del mio dolce Iker e siccome era
la sera prima del mio addio al calcio ed eravamo lì soli in saletta in
aria confidenziale… sai com’è… ricordo tira ricordo… lui mi ha
raccontato i suoi, io ho finito per aprirmi e così insomma… sa tutto. -
Non stento a crederci, il potere di Carlo di mettere chiunque a suo
agio e tirarselo dalla propria parte è qualcosa che in quel modo
nessuno ha.
La maggior parte degli
allenatori, per non dire perfino i migliori, riescono a piacere a molti
ma comunque non a tutti, c’è sempre quel rapporto che non va, che non
ingrana, che non c’è verso. Con Carlo questo non esiste.
Piace a tutti, va d’accordo con tutti, sempre, in ogni circostanza.
Può anche usare poco uno,
oppure sostituire sempre lo stesso… non importa, si fa adorare
comunque. Non so come fa. Spero di riuscirci anche io, voglio imparare
questo da lui.
- Così è diventato tuo
complice in questi giorni che staremo qua da te… - Lui ha casa non
lontano da qua, anche se ci stanno per l’estate perché hanno deciso di
continuare a vivere a Londra durante l’anno accademico. Per i figli c’è
più opportunità là in realtà, specie per chi vuole fare carriera a
calcio.
David è molto orgoglioso del
suo piano, così scuoto la testa e gli do un’altra pacca sulla schiena
accompagnandolo in campo dalla squadra che non sa della sorpresa. Non
vedo l’ora di vedere le loro facce.
- Ma senti, tu che mi dici con Karim? - Mi chiede sottovoce con aria confabulatoria.
Per poco mi viene un colpo e lo fulmino con lo sguardo e lui sventola le mani.
- Scusa, non volevo nominarlo
qua. - Si guarda intorno e constata con sollievo che non c’era nessuno,
così proseguiamo calmi nel corridoio.
- Beh, non c’è tempo per
parlarne qua, la cosa è un po’ complicata. Se stasera mi inviti a cena
posso aggiornarti bene. - Tanto per noi non valgono le regole degli
altri. Così lui è entusiasta della cosa e accetta.
Quando arriviamo al campo
l’entusiasmo va alle stelle, Sergio plana al suo collo perché si
conoscono ed hanno giocato insieme per un periodo, Riky anche lo
abbraccia dolcemente, anche loro sono stati compagni di squadra al
Milan.
Cristiano arriva subito dopo orgoglioso e fiero di incontrarlo e farsi una foto con lui.
Piano piano arrivano tutti e
lo salutano, si fanno una foto, gli fanno le congratulazioni, i giovani
sono increduli e poi arriva Karim.
Lo sguardo di David è
particolarmente felice e attento, stringe la mano e gli dà una pacca
sul braccio come se fosse davvero contento di stargli finalmente
davanti. Per un momento temo che gli dica chissà cosa, perché sarebbe
anche possibile.
Per fortuna poi arriva Iker ed
il mondo sparisce intorno a lui, ogni cosa perde d’interesse. David è
catalizzato da lui, gli occhi gli si fanno a cuore e a momenti sbava.
Mi metto a ridere scuotendo la
testa mentre sento Sergio che chiama a gran voce tutti quelli intorno a
loro che gli rompono le palle ed ordina che si cominci il
riscaldamento. Poi aggiunge che Iker può stare tranquillamente ad
amoreggiare col suo amante. Sì, lo urla. E chiede pure conferma al
mister che per fortuna è Carlo e ride e dice che per l’occasione
speciale può cominciare il riscaldamento dopo.
Iker ha l’aria di chi non sapeva nulla, ma lo sospettava.
Ha le lacrime agli occhi ma cerca di non lasciarle andare.
Credo che non sia stato facile
per loro fino ad ora, so che sono sempre stati insieme, ma so anche che
è stato molto difficile, in certi momenti potevano vedersi poco e la
lontananza in alcuni periodi era incolmabile.
Per fortuna in un modo o nell’altro hanno sempre fatto.
Vedo Iker davvero emozionato,
ma non mi stupisce. Parlano come se fossero abituati a farlo ed io so
che probabilmente si sentono venti volte al giorno, perciò è normale.
