NOTE: non poteva mancare una fic così sul loro incontro. Il ritiro del Real comincia e finalmente Carletto incontra figlio e genero. Cris ha a che fare per la prima volta col suocero e la cosa lo imbarazza e lo inquieta, non avendo mai fatto una cosa tipo 'ti presento i miei' e vari. Riky invece è raggiante e felicissimo di stare con suo padre e con suo marito. Vediamo che riserva loro il primo fatidico giorno. Partecipazione straordinaria di Zizou. Sia lodato lui che alza il già alto tasso di comicità. Bene, penso che scriverò altri seguiti a Ti presento i miei... Buona lettura. Baci Akane

IL FATTORE SUOCERO

    


Riky doveva ammettere di non essere mai stato più contento di iniziare il ritiro di calcio.
Quell'anno aveva un entusiasmo che gli altri anni non aveva avuto, cosa più che normale visto chi lo aspettava.
Aveva fatto le vacanze con Cris di nascosto, cioè fra uno scatto pubblico e l'altro che testimoniava sempre la presenza di famiglia per uno e amici o morosa per l'altro, per cui non era il rivederlo di nuovo che lo rendeva così felice, non si erano mai effettivamente separati, non per molti giorni.
Avevano fatto una specie di prova, in quelle vacanze. Ognuno per conto proprio ma con l'ottica di vedersi di nascosto, si erano messi alla prova per vedere se ne sarebbero stati capaci. Stare insieme senza farlo sapere ad anima viva.
A meno che uno non avesse notato che le tappe coincidevano e non si fosse conseguentemente chiesto come mai essere nella stessa città e non farsi vedere insieme, la cosa aveva funzionato.
No, per Riky non era quello l'entusiasmo.
Era sempre bello tornare a vivere giorno e notte con Cris, ma quella volta la sua immensa gioia era portata dal poter rivedere un'altra persona a lui molto cara.
Riky era arrivato da San Paolo dove aveva salutato la famiglia che era rimasta là per continuare le loro vacanze.
Dall'aeroporto era andato direttamente al ritiro del Real Madrid.
Cris era tornato un po' prima di lui e si era recato al centro per conto suo, con Fabio.
Fabio era loro vicino di casa nonché un grande aiuto per equilibrare le voci.
Dopo i primi anni al Real, tutti si erano messi a parlare di loro, avevano addirittura inventato un nome di coppia e c'era chi scriveva storie immaginarie su di loro.
Cris se ne era accorto perchè passava ore a cercare foto e notizie che li riguardavano, era uno dei suoi passatempi. Gli piaceva.
Allora Riky aveva tirato un gran bel freno in pubblico, cercava di comportarsi come faceva con tutti gli altri e di non esagerare e se passavano tempo insieme al di là del culb, com'era vero, si nascondevano.
Solo che ugualmente anche nel limitarsi, gli sguardi, gli abbracci di quando stavano insieme erano diversi da quelli che davano agli altri. C'era sempre stata un'attenzione diversa fra loro, degli sguardi più vivi, più intensi. Quell'amore era impossibile da nascondere veramente e Riky, preoccupatissimo per la reputazione, aveva aumentato le attività da famiglia pubbliche con Carol.
Cris, dal canto suo, per non far morire di paura ogni volta Riky, aveva cominciato a stare quanto più poteva con Fabio ed Irina.
In realtà adocchiava i fotografi ed in quel lasso di tempo si attaccava a Fabio o a Irina a seconda di chi lo accompagnava e scherzava con loro. Oltre a quello gli dava un passaggio ogni tanto da casa al centro sportivo.
Così le voci erano esponenzialmente calate, Riky non era geloso di Fabio perchè era molto amico anche suo ed aveva una specie di relazione con José Callejon. Fabio era come il loro fratellino.
Quell'estate José Callejon era partito per un'altra squadra e la cosa aveva demoralizzato molto Fabio, il quale si faceva trascinare da Cris senza troppo entusiasmo.
Tutto l'opposto di Riky.
Quando si incontrarono tutti al centro per le visite mediche, fra i vecchi ed i nuovi, erano tutti super sorridenti, tutti ad abbracciarsi, i giovani con dei cuoricini negli occhi per aver incontrato degli idoli e i veterani lieti di aver scaricati il nemico.
