CAPITOLO VII:
PORTAMI
CON TE
Le
lingue erano unite nelle loro bocche in un'unione che era
l'anticamera di ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Erano
entrambi vestiti, David indossava il pigiama ed Iker la tuta.
L'inglese,
steso sotto, scivolò con le mani sui suoi fianchi e sulla vita, da
lì si inserì sotto la felpa e gliel'alzò per poter avere tutto il
contatto che desiderava. Leggeri carezze dolci sulla schiena fecero
rabbrividire subito Iker che sospirò sulla sua bocca.
Quei
tocchi erano il suo assoluto punto debole o forse lo erano perchè lo
faceva lui.
Smise
di baciarlo e David proseguì sul mento, glielo succhiò languido per
poi risalire l'orecchio, Iker era molle sopra di lui.
Decise
di prendere finalmente le cose nelle sue mani, esattamente com'era
abituato a fare e come aveva desiderato per mesi prima di arrivare a
quel punto. Lo spinse sempre tenendolo per la vita e lo sollevò, poi
con uno scatto abile ribaltò le posizioni e si mise sopra.
Iker
restò spiazzato da quel cambio improvviso, solo lì capì che David
ora faceva sul serio e per un istante la tensione tornò.
Un
solo istante.
Il
tempo per David di tornare ad occuparsi del suo volto con dei dolci
piccoli baci, sugli occhi, sugli zigomi, sulle guance, sulle
orecchie. E lì si fermò per sussurrare piano, soffiandogli dentro
fino a farlo impazzire un primo istante.
-
Non sai quante cose voglio farti... -
Iker
arrossì pensandone un paio e David rise contro il suo collo, lì
restò leccando la parte dove pulsava maggiormente e succhiò
mordicchiando con esperienza.
Il
giovane gli porse quella parte di sé dimenticandosi di avere anche
il resto del corpo e delle mani da usare.
Era
alla completa mercede di David, l'aveva sognato così tanto che ora
non riusciva ad immaginare come potesse essere.
Il
grande David Beckham come sarà veramente a letto?
E
se avesse fatto tanto il prezioso perchè non era un gran ché?
Iker
rise da solo all'ipotesi ed il compagno riemerse dal suo collo per
guardarlo perplesso.
-
Cosa c'è di tanto divertente? -
L'altro
si coprì il viso con una mano continuando a ridere ancora di più
all'idea di dirglielo.
Scosse
infatti il capo sicuro a non rivelarglielo ma David, curioso come una
scimmia di tutto ciò che lo riguardava, gli morse il polso che lo
separava dal suo viso.
-
Dimmi per cosa ridi! - Iker singhiozzò da tanto che si stava
divertendo ed il compagno scese sul petto, gli alzò la maglietta
leggera e gli morse il capezzolo tirando fino a fargli male.
Lo
spagnolo urlò.
-
Ahia! - Smise di urlare.
-
Mi dici cosa c'è o continuo a morderti? - Iker alzò un sopracciglio
sfidandolo ma quando lo vide dirigersi convinto al suo inguine lo
fermò tirandogli su la testa.
-
Ridevo perchè mi chiedevo se avessi fatto tanto il prezioso con me
solo perchè in realtà a letto sei una delusione! - Gli tornò da
ridere ma riuscì a trattenersi per miracolo, poi all'espressione di
David -quella di chi è stato proprio colpito alla sua virilità- non
riuscì proprio ad evitare e scoppiò.
-
Ma guarda come si diverte il mio bambino... chissà che magari non è
lui quello talmente inesperto da essere una delusione... - David si
innalzò a signore delle tenebre e con quell'andamento decise di
dargli una lezione.
“Vediamo
se ridi ancora...”
Con
questo piegò il ginocchio fra loro e lo premette con forza eccessiva
sul povero inguine eccitato di Iker. Questi smise immediatamente di
ridere prolungando la voce in lamenti.
