CAPITOLO II
NON
BEVO PIU’
Sergio
posò il cocktail sul tavolino davanti all’amico che l’aveva
aspettato, quindi si accomodò accanto col un’aria trionfante.
Iker
lo guardò diffidente.
-
Non voglio alcool dopo l’altra sera… - Disse cercando di farsi
sentire fra la musica da discoteca assordante.
Sergio
fece il gesto di non aver sentito e Iker ripeté più forte,
all’ennesimo tentativo capì che fingeva perché voleva bevesse,
quindi lo mandò a quel paese ed allontanò il bicchiere dalla forma
strana ed il contenuto non identificato. Naturalmente l’amico
glielo tornò a piazzare davanti rispondendo deciso:
-
Hai bisogno di bere! Durante gli allenamenti guardavi Cris in un
modo… - Iker lo fissò cadendo dalle nuvole:
-
Come? -
-
Sembrava che volessi trafiggerlo! - Al ricordo dell’allenamento di
quella giornata Iker tornò con quel pugno allo stomaco che gli aveva
tolto la fame e capì quanto il suo compagno avesse ragione, infatti
prese volentieri il cocktail e cominciò a berlo fra smorfie poiché
non era la fine del mondo in quanto a bontà.
Sergio
lo guardò trionfante e cominciò a bere a sua volta.
Ora
andava meglio. Dopo averlo trascinato nel locale per distrarlo,
riusciva a farlo bere. La terza fase della cura era farlo scopare con
qualcuno, non importava chi, bastava che lo facesse. Con Sara si era
preso una pausa di riflessione indotta dall’ira funesta della
fanciulla, comprensibile dopo tutto, ma era fiducioso sul fatto che
avrebbero risolto tutto. In quel lasso di tempo doveva riuscire a
fare tutto: fargli togliere dalla testa Ricardo e riuscire ad
infilarsi nelle sue gambe… era un’esperienza su cui si era
fissato e che nonostante il suo grande talento non era ancora
riuscito a fare.
Si
era aperto al mondo della bisessualità, l’aveva già fatto con due
ragazzi… non c’era ragione per non farlo anche con lui, no?
Ragionamento
impeccabile!
Dopo
averlo lasciato bere un po’, Sergio attaccò con sua grande
abilità:
-
Allora, com’è stato? - Iker tossicchiò e con un certo imbarazzo
sperò che non gli chiedesse davvero i particolari delle due notti
appena passate, ma l’altro era più convinto che mai quindi
avvicinandosi per farsi sentire meglio, chiese di nuovo: - Dai,
parlarne ti farà bene! Chi hai preferito fra i due? Di sicuro sono
completamente diversi… chi scopa meglio? - Iker preferì bere
ancora un po’ per farsi coraggio, poi si rassegnò, non sapeva non
rispondere alle domande che gli faceva, era più forte di lui.
Appoggiò
il mento al palmo e sospirò cercando di fare mente locale, riportò
alla memoria le due notti precedenti e ci pensò con cura.
-
Bè, sono completamente diversi… in tutta onestà con Cris c’è
stata più passione. Sa accenderti in un modo… ma soprattutto ti fa
delle cose che… e te le fa anche fare… cose che non penseresti
mai di essere capace! - Divenne color pomodoro maturo e bevve ancora
per raffreddarsi al ricordo non proprio casto e puro del sesso con
Cristiano, Sergio rise di gusto commentando:
-
Voglio provarlo anche io, cazzo! - Iker pensò che era strano non
l’avessero già fatto visto i tipi che erano. Poi riprese
concentrandosi su Ricardo e si sciolse come uno zuccherino al sole:
-
Ricardo ti entra dentro, invece. Cioè non letteralmente ma come
persona. Quando ti accosti a lui solo un po’ di più non puoi che
inglobartelo. Ti viene una gran voglia incontrollata e gli faresti di
tutto e di più. Con lui è stato estremamente dolce e sentimentale,
nonostante lui non provasse niente per me. Con Cris invece è stata
la follia più acuta, sebbene io fossi ubriaco mi ricordo abbastanza.
- Si fece aria sentendo eccessivamente caldo e Sergio gli batté la
spalla presentandogli il secondo bicchiere che con sorpresa cominciò
a bere subito. Ormai era preda di ben altro fattore…
-
Ma chi hai preferito se dovessi scegliere? Lasciando da parte i
sentimenti… - Era più che altro curioso, visto che con loro non
l’aveva mai fatto ma che non gli sarebbe dispiaciuto.
