CAPITOLO IV:
IN ATTESA DEL VERO AMORE
Si dice che fare a meno di
un cibo per tutta la vita non ti dà la voglia di assaggiarlo e
mangiarlo ma se lo provi un po' anche una sola volta, poi è finita
perchè non riesci più a farne a meno e vuoi tutto il piatto
completo fino alla nausea.
Se poi questo fantomatico
cibo è squisito e porta al cosiddetto orgasmo alimentare, è la
fine.
Nel caso di Sergio
successe la stessa cosa.
Dopo aver assaggiato Iker,
Sergio voleva averlo tutto.
Non era una questione
sentimentale... anzi... era davvero innamorato di Fernando, a modo
suo... era incapace di dirlo davvero e lasciarsi andare come una
normale persona, preferivano viversi a modo loro, diversamente, senza
dirsi che si amavano e fare come tutte le vere coppie, consacrandosi
l'uno all'altro o cose del genere.
Però i fatti cambiavano
poco.
Sergio amava Fernando e su
quello non ci pioveva, però la fissa di farsi Iker l'aveva sempre
avuta dal primo giorno in cui l'aveva visto ed era stato troppo
concentrato su di lui per notare la relazione piuttosto chiara che
aveva con David. Tanto più che anche David era uno dei suoi sogni
erotici e si era limitato a quello.
Iker, però, non aveva mai
portato il loro rapporto oltre l'amicizia... ora poteva capire
perchè, ma non l'aveva mai capito bene, l'aveva solo rispettato
pensando che non fosse semplicemente tipo... o che non avesse
pulsioni omosessuali.
In realtà la storia era
diversa ed ora che l'aveva scoperto era davvero incredibile... lo era
perchè non riusciva più a togliersi dalla testa la voglia di
entrare fra le sue gambe con ogni parte di sé.
Ora che l'aveva assaggiato
era la fine.
Non avrebbe mai smesso di
tormentarlo finchè non l'avrebbe avuto davvero tutto, poi magari non
ci sarebbe tornato ma si conosceva. Quando aveva un'ossessione
l'unica era soddisfarla e solo dopo si rilassava e la piantava. A
parte che con Fernando, ma di lui si era innamorato.
Dopo quella mattina,
Sergio giurò a sé stesso che si sarebbe 'curato' a modo suo.
Un metodo che reputava
infallibile!
Per Iker era diverso.
Iker dopo essere uscito
non ci aveva pensato molto.
Sergio era un maniaco
oltre una specie di puttana, andava con tutti, lo sapeva.
E sapeva che aveva sempre
avuto la fissa di renderlo gay... bè, non doveva sforzarsi molto per
quello.
Però non era lì a
pensarci troppo, credeva fosse soddisfatto della conquista e che
potessero tornare ad andare avanti come al solito.
Illuso.
Un sistema per togliersi
dalla testa Riky c'era, Sergio l'avrebbe aiutato dandogli un altro
pensiero al suo posto.
Come tenerlo a bada!
Il sistema di Sergio non
prevedeva molti piani particolarmente complessi, lui era abile a
sedurre e se ci era riuscito Cris, sia pure da ubriaco, ce l'avrebbe
fatta anche lui, anche se sobrio!
Iker non doveva bere o non
sarebbe stato divertente, però di occasioni per fare sesso ce
n'erano quante ne voleva. Poteva anche semplicemente andare a casa
sua con quell'unica intenzione. Farlo con lui.
Iker era ingenuo, non ci
sarebbe arrivato e si sarebbe accorto di star facendo sesso con lui
una volta che era già dentro...
Però, si disse Sergio
mentre controllava il calendario delle partite con la nazionale
spagnola, prima l'avrebbe fatto e meglio era... poi tornava Fernando
e voleva essere solo suo senza pensieri di straforo nella testa.
Se Iker avesse saputo,
comunque, non gli avrebbe mai dato tanta corda.
Non era nella sua natura
provare a far sesso con chiunque lo volesse, cercava sempre del
sentimento... a meno che non fosse ubriaco!
Erano passati pochi giorni
e Sergio sembrava tranquillo come niente fosse successo, Cris gli
stava a distanza debita studiandolo e Riky era incerto su come
comportarsi. Era il caso di avvicinarsi o meno? Cris gli aveva
spiegato che Iker era innamorato, o per lo meno provava qualcosa, e
che quindi era meglio dargli tregua per un po'. Che gli sarebbe
venuto vicino lui quando ne avrebbe avuto voglia.
