NOTE: l'avevo scritta subito dopo la sconfitta in supercoppa spagnola, per cui ci sono le mie personali considerazioni sulla squadra e sul calcio e sul perchè non ce l'hanno fatta. Riky consola Cris, i due stanno sempre insieme anche se a distanza oceanica sembrerebbe difficile, loro sono la dimostrazione che se il sentimento c'è ed è autentico, le cose possono andare bene. Certo, vedersi fisicamente ogni giorno sarebbe il top, ma a necessità ci si adegua.
Insomma, lunga vita ai criska!
Buona piccola veloce lettura.
Baci Akane

SOSTEGNO A DISTANZA

La sua rinascita era già iniziata col Milan bis, ma ora col San Paolo bis è ancora più evidente.
Anche se è stata dura digerire prima la partenza per Milano e poi quella per San Paolo, mi conforta vederlo così felice, così rinato.
Quando gioca a calcio lo fa per il puro piacere di farlo, senza pensieri di mezzo, non ha pressioni di alcun tipo, non c'è una spada di Damocle che gli incombe sul collo che lo riempie di paure e pensieri.
Qua con me non si viveva serenamente, né sé stesso, né noi due, né soprattutto il calcio.
Mi brucia dirlo, ma separarci è stata la mossa migliore per lui.
Si dice che le distanze uccidano i rapporti e le persone, ma in realtà, per lui è stato l'opposto.
È vero che ci vediamo di meno, ma a calcio va meglio. Cioè per lui personalmente, non per le sue squadre. Però le sue prestazioni sono sempre buone, lui si diverte ed è felice nel lavoro, cosa che qua non era più. Come se non bastasse, è più rilassato in generale, perchè non è sempre attento a cosa fa con me o cosa faccio io, perchè nessuno ci vede, nessuno sa più nulla di noi e per lui questo è un enorme peso in meno. È più tranquillo. In pratica non ha proprio più pensieri di alcun tipo. È sempre felice, sereno, rilassato. È un piacere sentirlo.
Certo, per vederci dobbiamo organizzarci, ci vediamo sempre meno, ci dobbiamo incontrare in Portogallo, a metà strada, per poter stare di più. Aspettiamo a mille mani le pause... però lui è sereno. Molto più sereno. Di conseguenza lo è con me. Il nostro rapporto è migliore, più solido, più spensierato.
Non è una cosa da poco!
Prima lui aveva paura di stare troppo con me, di fare gesti troppo evidenti. Ora non ci pensa più, è molto spontaneo, non ha tensioni di alcun tipo.
È bello.
Per questo sono contento, anche se a volte mi pesa non poterlo vedere quando ne ho bisogno, devo accontentarmi di stare costantemente al telefono con lui, o di vederlo tramite uno schermo.
Insomma, ci siamo abituati, ok, però vederlo, toccarlo sempre era diverso.
Ma Riky è fatto così, fa parte della sua bellezza. È speciale perchè è diverso dagli altri.
Ci tiene a non far parlare di sé in nessun caso, a non far trapelare le sue cose private, specie quelle che creerebbero scandalo. Non per una forma di ipocrisia. Ma perchè tiene troppo a quello che ha per permettere che la gente comune che non sa nulla, rovini tutto. Vuole vivere tutto a modo suo, in pace. Lo vuole proteggere.
Per questo sono contento di vederlo prodigarsi per non far capire niente di noi a nessuno. Perchè è il suo modo di proteggerci. Ed io amo che lo faccia. Amo che mostri quanto tiene a me.
Però in momenti come questi vorrei averlo qua.
Invece devo accontentarmi di vederlo tramite uno schermo, a casa mia.
Sospiro dopo la sconfitta.
Speravamo in questa supercoppa spagnola, per iniziare ancora meglio, dare un segnale, rinforzare la fiducia in noi, in questo gruppo semi nuovo.
Ci sono cambiamenti importanti... Angel andrà via, è arrivato un nuovo giovane prodigio. Non è scontato che si inserisca bene, che cresca come speriamo, che ci aiuti nel vuoto di Angel.
