*Ciao
a tutti! Siamo a 2 capitoli dalla fine e Karim è nella fase caos, è
preso fra quello che prova per Zizou, che è fortissimo ed
incancellabile, e quella strana euforia che gli trasmette James. Da un
lato c'è uno che si prende cura di lui in tutti i modi, dall'altro c'è
uno di cui prendersi cura, che lo fa sentire forte. Due persone opposte
che lo fanno sentire in 2 modi diversi. Ora Zizou decide di fare la
scommessa della sua vita per far prendere a Karim una decisione, perchè
non ce la fa più a stare in quella via di mezzo. Ma sarà la scommessa
giusta o rischia di perderlo? Nel mentre, come al solito, le vicende si
intrecciano con quelle 'reali' di quel periodo, che era primavera 2016.
Le citazioni che ho inserito all'inizio del capitolo sono proprio del
periodo di cui scrivo. Buona lettura. Baci Akane
36. ESTREMO TENTATIVO
"Sono
felice di essere con i giocatori. Uno in particolare è Karim, è un
giocatore fenomenale che continua a fare bene. In Francia tutto è
andato bene per Benzema. [si riferisce alla restrizione tolta contro
Karim] Voglio che sia felice ed ora lo è. E' concentrato sull'aiutare
la squadra e sul segnare goal. Puoi vederlo in campo che sta bene,
spero che tutto [il caso 'Valbuena'] venga presto dimenticato. E'
quello che vogliono tutti, specialmente io e, ovviamente, lui." - Zizou
-
"La
Francia non può permettersi di lasciar andare un giocatore come Karim,
quando vediamo le sue statistiche, quando vediamo cosa fa in campo,
comprensibilmente non puoi non voler chiamare un giocatore del suo
livello. Ad ogni modo io, a Madrid, sarei difficilmente in grado di
fare a meno di lui, perchè in aggiunta ai goal che segna, è
semplicemente impressionante su ogni livello. Perchè gestisce tutti i
collegamenti e gioca con tutti i suoi compagni in campo, e questo non è
da tutti. " - Zizou mentre si discuteva se Deschamp doveva convocarlo
per gli Europei ora che era libero di farlo -
"Non
serviva che mi succedesse questo per farmi sapere che Zidane si
preoccupa per me. E' come un fratello maggiore per me." - Karim -
Il fatto che mi chiedano sempre di lui mi fa pensare.
Ok, ora sono il suo
allenatore, è abbastanza normale, ma anche prima quando non lo ero i
media chiedevano sempre notizie a me di Karim, come se vivessimo
insieme, se fossi il suo portavoce.
La cosa comincia ad essere
evidente, non vorrei che pensassero che ho delle preferenze. Cioè, è
vero, però lavorativamente parlando sono professionale ed obiettivo,
non è che metto Karim davanti agli altri se non lo merita.
Nella conferenza dopo la
notizia del ritiro della restrizione contro Karim, mi chiedono come sta
ed io dico che è molto felice e sollevato e che ora aspetta di sapere
la decisione del presidente e dell’allenatore della nazionale.
Tale notizia arriva qualche
tempo dopo, nel frattempo Karim è tornato in patria ed ha cercato di
incontrare Mathieu, ma quel piccolo idiota non ha voluto vederlo
e sentirlo, ormai è assuefatto dalle voci che arrivano da tutte le
parti e non riesce a pensare con la sua testa. Se sentisse Karim
dovrebbe pensare da solo, perché nessuno gli avrà mai parlato in favore
suo.
La cosa comica è che Karim
merita la convocazione perché ha giocato benissimo durante l’anno
nonostante tutto questo casino, tecnicamente i rischi per Karim non
sono pochi perché l’accusa è di favoreggiamento in ricatto. Mathieu che
invece è ‘la vittima’, ha giocato male e non meriterebbe la nazionale.
Come se avesse la coscienza sporca. Non è che la sua sia proprio pulita
visto che il video incriminato testimonia un tradimento alla moglie.
