*Ecco
un altro capitolo. Questo si divide in due parti sostanzialmente, ma il
tema comune sono lo scoppio delle bombe. Una bomba sono Zizou e Karim
che si scontrano per la questione James e gelosia, la seconda bomba è
il caso Valbuena che ha ufficialmente inizio. Ho voluto perdere tempo
usando Zizou per spiegare nel dettaglio quella che poi è stata a conti
fatti la questione. All'inizio non si è saputo tutto così bene come
l'ho descritto qua, ma ora a distanza di qualche anni si è saputo tutto
molto bene e così ho voluto fare questa sorta di checkup completo per
chiarire. E' sicuramente uno dei punti più importanti nella vita di
Karim, che l'hanno segnato in molti modi. La questione James è diversa.
Lui c'è stato, il rapporto con Karim era effettivamente rilevante, io
ho dovuto inserirlo in qualche modo pur rimanendo 'benzizou'. Così
vedrete anche nei prossimi capitoli che ho combinato. Buona lettura.
Baci Akane*
30. BOMBA ATOMICA
Quando finalmente torna a
Madrid, non so per quale miracolo mi sono trattenuto dal chiedergli
telefonicamente quante volte se l’è già fatto.
Mi sono sforzato, allontanare
il telefono da me tutte le volte che avevo la tentazione era facile, ma
chiudere la bocca quando lo vedo scendere dal pullman con lui accanto
che parla fitto fitto e lo fa ridere, è ben altro.
Faccio finta di essere qua per
motivi di lavoro e di approfittare di salutarli, alcuni mi vengono
incontro, mi abbracciano felici di rivedermi, altri sono intimiditi e
non si fanno vicini.
Poi arriva lui che mi nota e
sorpreso rallenta, James se lo perde, lo lascia andare avanti, lo
saluta e Karim si ricorda di lui dicendo che si vedono l’indomani.
James annuisce un po’ deluso per il modo frettoloso con cui l’ha scaricato, ma davanti a me è stata una mossa furba.
C’è questo momento in mezzo a tutti che me ne rendo conto. Dai suoi occhi, dal modo in cui mi guarda io lo capisco.
Che lui sospetta che io sia geloso, ma non intende, come al solito, prendere iniziative a riguardo.
Lui aspetta che sia io a fare qualcosa.
Oh Karim, non stuzzicarmi.
Non credo che mi sfidi consapevolmente, però lo sta facendo. Non la passa liscia se non la smette.
- Ero qua per lavoro, vuoi un
passaggio a casa? - Karim che probabilmente avrebbe chiamato qualcuno
per farsi portare a casa, annuisce e si vede che fatica a fare
qualunque tipo di gesto nei miei confronti, come se non sapesse cosa
sia il caso di fare.
Così siamo io e lui in
macchina, avviati verso casa sua, che finalmente parliamo e spezziamo
uno strano silenzio che teoricamente non avrebbe motivo di esserci.
- Tutto bene? - chiedo dolcemente. Sono bravo a modularmi se James è lontano e Karim è solo con me.
Annuisce, si stringe nelle spalle alla sua solita maniera.
- Tutto ok. - Ripete. - Tour
un po’ stancante, abbiamo viaggiato troppo, spero che non ne
risentiremo in campionato… - Parliamo così un po’ di calcio, di
Benitez, della sfida di segnare più di venti goal in questa stagione.
Evitiamo accuratamente James. Beh, lui lo evita, io lo assecondo.
Quando arriviamo a casa, mi fa entrare e la cosa si fa subito seria.
Non è ora di mangiare, né di
fare altro. Abbiamo del meraviglioso tempo da passare insieme e appena
siamo al sicuro in casa, chiude la porta e mi abbraccia come se fosse
stato in apnea. Ma sento della rigidità nelle sue braccia che mi
stringono il collo, il respiro gli trema contro il mio collo e il
sangue torna a ribollirmi.
- Mi sei mancato tantissimo! - Dice poi contro il mio orecchio. Mi mordo il labbro. Goditi il momento, Zizou.
Goditelo.
Respiro un po’, gli circondo la vita con le braccia, forse riesco a rilassarmi.
