CAPITOLO I
VUOI UNA MANO?
 


Aveva bisogno di fare pratica.
Certo che aveva bisogno di fare pratica.
E migliorarsi.
Il più possibile.
Ma si parlava sempre di calcio, no?
E di cos’altro?
Iker non se lo ricordava più, era confuso a tal punto da dover fermarsi e chiederselo.
Ma io che cazzo sto facendo?”
Non trovando risposta si dovette gettare istintivamente a terra per prendere una delle pallonate di David; lì credette di capirlo…
Paro!”
Peccato che poi al momento di alzarsi si ritrovò di nuovo schiacciato dal suo corpo marmoreo di cui anche attraverso la tuta d’allenamento, riusciva a percepire perfettamente tutte le linee muscolari. Specie quelle che sporgevano appena più del normale.
La prima volta che Iker l’aveva visto comportarsi in quel modo infantile ci era rimasto secco.
Lui, il grande David Beckham, famosissimo per essere il sex symbol più desiderato del momento, sposato, inglese, fuoriclasse ed irraggiungibile.
Apparentemente serio, composto, snob, distaccato da tutto e da tutti, magari anche pieno di sé…
a buttarsi sul portiere per rubargli palla dopo una gran bella parata.
Una delle tante che faceva.
Iker allora vedendoselo crollare addosso perché naturalmente gli ostruiva i movimenti -in fondo la palla era fra le sue braccia, c’era poco da cercare di rimediare al goal fallito!-, si rispose:
O forse vengo parato!”
Pensiero più che legittimo e di unica comprensione… sì, perché il bel David non si limitò a fingere di perdere l’equilibrio per una sorta di fallo del portiere, ma gli si spalmava sopra e lì ci rimaneva facendogli sentire, oltre ai suoi muscoli evidenti e perfetti, anche quelle sue famose parti che in certi casi sporgevano troppo. Fortunatamente nascoste dai vestiti comodi e leggeri.
Un po’ troppo leggeri.
- Ehm… - Tentò allora Iker confuso e vago, nonché profondamente imbarazzato: - David? - Chiamò inarcando le sopracciglia aggiungendoci anche del sano scetticismo.
- Sì? - Rispose come niente fosse l'altro accomodandosi bel bello sopra di lui come se fosse il suo letto personale. Entrambi a pancia in giù uno sopra l’altro, Iker non poteva non sentire qualcosa di sospetto -o evidentemente chiaro- premergli contro il fondoschiena. Decisamente qualcosa non andava.
- Cosa… fai? - Chiese infatti con un certo enorme carico di ingenuità.
Lo sapeva cosa faceva, ci provava con lui e lo provocava per farlo impazzire, ma voleva rifiutarsi di crederlo e accettarlo.
Insomma, di certo erano sue fisime mentali perché David era un bel ragazzo che avrebbe fatto venir voglia di sesso anche ad un prete!
Però era sposato.
E poi perché proprio con lui?
Non era nessuno, ancora, la sua carriera come portiere del Real era iniziata da poco e non aveva fama, poteri o sex appeal!
Per lo meno lui ne era convinto.
Si riteneva la persona più semplice del mondo e proprio per questo non poteva che piacere a tutti.
- Mi hai fatto cadere, ora te la faccio pagare! - Rispose stando al suo gioco del ‘facciamo finta che non ci scoperemo mai!’ Infatti fu talmente ironico da strappare un ghigno poco equivoco ad Iker che nascose il viso sull’erba dimenticandosi della palla che ormai andava per conto proprio.
- Io stavo parando, tu mi sei arrivato addosso ed ora ti stai facendo un sonnellino su di me! -
David appiccicò le labbra al suo orecchio ed imprigionandogli il busto fra le mani in modo da impedirgli i movimenti, disse basso e suadente:
- La mia azione non era finita, volevo sorprenderti e strapparti la palla di mano per fare goal! - Sembrava tutt’altro che calcio.
Decisamente.
Iker arrossì e piegò istintivamente la testa di lato pieno di brividi dal suo parlargli contro l’orecchio.
- Era fallo! - Anche le sue risposte però erano tutt’altro che da Santi!
- Il fallo è tutt'altra cosa... e poi fortuna che ci stiamo allenando da soli… - Ed ormai mormorava, sempre contro il suo orecchio.