Iker
ci pensò un po’ con la testa che girava e nei vari vortici un
terzo viso gli venne sorprendentemente in mente, un viso che non
vedeva da molto e che non era nemmeno stato nominato, se non
indirettamente nel momento in cui gli aveva chiesto chi aveva
preferito.
-
Mmm… direi David! - A quello Sergio che stava bevendo sputò il
contenuto e si mise a tossire come un forsennato. Dopo aver visto i
primi dieci anni della sua vita passargli davanti agli occhi, smise
di tossire e tornò alla vita, quindi fissò l’amico accanto come
se fosse un alieno e chiese:
-
David chi? Che cazzo stai dicendo? Cosa mi sono perso? - Iker rise in
maniera esagerata, quindi contento di essere riuscito a sorprenderlo
si chiese come mai non ne avesse mai parlato prima con anima viva.
Proprio non riusciva a ricordarlo…
-
Beckham… sai, quando stava al Real… io e lui… - Ma seppure
fosse sulla via dell’alcool, non lo era abbastanza da essere
totalmente disinibito come quella sera con Cris. Sergio finì per lui
completamente sconvolto dalla notizia che stava apprendendo così per
caso:
-
Hai scopato con David! QUEL David? Cioè… quello per cui mi son
fatto tante seghe pensandolo totalmente irraggiungibile? David il sex
symbol più ambito al mondo da ogni generazione e genere vivente?
QUEL DAVID LI’!? - Concluse gridando con voce strozzata.
Iker
rise di gusto:
-
Sì, quel David. - Sergio rimase allora proverbialmente senza parole,
poi realizzò un’altra cosa importante:
-
Ma allora avevi già scopato con un uomo e non me lo avevi mai detto…
mi sento offeso! -
-
Ma non devi, è successo prima che io e te diventassimo amici…
quando lui è andato via io ci sono stato male e non è stato facile
superare il momento, per cui non ho voluto parlarne con nessuno,
forse per cancellarlo… - Sergio notò che grazie al suo cocktail
ora parlava molto più volentieri e ne approfittò per sapere ogni
dettaglio possibile ed immaginabile, quindi avvicinò il viso al suo
in modo inquietante per non perdersi una sola sillaba e lo incoraggiò
a proseguire:
-
Su, su, spiegami bene… mica ne eri innamorato… -
Iker
sospirò e cambiò mano come appoggio della sua testa che continuava
a vorticare precipitosamente:
-
Bè… in realtà… penso proprio di sì… - Aveva un tono
estremamente grave, come di chi stava riesumando una salma vecchia di
diecimila anni. Mentre ne parlava cominciò a ricordarsi perché non
ne aveva mai parlato con nessuno.
-
Eri innamorato di un uomo?! E non mi hai detto nemmeno questo? Cioè
passi il soggetto, ma il fatto! - Sergio faticava a rimanere
tranquillo, riteneva la faccenda effettivamente sconvolgente ma
vinceva la curiosità quindi appiccicandosi fisicamente a lui gli
fece un’altra domanda: - Dai, come è cominciata? -
Iker
sospirò per l’ennesima volta con fare melodrammatico, colpa di ciò
che ormai scorreva a litri insieme al suo sangue:
-
Passavamo molto tempo insieme per allenarci, sai… portiere e
attaccante… un classico… siccome io avevo da migliorare e lui
era… bè, lui… facevamo molti allenamenti esclusivi durante i
quali abbiamo legato in modo particolare. In una di quelle volte è
successo, mi ha sedotto di brutto, poi da lì è finita… siamo
caduti come in un vortice, non riuscivamo a smettere. Lentamente è
scattato anche il fattore personale e non solo sessuale. È stato un
momento breve ma intenso. Eravamo davvero cotti l’uno dell’altro.
Però poi come si sa è passato oltreoceano. Però sono stato molto
male, così ho deciso di cancellare il fatto dalla mia mente. Per
questo nessuno ne sa niente. -
L’amico
era a bocca aperta, se non fosse stato ubriaco non ci avrebbe
creduto. Iker era costituzionalmente incapace di mentire, al massimo
nascondeva le cose, appunto. Ma se le diceva erano assolutamente
vere.