In realtà Iker non aveva
grossi problemi, non era veramente depresso... se ne era tirato fuori
in tempo ed il confronto con David uscito per caso l'altro giorno,
l'aveva aiutato a rendersi conto che per Riky era una cotta.
Certo, alla sua età
prendersi una cotta non era normale ma poteva succedere quando ti
mancava la persona che amavi, quando non la vedevi da tanto e quando
comunque gli ormoni, dopo un tempo quasi infinito passato ad essere
insoddisfatti venivano di nuovo stimolati a quel modo.
Bè, forse un problema
poteva averlo.
Quel famoso confronto con
David gli aveva scoperto un nervo davvero dolorante.
Non si erano né lasciati
né erano rimasti insieme. Semplicemente si sentivano e quando
potevano vedersi facevano l'amore ma definirsi ancora una coppia o
meno era davvero complicato dirlo.
Iker gli diceva anche
apertamente che gli mancava e che l'amava ancora, non aveva
problemi... e David rispondeva altrettanto. Ma stavano insieme?
Ogni volta capirlo era
difficile... poi passavano settimane senza sentirsi ed Iker sapeva
che era colpa di Viktoria... probabilmente erano le volte in cui lo
scopriva e gli faceva una piazzata perchè lei era fissata che
nessuno doveva scoprire che non erano una coppia perfetta, i
Beckham... era davvero una donna stressante!
Iker era da molto che non
lo sentiva, ora. Sospirò pensando che forse Riky sarebbe potuto
essere il suo chiodo scaccia chiodo... con lui magari sarebbe
riuscito a dimenticarlo del tutto e a non aver più voglia di
vederlo, sentirlo, toccarlo, parlarci...
Però ormai era un
discorso chiuso o per lo meno non era davvero cominciato.
Non voleva parlarne più,
voleva tornare all'amicizia di prima e a parlare di tutto con Riky...
era stufo di stargli così lontano, dopotutto non era davvero
innamorato, no? Gli sembrava uno spreco tutto quel riguardo.
Stava giusto per
telefonargli per chiedergli una bevuta analcolica insieme, quando il
cellulare gli vibrò un istante prima.
Lo prese e lesse il
messaggio.
Quando vide il nome gli
venne un colpo. Un autentico colpo.
Di quelli che fermano il
cuore, in realtà.
A Sergio aveva detto che
era finita ma la verità era un'altra...
'Fra due settimane sono in
Spagna per un servizio, passo da te. Ti so dire il giorno preciso.'
Iker non rispose che
andava bene, si sarebbe sentito idiota a dirgli 'non vedo l'ora'.
Tanto David lo sapeva.
Scosse il capo e sospirò
sconfitto oltre che sul dilaniato andante.
Si strofinò il viso ed i
capelli che arruffò graziosamente, poi si accasciò sul divano e
scrisse a sua volta ma non a David e nemmeno a Riky.
'Puoi venire? Hai da
fare?'
Sergio aveva da fare... si
stava preparando alla grande seduzione sfogando gli ormoni altrove.
Sfogare gli ormoni con
perfetti sconosciuti per lui equivaleva a non sentire la mancanza di
Fernando. Quando la sentiva lo chiamava, ogni giorno in pratica,
stava un'ora al telefono con lui e poi era da buttare perchè voleva
solo volare da lui ma sapeva che non poteva. Non sempre.
Quindi il sesso lo
distraeva.
Fernando lo sapeva, era il
suo modo per rimanere sano di mente. I tipi passionali finivano per
trovare pace unicamente col sesso. Per questo non si dicevano che si
amavano, sarebbe stato complicato. Troppo.
Scaricò al volo il
ragazzo e corse a rotta di collo da Iker. Non pensava di farlo già
però era cosciente che se avesse visto l'occasione l'avrebbe colta
perchè lui era così. Uno stronzo.
Arrivò con rumore assurdo
di freni ed Iker si alzò andandogli ad aprire sapendo che era lui.
Quando arrivò Sergio era
preoccupato e col suo solito casino chiese buttando a destra e
sinistra tutto ciò che portava con sé. Borsello, cellulare, i-pod e
chiavi.