No, non era ancora successo niente, a David evidentemente divertiva tirarla tanto per le lunghe e fare impazzire la sua preda. Sarebbe finito per implorarlo, probabilmente, e lì lui avrebbe raggiunto il picco massimo di auto celebrazione nutrendo così il suo ego smisurato.
Negli anni a venire Iker avrebbe commentato fra sé e sé che il suo e quello di un certo Cristiano Ronaldo gareggiavano quasi di pari passo… tanto da aggiungere che se l’inglese non fosse stato ancora vivo avrebbe pensato che il portoghese fosse la sua reincarnazione!
Iker sospirò -un lamento insofferente in realtà- e cercò di tirarsi su facendo leva sulle mani che puntò per sbaglio -sicuramente per sbaglio, certo- su quelle del compagno sopra di sé, quindi al momento di tirarsi su fu schiacciato con maggiore forza a terra.
schiacciato con tutte le parti fisiche a disposizione.
Certamente quella che Iker notò maggiormente fu il bacino e precisamente la sua erezione -che ormai tanto valeva chiamarla col proprio nome!- e questo lo mandò nel panico.
Si mise a boccheggiare e dimenticandosi come si respirava divenne teso e rigido come una statua. La risata roca e sensuale di David lo raggiunse sulla pelle sensibile del collo e di nuovo piegò la testa istintivamente non resistendo ai brividi che continuava a trasmettergli.
Ok, ora non poteva più alzarsi. Non senza risultare un maniaco malato di sesso.
Rimase di nuovo a premere la faccia sull’erba nella speranza che lo soffocasse e lo togliesse da quell’imbarazzante momento, ma quando capì che stava per uccidersi, David decise che poteva essere sufficiente la tortura e si alzò.
Peccato che fu il solo a tirarsi su.
Quando recuperò la palla -con estrema eleganza innata- e lo vide ancora incollato al terreno, sempre rigorosamente a pancia in giù, gli chiese noncurante:
- Che fai lì? Ti serve una gru? - Iker non fece cenno di muoversi e sempre con le mani ai lati come per tirarsi su, sembrava in rigor mortis.
Allora David si chinò e lo toccò con un dito per assicurarsi che fosse vivo. A quello la testa di Iker scattò all’indietro rivelando un colorito che era un misto fra il terriccio ed il rosso carminio. Era estremamente chiaro il motivo per cui non si alzava, ma naturalmente lo punzecchiò per farglielo dire, quindi malizioso chiese:
- Che c’è? -
Come se non fosse evidente!
Iker ci cascò -o finse di cascarci non avendo magari solo voglia di tirarla troppo per le lunghe- e disse brusco, sperando lo lasciasse in pace:
- In questo momento non è indicato che io mi separi da questo terreno! -
David allora rise -sempre con quel suo fare estremamente erotico- e gli baciò la nuca fra i capelli mossi:
- Vuoi una mano? - Suadente e malizioso. Iker schiacciò di nuovo il viso sull’erba e morì!
Nonostante il suo silenzio, la mano David gliela diede lo stesso facendogliela scivolare languidamente sulla schiena. Giunto al sedere ora teso come, appunto, quello di una statua, il povero portiere si alzò di scatto come una molla finendo per dare una testata per sbaglio all’attaccante. Nonostante David concluse il suo momento seducente a terra tenendosi la fronte, Iker non si voltò ma anzi corse di filato negli spogliatoi con quella di porre termine a quegli allenamenti extra davvero tremendi.
Una tortura autentica.
Mai parare risultava di giorno in giorno più difficile.
Inglese! Inglese un paio di palle!” Pensò Iker esasperato mentre si infilava velocissimo sotto la doccia fredda per poter scappare prima del ritorno della tigre bianca. “Quello sembra più spagnolo di me!” Ragionamenti assurdi che aveva da un po’ di tempo.
Teorie per le quali gli inglesi dovevano essere snob, freddi, contenuti e mantenere le distanze mentre gli spagnoli essere passionali, focosi e maliziosi.
Che poi a parte il particolare che cerca di sedurmi -e ci riesce benissimo- sembra un bambino! Fa lo scemo come se non avesse ventotto anni ma diciotto!”
Non che avesse poi tanto torto, vista la natura che sfoderava solo con lui e Dio solo sapeva come mai.
