*Ecco
un altro capitolo. Siamo nel momento peggiore per Karim, quando viene
accusato di essere complice dei ricattatori di Valbuena. Le cose per
lui si complicano molto e se da un lato tutto precipita, dall'altro
Karim dimostra una forza ed un carattere che non pensava lui stesso di
avere. Zidane non lo lascia solo un istante e questo sostegno gli dà la
forza di non mollare e giocare bene a calcio. Infatti col Real Madrid,
a parte i molti infortuni, ha una stagione davvero eccezionale. La
questione degli amici di Karim e della sua infanzia e del suo modo di
stare con loro è vera, l'ho presa da varie interviste e articoli che ho
letto in giro. La festa di compleanno di quell'anno, il 2014, lui l'ha
fatta davvero in grande stile e fra gli invitati c'era... lo leggerete!
Buona lettura. Baci Akane*
31. QUELLO CHE NON SEI
"Questo non serviva che mi succedesse per farmi sapere che Zidane si
preoccupa per me. E' come un fratello maggiore per me." - Karim -
“ Sono davvero dispiaciuto da
quello che Karim sta passando proprio ora. L'ho visto e abbiamo
parlato. Gli credo. L'ho avvertito di stare attento." - Zizou -
Quando lo vedo è pallido,
tirato e sciupato, si stringe nella sua felpa chiara, il cappuccio
alto. Entra in casa, gli vengo incontro, è solo per ora, ha scaricato
sapientemente tutto il suo entourage. Mi butta le braccia al collo e si
stringe a me come se fossi la sua unica ancora di salvezza e mentre lo
stringo a me in silenzio, senza dire nulla, mentre lo sento che
riprende a piangere e mi fa un’impressione pazzesca, capisco che non
posso farlo affondare.
Che dipende da me.
Ed io non posso, non posso proprio permettere che vada giù.
Ora ha me, non conta il resto. Non lo farò andare a fondo.
Ci metto moltissimo a calmarlo
e tranquillizzarlo, parliamo di tutto, mi spiega ogni cosa, lo metto in
guardia, gli dico probabilmente cosa succederà, lo preparo ad essere
passato per un mostro dai media, alle voci sempre più brutte e
all’allontanamento per un po’ dalla Federazione di calcio francese.
Dopo di che gli dico che
sicuramente nel tempo l’avvocato farà un ottimo lavoro e riuscirà a
provare la sua innocenza e di stare tranquillo.
Queste lotte si vincono con la pazienza, coi nervi, non con le parole e la fretta.
- Devi fare il tuo, nel tuo
quotidiano. Non pensare a quello che gli altri dicono di te, a come ti
vedranno. Tu sai chi sei ed è questo che conta. Sai qual è la verità. -
- Non mi fanno nemmeno parlare con Mathieu! Voglio spiegargli! Chissà che gli stanno dicendo! -
- Il peggio del peggio, però se è intelligente sa che tu sei in buona fede e che non hai mai agito contro di lui. -
- Sì ma… - E di nuovo ore a parlargli.
- Vivi la tua vita con
la coscienza pulita, vivi come uno che non ha fatto nulla di male.
Gioca a calcio, sta con tua figlia, concentrati sul lavoro. - Vorrei
dirgli di smetterla di vedere quella gente che lo ha messo nei guai, ma
lui non smetterà mai di vederli. Sono i suoi amici. È sopravvissuto
grazie a loro, ad un certo punto. A volte sono stati più preziosi della
sua famiglia, con alcuni di questi non è nemmeno legato. La sua vita
non è stata facile. Karim non cambierà mai chi è.
Amo la sua ingenuità e vorrei dirglielo, però so che ora non reagirebbe bene.
Così mi stendo con lui nel
letto, sotto le coperte, dopo che si è tolto i vestiti. Si sistema su
di me, si accoccola, lo circondo col braccio e lo tengo a me. Lo
carezzo, gli bacio la fronte e piano piano sembra calmarsi.
- Devi lasciare che il tempo
faccia il suo corso, non sarà facile, ma non ascoltare quel che dicono,
non rispondere a nulla, vai dritto per la tua strada a testa alta, tu
non hai nulla da rimproverarti. Lascia che il tempo scorra, Karim.
Vedrai che le cose andranno bene. -
Ed evito di dire che si può
scordare gli Europei in casa di quest’anno, perché la Francia è
razzista e perbenista, non pensa con la propria testa, se un giornale
dice che uno è un criminale, allora per tutti lo è, anche se non ci
sono prove o se queste sono manovrate.
