CAPITOLO
XIII:
LE
TUE MANI
Certe
cose succedono e basta, altre uno se le cerca di proposito.
Un’esperienza
a tre non può semplicemente avvenire da sé e di sicuro non è un
meccanismo ‘da un momento all’altro‘.
Si
insinua lentamente, piano piano, strisciante, spesso tramite uno
scherzo, un gioco un po’ esagerato, un ‘nulla di serio‘, poi da lì la
voglia subdola prende con calma forma fino a che volta dopo volta,
continuando a premere quel tasto quasi con caso, non diventa un
pensiero fisso, un’ossessione, un sogno erotico che vuoi a tutti i
costi. Da lì farai di tutto per realizzarlo, in ogni modo possibile,
creando situazioni equivoche e modellando la ‘scena’ con furbizia ed
incessante tenacia. Fino a che non ci riesci e non perché succede da
sé, bensì perché finalmente hai fatto sì che accadesse, di proposito,
volontariamente.
È
solo uno sfizio, ma uno sfizio che ti tormenterebbe a vita se non
realizzassi.
Così
lo fai e basta.
La
dinamica di un rapporto a tre è esattamente questo e sia Cristiano che
José ne avevano esperienza, Ricardo naturalmente no e fuggiva a gambe
levate da quello che ormai aveva capito i due puntavano come dei cani
da caccia.
Ogni
occasione era un’ottima scusa per creare situazioni equivoche e per
fare aperte avances al giovane brasiliano, con quella di accendere i
suoi desideri più reconditi… più o meno come Cristiano era già riuscito
a fare per il sesso normale. Lui invece, dal canto suo, sebbene si
irrigidisse subito istintivamente e ragionevolmente, poi finiva
semplicemente per cercare di domare quei prepotenti battiti cardiaci
che galoppavano indecentemente e per abbassare il proprio calore
corporeo che gli dava troppo alla testa.
La
verità era che erano bravi a fare quello che gli facevano così per
caso, per gioco, per scherzo, per torturarlo… e lui era ancora in fase
di scoperta ed esplorazione. Non poteva negare che al di là del fatto
che non era una cosa che lui approvava -non sapeva bene perché ma
sapeva che era sconveniente- gli piaceva da matti avere addosso due
paia di mani diverse.
Però
avrebbe combattuto ancora un po’, fino a che ce l’avrebbe fatta.
Seguire
la propria natura andava bene, ma allontanarsi completamente dalla
retta via era decisamente troppo… il suo compromesso era stato il
ragionamento che per rendere grazie a Dio doveva apprezzare la vita ma
soprattutto essere felice. Combattere il proprio vero ‘io’ lo affondava
e non era certo un buon modo di vivere, alla fin fine. Però forzare
così la mano e fare addirittura sesso a tre come quei due volevano
tanto, era decisamente troppo.
Quello
con la felicità e il seguire la propria strada non c’entrava
un bel niente!
Ma
resistere di volta in volta diventava sempre più difficile e se
inizialmente l’aveva sollevato il sapere che non l’avrebbero mai
forzato e che per farlo avrebbero atteso il suo consenso, ormai dire di
‘no’ era sempre più complicato e si scandalizzava di ciò da solo.
Ancora peggio il fatto che non potesse farci proprio nulla… gli piaceva
più e presto la sua ragione sarebbe stata messa a tacere.
Dopo
di ché non gli sarebbe rimasto che fare i conti con la propria
coscienza severa.
Il
fatto che facessero praticamente tutto insieme giocava di certo a loro
favore, per lo meno parlando di Cristiano e Ricardo.
Allenamento
insieme. Docce insieme -a tutti gli altri loro compagni in effetti-.
Dormire insieme. Mangiare insieme. Ebbene anche i massaggi insieme.
C’erano
le stanze con più lettini e normalmente entravano in coppia, un
massaggiatore a testa si occupavano dei loro muscoli che talvolta si
stiravano o dei nervi che si accavallavano.
Normalmente
entravano due per volta e Ricardo e Cristiano erano sempre insieme.
Completamente
nudi, stesi nelle brande apposite dove a pancia in giù si infilava il
viso nel poggia testa bucato per permettere la posizione ideale del
collo, in perfetto silenzio i massaggiatori forniti dalla società
passavano le loro mani esperte sui corpi sciogliendoli e rilassandoli.
Quel
giorno Cristiano si era messo in testa che dopo il clou del massaggio
avrebbe potuto finire lui il resto, quindi senza fare il minimo rumore
ed indicando ai due esperti di uscire senza dire niente, a tre quarti
di massaggio alla schiena, quando Ricardo era in completa estasi e
quasi nel dormiveglia con la testa nella posizione che gli impediva
comunque di vedere qualcosa anche se avesse aperto gli occhi, il
portoghese che qualcuno avrebbe definito demente qualcuno maniaco e
qualcun altro entrambi, andò all’attacco.