Erano comunque tutti felici, a parte Fabio che appariva effettivamente depresso e tirato. Però nessuno batteva la gioia di Riky. Il brasiliano infatti sembrava un sole, era al centro di ogni dialogo e faceva ridere tutti. In molti passavano a salutarlo anche solo per dirgli 'alla fine hai vinto tu eh?' in riferimento a Mourinho e alla guerra più famosa dell'ultimo anno. Tutti avevano partecipato schierandosi dalla sua parte ed era anche per questo che poi era nata la forte spaccatura fra giocatori e mister.
Riky era raggiante, ma non era per la vittoria personale.
Quando finalmente i fotografi uscirono dal centro lasciando i giocatori liberi di cominciare con le varie visite mediche, Cris poté riunirsi gioiosamente a Riky.
Cris aveva un'aria molto maliziosa ma con un fondo di preoccupazione.
Riky l'adocchiò subito.
- So che non sei così felice per la partenza di Mourinho ma per l'arrivo del nuovo mister... - Riky inarcò le sopracciglia innocente mentre si dirigevano in camera insieme a mettere giù e prendere le cose per l'allenamento successivo.
- Come, sono stato così attento a non farmi vedere troppo di parte... - Cris a questo rise.
- Non serve che ti mostri di parte, tutti sanno che lo sei! - Riky, entrato nella camera e rimasto finalmente solo con Cris, gli prese la mano e l'attirò a sé impedendogli di fare qualunque altra inutile cosa.
Gli mise le braccia al collo e l'osservò con cura senza mai spegnere il suo gran sorriso felice.
- Ma tu che cos'hai? - Cris finse di non capire, riteneva di essere in grado di controllare bene la sua espressione...
- Perché? Che ti sembra? -
Riky si strofinò le labbra nel provare a capire di cosa si trattava, non facile arrivare precisamente al punto quando si era così su di giri.
- Mi sembra che non sei felice al cento percento... -
Cris scosse la testa, se doveva farsi idee sbagliate era meglio dirgli subito la verità ed evitare stupidi equivoci.
- No non è così... Sai, sono un po' nervoso... -
Riky cadde completamente dalle nuvole.
- Cosa? E perché? -
Cris abbassò lo sguardo vergognandosene, però alla fine rispose.
- Lui ti ha conosciuto da ragazzino e ti ha fatto crescere... Sei molto legato a lui, ora sei al settimo cielo perché lo rivedi e ti allenerà... Io spero di piacergli, ecco... - 
La tenerezza che provò Riky non l'aveva ancora provata. Rimase folgorato da tanta dolcezza, a modo suo lo era e gli vennero gli occhi lucidi per un istante...
- Ma certo che gli piacerai, che domande! -
Cris allora si sciolse e si aprì del tutto.
- Ne sei sicuro? Sai, l'impressione che faccio non è sempre positiva e vorrei piacergli perché lui per te è importante... - 
Riky lo abbracciò forte e di slancio nascondendogli il viso contro il proprio collo, se lo cullò mentre parlava con dolcezza e sicurezza ed un gran sorriso felice.
- Fidati, lo conosco bene... Gli piacerai... Quando comincerete a comunicare e capirvi sarà splendido, lui è simpaticissimo e alla mano, non c'è uno che non lo adora dopo che viene allenato da lui... Ed una volta che ti conoscono bene, si innamorano anche di te... È sempre stato così, no? Non preoccuparti e sii te stesso. Sarà stupendo! -
Con questo Cris poté godersi meglio il suo abbraccio e prendersi le sue labbra, non lo vedeva da una settimana e gli era mancato. Lo strinse così forte che si dimenticò di tutti i dubbi e le sciocche paure.
Quel che contava era avere Riky per sé e grazie ad Ancelotti l'avrebbe avuto...


Non erano tutti perchè alcuni erano ancora alla loro meritata vacanza, quelli che avevano disputato la Confederations Cup.
Però dopo le varie sistemazioni ed i convenevoli, c'era l'ordine di andare in campo e cominciare la preparazione.
Carlo e Zizou volevano fare il discorso preliminare ai presenti, quello vero e proprio l'avrebbero fatto poi con l'arrivo di tutti gli altri.
