CAPITOLO IV:
IN ATTESA DEL VERO AMORE
 
Si dice che fare a meno di un cibo per tutta la vita non ti dà la voglia di assaggiarlo e mangiarlo ma se lo provi un po' anche una sola volta, poi è finita perchè non riesci più a farne a meno e vuoi tutto il piatto completo fino alla nausea.
Se poi questo fantomatico cibo è squisito e porta al cosiddetto orgasmo alimentare, è la fine.
Nel caso di Sergio successe la stessa cosa.
Dopo aver assaggiato Iker, Sergio voleva averlo tutto.
Non era una questione sentimentale... anzi... era davvero innamorato di Fernando, a modo suo... era incapace di dirlo davvero e lasciarsi andare come una normale persona, preferivano viversi a modo loro, diversamente, senza dirsi che si amavano e fare come tutte le vere coppie, consacrandosi l'uno all'altro o cose del genere.
Però i fatti cambiavano poco.
Sergio amava Fernando e su quello non ci pioveva, però la fissa di farsi Iker l'aveva sempre avuta dal primo giorno in cui l'aveva visto ed era stato troppo concentrato su di lui per notare la relazione piuttosto chiara che aveva con David. Tanto più che anche David era uno dei suoi sogni erotici e si era limitato a quello.
Iker, però, non aveva mai portato il loro rapporto oltre l'amicizia... ora poteva capire perchè, ma non l'aveva mai capito bene, l'aveva solo rispettato pensando che non fosse semplicemente tipo... o che non avesse pulsioni omosessuali.
In realtà la storia era diversa ed ora che l'aveva scoperto era davvero incredibile... lo era perchè non riusciva più a togliersi dalla testa la voglia di entrare fra le sue gambe con ogni parte di sé.
Ora che l'aveva assaggiato era la fine.
Non avrebbe mai smesso di tormentarlo finchè non l'avrebbe avuto davvero tutto, poi magari non ci sarebbe tornato ma si conosceva. Quando aveva un'ossessione l'unica era soddisfarla e solo dopo si rilassava e la piantava. A parte che con Fernando, ma di lui si era innamorato.
Dopo quella mattina, Sergio giurò a sé stesso che si sarebbe 'curato' a modo suo.
Un metodo che reputava infallibile!

Per Iker era diverso.
Iker dopo essere uscito non ci aveva pensato molto.
Sergio era un maniaco oltre una specie di puttana, andava con tutti, lo sapeva.
E sapeva che aveva sempre avuto la fissa di renderlo gay... bè, non doveva sforzarsi molto per quello.
Però non era lì a pensarci troppo, credeva fosse soddisfatto della conquista e che potessero tornare ad andare avanti come al solito.
Illuso.
Un sistema per togliersi dalla testa Riky c'era, Sergio l'avrebbe aiutato dandogli un altro pensiero al suo posto.
Come tenerlo a bada!

Il sistema di Sergio non prevedeva molti piani particolarmente complessi, lui era abile a sedurre e se ci era riuscito Cris, sia pure da ubriaco, ce l'avrebbe fatta anche lui, anche se sobrio!
Iker non doveva bere o non sarebbe stato divertente, però di occasioni per fare sesso ce n'erano quante ne voleva. Poteva anche semplicemente andare a casa sua con quell'unica intenzione. Farlo con lui.
Iker era ingenuo, non ci sarebbe arrivato e si sarebbe accorto di star facendo sesso con lui una volta che era già dentro...
Però, si disse Sergio mentre controllava il calendario delle partite con la nazionale spagnola, prima l'avrebbe fatto e meglio era... poi tornava Fernando e voleva essere solo suo senza pensieri di straforo nella testa.

Se Iker avesse saputo, comunque, non gli avrebbe mai dato tanta corda.
Non era nella sua natura provare a far sesso con chiunque lo volesse, cercava sempre del sentimento... a meno che non fosse ubriaco!

Erano passati pochi giorni e Sergio sembrava tranquillo come niente fosse successo, Cris gli stava a distanza debita studiandolo e Riky era incerto su come comportarsi. Era il caso di avvicinarsi o meno? Cris gli aveva spiegato che Iker era innamorato, o per lo meno provava qualcosa, e che quindi era meglio dargli tregua per un po'. Che gli sarebbe venuto vicino lui quando ne avrebbe avuto voglia.