Con
aria maliziosa e divertita riprese da dove l’estetista si era
interrotto, adagiando delicato le mani sulla sua schiena ormai calda ed
oleosa, scivolando via via con sempre più decisione ed esperienza,
diventando lentamente più sensuale, languido ed audace.
Le
spalle, le scapole, i fianchi, la vita, la parte lombare e poi
finalmente quella che a lui interessava di più. Quando il suo massaggio
era pressoché inequivocabile, giunse sui suoi glutei comunque morbidi.
Era evidente che quello strano cambiamento di tocco era a Ricardo
comunque congeniale.
Cristiano
alzò un sopracciglio ironico chiedendosi fin quanto si sarebbe lasciato
fare.
“Peccato
che è a pancia in giù… il lato B è fantastico ma con il lato A si
possono fare un sacco di altre cose migliori. Però non posso farlo
girare mantenendogli gli occhi chiusi e soprattutto senza parlare…”
La
sua mente perversa continuava a pensare a come fare, ma mentre ancora
se lo chiedeva, le proprie dita cominciarono a muoversi a dovere sui
suoi glutei, trasformando lo strano massaggio in qualcosa di
decisamente non più professionale.
Ormai
era chiaro che questo massaggiatore ci provava con lui palpeggiandolo…
perché Ricardo non reagiva? Non capiva se si era proprio addormentato o
che…
“Bene…
vediamo se così si sveglia…” Pensò allora maligno, risoluto a metterlo
alla prova oltre che a fargli un gran bello scherzo.
Prese
una gamba e gliela spostò di lato piegandolo, come volesse fargli fare
una riabilitazione per il ginocchio, quindi migliorando l’accesso alla
sua entrata posteriore, cominciò a lavorarci con le dita.
L’aria
che aveva stampata in viso era un misto fra il malizioso, il risoluto
ed il provocatorio. Ma c’era anche un pizzico di fastidio, visto che il
suo ragazzo continuava a farsi fare di tutto.
Era
impossibile che dormisse… che avesse capito che era lui? Avrebbe per lo
meno cominciato a sospirare, a quel punto.
Proprio
non capiva.
“A
questo non rimarrai indifferente!”
Fece
allora con testardaggine piegandosi su di lui e cominciando a leccare
le invitanti rotondità del suo fondoschiena. Dapprima lentamente e
leggero, poi via via sempre più sensualmente andando con decisione,
mordicchiando fino anche a succhiare.
Ci
stava prendendo gusto lui stesso, peccato che non potesse darsi pace
per il fatto che Ricardo continuava a non reagire.
La
gelosia salì alle stelle quando lo sentì muoversi per consentirgli un
ancor migliore accesso, fu allora che Cristiano non resistette e lo
morse con più cattiveria e non per dargli piacere.
-
Cris, la pianti? - Il portoghese si fermò di botto e si alzò guardando
interdetto la sua nuca nera, ancora umida per la doccia che aveva fatto
prima.
-
Riky? -
-
Certo che lo sapevo che eri tu… riconoscerei le tue mani fra quelle di
mille uomini! Ed anche la tua perversione è inconfondibile, se è per
questo! Per non parlare della tua demenza! -
All’udire
la sua voce per nulla addormentata, capì che a fargliela era stato
proprio lui e rise senza sentirsi offeso, compiaciuto che il suo dolce
animaletto stesse finalmente diventando smaliziato.
-
Dai girati… - Disse allora con ancora un sorriso sbieco sulle labbra.
Ricardo
lo accontentò ma come fu a faccia in su, questa venne immediatamente
coperta da un asciugamano.
-
Chiudi gli occhi e sta buono… non ho finito il mio massaggio! - Fece
allora autoritario e malizioso. Il ragazzo steso ricambiò con un misto
fra il rassegnato e il contento. Era decisamente un’idea niente male
finire in quel modo…
Prese
dell’altro olio rilassante dalla boccetta lì accanto e con il profumo
aromatico che si levava ancora nell’aria, tornò ad occuparsi con
seducente lentezza del suo torace, lasciandosi un po’ di spazio libero
nel collo per succhiarglielo mentre le dita si occupavano dei capezzoli
per poi scivolare svelte verso il basso. Un basso che non tardò a
reagire col suo nuovo tocco lubrificato e languido. Non aveva foga,
quella volta, e quindi riusciva a gestire la sua eccitazione piuttosto
bene. Andava piano piano come se lo esplorasse davvero invece che
divorarlo come faceva di solito, il suo impeto era domato e Ricardo
godeva a fondo di quel piacere che voleva non finisse mai.