Non è il modo spigliato e normale con cui parlano, ma il modo in cui
fremono nello starsi vicini senza toccarsi e negli occhi. Il modo in
cui si guardano è davvero speciale.
Li invidio, perché fra alti e
bassi e molte, molte difficoltà, il loro è vero amore e stanno sempre
insieme e sono la cosa più bella che abbia mai potuto vedere.
Li ammiro, li invidio e spero di poter avere anche io, un giorno, qualcosa del genere.
Lo spero davvero.
Guardo istintivamente Karim
che corre con gli altri, parla fitto fitto con Mesut e Sami e mi chiedo
che anno sarà per noi, ora che ci vedremo di nuovo ogni giorno e che
saremo insieme anche le sere prima delle partite.
Le strade possono essere due: o il rapporto diventa serio, o si rovina perché in questi casi non c’è mai via di mezzo.
Sospiro.
Spero sia la prima.
Quel ragazzo… dannazione, quel ragazzo non riesco proprio a lasciarlo andare, e la cosa mi dà parecchio fastidio.
- Sai, lotto interiormente
ogni istante. Sia con lui, sia senza. Non penso mai che sia il caso di
stare con lui, né solo a livello fisico, né tanto meno emotivo. Però al
momento decisivo io… beh, capita che magari lui si allontani, che
sembri avere chissà cosa ed io potrei cogliere la palla al balzo e
lasciare che vada, che la cosa si raffreddi e diventi professionale.
Però non riesco. A maggior ragione ore che lavoriamo di nuovo insieme.
Ora è proprio impossibile. Quando sono a quel bivio io vado e me lo
riprendo e mi irrita che mi mette in quella posizione. Che mi costringa
a riprendermelo, a ricordargli il patto, che lui è mio. - Arrossisco
nel dirglielo, non l’ho mai detto ad alta voce al di là di Karim.
David rimane stupito ma molto attento e ascolta ogni singola parola.
- Tu come hai fatto a capire
che Iker valeva qualsiasi cosa, persino tradire la propria famiglia e
andare contro ogni principio? - Chiedo a bruciapelo. David si stringe
nelle spalle, ne abbiamo parlato spesso, ma sono sempre così confuso su
questa cosa, perché un lato di me vorrebbe assolutamente lasciarsi
andare senza remore, ma l’altro lotta.
- Beh, io non ho avuto scelta.
Mi sono innamorato subito di lui. Poche settimane di conoscenza e per
me è stato amore immediatamente. Io semplicemente non potevo fare a
meno di lui. Stop. - Sospiro sentendolo così sicuro e sentenzioso.
Che fortunato che è ad averlo capito senza ombra di dubbio subito.
David mi guarda piegando la
testa di lato, l’uomo senza età. É sempre uno dei più belli ed
affascinanti, eppure mi viene duro solo con Karim che non è un modello
in questo senso. È un tipo, ma non posso definirlo mister universo. È
un bel tipo, a me piace, è affascinante, ma se ti chiedono il più bello
del gruppo guardi Cristiano, per esempio. O David, in questa giornata.
- Per me tu ti dai troppe
regole. Ma ricorda che le regole se le crea l’uomo, in realtà in natura
non esistono. Esiste solo l’istinto. La razza umana è animale ed è
stata creata in modo che si muovesse e si evolvesse e sopravvivesse
grazie all’istinto. Poi nelle epoche ci siamo auto imposti regole e
divieti, ma noi siamo nati liberi. Noi siamo istinto. Non possiamo
fermarci perché qualcuno un giorno ha deciso che certe cose non si
fanno. Io non faccio mancare niente ai miei figli e nemmeno a quella
pazza di mia moglie. A modo mio le voglio bene anche se è una maniaca
del controllo. Ma non farei mai a meno di Iker anche fra mille
difficoltà. - Sorrido invidioso, ammirato della sua mentalità così
sicura ed aperta.