Ma poi il telefono gli vibra,
lui lo prende e guarda dicendo che non vorrebbe che fosse suo fratello
che vuole salutarlo. Vive a Madrid e lavora per lui, perciò potrebbe
essere.
Lo lascio fare, legge il messaggio attaccato a me così lo guardo anche io.
E quando guardo, il mondo scompare in un lampo. È una sorta di disastro.
James scrive: ‘È così strano tornare. Le mie donne sono ancora in vacanza, io sono solo, ti va di fare qualcosa insieme?’
Sbianco, Karim mi guarda
subito di scatto proprio per vedere la mia espressione, come se mi
dovesse qualcosa, come se non ci fossimo detti mille volte di poter
fare quello che vogliamo. C’è questo momento di tensione totale, siamo
ancora allacciati insieme, ma c’è quest’aria, quest’aria che precede la
tempesta.
Karim chiude e mette via il telefono.
- Allora hai trovato un altro
passatempo… - Lo dico cercando di non risultare acido e tagliente, ma
credo che dal modo in cui scioglie le braccia e si fa indietro, io lo
sia.
- Lo dici come se cerco puttane. - Ok, non puoi venirmi a dire così proprio tu che hai il terrore delle relazioni serie.
- Sei tu che cerchi puttane
perché hai paura delle relazioni. - Questa mi scappa, ma lo sapevo che
finivo per esplodere. Ho tenuto troppo.
Karim mi fissa incredulo che lo abbia detto davvero.
- Perché non mi fai la domanda
che vuoi farmi, invece di fare sempre quello politicamente corretto!? -
E anche lui ha tenuto un bel po’, sicuramente ha macinato e come suo
solito senza esprimersi non poteva che finire così.
Sembriamo due bombe atomiche in procinto di scontrarsi.
È così da quando non lavoriamo insieme.
Lui indietreggia, mani nelle tasche, aria di sfida.
- Perché vorrei non dover
sempre estirparti le cose a forza! Perché non fai tu i primi passi?
Perché non mi dici tu le cose senza che te le chieda io? Vuoi dirmi una
cosa? Dimmela! -
- Io non voglio dirti nulla,
voglio scopare! - E con questo toglie un tappo che non doveva togliere.
Avanzo di scatto verso di lui che indietreggia per il salone.
- Se vuoi scopare perché non
vai da James? O forse ne hai già abbastanza? Magari te lo sei già fatto
troppo, ora rischia di scattare il sentimento? - Vado decisamente oltre
quello che volevo, ma non riesco a fermarmi, sono un treno da guerra e
lui non ha paura. Questo mi manda ancor più fuori. Continuo a farmi
avanti, lui ad andare indietro, ma poi arrivato vicino al divano bianco
si ferma e mi sfida. Non farlo.
- Perché non mi fai la domanda
che vuoi sapere? Continui a girarci intorno, sono io che non parlo, ma
tu sei uguale! Chiedimelo! - Mi sta uccidendo, non capisce quanto è
pericoloso.
Tendo ogni muscolo, chiudo i pugni lungo i fianchi, lo guardo furioso, gelido.
- Scopi con James? - Karim scuote la testa, duro.
- No. - E questo mi fa infuriare ancor di più, con uno scatto lo spingo e lui cade sul divano sorpreso.
- Non prendermi in giro Karim,
ti conosco. So che vuoi fartelo e lui ci sta! - Karim si rialza subito
e senza paura mi spinge a mia volta. Shoccato dalla sua sfrontatezza,
mi eccito.
- Se non ti fidi più di me
vattene e non tornare più! Perché ti ho detto che sarei sempre stato
sincero, mi hai chiesto di dirti se andavo con altri e ti ho detto che
l’avrei fatto! Perché dovrei nasconderlo e mentirti? Se non mi credi
vattene! VATTENE! - Mi spinge mentre esplode anche lui come non l’avevo
mai visto, e ci vuole coraggio per spingere me, ME!
Karim esce di testa ed io con
lui, quando arrivo alla libreria, lo prendo per i polsi con forza e lo
fermo, lo giro e lo sbatto contro, poi senza dire nulla lo bacio.
