CAPITOLO III:
PRINCIPIO DI PSICOSI SCHIZOIDE

Fu estremamente frustrante la notte seguente.
Decisamente ed ampiamente.
Chi mai poteva aver osato prenotare per la trasferta un albergo con sole camere da tre?
Cristiano aveva fulminato il povero sventurato capitato con loro come se fosse colpa sua. Forse non lo era tanto il fatto che fosse finito con loro quanto che ridesse sganasciandosi ingloriosamente per la situazione, lieto di essere l’odioso essere che gli rompeva le scatole.
Tale creatura incosciente era Marcelo, chi altri?
La cerchia di amici di Cristiano, quella con cui era culo e camicia, i cosiddetti compagni di scleri e buffonate, erano appunto Marcelo, Pepe e Karim Benzema… più varie altre aggiunte che si alternavano di tanto in tanto, ma loro i fissi. Di questi, Pepe e Marcelo erano particolarmente idioti quando ci si mettevano e sembravano mettercisi sempre, infatti non a caso erano considerati una coppia.
La coppia più demente sulla faccia della Terra, ma sempre coppia erano.
Al momento di decidere come dividere i vari innamorati -e ce n’erano un paio- i single se l’erano giocata ma poi siccome era Karim a dover finire con Cristiano e Ricardo, allo sguardo truce del primo dei due -l’unico in grado di usare sguardi truci tremendi ed intimidatori- il francese si era attaccato alla schiena di Pepe piagnucolando che non voleva morire. Marcelo era rimasto impressionato e facendo come suo solito lo sbruffone aveva cominciato a sparare che non era da avere tutta quella paura di un cagnone come Cris che tanto abbaiava ma non mordeva mai.
Il risultato era stato Karim attaccato ancora alla schiena di Pepe e dietro di lui Mesut Ozil che non ci pensava minimamente ad offrirsi volontario per il giro di boa.
Tutto questo all’oscuro di Ricardo che se avesse saputo che i suoi amici erano in seri problemi per chi avrebbe passato quella notte con loro, sarebbe andato lui stesso da Iker e Sergio -anche loro alle prese con il terzo inquilino intruso- e avrebbe tagliato la testa al toro.
Alla fine l’unico che sembrava seriamente convinto di poterci riuscire senza correre seri rischi era stato proprio Marcelo.
Il buffo era che lui componeva una delle famose coppie della squadra che in teoria dovevano ospitare un single per non separarsi!
Situazione davvero comica.
Infatti Karim e Mesut si erano beccati l’occhiataccia di Pepe, mentre Marcelo quella di Cristiano che però faceva per tre.
Intrecci a parte, la nottata era stata la peggiore della loro esistenza.
Per tutti.
A nulla servirono gli accidenti alla società che aveva fornito loro un albergo simile, alla fine avevano dovuto sopportare.
L’unico a divertirsi davvero era stato Marcelo il quale era nato per rompere le scatole, infatti immune agli sguardi assassini di Cristiano rideva sguaiato stuzzicando la coppia di continuo, guardandosi bene dal lasciarli in pace e fare finta di non esistere.
Già che Cristiano e Ricardo erano in una fase delicata della loro relazione… insomma, sua moglie stava per avere la seconda figlia in Brasile che poteva nascere da un momento all’altro e la sua coscienza sembrava parlargli in tal senso creando spesso momenti di tensione, se poi ci si metteva il folletto malefico del gruppo che non si staccava da loro di proposito impedendogli di fare un po’ delle loro sacrosante cose che già potevano fare poco e di sicuro avrebbero fatto ancora meno da lì in poi, era davvero complicato!
All’ennesimo sbuffo di Cristiano che solitamente andava d’amore e d’accordo con Marcelo, Ricardo gli carezzò la schiena dicendogli con la sua solita dolcezza che fungeva da valeriana per il compagno a volte isterico:
- Dai, il regalo me lo avresti dato comunque a Madrid, hai detto… - Lo sguardo di fuoco ora fu per lui. No, decisamente la voce dolce non bastava… - Ma non è colpa di Marcelo se ci sono solo camere da tre e dobbiamo stare insieme. Non credo che lui si diverta più di noi… - Non voleva essere esplicito e dire ‘a fare il terzo incomodo’ ma era ovvio.
