*Ecco
un nuovo capitolo. Spero abbiate colmato la lacuna del 16esimo
capitolo. Ad ogni modo, ormai Zizou è il secondo di Carlo e come prima
cosa gli chiede di gestire i giovani e di dedicarsi a Karim (questa
cosa è successa davvero, così come il resto dell'annata descritta in
questo capitolo, le combinazioni con Cris, gli allenamenti extra, è
tutto preso dalla realtà), così Zizou è ben felice di farlo. E bisogna
dire che gli viene davvero bene. Vediamo cosa lo motiva nel dedicarsi
tanto al ragazzo. Buona lettura. Baci Akane*
21. UN LAVORO A 360 GRADI
"Zinedine mi ha insegnato molto sul cibo che dovrei mangiare e cosa dovrei cucinare." - Karim -
"Penso che Zidane abbia fatto un lavoro fantastico, specialmente con Karim. " - Ancelotti -
"E' sempre con me a Madrid,
lavoriamo molto dopo gli allenamenti regolari, tra cui gesti davanti
alla porta. E' come un fratello maggiore, penso che lui vuole che io
riesco bene al club e in nazionale. " - Karim -
Carlo mi affida i giovani
della squadra e Karim. Mi dice che con loro ho campo libero e che posso
gestirli come meglio credo. È una cosa strana che mi dica che mi affida
Karim, però mi sento al settimo cielo ed in poco tempo mi rendo conto
della differenza abissale che c’è fra Carlo e José.
José non ti coinvolge nel suo
lavoro, ti fa osservare, ti spiega le sue idee, ti mostra i suoi famosi
appunti, ma non ti chiederà mai un parere, non ti fa fare qualcosa, non
ti dà compiti.
Carlo invece ti coinvolge, ti rende attivo e partecipe, ti chiede pareri e ti affida compiti.
La cosa mi esalta molto e già so che imparerò molto.
Da José ho imparato che ogni
singolo dettaglio è importante, lui lavora tanto anche coi media, li
usa a puntino per spostare l’attenzione a suo piacimento, per
aggiungere o togliere pressione, per puntare i riflettori su quel che
vuole lui.
Per esempio se per una partita
il mondo ha gli occhi puntati su Karim che non segna da un po’, lui
nelle conferenze precedenti tiene banco, fa sceneggiate, polemiche e
litiga per tutt’altro motivo in modo che tutti parlino di lui e non di
Karim, in questo modo l’attenzione si alza.
È un bel sistema. Posto che lo adottava più che altro con Cristiano, il suo pupillo.
Carlo invece ha un altro metodo.
Non usa i media così, i media lo amano.
Le sue conferenze sono un
piacevole scambio fra persone che si ammirano e rispettano, se viene
chiesto a Carlo come mai Karim è bloccato nel goal, lui dice che non ci
sono problemi, che capita e che presto tornerà a segnare. Così,
semplice e sorridente. Ed i media non insistono, non fanno articoli su
articoli, non parlano male di lui.
Oltre a questo, Carlo lo fa giocare.
Quando a José non piace un
giocatore o magari ha un brutto periodo, a meno che quel giocatore non
sia Cristiano ed allora nessuno lo tocca comunque, lui lo toglie, lo
tiene fuori dal campo per un po’ per fargli salire la fame di goal.
Ma con qualcuno funziona, con
qualcuno no perché questo fa salire la pressione nel giocatore e se
questo non è uno che la regge bene, lo aiuta solo a giocare peggio
quando ha le occasioni di entrare in campo.
Mentre Carlo li fa giocare sempre, comunque.
È una cosa che ho visto dopo il primo mese.
Karim ha iniziato male, è
nervoso, assente, incerto e soprattutto convinto di non essere
all’altezza di Cristiano e Bale, nuovo arrivato.
Penso che sia un insieme di
cose, ma fatto sta che non gioca bene e non segna, Carlo parla bene di
lui ai media e per il bene che i media vogliono a Carlo, non insistono.
E lo mette in campo.
Carlo lo mette. Sempre. In. Campo.
Nessun allenatore arriva a questi livelli.
Ma lui ha capito alla
perfezione come funziona Karim. La pressione è la sua nemica, al
contrario la fiducia e la calma l’aiutano tantissimo.
- Karim manca di autostima, è
uno dei grandi lavori da fare con lui. Lui è convinto di non essere
all’altezza dei migliori e quando ha dei bei momenti e si sente
acclamare se ne stupisce, secondo lui essere messo da parte è normale
perché rispecchia il suo livello. Non ha idea di dove può arrivare e
delle capacità che ha. Lui non crede in sé stesso, perciò quello che
dobbiamo fare principalmente è credere noi in lui in modo che poi ci
creda anche lui da solo. - Carlo mi ascolta attentamente ed annuisce
concorde.