Lui era un po' un tuttofare, ora con James e Toni, tutti hanno un loro ruolo specifico, non c'è, in caso di bisogno, un Angel che fa quel che serve. È una sicurezza in meno, perchè James e Toni sono bravi ma sono nuovi, ed in questi casi ci sono sempre delle incognite.
Come con Gareth.
Ce la poteva fare a convivere con me? Noi così simili come gioco, così ingombranti... non era scontato, eppure... certo, ha faticato, però poi ci è riuscito.
E la sorpresa Karim?
Anche lui inizialmente non ingranava, ma poi Zidane ha trovato la chiave e l'ha fatto esplodere.
Però i nuovi inizi sono sempre pericolosi, incerti.
Io poi ho sempre problemi alla coscia e mi preoccupa, ho paura di trascinarmelo. Che sia l'inizio della fine.
Riky mi aveva detto di non andare ai mondiali e riposarmi più a lungo. Io non ho voluto, mi sono affaticato, ora per queste due coppe estive importanti sono rientrato invece di stare in riposo assoluto.
Sto facendo di testa mia. Rischio.
Non sono abituato a mettermi da parte, a piegarmi al destino infame.
Non sono abituato a chinare la testa.
Sono uno che lotta a tutti i costi.
Però devo fidarmi di più degli altri, dei miei compagni.
Ma ora devono rodarsi e mi dico... non è presto per fidarmi? Posso farlo?
Mah...
Mi lascio cadere sul letto spazioso, sulle lenzuola lisce e fresche, rotolo a pancia in giù e sistemo il tablet sul cuscino, in modo da avere la videocamera interna verso di me, controllo l'inquadratura sul mio viso e lo chiamo.
So che aspetta la mia chiamata.
Skype fa il suo dovere e finalmente prendiamo la linea.
Il suo viso sorridente è luminoso a prescindere da tutto, sa il risultato, mi conosce, sa che non sono felice. Però lui non riesce a non essere felice di vedermi tramite uno schermo. Perchè mi vede.
Tutto qua.
È felice per questo.
Non c'è altro.
Quindi il suo sorriso spazza via tutto.
Il mio amore, l'amore mio.
Lo amo.
- Ehi, allora? - Mi dice subito ricordandosi quel che è successo.
Io sorrido facendomi forza, non voglio fare una chiamata triste, quando ci sentiamo dobbiamo stare sempre bene.
- Adesso che ti vedo sto meglio! - Dico con sincerità. Ci siamo giurati di dirci sempre la verità, non servono le bugie a distanza.
A volte l'idea che non ci vediamo ci spinge a fingere che vada tutto bene, però non ci aiuta.
Abbiamo bisogno di sostenerci sul serio.
Lui si rattrista un po' e non mi piace.
- Mi dispiace... speravo vinceste anche questa... - Io alzo le spalle con quella di tirarlo su. Io che tiro su lui che dovrebbe tirare su me. Siamo unici.
- Non possiamo vincerli tutti. Se ne abbiamo preso uno, potevamo mica prendere anche l'altro? Nemmeno la migliore squadra del mondo, poteva! -
- Che poi siete voi! - Esclama tutto contento. Io mi metto a ridere. Lo amo perchè lo pensa sul serio.
- Giustamente... la Decima l'abbiamo vinta, quindi forti lo siamo! - La sua risata mi rilassa moltissimo e mi concentro sul suo viso eternamente bambino.
- Avere tanti titoli da conquistare uno vicino all'altro non va mai bene, specie se ad inizio preparazione, in mezzo ai cambiamenti importanti... - Fa poi lui, facendosi più serio. Io annuisco.
- E' così infatti. Ci possiamo concentrare su una cosa per volta, riuscire a centrarle tutte quando sono una attaccata all'altra è davvero difficile. Non dico impossibile, ma difficile sì. - Di fatto si tratta di questo.
- Poi Karim è tornato tardi e a lui gli serve il solito periodo per rendersi conto che è vivo e che sta giocando a calcio... - Comincia lui serio. Oddio, spara cavolate, ma le spara sul serio. È vero, ha ragione. Karim è così!