In realtà Iker non aveva grossi problemi, non era veramente depresso... se ne era tirato fuori in tempo ed il confronto con David uscito per caso l'altro giorno, l'aveva aiutato a rendersi conto che per Riky era una cotta.
Certo, alla sua età prendersi una cotta non era normale ma poteva succedere quando ti mancava la persona che amavi, quando non la vedevi da tanto e quando comunque gli ormoni, dopo un tempo quasi infinito passato ad essere insoddisfatti venivano di nuovo stimolati a quel modo.
Bè, forse un problema poteva averlo.
Quel famoso confronto con David gli aveva scoperto un nervo davvero dolorante.
Non si erano né lasciati né erano rimasti insieme. Semplicemente si sentivano e quando potevano vedersi facevano l'amore ma definirsi ancora una coppia o meno era davvero complicato dirlo.
Iker gli diceva anche apertamente che gli mancava e che l'amava ancora, non aveva problemi... e David rispondeva altrettanto. Ma stavano insieme?
Ogni volta capirlo era difficile... poi passavano settimane senza sentirsi ed Iker sapeva che era colpa di Viktoria... probabilmente erano le volte in cui lo scopriva e gli faceva una piazzata perchè lei era fissata che nessuno doveva scoprire che non erano una coppia perfetta, i Beckham... era davvero una donna stressante!
Iker era da molto che non lo sentiva, ora. Sospirò pensando che forse Riky sarebbe potuto essere il suo chiodo scaccia chiodo... con lui magari sarebbe riuscito a dimenticarlo del tutto e a non aver più voglia di vederlo, sentirlo, toccarlo, parlarci...
Però ormai era un discorso chiuso o per lo meno non era davvero cominciato.
Non voleva parlarne più, voleva tornare all'amicizia di prima e a parlare di tutto con Riky... era stufo di stargli così lontano, dopotutto non era davvero innamorato, no? Gli sembrava uno spreco tutto quel riguardo.
Stava giusto per telefonargli per chiedergli una bevuta analcolica insieme, quando il cellulare gli vibrò un istante prima.
Lo prese e lesse il messaggio.
Quando vide il nome gli venne un colpo. Un autentico colpo.
Di quelli che fermano il cuore, in realtà.
A Sergio aveva detto che era finita ma la verità era un'altra...
'Fra due settimane sono in Spagna per un servizio, passo da te. Ti so dire il giorno preciso.'
Iker non rispose che andava bene, si sarebbe sentito idiota a dirgli 'non vedo l'ora'.
Tanto David lo sapeva.
Scosse il capo e sospirò sconfitto oltre che sul dilaniato andante.
Si strofinò il viso ed i capelli che arruffò graziosamente, poi si accasciò sul divano e scrisse a sua volta ma non a David e nemmeno a Riky.
'Puoi venire? Hai da fare?'
Sergio aveva da fare... si stava preparando alla grande seduzione sfogando gli ormoni altrove.
Sfogare gli ormoni con perfetti sconosciuti per lui equivaleva a non sentire la mancanza di Fernando. Quando la sentiva lo chiamava, ogni giorno in pratica, stava un'ora al telefono con lui e poi era da buttare perchè voleva solo volare da lui ma sapeva che non poteva. Non sempre.
Quindi il sesso lo distraeva.
Fernando lo sapeva, era il suo modo per rimanere sano di mente. I tipi passionali finivano per trovare pace unicamente col sesso. Per questo non si dicevano che si amavano, sarebbe stato complicato. Troppo.
Scaricò al volo il ragazzo e corse a rotta di collo da Iker. Non pensava di farlo già però era cosciente che se avesse visto l'occasione l'avrebbe colta perchè lui era così. Uno stronzo.
Arrivò con rumore assurdo di freni ed Iker si alzò andandogli ad aprire sapendo che era lui.
Quando arrivò Sergio era preoccupato e col suo solito casino chiese buttando a destra e sinistra tutto ciò che portava con sé. Borsello, cellulare, i-pod e chiavi.
