CAPITOLO
IX:
ALLA
BUON ORA
Cristiano
si svegliò tutto indolenzito e prima che si rendesse conto del motivo
di tali atroci dolori, si accorse di avere un peso addosso che dormiva
della grossa. Quando mise a fuoco il mondo circostante, scese con gli
occhi sulla figura che era ancora nel mondo dei sogni e che, a
giudicare dalla sua espressione rilassata, sembrava essere in uno
piuttosto di suo gradimento.
Si
ricordò di tutto quello che era successo la sera prima e sorrise
radioso, contento di essere riuscito a fare ciò che da poco meno di un
anno ormai cercava di fare.
Non
era tipo da avere tutti quei riguardi, ma con Ricardo era stato più
forte di lui… anche se poi aveva comunque agito come una bestia
sconvolgendolo non poco. Sapeva che quando l’avebbe fatto sarebbe
successo, ma alla fine non aveva più resistito.
Ora
ancora non capiva se tutto sommato avesse fatto bene o no.
Dopo
aver reagito malissimo a quell’orgasmo talmente bello, si era rilassato
contro di lui dormendo probabilmente meglio che mai.
Però
era bello svegliarsi e sentirselo addosso così, ancora nudi,
l’asciugamano ormai quasi caduto.
Ad
interrompere quello che per lui era uno dei momenti più belli degli
ultimi tempi -visto che non considerava le volte in cui faceva
semplicemente sesso e basta- fu la sveglia che impietosa suonò.
Ad
ogni modo non si sarebbe mai pentito di nulla, anche se sulle prime si
era chiesto se non avesse fatto una delle sue cazzate.
Le
palpebre abbassate di Ricardo cominciarono a muoversi pigramente,
quindi l’accarezzò delicato sulla schiena, con due sole dita,
svegliandolo in modo un po’ più piacevole. Dal sorriso che accennò nel
dormiveglia doveva averci azzeccato, così lo chiamò piano volendo
vedere quanto i suoi occhi, quell’oggi, erano sereni e scacciare il
panico della sera precedente.
Eppure
quelli erano i suoi modi, brutali, irruenti, crudeli talvolta. Non ne
conosceva altri.
Quando
finalmente poté vedere le sue iridi castano scuro velate ancora di
sonno, constatò, da così vicino, che tornando indietro l’avrebbe
rifatto.
E
si rispose alla domanda che si era fatto un paio di volte in quegli
ultimi tempi.
Come
mai gli piacevano tanto quelli puliti?
No,
non era che gli piacessero quelli puliti a giudicare dalle persone con
cui era stato in precedenza, anche se non seriamente. Aveva scoperto
quel proprio gusto con Ricardo.
La
sincerità, forse, la purezza, l’ingenuità, la chiarezza… cosa poteva
dire?
Era
come se fosse la parte buona che in lui -ne era convinto- non c’era.
Non
si reputava cattivo, ma di certo non uno ‘pulito’.
Forse,
si era risposto, semplicemente gli opposti si attraevano e basta e
visto che loro due erano chiaramente il diavolo e l’acqua santa, c’era
poco da pensarci su.
Gli
piaceva il candore.
Punto
e basta.
-
Buongiorno… - Sussurrò roco sorridendo.
-
Buongiorno… - Ricambiò allo stesso modo Ricardo con una nota timida
nella voce.
-
Spero che il tuo sonno sia stato piacevole come il mio… - Lo disse con
una evidente punta di malizia che fece arrossire da subito il compagno
sopra di sé.
-
Lo è stato… - Mormorò allora senza osare dire altro.
“Bene… “ Pensò
Cristiano allora fra il sollevato e l’allarmato: “Ora bisogna solo capire come
l’affronterà!”
Sì,
perché un conto era rendersi conto ed ammettere che gli piacevano i
ragazzi, o comunque fare certe cose con uno del suo stesso sesso, un
altro conto era affrontare realmente la cosa.
Uno
normale, una persona qualunque di quel loro ambiente, non ci avrebbe
dato molto peso, probabilmente. Ricardo ormai era appurato che di
comune agli altri aveva solo la passione per il calcio, probabilmente.
Poi,
improvvisamente, il ‘cucciolo’ fece sorprendentemente la prima
fantomatica mossa del mattino:
-
Posso? - Chiese educatamente.
Cristiano
non capì naturalmente a cosa si riferisse, quindi spaesato e preso in
contropiede, disse:
-
Ma certo… -
A
quello lo vide avvicinarsi per la breve distanza che era rimasta fra i
loro visi e puntarsi su un gomito a raggiungere le labbra.
Il
ricordo del bacio traumatico di qualche sera prima, tornò prepotente ma
notò che decisamente non aveva paragoni con quello che oltre ad essere
consenziente, era anche decisamente voluto!
Cristiano
rimase spiazzato sulle prime a ricevere la sua bocca che timida
combaciava sulla sua, poi quando la sentì aprirsi e farsi strada con la
lingua nella propria si svegliò di nuovo quella che lui chiamava ‘la
bestia’ e finalmente si decise a rispondere.
