NOTE:
avevo fatto una domanda nella mia pagina autore su facebook. Su quale
coppia vorreste fosse la prima fic dell'anno? Ed alla fine ha vinto,
anche si di poco, questa qua. Karim e Zizou. Inizialmente non avevo
idea di che cosa scrivere ed ho anche faticato un po', ma alla fine
non riuscivo più a smettere. Come sempre sono riuscita a dilungarmi.
È una fic semplice e carina, ma considerando i protagonisti è una
novità visto che Karim e Zizou semplici e carini non lo sono mai!
Buon anno nuovo, che il 2015 sia come questa fic. Semplice ma carina!
Buona lettura. Baci Akane
UNA
RELAZIONE A MODO LORO
-
Dai, fai un salto qua a Dubai anche tu... - Disse Karim miagolando.
Zizou ogni volta che sentiva quel suo tono particolare tratteneva a
stento le risate. Karim aveva una voce di natura piuttosto grossa e
corposa, molto bassa. Non certo fine, dolce e gentile. Per cui quando
si metteva a fare certi toni da gattino, risultava grottesco... solo
che gli piaceva troppo per farlo smettere. Si abbassava a fare le
moine solo con lui, per cui era molto geloso della sua vocina
grottesca che miagolava.
Karim
non l'avrebbe di certo fatto con altri, comunque, e se sapeva di
essere sentito non la usava.
Lì
però erano soli, ognuno nelle rispettive città.
Karim
aveva fatto quei giorni di vacanza a Dubai, come anche Cris, in
attesa che la squadra si riunisse a Madrid e li raggiungesse. Zizou
invece aveva passato quei giorni a Parigi, con la famiglia.
La
cosa non gli piaceva molto, ma non poteva pretendere miracoli, le
feste erano le feste.
Però
ora erano passate e si trattava di raggiungerlo un paio di giorni
prima che ricominciasse anche l'attività del Castilla, allenato da
Zizou.
Questi
si riunivano un po' dopo di loro, quindi volendo Zizou avrebbe potuto
passare due giorni a Dubai con Karim, dopo Natale.
Ma
era convinto di non dover tirare troppo la corda.
-
Karim, sei seguito ventiquattro ore su ventiquattro perchè lì a
Dubai sei una star, sono più i fan che incontri che la gente che non
ti conosce! Se ci vedono insieme sai che casino scoppia? - Zizou era
fissato con il stare attenti, a Karim non importava molto ovviamente,
anche se era riservato anche lui.
- Che
palle! Le vacanze senza il compagno! Che brutto! - Zizou si mise a
ridere alle sue lamentele, se lo immaginava rotolare nel letto della
camera d'albergo con il broncio ben fatto.
- Ci
vediamo sempre, viviamo nella stessa città, siamo quasi vicini di
casa, i nostri quartieri sono limitrofi! Insomma, sii serio! Non è
che viviamo distanti e quindi dobbiamo approfittare delle feste come
fanno Cris e Riky! - Usava sempre loro come esempio perchè con Karim
era probabilmente l'unica coppia, dopo Sami e Mesut, che gli stava a
cuore. Li aveva visti innamorarsi e mettersi insieme ed erano sempre
stati due fra i suoi amici. Soprattutto con Cris, ora c'era un gran
bel rapporto.
- No,
lo so... però mi piaceva l'idea di passare almeno due giorni io e te
soli senza pensare agli impegni lavorativi e familiari... una
vacanzina per noi due e basta... - Zizou si intenerì dopo le risate,
ora Karim non miagolava, però era demoralizzato all'idea di
rinunciare al suo sogno.
In
effetti non avevano mai passato due giorni così come diceva lui.
Vivendo praticamente insieme e lavorando nello stesso posto, non ci
avevano mai pensato. Si vedevano ogni giorno, stavano insieme ogni
giorno e prima o dopo le sessioni di allenamento trovavano il tempo
per stare insieme, usavano il dormitorio del centro sportivo del Real
Madrid, come base d'amore. Ormai a casa di Karim c'erano fidanzata e
figlia, mentre quella di Zizou era sempre stata ovviamente off
limits!
- Ti
prometto che mi organizzerò per la prossima pausa. I prossimi due
giorni liberi da calcio, li organizzo con te. - Karim accentuò il
broncio.
- Eh
certo, cosa saranno, a pasqua? -
Zizou
preferì non pensarci davvero in quel momento e sorridendo cambiò
argomento.
-
Perchè te ne sei andato a Dubai? Se restavi in zona potevo venire...
- Karim sospirò di nuovo col broncio, come aveva fatto per tutto il
tempo.
- Me
ne sono pentito molto... - Ammise depresso. Zizou si intenerì ancora
e si sentì dilaniato dalla voglia di raggiungerlo.
-
Ehi, goditi questi giorni e non pensare a niente! - Tentò di tirarlo
su pensando fosse strano avere quella conversazione visto che si
vedevano ogni giorno.
-
Come faccio a non pensare a niente se voglio stare con te? Se non
penso a niente mi vieni comunque in mente tu! - A questo punto Zizou
si stufò e sbuffando lo mandò bellamente a quel paese.
-
Senti Karim, siamo al 27, il 29 ti raggiunge la squadra a Dubai e
finisci le vacanze! Viviamo insieme, ci vediamo ogni giorno a
Madrid... se per un paio di giorni stai senza di me, non sarà la
fine! - Con questo si beccò il 'vaffanculo' di Karim che chiuse il
telefono bruscamente senza dire altro.