Però ovviamente se almeno quelli accorsi al ritiro non erano tutti, non potevano iniziare.
Stavano in generale parlando tutti del più e del meno in campo, in attesa di iniziare. Carlo guardava l'ora di continuo facendo una smorfia ogni volta che il minuto passava.
- Ma chi manca? -
Chiese qualcuno che capiva aspettavano qualcuno.
- Riky e Cris... - Disse qualcun altro. A quello Fabio e Karim risero e commentarono scherzando:
- Ah beh allora possiamo aspettare anche un'altra mezz'ora... spero che facciano la versione breve... - Carletto corrugò la fronte nel sentire, come raddrizzasse le antenne.
- Sono sempre così ritardatari? Li devo mettere a digiuno! - Disse battagliero senza però far paura ad una mosca. Carletto pensava sempre in chiave cibo: punizioni = togliere cibo, premi = dare più cibo.
- No non sono ritardatari, di solito si prendono per tempo... -
- Ma per fare cosa? Devono solo cambiarsi... dai, vai a chiamarli perfavore... - Disse a Karim spazientito- con cui poteva parlare in francese-.
Karim, il quale non attivava il cervello di norma, rispose schietto:
- Manco morto! - Carletto lo fissò stranito e Karim si rese conto d'aver esagerato, così si apprestò a scusarsi: - Chiedo scusa ma non vorrei mai interrompere quei due, poi Cris di cattivo umore è insostenibile... - Detto questo fuggì via di corsa per evitare di essere costretto.
Carletto, rimasto solo, fissò stralunato Zizou accanto a lui senza capire il concetto principale, gli pareva di essere su Marte.
- Ma interrompere cosa?! E poi cattivo umore... insomma, non sarà peggio di chiunque altro! - Già con questo Cris non ci stava facendo una gran figura, ma Zizou si perse a ridacchiare per la sua domanda inconcepibile.
- Dai, cosa vuoi interrompere, secondo te? -
Zizou conosceva bene Carletto, era stato allenato da lui ai tempi che furono. Ricordava che era un bonaccione molto spiritoso e pronto sempre a fare qualche scherzo pur di passare il tempo e divertirsi. E ricordava che all'epoca era molto ingenuo. Pensava che con l'età avesse capito come funzionavano certe cose...
- Beh, ma che ne so... si stanno facendo i capelli?! - Ovviamente non pensava che facessero quello ma nemmeno ciò che in realtà facevano. Zizou rimase qualche istante a fissarlo serio per capire quanto serio fosse.
Non poteva esserlo veramente fino a quel punto...
- Carlo, si stanno facendo loro... - Carletto inarcò le sopracciglia e per un istante tutto si fermò, ogni giocatore sparì e si ritrovò solo nel suo vuoto immaginario con Zizou che gli faceva la rivelazione del secolo.
- Si stanno facendo... in quel senso... ? - Zizou voleva scoppiargli a ridere in faccia ma era sconvolto dal fatto che cadesse davvero dalle nuvole... era evidente a tutti il rapporto speciale fra Cris e Riky, anche se non eri mai stato in squadra con loro si vedeva. E comunque quando due facevano battute di quel tipo potevano alludere solo ad una cosa.
- E quale altro senso dovrebbe esserci? Carlo, mi stai sconvolgendo! - Carlo era più sconvolto lui, però, e quando spalancò la bocca slogandosi la mascella, gli ci vollero due minuti prima di riuscire a parlare. Due minuti durante i quali Zizou non resistette e si mise a ridere.
- Ma il mio bambino fa quelle cose?! - Zizou accentuò le risa.
- Come pensi che abbia fatto due figli? Ovvio che 'fa quelle cose' anche lui! -
- Ma con sua moglie è normale! Ora le fa con un altro ragazzo?! - Carletto era davvero sotto shock e scandalizzato ed a momenti urlava, Zizou invece aveva le convulsioni e le lacrime agli occhi.
- Eh se gli piace lui... insomma, Cristiano è un bel ragazzo e Riky non è che sia proprio il re degli etero. Per non parlare di Cris. È molto più credibile che loro due se la facciano piuttosto che abbiamo mogli o ragazze! -
Zizou era estremamente schietto e non si formalizzava mai, soprattutto nella sua carriera di calciatore e poi di tecnico ne aveva viste molte. Molte ne aveva fatte lui stesso.