Capisco che sia affondato e che veda il male ovunque, però non perdere
di vista le cose importanti.
Mathieu si è ormai perso e dico questo a Karim al telefono per quelle due ore.
- Nel momento del bisogno,
quando ci sono i veri problemi, è lì che capisci quali sono i veri
legami, Karim. Prendila come un’occasione. Hai capito l’indole di
Mathieu. Troppo fragile e debole per ragionare con la sua testa. -
- In un attimo ha cancellato
tutto quanto. Io ho sbagliato a parlare di lui in quel modo coi miei
amici, ma lui lo sa che fra amici ci si atteggia e ci si comporta da
bestie, tutti lo fanno, fra uomini è normalissimo. Il punto è che non
mi dà l’occasione di spiegare e scusarmi perché è convinto che io sia
davvero colpevole, anche se sa cosa è successo, perché si ricorda bene
che io gli avevo detto ‘vuoi che ti dia il numero del mio amico’ ma era
per ‘così che possa aiutarti’ e non ‘ti do il numero dei ricattatori e
accetta di pagare’. Come fa a non usare la sua testa? Lui sa cosa è
successo, io l’ho messo in guardia, ho cercato di aiutarlo… ora pensa
solo che lo deridevo col mio amico! - Karim ogni volta parla di questo
per ore appena succede qualcosa, è normale, ma è positivo che lo
faccia. Se lo teneva dentro come prima era peggio, perciò con
l’auricolare all’orecchio lo ascolto e rispondo mentre continuo a fare
le mie cose, altrimenti non mi muovo più.
Le giornate proseguono nella
media, Karim torna e James gli sta molto vicino. Anche altri, come Jese
per esempio, ma l’appiccicume di James è plateale, mentalmente mi
faccio il conto alla rovescia perché so che scoppierà. Lo conosco.
Credo che sia iniziata per
attrazione, divertimento sessuale, distrarsi dai rispettivi problemi…
ma poi per James è subentrato il sentimento, quelli emotivi come lui
vivono le cose così, non possono rimanere distaccati.
Karim scapperà presto.
Non ho niente contro James,
seriamente. Solo che obiettivamente non riesco proprio ad inserirlo
perché il modulo che avevo in mente per usare lui e Isso nelle loro
posizioni non funziona, quando ho cambiato modulo usando Casemiro
davanti alla difesa, abbiamo smesso di perdere. C’è poco da fare.
- Ce l’hai mica con lui? -
Chiede Karim un giorno steso nel divano del mio studio mentre io
continuo con le mie pratiche, mi sto studiando il gioco della squadra
che affronteremo la prossima volta.
- Con chi? -
- James. - Risponde come se facesse psicoterapia. Steso nel divano, piedi alzati sui braccioli. Come fosse casa sua.
- No, perché? - Alza le spalle
fingendosi menefreghista. Non abbiamo mai parlato di lui seriamente,
credo che non sappia bene nemmeno lui come vederlo.
- Perché mi pare che da quando
ho ammesso che lo scopo, non lo usi più. - Siccome lo dice mentre sto
scrivendo degli appunti, irrigidisco il collo e alzo la testa
spalancando gli occhi, guardandolo. Sta steso e non mi ricambia, così
scuoto la testa.
- Spero che scherzi. - Liquido gelidamente tornando allo scrivere.
Karim si alza di scatto e si
appoggia sul gomito torcendosi per guardarmi sorpreso, io faccio finta
di nulla e riavvio il video dal computer che sto guardando sull’ultima
partita dei prossimi avversari. Faccio finta di essere del tutto
disinteressato alla questione, anche se dentro di me brucia perché
forse non lo ammetterei mai nemmeno a me stesso, ma non posso negare
che godo abbastanza nel ‘doverlo’ tenere fuori.
- E quello cosa sarebbe? -
Chiede sorpreso, visto che non gli rispondo si alza e viene dietro di
me che sono seduto alla scrivania davanti al computer, mi mette le mani
sulle spalle ed inizia a massaggiarmi, forse per rabbonirmi, che ne so.