Zizou
aveva voluto sdrammatizzare, ma evidentemente lui non era dello
stesso avviso. Comunque pensò che a quel punto fosse meglio così.
Se era arrabbiato con lui, non lo tormentava per vederlo.
“Per
pochi giorni non morirà!”
Si
disse.
Poi
guardò l'ora ed iniziò a fare dei calcoli in base agli impegni con
la moglie, al fuso orario e alle ore di volo.
Se
c'era uno che poteva organizzare una missione impossibile e portarla
a termine con successo, quello era proprio lui!
Karim
diede un calcio ad un sasso sul suo cammino, mentre la sera carezzava
fresca la sua pelle.
Lo
sguardo fisso a terra, il solito broncio ed il telefono ancora
all'orecchio che, dopo aver visto la foto pubblicata da Zizou con sua
moglie a Parigi, necessitava di consolazione.
Quando
prese la linea, la voce seccata di Cristiano gli fece capire che
sarebbe stata una brevissima conversazione.
- Che
c'è? - Chiese sbrigativo. Karim scivolò fra la folla mimetizzandosi
per passare inosservato.
- Sei
con Riky? - Chiese senza bisogno di salutarsi, fra loro certe
cerimonie erano inutili.
- E
con chi dovrei essere? - Karim non era dell'umore adatto e si
inalberò subito.
- Ma
che ne so! Con la tua famiglia, i tuoi amici! Non è che ti seguo nei
social come fanno tutti! E poi Riky dovrebbe essere dall'altra parte
del mondo, che cazzo ne so! -
-
Cosa vuoi, Karim? - Chiese bruscamente Cristiano sul piede di guerra.
Non solo lo interrompeva, ma era pure arrabbiato!?
-
Niente, uffa! Parlare! So che sei a Dubai anche tu, magari vederti
per bere una cosa! Ma sta con Riky! Salutamelo! - Con questo mise giù
prima di fargli ribattere qualcosa.
Karim
sbuffando girò sui tacchi e fece per tornare in albergo, ma il
telefono gli suonò subito.
Vedendo
il nome di Cristiano, capì che era Riky, infatti senza deluderlo la
sua vocina gli rispose dolcemente come sempre.
-
Scusalo, è un cavernicolo! - Sentirlo lo riempì di un piacevole
senso rilassante, la voce di Riky lo calmò immediatamente.
- Lo
conosco bene. Non preoccuparti! Non voglio disturbarvi, davvero! -
Fece poi addolcendosi, usando la versione amichevole di sé che in
pochi potevano fregiarsi d'aver incontrato.
- Non
disturbi! Non è che facciamo sesso ventiquattro ore al giorno! Ci
sono anche i momenti in cui facciamo altro! - Karim rise di gusto.
-
Davvero? Non avrei mai detto visto che il tuo consorte è Cris! - I
due passarono a prendere in giro Cris complici, nel sottofondo Karim
udì infatti il preso in causa sbraitargli contro.
- Che
succede? - Fece dopo un po' di caos e risate a tre. Karim sospirò e
si sedette su una panchina in un buon punto dove poteva sentire bene
il telefono e guardare la gente intorno a sé che lo ignorava.
-
Niente, sono solo a Dubai e speravo di vedere qualcuno... - Riky capì
subito che c'era qualcosa che non andava.
- Ma
come? Sei solo in vacanza?! E la tua ragazza, tua figlia, gli amici?
E Zizou? - Riky in un istante fece l'elenco di tutti quelli che
avrebbe dovuto vedere e Karim si morse il labbro facendo una smorfia,
poi rispose come se fosse colpa sua.
- Ho
mandato via tutti un giorno prima del necessario pensando che Zizou
sarebbe venuto oggi e domani per stare con me senza impegni né di
lavoro, né di famiglia. Invece lui non la pensava così, visto che
viviamo a Madrid, lavoriamo nello stesso posto e ci vediamo ogni
giorno! - Concluse seccato e demoralizzato, era un miscuglio fra
entrambe le cose e Riky rise senza farsi troppi problemi di tatto, se
rideva lui andava bene.
-
Dove sei ora? -
-
Solo come un cane in giro per la città! -
- E
non ti fermano tutti? -
- So
come non farmi riconoscere... ogni tanto qualcuno mi nota, ma non
sono problemi... -
-
Vuoi passare da noi? Tanto oggi siamo stati anche con gli amici di
Cris in barca, è la giornata degli amici... - Karim arricciò il
naso incerto.
- Ma
non dovete fare le vostre porcate? - Riky rise forte.
-
Abbiamo già fatto, necessito di riposo fra una e l'altra. Per un po'
di tempo con un amico, non moriremo! - Nel sottofondo si udì di
nuovo Cris che inveiva contro Karim, anche se in portoghese, capì
che era seccato.
-
Dai, lascia stare... ho chiamato solo per sapere se era solo anche
lui... cioè sapevo che in ogni caso era con qualcuno, ma magari
sai... - Riky lo interruppe.
-
Stai scherzando! Sei solo e sei depresso! Noi siamo tuoi amici!
Vieni! -
- No
no... guarda, vado a dormire! - Cris a quel punto gli prese il
telefono a Riky e parlò al suo posto.
- Sei
uno scemo! Se vuoi venire, vieni! Basta che ad un certo punto te ne
vai! - Karim ridacchiò. Con Cris non avevi problemi di
fraintendimenti, ti diceva quel che pensava in faccia senza farsi
domande su quanto carino fosse.
Preferiva
così, comunque.
