CAPITOLO
I:
CAPITOLO
CHIUSO
Quando
giunse da lui, la musica assordante più rumorosa che avesse mai
sentito gli mandò in malora persino i suoi stessi pensieri.
E
lui era ancora fuori di casa!
Suonò
il campanello come un forsennato, non era certo da lui farlo in quel
modo ma non poteva aspettare che Dio lo illuminasse con una folgore
celeste per dirgli che un povero disgraziato aspettava alla porta.
Quel
casino che forse qualcuno aveva il coraggio di chiamare musica non
gli permetteva nemmeno di ragionare.
Finalmente
dopo un po’ l’amico gli aprì e quando il suo sguardo penetrante
di natura registrò la sua presenza e probabilmente la sua
espressione che doveva essere fortemente allucinata, si stupì non
poco. Come se fosse facile riuscirci con quel tipo!
-
Iker! - Disse per assicurarsi che fosse davvero lui, non essendone
effettivamente sicuro…
-
Sì io… - Rispose l’altro gridando per sovrastare il chiasso che
proveniva dall’interno. Poi si tappò le orecchie e si avvicinò
all’amico ancora imbambolato a fissarlo, con una smorfia aggiunse:
- Sergio, ti prego, chiudi quella robaccia non sento nemmeno me
stesso! - Sergio allora rise e ritirandosi sparì per abbassare il
volume eccessivo dello stereo.
Iker
intanto entrò e chiuse la porta dietro di sé tirando un respiro di
sollievo mentre si riconnetteva con sé stesso.
-
Diventerai sordo prima o poi! - Asserì vedendolo riapparire e
notando che, come suo solito, era allergico alle maglie visto che era
a torso nudo coi jeans più stretti della Terra. E strappati,
ovviamente, per far stile. Come i tanti tatuaggi che possedeva, ora
in bella mostra di loro stessi, ed il corpo che non invidiava niente
a quello di Cristiano.
-
I Linkin Park vanno ascoltati a tutto volume o non li ascolti
proprio! - Rispose sempre ghignando, tornandogli davanti con le mani
piantate ai fianchi. Anche quella posa la teneva con stile, doveva
ammetterlo, solo che non gli era ben chiaro come ci riuscisse. Era un
suo dono di natura.
Aveva
stile, punto e basta.
-
Chi? - Chiese non conoscendo il gruppo.
Sergio
fece una smorfia scandalizzato:
-
Cazzo Iker, dove vivi? I Linkin Park! Chi non sa chi sono? Questa è
Given up, ma sta finendo… ti salvi, la successiva è tranquilla,
stranamente… Leave out all the rest. - Come se ad Iker potesse
importare qualcosa dei titoli di quelle canzoni.
Nemmeno
le ascoltava ma dal suono più umano che sentiva dalle casse
gigantesche sparse per casa doveva ammettere che era un pochino più
ascoltabile. Anche se il ritornello era ugualmente strillato.
-
Io ascolto i Beatles! - Fece allora Iker per fargli capire quanto
distanti fossero. Sergio mantenne il suo delizioso ghigno ironico
sulle belle labbra carnose e gli batté la spalla scuotendo il capo:
-
So che diavolo ascolti… un giorno ti farò un po’ di cultura! -
Asserì con gran faccia tosta.
-
Senti tesoro, al caso sono io che coi Beatles ti faccio cultura
musicale… non certo tu coi tuoi Linkecavolo… -
La
sparata piacque particolarmente a Sergio che gli cinse amichevolmente
il collo stringendo fino quasi a strozzarlo.
Risero
un po’ poi quando si separarono il proprietario di casa allargò le
braccia chiedendo in un cambio repentino di tono:
-
Ora che sei più tranquillo e sereno mi dici che cazzo hai a
quest’ora? -
Chiese
schietto come suo solito.
Il
cuore di Iker fece una decina di capriole con tanto di avvitamento e
mentre impallidiva di nuovo ricordandosi cosa gli aveva preso, si
sforzò di non morire concentrandosi quindi su qualcos’altro.
-
Quest’ora… sarà pure presto, ma caro mio tu non sei nemmeno
andato a dormire e già fai tutto questo casino con lo stereo!
Ringrazia che non hai vicini! - Lo rimproverò come era nel suo modo
di fare, visto che era famoso per essere la coscienza di tutta la
squadra!
Sergio
lo mandò a quel paese con un gesto menefreghista della mano, quindi
si voltò ed entrò buttandosi letteralmente sul divano più lungo
che si fosse mai visto. Era uno di quei divani scomponibili e
girabili a piacimento, dove ogni pezzo aveva un colore diverso.