- Karim sono un allenatore, se
avessi favoritismi o preferenze non sarei professionale. Davvero te lo
devo spiegare? - Rispondo sostenuto. Non so cosa faccia, ma mi
massaggia le spalle per un po’ e sono lieto che non ribatta subito.
Lascia un po’ di tempo, guarda con me il video ma non commenta.
- So che sei professionale,
sicuramente diventerai il migliore allenatore. Lavori molto e cerchi
sempre il modo per migliorarti. - Questa è opera di lecchinaggio.
Blocco il video mentre le sue dita corrono sotto la felpa e tocca la
pelle calda, mi fa rabbrividire.
- Ma con James non mi comporto
bene? - Non voglio parlare di James, non voglio sapere cos’ha quel
ragazzo che riesce sempre a finire fra le sue coperte.
- Non ho detto questo, è solo
che mi è sembrata una strana coincidenza e siccome io sono l’unico a
conoscere il tuo lato possessivo e geloso, lato che adoro, ho pensato
che potesse essere una di quelle cose. - Silenzio. Non rispondo. Si
china, le labbra sull’orecchio ad accarezzarmelo, altri brividi si
uniscono agli altri, chiudo gli occhi e piego la testa di lato. Sta
cercando di sedurmi per farmelo ammettere. Perché in possesso delle mie
facoltà mentali, non lo direi mai. Che piccolo bastardo! - In quel caso
mi sentirei in colpa. Insomma, se non gioca per colpa mia, magari
possiamo trovare un compromesso… - Mi aggrotto senza capire dove voglia
andare a parare, così giro leggermente la testa verso di lui per
guardarlo. Rimane vicino a me, ma smette di carezzarmi l’orecchio con
la bocca. Gli occhi si agganciano vicini come siamo e per un momento mi
dimentico di tutto, anche di dover negare con decisione.
- Che compromesso? - Karim fa
il sorrisino malizioso e vittorioso che mi fa eccitare, le mani dalle
spalle scendono davanti sul petto, si infilano strisciando sotto
l’elastico dei pantaloni e poi degli slip e mi trova l’erezione calda
che non tarda a reagire al suo contatto.
- Non so, posso fare qualcosa che desideri da matti? -
- In cambio di cosa? - Alza le
spalle, sfiora le labbra con le mie sempre guardandomi, mi masturba ed
è davvero difficile capire che cosa dice.
- In cambio di farlo giocare
ogni tanto, quando magari ci sono turnover o sostituzioni o infortuni.
Non dico di cambiare la formazione perché è chiaro che questa funziona,
ma si sa che ci sono le rotazioni ed i cambi. Invece di tenerlo a
scaldare la panchina a tutti i costi, magari potresti metterlo dentro
in certi casi… - La cosa mi fa imbestialire, mi sta vendendo le
prestazioni di James. Sta facendo questo per lui. Non capisco come osa
chiedermelo, sto per reagire e sbatterlo violentemente contro il muro,
ma un’idea mi balena e decido di sfruttare la situazione
- Allora in cambio voglio che tu mi dica una cosa e che lo faccia sinceramente. -
Karim si separa un po’ dalla
mia bocca e mi guarda incuriosito, pensava che gli chiedessi qualche
prestazione sessuale ma quelle me le prendo come diavolo mi pare.
- Cosa? - Ci guardiamo di
nuovo negli occhi da vicino, quasi non respiriamo. È come se si capisse
che c’è qualcosa che non gli piacerà, lo sente.
- Cosa provi davvero per James? - Ma lui a questo punto si mette a ridere e si raddrizza smettendo di toccarmi.
- Lo sapevo che era colpa mia!
Ti conosco bene! Era troppo strano questo accanimento! A volte fai
turnover o rotazione negli ultimi minuti della partita, ma lui non lo
metti più anche se potresti! Sapevo che c’entravo io! Ho fatto bene ad
indagare! - Sospiro e mi giro verso di lui con la sedia, Karim comincia
a camminare per lo studio tornando al divano, come a chiudere un
discorso che secondo lui è finito.