-
Lascia stare. Sapevo che vi siete visti durante il mondiale per club
e che era andato via per impegni di famiglia, non credevo che fosse
tornato... non doveva venire il 30 per la partita contro il Milan? -
Chiese poi distraendosi dall'argomento principale.
- Sì,
ma c'è la recita di Isabella e non può mancare, per questo ha fatto
un salto mortale ed è tornato qua. Sta oggi e domani torna in
giornata. - Karim annuì e si strinse nelle spalle alzandosi e
rimettendosi a camminare.
-
Lascia perdere, sta con lui. Ho chiamato pensando che eri solo o con
qualche amico, non toglierei mai del tempo a Riky! Sta con lui e
salutamelo. Io farò un giro e poi andrò a dormire. - Cris,
sentendosi in colpa per averlo scaricato a quel modo, chiese in
ultimo.
-
Domani che farai? - Karim alzò le spalle annoiato.
-
Speravo di essere con Zizou, ma quello stronzo non farà mai sei ore
di volo per me quando poi siamo insieme tutto l'anno a Madrid, per
cui niente, piscina, sole, boh... - Cris rise dispiaciuto di saperlo
lì e pure solo.
-
Dipende da quando Riky va via, eventualmente in serata ci vediamo,
ok? - Karim alzò ancora le spalle indifferente.
-
Come vuoi. Tanto mi sa che sarò liberissimo! -
Con
questo i due si salutarono. Messo giù, Karim riuscì a sentirsi
anche più solo.
Era
una sensazione terribile, ma non era tanto il non avere nessuno con
cui passare il tempo, era più l'idea di non avere Zizou quando si
era convinto graniticamente che invece sarebbe stato lì. Quella
delusione era peggio di tutte le altre.
Alla
fine dovette arrendersi, era a Dubai ed era solo.
A
volte andava così, non ci poteva fare nulla.
“Che
merda di fine anno!”
Pensò
svogliato tornando in albergo.
Zizou
sbuffò scuotendo la testa.
Per
quanto ci provasse e lo volesse, non c'era verso.
Non
poteva.
C'erano
impegni di famiglia inderogabili, lui non era mai mancato. Karim
poteva permettersi di mancare ai propri visto che non era sposato e
che era il primo capodanno con la figlia, Melia era troppo piccola
per capire cosa succedeva. Non le cambiava la vita.
Oltretutto
Karim padre era un po' come un mistero da svelare.
Appunto,
da svelare.
Alla
fine dovette arrendersi all'evidenza, non si poteva proprio fare. Non
poteva raggiungerlo a Dubai. E poi per un giorno era assurdo.
Si
trattava comunque di poche ore, perchè poi la squadra lo avrebbe
raggiunto il ventinove. A quel punto tanto valeva aspettare il
trentuno che sarebbero stati di nuovo a Madrid.
Gli
dispiaceva, ma era abbastanza adulto da accettare quello che non
poteva cambiare e pensare invece a quello che poteva fare senza
smuovere mari e monti.
Karim
passò la peggiore giornata della sua vita, le ore non passarono più
e maledì con tutto sé stesso la propria convinzione di poterlo
vedere.
Come
aveva potuto pensare che venisse a meno dei propri doveri per lui?
Proprio Zizou!
Lo
conosceva, sapeva che sarebbe stato impossibile.
Per
tutta la giornata stette male, solo la sera si vide con Cris rimasto
orfano di Riky volato via per i suoi impegni familiari prossimi.
I due
avevano passato due giorni insieme e Cris era in estasi, tutto il
contrario di Karim che invece era di pessimo umore, ringhiante e
amareggiato.
La
partita del 30 con il Milan, un'amichevole, Cri giocò bene e segnò
come da qualche partita non gli veniva. Alla CR7. Karim in compenso
non fece il solito Karim, infatti pur giocando il secondo tempo con
Gareth, non combinò molto a parte segnare il rigore e sfiorare
un'azione da sogno sempre in combinazione col gallese.
Karim
con Cris giocava meglio, i due erano più sincronizzati, ma siccome
si era giocato contro il Milan di Carletto, era chiaro che aveva
separato le due punte di diamante per limitare la forza del Real.
Comunque
sarebbe stato fuori fase per via di Zizou.
Il
Real perse 4 a 2, ma trattandosi di un'amichevole non intaccò la
striscia di imbattibilità che portavano in record e tutti furono
comunque contenti.
Tornare
a Madrid, fu per Karim il più enorme sollievo mai provato.
Dubai
era stata una tortura, partita come un piccolo sogno e conclusa come
un incubo.
Per
cui, appena arrivato a Madrid, non si fiondò da lui, non lo chiamò
e non gli scrisse per dirgli di vedersi. Non fece esattamente nulla,
in cuor suo seccato con la mancanza di tatto e premura di Zizou.
Erano
fatti così, lo capiva. E poi lui aveva le sue fisse, le sue regole.
Non pretendeva cambiasse, ma solo che a volte fosse un po' più
elastico. Probabilmente era un'utopia che non si sarebbe mai
realizzata.
Era
il 31 Dicembre, il mattino fecero allenamento nonostante fossero
tornati da poche ore. Non fu un allenamento pesante, ma non potevano
saltarlo o la loro forma sarebbe andata a quel paese.
Fecero
alcuni esercizi di recupero al coperto per poi finire in palestra con
gli attrezzi e poi dei massaggi per chi ne sentisse la necessità.
Karim
fece tutto diligentemente, allenamento, palestra e poi, prima dei
massaggi, andò a farsi anche una nuotata in piscina.
