NOTE:
ecco il seguito che forse in molti aspettavano, cosa succede dopo il
fattaccio? Forse qualcuno l'aspettava a mille mani, la scena fra Rafa
e Roger, forse altri speravano non avvenisse... ma chi li conosce sa
che non potevo evitarla o sarei stata irrealista... cioè il rapporto
di quei due è di fatto molto speciale, non potevo non scrivere una
cosa simile, sarei stata assurda. Però vediamo come impostarlo,
vediamo soprattutto di spiegarlo bene e giustificarlo. Chi non li
conosce, presto con queste fic capirà perchè dico così, perchè
dico che era inevitabile. Quel che scrivo, a parte la chiave con cui
le imposto, è vero. Cioè Roger è sempre stato l'idolo di Rafael,
lo ha sempre imitato nei gesti tipici, nel look, con lui ride un
sacco anche se non è uno che lo fa sempre... quando Roger vince i
titoli, Rafael è davvero contento per lui. Una volta ha addirittura
pianto al suo posto! È anche vero che passano del tempo libero
insieme. Per cui se prima a 'vincere' era stato Nole, ora lo troviamo
in una brutta situazione, soffro con lui. Però le cose non finiscono
qua, c'è ancora molto da vedere e tutto può tornare a cambiare,
tutto può essere. Il bello di un triangolo è questo. Le cose
possono mettersi in qualunque modo in ogni momento, inaspettatamente.
Bisogna solo aspettare e vedere. Buona lettura. Baci Akane
ACE
"Chi pensa che io sia meglio di Roger, non capisce niente di tennis."
- Rafael -
Ace
= battere un servizio così forte e perfetto che fa punto, è raro che l'Ace,
fatto bene, venga preso e ribattuto. Al 90 % delle volte è punto.
Roger
non aveva dormito molto, alla fine si era addormentato sfinito senza
più la capacità di ragionare.
Aveva
passato le ore a chiedersi come aveva potuto fare quello che aveva
fatto.
Non
l'aveva programmato, ma trovandosi lì fra le braccia di Rafael,
aveva dovuto darsi una risposta una volta per tutte.
Una
risposta a quelle domande che si poneva da quando quel ragazzino era
entrato nella sua vita.
Cosa
provava davvero per lui?
Perchè
il tempo che passava con lui era sempre quello che apprezzava più di
ogni altro?
Cosa
lo legava davvero?
Fosse
stato per lui avrebbe nascosto per sempre la testa sotto la sabbia.
Rafael
aveva la sua vita, così come lui.
Lui
ce l'aveva davvero una vita, amava sua moglie, non aveva mai avuto
problemi con lei. Avevano 4 splendidi figli che adorava. Non avrebbe
mai e poi mai fatto soffrire nessuno di loro.
Però
non capiva come poteva essere arrivato al punto da non poter più
evitare quella domanda, quella risposta.
“Cosa
provo per Rafa davvero?”
Trovatosi
davanti all'unica grande occasione per capirlo, aveva agito
d'istinto. Non agiva mai d'istinto, non era uno che agiva d'istinto.
Ma
l'aveva fatto.
Ora
aveva solo più dubbi, perchè gli era piaciuto tutto e mano a mano
che Rafa andava avanti, si accendeva come non mai e sentiva dentro di
sé che ne voleva di più, il corpo scalpitava. Non aveva proprio
potuto fermarlo.
Gli
era piaciuto.
Quello
era il problema, ora.
A
Roger era piaciuto baciare Rafael ed avere quell'orgasmo con lui,
toccarlo e farsi toccare... la sua bocca addosso...
Nel
dormiveglia spalancò gli occhi prima di trovarsi in un sogno erotico
con lui.
Quando
si svegliò, si rese conto d'avere tutte le ossa a pezzi e di avere
un peso non indifferente addosso.
Rafael
si era addormentato su di lui.
Erano
ancora nudi e sentiva la sua erezione.