Ora
appariva infatti tremendamente depresso al ricordo e Sergio parlò
immediatamente per distrarlo, non voleva che le cose degenerassero:
-
E com’era a letto? - Era ancora sconvolto da ciò che aveva appreso
e lo si capì dalla tequila sale e limone che cominciò ad ordinare
per entrambi ad oltranza.
Iker
parlava e beveva sentendone sempre più il bisogno. Parlare di David
era di gran lunga peggiore che togliersi dalla mente Riky… non
c’erano di certo paragoni, in effetti!
-
Porca puttana! - Fu il commento spontaneo a caldo. Il compagno tornò
a tossire non aspettandosi un’uscita del genere, quindi tornò a
fissarlo con ossessione:
-
Era così bravo? - Il sospiro fu eloquente. - Dettagli! - Ordinò
allora perentorio.
Il
portiere mandò giù anche quel superalcolico che gli stava davanti
nel modo indicato dall’altro, poi si accinse ad andare nei dettagli
proprio come voleva. Del resto alle domande così dirette si
rispondeva, specie se erano di Sergio!
-
Lui… aveva tutte le caratteristiche che solitamente sono suddivise
fra varie persone perché nessuno può averle tutte… eppure lui sì…
riusciva a metterci tutto. Mi ipnotizzava, mi ubriacava, non so… ma
con lui uscivo completamente di me, ne ero totalmente dipendente, una
sorta di calamita. Io penso che se ne sia andato quando ha cominciato
a provare qualcosa di troppo serio per me, ma è solo una mia teoria.
Non ce lo siamo mai detti e non me lo ha nemmeno mai spiegato. Lui
era… molto particolare… - Iker sospirò drammaticamente per
l’ennesima volta, gli faceva male parlare di quell’argomento e
non capiva più perché avesse cominciato. Alcool o no, quel che
aveva detto era anche troppo e quando cercò gli occhi dell’amico
seduto accanto, li trovò eccessivamente vicini ai suoi. Si rese
conto che gli si era attaccato tanto solo per ascoltare per bene ogni
sua parola e sembrava pendesse dalle sue labbra. Sicuramente sarebbe
rimasto ore a sentirlo parlare, ma ad onor del vero, ora che lo
vedeva bene, doveva ammettere che aveva anche una strana espressione.
Sì di sete di sapere, ma era anche lontanamente malinconica. Come se
si rivedesse nella storia appena raccontata. La sua mente che
annegava nell’alcool non aveva evidentemente i neuroni del tutto
bruciati, infatti corrugando la fronte non si mosse e rimanendo così
com’era, a sfiorare il viso col suo e coi corpi praticamente
incollati come fossero due fidanzati e non due semplici amici,
chiese:
-
E’ capitato anche a te? - Se fosse stato del tutto in sé non
l’avrebbe mai detto poiché insinuare che Sergio si potesse essere
innamorato davvero in passato era come dire che il Sole girava
intorno alla Terra e che la Luna era un pianeta!
Ma
non era del tutto sano, al momento, e vide che nemmeno Sergio
evidentemente lo era, sebbene non fosse ubriaco ma semplicemente più
sciolto. Lui non si ubriacava mai, reggeva troppo bene.
-
Bè… - Cominciò vago non sapendo se parlargliene o meno. Non
l’aveva mai fatto, nemmeno con sé stesso. Nella sua mente non si
era mai detto quelle parole, quindi si chiedeva se farlo ora, per di
più ad alta voce, fosse la cosa migliore. Tanto più che non aveva
bene le idee chiare. Poi osservò il volto vicinissimo di Iker che
l’osservava insistente e capì che a lui poteva, in fondo si era
appena aperto su un argomento evidentemente doloroso. Così proseguì:
- Con Fernando. -
Iker
non parve stupirsi.
-
Fernando Torres, vuoi dire? - Sergio annuì sorprendendosi della sua
tranquillità a quella notizia. Forse era troppo fatto per capire…
-
Ma non sei stupito? - Iker alzò un sopracciglio scettico:
-
E perché dovrei? Si capisce che avete una relazione. - Persino sotto
l’alcool riusciva a parlare decentemente. Sergio l’ammirò, poi
tornò al punto della situazione.