Dopo
aver passato una giornata intera da solo a far nulla, sentiva la
necessità di tenersi occupato in quanto più poteva. Trovava la
fatica fisica un ottimo modo per scaricarsi e svuotare la testa.
Quando
uscì dalla piscina coi muscoli affaticati per le giornate passate
senza allenarli, andò dal massaggiatore, uno di loro era ancora lì
per lui visto che gli altri se ne erano già tutti andati con la
fretta di andare dalle loro famiglie ed amici per passare il
capodanno.
Karim
di norma conversava con il massaggiatore. Per quanto lui conversasse.
Ma quella volta non ne aveva per nulla voglia, ancora sentitamente di
malumore per Zizou. Quindi si mise le sue grandi cuffie alle orecchie
e con la musica rap ed hip hop a tutto volume, si stese a pancia in
giù, chiudendo gli occhi e rilassandosi.
Avrebbe
passato la serata con Cloe e Melia e alcuni delle rispettive famiglie
che avevano voluto raggiungerli anche se fosse stato per lui si
sarebbe limitato a sua figlia e basta.
Quel
giorno il suo tasso di socievolezza era andato un po' a quel paese,
ma non sapeva proprio come raddrizzarsi.
Stava
pensando a tutte queste cose, quando le mani del massaggiatore
cambiarono diventando meno efficaci e più delicate.
Karim
corrugò la fronte. Poteva riconoscere un cambio di mani anche ad
occhi chiusi, come effettivamente era ora.
Si
rese conto che non era un professionista, anche se se la cavava bene.
Aprì
quindi gli occhi ed alzò la testa, ma le mani risalirono la schiena
arrivando alle spalle e da lì al collo facendogliela rimettere giù
e tendere in modo da avere un libero accesso a quella zona. Karim
stava per togliersi le cuffie, quando le stesse mani delicate e non
professionali, gli impedirono di togliersele. A questo punto cominciò
ad insospettirsi.
Nessuno
osava tanto, solo una persona sulla faccia della terra.
Beh,
due... uno era Zizou e l'altro Cris con l'intenzione di fargli uno
scherzo. A volte glielo aveva fatto. Aveva fatto finta di fargli
massaggi sexy per poi piantargli un morso sulla chiappa.
Pronto
per cotale eventualità, rimase all'erta.
“Figurati
se è quello scemo di Zizou... sarà Cris che cerca di tirarmi su...”
Aspettava
il famoso morso per vendicarsi, ma con somma sorpresa non successe.
Le mani rimasero sul collo e sulle spalle, le dita risalivano la nuca
sui capelli rasati corti ricoprendolo di brividi sempre più intensi.
Erano punti delicatissimi, per lui. Punti erogeni veri a propri.
Quando lo toccavano in quel modo lì nel collo e nella nuca,
diventava un vero gatto e quasi si metteva a fare le fusa. Allungava
il collo per averne di più.
“Questo
non è Cris! Cris mi tormenta il culo perchè è la parte di me che
preferisce... questo è Zizou, perchè sa cosa mi fa impazzire e lo
sta facendo delicatamente... come lo fa lui!”
Non
era di quelli bravi a riconoscere una persona specifica dalle mani,
capiva solo che le mani erano diverse da prima.
Ma se
tali mani poi erano usate in un certo modo, a seconda di com'era,
poteva eventualmente riconoscere il proprietario e così fu.
Quando
si disse che doveva essere Zizou, il cuore iniziò a battergli
fortissimo nel petto, gli parve di impazzire per un momento. Di
gioia.
Si
insultò pesantemente dicendosi che non doveva essere felice, che
doveva fargli sudare la pace, però non ci poteva fare nulla.
Sapere
che era lui, che finalmente lo stava di nuovo toccando, lo rendeva
incredibilmente felice.
Non
si poteva controllare.
Solo
quando si rilassò, Zizou capì che Karim ci era arrivato ed allora
gli tolse lui le cuffie dalle orecchie.
Le
sue labbra al loro posto, aderì senza esitazione e rimanendo
leggero, mormorò piano.
-
Bentornato... - Lo disse in francese, da soli parlavano sempre in
francese e sebbene Karim non fosse particolarmente patriottico, ogni
volta che lui mormorava parole nella loro lingua, lo faceva morire.
Gli piaceva, non c'era un motivo.
Gli
piaceva e basta.
Zizou,
sempre con la delicatezza che lo contraddistingueva solo con lui, gli
fece alzare la testa dall'incavo del lettino e gliela girò di lato,
verso di sé.
Il
suo sorriso, i suoi occhi lucidi e nella mente sempre quegli insulti
perchè non voleva fargliela così facile, ma che ci poteva fare?
“Quando
ci si innamora ci si rincoglionisce! Vaffanculo, Karim!”
Si
disse aprendo le labbra ed accogliendo le sue.
Si
intrecciarono e poco dopo si aprirono di più facendo passare le
lingue che si incontrarono carezzandosi a vicenda, lente e sensuali.
Un bacio calmo, assaporato con un sapore dolce. Dolce perchè quando
potevano stare insieme erano solo in due modi. O appassionati o
dolci.
Ora
più che una voglia matta, avevano un desiderio prezioso.
Godersi
l'un l'altro come si meritavano.
Karim
si girò piano in modo da mettersi a pancia in su, per Zizou fu così
più facile baciarlo. Era chino su di lui, steso sul lettino, come se
fosse il principe che risvegliava la principessa. Karim rise fra sé
e sé all'idea, ma non si mosse, limitandosi a scivolare con le mani
sul suo collo e sulla sua nuca, attirandolo a sé.