- Non sarà facile, sicuramente
viene da un’infanzia dove è sempre stato messo da parte, sarà stato
trasparente. - In un istante e senza sapere niente di lui lo fotografa.
Mi impressiona l’abilità di quest’uomo e capisco perché è tanto bravo
nel suo lavoro.
Sicuramente capire le persone al volo è una grande dote ed ogni allenatore dovrebbe sforzarsi in questo.
- Non ha avuto un’infanzia
facile, è nato e cresciuto nel ghetto di Lione in quanto figlio di
immigrati, i suoi sono algerini, perciò anche lui in realtà lo è.
Famiglia molto numerosa e se posso osare, non molto unita. Quel che ha
ottenuto, lo ha avuto sempre da solo. - Parlo un po’ di lui a Carlo che
ascolta con cura, poi mi dà un suggerimento.
- Passa del tempo con lui,
magari con la scusa di fare degli allenamenti speciali dopo quelli
regolari, perfeziona qualche mossa e approfitta per fare lavoro di
terapia. Non puoi certo mandarlo da un terapista, si chiuderebbe. Sii
il suo confessionale, devi fare in modo che si apra con te e penso che
da come ti ammira tu sia l’unico. - In un attimo Carlo mi dà la scusa
perfetta per passare ancora più tempo con lui e mi illumino.
A parte il discorso sessuale
che è ancora bloccato, o meglio ogni tanto ci scambiamo piaceri ma non
è nulla che va troppo oltre, è importante che aiuti Karim a sbocciare
come ha fatto nel 2012. Ha fatto una stagione meravigliosa, ne ha
bisogno.
Fare allenamenti extra con lui è perfetto, anche Cristiano si ferma, non lo troverà strano. Posso farglielo come esempio.
‘Vedi, lui è uno dei migliori,
ma fatica per esserlo. Viene un’ora prima e va via un’ora dopo. Credi
che sia tutto regalato quello che riesce a fare in campo?’
Spero di stimolare qualcosa in lui.
Se il progetto di Carlo di
creare un tridente invincibile funziona, questa sarà un’annata
fantastica. Perché Karim ha le caratteristiche giuste.
Non è un protagonista, non
vuole strafare, non prende spazio, gioca in funzione dei suoi compagni.
Se perfezioniamo un po’ la loro tecnica di gioco insieme verrà fuori
qualcosa di bello.
Karim guarda il foglio che gli ho dato e lo legge corrucciato.
- Sono in dieta? Sono grasso? - Senza scompormi mi infilo le scarpe coi tacchetti per allenarmi con lui.
- No, per niente. - Karim fa il broncio.
- E allora? - Mi allaccio.
- Allora hai bisogno di
alleggerirti, è diverso. L’alimentazione è molto importante per un
giocatore, vedrai che ti sentirai più in forma solo modificando
l’alimentazione! -
- Ma devo dimagrire? - Karim
si toglie la maglia sudata dal precedente allenamento e mi fissa torvo,
si è bloccato su quello ed io mi raddrizzo e ridacchio mentre faccio
attenzione che non ci siano altri in giro.
Cristiano è ancora in campo,
mentre noi siamo passati negli spogliatoi dello staff che gli dovevo
parlare della dieta speciale che ho pensato per lui, così intanto mi
mettevo gli scarpini per allenarmi con lui.
Per fortuna non c’è nessuno.
Lo guardo malizioso, ora come
ora la questione sesso e rapporto personale è passato in secondo piano
perché mi sto impegnando molto per aiutare Karim a calcio, ci tengo che
torni a giocare come nel 2012, voglio che torni a quei livelli e sto
provando tutto quello che posso. Però forse a volte una spinta in quel
senso è quello che può aiutarlo di più.
Quando gli ho detto la cosa
degli allenamenti extra per emulare Cristiano lui ha detto che gli
andava bene, senza fiatare o sentirsi in punizione.
Ma quando gli ho presentato la dieta è rimasto male. La cosa mi fa ridere, ma mi trattengo.
Mi avvicino piano, guardo il
suo fisico che è comunque perfetto, una muscolatura non esagerata ma
giusta, asciutto, una pelle liscia, elastica, sodo.
- Direi di no. - Dico piano e suadente. Karim continua ad essere arrabbiato.
- E allora? - Sorrido
impercettibilmente e metto le mani sui suoi fianchi carezzando leggero,
lui trattiene il fiato ma non si muove e non schiarisce l’espressione
cupa del suo viso.