I
suoi erano verde acido e giallo canarino, come il resto
dell’arredamento agghiacciante… agghiacciante per
quell’esplosione di colore terribile.
Sergio
aveva di certo stile, ma per quanto riguardava il buon gusto di casa
sua era tutto un altro discorso. Fortunatamente la moda non ne
risentiva, vestiva più che bene.
Strappi
strategici a parte…
-
Non sono andato a dormire e visto che mi stavo abioccando e che fra
un’ora iniziano gli allenamenti ho deciso di svegliarmi coi Linkin
Park. -
Iker
lo raggiunse sedendosi composto a distanza debita, quasi diffidente
per chissà quale motivo.
-
Non ti chiedo perché non sei andato a dormire… - Certamente lo
conosceva troppo bene per non poterlo immaginare da solo. Dal
sorrisetto malizioso tutto brillante dell’altro capì che era
meglio non saperlo. La sua vita privata era davvero unica nel suo
genere… a volte gareggiava pericolosamente con quella di Cristiano
ma era diversa in un certo senso… Sergio era una persona più
gioiosa e meno piena di sé… difficile definirlo più
dettagliatamente, comunque. Mentre Cristiano non aveva limiti perché
nutriva il suo ego in quel modo, dimostrando che lui poteva fare
qualunque cosa, Sergio faceva cose discutibili per il semplice gusto
di farle, non per dimostrare qualcosa a qualcuno. Infatti la sua
versione dei fatti era sempre molto personale!
-
Porca merda, cosa c’è, insomma? - Tagliò corto con poca pazienza.
Aveva spesso dei curiosi sbalzi d’umore, forse perché non era nato
con pazienza bensì in un‘auto in corsa!
Iker
tornò a pensarci e quindi di nuovo ad impallidire, poi si chiese
cosa dovesse dire di preciso visto che non ne era ben sicuro nemmeno
lui. Aveva bisogno di parlarne ed era venuto dal suo migliore amico,
ma da lì a sapere cosa dovesse dirgli ce ne passava!
Lo
aiutò l’altro che perspicace come pochi notò subito i graffi sul
collo effettivamente evidenti:
-
Con chi hai scopato? - Linguaggio fine come sempre…
Iker
tornò a contorcersi internamente ma esteriormente rimase
impassibile. A parte il viso spaventato a morte. Sergio non poté
evitare di ridere indecentemente capendo al volo di cosa si
trattasse:
-
Hai tradito Sara con un uomo! Finalmente ti sei deciso! Ma se proprio
dovevi perché cazzo non sei venuto da me? Sono anni che ti aspetto e
tu mi ignori così! Guarda che mi offendo! - Iker fece di nuovo scena
muta e questa volta invece di bianco il suo viso era diventato rosso
vivo.
Inghiottì
a vuoto ma gli parve di avere dei macigni.
Sergio
così gattonò sul divano fino a raggiungerlo e avvicinando il viso
al suo per fissarlo meglio, notò ogni piccola inclinazione
dell’espressione che parlava al posto della sua voce sparita chissà
dove.
-
Non dirmelo, voglio indovinare… è stato Cris! - Iker saltò di
lato per allontanarsi istintivamente da lui, spaventato dalle sue
capacità divinatorie, così Sergio lo piantonò avanzando ancora.
Sembrava un gatto sinuoso in via di seduzione.
Iker
però era troppo sconvolto per notarlo, tanto più che scherzava
sempre sul fatto che doveva provare a fare sesso con un ragazzo
perché meritava!
Discorsi
strani a cui non aveva mai dato peso. Fino a quel momento.
-
Perché lui? - Chiese riuscendo per miracolo a non balbettare. Era
comunque in evidente difficoltà e Sergio non riusciva a non
sghignazzare crudelmente, la situazione lo divertiva tantissimo.
-
Perché riuscirebbe a sedurre un monaco di clausura! - Risposta
accettabile e veritiera. Iker piegò la testa ma guardò l’amico
chiedendosi se fosse il caso di ammetterlo e di aggiungere il nome
che l’aveva sconvolto più di tutti. Poi parlò nella speranza di
non sparare cazzate.
-
Con lui l’ho fatto perché ero ubriaco. - Si rese conto di essersi
scavato la fossa nel momento in cui ormai vi era già dentro. Sergio
a quello gli saltò sopra mettendosi a cavalcioni e prendendogli il
viso fra le mani lo costrinse a guardarlo in quella posizione
equivoca, quindi insistente come un mastino cominciò la litania
strillata:
-
CHI E’ L’ALTRO CHI E’ L’ALTRO CHI E’ L’ALTRO! DIMMI DIMMI
DIMMI! - In quei momenti sembrava un bambino…
Iker
alzò gli occhi al cielo esasperato e sospirò.