-
Ahia David cosa ti salta in mente? - Cercò di spingerselo via ma
David era seriamente intenzionato a schiacciarlo e torturarlo.
Gli
mancava il fiato e per un istante temette di non poter avere orgasmi
per tutta la sera ma all'ennesima preghiera, lo sentì muoversi ed
alleggerire appena il peso.
Così
da dolore divenne piacere quando lo strofinò.
Sospirò
e chiuse gli occhi premendo la nuca sul cuscino, David sorrise
soddisfatto e sul collo mormorò sensuale:
-
Oh, ma questo ti piace... vediamo quanto deludente posso essere... -
Scese
sui capezzoli e glieli leccò succhiandoli e tormentandoli, li sentì
farsi presto rigidi almeno quanto la sua erezione si induriva sotto
il ginocchio.
Lo
tolse e scivolò ancora più in basso, Iker si alzò sui gomiti per
vedere ciò che faceva, David rimase esitante sull'elastico, lo
guardò con mille intenzioni e poi invece di abbassargli gli shorts
strofinò il viso.
-
Mmm... ma senti quanto sei eccitato... mi sembra che sia bello
grande... - Quelle allusioni alla grandezza del suo pene lo
imbarazzavano e lo eccitavano al contempo, Iker era bordeaux ma non
voleva che smettesse.
David
aprì così la bocca e gli bagnò la stoffa sottile mentre gli dava
un'idea di che cosa gli stava per fare.
Attraverso
i pantaloni sottili ed i boxer Iker riuscì a sentire anche troppo
bene, ma il desiderio che annullasse tutto e lo leccasse per davvero
fu talmente grande che tirando il lenzuolo sotto di sé si trovò di
nuovo a pregarlo.
-
David dai, fallo seriamente... - David smise per fissarlo da quella
posizione sottostante, scettico e malizioso.
-
Fare seriamente cosa? - Iker tornò sul cuscino e si nascose il viso
con gli avambracci, si vergognava.
-
Succhialo come si deve... - David vi lesse una sfida perchè leggeva
sfide ovunque, in realtà non voleva chissà cosa, solo che gli
facesse un lavoretto decente senza stoffe di mezzo.
Comunque
ebbe il lieto fine visto che raggiunse l'obiettivo.
David
gli prese di nuovo gli elastici e li abbassò schiacciando di
proposito nel farlo, strisciò la pelle e quando arrivò alle cosce,
il suo membro si alzò di scatto finalmente libero dalla costrizione
dei vestiti.
Iker
trattenne il fiato.
Glieli
tolse del tutto e risalì dalla punta dei piedi fin sopra
carezzandolo con la punta della lingua.
Lo
sentì arrivare al ginocchio, alle cosce, aprirgliele con pienezza e
girare sull'interno.
Iker
si morse il labbro. David lo leccò dal basso mentre con la mano gli
alzava l'erezione.
Succhiò
i testicoli e strinse con le labbra nel farlo, il rumore del
risucchio fece mugolare Iker, quando però risalì sull'asta e
raggiunse la punta, il ragazzo steso sotto si inarcò con la schiena
lasciando andare il viso all'indietro.
Lo
avvolse, finalmente, e cominciò a pompare deciso ma sensuale al
tempo stesso. Andava lento e veloce, si alternava a forza e dolcezza.
Sapeva essere tutto, un concentrato di qualunque istinto primordiale.
-
David... - Lo chiamò quando si sentì vicino all'orgasmo.
David
capì che era vicino e non voleva venisse di già, così smise e
strisciò sul suo petto, sempre con la lingua che lo faceva
rabbrividire. Tornò alla bocca aperta, alla sua lingua che gli venne
incontro, gliela succhiò e si baciarono intensamente aderendo quasi
con bisogno in ogni parte di loro.
David
cominciò a strofinarsi ma aveva ancora i vestiti addosso ed Iker
riemerse dall'oltretomba per quello.