Forse ai tempi di Carletto come giocatore non si facevano ancora o per lo meno le nascondevano molto di più.
Ormai era irreperibile, l'uomo più grande, tanto che rimase a fissare le porte degli spogliatoi in attesa di un'apparizione che gli rivelasse che era tutto uno scherzo crudele.
- Ma lui... ma lui... è come se l'avessi visto nascere... è come se scoprissi tuo figlio a tradire sua moglie con un altro... e considera che Riky è la creatura più di fede mai vista! È così buono e a posto... - Carletto parlava a sproposito e Zizou smise di ridere per spiegargli in breve due cose semplici prima di scatenare una guerra fra lui e Cris... e ferire a morte il suo piccolo Riky.
- Aggiornati, è normale ormai che fra ragazzi scoppi l'amore e la passione e se la facciano. Anche quelli come Riky sono uguali a tutti gli altri. Che ti devo dire, si sarà innamorato! Quando ero qua l'altra volta stavano già insieme ed erano inseparabili, noto con piacere che anche ora è così! Non fargli una crociata sulla morale, penso che se la sia fatta da solo a suo tempo! Insomma, sono affari loro con chi se la fanno! Non tramortirli! - Carletto a quello lo fissò incredulo.
- Ho la faccia di uno capace di tramortire qualcuno? - Zizou in effetti capì che aveva ragione e che non c'erano pericoli.
- No è che volevo evitare prediche fuori luogo... - un allenatore qualunque l'avrebbe ripreso dicendo di stare al suo posto, ma lui gli diede una pacca sulla spalla e se la rise fino a che non uscirono Cris e Riky. A quello si mise a tossire convulsamente come dovesse morire e Zizou, scuotendo il capo, si affrettò a radunarli tutti in gruppo per il famoso discorso preliminare.
Che dovette fare quasi del tutto lui perchè Carletto era totalmente incapace di mettere insieme più di due parole. I motivi erano due, uno non conosceva bene lo spagnolo, ancora, e due era ancora sotto shock.
Il suo bambino, si ripeteva mentalmente fissando Riky tutto bello sorridente e raggiante.
Lo guardò per qualche istante mentre Zizou parlava uno spagnolo quasi perfetto.
Riky sembrava molto sereno e tranquillo, non aveva ombre. Ricordava d'averlo visto qualche volta nel corso di quei quattro anni e dalla televisione gli era sembrato chiaramente in difficoltà. Aveva visto che non era più il suo Riky, però si era imposto di non intromettersi, non era più il suo allenatore, non competeva a lui aiutarlo, avrebbe sconfinato.
Però ora che aveva accettato di allenare il Real ed aveva detto che avrebbe lavorato duramente con Riky per tornare al top di prima, si era convinto di doverlo salvare in qualche modo. L'aveva immaginato depresso, perso, cupo ed irriconoscibile ed invece non sembrava uno di 31 anni che aveva passato 4 anni travagliati prima per la salute e poi per incomprensioni con l'allenatore. E soprattutto, ora che sapeva anche i retroscena privati, non sembrava nemmeno aver passato una crisi di coscienza e quantomeno di fede... insomma, per arrivare a tradire sua moglie, uno come lui, doveva averne passate molte. Se lo conosceva bene, ed era così, doveva essere finito in una crisi bella tosta prima di accettare quella relazione con Cristiano.
Ed ora era lì sorridente, splendido, eterno giovane, felice come non avesse mai avuto problemi.
Era raggiante e capì che qualunque cosa avesse passato era superato ma soprattutto che ora stava bene. Stava bene in quella squadra, nonostante tutto, e stava bene con Cris. Era chiaro che fosse così.
Si era aperto di più, era venuto fuori dal guscio. Lo vide insieme agli altri della squadra, tutti gli parlavano e scherzavano con lui, non c'era uno che cercasse di evitarlo.
Era benvoluto e si trovava bene in quel posto.
Riky faticava a legarsi ed aprirsi, per cortesia era gentile sempre con tutti ma per legarsi seriamente ci metteva un po'. Quando ci riusciva però era per la vita.