E così se la gente lo odia, la
federazione di calcio non terrà mai con sé un giocatore non voluto
dalla gente. Lo ha già fatto in passato e continuerà a farlo, perché
loro giocano per far contenti le persone, non per amore del calcio.
Perché, perché deve passare tutto questo?
Le cose non migliorano e come
avevo preannunciato c’è una fuga di notizie riguardo le indagini, la
telefonata viene di dominio pubblico, ma chiaramente è tutto riportato
fuori contesto. Mettono giù le cose come se Karim fosse complice dei
ricattatori, omofobo e stronzo. Lo dipingono come un mostro e la FFF
allontana momentaneamente Karim dalla nazionale. Viene emessa un
ordinanza che impedisce a Karim e Mathieu di vedersi in attesa che le
posizioni e le cose si chiariscono.
Quello che mi sconvolge, però, è che Karim a calcio, quando non è infortunato, segna.
Karim gioca poco fra infortuni
e cambi, sempre per la convinzione che Cristiano e Gareth non possono
essere toccati e perciò se si toglie qualcuno, si toglie Karim anche se
gioca bene.
Per cui Karim è quello che gioca meno, ma quando è in campo non solo va sempre meglio, ma segna.
Inizia a decollare sotto i
miei occhi attoniti e anche se la squadra non sempre vince e perdono
decisamente troppi punti e partite, Karim sta andando alla grande, non
è una cosa negabile.
Da non crederci.
Ero pronto a raccogliere i
cocci anche in quel senso, a difenderlo col presidente e dire che ha
bisogno di un’occasione perché sta passando l’inferno e sebbene ho
spiegato la situazione a Perez in modo che possa difenderlo, comunque
non ho avuto bisogno di intercedere riguardo il calcio.
Karim quando è in campo è pressoché impeccabile. Un goal ogni 78 minuti circa.
Una bomba.
Il problema è davvero che però
non viene mai curato bene, dopo un paio di partite che gioca, ha la
solita ricaduta. A forza di fare così i suoi muscoli non torneranno mai
come prima e soffrirà cronicamente di problemi. La voglia di uccidere
aumenta, uccidere il medico che lo ha in cura, i poliziotti che
conducono le indagini a Parigi, i media e le fughe di notizie manovrate
nel peggiore dei modi, la federazione francese senza palle che si piega
alla Francia razzista.
Però Karim, sorprendentemente, tiene botto. Tiene botto alla grande.
Non si volta indietro, non risponde alle provocazioni, non dice mezza parola.
Fa solo un’intervista per un’emittente francese dove spiega la sua versione come si deve, solo questo fa. Basta.
Per il resto guarda, assiste a tutto, ma non si ribella, non ribatte, non si arrabbia, non fa scenate e non affonda.
Karim non affonda.
E avrebbe avuto motivo, sarebbe stato giustificato.
Però lui è lì, sempre in piedi, sempre testa alta a fare del suo meglio.
La forza che sta dimostrando è incredibile ed una sera glielo dico, a cena da me.
- Sai, è incredibile il modo
con cui stai affrontando tutto questo. Avevo paura che non ce la
facessi, sai? Che crollassi, che sbandassi… ero pronto a raccogliere, a
rimetterti in piedi. Ma stai dimostrando una forza ed un carattere
eccezionali. - Karim sorride sorpreso, colpito dal complimento davanti
alla mia famiglia che ormai è un po’ anche la sua.
I miei figli annuiscono e lo guardano sorpresi delle mie parole, ammirati ancora di più.
Anche a loro ho spiegato bene
tutto, hanno voluto sapere cosa succedeva a Karim, lo vedono come un
fratello maggiore, ci tengono tantissimo a lui. Anche Karim sta bene
con loro, ogni volta che viene qua o che li incontra al centro
sportivo, magari quando gli allenamenti si sovrappongono, Enzo in
particolare ci tiene molto e Karim lo tratta come un fratellino.
Sono orgoglioso anche di questo, molto felice.
- È merito tuo. - Dice poi
aumentando la solennità di questo momento. Nessuno fiata ed è un
momento particolare, perché avrei giurato in tutt’altra risposta.
- Beh, sei tu che stai
rimanendo in piedi. - Cerco di fargli capire che è solo merito suo,
deve prendersi le proprie ‘responsabilità’.