- Che hai? Chi è morto? -
Chiese ansioso. Iker lo guardò torvo.
- Perchè qualcuno
dovrebbe essere morto? -
Sergio allargò le braccia
con fare plateale ed ovvio:
- Perchè mi hai chiesto
di venire? Di solito sono io che ti piombo in casa! Se hai bisogno di
me mi cerchi. Non mi chiedi mai di venire. Pensavo avessi ucciso
qualcuno e che non sapessi come fare per liberarti del cadavere! -
Che lo credesse un
assassino era ancora più pazzesco del fatto che pensasse fosse morto
qualcuno.
Era proprio assurdo come
sempre.
- Non ho ammazzato
nessuno, sono tutti vivi... è solo che... - Iker esitò, all'idea di
dirglielo gli si annodavano le corde vocali ed era assurdo. In vita
sua di cose ne aveva fatte, parlare di David non poteva essere quella
più difficile, no?
Sergio sgranò gli occhi,
piegò la testa per vederlo in viso e lo incoraggiò impaziente:
- E' solo che? -
Iker si sedette sul divano
evadendo da lui, forse chiamarlo era stato stupido.
Cosa gli diceva? Mi ha
scritto David? E allora?
Aveva avuto bisogno di
dirlo a qualcuno ma ora che era lì Sergio se ne vergognava anche
perchè significava che gli piaceva ancora tanto. E dire che gli
piaceva era riduttivo se si bloccava a quei livelli...
Sergio si sedette sul
tavolino basso davanti a lui, spostò dei libri ed il telecomando e
gli mise le mani sulle ginocchia per incoraggiarlo. E cominciare a
provarci. Era scosso per qualcosa, era l'ideale.
- David. -
Quando lo disse piano e
sommesso Sergio capì che sarebbero finiti per diventare regolarmente
amici di letto esattamente nei momenti di massima sofferenza verso i
rispettivi innamorati.
Magari era la volta buona
che la smetteva di fare la puttana, come lo definivano tutti!
“Che poi insomma...
sarebbe come avere l'amante fisso in ogni squadra o città in cui
vado. Fortuna che sono solo due!”
Commentò da solo fra sé
e sé capendo il proprio tasso di idiozia.
- Ti ha scritto? - Chiese
stupito. Era rimasto che si erano lasciati e che David era sepolto.
Iker si appoggiò con la
schiena e si strofinò il viso sospirando esasperato.
- Sì... - Sergio si
avvicinò col tavolino in modo da infilarsi fra le sue gambe aperte
senza malizia da parte del proprietario. Quella l'aveva tutta lui.
- Ma avevo capito che era
finita! -
- Non è proprio così
ma... insomma, è un casino. Quando stava qua eravamo una vera coppia
però poi quando se ne è andato è tutto cambiato. È stato un
lunghissimo periodo senza vedermi e sentirmi, sono stato malissimo e
quando pensavo di essere riuscito a metterlo via e mi stavo
avvicinando a Sara, lui è tornato. Era per un viaggio in Spagna.
Siamo finiti di nuovo a letto insieme. - Sergio non sapeva se
sentirsi offeso di tutte queste cose importanti nascoste oppure se
gioirne. Farselo sarebbe stato facile!
- Cosa... cosa siete ora?
- Domanda legittima. Iker si morse il labbro guardandogli attraverso,
non lo vedeva davvero, pensava a David e cercava di capire.
- Non siamo una coppia,
parliamo di ciò che proviamo... mi dice che gli manco, che vorrebbe
avermi lì... ed io faccio altrettanto... e ci sentiamo quando lui
può, perchè ha un generale per moglie. E quando viene qua o io vado
là ci vediamo e... - Sergio si leccò le labbra carnose
istintivamente ma Iker non lo notò, cercava ancora di rispondere
alla sua domanda con scarsi risultati. - Non lo so cosa siamo...
vorrei capirlo... non siamo una coppia, non siamo amanti, non stiamo
insieme ma lo facciamo. E lui ci tiene che nessuno sappia, sai, tiene
molto ai figli e che vivano comunque nel mito del padre perfetto, fa
di tutto per esserlo ed onestamente lo è anche se con la moglie è
un matrimonio finto. Boh, non so dirtelo. Ma sta mesi senza sentirmi
ed io impazzisco ed allora mi lego tanto a Sara. In quei momenti mi
convinco che la amo e che posso fare a meno di David ma è una
finzione grande come una casa. È solo che... ho paura che se la
lascio poi non riuscirei a sopportare le settimane in cui non sento
David... è così che va. Sono forte se ho qualcuno accanto. -
- Ma perchè volevi
lasciarla allora? - Questo non lo capiva...