Infastidito
dal colletto della tuta, febbrile gli abbassò la cerniera. Senza
staccare la propria bocca dalla sua, completò l'opera togliendogli
la maglia che scivolò via dalle braccia, finendo poi a terra. Non
contento, sempre continuando a baciarlo calmo, cercò di prendergli
la maglietta che aveva sotto, ma Zizou prese posizione e si staccò
dalla sua bocca. Karim lo guardò indispettito per poi farsi
malizioso ed apprezzare lo spettacolo.
Il
compagno, infatti, dopo essersi raddrizzato a pochissima distanza da
lui, iniziò a spogliarsi da solo.
Calmo
e sensuale, senza movenze particolari, mantenendo la sua tipica
eleganza nei movimenti.
Karim
si leccò le labbra ringraziando il cielo di essere già in boxer e
non doversi spogliare. Non intendeva muoversi da quel lettino.
I due
si guardarono negli occhi per poi lasciare che quelli del più
giovane seguissero le sue mani passare sul corpo atletico e snello
dell'uomo in piedi. Zizou si sfilò la maglietta da sopra la testa,
prendendosi il colletto dietro il collo. Infine infilando i pollici
nell'elastico dei pantaloni, li fece scivolare giù ai piedi, ora
scalzi.
Karim
si leccò le labbra voglioso guardando il suo corpo nudo, protetto
solo dagli slip.
Era
sempre l'unico che desiderava vedere e ammirare, il solo che lo
faceva sospirare e fremere dentro semplicemente stando lì a
guardarlo. Non serviva altro.
Zizou
addolcì il proprio viso con un accenno di sorriso, sapeva che Karim
era sciolto a quella visione, si sentiva desiderato dal suo sguardo.
Rimase un attimo con le braccia lungo i fianchi, abbandonate,
immobile a farsi guardare e dopo un po' il giovane allungò la mano
ed infilò l'indice sotto gli slip, abbassando lentamente, ma deciso.
La
biancheria intima scese da un lato rimanendo su dall'altro, scoprendo
una parte del suo inguine. Karim si morse il labbro inferiore,
carnoso, e con la stessa luce negli occhi di entrambi, maliziosa e
vogliosa, Zizou lo aiutò a toglierseli del tutto, facendogli fare la
stessa fine dei pantaloni. A quel punto il ragazzo steso andò a
toccarsi il proprio inguine, gonfio ed eccitato, ma non si tolse da
solo. Si strofinò perchè gli pulsava, ma non voleva andare oltre
subito. Con una mano su di sé e l'altra sul compagno, se lo spostò
verso il proprio viso e girandosi, glielo leccò fino poi ad
avvolgerlo e stringerlo, risucchiandoselo nella bocca.
Zizou
perse subito il controllo che cercò di mantenere comunque. Il
controllo consistette nel mettergli la mano sulla nuca ed aiutare il
movimento che, da steso, era un po' più faticoso. Karim gradì
l'aiuto e gradì anche il modo in cui spingeva il bacino nella sua
bocca e come lo sentiva gemere. Alzò gli occhi vedendolo con la
testa all'indietro e gli occhi chiusi, l'aria abbandonata.
L'aveva
desiderato molto anche lui.
Si
sentì vittorioso e si infilò l'altra mano sotto i boxer dalla
solito disegno assurdo, carezzandosi a diretto contatto con la
propria erezione, senza più fastidiose stoffe di mezzo.
- Oh
Karim... quanto mi sei mancato... - Mormorò fra un sospiro e l'altro
Zizou dando così alla testa al giovane che fece uscire il proprio
membro dai boxer. Iniziò a masturbarsi con maggior impegno,
prendendo lo stesso ritmo che la propria bocca dettava.
Zizou
vedendolo sostituì la sua mano con la propria, mentre Karim
continuava a succhiare sul suo inguine, coi movimenti del bacino che
aumentavano insieme ai suoi gemiti.
Già
solo questo sarebbe stato sufficiente se Karim non avesse voluto
tutto il pacchetto completo, dopo averlo potuto solo immaginare.
Quando
lo sentì particolarmente pulsante nella bocca, si staccò provocando
un lamento infastidito di Zizou, Karim si mise a ridere mentre apriva
e piegava le gambe.
- Mi
togli questi o devo fare da solo? - Disse indicando i propri boxer
che comunque erano ancora addosso. Karim era steso nel lettino dei
massaggi e non aveva la minima intenzione di alzarsi, a quanto
pareva. A Zizou piacque così e con un sorrisino d'apprezzamento,
glieli tolse tirandolo poi con poca gentilezza ed un gesto deciso,
verso la fine del lettino.
Karim
si ritrovò quindi con i piedi puntati proprio sul bordo in fondo, le
gambe completamente piegate ed aperte e le sue mani sulle cosce, dove
dovevano stare.
Rimase
steso a farsi assaggiare.
Come
gli era mancata la sua bocca addosso, specie sull'erezione gonfia e
tesa, quasi ingestibile.
Sentì
un sollievo inconcepibile solo nel sentire la sua lingua lì ed
iniziò a gemere 'sì... bene... vai...' che caricarono molto Zizou.
Le mani vagavano sul suo corpo, gli pizzicarono i capezzoli e
arrivarono alla bocca che continuava a gemere aumentando sempre più.
Con l'anticamera del cervello temeva che da fuori qualcuno li
sentisse, anche se teoricamente erano soli in tutto lo stabilimento.
L'intenzione
fu di zittirlo ed in un certo senso lo fece. Ma fu perchè Karim gli
succhiò le dita arrivate sulla propria bocca.