Il portoghese però i riguardi non sapeva nemmeno cosa fossero, infatti esasperato sbottò:
- Ma non sta a credere, sai… guarda che ghigno felice che c’ha quello stronzo! - Marcelo in quello uscì dal bagno proprio con quel ghigno ben stampato in faccia, una faccia da schiaffi in effetti. Ricardo dovette convenire con lui, però non lo ammise ugualmente, gli pareva una mancanza di tatto ed in fondo era vero che non se l’erano cercata.
- Dai su… - Concluse poi non sapendo che altro dire. Scivolò con la mano alla vita per cingerlo con delicatezza ma proprio mentre Cristiano si stava beando dell’unico momento decente della serata, il suo umore precipitò quando Marcelo piombò loro addosso abbracciandoli con quel suo tipico fare esuberante ed invadente. Normalmente faceva ridere ed era benvoluto proprio per quello, ma lì si beccò la perplessità di Ricardo a cui non tornava qualcosa e l’odio atroce di Cristiano che invece capiva tutto eccome.
Era solo uno stronzo.
Basta.
- Glielo puoi dare lo stesso il regalo, eh? Io non mi scandalizzo per niente! Anzi, se dovete fare le porcate fatele lo stesso, a me piace guardare! Certo se ci fosse anche Pepe… - Ma Cristiano guardò Ricardo come per assecondare la sua provocazione. Bastò un’occhiata e cambiò subito idea.
Ricardo non lo dilaniò con gli occhi, non era da lui. Lo guardò obliquo e nemmeno con fare ammonitore. Era lo sguardo più naturale del mondo.
Ma parlò, parlò davvero molto e Cristiano si smontò sciogliendosi dalla presa, avvelenato dall’universo intero, andando in terrazza a sbuffare come una pentola a pressione.
Marcelo si piegò in due dal ridere mentre Ricardo scosse sconsolato il capo.
Forse era meglio lasciarlo da solo.
- Solo per un regalo ed una notte andata storta, tutte queste storie! - Commentò Marcelo fra le risa.
- Ha detto che per il regalo devo aspettare di tornare a Madrid. Stasera era solo uno dei nostri rari momenti privati che potevamo concederci… - Illuminò Ricardo sperando in un po’ di sensibilità nel compagno. Sembrò non capire comunque, infatti come sempre senza peli sulla lingua, disse:
- Ma che dici, potete averne quanti ne volete… state insieme! - Perfino Riky che era Riky lì vacillò e pensò se ci era o ci faceva, poi con pazienza e sospirando si diede la briga di spiegare oltre cercando di non andare troppo nei dettagli consapevole che erano comunque cose solo sue e del proprio ragazzo.
- La mia situazione non è un segreto di stato. Penso che sia chiaro che la mia relazione con Cris deve rimanere più segreta possibile, specie ora. Non abbiamo tutto il tempo che vogliamo, in realtà, ed ultimamente gliel’ho fatto notare. Che dobbiamo stare attenti. - Questa volta Marcelo capì e diventando sorprendentemente serio, commentò grave:
- Ah, ecco perché è nevrotico e sembra abbia sempre dei principi di psicosi schizoide! - Probabilmente non sapeva nemmeno cosa stava dicendo, lo diceva perché gli suonava bene, ma ne era anche convinto.
Ricardo avrebbe anche riso ma il momento serio sarebbe finito e sembrava che stesse miracolosamente riuscendo a fargli capire qualcosa di importante. Ovvero che i nervi di Cris erano particolarmente delicati in quel periodo.