- Non voglio fare come
molti calciatori che cornificano con chiunque la propria donna...
David è un conto ma se comincio ad andare con altri non ce la farei,
non è giusto e... -
Sergio gli aprì
ulteriormente le gambe mentre scivolava lentamente con le mani sulle
sue cosce, in alto, verso l'inguine. Iker inghiottì a vuoto. Solo
ora notava che si era messo tanto vicino.
- Ascoltami... non la devi
lasciare anche se cominci a farti il mondo... lei rappresenta il tuo
futuro... e poi, onestamente parlando, a te che ami tanto la pace e
la serenità... solo una donna te lo può dare. Se hai una copertura
solida nessuno sospetterà mai anche se instauri rapporti particolari
con altri uomini. - Discorso materiale e decisamente poco corretto,
proprio alla Sergio. Iker non si stupì che glielo stesse facendo, si
stupì a ciò che pensava.
Che, forse, avesse
ragione.
Era una cosa orribile che
si era giurato di non fare mai. David doveva essere l'unica eccezione
perchè l'amava e non avrebbe mai amato nessuno così... e poi non
era lì, non avrebbero mai vissuto insieme... però ora... ora? Ora
cosa cambiava?
- Ma sono andato solo con
Riky e Cris e non intendo tornarci... né andare con altri... se...
se torna tutto come prima... cioè, mi sento un verme lo stesso ma
forse posso sopportarlo... - Iker si conosceva, era molto corretto e
vivere così era una sofferenza però era peggio stare solo quando
gli mancava tanto David.
- Sei sicuro che non
andrai con nessuno? E se ti capiterà di stare tanto male da non
resistere? Che non ti basta Sara? Se David ti ferirà al punto d'aver
bisogno di qualcosa che te lo faccia sentire più vicino? -
Sregio parlava basso e
suadente ed intanto, molto lentamente, si stava avvicinando come un
serpente alla sua preda. Sembrava quasi gli si attorcigliasse
intorno. Le mani alla vita, sotto la maglia. Iker cominciava a capire
ma si sforzava di non vederlo, di non notarlo. Era davvero difficile.
Respirava a stento. Ora Sergio era ammaliante, aveva uno sguardo
incredibilmente possessivo. Lo voleva davvero.
- Tipo cosa? - Chiese
tremando nella voce, la schiena sempre appoggiata, immobile, le mani
larghe accanto.
- Tipo una scopata da
uomo... qualcuno che ti prenda non come faceva lui, perchè lui è
unico, ma in modo un po' simile. Farti possedere da un uomo e non
possedere tu una donna... - Lo disse come fosse una cosa stupida fare
l'amore con una donna, Iker era paralizzato. Voleva dire qualcosa ma
aveva paura.
E voleva anche fare
qualcosa, ma non sapeva cosa sarebbe finito per fare.
Pensava a David e pensava
che Sergio aveva ragione.
Che quando stava male per
lui voleva qualcuno che glielo ricordasse di più di quanto poteva
fare Sara. Sara era tutto il suo opposto, si era messo con lei per
quello. Perchè forse poteva dimenticarlo. Si era sbagliato, però
l'aiutava un po'.
Ora capiva che forse non
poteva dimenticarlo ma solo sopportare la lontananza finchè non si
annullava...
Le dita di Sergio avevano
raggiunto la sua cintura e la stavano aprendo con molta calma, senza
distogliere gli occhi dai suoi. Intanto rimaneva inclinato su di lui,
fra le sue gambe aperte. E lui assolutamente immobile.
- Io non so se... - Iker
era comunque pieno di dubbi, tipico suo esserlo. Aveva capito cosa
gli proponeva ma non era sicuro di potere... di riuscirci... di...
- Mi hai chiamato. Lo sai
benissimo invece. - Inghiottì a vuoto, aveva ragione. Forse proprio
nel momento in cui l'aveva chiamato aveva saputo come sarebbe finita
ed aveva chiamato lui proprio per quello. Perchè Sergio era il solo
a poterlo aiutare davvero.