Fu
in quel momento che dalla porta chiusa, entrò qualcuno con l’intento di
lamentarsi della sala massaggi occupata.
Quando
José aveva visto i due massaggiatori fuori e aveva chiesto perché non
l’avessero chiamato per cominciare con lui, questi avevano detto che la
sala era occupata… senza aspettare altro era entrato per fare il suo
consueto casino e cacciare chiunque stesse facendo porcherie nella sua
sacrosanta area relax, ma come vide un Cristiano nudo che massaggiava
un Ricardo altrettanto nudo, steso, con un asciugamano in viso che gli
impediva di vedere cosa succedesse intorno, la voce gli morì in gola e
rimase immobile a fissare deliziato la scena interessante che si
consumava davanti a lui.
Le
mani oleate di Cristiano si occupavano decisamente bene del corpo di
Ricardo che era più rilassato che mai, ad eccezione di una parte che
stava in mezzo alle gambe e che pareva sempre più tesa!
José
e Cristiano si scoccarono un’occhiata complice carica di seduzione,
quindi il più grande si fece avanti silenzioso, prese anch’egli
dell’olio dalla boccetta, se lo spalmò nelle mani e quasi maligno,
mordendosi il labbro pregustandosi qualcosa che voleva da tempo, indicò
a Cristiano di alzare una mano che fu subito sostituita dalla sua.
In
questo modo rimanevano solo due, quelle sul suo corpo, e l’altro non
poteva ancora accorgersi che erano diverse. Anche se, come aveva appena
detto, Ricardo sapeva riconoscere quelle di Cristiano anche fra mille…
Per
quel che sarebbe durato, se la sarebbe goduta, la presa della Bastiglia!
E
con una perfetta sincronia, dal petto giunse languidamente giù al
ventre e poi all’inguine, incrociò la mano di Cristiano che si stava
occupando di quella parte poco rilassata e con complicità si
sostituirono come non avessero fatto altro in vita loro che quei giochi
di scambi.
Nel
momento in cui José ebbe il suo membro che si eccitava e cominciò a
muoversi con lo stesso ritmo crescente, sentì Ricardo trattenere
immediatamente il respiro come venisse punto da un ago del diametro più
largo esistente, quindi mentre il ‘massaggio’ procedeva aumentando di
ritmo, il ragazzo steso si tirò subito via l’asciugamano dal viso e si
tirò su con la testa per vedere che succedeva.
Perché
sì, si era accorto che una mano era l’intrusa!
I
due uomini colti in flagrante delitto si stupirono della sua capacità
di riconoscere il proprio compagno anche ad occhi chiusi a quel modo e
sebbene per Cristiano ci fu una grande compiacenza, per José ci fu
fastidio perché sapeva che avrebbe interrotto tutto.
Ma
con sorpresa, Ricardo dicendo un sorpreso: - Ma che… - quando vide
l’allenatore con la mano sul proprio sesso, raggiunse istintivamente e
completamente contro la sua volontà il culmine dell’eccitazione.
E
si trovò a venire guardandolo addirittura negli occhi.
Fu
quanto di più imprevedibile e traumatico potesse succedergli, senza
dire nulla riprese l’asciugamano e lasciandosi cadere pesantemente giù
se lo premette sulla faccia per nascondere il suo profondo imbarazzo.
Non
disse nulla.
Non
si mosse più da lì.
Effettivamente
nemmeno respirava più.
“Come
quella sera…” Realizzò Cristiano ricordandosi della prima volta che
l’aveva assaggiato brutalmente.
Ricardo
reagiva così alla risposta del proprio corpo… e più questa era
traumatica, violenta, imprevedibile e contro tutto il suo volere
razionale, più poi era difficile riprendersi.
Stringendo
le labbra con aria colpevole, pensando che avevano forse esagerato -che
novità- Cristiano guardò José che capì e con un’espressione
indecifrabile delle sue, che non era né di sbaglio né di divertimento,
si pulì le mani e in perfetto silenzio uscì.
Cosa
pensasse era un mistero.
Rimasto
solo con lui, si morse il labbro dandosi mentalmente dell’idiota.
Perché per soddisfare le sue porcate ogni volta doveva farsi prendere
la mano e calpestare così l’animo troppo delicato del suo dolce
peluche?
Non
era vero che non ci teneva a lui, però sapeva che quando si comportava
così, come una bestia, sembrava tutto l’opposto.
Sospirò
scontento quindi si piegò sul suo compagno e salendo a cavalcioni su di
lui e sul lettino, gli si sedette sopra senza pesargli eccessivamente
addosso, dopo di che posò le mani sulle sue che premevano l’asciugamano
sul volto, non lo forzò a toglierle ed anzi cominciò a baciarlo lieve
sul collo e sul petto dicendo con calma:
-
Dai, non volevo... Cioè si che volevo, però non pensavo che poi finisse
così… credevo fossi pronto e che comunque non venissi… - E solo lui
aveva un talento per peggiorare la situazione invece che migliorarla.