- Sì… cioè, le trasferte sono le poche volte che possiamo stare liberamente insieme e per di più solo quando siamo in privato ed al sicuro. Direi che non ha tutto il tempo che vuole… -
Marcelo annuì e rimase serio per altri… dieci secondi, dopo di che schizzò fuori in terrazzo e prima che Ricardo potesse fermarlo, si era già buttato sulla schiena dell’amico e lo stava amichevolmente strozzando dicendo:
- AMORE, SCUSAMI! NON VOLEVO INVADERE LA TUA RARA PRIVACY! SE VUOI MI METTO I TAPPI NELLE ORECCHIE ED UN SACCHETTO IN TESTA COSI’ PUOI TROMBARTI IL TUO AMMMMORE QUANTO VUOI, STANOTTE! -
E gridarlo era decisamente necessario, come anche dirlo...
Ricardo si mise una mano sulla fronte e sospirò di nuovo sconsolato arrendendosi, dopo due secondi si sentì un frastuono micidiale e le urla di Cristiano di rimando, insulti indicibili in portoghese, in seguito Marcelo finì chiuso fuori sul balcone e a gattoni rimase a massaggiarsi il sedere sghignazzando divertito.
Ricardo non poté che pensare che sarebbe stata una lunghissima notte atroce ma non poteva immaginare quanto.
Cristiano dopo aver imprigionato il loro invadente amico sul terrazzo, al di là della porta finestra, si precipitò subito da lui che vedendolo con quell’espressione furiosa e decisa impallidì, venne preso e spinto di forza contro il muro in modo che il portoghese desse la schiena al compagno chiuso fuori che li fissava incuriosito.
- C-Cris? - Chiamò incerto il brasiliano impaurito mentre cercava di spingere via Cristiano che invece non voleva saperne. Grugnì e si abbassò continuando a premerlo contro il muro.
- C-Cris… che fai? - La voce gli tremava ma l’altro in risposta gli abbassò la tuta insieme ai boxer e senza perdere tempo, con foga, prese subito in bocca ciò che al momento pareva interessargli sopra ogni cosa.
Per la serie: ‘io i miei piani me li sono fatti, non intendo mandarli a puttane per uno stronzo!’
- Cris… - continuava a piagnucolare la ‘vittima’ mentre tentava ancora di spingerlo via, ma la sua testa non voleva saperne di staccarsi dalla propria erezione che ormai aveva cominciato a reagire… anch’egli evidentemente in astinenza dalle sue labbra e dalla sua lingua che sapevano adoperarsi per lui come nessuno. Per di più con quella verve furiosa risultava ancora più passionale e focoso del solito.
In breve le lamentele di Riky si trasformarono in gemiti incontrollati, così come i suoi ‘Cris’ divennero sempre più strascicati e allungati e le sue mani invece di cercare di staccarsi il giovane di dosso se lo premeva contro affondando le dita fra i capelli corti.
Ormai la scintilla era scattata e sebbene entrambi avessero faticato molto a controllarsi in tutti quei giorni, ora che erano andati in collisione non sembravano più in grado di ragionare, nemmeno Ricardo che ormai aveva rinunciato all’idea di fare la brava persona.
Marcelo rimase dunque al di là del vetro ad ammirare lo spettacolo porno. Era accucciato e si succhiava il pollice ghignando malizioso ed interessato alla scena.
Vedere Ricardo prima opporsi e poi chiedere di più schiacciandosi la testa contro la propria erezione invogliando Cristiano a continuare con il suo erotico e folle lavoretto di bocca, era decisamente appagante anche senza poter partecipare. Sì perché in quel caso sarebbe davvero stato ucciso da Cristiano!
Alla fine Riky abbandonò la testa all’indietro e chiudendo gli occhi venne nella bocca del compagno che pareva non aspettare altro, in seguito a ciò il giovane nettamente più rilassato si alzò slacciandosi i jeans con la chiara intenzione di far ricambiare all’altro. Naturalmente a Ricardo -che nel frattempo si era tirato su pantaloni e boxer velocissimo- vennero le convulsioni e questa volta sgusciò via lontano a debita distanza, terrorizzato dall’idea di non riuscire più a controllarsi nonostante Marcelo che fissava volentieri le loro prodezze a luci rosse!