- Che hai? Chi è morto? - Chiese ansioso. Iker lo guardò torvo.
- Perchè qualcuno dovrebbe essere morto? -
Sergio allargò le braccia con fare plateale ed ovvio:
- Perchè mi hai chiesto di venire? Di solito sono io che ti piombo in casa! Se hai bisogno di me mi cerchi. Non mi chiedi mai di venire. Pensavo avessi ucciso qualcuno e che non sapessi come fare per liberarti del cadavere! -
Che lo credesse un assassino era ancora più pazzesco del fatto che pensasse fosse morto qualcuno.
Era proprio assurdo come sempre.
- Non ho ammazzato nessuno, sono tutti vivi... è solo che... - Iker esitò, all'idea di dirglielo gli si annodavano le corde vocali ed era assurdo. In vita sua di cose ne aveva fatte, parlare di David non poteva essere quella più difficile, no?
Sergio sgranò gli occhi, piegò la testa per vederlo in viso e lo incoraggiò impaziente:
- E' solo che? -
Iker si sedette sul divano evadendo da lui, forse chiamarlo era stato stupido.
Cosa gli diceva? Mi ha scritto David? E allora?
Aveva avuto bisogno di dirlo a qualcuno ma ora che era lì Sergio se ne vergognava anche perchè significava che gli piaceva ancora tanto. E dire che gli piaceva era riduttivo se si bloccava a quei livelli...
Sergio si sedette sul tavolino basso davanti a lui, spostò dei libri ed il telecomando e gli mise le mani sulle ginocchia per incoraggiarlo. E cominciare a provarci. Era scosso per qualcosa, era l'ideale.
- David. -
Quando lo disse piano e sommesso Sergio capì che sarebbero finiti per diventare regolarmente amici di letto esattamente nei momenti di massima sofferenza verso i rispettivi innamorati.
Magari era la volta buona che la smetteva di fare la puttana, come lo definivano tutti!
Che poi insomma... sarebbe come avere l'amante fisso in ogni squadra o città in cui vado. Fortuna che sono solo due!”
Commentò da solo fra sé e sé capendo il proprio tasso di idiozia.
- Ti ha scritto? - Chiese stupito. Era rimasto che si erano lasciati e che David era sepolto.
Iker si appoggiò con la schiena e si strofinò il viso sospirando esasperato.
- Sì... - Sergio si avvicinò col tavolino in modo da infilarsi fra le sue gambe aperte senza malizia da parte del proprietario. Quella l'aveva tutta lui.
- Ma avevo capito che era finita! -
- Non è proprio così ma... insomma, è un casino. Quando stava qua eravamo una vera coppia però poi quando se ne è andato è tutto cambiato. È stato un lunghissimo periodo senza vedermi e sentirmi, sono stato malissimo e quando pensavo di essere riuscito a metterlo via e mi stavo avvicinando a Sara, lui è tornato. Era per un viaggio in Spagna. Siamo finiti di nuovo a letto insieme. - Sergio non sapeva se sentirsi offeso di tutte queste cose importanti nascoste oppure se gioirne. Farselo sarebbe stato facile!
- Cosa... cosa siete ora? - Domanda legittima. Iker si morse il labbro guardandogli attraverso, non lo vedeva davvero, pensava a David e cercava di capire.
- Non siamo una coppia, parliamo di ciò che proviamo... mi dice che gli manco, che vorrebbe avermi lì... ed io faccio altrettanto... e ci sentiamo quando lui può, perchè ha un generale per moglie. E quando viene qua o io vado là ci vediamo e... - Sergio si leccò le labbra carnose istintivamente ma Iker non lo notò, cercava ancora di rispondere alla sua domanda con scarsi risultati. - Non lo so cosa siamo... vorrei capirlo... non siamo una coppia, non siamo amanti, non stiamo insieme ma lo facciamo. E lui ci tiene che nessuno sappia, sai, tiene molto ai figli e che vivano comunque nel mito del padre perfetto, fa di tutto per esserlo ed onestamente lo è anche se con la moglie è un matrimonio finto. Boh, non so dirtelo. Ma sta mesi senza sentirmi ed io impazzisco ed allora mi lego tanto a Sara. In quei momenti mi convinco che la amo e che posso fare a meno di David ma è una finzione grande come una casa. È solo che... ho paura che se la lascio poi non riuscirei a sopportare le settimane in cui non sento David... è così che va. Sono forte se ho qualcuno accanto. -
- Ma perchè volevi lasciarla allora? - Questo non lo capiva...