- Io sono tutto l’opposto. O
meglio… fino ad un certo punto, un bel po’ in là nel tempo devo dire,
trattenevo e poi scoppiavo. Adesso ho imparato ad incanalare tutto e a
controllarmi ancora meglio. E questo perché ci sono delle regole da
rispettare, cose che si fanno in quel modo e basta e certe che non si
possono fare e la cosa è così radicata in me che… che sovvertire a
quest’ordine per me è difficile, sebbene lo voglio con tutto me stesso
ed alla fine ho ceduto ed ho fatto proprio quello che, istintivamente,
ho sempre voluto. Con Karim in certi momenti, ed ora sempre più spesso,
prevale quell’aspetto, ma ci sono mille altri poi che mi fanno
ripensare se sia impazzito, se devo evitare, se… sai, tante cose. -
Sospiro e guardo in alto, il cielo ormai si è scurito e si vedono
alcune poche stelle, niente di speciale, siamo in città, a casa sua,
quella che tengono per le vacanze. Siamo fuori, abbiamo cenato con la
sua famiglia che mi ha accolto con entusiasmo, la sua piccola
principessa è rimasta con lui tutto il tempo, poi Vicky l’ha portata a
dormire e via via sono andati per i fatti propri anche gli altri.
La chiacchierata privata era doverosa.
- Forse ti aiuterebbe sapere
cosa prova Karim, cosa vuole, cosa spera… - Quando lo dice mi illumino
e lo guardo, è come se avesse dato luce ad un punto cieco.
- È proprio questo. Sai… non
so se dopotutto ne varrà la pena. Mi lascio andare del tutto, sia
fisicamente che emotivamente… gli do tutto di me, mi abbandono ai
possibili sentimenti che sto cercando di trattenere e… e poi magari lui
scappa perché ha l’idiosincrasia delle relazioni serie. Perché lui ce
l’ha. - Asserisco infine. David non ha l’aria di avere una soluzione, è
dispiaciuto perché è una situazione complicata.
- Con Iker è stato facile
perché lui si è preso subito da me e voleva tutto, anima, cuore, mente…
ho dovuto gestirlo io. - L’idea mi fa ridere e mi sciolgo un po’, poi
torna serio. - Però mi ha facilitato. Lui mi voleva disperatamente
senza dubbio. Ha fatto di tutto per me. Ed io per lui. Non ho mai avuto
esitazione perché non l’ha avuta nemmeno lui. Iker è sempre stato un
libro aperto. - E quanto lo invidio ancora.
- É proprio così. - Concordo.
- É questo il punto, se Karim fosse più aperto e chiaro, se volesse
tutta la storia, se non fosse così chiuso e complicato e spaventato per
me sarebbe più facile. Però in questo modo penso che posso avere solo
il suo corpo, perché è quello che è disposto a darmi con sicurezza. Ma
il resto? Del resto che ne è? -
David non ha risposta e la nostra conversazione viene interrotta da Vicky che chiama seccata David a distanza:
- Vuole solo il suo papi! -
Ringhia con un pizzico di gelosia, probabilmente. Che una bambina
voglia suo padre e non sua madre è strano, ma conoscendo Vicktoria non
è poi così anomalo. David fa l’aria di scuse, è un’aria che è abituata
a questa scena ed io ridendo gli dico di andare tranquillamente.
Rimango un po’ solo mentre lui
rientra in casa, io mi sistemo nella sedia comoda da giardino e guardo
il cielo scuro. Chissà che dovrei fare con Karim.
Ne varrebbe la pena o alla fine mi scoprirei tanto per nulla? Per poi vederlo scappare come ha fatto con Gonzalo?
Forse è meglio mantenere le
cose come sono ora, su un piano prettamente fisico, mentre a livello di
rapporto rimanere ‘amici’ e confidenti. Senza pretese di alcun tipo,
senza parlare di relazione seria.
Credo sia meglio per tutti.
Poco dopo torna David con la
piccola Harper in braccio, ha due anni fatti da poco ed è ancora così
piccola e bella, i capelli biondi le incorniciano il viso sciolti e
disordinati, ha il ciuccio in bocca e le braccia piccole sono intorno
al collo del suo papà che si siede fuori con me e mi sorride abituato.
