*Ecco
un altro capitolo. Continuiamo con la notte di compleanno di Zizou,
vediamo che regalo dà Karim e come sono ormai sempre più verso
quell'amore vero di cui il giovane francese è spaventato. Siamo
nell'estate del 2014, al termine della quale al Real è arrivato James e
le cose sono cambiate anche perchè Zizou è diventato l'allenatore della
squadra B del Real. E così assistiamo all'inizio di questo cambiamento.
Buona lettura. Baci Akane*
26. SE SAPESSE CHE È AMORE
“Mi
piacerebbe un giorno essere allenato da lui al Real Madrid. Ci siamo
avvicinati molto la scorsa stagione quando era il nostro vice. Lo
considero come un fratello e spero davvero che un giorno possa allenare
la prima squadra“ - Karim -
Ansimante e sudato, mi lascio
cadere sul fianco e mi rivolgo verso di lui, lo guardo con un sorriso
sfiancato, ma felice e soddisfatto.
I corpi imperlati e lucidi, la pelle scivolosa sotto le dita che si muovono su e giù, lentamente, concilianti.
Gli carezzo il fianco, poi risalgo sulle braccia ed infine sul viso, poi mi protendo e lo bacio senza dire nulla.
Poco dopo mi stendo e me lo faccio accomodare sopra.
Ascoltiamo questo silenzio
perfetto mentre ripensiamo all’amplesso appena consumato. Non è stato
il solito sesso, è stato diverso, molto diverso.
Molto più sentito.
Forse perché l’ho preso steso e ci guardavamo in viso, di solito lo prendo da dietro ed è quasi volgare.
O forse è perché non lo facevamo da un po’.
- Sembrava che facessimo l’amore… - Mormora lui piano, stupito. Deve averci pensato parecchio prima di dirlo.
Sorrido calmo continuando a percorrergli la schiena con le dita.
- Ti è piaciuto? - Annuisce.
- È la prima volta che lo
faccio così. Sembravano sentimenti. È stato emotivamente coinvolgente.
- Pensavo fosse terrorizzato dal dirlo. - Una volta mi è capitato di
farlo così con Gonzalo. - Poi si corregge mentre una stilettata mi
trapassa. Che tatto da elefante. - Beh, non proprio così, ma ci si
avvicinava parecchio. -
Un enorme senso di delusione
mi invade, forse non sono poi così speciale, forse si attacca ad uno
per volta ed anche se ogni tanto scappa, poi torna.
Non lo so.
Si mette sul gomito e mi guarda serio in viso, mi scruta.
- Non dici nulla? - Chiede stupito.
- Cosa dovrei dire? - Alza le spalle.
- Non so, se anche per te è
stato così, se ti è piaciuto, che impressioni hai avuto… - È
strano che sia lui a chiedermi di aprirmi e di parlare, di solito sono
io che uso dei trucchi per lui.
- È stato molto bello. Molto intenso. - Dico solo. Non voglio scucirmi troppo e spaventarlo. In realtà è stato bellissimo.
- Sei stato molto dolce. -
Sorride con quella sua timidezza che adoro, mi protendo e lo bacio, poi
torna a stendersi e non dice altro, come se avesse paura di andare
oltre, proprio come me.
Facciamo uno spuntino,
parliamo di figli, di progetti, di calcio, dei mondiali, gli do diversi
consigli per la fase a eliminazione che affronteranno a luglio e prima
che ce ne rendiamo conto, arriva la mezzanotte.
Stiamo parlando di cosa faremo
per queste vacanze estive prima che si ritorni col club per la stagione
ed io non voglio dirgli che forse andrò ad allenare la squadra B del
Real, i giovani, per cominciare ufficialmente l’avventura da
allenatore.
Karim così guarda l’ora ed è
come se si svegliasse, mi abbraccia di slancio, mi bacia sulla bocca e
mi fa un ‘auguri’ molto felice. Poi prima che capisca qualcosa, prende
e si alza e corre allo zaino che aveva con sé.
Poco dopo torna sul divano dove ci eravamo spostati per non addormentarci, a mangiare un po’ di frutta che ci eravamo portati.
Siamo nudi, fra l’altro, ed è molto strano girare così in questo modo. Disinvolti fino a questo punto.
In questo momento non siamo decisamente giocatore e pseudo allenatore. Chissà se un giorno lo allenerò davvero?
Sarebbe un mio grande sogno,
anche se sarebbe strano visto il rapporto che c’è. Dopotutto stiamo
tranquillamente nudi insieme a parlare di tutto, come se fosse normale.
Karim così mi guarda mentre io lo fisso stranito, poi mi dà un pacchettino felice.
- Questo è per te! Un
pensierino! Non sapevo che diavolo prendere, ci ho messo una vita a
sceglierlo! - Lo guardo esterrefatto e prima di guardare il sacchetto,
guardo lui usando la mia logica che non so a quanto serva.