Karim sorride e sembra sinceramente sereno.
- Rimango in piedi perché tu
sei la mia forza, mi hai dimostrato subito il tuo incondizionato e
totale sostegno, non ho nemmeno tempo di abbattermi, ci sei ogni
secondo, anche solo con un sms. Se io sono in piedi è perché tu mi ci
tieni a calci. - Sorrido con gli occhi lucidi, mentre il calore mi
sale. Qua davanti a tutti è come una sorta di battesimo. Mi ha detto
una cosa bellissima, potrebbe significare che mi ama, vorrei dirglielo,
ma non posso e così stiamo qua a fissarci. Cosa posso dire davanti a
mia moglie e ai figli?
- È il minimo fra fratelli! -
perché non posso impostarla diversamente, ma lui sa cosa intendo. - Tu
non mi avresti sostenuto nel periodo del mondiale? - Si sa a cosa mi
riferisco quando lo dico, lui capisce, sorride e poi con un lampo
divertito negli occhi dice:
- Beh, mi ci sarebbe voluto un
attimo per superare la sconfitta, ma… - Così scoppiamo a ridere, la sua
risata è rilassante e bellissima, non trovo niente di più bello. - ma
alla fine ti avrei comunque sostenuto. - Poi aggiunge fra risate che
aleggiano ancora un po’ nell’aria. - Ci è voluta forza anche per fare
una cosa simile e poi superarla dopo. - Risponde per farmi capire che
non è unico, che è così che si fa, semplicemente.
- Dunque hai preso esempio da
me? - Chiedo sorridendo, mentre ci alziamo e ci spostiamo in salotto.
Vorrei stringerlo, anche lui vorrebbe, ma dobbiamo accontentarci di
sguardi complici.
- Sto cercando di ricordare che se tu hai superato quello, io posso superare questo. -
- Ce la farai. Perché anche se
uno non vuole o non pensa di potercela fare, anche nei momenti peggiori
uno si sveglia al mattino e va avanti per la sua giornata quotidiana,
si imbatte in problemi che risolve o affronta e così va avanti in ogni
caso, in un modo o nell’altro. Per quello ce la farai. Perché ce la
fanno tutti. - Ma Karim scuote la testa con aria consapevole, mentre io
e lui ci ritroviamo un momento soli nel corridoio mentre i ragazzi
combattono per il telecomando.
Gli sguardi si fanno dolci.
- Non tutti. Ma io voglio
farcela. Perché tu mi stai aiutando. - Mi emoziono molto, gli occhi si
fanno ancora lucidi, trattengo il respiro e gli prendo fugace la mano,
tutto quello che posso fare per un istante. Lui la tiene, sorride e con
quella dolcezza che mi tranquillizza, lo lascio andare.
È molto più forte di quello
che pensavo e non so se ha ragione quando dice che sono io la sua
forza, però quel che conta è che lo sia.
Spero solo che davvero le cose per lui si risolvano. Davvero.
Riguardo le foto della festa
di Karim a Dubai, dove avrei dato oro per esserci ma chiaramente in
piene vacanze invernali non potevo esimermi dallo stare in famiglia.
So che ha invitato un sacco di gente, non mi ha detto tutti i nomi.
Però ho cercato un po’ di materiale su internet ed ho dato un’occhiata.
Adesso Karim frequenta una
nuova ragazza, con Clohe non è andata bene, ci hanno provato alcuni
mesi ed hanno deciso di rimanere amici e collaborare per la piccola che
vivrà con la madre a Parigi, dove lavora, però non intendono fare
coppia fissa.
Non è una conseguenza di
quello che è successo a Karim, le ha spiegato tutto e lei l’appoggia,
Karim ha detto spesso che non farebbe mai nulla che potrebbe ferire in
qualche modo sua figlia, né turbare la sua serenità o allontanarla da
sé, se fosse colpevole di qualcosa Clohe gliel’avrebbe subito
allontanata.
Sembra funzionare bene, sono sollevato e contento e un po’ ci speravo che succedesse.
Sono egoista e lo so, io sono sposato ed ho famiglia ma lui deve rimanere mio il più possibile. Che stronzo.
Ha questa ragazza, ma credo che siano frequentazioni di passaggio, niente di serio.
Una volta me l’ha detto, gli ho chiesto spiegazioni sul suo modo di atteggiarsi e di parlare con loro.