- Non voglio fare come molti calciatori che cornificano con chiunque la propria donna... David è un conto ma se comincio ad andare con altri non ce la farei, non è giusto e... -
Sergio gli aprì ulteriormente le gambe mentre scivolava lentamente con le mani sulle sue cosce, in alto, verso l'inguine. Iker inghiottì a vuoto. Solo ora notava che si era messo tanto vicino.
- Ascoltami... non la devi lasciare anche se cominci a farti il mondo... lei rappresenta il tuo futuro... e poi, onestamente parlando, a te che ami tanto la pace e la serenità... solo una donna te lo può dare. Se hai una copertura solida nessuno sospetterà mai anche se instauri rapporti particolari con altri uomini. - Discorso materiale e decisamente poco corretto, proprio alla Sergio. Iker non si stupì che glielo stesse facendo, si stupì a ciò che pensava.
Che, forse, avesse ragione.
Era una cosa orribile che si era giurato di non fare mai. David doveva essere l'unica eccezione perchè l'amava e non avrebbe mai amato nessuno così... e poi non era lì, non avrebbero mai vissuto insieme... però ora... ora? Ora cosa cambiava?
- Ma sono andato solo con Riky e Cris e non intendo tornarci... né andare con altri... se... se torna tutto come prima... cioè, mi sento un verme lo stesso ma forse posso sopportarlo... - Iker si conosceva, era molto corretto e vivere così era una sofferenza però era peggio stare solo quando gli mancava tanto David.
- Sei sicuro che non andrai con nessuno? E se ti capiterà di stare tanto male da non resistere? Che non ti basta Sara? Se David ti ferirà al punto d'aver bisogno di qualcosa che te lo faccia sentire più vicino? -
Sregio parlava basso e suadente ed intanto, molto lentamente, si stava avvicinando come un serpente alla sua preda. Sembrava quasi gli si attorcigliasse intorno. Le mani alla vita, sotto la maglia. Iker cominciava a capire ma si sforzava di non vederlo, di non notarlo. Era davvero difficile. Respirava a stento. Ora Sergio era ammaliante, aveva uno sguardo incredibilmente possessivo. Lo voleva davvero.
- Tipo cosa? - Chiese tremando nella voce, la schiena sempre appoggiata, immobile, le mani larghe accanto.
- Tipo una scopata da uomo... qualcuno che ti prenda non come faceva lui, perchè lui è unico, ma in modo un po' simile. Farti possedere da un uomo e non possedere tu una donna... - Lo disse come fosse una cosa stupida fare l'amore con una donna, Iker era paralizzato. Voleva dire qualcosa ma aveva paura.
E voleva anche fare qualcosa, ma non sapeva cosa sarebbe finito per fare.
Pensava a David e pensava che Sergio aveva ragione.
Che quando stava male per lui voleva qualcuno che glielo ricordasse di più di quanto poteva fare Sara. Sara era tutto il suo opposto, si era messo con lei per quello. Perchè forse poteva dimenticarlo. Si era sbagliato, però l'aiutava un po'.
Ora capiva che forse non poteva dimenticarlo ma solo sopportare la lontananza finchè non si annullava...
Le dita di Sergio avevano raggiunto la sua cintura e la stavano aprendo con molta calma, senza distogliere gli occhi dai suoi. Intanto rimaneva inclinato su di lui, fra le sue gambe aperte. E lui assolutamente immobile.
- Io non so se... - Iker era comunque pieno di dubbi, tipico suo esserlo. Aveva capito cosa gli proponeva ma non era sicuro di potere... di riuscirci... di...
- Mi hai chiamato. Lo sai benissimo invece. - Inghiottì a vuoto, aveva ragione. Forse proprio nel momento in cui l'aveva chiamato aveva saputo come sarebbe finita ed aveva chiamato lui proprio per quello. Perchè Sergio era il solo a poterlo aiutare davvero.