“Al
diavolo… ormai è fatta!”
Per
zittirlo lo dovette gridare per sovrastare sia quel cantante matto
dalle casse che il suo amico altrettanto matto sopra di sé:
-
RICARDO! - Poi sgranò gli occhi almeno tanto quanto Sergio e con
l’ennesimo shock -uno per averlo sentito e l’altro per averlo
detto- si fermarono come se avessero staccato la spina.
Solo
Chester, il cantante dei Linkin Park, ora era preda di urla atroci
per No more sorrow, ma i due non lo ascoltavano più.
Fino
a che Sergio non esclamò in un misto fra lo sconvolto ed il
contento:
-
LO SAPEVO CHE PRIMA O POI FINIVI CON LUI! ORA MANCO SOLO IO! - Sì,
perché nella sua mente contorta Iker sarebbe dovuto andare a letto
con tre suoi compagni di squadra: Cristiano, Ricardo e lui. I motivi
erano facili:
Il
primo seduceva, appunto, anche un monaco, il secondo era la creatura
su cui tutti avrebbero voluto mettere le zampacce ed il terzo, ovvero
Sergio, era quello che lo corteggiava da sempre. Certo, per gioco, ma
se l’altro ci sarebbe stato lui non avrebbe fatto il prezioso!
Iker
rimase senza parole ed esterrefatto tanto che non buttò giù l’amico
appollaiato ancora sulle sue gambe. Lo guardò cercando di capire che
gli passasse per la testa ma dall’espressione eccitata -nel senso
più felice che mai- non riuscì proprio a capirlo, così ci rinunciò
e si rassegnò a chiederglielo -con una certa paura-
-
A cosa pensi, a parte le puttanate? - Specificò con abilità. Sergio
ovviamente considerava tutto ciò che gli passava per la testa degno
di nota e non certo una puttanata, per cui glielo disse volentieri:
-
Quando lo facciamo? Se vuoi adesso abbiamo un po’ di tempo! - E ne
era seriamente convinto!
A
questo Iker si decise e lo buttò giù alzandosi e scrollandoselo di
dosso come se fosse polvere.
Certamente
la forza del portiere non era indifferente…
Sergio
rimase a terra a gambe per aria ed invece di alzarsi e lamentarsi
rimase lì a ridere cominciando a fare la bicicletta con le gambe.
-
Sii serio per favore! - Poi si corresse: - Non dirmelo, lo eri, vero?
-
-
Mi conosci… -
-
Appunto. - Iker così decise di condurre lui il dialogo cominciando a
camminare su e giù per l’ampio salotto, carico di nervoso. - Va
bene, parliamone. - Fece poi di punto in bianco con una certa
decisione nella voce. Sergio spalancò le gambe e smise di fare
ginnastica, quindi lo guardò stupito e sparò:
-
Sono pronto! - Lo era davvero ma Iker non gli diede corda e con un
gesto sminutore della mano riprese il suo filo drammatico per
spiegargli bene cosa era successo:
-
Sai quando abbiamo litigato io e Cris? Ecco, il secondo round
l’abbiamo fatto in palestra e ci siamo presi a pugni, Riky ci ha
fermati, ce ne siamo dette un paio ma poi gli ho fatto capire che
aveva torto. - Per essere gentili e non dire paroline poco dolci sul
suo compagno. - La sera Riky voleva facessimo pace e così Cris mi ha
chiesto di andare da lui, dopo cena. Così ho fatto. Abbiamo bevuto
perché lui non era capace di scusarsi e ci siamo ubriacati. E
insomma, è successo… figurati se con lui non poteva essere! -
Sergio sghignazzò concordando con quest’ultima uscita. - Però lui
sta con Riky anche se hanno un rapporto difficile perché è sposato
e per non farlo sentire in colpa anche Cris si è fidanzato. Stanno
insieme senza contratti, insomma. Per questo Cris era convinto di non
dovergli dire niente, visto che eravamo ubriachi. Io invece sostenevo
di sì e l’ho convinto, anche perché mi sentivo sporco comunque,
lui è mio amico. - L’altro a terra che aveva ripreso a pedalare
per aria commentò dicendo che era il solito esagerato. Iker lo
fulminò e riprese. - Risultato: quella sera me lo vedo piombare a
casa mia. Riky. Sconvolto. Si era lasciato con quell’idiota in modo
brutale. Ti risparmio i dettagli, ma tu sai com’è quel ragazzo…
alla fine… sì insomma… - Arrossì ricordando e non sapendo come
dirlo, così concluse trionfante e contento Sergio:
-
Te lo sei scopato! - Iker annuì pieno di vergogna. - Quello voleva
vendicarsi dell’altro idiota, tu mi sa di no. - Fece poi conoscendo
troppo bene il compagno. Iker annuì di nuovo e si sedette sfinito
nel divano. Poco dopo Sergio lo raggiunse e rimase a terra ma si
appoggiò alle sue gambe, quindi guardandolo penetrante dal basso e
stranamente serio, concluse per lui: - Ti sei accorto che ti piace. -
Non dovette certo chiederglielo.