Lo guardo esterrefatto.
- E quindi? -
- E quindi mi sento in colpa,
avevo capito che sei geloso e quindi lo punisci così, forse nemmeno te
ne rendi conto! Non volevo avere la carriera di un bravo giocatore ed
una brava persona sulla coscienza, dovevo testare. - Secondo lui basta
così. Secondo lui la risposta è questa.
Eh no caro.
Non così facilmente.
Mi alzo e vado da lui, mi
siedo sul bordo del divano dove lui è di nuovo steso, lo spingo un po’
per starci e rimango rivolto verso di lui, lo guardo, la mano
casualmente nel torace, sulla maglia.
- Io magari fatico a gestire
lucidamente James e magari inconsciamente voglio fare in modo che se ne
vada e ti stia alla larga. Ma tu con lui stai facendo delle cose che
non sono nemmeno lontanamente nel tuo stile. - Karim si aggrotta, fa il
broncio che succhierei se non fosse un momento importante in cui
bisogna parlarne.
- Allora lo ammetti. -
- Adesso tocca a te. -
- Non so di cosa parli. -
Sospiro, chiudo gli occhi e con pazienza gli spiego infilando la mano
sotto la maglia, carezzo il suo addome scolpito, al momento rilassato,
risalgo sui capezzoli con cui gioco.
- Sei molto affettuoso con
lui, complice, parli, scherzi. Si vede che sei legato, hai un rapporto
diverso rispetto che con gli altri. Hai un bel rapporto anche con Luka,
per esempio, o con Jese. Ma si distingue bene da quello con James. So
che te lo porti a letto, ma è diverso. Ti portavi a letto anche
Gonzalo, ma nessuno lo capiva. Adesso non dico che sia esplicito, ma
che James è diverso sì. -
Lascio la cosa sospesa, gli
lascio tempo di assimilare, lui mi fissa mordendosi il labbro convinto
che io dica cavolate, ma sa… sa che non è così.
- Mi spii? - Chiede sulla
difensiva. Non mi manda via perché lo sto dolcemente rabbonendo con le
mie carezze e non sto parlando in modo aggressivo. Non risolveremo
tutto con una scopata.
So che questa è una cosa da
coppia, ma dovrà anche guardare in faccia la realtà. Io e lui siamo
molto più ‘coppia’ di quanto non lo sia io con mia moglie o lui con… la
sua ragazza di turno!
- Ti ho davanti agli occhi
ogni giorno, Karim. Non è che ti spio. Semplicemente mi funzionano gli
occhi! - Sospira seccato non sapendo cosa ribattere, ma non osa
fermarmi perché gli piace la mia mano che gioca con la sua pelle, coi
suoi capezzoli.
Finalmente si decide e sposta
la sua sul mio ginocchio in segno di resa, mi carezza salendo
sull’interno coscia, ma non fa altro.
- È diverso dagli altri, è una
persona molto dolce e mi fa sentire come nessuno. Mi fa sentire… non
so, più uomo… - Mi aggrotto, questo è il preludio di qualcosa che non
mi piacerà, ma con calma e pacatezza affronto la cosa e ritiro la mano,
come un passo indietro. Lui me la prende subito e la tiene, come per
non farmi andar via.
- Io ti faccio sentire donna? - Ridacchia ma poi si fa serio.
- Diverso. Tu mi fai sentire
protetto, ti prendi cura di me, mi ascolti, mi consoli, mi tiri su,
controlli che tutto quello che mi circonda sia sano per me… tu sei la
parte forte che si prende cura di quella più fragile. - Così capisco il
resto.
- James ti fa sentire più
forte. - È un duro colpo, molto duro. Non so nemmeno come dovrei fare
per rimediare, forse non si può, forse è un’evoluzione naturale, forse
il percorso insieme è finito, da qui in poi è giusto che faccia la sua
strada, che faccia lui quello che io ho fatto e che…
Inghiotto, il nodo sale, sale
troppo così cerco di non farlo vedere, mi bruciano gli occhi e mi giro
dall’altra parte. Continua a tenermi le mani, intreccia le dita.