- Pensavo che non credessi che venissi! - L’ha detto prima. Lui fa un sorrisino ed alza le spalle.
- Ci speravo in realtà… - Poi
aggiunge con un sorrisino: - Comunque te l’avrei dato quando ci saremmo
rivisti. - Mi aggrotto senza capire la sua logica.
- Ma te lo sei portato in Brasile! - Così Karim sbuffa, alza seccato gli occhi al cielo e brontola:
- Aprilo e basta! -
Insomma sperava di vedermi oggi anche se non credeva che sarei riuscito davvero. Che carino.
Comunque apro il sacchetto di
una gioielleria e poi il conseguente pacchetto, trovo dentro un
orologio molto bello e perfetto per ogni occasione, che rispecchia
perfettamente i miei gusti. Elegante, ma non troppo appariscente.
Lo guardo ammirato, ma i suoi
occhi brillano mentre mi dice di girarlo, così guardo sotto e con
sorpresa vedo che ci ha fatto fare un incisione.
‘K’
Sbianco per un momento. Se
lascio in giro questo orologio sono finito, probabilmente. Ma è anche
vero che non posso non metterlo, me l’ha preso in modo che lo potessi
indossare sempre perché non è troppo elegante, ma è comunque molto
bello.
E poi è suo. Ed è così tenera l’incisione, la sua semplice iniziale.
Mi sciolgo a guardarla, rimango inebetito e senza parole, me lo rimiro senza saper cosa dire.
Ma tanto poi che importa se
qualcuno nota la K? Tanto tutti sanno che io e lui siamo molto legati,
non abbiamo fatto mistero del fatto che andiamo molto d’accordo, lui mi
definisce senza problemi ‘fratello’ davanti ai media e nei social. Non
ci sono grossi problemi, in effetti.
Sorrido con gli occhi lucidi e
rinuncio a dire qualcosa, ma lui è in ansia perché pensa d’aver
esagerato, così mi chiede se mi piace.
- Certo che mi piace, è bellissimo! Grazie! - Così lo abbraccio e gli bacio il collo come al solito.
- Anche la scritta? Volevo personalizzarlo… - Inghiotto la commozione, mi separo e me lo infilo al polso.
- È la parte migliore. È
bellissimo, ricorderò questo bellissimo anno passato con te. Grazie. -
Karim si aggrotta e dice spontaneo:
- Beh, ma non è mica l’unico! - Così rido e si smorza la tensione. In realtà chi lo sa che sarà da qui in poi?
Uno strano senso di ansia mi assale. Potrebbe cambiare tutto, la prossima stagione.
Ovviamente non glielo dico.
- Certo, era per dire che così
ricorderò uno degli anni più belli. Lo ricorderò meglio. - Aggiusto il
tiro e lui si tranquillizza, poi mi prende la mano per guardarmi il
polso, infine annuisce dicendo che mi sta bene. Intreccio le dita alle
sue e lo tengo a me finendo per guardarlo seriamente. Per un momento
voglio dirglielo, sento un fortissimo desiderio. Non pensavo mi avesse
fatto un regalo, ed invece l’ha fatto ed è così sentimentale, vista la
scritta. Mi ha spiazzato. Vorrei davvero suggellare il momento con un
‘ti amo’, ma non posso.
Così non dico altro, solo
sorrido, stringo la sua mano e poi lo bacio dolcemente, piano,
assaporando questo momento perfetto che spero ripeteremo ancora mille
altre volte.
Allo stesso modo mi alzo e me
lo trascino in camera per rifare l’amore senza averne mai abbastanza.
Perché stanotte siamo uno dell’altro ed il mio regalo più bello è lui
che mi si dà così spontaneamente, senza rendersi conto che ogni gesto
che fa, ogni singola parola, modo di stare con me, tutto quanto è pieno
di sentimento ed amore. Io lo sento quel che prova, il fatto che sia
terrorizzato dall’ammetterlo è incredibile, però io lo sento e non
cambia il fatto che lo provi.
Spero solo che lo proverà per sempre, in ogni circostanza.
Da qui in poi le cose cambiano quasi drasticamente.
A me affidano la seconda
squadra del Real, i giovani, comincio così ad allenare in modo
ufficiale, mentre al Real arriva James Rodriguez.
Sulle prime non sembra abbia molto peso, non ci bado molto.
James arriva in sordina dopo
un gran bel mondiale con la sua nazionale, la Colombia, perciò il Real
lo prende. Prende anche Kroos sempre per lo stesso motivo, grandioso
mondiale, così via, prendiamo i migliori del campionato!
Ad ogni modo sono ottimi giocatori, giovani, promettenti, ottimi piedi.
Kroos è in una posizione che
ci serve, James invece è in quella che ricoprivo io. Il problema è che
ora Carlo non gioca più col trequartista centrale, però sono sicuro che
si inventerà qualcosa.