A
rispondere proprio bene.
Fermando
la corsa delle sue mani sulla schiena del compagno, lo premette su di
sé approfondendo quell’inizialmente timido incontro di lingue che poi
divenne più sfacciato e completo. La piccola lotta erotica avanzò
sospendendo tutto e cancellando dubbi e domande.
Era
di nuovo uno di quei momenti perfetti così com’erano.
Quando
si separarono, rimasero così vicini, sfiorandosi con le labbra, occhi
negli occhi, colpiti per quello che stava succedendo, uno semplicemente
contento e l’altro meno confuso di prima, anche se chiaramente
colpevole.
-
Non serve chiedere il permesso per baciare, eh? - Fece alla fine con
ironia. Ricardo sorrise abbassando il viso, premendolo di nuovo contro
il suo collo, lo sentì rabbrividire e si chiese se fosse per colpa sua.
Colpa…
il brasiliano si trovò a chiedersi se dovesse effettivamente
sentirsene, come già si facevano strada in lui senza che ci pensasse
poi molto.
Era
colpevole di non saper seguire più la strada giusta che la sua fede gli
suggeriva.
Aveva
fatto sempre di tutto per riuscirci ma ora per farlo stava rischiando
di perdere sé stesso e tutto quello che sapeva e voleva fare.
Si
era spento ed era stato ormai evidente a tutti.
Una
colpa di certo l’aveva, quella di non essere colui che aveva cercato di
essere con tutto sé stesso.
Ora
doveva semplicemente arrendersi all’evidenza.
Era
quello…
Gli
piacevano anche gli uomini e nella fattispecie gli piacevano le cose
che gli faceva Cristiano.
E
Cristiano stesso, probabilmente.
Non
poteva ancora dirlo con sicurezza.
Sforzarsi
di seguire quella che gli sembrava la strada giusta andava anche bene,
ma non finché il fatto di non riuscire a prenderla fino in fondo
diventava una colpa e lo rovinava impedendogli di vivere come si
doveva.
Vivere
con felicità era l’unico modo di rendere onore al grande dono che Dio
aveva fatto loro con la creazione.
E
lui ormai l’aveva del tutto persa, la sua felicità, per non essere chi
invece era.
Alla
fine doveva semplicemente imboccare quella che era la sua vera strada.
Essere
sé stesso e basta.
-
Devi avere pazienza… - Esordì allora Ricardo alla conclusione dei suoi
pensieri a mente lucida e fresca.
Cristiano
alzò le sopracciglia pensando già di dover sentire una frase della
serie ‘non sono ancora pronto per affrontare la mia sessualità’. Però
ancora una volta quello che forse tanto ingenuo non era più, ormai, lo
stupì:
-
Sto scoprendo adesso chi sono davvero… - Attese un attimo e seriamente
convinto, aggiunse: - Dovrai aiutarmi a capirlo! -
A
quello, il compagno con un gran sorriso pieno di malizia misto a
felicità, lo strinse in maniera esuberante esclamando:
-
Con piacere! - In ogni senso… e poi aggiunse: - Alla buon ora, eh? -
Effettivamente
non aveva torto visto che solo all’età di 28 anni Ricardo aveva capito
che in lui qualcosa non andava come avrebbe dovuto!
“Ora
lo riconosco… il mio adorabile ingenuo!”
Pensò
quindi scoccandoli un sonoro bacio sulle labbra che sanciva quello che
ormai erano diventati dopo un più o meno lungo cammino.
E
mentre succedeva, il pensiero di Ricardo non poté non volare brevemente
ad Andry che gli fece chiedere con un tocco di malinconia cosa sarebbe
successo se all’epoca avesse avuto il coraggio di seguire ciò che era e
ciò che voleva, proprio come stava riuscendo a fare ora.
Magari
sarebbe finita diversamente e non si sarebbero separati in quel modo
amaro.
Trattenne
un sospiro scontento per buttarne fuori uno di piacere quando la mano
di Cristiano sulle sue parti intime già pronte a reagire, lo distrasse.
Qualunque
cosa era stata e sarebbe potuta o dovuta essere, volente o dolente era
finita.
Bisognava
andare avanti ed ora ci stava riuscendo.
Quando
giunsero in ritardo nella hall attesi da tutti ormai pronti, uno
sguardo inizialmente assassino di José li penetrò come fossero dei
mostri eretici, ma ad un’occhiata attenta alle loro espressioni serene,
rilassate e luminose, capì subito il motivo del ritardo e si trasformò
in uno sguardo compiaciuto e carico di malizia.
Non
disse niente, ma lui e Cristiano si capirono al volo e quel: - Alla
buon ora! - seccato, fu chiaramente inteso da loro come un ‘alla buon
ora che te lo sei fatto!’.
Ovvero
che finalmente l’aveva tirato su come si doveva!