-
Però stamattina è arrivato Cris tutto agitato, ha visto che avevamo
fatto sesso ed è uscito di testa, anche Riky questa volta ha gridato
e si sono sbraitati che si amano. E sostanzialmente sono tornati
insieme. Ma Cris ha anche detto che ha capito che ormai a me Riky
piace e che mi ha fregato andare con lui. Altrimenti non me ne sarei
mai accorto. -
-
Ha ragione. - Disse a bruciapelo Sergio appoggiando il mento al suo
ginocchio.
Iker
lo guardò interrogativo:
-
Puoi approfondire o devo intuire il resto? - Chiese infatti acido
visto quanto era nervoso.
Sergio
ridacchiò ma poi tornò serio e pensieroso:
-
Non te ne saresti mai accorto se non ci fossi andato a letto. Ora che
l’hai scoperto è finita. Sarà dura anche perché quello ha un
casino già ora, se ti ci metti anche tu poi si suicida e andate
tutti in lutto! - La spiegò in modo colorito e fantasioso, come era
nel suo stile, ma si capiva perfettamente che era vero.
Il
portiere sospirò appoggiando la schiena, portò la testa
all’indietro e si passò le mani sul viso stralunato, quindi
sospirò e lasciò cadere le braccia di lato mantenendo gli occhi
chiusi. Aveva bisogno di pensare e capire cosa potesse fare ma lì
era ancora troppo a caldo, la cosa era appena successa, non poteva
prendere nessuna decisione. Tanto più che non c’era davvero molto
da fare.
-
Non azzardarti a lasciare Sara! - Sbottò improvviso Sergio
distogliendolo dalle sue elucubrazioni. Iker alzò la testa e lo
guardò ancora in quella posizione, ai suoi piedi, quindi con stupore
chiese:
-
Come fai a sapere che pensavo a quello? - Poi si rese conto di quanto
idiota fosse la domanda e passò direttamente al resto: - Sai che è
la cosa migliore, non posso ingannarla così. Voglio dire, un
tradimento sotto alcool è una cosa, ma questo… insomma, se provo
davvero qualcosa per Riky… - Ma di nuovo l’amico non lo lasciò
finire e prendendolo per la maglietta avvicinò il busto a sé
abbassandoselo contro, poi grugnì minaccioso a pochi centimetri di
distanza dal suo viso:
-
Devi capire che la vita con una donna è diversa dalle relazioni fra
compagni di squadra! Lo sta capendo Riky, porca puttana, lo puoi
capire anche tu! Sara è la cosa seria e duratura, ci sarà quando tu
invecchierai e quello che c’è nel presente finirà. E con lei puoi
fare figli e famiglia, qualcosa che ogni uomo vuole. Le scopate che
ti fai all’interno del club, così come le varie relazioni che hai,
sono cose del momento che nascono e durano finché giochi e che poi
finiranno, perché queste cose finiscono. Capisci? Devi viverti il
momento pensando che prima o poi tornerai fra i comuni mortali ed
allora avrai bisogno di Sara. Separa le due cose! - Vedendo
l’espressione scettica di Iker che non lo stava per niente
prendendo sul serio nonostante lui lo fosse mortalmente, rincarò la
dose alzandosi in ginocchio per dare più forza al suo pensiero: -
Ascolta, non sono cose da persone normali, lo capisco, ma noi non
siamo persone normali. Fra compagni si instaurano delle relazioni che
non puoi evitare di vivere e nemmeno controllare. Però non puoi
basarti solo su quello perché sono appunto cose di ora. Accetta che
non potrai mai vivere, per il momento, come una persona normale
perché non lo sei. Vedrai che andrà meglio! Anche Riky lo sta
capendo! -
Erano
discorsi del terzo tipo, per Iker, ma dovette ammettere che in molti
del suo ambiente la pensavano così e lo sapeva, solo che non aveva
mai condiviso. Ora avrebbe dovuto magicamente abbracciare quella
filosofia assurda solo per comodità?