-
No, tu non capisci… non è solo sesso. - A questo il portiere venne
un colpo e capì cosa intendesse. Ci morì un istante ed allontanò i
bicchieri di tequila sale e limone che rimanevano, convinto che
quella robaccia gli distorcesse l’udito… fra quello e la musica
assordate c’era da chiedersi come facessero a sentirsi. Poi
realizzò quanto vicini erano e si rispose da solo.
-
Vuoi dire… che siete innamorati? - Lo chiese cautamente poiché
quell’informazione era della stessa portata di un tuono in pieno
cranio.
Sergio
annuì, poi vedendo che lo continuava a fissare per sapere i dettagli
e sapendo che glieli doveva, cominciò a parlare a ruota libera.
Sentendosi estremamente strano a riuscirci così facilmente. Forse,
dopotutto, non aveva visto l’ora di farlo.
-
E’ nata in nazionale e va avanti solo quando ci incontriamo là.
Sai, ci sono tutte le porcate che faccio con chiunque e c’è lui.
All’inizio è partita perché volevo farmelo. Insomma, è
probabilmente il più bello della squadra, lo chiamano El Nino per un
motivo, no? È un pezzo di gnocco! È stato facile riuscirci. Poi
però sono caduto come un coglione. Fernando è spagnolo di nascita
ma è praticamente un inglese, gioca a Londra da un sacco di anni ed
ormai è diventato come loro. Snob, perfettino, composto, freddino.
Allora io mi divertivo a farlo uscire di testa ma ci sono riuscito
così bene che poi è lui che ha fatto uscire di testa me. Il nostro
dramma è che giochiamo lontani, quindi non potendo vederci come si
deve alla fine rimane una cosa più fisica. Cioè quando ci vediamo
scopiamo e stop. Non ci siamo mai detti cosa proviamo e cose simili
ma fra noi due è come il segreto del cazzo… lo sappiamo benissimo!
-
-
Credo fosse il segreto di pulcinella, ma rende ugualmente… -
Commentò Iker con un mezzo sorriso. Era piacevole vedere Sergio così
depresso per via di un ragazzo. Solitamente era sempre così
spavaldo. Parlava come una bestia delle sue conquiste ed era tremendo
ascoltarlo, però finalmente parlava di un essere umano per quello
che era. Un essere umano, appunto.
Certo
gli dispiaceva che poi fosse una storia così sofferta, poiché si
capiva che lo era. Erano bravi a nasconderlo e ad opprimere, però
che ci stessero male era lampante.
Forse
era quella luce in fondo agli occhi castani con cui lo guardava, a
fargli capire quanto ci tenesse a Fernando e quanto faticasse ad
allontanare quei sentimenti per stare male il meno possibile.
-
Non l’avrei mai detto… - Concluse infatti con sincerità. Di
tutto avrebbe asserito con sicurezza del suo amico, tranne che
potesse essere innamorato di un altro ragazzo. Peccato che era anche
per lui una storia molto difficile e praticamente impossibile.
-
Lui è il classico principino. Non sembra, forse, sai… tutti quei
tatuaggi e cose simili. Però in realtà è proprio il classico
principino. Elegante, composto, contenuto, non si sbilancia mai, non
esagera in nessun caso. E non sai assolutamente cosa pensa. Se ne sta
là e controlla tutto e tutti senza dare nulla di sé agli altri. È
di un altro pianeta, proprio. Come se non volesse mescolarsi alla
plebaglia. Di sé dà quest’idea che però è sbagliata. Ero
convinto fosse un bambino capriccioso e che ci schifasse tutti, per
cui l’ho avvicinato per stuzzicarlo e farlo deragliare. Poi porca
puttana sono rimasto impantanato. In realtà è abbastanza così come
appare, però non è che un vero inglese... in realtà è
fottutamente spagnolo! Ho scavato ma ho trovato cose interessanti.
Cose che non riesco a togliermi dalla testa. - Concludendo la
dettagliata spiegazione del suo compagno di nazionale, Sergio finì
per sbattere la fronte sul tavolo quasi con desolazione.
Non
avrebbe mai dovuto cominciare a parlarne. Ora come se lo toglieva
dalla testa? Come faceva anche a smettere non solo di pensarci ma
anche di analizzarlo così precisamente?