- PORCA PUTTANA, RIKY! VIENI QUA! - Alla fine Cristiano tornò ad arrabbiarsi e gridando gli ordinò di fermarsi, così l’altro fece come in automatico, non osando contraddirlo quando era così furibondo.
Era così importante per lui fare l’amore proprio in quel momento?
Ma Marcelo guardava… fissò il suo ragazzo e lo vide andargli davanti, aveva un’espressione davvero allucinata e fuori di sé.
Fra lui così e l’idea di farsi guardare mentre faceva sesso con lui, se proprio proprio avesse insistito ancora avrebbe ceduto.
Cristiano lo sapeva quindi all’ultimo ebbe pietà ed invece di sbatterselo sul letto se lo trascinò in bagno. Un bagno non molto grande e per nulla comodo, certamente inadatto a certe cose ma quanto di meglio si potesse sperare visto le alternative.
Quando Ricardo si sentì rinchiudere nella stanza sospirò sollevato:
- Temevo volessi farlo davanti a lui… -
- L’idea mi ha sfiorato, ma poi non mi andava di sentirti lagnare! - Rispose sincero Cris mentre si avventava sul suo collo.
Riky sorrise cingendogli il capo con le braccia cercando maggiore contatto, era come se non gli bastasse avere il suo corpo che gli si strofinava addosso. Anche per lui era difficile contenersi con uno come Cris ed in momenti simili si vedeva ancora di più.
Dopo che ebbe finito col suo collo, il brasiliano scivolò in ginocchio davanti all’altro che rimase appoggiato con le mani e la fronte alla porta chiusa, poi quasi con frenesia e desiderio crescente gli liberò l’inguine, gli prese i glutei fra le mani e se lo premette contro la propria bocca.
Quando cominciò a muoversi sulla sua eccitazione sempre più alta, Cristiano sospirò di sollievo finendo per gemere rumorosamente, spingendo a sua volta il bacino contro di lui.
Era uno di quei momenti di delirio dove si voleva sempre di più ed in un solo istante, senza saper assaporarsi con calma il piacere, volendolo tutto in una volta, subito, prima di impazzire.
Sentendo che stava già per venire, infatti, Cris tirò su il compagno e lo sistemò in modo che si appoggiasse al lavandino, lo piegò in avanti e si chinò sulla sua schiena dove aveva alzato la maglia. Lasciò una scia umida con la lingua che poi si infilò nella sua apertura cominciando a stimolarla e stuzzicarla anche con le dita.
Ai gemiti di Riky aumentò il ritmo fino a che non ce la fece più perfino lui e lamentoso chiese:
- Ti prego, vieni… -
Questo fu il colpo di grazia perché era evidente che anche per lui era così e se cercava di mantenere una lontana decenza era solo per riguardo verso la persona a cui teneva.
Col suo via libero si scollegò e sistemandosi contro di lui, facendo combaciare i corpi, lo penetrò più facilmente di quanto avesse pensato.
Evidentemente il desiderio era davvero alto per entrambi ed in breve il piacere si fece sentire più acuto che mai.
Cris, tenendolo per i fianchi, cominciò a spingere con maggior foga fino a strappare a Riky dei lamenti particolarmente sentiti mentre si stringeva convulsamente al lavandino e gettava la testa all’indietro inarcando la schiena e muovendosi come un’onda continua. Lo trovò estremamente sensuale e senza riuscire a smettere di guardarlo aumentò il ritmo con spinte sempre più vigorose e veloci fino a che non si abbandonò al piacere più intenso con un bisogno che non si sognava nemmeno di avere, non a quei livelli.