- Lo zombie che non si rende conto di essere diventato umano! - Il mio riassunto è un colpo di genio e scoppia a ridere, di riflesso lo faccio anche io e mi accendo. - Poi c'è Gareth che non sa se può osare prendersi la scena. Vorrebbe, potrebbe, ma non osa per non offendermi, credo! - Riky si asciuga una lacrima dal troppo ridere.
- Penso che sia solo un po' timido, non è uno sbruffone come te che non vede l'ora di mettersi in mostra e prendersi i riflettori! Ha il tuo modo di giocare, ma non il tuo carattere, per cui non è facile... - Questa gliela lascio, è come dice lui.
- Poi il piccolo James che a volte si dimentica di giocare invece di idolatrarmi! -
- Passerà alla fase della dimostrazione, ora si emoziona ancora, è normale... la squadra dei suoi sogni, il calciatore dei suoi sogni... - Riky è sempre più tenero nelle descrizioni.
- Insomma, deve integrarsi, adeguarsi... - Concludo seriamente.
- E Kroos uguale, è in gamba, ma di fatto è passato dalla bundesliga alla liga, non è facile. Sono giochi diversissimi, squadre diversissime... - Passiamo gran parte della serata a parlare di calcio, del Real, della partita. Insieme analizziamo tutto, poi lui passa a tranquillizzarmi su qualcosa che non gli ho ancora detto, ma che non ho bisogno di esternare. Non intendevo nasconderglielo. Non potrei mai. Per me è proprio un bisogno quello di parlargli e dirgli tutto quel che mi agita.
- Vedrai che guarirai bene. Ora dovevate cercare di vincere dei titoli, ma adesso in campionato non ti sforzerà, aspetterà che tu guarisca sul serio e non avrai ripercussioni. Odio queste coppe estive, non si è mai pronti per diversi motivi, ma non c'è scelta, bisogna giocare e vincere. O per lo meno cercare. -
Lo sento e lo vedo parlare, esprime esattamente il mio pensiero, quello che mi si agitava dentro, sonda le mie paure. E mi calma.
Piano piano sorrido, anche se un po' triste.
- Sì, lo penso anche io... è che ho paura di trascinarmelo troppo... - Lo ammetto.
- No, vedrai che adesso che avete solo la Liga, andrà bene. Specie quando gli altri tornano in forma e si rimettono... -
- Lo spero... -
- Vedrai che ho ragione... l'anno è lungo, vi assesterete. Carlo sa quello che fa. Ha sempre vinto campionati ovunque andava, con voi non l'ha ancora fatto. Questo è l'anno buono! -
Sorrido all'idea, mi piace la sua sicurezza in lui.
- Beh, è verosimilmente quello a cui punteremo seriamente questa volta! -
- Ci riuscirete. - Ed io ne sono più sicuro solo perchè ci crede anche lui. È una specie di portafortuna. Il mio portafortuna.
Finisco per sorridere come un idiota, improvvisamente sono sicuro di tutto, ogni angoscia è sparita.
Non ho più paura di non guarire bene, di non essere più quello che sono, non ho più paura che la squadra non sia quello che deve essere. Improvvisamente so che andrà tutto bene, mi sento leggero, fiducioso, a posto.
E finisco per parlare di altro, di lui, di Alex, di quel che fanno, di quel che dicono, di come va la sua squadra.
Finiamo per spaziare un po' su tutto, finchè non mi si chiudono gli occhi sul suo viso dolcissimo, la sua voce morbida che parla e mi racconta non so più cosa.
Tutto si mescola, tutto mi avvolge finchè non capisco più nulla e non mi accorgo di addormentarmi.
A volte sono io il primo a cedere, a volte è lui. Quel che conta è ritrovarci sempre così, insieme, a farlo.
Parlarci, vederci in qualche modo e poi chiudere insieme.
Addormentarmi sul suo viso che mi parla. È una cosa bella. Mi piace. Mi culla.
Ed io sto di nuovo bene.

FINE