- Io so che non sei omofobo,
Karim. Perché quando sei con loro ti comporti così? - Karim non mi
avrebbe risposto se non fossi stato io.
Però mi ha risposto.
- Vedi, loro lo sono. Loro
hanno questa serie di difetti, diciamo. Io mi adatto a loro per stare
con loro. So che non è edificante per me, però è un modo per essere
accettato. Sono i miei amici, ti adatti a chi ti sta intorno
inevitabilmente. Anche se io non sono così, odio prendere in giro
chiunque solo per passatempo, ridere delle disgrazie altrui eccetera.
Però loro sono molto omofobi perciò io… non so, non voglio che sappiano
che invece sono gay. Per me sarebbe una tragedia se lo scoprissero. Per
cui mi comporto come loro pensano che io debba essere. Tanto è solo una
scena, devo fare quello che devo fare quando devo farlo. Non faccio
così solo con loro, anche a calcio, in pubblico, in ogni altro ambiente
mi adatto a quello che gli altri si aspettano da me. Con Cristiano il
mondo vuole che sia lui a segnare e a fare la star, io l’aiuto a farlo,
non mi importa rubare la scena. -
Questo discorso mi ha detto molto di lui, non pensavo che fosse così accomodante.
- Karim, è così importante il
consenso di chi ti sta intorno? Essere accettato? - Ha alzato le spalle
e mi ha guardato con un sorriso di scuse, di vergogna, lo sguardo
mortificato.
- Se passi l’infanzia ad
essere rifiutato e criticato e crescendo continui ad essere preda di
insulti, offese e critiche solo per dove sei nato e perché sei chiuso…
eh, va a finire che vivi per cercare l’approvazione di quelli che ti
stanno vicino. Non… - Si è schiarito la voce tesa, sull’orlo del
pianto. - Non sono i migliori amici del mondo e nemmeno le migliori
persone, lo so. Però sono i miei amici e con loro mi sono sentito bene
per la prima volta. Mi cercano, mi vogliono bene, mi rispettano e… non
so, è il mio modo di stare bene. - È un discorso che mi ha messo
tristezza, perché l’ho conosciuto ed ho visto quanto lui in realtà non
sia così, ma non ho potuto ribattere se non abbracciandolo e
baciandogli la tempia protettivo.
- Tu sei molto meglio di così,
però se questo ti fa stare bene, non ti giudicherò. Però sappi che con
me tu puoi essere te stesso al cento percento. -
Lui ha sorriso e si è accoccolato dolcemente come un gattino.
- Lo so. Per questo sei e sarai sempre il centro del mio mondo. -
Se diceva che mi ama non avrebbe avuto lo stesso effetto!
Piano piano capisco il motivo
della sua grande fragilità e più lo conosco, più mi stupisco della
forza d’animo che sta dimostrando ora.
Lui ha dovuto fare quello che
ha dovuto per uscire dal mondo orribile in cui stava sprofondando da
ragazzo, ha creato alleanze non da lui, di cui probabilmente non è
nemmeno felice, ma queste alleanze lo hanno salvato in tanti modi,
tante volte, perciò se le fa andare bene e non le rinnegherà mai e
soprattutto non cambierà mai modo di essere solo perché ora è lontano
da quel mondo e ce l’ha fatta.
Karim è e resterà sempre coerente con sé stesso.
Perciò ogni tanto deve presentarsi a loro con qualche bella ragazza accanto e fare la parte che loro si aspettano che faccia.
La cosa che mi rattrista e che
leggo nei suoi occhi, è che comunque non accettano il vero Karim,
accettano il Karim che vogliono loro.
Karim è gay, o quantomeno bisessuale, ha rapporti con uomini, è una persona dolce e altruista, insicuro e… pieno di complessi.
Le foto della festa di Karim
scorrono sotto i miei occhi, anche questa organizzata dai suoi amici,
ne ha ovunque di ogni tipo, questi sono quelli economicamente ben
messi.
La gente che c’era era impressionante, tantissime persone e poi lo vedo.
Il mondo si ferma e mi ritrovo a stringere il tablet come se lo stessi per spaccare.
Assottiglio gli occhi, sto per
romperlo davvero, appena me ne rendo conto lo lascio subito, ma
continuo a guardare quello che appare davanti ai miei occhi.
James era alla sua festa.
James. Era. Lì.