- È una cosa del momento. Mi
inebria perché non mi sono mai sentito così. Con Gonzalo era diverso,
era più una lotta. Con le ragazze non sono storie, sono più passatempi,
anzi, coperture per. Beh, sai. - Mi strofino le labbra, continuo a
guardare altrove, mi sento male, mi sento morire. Improvvisamente
voglio piangere, andarmene e cancellare tutto. Cosa mi è saltato in
mente?
Non avrei mai dovuto fare nulla con lui, mai.
Karim stringe improvvisamente
la mano, con molta forza, poi si alza e si tira su a sedere nel senso
opposto, rivolto verso di me. Mi gira il viso con l’altra mano e si fa
guardare.
Cosa sta succedendo?
- Queste cose mi stufano.
James è molto appiccicoso, non durerà molto. Adesso sono nella fase ‘è
bello, mi piace, continua’, ma quanto pensi andrà avanti? - Scuoto la
testa.
- Non è questo il punto. Stai
provando altre cose per un’altra persona. Non è solo una questione
sessuale, stai cominciando ad andare oltre il sesso. Non importa che
duri o no, cerchi altri, ti serve altro e lo stai trovando in James. È
diverso. -
Scuote la testa e appoggia la fronte sulla mia con necessità.
- Sto solo sperimentando altre
cose che mi piacciono e che non immaginavo, questo non è volere altro.
Io voglio ancora te. Ti vorrò sempre. E non potrei mai fare a meno di
noi, qualunque cosa sia questo. - Lo sta per dire, forse con una
piccola spinta lo direbbe.
Mi fermo e valuto la
situazione. Al momento ha 2 partite da saltare perché è l’ennesimo
infortunio. Potrei provarci ora. È un enorme azzardo, ma credo che sia
l’unica.
- Sembra a te, così. In realtà
stai cambiando, ti stai evolvendo, è normale. Cerchi altre cose, ti
servono altre cose. Cose che non puoi più trovare in me. Non importa,
ci eravamo detti che ci saremmo stati finché avremmo voluto, senza
impegni emotivi né altro. Tu… tu devi seguire quello che senti, devi
fare ciò che ti va. Stai con lui, prova questa cosa, non pensare a me.
Noi sapremo essere professionali, io saprò esserlo. Ci riuscirai anche
tu. - Karim spalanca gli occhi, prendo respiro e non so per quale Dio
le lacrime si trattengono. Lui è sotto shock, quando lo dico non lo
realizza subito, così scivolo via da lui, svelto, prima che capisca.
Inghiotto, scuoto la testa e semplicemente vado via. Mi serve un po’ di
tempo, mi serve.
Mi serve assolutamente.
Perché ho bisogno di piangere.
Io.
Io che piango.
Dio Santo, cosa mi ha fatto questo ragazzo?
Non pensavo si potessero ancora provare cose simili per qualcuno, che si potesse stare tanto male.
Ma come si fa?
Se sbagli questa, Zizou, te ne pentirai per il resto della tua vita. Altro che testata a Materazzi!
Evito Karim per tutto il
tempo, gli lascio spazio per assimilare e capire se ho ragione,
immagino che in questo periodo si butti su James e forse quel giorno,
dopo che l’ho lasciato, è corso da lui e ci ha fatto sesso
furiosamente.
E poi James si sarà preso cura di lui dolcemente.
Da lui ha quello che non può
avere da me. James lo può far sentire forte perché è lui quello forte,
fra i due. James lo è a modo suo, nell’infondergli serenità, nel farlo
ridere.
Ma è diverso, ora.
È diverso se non ha nessuno da
cui correre quando sta male. Andrà da lui e capirà se è capace di
dargli questo, questo che ora non gli darò io.
Ti prego, fa che non l’abbia sbagliato.
Fa che non abbia fatto l’unica scommessa sbagliata della mia vita.
Ti prego.
Torna da me.