L'eccitazione
crebbe così come il bisogno di sentirlo dentro per uno e di entrare
per l'altro, infatti Zizou smise presto di occuparsi del suo inguine
per andare sotto. Karim si alzò da solo le gambe per dargli un
accesso migliore e prima con la bocca, poi con le dita già bagnate
da lui stesso, si infilò iniziando a prepararlo. Il giocane fu di
nuovo libero di gemere e lo fece fino a che le dita di Zizou non
furono più sufficienti.
-
Zizou... Zizou ti prego entra... entra adesso... non ce la faccio
più... - Zizou, come se avesse bisogno di sentirselo dire, non se lo
fece ripetere, ormai al limite anche lui. Si alzò, gli si accostò
ed indirizzandosi in lui, una volta che fu dentro iniziò a muoversi
agevolmente.
A
quel punto il controllo andò totalmente a quel paese e mentre i
gemiti si univano come lo erano i loro corpi, i movimenti
aumentarono.
Karim
puntando i piedi con le gambe piegate, riusciva ad andargli incontro
coi movimenti e Zizou spingeva sempre più forte, ad ogni colpo
andava più in profondità aumentando il ritmo, incitato da Karim che
non ne poteva più e ne voleva ancora, più forte e più veloce.
Si
ritrovò a dirlo fra i gemiti, quasi urlando. Zizou voleva mettergli
una ciabatta in bocca, non aveva davvero idea se il massaggiatore di
prima se ne fosse andato. Ma a quel punto non importava più.
Si
perse totalmente nel piacere assoluto che stava provando nel
prenderlo con sempre più impeto e tutto si annebbiò in una coltre
di fuoco che li riscaldò bruciandoli insieme.
Raggiunsero
l'orgasmo quasi insieme e finalmente tutto si calmò, specie la voce
di Karim.
Si
abbandonò steso, facendo cadere giù le gambe a penzoloni dal
lettino. Zizou rimase ancora un po' in lui, a coccolarsi in quel modo
dolce, piegato sul compagno, il viso sul suo petto, le braccia
intorno alla testa.
Il
suo cuore batteva impazzito come il proprio, la pelle di entrambi era
sudata e lucida, il piacere ancora vivo in entrambi, ma una pace dei
sensi che si mescolavano prendeva il posto della frenesia folle di
prima.
Poco
a poco tornarono in loro.
Zizou
uscì da lui, alzò la testa e gli chiese un bacio che Karim gli
diede alzando a sua volta la propria.
Dolcemente
le labbra si ritrovarono, intrecciandosi calme. Zizou accompagnò la
mano sulla sua nuca, poi a fior di labbra mormorò stanco.
- Ci
serve una doccia... - Disse cercando di ragionare per priorità in
base a quelli che erano i propri impegni. Aveva una delle solite cene
in famiglia visto che era anche il 31.
- Ci
serve un letto! - Esclamò Karim trovando ora scomodo quel lettino
per massaggi. Zizou era in piedi fra le sue gambe, piegato su di lui.
Non era di certo comodo nemmeno lui.
Zizou
rise.
-
Camera? - Il giovane si alzò annuendo, ridendo a sua volta.
Per
loro 'camera' era quella di Karim lì al centro sportivo. Ormai era
la loro camera, il loro posto. Ogni giorno, quasi, passavano del
tempo lì.
I
corpi profumati, lisci, umidi.
Un
altro orgasmo li aveva invasi sotto la doccia lasciandoli in una
totale pace, sfiniti e senza capacità di azione alcuna.
C'erano
diversi impegni, diverse cose che dovevano fare, il tempo avanzava
implacabile, ma loro erano lì e non intendevano muoversi da quel
letto largo e comodo, dove, sotto le coperte, rimanevano abbracciati
ed intrecciati fra di loro.
Intrecciate
le loro gambe, intrecciate le loro mani. Karim ad ascoltare il petto
di Zizou, il suo cuore ora rilassato e sereno quanto il proprio.
-
Siamo abituati al vederci ogni giorno e a stare tanto insieme e
quando capita una settimana distanti non siamo capaci di resistere...
- Disse Karim rendendosi conto che i propri capricci di quei giorni
erano stati assurdi. Dopotutto era stata poco più di una settimana,
niente di che.
Zizou
gli baciò la testa carezzandogliela con la mano libera.
-
Volevo venire, ho cercato di organizzarmi anche solo per un giorno,
ma non ci sono proprio riuscito. Alla fine sarebbe stato folle...
viviamo qua, no? - Karim ora se ne rendeva conto, ma perchè poteva
ragionare avendolo ritrovato.
- No
beh certo... lo so... solo che ti volevo lì, punto e basta. Non
ragionavo. Cris e Riky fanno follie del genere perchè non vivono
insieme e quando hanno anche solo un giorno libero, devono passarlo
insieme a costo di fare un sacco di ore di volo... -
Karim
ora la vedeva nel modo giusto, ma mentre era separato da lui non ci
aveva proprio visto così bene.
Zizou
sorrise dolcemente per poi allungarsi verso il bordo del letto,
trafficò coi pantaloni e poi tornò su, si alzò a sedere, appoggiò
la schiena alla spalliera del letto e aspettò che Karim facesse
altrettanto. Quando furono in una posizione più adatta, gli diede il
pacchettino che aveva preso.