Doveva dedurre che fosse successo questo, lì.
Nonostante i molti problemi a calcio, si era legato tanto alla squadra da resistere a tutto e lottare per quel posto con ogni mezzo.
Alla fine aveva vinto e quello era il risultato. Quella gioia, quel sorriso illuminante, quella felicità senza pari.
Forse non sarebbe tornato come un tempo, però avrebbe potuto fare ancora due ottimi anni ed era giusto dargliene l'occasione.
Ma il punto non era quello, il punto era che a prescindere da tutto si meritava di stare lì e farsi quei due anni serenamente.
Si era scrupolosamente informato su tutti i suoi infortuni e sulla sua progressione a Madrid ed aveva scoperto che aveva avuto molti problemi fisici. Il primo anno una pubalgia, il secondo un'operazione al ginocchio bella lunga che poi aveva avuto una ricaduta. Dopo tutto questo tempo fermo, aveva cercato di recuperare la forma, aveva giocato per sostituire Di Maria con un lungo infortunio, tornato Di Maria, era stato messo da parte senza dargli la possibilità di tornare al meglio. L'ultimo anno aveva giocato troppo poco ed in quel poco aveva aiutato molto la squadra, il suo compito era far segnare ed ogni volta aveva adempito al suo dovere.
Però quando aveva chiesto come mai avesse giocato così poco, gli era stato detto che a Mourinho Riky non piaceva. Non c'erano state vere e proprie motivazioni tecniche, per cui non c'era una ragione effettiva per considerarlo out o finito. Come poteva giudicare il suo reale livello con così poche partite all'attivo in tutto quel tempo?
Quando si misero a correre, tornò fra i vivi e si rese conto di essere rimasto incantato su Riky per tutto quel tempo.
Gli era mancata quella sensazione.
La sensazione di scrutare il suo pupillo per capire se stava bene o no e cosa avesse.
Ai tempi del Milan l'aveva fatto ogni santo giorno, vedeva Riky e la prima cosa era assicurarsi che andasse tutto bene.
Quando lo vide correre con Cris, Carletto si svegliò definitivamente e come se fosse trasformato dopo le proprie fisime mentali, raggiunse Riky con un sorriso malizioso, gli mise una mano intorno alle spalle e sempre con quell'aria divertita e complice, parlando rigorosamente in italiano per comodità e anche per non farsi capire dalla sua guardia del corpo lì vicino a lui, disse:
- Ehi, stasera a cena ti requisisco, dovrai raccontarmi tutte le novità... - Riky sorrise spaesato per un momento riesumando bruscamente il suo italiano. Poi capendo il senso, con beata ingenuità rispose:
- Tutte le novità? Ma certo! - Era chiaro che non avesse capito quali intendesse, così si fece più vicino a lui e con tono maggiormente confidenziale che fece drizzare le antenne di Cris, seccato perchè non capiva che si dicevano, marcò:
- E con tutte intendo... tutte... quelle vere, insomma... mi pare che tu ne abbia di cose da dirmi, figliolo! - A quello e alla sua aria maliziosa, Riky capì e avvampando rise imbarazzato. Carletto gli diede divertito una pacca sulla spalla ed ebbe pietà di lui andandosene. Gli era sempre piaciuto tormentare i suoi ragazzi con degli scherzi, era la sua natura.
Rimasto solo con Cris, Riky notò il suo broncio, così si apprestò a spiegargli.
- Ha detto che stasera a cena vuole requisirmi perchè gli devo raccontare tutte le novità... credo abbia capito di noi... - Non sapeva se esserne rilassato o cosa, in teoria non c'erano pericoli e cercò di metterla giù leggera a Cris che però indeciso finì per esprimere la sua perplessità.
- Devo preoccuparmi? - Riky dapprima negò, poi nicchiò ed alla fine disse:
- Beh, ma che problemi ci sono? È solo il mister! - Cosa che non spiegava nulla e soprattutto non tranquillizzava per niente!
Gonzalo, proprio lì davanti, finì per ridere e portarsi via Cris.
- Dai, cosa vuoi che sia, è solo tuo suocero... appena saprà cosa hai fatto al suo bambino ti stringerà la mano... - Ma era un'evidente ironia che Cris non apprezzò molto... e Riky nemmeno capì.