-
E non posso fare prima una cosa e poi l’altra? Perché devo per
forza coltivare entrambe insieme? - Era questo che lo faceva sentire
meschino e che non riusciva a fare. Vivere il famoso momento e
mantenere ciò che in futuro gli sarebbe servito, per metterla in
maniera sporca.
Sergio
sospirò stufo di cercare di fargli capire quello che considerava il
discorso infinito!
Lo
lasciò andare e si alzò passandosi le mani fra i capelli lunghi che
arrivavano alle spalle, se li legò in una coda stretta da cui
comunque sfuggirono un paio di ciocche castano chiaro, nel frattempo
ci riprovò:
-
Poi è tardi per trovare la donna con cui passare la tua vecchiaia.
Devi tenertela stretta ora che ce l’hai ma senza privarti di ciò
che provi in modo passeggero. Prendi tutto quello che arriva pensando
anche al domani. - Ragionamento più che sensato per lui che riteneva
chiusa la questione.
Iker
non ne era ancora convinto ma gli avrebbe dato il beneficio del
dubbio. Lasciare Sara a quel punto era comunque assurdo… a meno che
non l’avrebbe mollato lei dopo aver saputo del tradimento sotto
l’effetto dell’alcool. Niente nomi, naturalmente… non gli aveva
detto che era stato con Cristiano, solo con un‘altra persona che
non conosceva.
-
E sostanzialmente con Riky che dovrei fare? -
-
Non hai molto da fare, caro… quello è consacrato a Cris e si sta
pure tenendo la moglie. Non c’è proprio spazio. Cercati un altro a
cui attaccarti, un trombamico… - Con quello gli schiacciò
l’occhiolino sebbene si rendesse conto che gli stava dicendo quello
specialmente perché non voleva ci provasse seriamente con Ricardo.
Sapeva che non era molto corretto visto che Iker ascoltava i suoi
consigli come se fosse un consulente matrimoniale, ma potendo
approfittarne lui non si faceva mai sfuggire le occasioni.
-
Non è quello che cerco. E’ successo e non so perché, non
succederà più. È vero, lui ne ha già tante a cui pensare, la sua
vita privata è fin troppo affollata. Basta così. Capitolo chiuso.
Dopotutto non è ancora iniziata davvero, faccio in tempo a
togliermelo dalla testa. - Ne era davvero convinto ed ora che lo
diceva pareva più sereno di quando era entrato, Sergio se ne sollevò
contento in cuor suo di non dover usare altri trucchetti psicologici
per condurre il compagno laddove voleva. Ci era andato quasi da solo!
A
quello batté improvviso le mani e sorridendo malizioso disse:
-
Allora, ti va di farlo ora? - Come di consueto ci provava
sfacciatamente lasciando tutto sullo scherzo ma fino ad un certo
punto. Se Iker ci stava lui sarebbe corso. Solo che l‘altro,
consapevole di questo lo lasciava straparlare senza la minima
intenzione di dargli seriamente corda.
Scosse
infatti il capo e si alzò stiracchiandosi dopo una nottata non
proprio comoda a fare da divano a Ricardo.
-
Preferisco la colazione! Cos’hai in casa? - Chiese cambiando
disinvolto argomento come se fosse tutto finito, morto e sepolto.
Certamente non sarebbe stato così facile, ma con un amico così
poteva di certo sembrarlo…
-
Me? - Fece infatti senza smentirsi, allargando le braccia con fare
invitante. L’amico lo ignorò bellamente e passò oltre diretto
alla cucina nella speranza che il festaiolo avesse qualcosa da
ingurgitare che non fosse fritto, grasso e pesante.
Speranza
vana. Il suo stile di vita non era fra i più sani… e c’era da
stupirsene visto che era un ottimo atleta!
Sergio
lo raggiunse in fretta dandogli un pizzicotto al fianco che lo fece
saltare visto quanto soffriva il solletico, dopo di ché cominciò a
tirare fuori i suoi viveri da colazione, ovvero i resti della cena
della sera precedente ovviamente ordinata per asporto ed
assolutamente insana ed atroce.
Iker
lo guardò schifato per cui senza toccare niente di quello che stava
vittoriosamente esponendo, l’agganciò con un braccio e se lo
trascinò fuori da quella camera letale.
-
Ho capito, andiamo al bar. -
Ad
accompagnarlo le risate allegre di Sergio che finirono di
risollevarlo in modo definitivo.
Doveva
ammetterlo, il portiere.
Era
davvero un amico prezioso.