-
Dannazione, spogliati! - Imprecò aggressivo. Non ce la faceva più.
L'altro
ridacchiò.
-
Pensi di fare qualcosa anche tu? - il piccolo si rese conto che aveva
ragione, stava facendo tutto lui.
Fu
così che lo alzò da sé e si tirò su a sedere. Non aveva molta
pazienza in effetti. Gli tolse subito la maglietta e con un bisogno
frenetico lo prese per la vita e l'alzò in ginocchio per potergli
togliere i pantaloncini ed i boxer.
David
collaborò a dovere e quando l'ebbe nudo davanti a sé, lui ed i suoi
tatuaggi e quel suo corpo da favola che lo faceva sognare la notte,
gli afferrò le natiche, strinse forte e l'attirò a sé fra le
proprie gambe aperte. L'aspettava già con la bocca aperta. Se lo
prese con foga incapace di essere più dolce e paziente. Lo
desiderava come non mai e la passione che ci mise stordirono David al
punto che si trovò quasi strappato da sé stesso.
A
quel punto di solito lui fingeva in qualche modo, usava qualche
fantasia erotica per farselo venire duro e fare felice il partner...
ma non dovette ricorrere ad alcun trucco.
Si
stava eccitando davvero. Il suo membro premuto fra il palato e la
lingua del suo ragazzo non mentiva e non mentiva il proprio calore
che si espandeva ovunque.
Voleva
farlo seriamente.
Da
lì in poi cambiò radicalmente l'andamento dell'atto.
Non
era più né un gioco né una sfida, ora lo voleva davvero come non
aveva ancora voluto nessuno e col desiderio di prendersi cura del
proprio piccolo compagno, se lo staccò di dosso e lo stese di nuovo
sotto di sé, lo ricoprì languido e l'accarezzò col proprio corpo,
dolcemente si mosse su di lui ed Iker percepì subito qualcosa di
diverso.
Lo
strinse a sé con le mani spaventato all'idea che potesse smettere,
si teneva su sulle braccia per poter muoversi a piacimento.
Lo
guardava. Erano vicini coi visi e lo guardava.
Lo
guardava in un modo che Iker non avrebbe mai potuto dimenticare.
Era
serio, intenso, rapito. Si stava perdendo in lui e nei suoi occhi
castani, erano caldi e vivi.
Iker
si sconvolse quanto David, un semplicemente scambio visivo, niente di
più.
Ed
era come se lo stessero già facendo.
Lo
baciò e fu dolce, fu delicato, fu tenero. Iker si emozionò.
Era
cambiato qualcosa. Prima era passione ed erotismo ed anche giochi.
Ora era amore, era qualcosa di serio, di vero, di dolce.
-
Voglio prenderti davvero... posso portarti via con me per sempre? -
Glielo disse sull'orecchio, piano, come se così bastasse affinchè
restasse un segreto.
Iker
strinse gli occhi e l'abbracciò forte.
-
E' tutto ciò che desidero... portami con te... - Allora David con un
notevole sforzo perchè fra le sue braccia stava paurosamente bene,
scivolò giù e gli alzò le gambe, si occupò della sua apertura
come un esperto, usò la saliva e le dita e quando Iker godette
ampiamente di esse ed era pronto ad accoglierlo, tornò alla sua
bocca.
-
Ti farà male, piccolo... è la prima volta... - Lo era ma ad Iker
ora non importava.
Lo
voleva.
Doveva.
-
Vieni... - David si accostò a lui, trovò l'ingresso ed aiutandosi
con la mano entrò.
Si
alzò un attimo dritto con la schiena, si prese Iker da sotto e se
l'alzò in modo che l'avvolgesse con le gambe. Colmò lo spazio che
rimaneva con un'altra spinta decisa. Farlo piano non serviva a molto,
così poteva abituarsi prima ed aveva maggiore libertà di movimento.
Iker
si perse.