E
più lo faceva più si rendeva conto che lo conosceva fin troppo bene
per poter lasciare tutto sul piano sessuale. Sarebbe stato così
facile in quel modo…
La
mano di Iker si chiuse sul suo collo e risalì la nuca dove i capelli
erano legati in una coda. Nonostante fosse sudato per il caldo del
locale e il dialogo, l’accarezzò amichevole lo stesso capendo
perfettamente lo stato in cui verteva il suo compagno.
Fin
troppo bene, effettivamente.
Mise
poi il gomito sul tavolo e appoggiò stancamente la testa alla mano,
così parlò altrettanto liberamente, come se una volta tolta la
sicura non si potesse far altro che lasciare i pensieri e le parole
fluissero per conto proprio:
-
Falsi inglesi, eh? Ne so qualcosa della categoria. David soprattutto…
era molto particolare, come persona. Non so darti una sua descrizione
breve e concisa. Lui è il classico esempio di facciata. Come posso
dire… guarda il suo matrimonio. Con sua moglie non c’era amore, è
stato un matrimonio di convenienza per unire due personaggi popolari
e far di essi la coppia del secolo. Ognuno fa la propria vita, non
c’è sentimento, non c’è passione… e fanno quello che gli pare
a patto che la facciata si mantenga di un certo livello. Devono
sembrare un re ed una regina con una vita perfetta ed una famiglia
splendida. Poi per sotto possono fare le porcate che desiderano.
Funzionano solo per questo. Così David di conseguenza sembra
anch’egli un principe, la sua fama lo precede… sai, tipo pieno di
sé che non considera niente e nessuno alla sua altezza, che non si
interessa a nulla, poco amichevole, privo del senso dell’umorismo…
invece è tutto l’opposto. È molto alla mano, socievole, allegro e
carismatico. È interessato da poche cose, quello è vero, ma quando
le becca non le molla e fa di loro tutto ciò che vuole. Ci riesce
davvero. Lui controlla tutto e tutti, ha in mano chi desidera e può
arrivare a tutto ciò che vuole. Mi ha ucciso, quell’uomo. Più io
cercavo di mantenere un certo contegno, più lui lo mandava a quel
paese mettendosi anche a giocare con me come due fidanzatini. Sai,
solletico, dispetti, baci rubati di nascosto… lui vive il suo vero
io in segreto e con pochi eletti. Ma è una persona davvero diversa
da quello che appare, però l’apparenza se l’è costruita lui da
sé. -
Per
la fine del discorso era anche lui con un’espressione super
depressa mentre ricordava David che ormai non vedeva da una vita.
Con
la mano continuava a carezzare dolcemente la nuca di Sergio che
immobile e la fronte appoggiata al tavolino, si lasciava fare
tentando di scacciare quell’incredibile voglia di Fernando che gli
era venuta parlando.
Perché
diavolo tirare fuori le vecchie ferite doveva essere così doloroso?
Sospirando
seccato e con l’umore totalmente rivoltato, spostò la testa in
modo da appoggiare la guancia sul ripiano e poter guardare implorante
Iker.
Sorrideva
con tenerezza:
-
Non ho una bacchetta magica, purtroppo. - Come se capisse al volo ciò
che voleva da lui.
-
Non dovevamo parlarne. Ce la siamo cercati. - L’aver smesso
repentinamente di bere li aveva forse depressi ulteriormente, ma
l’idea di ingurgitare altro alcool per Iker era fonte di forte
nausea e non ci avrebbe mai pensato.
Anche
se il problema era alzarsi da lì senza cadere come un idiota.
Chi
si reggeva sulle gambe, ora?
Ma
proprio mentre tentava di trovare le forze per tirarsi su, il suo
sguardo tragicamente malinconico notò due figure familiari.
Due
figure che si pentì amaramente di aver notato.
-
Mapporca… - Imprecò a denti stretti. A quello Sergio si alzò di
scatto e cercò con lo sguardo la fonte di tale allarme. Quando li
vide completò la frase:
-
…puttana! - Che non era un offesa rivolta a chi era appena passato
fra la folla davanti a loro.
Ammutoliti
e sorpresi guardarono Cristiano trascinarsi Ricardo in un angolo
lontano da loro. Fortunatamente non li avevano visti, quindi non si
erano fermati.
Sergio
guardò istintivamente Iker tirandosi su dritto sul sedile, fece
appena in tempo a vederlo impallidire pericolosamente che si alzò
improvviso filando via come una scheggia zigzagante e decisamente
instabile.