E che dovrebbe fare?”
Decisamente Carletto e Riky sembravano padre e figlio di genetica!

A cena Riky fu veramente requisito dal padre adottivo il quale insistette per cenare con lui in via eccezionale. Ovviamente lo ingozzò di buon cibo. Qualunque cosa fosse quello che gli avevano rifilato.
Si era detto che come prima sera avrebbe fatto lo sforzo di provare il cibo locale, poi si sarebbe buttato sul buon vecchio, gustoso e sanissimo cibo italiano!
Carletto prese porzioni doppie di tutto ed incitò ogni volta Riky a fare altrettanto. Riky gli ricordò che non poteva esagerare col cibo e Carletto gli ricordò che era il suo allenatore e che poteva fare tutto ciò che gli diceva.
Alla fine la coscienza di Riky ebbe il sopravvento e si limitò a mangiare delle porzioni normali.
Parlarono tutta la serata anche molto oltre il tempo degli altri, quando si resero conto di essere rimasti soli, capirono che forse era il caso di andare a dormire.
Così dopo l'illuminante conversazione che aveva sforato l'orario della buonanotte, Riky corse in camera nella speranza che Cris non fosse furibondo.
Quando entrò cercò di fare piano, ma naturalmente la luce si accese quasi subito. Lo sguardo di Cris era a dir poco affilato ed assassino.
Riky ci mise un secondo a capire che era geloso, ormai Cris riusciva ad essere geloso di chiunque. A suo tempo lo era stato anche di Karim e a volte lo era di Fabio, quando li vedeva stare troppo tempo insieme e ridere tanto gioiosamente.
Cris era possessivo e Riky che lo sapeva cercava di stare sempre molto attento.
- Ma l'hai vista l'ora? - Disse brusco con un broncio da mangiare di baci. Cris si mise a sedere sul letto e Riky si spogliò velocemente per raggiungerlo, nel mentre cercò di rabbonirlo.
- Sì... alla fine... sai, era da una vita che non lo vedevo, avevamo da aggiornarci... non mi sono reso conto del tempo che volava... - Cris indurì le labbra, ora sembrava un bambino piccolo, gli capitava quando era contrario a qualcosa.
- Di cosa avete parlato? -
Riky si sedette nel letto e lo baciò brevemente, poi si accomodò e si tirò giù il moroso mettendosi comodo su di lui. Alla fine Cris si ammorbidì e l'accolse mentre lasciava andare la gelosia. Riky sapeva sempre come fare.
- Di tutto. Di calcio, di Mourinho, dei miei anni professionali, della mia salute, del mio stato mentale riguardo il calcio, delle mie svariate crisi... -
- Avete parlato solo di calcio? -
- No. Però prima di tutto ci siamo scambiati le rispettive idee. Io gli ho detto che mi sento in forma e voglio assolutamente dimostrare una volta per tutte chi sono anche qua, che non ho il minimo problema né psicologico né fisico. E lui ha detto che per valutarmi per davvero in modo completo deve vedermi giocare come si deve, continuativamente, per più tempo. Che non bastano degli allenamenti e che i dati raccolti dalla precedente panchina non chiariscono le mie scarse presenze in campo. Sostanzialmente mi darà questo anno per valutarmi come si deve e se vedrà che ho problemi, prima di prendere decisioni farà di tutto per aiutarmi a risolverli e solo dopo aver tentato tutto, eventualmente, mi lascerà andare. - Un discorso molto accettabile, dopotutto.
Cris annuì. Già gli piaceva. Era questo che faceva un vero allenatore. Valutava e poi in caso risolveva e se non si arrivava ad una soluzione, si prendeva una decisione.
- E poi? - Riky proseguì sorridendo.
- E poi di me, della mia vita privata... ha capito che io e te stiamo insieme, la cosa lo ha sconvolto, così gli ho spiegato bene come è andata, gli ho raccontato la storia e che questa crisi interiore e di coscienza ha contribuito a spegnermi di più anche a calcio. Sai, quando volevo lasciare il calcio... gli ho parlato di tutto, insomma, e dell'equilibrio che ho trovato alla fine, di quanto mi hai aiutato, che se ora sono così è grazie a te e che sono felice. -
Cris assimilò la notizia, poi una domanda gli si formò nella mente e non la trattenne.