Solo perché era incapace di non dire ciò che pensava.
Ricardo
tirò ogni muscolo nella speranza di non esplodere. L’imbarazzo e la
vergogna in lui ingigantivano, non sapeva più cosa fare e pensare, era
nel caos completo.
Si
sentiva sporco ad essere venuto fra le mani di un altro che non era il
suo ragazzo e a quello si aggiungeva la consapevolezza che anche se il
suo matrimonio era in crisi, era ancora sposato con Caroline.
Aveva
un compromesso con quel discorso, ma non era giusto.
Soprattutto
non lo era divertirsi allegramente con più di un altro uomo.
Passava
Cristiano per cui ormai era evidente provava qualcosa, anche se non era
certo di cosa fosse, ma il mister addirittura…
Si
sentiva la persona peggiore sulla faccia della terra e l’aver avuto un
orgasmo guardando negli occhi quest’altro uomo, per lui era terribile.
Non sapeva come tirarsene fuori.
Cristiano
intanto sempre più consapevole che stava peggiorando il tutto, decise
che sincerità per sincerità tanto valeva sputarla fuori tutta. O
avrebbe fatto peggio o l’avrebbe risollevato.
Scommise
sulla seconda.
-
Ma ti è piaciuto. L’hai visto. Era lui. E ti è piaciuto che fosse lui
con me lì che glielo permettevo. Non c’era niente di male, per questo
sei venuto. Non devi sentirti in colpa e sparire. Devi seguire il tuo
corpo e la sua reazione. Se fosse male pensi davvero che avresti
provato quel piacere tremendo? Devi solo lasciarti andare ed
arrenderti. Non è male. Ti è piaciuto, quindi va bene… sono solo
innocue e piacevoli esperienze… -
I
piccoli baci continuarono dolci facendogli rendere conto ancora una
volta che anche se era sempre stato convinto di essere incapace di quel
genere di cose, alla fine Ricardo riusciva a tirargliele fuori.
- E
comunque scusami… aspetterò che tu sia pronto… - Perché mentire e dire
che non l’avrebbe più fatto e che aveva rinunciato a quella fissa, era
inutile. Non ne era capace. Sapeva che finché non l’avesse realizzato
-e proprio con loro due- non avrebbe avuto pace. Non sapeva spegnersi a
comando, era inutile anche che ci provasse solamente…
All’udire
quelle parole, parole che Ricardo sapeva bene quante non solo sinceri
fossero ma anche quanto gli costassero per come Cristiano era fatto, si
sentì tornare in vita e riprese a respirare, rilassò i muscoli e si
sciolse le mani dal viso buttando l’asciugamano, quindi lo guardò in
viso da quella posizione erotica ma al tempo stesso semplicemente
intima, infine disse sorpreso:
-
Ma se ho reagito così non significa forse che è ora? - Cristiano sgranò
gli occhi pieno di stupore, incredulo di averglielo sentito dire con
tanto candore ed un tocco d’ingenuità. Un’ondata di calore lo invase e
fu un misto d’eccitazione per quello che aveva detto ed il modo e per
ciò che significava.
Si
tirò su per guardarlo meglio.
-
Non voglio forzarti… - Doveva assicurarsi che lo pensasse davvero e non
lo stesse dicendo solo per fargli piacere.
Ricardo
era incerto e non lo nascondeva, però c’era anche dell’altro. Non
riuscì a darci un nome ma gli piacque quel qualcosa di nuovo che vide.
-
Mi fido di te. Lo farò solo perché sei tu. Con altri non lo farei mai.
- Indipendentemente da chi fosse il terzo, che comunque doveva
ovviamente esercitare ugualmente un certo fascino su entrambi o non
avrebbe mai funzionato.
Cristiano
sorrise sentendo quell’ondata aumentare mentre si delineava in lui pura
felicità per quella sorta di ossessione -o sogno- che si realizzava.
Cioè che si realizzava proprio con loro due, visto che poteva anche
farlo con chiunque altro.
- E
poi non so quanto potrò andare avanti così, voi due e le vostre avances
mi state letteralmente uccidendo! -
Il
compagno posizionato sopra rise divertito e contento baciandolo con
impeto e gratitudine.
Non
era una cosa razionale, il voler fare a tutti i costi quell’esperienza,
ma lo tormentava troppo e finché non ci sarebbe riuscito non si sarebbe
dato pace.
Forse
semplicemente sapeva che ne sarebbe valsa tremendamente la pena e che a
non farla se ne sarebbe pentito sempre.