Divoro la sua bocca che apre
completamente a me, mi viene subito incontro con la lingua, ci
intrecciamo e lottiamo freneticamente e allo stesso modo lascio i suoi
polsi per frugare sotto i suoi vestiti. Gli tiro fuori l’erezione, lo
massaggio. Deve essere mio, deve ricordarsi che è solo mio. Lo ha
dimenticato, è ora che glielo ricordi.
Karim però fa di meglio, si
abbassa i pantaloni ed i boxer, si gira di schiena e si sporge verso di
me per farsi prendere, come se non volesse altro che questo ed in un
istante capisco che è proprio così.
Non è andato con James, ma ci
andrà. Però non ci è ancora andato. Sono ancora io il centro del suo
mondo e dovrò continuare ad esserlo altrimenti guai.
Mi tiro fuori l’erezione già
dura, la bagno con la saliva sulla mano e poi entro in lui, lo tengo
per i fianchi, lo attiro a me e spingo, spingo ancora. Ad ogni colpo
affondo di più ed aumento la forza, la velocità, aumento la voglia che
esplode. In pochi attimi gemiamo forte insieme, mi chiede di più, si
tocca, si appoggia a me, viene e mi fa esplodere poco dopo a mia volta.
I nostri orgasmi sono sconvolgenti, voluti, desiderati e folli. Completamente folli.
Scivolo via da lui come il mio
sperma esce sulle sue cosce, il suo è schizzato per terra. Ci
appoggiamo alla libreria, lo abbraccio, aderisco a lui, lo stringo
forte, molto forte, ansimante, sconvolto. Gli giro deciso il viso e
cerco la sua bocca che possiedo come ho posseduto il suo corpo.
Non puoi allontanarti da me.
Non puoi.
Karim ricomincia molto bene la
stagione, è lanciato sui goal e sulle esultanze con James che
continuano ad irritarmi, ma un giorno mi chiede se possiamo vederci,
dopo la pausa della nazionale francese ed io purtroppo sono occupato,
così parliamo al telefono.
Si confida dicendomi di
qualcosa che è capitato al suo amico e compagno Mathieu Valbuena. Una
persona poco intelligente che conosce Karim e moltissimi altri
giocatori per lo più francesi, ha ottenuto un video di Mathieu dove lo
si vede fare sesso con un’altra donna che non è sua moglie.
Questo esemplare di
cavernicolo lo ha fatto vedere a molti giocatori, poi è arrivato a
Karim il quale quando ha saputo di cosa si trattava, ha subito detto
che non voleva nemmeno vederlo. Lo ha redarguito dicendo che doveva
cancellarlo, ma l’altro ci ha riso su.
- A quel punto ho detto a
Mathieu che gira questo video e lui già lo sapeva, ma mi ha anche detto
che è stato ricattato. Ci sono rimasto molto male e siccome tempo fa mi
capitò la stessa cosa e mi ha aiutato il mio amico Karim Zenati, lo
conosci no? Ti ho parlato di lui… e davvero poi il video che avevano
beccato non è stato mandato in giro e il ricatto è stato ritirato, gli
ho offerto l’aiuto del mio amico, che se voleva gli davo il suo numero
che si parlavano così Karim avrebbe risolto la cosa. -
Karim Zenati è un suo caro
amico d’infanzia, ha passato diversi guai ed è stato dentro, ma Karim
lo ha sempre aiutato ed ora Zenati è disposto sempre a tutto per lui,
sono convinto che ucciderebbe per lui.
- Beh, penso che hai fatto
bene, ma la cosa è delicata… ci sono di mezzo ricatti, tu conosci il
ricattatore ed anche se non c’entri, sei stato messo in mezzo… - Lo
capisco subito immediatamente, ho una sensazione terribile, una delle
più brutte. Mi si chiude la bocca dello stomaco e mi pare mi
schiaffeggino.
- Lo so. Cioè dopo ho
realizzato. Perché Mathieu aveva già dato tutto alla polizia, perciò
c’erano già indagini aperte ed ora andrà a finire che sarò coinvolto. -
Sospiro, chiudo gli occhi e mi strofino le dita.
Un moto di odio puro mi sale su verso quei suoi amici dannati e verso la sua ingenuità.