Certo non risultava antipatico come il mondo probabilmente pensava per la fama da divo che aveva, ma nemmeno un bambinone come quando era solo con lui.
Non fece in tempo a finire la doccia -e l’erezione gli si era appena resa presentabile- che la famosa tigre bianca entrò in fabula!
- Spero che tu abbia finito col tuo problemino… - Esordì con decisione sospetta David entrando sotto la sua stessa doccia -aprendo l‘acqua calda-, come se non ci fosse abbastanza spazio lì intorno e fosse tutto occupato. Iker si girò e si appiattì istintivamente contro la parete di piastrelle con aria liberamente terrorizzata: - …perché mi hai fatto male con quella testata. - David -che effettivamente aveva un gran segno rosso in fronte- era nudo ed annullata la distanza lo imprigionò di nuovo, questa volta fra sé ed il muro su cui si spiaccicava impietosamente. Avvicinò il viso al suo con finta ira gelida, poi aggiunse basso e penetrante, come se gli stesse facendo una proposta oscena: - Ed ora mi vendico. -
Bè, la proposta era più che oscena in effetti!
Iker capendo cosa intendeva andò in palla, tanto per cambiare, e tornò a fare la faccia da pesce lesso mentre assumeva mille colori e cercava di allontanarlo da sé per sgusciare via. L'altro era più deciso che mai a non smuoversi e soprattutto per riuscirci doveva toccarlo e la cosa era come spararsi sulle palle da solo… toccare il suo torace, per di più nudo e bagnato, era davvero un suicidio. Altro che spostarlo!
Rinunciò all’idea e allargò le braccia di lato facendo effetto ventosa contro le piastrelle, risultando estremamente terrificato.
- Scusa, non volevo, è che ho reagito di riflesso… - Poteva continuare a spiegargli che se gli si toccava il sedere poi finiva che scattava sempre e sistematicamente, ma rimembrare a voce il particolare della sua volenterosa palpatina sarebbe stato da folli, così non aggiunse nulla.
Si limitava ad inchiodare gli occhi sui suoi e a non abbassarli assolutamente. Se non lo guardava nudo forse aveva qualche vaga possibilità di salvarsi.
Sì, certo, se magari quello non si fosse premuto del tutto contro per fargliela pagare.
David non ci pensò due volte ed ignorando le pietose scuse ed il terrore sia nella posa che nello sguardo, si premette contro per quel che rimaneva a separarli. In un istante il bacino fu sul suo, così come le cosce ed il torace.
Iker sentì immediatamente il suo inguine semplicemente appoggiato al suo. Non si muoveva, non si strofinava -e pregava che non cominciasse altrimenti poteva venire subito-, ma se non fosse stato per l’acqua che scendeva su di loro, si sarebbe visto quanto stesse sudando in difficoltà.
Iker si mordeva anche il labbro e respirava affannato, voleva dirgli di andarsene ma aveva paura che gli sarebbe uscito un ‘ti prego scopami ora’, così si guardava bene dall’emettere mezzo suono.
David ormai aveva il viso ad un soffio dal suo, se solo avesse voluto avrebbe potuto baciarlo e ci sarebbe riuscito eccome.
Sogghignò pericoloso ed una luce estremamente seducente si accese nei suoi occhi verde nocciola, quel colore così strano proprio perché indefinito.
Eppure lì davanti a lui, premutogli contro in quel modo e sotto la doccia, gli parve quasi che diventassero più verde intenso.
- David… sei sposato… - Il fatto che fosse riuscito a ricordarglielo, visto che lui pareva esserselo dimenticato, fece fare una capriola alla coscienza di Iker. Forse, con un po’ di fortuna, ce la poteva fare.
L’inglese lo guardò stupito per un attimo, quindi senza capire cosa c’entrasse, chiese:
- E allora? -
Come non detto… a questo non interessa un fico secco della fedeltà!”
E non poteva che essere così viste tutte le avance che gli faceva di continuo!
Anche se essere corteggiato da David Beckham non poteva che essere il sogno di chiunque.