- Non
è per Natale visto che siamo musulmani, ma credo d'aver dimenticato
una certa data importante e visto che quella certa data non l'abbiamo
mai stabilita, ho deciso di sceglierne io una simbolica. - Karim
aggrottò le sopracciglia senza capire a cosa si riferiva. Era
rimasto al regalino. Da quando si conoscevano non si erano mai
scambiati regali al di là dei compleanni e per il suo, Zizou gli
aveva fatto un orologio. Proprio non ci arrivava a cosa stava
dicendo.
- Ma
di che parli? Quale certa data? - Zizou scoppiò a ridere avendo
azzeccato sulla sua reazione.
In
quei giorni da solo aveva riflettuto sul loro anniversario e siccome
non c'era stato un giorno preciso in cui si erano messi insieme, ma
che era stata una cosa lenta e progressiva con numerose fermate,
aveva deciso di scegliere lui un giorno simbolico da prendere come
punto di riferimento.
- Per
quest'anno facciamo che è il 31 Dicembre, ma direi di puntare ad un
altro giorno che possiamo passare insieme, visto che nelle feste va
sempre che si dà la priorità alla famiglia... - Karim ancora non
capiva. Zizou sapeva che non ci aveva mai pensato all'anniversario.
Non era nel DNA di Karim essere romantici e premurosi, però era
dolce in una sua maniera. Anche se Zizou lo era di più. Beh, solo
con lui.
- Mi
dici di che parli? Il mio compleanno è il 19 e l'abbiamo
festeggiato! - Zizou scuotendo la testa gli diede un pugno amichevole
sulla testa.
- Il
nostro anniversario, testone! Di cosa mai potrei parlare? - Karim a
quel punto spalancò la bocca sconvolto dal fatto che proprio lui
potesse pensare ad una cosa tanto carina, sempre col pacchettino in
mano ancora chiuso.
-
Cazzo ma io... io non ti ho fatto nulla! Io non ci ho pensato! Non
sono abituato a queste cose! Non ho mai avuto relazioni serie che
necessitano di anniversari! Cioè con Cloe non facciamo molte
cerimonie... -
Zizou
continuò ridendo.
- Lo
so che non ci hai pensato e non importa. Ci ho pensato io per tutti e
due. Quest'anno lo festeggiamo oggi, il prossimo potremmo fare il
primo novembre, che ne dici? Mi sembra un buon periodo. -
Era
un modo atipico, ma siccome nessuno dei due aveva fatto caso a date e
cose del genere, bisognava pensarci ora.
-
Però... - Karim era dispiaciuto dal non avergli fatto un regalo e
dal non averci pensato, si sentiva un pessimo compagno ed ora, seduto
a gambe incrociate in mezzo al letto, fissava il pacchetto e le
proprie mani. Zizou si godette la scena, era delizioso così
mortificato, sembrava un bambino. Dopo averlo osservato dolcemente,
disse calmo senza muoversi.
- Mi
va bene così. Io avevo il bisogno di farti un regalo particolare al
di là dei compleanni e visto che non festeggiamo il Natale, ho
pensato che mi mancava l'anniversario. Io sono abituato a
festeggiarlo sempre con mia moglie, capisci? Per questo sono il primo
ad averci pensato. Tutto qua. - Karim era ancora poco convinto, ma
Zizou lo intimò ad aprire e così, sospirando, lo fece.
Il
pacchettino conteneva due fili di cuoio nero, semplici e sottili, con
entrambi un ciondolo. Un numero in argento.
-
Volevo osare di più, ma se fosse stato troppo, si sarebbe notato ed
io volevo che tu lo indossassi sempre eccetto che quando ti alleni e
giochi. Questo lo puoi mettere sotto la maglia e non si nota. - Karim
non era tipo da mettere bracciali, collane ed anelli, però per lui
avrebbe fatto un'eccezione.
Il
giovane alzò i due ciondoli. Uno era un 5 e l'altro un 9.
Capì
immediatamente e illuminandosi si ritrovò con gli occhi lucidi a
guardarlo con una domanda infantile che non riuscì a dire.
'Davvero?'
Zizou
sorrise prendendo quello che doveva indossare Karim e glielo mise al
collo avvolgendolo con le braccia senza toccarlo.
Karim
rimase immobile senza respirare, coi brividi in tutto il corpo, a
respirare a scatti cercando di non piangere come uno sciocco.
Si
era emozionato.
-
Potrai dire che è il tuo numero preferito o fortunato. - Disse
prendendo poi l'altro ciondolo e dandoglielo affinchè glielo
allacciasse. Karim lo prese, ma tremava e Zizou, sorridendo
intenerito, gli fermò le mani. - Io dirò lo stesso, se mai venisse
notato. - Karim rimase col ciondolo di Zizou in mano a fissarlo,
emozionato ed incapace di muoversi. Quel che provava non lo sapeva
dire, ma alla fine riuscì a parlare, seppure con un filo di voce
instabile.
-
Invece il 5 che indosso io è il numero che avevi tu al Real ed il 9
che avrai tu è il mio. - Zizou annuì prendendogli il viso fra le
mani, visto che non riusciva proprio ad allacciargli la collanina. Lo
guardò negli occhi da vicino imprimendosi bene quel momento, l'unico
romantico da quando si erano messi insieme.
-
Sapevo che avresti capito subito! -
-
Potevo non capire una cosa simile? - Karim non era capace di essere
romantico e non aveva attenzioni romantiche, ma quando pretendeva che
il compagno lo raggiungesse dall'altra parte del mondo mentre poi
vivevano nella stessa città, quella era una specie di attenzione
romantica.
O
quando ogni cosa perdeva d'interesse perchè lui non era lì.
O
ancora quando stava lì emozionato solo perchè il suo ragazzo gli
aveva fatto un regalo per il suo anniversario.