Appena raggiunto l’orgasmo la tensione si sciolse e si piegò sull’altro, gli circondò la vita cercando i capezzoli senza farci caso. Lasciò alcuni piccoli baci sul collo, scostandogli la maglietta ancora addosso che era solamente alzata, infine rimase sul suo orecchio, ansimante e pulsante, ancora pieno di desiderio.
- Non ce la facevo più… non potevo aspettare un momento più privato ed intimo… stavo impazzendo… - Era come un bisogno biologico primario, ad un certo punto, per lui. Se si tratteneva troppo finiva per raggiungere livelli innaturali, ecco perché poi aveva una certa fama in quel settore. Il sesso era il suo modo per rilassare gli ormoni che altrimenti lo facevano schizzare come uno psicotico.
Che poi lo facesse con chi gli capitava solo per dimostrare che poteva fare qualunque cosa senza riserve, era un altro discorso… e comunque da quando si era messo con Riky non faceva più nemmeno quelle cose discutibili, stranamente. Le voci, infatti, si erano completamente fermate.
- Bè, intimo è intimo… ed anche privato… penso che più privato di così non possa essere, in effetti… - Commentò ridacchiando Ricardo appoggiando le mani sulle sue ed intrecciando le dita per tenerlo abbracciato a sé in quel modo che gli piaceva tantissimo.
Si tirarono su e rimasero a fissarsi attraverso lo specchio. Erano sudati e spettinati ma non avrebbero potuto avere un’aria più soddisfatta di quella.
- Buon compleanno, piccolo! - Disse infine improvvisamente tenero Cristiano, come se tutta la tensione di prima fosse sfumata e mai esistita. Ricardo rimase sorpreso ma poi sorrise addolcito, adorava quando lo chiamava così nonostante quello più grande dei due fosse proprio lui.
Era davvero dolce, quando voleva, ma se glielo avesse fatto notare si sarebbe ritirato imbarazzato, così con abilità si godette l’attimo facendo finta di niente. Girò solo il capo e cercò le sue labbra, una volta trovate, morbide e calde, disse su di esse:
- Grazie… - In risposta Cris si infilò con la lingua intrecciandola alla sua, dando vita ad un bacio lento e pacifico, diametralmente opposto a quelli soliti che si scambiavano.
Da lì Riky capì che era tornato tutto a posto e che la partita del giorno seguente contro il Valencia sarebbe stata grandiosa.
Quando uscirono sentirono uno strano e sospetto silenzio.
Si guardarono intorno cercando la fonte primaria del casino solito, ma non trovarono nessuno:
- Ma Marcelo? -
- Mica sarà ancora chiuso fuori… - A quello guardarono verso la porta finestra a vetri e ciò che videro li fece scoppiare a ridere.
Marcelo si era steso sul terrazzo e col buio ormai inoltrato della notte, si era addormentato.
- Ma povero… apri che si prende un accidente! - Fece Riky preoccupato ed impietosito.
- Macché povero! Lascialo là che così possiamo continuare sul letto! - Rispose schietto e crudele Cris prendendoselo per mano e allontanandolo dalla porta-finestra chiusa.
- Ma no… -
- Ma sì! - Alla fine lottarono un po’ ma vinsero gli occhioni dolci di Ricardo che riuscì ad aprire all’amico e a trascinarlo in camera. Come lo toccò il difensore si svegliò e vedendo il connazionale sotto le spoglie di un angelo caduto dal cielo, gli si appese al collo di slancio cominciando a  baciarlo sulla faccia e ringraziarlo commosso:
- Oddio, grazie angelo mio, pensavo mi aveste dimenticati! Stavo congelando! - Certamente non era inverno ma nemmeno estate, di notte la temperatura calava e le sue lamentele erano comprensibili. Non il modo in cui le esprimeva.
Risultato? Marcelo di nuovo chiuso fuori e Cristiano che ancorava Ricardo al letto, stringendolo a sé a modo di koala, impedendogli tassativamente di aprire all’altro sfacciato ‘stronzo che stronzeggia’, come l’aveva poi definito il portoghese.