Non ci penso proprio, noto
solo vagamente che James e Karim arrivano insieme al ritiro, sono solo
loro due con Raphael e Fabio, il resto della squadra è già partita per
il tour, loro si uniranno presto e nel cammino arriveranno anche gli
altri del mondiale che hanno finito dopo.
Karim e James sono i primi a conoscersi e non avrei mai pensato che un giorno questa cosa potesse disturbarmi tanto.
- Come ti è sembrato? - Chiedo
quando passo a salutare Karim al centro sportivo, ero qui per
cominciare la programmazione dei miei, per cui ho approfittato ed ho
fatto in modo di incrociarlo.
Infatti lo intercetto mentre
va a fare una nuotata in piscina, lo accompagno mentre si cambia nello
spogliatoio e si mette il costume. Guardare il suo corpo nudo mi
distrae, ma non sono sicuro sia il momento adatto per saltarci addosso.
- Chi? - Chiede senza capire, mentre si tira su il costume.
- James, quello nuovo. - Abbassa le labbra in un’aria di chi non sa che dire ed alza le labbra.
- A posto. Non saprei. -
- Ho visto che avete già fatto una foto insieme… - In un primo instante risponde senza pensarci.
- Sì beh c’era il fotografo e
noi siamo seduti vicini per i numeri di maglia, così mentre ci
cambiavamo… - Ma poi realizza e si ferma guardandomi aggrottato: - Il
fotografo non l’avrà ancora messa on line, no? - Domanda mirata.
Guardo l’ora e faccio finta di essere tardi sulla tabella di marcia, ma non è così.
- L’ho incontrato, abbiamo
fatto due chiacchiere e mi ha mostrato le foto. È una vecchia
abitudine, ho sempre controllato il materiale che veniva pubblicato,
non sono io l’addetto, ma il presidente preferiva dessi sempre
un’occhiata anche io… - Spiegazione un po’ contorta e forse Karim non
se la beve, ma non risponde. Si sistema il pacco mettendomi a disagio,
poi mi guarda con attenzione.
- Tutto bene tu? Sei emozionato? - Mi chiede sorprendendomi.
Quando gli ho detto che
allenavo la squadra B ha tirato un respiro di sollievo dicendomi che
aveva avuto gli incubi credendo che sarei andato ad allenare in Francia
un’altra squadra. Era molto felice che rimanessi nell’ambiente
madridista.
Adesso sarà il mio sostenitore numero uno, come lo è sempre stato.
- Un po’, ma iniziare così è
l’ideale, è più graduale. - Ammetto rendendomi umano. Così poi non
parliamo del mio strano interesse per James che interagisce subito con
lui.
Comunque dal fatto che lui non ha avuto reazioni mi sento tranquillo.
Mi si ferma davanti prima di uscire e andare a nuotare, mi sorride e mi bacia naturale.
- Sarai il miglior allenatore di sempre. - Lui è di parte, ma adoro il suo amore incondizionato.
Sorrido e gli carezzo la guancia.
- E tu farai una grande
stagione. - È un po’ l’inizio di un nuovo capitolo, ogni anno lo è e di
volta in volta migliora sempre qualcosa, ma qualcosa è sempre diverso.
Ora noi siamo una coppia che bada bene a definirsi tale, però l’equilibrio raggiunto può essere più precario del previsto.
L’anno scorso ci vedevamo ogni giorno, lo allenavo a parte, le sere prima delle partite ero con lui… era diverso.
Forse sono solo io apprensivo, magari le cose non cambieranno fra noi.
Mi sorride, sembra un altro
rispetto a quando è con gli altri. Con loro sorride poco, lo fa, certo,
ma non con tanta frequenza. E poi non scherza molto, quasi nulla. È
come se continuasse ad essere chiuso dentro un muro, al sicuro da
chissà quale possibile attacco. Pochi conoscono qualcosa in più di lui.
Pochi lo vedono sorridere.
Usciamo dallo spogliatoio e subito entra James, per poco non ci vedeva in atteggiamenti amorevoli.
Impallidisco, ma sorrido e lo
saluto, lui fa gli occhi grandi, e già lo sono molto di suo, spalanca
la bocca in modo estremamente spontaneo e penso che uno dei suoi sogni
si sia appena realizzato.
Sorrido, tendo la mano e lo saluto cordiale.
- Benvenuto, spero ti troverai bene. - Spero non noti che eravamo lì dentro insieme, sarebbe sospetta la cosa.
Karim si ferma a guardare
perplesso, James a momenti sbava. Mi stringe forte la mano e balbetta
qualcosa e mentre vado sento James che chiede a Karim se lo aspetta che
voleva fare una nuotata anche lui.
Non ci do peso subito, per nulla.
Karim lo aspetta ed io non so più cosa succede, riuscirà a farlo parlare, a farlo ridere?
Sembra una persona spontanea, genuina e molto dolce, davvero a posto.
Non ci penso più, ma lo farò più avanti. Eh sì.