Perse
il contatto per il dolore, un momento.
Furono
le carezze di David e la sua voce che lo chiamava a farlo tornare.
-
Guardami... - Lo fece e fu davvero meglio.
Era
la visione che lo teneva sveglio la notte, non c'era niente al
momento che gli piacesse di più e questo rilasciò in lui quelli che
scherzosamente David chiamava gli ormoni del piacere.
Se
erano in eccesso rendevano il dolore sopportabile e così fu.
Sapeva
di piacere ad Iker, sapeva che stava ore a guadarlo di nascosto.
Sapeva quanto era perso.
Si
chiedeva sempre se usarlo per stare bene a Madrid fosse una cosa
giusta, erano cose che non gli erano mai importate eppure ora si
chiedeva se fosse giusto.
Si
rispose quando si emozionò nel muoversi in lui.
Era
così stretto che il piacere dilagò, un piacere doppio, bollente.
Erano braci ad unirli, fonderli. Non si sarebbe mai staccato.
Voleva
restare in lui per sempre.
Iker
strinse le gambe intorno alla sua vita per quanto forte era ciò che
provava, dolore ma anche qualcos'altro, qualcosa di animalesco, quei
brividi che confondevano tutto, partivano dal basso e risalivano la
spina dorsale e arrivavano al cervello spegnendolo.
Non
capirono entrambi più niente ed Iker si alzò col busto, David lo
prese e lo strinse a sé, poi ricaddero insieme sul letto, allungò
le gambe e si premette sopra. Lo abbracciava, si stringevano e le
spinte furono sempre più vive e sentite, sempre più profonde,
sempre più accese.
David
gemeva incontrollato, non gli era mai capitato di coinvolgersi tanto.
Era tutto vero quello che stava succedendo. Si stava dando per la
prima volta.
Iker,
confuso fra tutte le mille sensazioni che provava, non capiva cosa
stava facendo, solo affondava le unghie sulla sua schiena per tenerlo
più a sé, di più.
E
lo chiamò, non si rese conto di dirlo ma lo disse.
-
Ti amo... - Non si registrò nemmeno ma David venne in quel momento.
Venne
e lo inondò di quel calore liquido che fece tornare Iker. Capì che
era il suo orgasmo e capì che doveva essersi preso molto e con le
lacrime agli occhi per averlo visto e per essere venuto via con lui,
lo strinse e li richiuse.
Nascose
il viso contro il suo collo e David con una mano sulla sua nuca e
l'altra a reggersi, rimase così fermo in lui, sconvolto e shockato
allo stesso modo.
Catturò
quel momento, se lo tenne stretto e fu semplicemente perfetto per
lui.
Era
quello fare l'amore.
Ci
mise più tempo del solito a riprendersi e si sforzò di non
abbandonarsi giù, Iker era ancora insoddisfatto.
Si
occupò con la mano di lui e non ci volle molto perchè bastò
baciargli l'orecchio e sussurrargli languido:
-
Sei uno spettacolo, piccolo... - ed Iker riuscì ad arrivare a sua
volta all'apice.
David
lo ripulì con un fazzoletto e si stese accanto tirandoselo su, se lo
mise addosso e se l'accarezzò come se fosse sua proprietà privata,
il suo tesoro. Suo e solo suo.
Iker
voleva dire qualcosa ma non era certo che fosse il caso, cosa si
diceva? David era silenzioso e decise di lasciarlo perso in quel suo
mondo misterioso.
Era
colui che desiderava più in assoluto ed ora era lì con lui, ce
l'aveva.
Si
addormentò cullato senza più molte domande, felice e soddisfatto
con la speranza che fosse sempre così.
David,
turbato, non nascose come si sentiva. Non lo nascose a sé stesso.
Qualcosa
era cambiato quella notte. Anzi. Era reso evidente con quell'atto.
C'era
sempre stato ma ora lo vedeva.
Si
stava innamorando.