Aprì il bottone dei jeans
e gli tirò giù la cerniera.
Sergio non aveva fretta ed
Iker non era già così eccitato e così gli diede un maggior
incentivo tirandogli fuori la sua erezione a riposo ancora per poco.
La mano si mosse calma su
di lui, stringendo la presa da subito. Eccolo lì che si scaldava.
Gli occhi sempre negli occhi. Iker teso, fermo, le braccia sempre
abbandonate ai lati. Ed il respiro corto.
Divenne più veloce nel
sentire che finalmente reagiva diventando più duro e quando si sentì
soddisfatto si chinò ancora e interrompendo il contatto visivo
glielo leccò. La lingua cominciò a disegnare sulla punta piccoli
cerchi per poi scendere sul lato, sulla lunghezza.
Era sempre più caldo e a
breve avrebbe cominciato a pulsare, la sua forma ormai quasi del
tutto definita. Iker ancora fermo.
Alzò lo sguardo, aveva la
testa appoggiata all'indietro e quando incrociò i suoi occhi
maliziosi e voraci, Iker li chiuse abbandonandosi e sospirando.
Sergio l'avvolse
finalmente con la bocca. Quella sua bocca così carnosa e da
nascondere perchè oscena molto spesso.
Iker non aveva bisogno di
vederlo per eccitarsi, la conosceva bene e gli era sempre piaciuta.
Lo sentì e fu sufficiente.
Per un momento fece il
confronto, David non aveva quella bocca ma Dio come glielo
raddrizzava subito. Gli bastava toccarlo.
Pensandolo si eccitò e
capì che anche se era una cosa discutibile, poteva usare Sergio per
tuffarsi un po' nell'uomo che amava e gli mancava tanto.
Quello vero.
Ricardo era il primo
tentativo ed era andato male, Sergio poteva essere quello che gli
sarebbe riuscito.
La sua bocca lo succhiava
e tirava con una certa esperienza, la punta gli arrivava fin nella
gola e con essa stringeva come volesse ingoiare, come se glielo
chiedesse. Iker non voleva farlo, pensava fosse troppo ma... ma si
rese conto tardi d'aver portato la propria mano sulla nuca dell'amico
che gli muoveva più veloce la testa, accompagnandolo quando lo
sentiva calare d'intensità e si ricordò di quella volta che l'aveva
fatto con David ed a lui era piaciuto un sacco.
Non avrebbe voluto ma gli
venne in bocca e teso, sfinito, appagato raggiunse l'apice sempre col
suo viso ben stampato in mente. Era la cosa migliore di quel
maledetto periodo.
Dopo Riky.
Con Riky era stato
fantastico, era riuscito ad illudersi.
Ma Riky era di Cris.
Sergio era di Fernando, ma
aveva il suo stesso bisogno di distrarsi da quella voglia assurda di
piangere e quello era l'unico modo per loro... per loro che sentivano
la mancanza della pelle e del corpo dell'altro, oltre che del cuore e
dell'anima.
Quando si riebbe, Sergio
si era alzato, sempre seduto sul tavolino e si ripuliva la bocca col
braccio. Lo fissava malizioso convinto a procedere ed Iker stralunato
lo fissò per poi coprirsi il viso. Era meschino.
- E come lo dico a David?
Lui si metterà a ridere e mi dirà che vuole vedermi a farlo con un
altro... ed io mi sentirò un verme anche se per lui andrà bene... e
magari mi dirà che era ora che mi trovassi una vera consolazione...
- Lo diceva a voce alta parlando a macchinetta in una reazione un po'
isterica. Sergio, ironico, l'ascoltò un po' per poi alzarsi in piedi
e, una volta aperti i propri jeans si mise a cavalcioni sul divano,
su di lui.
Gli prese il viso fra le
mani e lo fermò con sicurezza.
- Per sentirsi in colpa è
presto, abbiamo appena cominciato! - Così dicendo, al suo stupore,
non gli diede tempo di reagire. Lo baciò.
La bocca di Sergio sapeva
ancora dell'intimo di Iker e questi avvampò ma non lo respinse.
Rimase ebete a farsi baciare, la sua lingua si infilò abile nella
bocca fino a trovarla e prima che potesse realizzarlo era lì a
rispondere giocando con la sua.