- Senti… passa tu da me, ti
va? Io non posso muovermi, ma se tu hai finito lì… - Karim capisce
subito che questa cosa è più seria di quel che sembra, io me ne rendo
conto immediatamente e sto solo cercando di domare l’odio che sto
provando, vorrei andare a pestare tutti i suoi maledetti amici
d’infanzia disadattati, dei quali per inciso fanno parte anche quelli
che hanno usato il video.
- O… ok… Zizou, devo
preoccuparmi? - Allontano il telefono e sospiro come se potesse
sentirmi, poi torno a lui con un tono del tutto sereno.
- Devi stare attento. Da ora
devi stare molto attento, Karim. La polizia presto saprà che è saltato
fuori il tuo nome, magari lo dirà Mathieu… parla subito col tuo
avvocato e consultati, non farti trovare impreparato. - E forse così lo
spavento ancora di più. Sta zitto. Leggo molto meglio i suoi silenzi, a
volte. - Dai, raggiungimi, sono in ufficio. -
Karim ora è teso, anzi, teso è dire poco.
Come vorrei uccidere in questo
momento. Non è ancora successo niente, ma io so come vengono trattati i
calciatori ricchi e famosi che hanno origini algerine in Francia,
perché là sono tutti razzisti e spesso aspettano solo una scusa per
dire ‘ehi sei un criminale’ e per rovinarli. Vedrai che lo incastrano.
Dannazione.
La situazione è delicata e
complessa e come immaginavo precipita a vista d’occhio, lo sapevo
perché conosco i francesi e conosco la federazione francese di calcio.
L’ho messo in guardia su
tutto, gli ho spiegato bene come si muoveranno con un’indagine
ufficiale di ricatto dove il suo nome salterà fuori, perché poi Karim
ha visto il video e lo collegheranno al ricattatore, Karim dovrà
dimostrare che lo conosce ma che non era d’accordo e dovrà anche
dimostrare che lui ha offerto aiuto a Mathieu e non ha mediato coi
ricattatori. Il problema sono i suoi amici, a partire da Zenati per poi
passare proprio per quello che aveva il video che probabilmente c’entra
coi ricattatori. La questione è questa.
Karim conosce ed è amico di
gente di dubbio gusto, chi lo conosce bene sa che lui è a posto e che
sta con loro ma non fa quello che fanno loro, però a conoscerlo bene
siamo molto pochi.
I media se lo mangeranno e lui sotto pressione non regge.
Come posso fare per aiutarlo? Come posso fare per tirarlo fuori da qui prima che ci cada?
Come se non bastasse, torna a farsi male.
L’anno per lui si prospetta
complicato, fra infortuni e ricadute e mano a mano che sia a lui che
agli altri del club capitano le stesse cose, io mi rendo conto che il
medico del Real e amico di Perez non deve essere poi così bravo.
La sensazione che ho tutte le
volte che sto con Karim, e cerco di starci il più possibile, è che sia
in procinto di esplodere da un momento all’altro e non è molto bello,
perché sai che c’è una bomba ma non sai come disinnescarla.
Chiedo a Cristiano di dare un
occhio a Karim perché il momento è delicato e sicuramente non si aprirà
con nessuno su quel che sta passando.
Lo dico a lui perché fra un
infortunio e l’altro i due si allenano sempre insieme più degli altri,
per cui magari il rapporto è migliore, anche se vedo che in generale
ora è molto ben integrato nel gruppo.
Lo osservo da lontano e lo invito spesso a casa mia.
Anche dopo la chiacchierata
con la polizia. In accordo con il suo avvocato, hanno deciso di andare
loro a parlare in centrale, perché così risulta pienamente collaborante
e non convocato. Lui ha delle informazioni da condividere e consistono
sull’identità dell’uomo che aveva il video.
Però poi le cose si sono
complicate molto, l’hanno trattenuto e trattato come un criminale e
quello che ha passato non è stato per niente bello.
Fremo per sapere cosa succede,
mi sento un’anima in pena mentre guardo il telefono e non posso sapere
nulla. Gli hanno tagliato i ponti completamente, isolato come se avesse
fatto chissà cosa.