Sergio
gli andò dietro temendo il peggio, dal momento che era praticamente
ubriaco, quindi notando come si appoggiava a tutti quelli che poteva
per non cadere lo vide infilarsi in bagno e trovare appena in tempo
il water. L’amico allora lo prese al volo per la vita prima che vi
cadesse dentro con tutta la faccia e lo sostenne mentre vomitava
anche l’anima.
Lo
sistemò meglio e rimanendogli dietro, gli cinse il torace
carezzandogli con l’altra mano la nuca dove i capelli mossi erano
più ingestibili di sempre.
Dopo
un po’ che lo sentiva buttar fuori tutti i suoi dolori, Sergio
cominciò anche a ridere capendo che fra il dramma c’era davvero
del comico.
-
David e Riky ti fanno un effetto tremendo! - Commentò infatti
facendo così aumentare i conati di vomito dell’amico piegato in
due sotto di sé. Continuò a ridere senza ritegno per tutto il
tempo, poi quando Iker non ebbe nemmeno la bile da mandar fuori, dopo
quindi un considerevole lasso di tempo, lo tirò su di peso cercando
di essere delicato per non provocargli eccessivi giramenti di testa.
Lo
condusse paziente al lavandino per fargli sciacquare bocce e viso,
dopo di che prese lui stesso dei fazzoletti e si mise ad asciugarlo
con amorevole premura.
Sempre
rigorosamente sghignazzando.
Dopo
che ebbe concluso l’operazione esitò rimanendo a fissarlo mentre
con un braccio lo sorreggeva circondandogli la vita in modo da non
farlo andare all’indietro a dormire indecentemente. La testa di
Iker ciondolava graziosamente e gli occhi tentavano di chiudersi in
alternanza. Aveva un’espressione totalmente distrutta ed ebbe
pietà, infatti smise di ridere di lui e rimase serio per un istante.
Un
istante in cui si chiese se quella bella faccia che stimolava un
sacco di cose a tutti sarebbe riuscita a farlo uscire dal tragico
tunnel-Fernando da cui non riusciva a staccarsi nonostante la
lontananza.
-
Non bevo più… - Biascicò Iker concludendo con un rutto e poi un
singhiozzo. Arrossì e si coprì la bocca con la mano. - Ops…
scusha… - Fece dondolando la testa sempre più buffamente. Sergio
rise e gli circondò affettuosamente il collo col braccio libero,
premendogli la testa contro la propria spalla. Iker vi si aggrappò
come se fosse un salvagente e lui non sapesse nuotare, lì vi rimase
fino a che al salvagente in questione non venne il dubbio che l’altro
dormisse. Se lo staccò vedendo che poco ci mancava, così si mise il
suo braccio intorno alle spalle tenendogli la mano affinchè non
sfuggisse e gli circondò la schiena conducendolo fuori dal bagno.
-
Dai, ti porto a casa, ubriacone! - Ma lì cominciò un trattato
confuso e buffissimo sul perché non lo fosse anche se era
effettivamente ubriaco.
In
macchina si addormentò della grossa russando rumorosamente e per
scaricarlo, il compagno dovette quasi caricarselo sulle spalle e
trascinarlo di peso mentre Iker nel sonno faceva un passo ogni tanto
per puro caso.
Giunto
a casa propria poiché gli era parso più pratico e veloce, entrò
trascinandoselo fino in camera per farlo stare più comodo.
Scaricatolo
sull’enorme letto matrimoniale che non lo vedeva da due notti, lo
guardò facendosi sfuggire un profondo respiro di sollievo. Non era
certamente un fuscello…
Rimase
un istante a fissarlo mentre a pancia in giù si sistemava di sbieco
con una mano sotto il cuscino e l’aria più beata di quel mondo.
Sergio
mise allora le mani ai fianchi e scosse la testa. Nessuno poteva
spodestarlo dal proprio posto e cominciando a spogliarsi rimase in
boxer decidendo che la doccia l’avrebbero fatta entrambi il giorno
dopo. Se si sarebbero svegliati.