- Non possiamo! - Esclamò con ovvietà sperando che lo capisse. L’altro pareva proprio non lo considerasse un problema, infatti alzando le spalle cominciò ad accarezzargli il viso teso e preoccupato, si capiva che faticava a non lasciarsi andare perché cercava di aggrapparsi a cosa era giusto, gli piaceva da matti per questo. Seguendo i percorsi delle gocce sulla sua pelle, disse suadente:
- Non è un problema la mia fede al dito… - Una roba esagerata che sfoggiava all’anulare sinistro con estrema vanità.
- Per te! - Continuò Iker senza ragionarci su. Fortunatamente i neuroni funzionavano ancora, quindi replicò su una cosa che proprio non capiva: - E poi perché io?! Sai quanti ti sbavano dietro? -
Oh, se lo sapeva… ma forse era proprio perché lui era uno dei pochi che pareva cercare di contenersi dal saltargli addosso, o magari perché…
- Perché tu sei semplice e corretto. - …cosa che evidentemente lo attirava come non mai.
- Cosa c’è di bello in questo? - Eppure per David era così evidentemente.
Avvicinò il viso al suo, la bocca sulla sua guancia a bere l’acqua che scendeva dall’alto e a parlare roco e pieno di desiderio:
- Gli opposti si attraggono… io non sono né semplice né corretto… - E su questo non poteva che concordare, Iker, mentre invece di cercare di divincolarsi girava la testa di lato per lasciargli un miglior accesso al suo viso. David ghignò lieto e giunse al suo orecchio che delineò con la lingua.
Ancora non si muoveva col resto del corpo, ma continuava a bloccarlo completamente appoggiato ad esso. Muscolo su muscolo. Tortura bruciante.
- Mi viene voglia di mangiarti… lo vuoi da morire anche tu ma cerchi di trattenerti. Perché non lo fai e basta? Posso anche scoparti subito se vuoi… -
Lo spagnolo chiuse gli occhi, sembrava soffrisse, non sapeva più a cosa aggrapparsi e la sua mente era sempre più annebbiata in una condensa soffocante.
Invece di respirare ci mancava poco che gemesse e non osava ancora toccarlo, sempre le braccia allargate… ma le sue dita volevano correre su tutti i tatuaggi che aveva…
Perché no?
A lui non interessava la moglie, evidentemente, ed anzi lo voleva in quel modo ubriacante… ogni volta che la sua lingua lo leccava seguendo le gocce che correvano sulla pelle, sospirava più faticosamente. Per non parlare delle erezioni di entrambi che si eccitavano di secondo in secondo anche se continuavano a stare completamente immobili.
No, ma da qualche parte doveva tirarla fuori la risposta.
La conosceva.
Lui era sposato, questo significava che…
- A te non darà problemi tradire tua moglie, forse lo fai di consuetudine. Ma io sì che ho problemi a fare l’amante! Anche se è solo per sesso. Non mi sta bene. - Ma più preciso sul perché, non sarebbe riuscito ad essere. Non dopo che David, sentendolo parlare in quel modo, premette ulteriormente il bacino contro il suo, proprio come se penetrandolo stesse spingendo per possederlo.
Proprio in quel momento entrambi vennero incontrollatamente, lì, così com’erano, nudi l’uno sull’altro, uno a carezzarlo e bloccarlo, l’altro che nemmeno osava sfiorarlo con un dito.
Gli occhi di entrambi chiusi e la bocca sul suo collo, David dopo avergli lasciato un segno che sarebbe stato ben evidente, tornò all’orecchio e sussurrò roco ancora pieno di desiderio:
- E tu non mi devi dire queste cose che poi mi eccito troppo… - Cosa mai gli aveva detto, ora, doveva spiegarglielo, ma Iker era troppo sconvolto per esprimere questa domanda quindi rimase semplicemente shockato e ancora estremamente eccitato a fissare un punto davanti a sé. Senza vedere naturalmente niente.
Il cuore pulsava ed il corpo era ancora tutto un fremito bollente.
L’orgasmo appena avuto senza nemmeno troppo impegno da parte di David sarebbe stato solo l’inizio.
Quando l’attaccante lo lasciò decidendo che per quel giorno era sufficiente, il portiere scivolò giù, lungo le piastrelle, fino a ritrovarsi seduto per terra, sotto il getto ancora caldo dell’acqua che cercava di confortarlo e non fargli sentire troppo una mancanza che ormai era già dipendenza.
Sapere ciò che era giusto e riuscire a seguire quella strada, non era certamente un meccanismo automatico.