- Ma cosa gli interessava? Insomma, capisco parlare di calcio ma... anche se hai l'amante che sono io? Che gli riguarda? Cosa voleva? - Era sulla difensiva ed era normale, non era abituato con quelle cose. Non aveva mai avuto a che fare con figure importanti maschili della vita dei vari morosi. Considerando che di serio c'era stato solo Riky... era una novità, quella.
Allora lui capendo il suo disorientamento, spiegò con dolcezza carezzandogli il petto.
- E' come un padre, dopotutto. Sai, col mio non condivido veramente tutto. Anzi. Le cose importanti non le posso condividere, è ovvio. Con lui ho sempre parlato di tutto, mi sono sempre confidato. È stato molto più padre del mio, anche se ho un ottimo rapporto col mio. Capisci? È come Ferguson per te... si sente responsabile di me, vuole assicurarsi che io stia bene, che sia sicuro delle mie scelte... vuole capire come le ho fatte... vuole sapere, insomma. Davvero, è come un padre. L'hai visto che felice era di rivedermi, oggi? - Cris, però, aveva notato un'altra cosa.
- Ho visto quanto eri felice tu... - Riky sorrise e lo baciò sulla spalla. - Ho pensato fosse perchè era la tua speranza di giocare di più, finalmente... - Era stato molto terra terra. Riky non se la prese.
- Lo ero perchè gli voglio un gran bene e su tutti gli allenatore che esistono lui per me resterà il migliore, lo adoro e non poteva capitarmi di meglio. Questo per me è un atto di affetto bello e buono da parte del presidente. Diciamo che è l'ultimo tentativo che fa con me. Ancelotti rappresenta la speranza di rivedermi come prima, per Perez. Per me Ancelotti è una carissima persona con cui sono felicissimo di lavorare ancora una volta. - Sentendolo preso e coinvolto, Cris capì che era davvero come se gli fosse capitato in panchina Ferguson. All'idea piangeva. Quando aveva dato l'addio al calcio aveva pianto davvero, infatti. Si era sentito come una specie di sua eredità, anche se era un pensiero presuntuoso.
Capiva ciò che provava Riky per Carletto.
Così, dopo aver assimilato e riflettuto, espresse ancora una volta il suo pensiero ad alta voce.
- E se non gli piaccio? Vorrei piacergli... è come tuo padre, no? Ed è la prima volta che parli di noi ad uno che è come un padre. In realtà per le persone che contano ti sei sempre nascosto... pensi che gli piaccia? - Riky, estremamente sorpreso dalla sua uscita, lo guardò inarcando le sopracciglia, si alzò sul gomito e rimase di sasso a quella domanda, Cris arrossì e lui gli mise una mano sulla guancia.
- Ma certo che gli piacerai, come te lo devo dire? -
- Ma che impressione hai avuto dopo che gli hai parlato di noi? - Cris era davvero molto ansioso, cosa molto anomala per lui. Si capiva quanto ci tenesse.
- Era pensieroso... ha ascoltato tutto, mi ha fatto delle domande, ma non era arrabbiato né sostenuto. L'ho visto molto tranquillo. Guarda che è una persona buonissima e poi non conosco un giocatore od una persona che non gli piaccia. Può aver avuto dissapori con della gente, cose normalissime all'interno del calcio. Non si è lasciato positivamente con la dirigenza rossonera, mi pare. Ma nessuno di quelli che vengono mandati via lasciano positivamente... è così che va. - Riky si stava perdendo in altre chiacchiere e poi alla fine si accorse che Cris era rimasto a Carletto e al fattore 'suocero'.
- E' un po' come tuo suocero... è per questo che sei tanto teso? - Disse ridacchiando. Cris tornò al suo famoso broncio.
- E' normale! Un giorno ti presenterò Ferguson così mi dirai! - Riky rise e la buttò sullo scherzo.
- Quando vuoi, sarò onorato di conoscerlo in qualità di tuo compagno nella vita! - Questo piacque a Cris che cominciò a progettare l'incontro fatidico.