Aprì il bottone dei jeans e gli tirò giù la cerniera.
Sergio non aveva fretta ed Iker non era già così eccitato e così gli diede un maggior incentivo tirandogli fuori la sua erezione a riposo ancora per poco.
La mano si mosse calma su di lui, stringendo la presa da subito. Eccolo lì che si scaldava. Gli occhi sempre negli occhi. Iker teso, fermo, le braccia sempre abbandonate ai lati. Ed il respiro corto.
Divenne più veloce nel sentire che finalmente reagiva diventando più duro e quando si sentì soddisfatto si chinò ancora e interrompendo il contatto visivo glielo leccò. La lingua cominciò a disegnare sulla punta piccoli cerchi per poi scendere sul lato, sulla lunghezza.
Era sempre più caldo e a breve avrebbe cominciato a pulsare, la sua forma ormai quasi del tutto definita. Iker ancora fermo.
Alzò lo sguardo, aveva la testa appoggiata all'indietro e quando incrociò i suoi occhi maliziosi e voraci, Iker li chiuse abbandonandosi e sospirando.
Sergio l'avvolse finalmente con la bocca. Quella sua bocca così carnosa e da nascondere perchè oscena molto spesso.
Iker non aveva bisogno di vederlo per eccitarsi, la conosceva bene e gli era sempre piaciuta. Lo sentì e fu sufficiente.
Per un momento fece il confronto, David non aveva quella bocca ma Dio come glielo raddrizzava subito. Gli bastava toccarlo.
Pensandolo si eccitò e capì che anche se era una cosa discutibile, poteva usare Sergio per tuffarsi un po' nell'uomo che amava e gli mancava tanto.
Quello vero.
Ricardo era il primo tentativo ed era andato male, Sergio poteva essere quello che gli sarebbe riuscito.
La sua bocca lo succhiava e tirava con una certa esperienza, la punta gli arrivava fin nella gola e con essa stringeva come volesse ingoiare, come se glielo chiedesse. Iker non voleva farlo, pensava fosse troppo ma... ma si rese conto tardi d'aver portato la propria mano sulla nuca dell'amico che gli muoveva più veloce la testa, accompagnandolo quando lo sentiva calare d'intensità e si ricordò di quella volta che l'aveva fatto con David ed a lui era piaciuto un sacco.
Non avrebbe voluto ma gli venne in bocca e teso, sfinito, appagato raggiunse l'apice sempre col suo viso ben stampato in mente. Era la cosa migliore di quel maledetto periodo.
Dopo Riky.
Con Riky era stato fantastico, era riuscito ad illudersi.
Ma Riky era di Cris.
Sergio era di Fernando, ma aveva il suo stesso bisogno di distrarsi da quella voglia assurda di piangere e quello era l'unico modo per loro... per loro che sentivano la mancanza della pelle e del corpo dell'altro, oltre che del cuore e dell'anima.
Quando si riebbe, Sergio si era alzato, sempre seduto sul tavolino e si ripuliva la bocca col braccio. Lo fissava malizioso convinto a procedere ed Iker stralunato lo fissò per poi coprirsi il viso. Era meschino.
- E come lo dico a David? Lui si metterà a ridere e mi dirà che vuole vedermi a farlo con un altro... ed io mi sentirò un verme anche se per lui andrà bene... e magari mi dirà che era ora che mi trovassi una vera consolazione... - Lo diceva a voce alta parlando a macchinetta in una reazione un po' isterica. Sergio, ironico, l'ascoltò un po' per poi alzarsi in piedi e, una volta aperti i propri jeans si mise a cavalcioni sul divano, su di lui.
Gli prese il viso fra le mani e lo fermò con sicurezza.
- Per sentirsi in colpa è presto, abbiamo appena cominciato! - Così dicendo, al suo stupore, non gli diede tempo di reagire. Lo baciò.
La bocca di Sergio sapeva ancora dell'intimo di Iker e questi avvampò ma non lo respinse. Rimase ebete a farsi baciare, la sua lingua si infilò abile nella bocca fino a trovarla e prima che potesse realizzarlo era lì a rispondere giocando con la sua.