Così
in tenuta da notte gattonò sul letto e fece rotolare Iker per
girarlo sulla schiena, dopo di che lo montò mettendosi a cavalcioni
sopra di lui. Nonostante l’affrontasse come una lotta, sembrava
stesse cercando di farselo…
Gli
slacciò i jeans e mordendosi il labbro con seria concentrazione si
occupò della maglia alzandogliela con fatica, poi si chinò fin
quasi a distendersi sull’amico, gli afferrò il collo da dietro e
la tirò da sopra la testa. Quando finalmente venne via la gettò
trionfante, dopo di che strisciò in basso posizionandosi all’altezza
delle caviglie, tornò a chinarsi fin quasi a stendersi su di lui e
cominciò a combattere di nuovo coi pantaloni che per fortuna non
erano eccessivamente stretti. Glieli tirò giù facendo scivolare per
sbaglio anche i boxer e quando notò i gioielli del suo amico bel
belli scoperti sotto il naso esitò. Fu solo un istante ma bastò per
fargli affiorare un sorrisetto poco raccomandabile, carico di
malizia.
No,
non era tipo da fare cose simili. No, correzione, era tipo da farlo
ma non ad un suo caro amico come lo era Iker, quindi sospirando
frustrato e contrariato gli tirò su l’intimo continuando a
sfilargli i jeans che finalmente vennero via.
Ritrovandosi
sudato e stanco solo per quell’operazione complicata visto che
comunque aveva bevuto anche lui, si buttò di lato e spegnendo la
luce decise che così era più che sufficiente come dovere d’amico.
Rimase
però fermo, prima di addormentarsi.
La
mente tornò inevitabilmente al discorso di quella sera e quindi a
Fernando. Passò un istante a stupirsi di nuovo per Iker e David col
quale aveva giocato poco per riuscire a realizzare il proprio sogno
erotico prima che se ne andasse. Bè, col senno del poi poteva capire
anche il motivo… quello era così preso da Iker che non aveva visto
nessun altro!
Il
viso delicato e composto di Fernando però batté tutti e gli si
incollò davanti agli occhi chiusi.
Lui,
il suo bel corpo alto e slanciato, i tatuaggi che lo facevano
impazzire poiché contrastavano col tipo che era, i suoi modi freddi
e scostanti ma perennemente eleganti… e quelle smorfie che faceva
ogni tanto cercando di non farsi vedere. Dio, amava le sue smorfie!
E
quella fatica nel lasciarsi andare, quel non riuscire a prendere mai
l’iniziativa anche se poi voleva eccome… quel modo, poi, di darsi
una volta che lo stuzzicava a dovere…
Naturalmente
il risultato fu un’eccitazione non da poco e rendendosi
lontanamente conto che accanto a sé c’era un ronfante Iker e che
forse non poteva, alzò le spalle e con la mano scivolò liberamente
sotto i boxer, fra le proprie gambe. Cominciò a toccarsi più che
volentieri e quasi con sollievo mentre continuava a ricordare le
notti passate con Fernando, come gemeva chiamandolo col diminutivo
‘Sese’, un onore concesso solo a lui. Gli parve quasi di sentire
la sua voce roca e vogliosa chiedere di più.
Ormai
sulla via del non ritorno, era quasi giunto al culmine quando si
sentì arrivare in pieno stomaco il braccio pesante di Iker che,
circondandolo, appoggiò la testa sulla sua spalla interrompendo
brutalmente i propri giochi notturni.
Imprecò
e girò il volto, nella penombra della stanza intravide i lineamenti
rilassati ed affascinanti del compagno che dormiva della grossa e che
ringraziando il cielo aveva smesso di russare.
Contemplò
l’idea di spostarlo per finire il proprio lavoro di mano, ma
sentendolo mormorare sommessamente ‘David’ si intenerì
rendendosi conto che se per sé non era facile, figurarsi per lui che
in ogni cosa che faceva ci metteva sempre il cuore.
Sorrise
in un moto di tenerezza sperando che comunque il suo amico si
riprendesse, sperandolo sinceramente, quindi decise di sciogliere la
mano dal proprio inguine e di lasciarlo così com’era.
Si
sistemò più comodo girandosi appena verso di lui, quindi senza
nemmeno rendersi conto di quanto vicino fosse alla bocca di Iker, si
addormentò cullato dal suo corpo sul proprio e da quella sorta di
abbraccio.
Non
potendo non ricordarsi che quella era proprio la posizione che
Fernando adorava assumere dopo aver fatto l’amore.