- Allora è un’accorgimento che
voglio che tu faccia, spesso si trascura l’alimentazione, si pensa che
si sta comunque mangiando adeguatamente per uno sportivo, ma ci sono
ulteriori dettagli che aiutano. Non dimagrirai, avrai più energia
sentendoti più leggero. Fidati di me. - Questo lo dico ancor più basso
e penetrante, le labbra molto vicine alle sue, lui si è perso a
guardarmi le mie dimenticandosi un po’ del motivo per cui ce l’aveva
con me, mentre le mie mani scivolano dietro sulla zona lombare e poi si
piazzano sotto i pantaloni leggeri con cui si allena. Stringo le sue
natiche sode e curve e maledettamente piacevoli.
- Ma l’hai data solo a me… - Ovviamente se ne è accorto, così lo bacio velocemente.
- Certo, perché per me tu sei tu. - Torno a baciarlo solo sulle labbra, ma lui continua a tenerle serrate ed imbronciate.
- Cosa significa? -
Sospiro. Quanto è polemico. Almeno è una cosa che ho tirato fuori,
perché prima eseguiva a testa bassa e non diceva nemmeno mezzo ma. È
positivo che discuta.
Scivolo sul suo collo sudato e sa di salato, ma lo lecco sotto l’orecchio e lo bacio lì, dove lo bacio sempre.
- Consideralo un bonus perché
sei speciale. - Karim sposta la testa perché credo che non pensi bene
con la mia bocca sul suo collo.
- Quindi ho una scia preferenziale! - Oddio, lo preferivo quando non comunicava così tanto.
Stufo lo spingo contro la
porta, lo blocco e scendo con la bocca a baciare il resto del suo corpo
maledettamente perfetto. Scivolo sempre più in basso fino ad
inginocchiarmi davanti a lui e a scostargli il necessario l’elastico
dei pantaloni della tuta e degli slip.
- Certo che ce l’hai. E
goditela. - Mano a mano che scendo giù con la bocca e la lingua,
aggiungo: - Perché tu sei speciale. Sei diverso dagli altri. E voglio
che lo capisca. -
La mia lingua arriva al suo
inguine, lecco la base dove la pelle è estremamente sensibile, scivolo
sul suo membro che presto reagisce.
- Vuoi dire che degli altri
non ti frega nulla? - Con un ghigno, prima di avvolgergli l’erezione,
sollevo gli occhi su di lui che mi fissa turbato, con aria famelica
rispondo schietto e deciso:
- Gli altri sono importanti, ma nessuno conta più di te. - Questo è come un colpo di grazia.
Lo vedo appoggiare la testa
all’indietro e lasciare la bocca aperta a sospirare, la mano va sulla
mia nuca e mi accompagna in modo da avvolgere il suo membro che ora si
fa sentire mentre cresce nel piacere.
Un piacere che gli do ben volentieri, soddisfatto.
Voglio che lo chieda lui.
Voglio che lo voglia. Che mi
spinga e mi chieda di farlo suo, voglio che la smetta di lasciarsi
vivere così come vengono le cose. Lui si farebbe prendere se lo
volessi, però non me lo chiederebbe per primo perché sarebbe
maleducazione, perché ancora non può osare.
Se impara a prendersi le cose,
pretenderle, lavorare per ottenerle… beh, farà quel salto decisivo di
qualità che lo può aiutare in ogni circostanza e aspetto della sua
vita.
L’orgasmo è una bel modo per
iniziare la sessione speciale, da oggi faremo sempre allenamenti in più
dopo la sessione regolare, per perfezionare i movimenti sotto porta.
- Ma Cris viene anche prima a fare palestra… - Annuisco, deve aver parlato con lui.
- Se vuoi puoi venire prima
anche tu e unirti a lui. - Così alza le spalle e dice ‘ok’, come se non
gliene importasse. Vorrei sapere perché fa le cose se per lui sono
uguali.
Evito di chiederlo e mi tengo questo suo slancio volontario.
Così inizia ad allenarsi
facendo gli stessi orari di Cristiano, questo inevitabilmente aiuta il
loro rapporto. L’ora precedente la passano insieme alle macchine e pare
che parlino, viene fuori che Cristiano ha parenti in Francia e che
conosce un po’ di francese. Karim lo aiuta a perfezionarlo. Poi un
giorno mi racconta che Cris si è sfogato con lui su Riky che è voluto
andare via proprio l’anno in cui arrivava il suo allenatore preferito.