E
quando poi capiva il senso del suo pensiero.
Quello
era il Karim romantico. Romantico a modo suo.
-
Volevo una cosa simbolica e significativa. Ho pensato a qualcosa da
poter indossare sempre, da poter mascherare facilmente
all'occorrenza. Ci ho pensato molto a cosa fare. - Karim al suo posto
non avrebbe mai saputo cosa regalargli, ma ovviamente voleva fargli
qualcosa anche lui.
- Se
dovessi tirare fuori io qualcosa di simbolico ci impiegherei una vita
a scegliere! Non... non so nemmeno cosa dire! Mi hai spiazzato! A me
bastava averti con me in una giornata libera, interamente per noi...
ma questo... questo è molto meglio! - Zizou sorrise e l'abbracciò
stretto a sé.
- Non
serve che dici nulla. - Mormorò con le labbra sul suo orecchio che
poi baciò. Karim si accoccolò a lui ricambiando la stretta, era
tutto annodato e pensava di non saper più parlare. Rimase così
abbracciato a lui in silenzio, a respirarlo, pensando che fosse il
giorno più bello della sua vita.
- Ti
amo. - Disse piano. Qualcosa che non diceva spesso e che nemmeno
Zizou, dal canto suo, diceva tanto di più. Qualcosa che entrambi
sapevano, ma che assumeva un sapore migliore quando decidevano di
dirlo. Perchè significava che era grande e sentito.
- Ti
amo. - Ricambiò Zizou piano avvolgendolo con le braccia. Karim lo
spinse stendendolo giù e mettendosi sopra di lui, gli si arrampicò
e nascose il viso contro il suo collo, rimanendo così a respirarlo e
averlo, nudi, uno sull'altro. Silenziosi.
Solo
così.
Questo
era sufficiente.
Questo
per lui era già il massimo.
Non
aveva bisogno davvero di altro.
- Se
andassi in qualsiasi altra squadra, qualunque essa fosse, e me lo
chiedessi, ti seguirei! Anche se nessuna squadra è come il Real ed
io mi esprimo al meglio con Cris perchè giochiamo insieme da 5 anni.
Però ti seguirei. - Anche questo, per Karim, era un picco di
romanticismo. Uno dei suoi a modo suo.
Zizou
sorrise.
- Il
mio sogno è allenarti qua al Real. O nella nazionale francese.
Facciamo in modo di riuscirci? - Anche quello era uno dei rari picchi
di romanticismo di Zizou, anche se lui ne aveva più di Karim.
Karim
si separò per guardarlo in viso, da vicino com'erano. Le mani del
compagno a carezzargli la schiena e la nuca. Si persero negli occhi
uno dell'altro, poi sapendo il profondo significato di quella che era
la prima promessa solenne fra i due, una promessa atipica ma normale
per i loro canoni, annuì.
- Lo
prometto. Mi impegnerò al massimo per riuscirci. Per essere sempre
al meglio delle mie capacità, in modo da essere la prima scelta
delle tue squadre. Perchè so che ci arriverai. - Zizou sorrise
dolcemente ancora una volta e perso nei suoi occhi lucidi, lo baciò.
- Il
nostro sogno. - Forse solo un altro modo per promettersi di stare
insieme il più a lungo possibile. Lavorare insieme per loro era
questo. Poter stare insieme a lungo.
Accettarono
quella promessa con un bacio dolce e delicato, mentre le ore andavano
avanti pigre e silenziose, senza farsi notare.
Karim
si guardò il ciondolo a forma di 5 in argento e sorrise orgoglioso,
poi legò al collo quello di Zizou, li prese entrambi e li avvicinò
constatando che uno richiamava l'altro in quanto era la stessa linea
di design.
-
Sono contento di avere qualcosa in comune e significativo con te. Ci
pensavo da molto, ma non sapevo come dirtelo o cosa farti o perchè...
mi sentivo idiota! - Ammise alla fine. La risata di Zizou lo contagiò
e lo rilassò, riportando tutto ad una dimensione normale mentre di
nuovo le mani si intrecciavano fra di loro trovando una calma che,
insieme, avrebbero sempre avuto.
-
Allora il primo novembre? Mi sembra il periodo fosse circa quello, se
non ricordo male... - Karim annuì.
- Non
so la data vera, ma il primo novembre sarà perfetto! - Poi realizzò.
- E' un anno? - Zizou lo guardò come se stesse scherzando.
-
Sì... -
- Ma
è GIA' un anno? - Disse ancora Karim sconvolto.
- Sì
Karim, è GIA' un anno! - Rispose ridendo ed imitandolo, capendo il
suo stupore. - Non ti è mai durata tanto una relazione? -
-
Quelle che sono contate sul serio, no... Cloe è diverso... è più
un'amica che mi ha dato una figlia... - Zizou sorrise e scosse il
capo scendendo a pizzicargli il sedere sodo.
-
Vedi di far lievitare questi anni insieme, invece che tornare alle
vecchie cattive abitudini! - Karim lo guardò e rise.
- Ti
pare possibile che ti lascio andare così dopo che ho fatto una vita
martire per averti? - In effetti sarebbe stato proprio impossibile,
considerando la loro storia e da quanto Karim gli sospirava dietro.
In
quel modo proseguirono la loro giornata, fino al limite massimo
d'orario consentito.
Ma
poi, anche nel mancarsi perchè separati, avrebbero semplicemente
guardato i loro ciondoli e sarebbero stati bene.
Una
relazione a modo loro.
FINE