Era strano baciare Sergio... le sue labbra gli ricordavano di continuo che era lui ma sapere che era un altro ragazzo in qualche modo assurdo gli dava sollievo. Non capiva come.
Mentre si occupava della sua bocca scese ad alzargli la felpa e arrivato fino al mento, Iker stesso alzò le braccia staccandosi per fargliela togliere. Prima di tornare a baciarlo gli levò a Sergio la sua. Era una bella risposta, si disse il difensore, e prima di tornare sulla bocca si alzò in ginocchio, sempre rimanendo a cavalcioni su Iker che ora lo teneva per le cosce.
Eccolo lì il suo generoso pudico amico. Pudico proprio per un cazzo, si disse. David aveva lavorato bene su di lui!
Tiratosi fuori l'erezione gliela consegnò ed Iker aprì subito la bocca prendendola con una mano, ci lavorò poco prima di succhiarla e non dovette fare molto perchè Sergio trovò la mania di gestire il tutto muovendo il bacino come se lo stesse già possedendo. Iker sentendolo duro nella bocca, pronto all'orgasmo, capì che non gli sarebbe venuto lì.
- Aspetta... - Mormorò roco Sergio dopo aver sospirato incontrollato. Iker era proprio come aveva immaginato... perfetto per consolarsi. Niente di più niente di meno.
Scese dal divano e si tolse del tutto i jeans mentre Iker faceva altrettanto con sé. Una volta nudi, quello in piedi disse spigliato e deciso.
- Alzati e girati... - Iker eseguì capendo la posizione che voleva. Quando fu piegato in avanti appoggiato coi gomiti sullo schienale del divano, lo sentì carezzargli la schiena e le cosce fino a raggiungere i suoi glutei. Glieli allargò e vi immerse il viso.
Iker chiuse gli occhi immaginando liberamente David. Così era anche più facile. Spesso lo facevano in quel modo. Lo leccava tutto per bene e poi infilava le dita. Quando lo sentiva genere a sufficienza lo penetrava con dolcezza. Dannazione, riusciva ad essere sempre dolce dopo tutta la passione dimostrata nei preliminari. E sempre. Sempre sensuale. Mai una volta che non lo fosse stato.
Ricordò tutto e si godette quell'attimo come un regalo.
Le dita di Sergio non erano quelle di David ma Iker poté illudersi che lo fossero e gemette incontrollato.
- Vieni... - Finchè non lo pregò e per poco non lo chiamò 'David'. Non lo fece e non poteva dire perchè ma Sergio l'aveva quasi chiamato Fernando quindi non si sarebbe certo lamentato.
Non se lo fece ripetere due volte. Sapeva che veniva il bisogno, ad un certo punto. Quello d'avere qualcosa di più di due dita. Qualcosa di davvero di più.
E glielo diede entrando lento. Si chiese da quanto non lo facesse, quanto stretto fosse e quanto male gli avrebbe fatto ma lo sentì rilassarsi presto e capì che era più preparato di quel che avesse pensato. Capendolo si lasciò andare liberamente a spinte sempre più possenti e forti. Sempre più ubriacanti e veloci.
E le voci si unirono nei gemiti, così come i loro corpi che si venivano incontro facendo quel rumore di sesso che ad entrambi piaceva un sacco... e poterono vedere l'uno nell'altro il compagno amato e sentirsi davvero meglio per un attimo. Un attimo che si fecero bastare e sempre si sarebbero fatti bastare.
Non era amore, non era nemmeno solo amicizia. Era un sentimento che comunque funzionava finchè non arrivava il vero amore e poi tutto spariva. Tutto.
Iker non si diede mai spiegazioni di quei momenti d'affetto speciale e a Sergio non gli sarebbe mai importato, pur di sfogarsi in modo degno. Più degno di quanto fatto prima.
Abbracciati l'uno sull'altro, nel divano, continuarono a pensare a Fernando e David e a quando li avrebbero rivisti... ma la pace dei sensi... quella aveva vinto finalmente ogni stress e nervoso.
Non era corretto, si rispose Iker, ma era l'unica cosa per sopportare quella maledetta lontananza con David.
Fino al suo prossimo ritorno. Fino a quando sarebbe potuto tornare a vivere veramente.