Era strano baciare
Sergio... le sue labbra gli ricordavano di continuo che era lui ma
sapere che era un altro ragazzo in qualche modo assurdo gli dava
sollievo. Non capiva come.
Mentre si occupava della
sua bocca scese ad alzargli la felpa e arrivato fino al mento, Iker
stesso alzò le braccia staccandosi per fargliela togliere. Prima di
tornare a baciarlo gli levò a Sergio la sua. Era una bella risposta,
si disse il difensore, e prima di tornare sulla bocca si alzò in
ginocchio, sempre rimanendo a cavalcioni su Iker che ora lo teneva
per le cosce.
Eccolo lì il suo generoso
pudico amico. Pudico proprio per un cazzo, si disse. David aveva
lavorato bene su di lui!
Tiratosi fuori l'erezione
gliela consegnò ed Iker aprì subito la bocca prendendola con una
mano, ci lavorò poco prima di succhiarla e non dovette fare molto
perchè Sergio trovò la mania di gestire il tutto muovendo il bacino
come se lo stesse già possedendo. Iker sentendolo duro nella bocca,
pronto all'orgasmo, capì che non gli sarebbe venuto lì.
- Aspetta... - Mormorò
roco Sergio dopo aver sospirato incontrollato. Iker era proprio come
aveva immaginato... perfetto per consolarsi. Niente di più niente di
meno.
Scese dal divano e si
tolse del tutto i jeans mentre Iker faceva altrettanto con sé. Una
volta nudi, quello in piedi disse spigliato e deciso.
- Alzati e girati... -
Iker eseguì capendo la posizione che voleva. Quando fu piegato in
avanti appoggiato coi gomiti sullo schienale del divano, lo sentì
carezzargli la schiena e le cosce fino a raggiungere i suoi glutei.
Glieli allargò e vi immerse il viso.
Iker chiuse gli occhi
immaginando liberamente David. Così era anche più facile. Spesso lo
facevano in quel modo. Lo leccava tutto per bene e poi infilava le
dita. Quando lo sentiva genere a sufficienza lo penetrava con
dolcezza. Dannazione, riusciva ad essere sempre dolce dopo tutta la
passione dimostrata nei preliminari. E sempre. Sempre sensuale. Mai
una volta che non lo fosse stato.
Ricordò tutto e si
godette quell'attimo come un regalo.
Le dita di Sergio non
erano quelle di David ma Iker poté illudersi che lo fossero e
gemette incontrollato.
- Vieni... - Finchè non
lo pregò e per poco non lo chiamò 'David'. Non lo fece e non poteva
dire perchè ma Sergio l'aveva quasi chiamato Fernando quindi non si
sarebbe certo lamentato.
Non se lo fece ripetere
due volte. Sapeva che veniva il bisogno, ad un certo punto. Quello
d'avere qualcosa di più di due dita. Qualcosa di davvero di più.
E glielo diede entrando
lento. Si chiese da quanto non lo facesse, quanto stretto fosse e
quanto male gli avrebbe fatto ma lo sentì rilassarsi presto e capì
che era più preparato di quel che avesse pensato. Capendolo si
lasciò andare liberamente a spinte sempre più possenti e forti.
Sempre più ubriacanti e veloci.
E le voci si unirono nei
gemiti, così come i loro corpi che si venivano incontro facendo quel
rumore di sesso che ad entrambi piaceva un sacco... e poterono vedere
l'uno nell'altro il compagno amato e sentirsi davvero meglio per un
attimo. Un attimo che si fecero bastare e sempre si sarebbero fatti
bastare.
Non era amore, non era
nemmeno solo amicizia. Era un sentimento che comunque funzionava
finchè non arrivava il vero amore e poi tutto spariva. Tutto.
Iker non si diede mai
spiegazioni di quei momenti d'affetto speciale e a Sergio non gli
sarebbe mai importato, pur di sfogarsi in modo degno. Più degno di
quanto fatto prima.
Abbracciati l'uno
sull'altro, nel divano, continuarono a pensare a Fernando e David e a
quando li avrebbero rivisti... ma la pace dei sensi... quella aveva
vinto finalmente ogni stress e nervoso.
Non era corretto, si
rispose Iker, ma era l'unica cosa per sopportare quella maledetta
lontananza con David.
Fino al suo prossimo
ritorno. Fino a quando sarebbe potuto tornare a vivere veramente.