La tiene contro il proprio
petto, la mano contro la schiena ad accarezzarla, una copertina addosso
e lei ha il visino contro il suo collo.
Adesso dorme beata.
Sorrido in estasi, sono davvero belli.
- Sei nato per essere padre. - Dico poi. Lui fa un’aria molto dolce a sentirlo.
- Sono il dono più bello della
mia vita. Niente di quello che ho avuto è paragonabile. Iker è un’altra
cosa, ma essere padre, avere i miei figli per me… - Non sa descriverlo,
ma si capisce bene ed annuisco, per me è la stessa cosa, ma io sono
meno fisico di lui, meno affettuoso come persona, anche se ho dato
tutto il calore di cui avevano necessità quando erano piccoli.
David ci sta molto dietro, li
coccola, ci gioca, li adora e loro adorano lui. Si venerano a vicenda,
è una cosa che si vede davvero tantissimo.
- Ma come mai non sta con la
mamma? - Chiedo curioso, stranito dal fatto che tutta la serata è stata
in braccio a lui ed anche ora si sia svegliata piangendo chiamando il
papà.
David si stringe nelle spalle e fa un’aria un po’ di circostanza.
- Quando lei è nata Vicky ha
avuto un piccolo esaurimento. Lei è una donna nervosa di suo, ha sempre
avuto problemi in tal senso. È la regola che si metta a gridare
isterica o che abbia crisi di nervi ed allora i figli vengono a
chiamarmi dicendomi che la mamma è partita. Solo io riesco a calmarla.
Lei è così. Solo che con Harper è diverso, è lei ad avere un altro
carattere rispetto ai maschi. Cerca sicurezza e la trova in me, sono il
suo rifugio. Io sono molto calmo e lei lo sente. Sta molto bene anche
con Brooklin, il più grande. Lo adora in modo particolare. - sentirlo
parlare dei suoi figli mi fa capire perché anche se non ama Vicktoria,
rimane con lei e tiene in piedi questa famiglia. E capisco anche come
fanno ad essere così belli ed uniti.
É lui che si impegna
tantissimo, ma lo fa perché li ama. A volte le persone nascono per un
motivo specifico e sebbene fino a qualche mese fa il mondo poteva
pensare che David fosse nato per giocare a calcio… ora lo vedo.
Non è nato per quello. È nato per essere padre. Punto. Non ci sono dubbi.
- Perciò niente vita nel mondo
del calcio da ora? - È la domanda che gli han fatto tutti. Se avrebbe
voluto rimanere come allenatore o dirigente sportivo o qualcosa del
genere, ma lui ha sempre detto che per ora voleva solo godersi la
famiglia ed il tempo libero e poi avrebbe visto. Mi guarda e mi sorride
mentre bacia la nuca della piccola sul suo petto.
- Per ora no, sto bene così.
Ero terrorizzato dallo smettere, pensavo che sarei andato in crisi, che
non ce l’avrei fatta, ma in realtà è così bello potersi godere ogni
istante delle loro vite. E Vicky può pensare alla propria carriera o a
lavorare o non ho idea di cosa progetti… senza far diventare matti gli
altri. - Conclude ironizzando e ridiamo insieme.
A volte semplicemente un
capitolo finisce e quello successivo è completamente diverso, a volte
sono racconti auto conclusivi con lo stesso protagonista.
Mi chiedo che capitolo sarà il mio con Karim che si è appena aperto.
Chi lo sa.
- Allora, mi riporti al
ritiro? Mi sembra che sia ora di fare una sorpresa ad Iker! - Dico
ironico e malizioso guardando l’ora. David si illumina e fa di sì con
la testa con gli occhi a cuore, sembra tutt’altra persona dal padre
amorevole che è appena stato. Non so come fa ad avere così tante
versioni di sé, è incredibile.
- Aspetta che la metto a letto e mi invento una scusa con Vicky. -
- Del tipo? -
- Ah, cose di calcio, del
Real… tanto sa che quando c’è il Real nei paraggi non c’è santo. -
Sorrido scuotendo il capo. Vedi, quando vuoi qualcosa il modo per
ottenerla e per farlo lo trovi sempre. Basta volerlo davvero.