Io lo sapevo. Vogliono un
capro espiatorio, sono convinto che le sue origini parlino per lui,
perché là quella gente ragiona così. Ed è peggio perché lui è famoso.
Scomodo mezzo mondo, tutte le
mie conoscenze, fino a che qualcuno mi dice che effettivamente sta
succedendo qualcosa, ma che non è chiaro.
Dopo varie insistenze, il mio contatto ammette che sembra che qualche ispettore ce l’abbia con Karim.
Mi sembra di impazzire, sono le ore peggiori della mia vita.
Poi quando finalmente mi chiama, salto su come una molla ed esco di casa.
Rispondo col cuore in gola, agitato e si sente molto bene.
- Karim? - chiedo senza
bisogno di fare domande. Ma dall’altra parte la sua voce è spezzata,
respira male e capisco che sta piangendo. - Karim, ti prego, parlami. -
Insisto dimostrando ancor meglio quanto sono in ansia ed in pena. Forse
questo lo aiuta.
Sospira un paio di volte e mi
spiega che lo stavano indagando perché Mathieu ha spiegato che lui
sapeva del video e che gli aveva proposto l’aiuto di Zenati. Questo ha
dato vita ad una serie di ricerche su Zenati e pare gli abbiano messo
sotto controllo il telefono, su questo punto è confuso perché non si
capisce bene come sia uscita la registrazione di una loro telefonata.
Karim e Zenati parlavano al
telefono, ma la registrazione non è venuta bene e certe cose non erano
chiare, era tutto decontestualizzato e poco chiaro, ma sembra che
prendessero un po’ in giro Mathiue e non ne parlassero in modo
edificante.
- Questo è il nostro modo di
fare, non è cattiveria, io mi adatto a loro quando sono con loro, ci
atteggiamo tutti, siamo un po’ stronzi, ma non è cattiveria o non mi
sarei mai esposto in alcun modo per lui. Io gli sono davvero amico e
non ho niente contro chiunque io abbia denigrato. - Da questo deduco
che non parlassero bene di Valbuena, ma avrò tempo di farmi dire bene,
adesso lascio che parli, almeno non piange, parla come un treno, è
agitatissimo e fuori di sé e spaventato come non mai.
Mi si stringe il cuore e la rabbia monta, ma so che la cosa importante è stargli vicino, esserci, calmarlo.
Non sarà facile.
Karim continua spiegando che
comunque non hanno creduto alle spiegazioni, la telefonata è fuorviante
perché è decontestualizzata e non si sente sempre bene, sembra che lui
sia d’accordo coi ricattatori e che abbia rigirato Mathieu e preso in
giro, ma questo è quello che loro hanno voluto far credere.
Karim ha risposto e spiegato
tutto, non ha mai cambiato versione ed alla fine nonostante il
lunghissimo tempo che ha passato lì, l’hanno rilasciato perché
obiettivamente non ci sono prove per incriminarlo di nulla, però è
chiaramente sospettato di complicità.
Si comincia così, poi le
indagini e il processo che sicuramente ci sarà, col tempo spiegheranno
la verità, ma quando una cosa comincia così, senza nemmeno delle
informazioni complete e veritiere, è un disastro.
Chiudo gli occhi e cerco di
respirare, quello che sta passando Karim e quello che passerà da qui in
poi non lo auguro a nessuno. Un conto è se sei colpevole di qualcosa,
ma quando sei innocente è orribile perché puoi solo aspettare che la
giustizia faccia il suo corso e spesso nemmeno ci riesce.
Karim ha un buon avvocato,
sicuramente andrà tutto bene alla lunga, ma ora già tutti parlano di
lui e di quel che è successo in centrale.
- Dai… vedrai che piano piano le cose si risolvono. -
- Non lo so, ho paura… - Porca puttana, non sono con lui, io non sono con lui e lui sta così. Mi sembra di impazzire.
- Non devi, vedrai che andrà
tutto bene. Vedrai. - Karim respira affannato, così chiedo fra quanto
sarà a casa. Deve volare da Parigi a Madrid. Mi dà un orario e gli dico
che mi farò trovare a casa sua.
Sta male ed è così giù che vorrei avere un potere.
Un maledetto potere. Cancellare tutto questo.
Purtroppo però non ce l’ho.