Il giorno dopo, a colazione, Carletto si presentò con due occhiaie profonde come canyon ed un'aria molto imbronciata. Cris si mise sull'attenti come un gatto, convinto che lo puntasse e che quelli fossero fucili e non occhi.
Certamente lo stava guardando male, non c'erano dubbi.
Avvicinatosi Zizou, gli chiese come mai quella brutta cera, Cris acuì le orecchie per sentire la risposta.
- Ho esagerato con la cena ieri sera, non ero pronto per tanto cibo spagnolo... ma mi allenerò ed alla fine vincerò anche questa sfida! - Era serio quando parlava di cibo, ma in pochi lo sapevano. Zizou rise e Cris si rilassò. Era un burlone, si disse. Con questo abbassò la guardia e si convinse che sarebbe andato tutto bene.
Per cui, più tardi in campo, cadde completamente dalle nuvole quando Carletto gli mise una mano sulla spalla. Sembrava quasi un 'ti ho trovato adesso subirai la mia ira'! Solo lui sapeva come faceva a dire tanto con una sola pacca.
Cris si convinse che quello sguardo bonaccione non era severo ma solo di uno da post indigestione.
Ha solo digerito male...” Si ripeté.
- Tu parli bene l'inglese vero? - Disse in inglese. Carletto aveva passato del tempo sia a Londra che a Parigi prima di sbarcare a Madrid, quindi era plurilingue ormai.
Cris, sorpreso di questa domanda strana, annuì.
- Bene. Volevo dirti una cosa e dovevo essere sicuro che capissi... - Disse allora sempre con quell'aria strana da 'ho digerito male'. Che forse non era proprio da 'ho digerito male il cibo' ma 'ho digerito male te'.
- Sì? - Cris fece un sorriso di circostanza, non più convinto che andasse tutto bene.
Con la coda dell'occhio cercava Riky nella speranza che arrivasse a salvarlo. Cominciava ad avere un maledetto timore di quell'uomo apparentemente buonissimo.
Deve essere il fattore suocero...”
- Riky mi ha raccontato di voi... - Fece allora con un'espressione mista fra sorriso e smorfia.
Cris lo scrutava incerto.
- Mi ha detto... - Carletto allora sorrise e gli mise di nuovo la mano intorno alle spalle. Cris per un momento pensò che volesse dirgli una cosa carina da 'te lo affido abbine cura'.
Ma i suoi sogni di gloria si infransero con un sibillino ma sempre sorridente, e per questo inquietante:
- Ti tengo d'occhio, se lo fai soffrire troverò il modo di fartelo rimpiangere. - Non incuteva timore nemmeno ad una formica, non faceva paura proprio per niente. Specie se parlava sorridendo amichevole.
Però in quel momento Cris fu percorso da mille brividi. Non valse a niente ripetersi che era fisicamente più forte di lui... ormai era finita. La paura si era instaurata.
Non ha senso, non fa paura, io sono più forte. Non può farmi niente!”
Ma pur ripetendoselo per tutta la giornata, Cris rimase terrorizzato da Carletto.
Solo alla fine Riky riuscì a tranquillizzarlo un po'.
- Ma si può sapere cos'avevi? - Chiese dopo aver fatto l'amore con lui, ansimanti e nella pace effettiva dei sensi.
Cris, nel ricordarselo, si incupì di nuovo.
- Tuo padre... - Borbottò alla fine.
- Cosa ha fatto? -
- Mi ha detto che non devo farti soffrire e che mi tiene d'occhio... - Riky inarcò un sopracciglio.
- Parli di Carletto? - Cris pensò che non avrebbe mai potuto chiamarlo così...
- Oh sì... lui... - Riky a quel punto, vedendolo così teso, scoppiò a ridere.
- Ma che dolce! - Ma Cris, indignato, si girò dall'altra parte.
- Va da lui allora! - Riky, ridendo ancora più forte, lo raggiunse e lo cinse da dietro baciandogli la nuca ed il collo, poi basso e suadente disse:
- Ma io dicevo di te... che sei spaventato da tuo suocero... sei dolcissimo, tesoro... - E fu esattamente questo a calmare Cris finalmente, dopo un'intera giornata infernale.
Il potere dell'amore, si diceva...

FINE