Perché vuole dare via al suo percorso di chiusura col calcio, per cui
ripercorre le tappe della sua carriera al contrario, con quella di
finire a giocare in America finché potrà. È una cosa programmata da
tempo, ma che pensava che avrebbe iniziato dopo, invece testardamente
ha voluto cominciare ora. La cosa lo ha ferito molto perché non ha
ascoltato il suo parere, è una decisione che ha preso da solo ed anche
se sono una coppia, Riky non è tornato sui suoi passi. Cris gli aveva
chiesto solo un anno ancora, ma Riky non ha voluto.
Così alla fine è andato.
Stanno ancora insieme, si sentono tantissimo ogni giorno, si riempiono
di foto e video, fanno skype ogni sera, quando hanno le giornate libere
volano uno dall’altro. Non è così impossibile. Però Cris ne ha sofferto
e credo che questa confidenza aiuto Karim a vederlo più umano e questo
li avvicina.
Noto in campo che Cris gli passa moltissimo la palla, Cris lo ha sempre fatto, però ora è una cosa molto particolare.
Cris si impegna davvero a
farlo segnare, a volte potrebbe fare lui un goal in più, ma cerca di
aiutare Karim, è una cosa bella che prima non succedeva.
Questo spinge Karim a
ricambiare sempre i favori, così lentamente Karim diventa un assist man
per Cristiano. Le combinazioni che fanno insieme con la palla al piede
alla ricerca dei goal sono mostruose e purtroppo Bale non può ancora
farne parte perché si infortuna subito.
Intanto vedere quei due che dopo tanto riescono a diventare affiatati è bello.
Anche dopo le sessioni finisce
che ci si allena tutti insieme, se Cris non ha qualcosa di specifico da
fare per conto suo, come per esempio le punizioni.
Vederli collaborare è una
manna per Karim e sono molto contento e comunque mi impegno molto a
perfezionare i movimenti in area e sotto porta del mio pupillo. In
generale è bravo, ma ci sono certi movimenti che non fa e che lo
aiuterebbero.
Mi ci vuole un po’, ma
finalmente il duro lavoro imposto in un senso e nell’altro, dà i suoi
frutti e quando torna al goal, la prima cosa che fa è correre a bordo
campo e abbracciarmi indicandomi felice come un bambino, emozionato
come un fidanzato che rivede il suo moroso dopo tanto.
E la mia bocca, come di consueto, finisce sul suo collo a baciarlo.
È un riflesso incondizionato, nemmeno impegnandomi potrei evitare di baciargli quel punto.
È mio.
E sono maledettamente fiero di lui, così tanto che voglio che tutti sappiano che per me lui è speciale e che io lo sono per lui.
La cosa si nota in un attimo
dopo questo gesto e sebbene inizialmente lo volessi, quando succede mi
rendo conto che non va bene.
Me ne guardo bene dal dirgli di non rifarlo, altrimenti con lui è finita.
Spero che ci arrivi da solo.
Comunque lo fa due volte, poi
smette perché la gente comincia a parlare e dire che fra noi c’è un
rapporto davvero particolare e così lui non mi abbraccia più dopo i
goal, però mi indica sempre, puntualmente, e questo basta perché mi
riempie di una gioia incredibile.
Lui segna e mi dedica ogni
goal ed in breve le combinazioni con Cristiano iniziano ad essere una
più spettacolare dell’altra, si scambiano favori e si vede perché
spesso potrebbero segnare loro da soli ma preferiscono aiutarsi ed è
un’altra cosa che notano tutti e che piace a Karim, perché quando c’è
di mezzo Cristiano e tu sei associato a lui, diventi subito una star.
Per lui è una novità perché
l’anno in cui ha fatto 32 goal è stato un po’ diverso, è stato
acclamato, ma non è diventato una vera star.
Ora che inizia a segnare con
una media pazzesca e che fa anche dei bei goal e che, oltre tutto, si
preoccupa di assistere così bene Cristiano, diventa una star, tutti ne
parlano bene, sono tutti entusiasti di lui, lo applaudono e sono
orgogliosi. Ed io con loro.
Non so come ci siamo riusciti,
ma devo dire che è andata e sentire Carlo che lo ripete ai media, che
Karim è merito mio, mi inorgoglisce ancora di più. Mi inorgoglisce
parecchio, in effetti.
È questo che voglio fare. Allenare. Ora non ho nemmeno più dubbi.
Ma voglio anche far sbocciare Karim.
Anzi, quello che voglio in particolare è renderlo felice. È questo che voglio.
Voglio che lui sia felice come
oggi per sempre e se lo è per merito mio ancora meglio, ma quel che
conta è che sia così. Che sorrida, che si senta in gamba, che creda in
sé stesso, che splenda. Voglio che sia così.
Farò di tutto, sempre, affinché lo sia.