Arrossì
e si coprì il viso con una mano.
“Non
l'ho sognato!”
Esclamò
fra sé e sé tragicamente.
Rafael
sospirò nel sonno e Roger si immobilizzò per non svegliarlo.
Cosa
poteva fare ora?
Come
l'affrontava?
Era
successo quello che aveva disperatamente cercato di evitare per anni.
“Del
resto che avevamo un rapporto molto stretto è vero. Ci siamo sempre
adorati. Il modo in cui ridiamo insieme è unico. Io sono una persona
allegra di natura, ma lui si piega dal ridere solo con me e non
solo... diventa anche molto simpatico e sciolto, spara battute a
raffica. Di solito gli manca il senso dell'umorismo. Che lui fosse
innamorato di me non è certo un segreto, anzi. Me l'ha sempre
dimostrato e poi me l'ha anche detto. Il punto sono io.. io che non
credevo di esserlo. O che mi obbligavo a non esserlo. Però non posso
negare che provo qualcosa per lui da sempre, che lo adoro, mi piace
stare con lui, se ho del tempo libero organizzo qualche giorno in
Spagna e vengo a trovarlo. Se mi chiama corro... insomma, è vero che
il nostro non è mai stato un rapporto semplicemente da amici o
rivali.
Però
ora tutto questo così improvvisamente?
Beh,
insomma. È successo. C'era l'occasione di venire allo scoperto e
capire cosa provavo ed è successo così. Pazienza. Questo non
significa che devo perseverare e rifarlo.
Era
solo per capire. Ho sbagliato, ma quel che conta è non ripetere gli
errori.
Rafael
mi piace. Mi piace molto. Come persona, come amico, come ragazzo. Mi
piace parlare con lui di tutto, ridere e scherzare, sfogarmi,
prendere i suoi sfoghi. Mi piace il suo aspetto. Mi piace in ogni
senso. Ora anche eroticamente. Va bene. Ne ho preso atto. Adesso è
ora di andare oltre. Insomma. Si tornerà all'amicizia e basta.”
Come
se fosse facile.
Rafael
mugolò come un gatto, si svegliò e si stiracchiò sopra di lui.
Appena aprì gli occhi lo guardò per assicurarsi che fosse sempre
lì.
Sorrise
immediatamente come se dopo un bellissimo sogno, si ritrovasse in una
realtà ancora più bella.
Per
lui era un desiderio che si avverava.
Non
poteva chiaramente essere più felice!
-
Ho sognato quando ho vinto il titolo al tuo posto, quella volta. E ti
ho stretto il braccio intorno al collo dopo che avevi pianto un
sacco, ho appoggiato la fronte alla tua guancia e ti ho ripetuto
varie volte che per me eri tu il vincitore, restavi il migliore e lo
saresti sempre stato. Te l'ho ripetuto finchè non hai sorriso. Le
tue lacrime per colpa mia mi hanno dilaniato. Ero felice d'averti
vinto, il mio grande sogno realizzato, però mi sentivo
maledettamente in colpa per averti ridotto in quello stato. -
Strano
sogno da fare, strano momento da ricordare.
Roger
cercò di tornare presente con la mente e provò a rispondere con la
sua logica tranquilla. Anche se farlo nudo sotto di lui con
l'erezione contro l'anca era davvero complicato.
-
E' stato quando ho capito che mi avresti scalzato, mi avresti preso
il posto in tutto e per tutto. Che tu saresti stato la mia fine. Ho
capito che lì iniziava il mio declino. - Roger lo disse per mettere
alla prova Rafael e questo si alzò sul gomito, appoggiò la testa
alla mano e l'altra la tenne sul suo petto, accarezzandolo leggero.
Lo guardò assonnato ma attento. I capelli arruffati come i propri
perchè, come sempre, il taglio era lo stesso.
Quando
Roger li aveva avuti lunghi, lui li aveva avuti lunghi, quando li
aveva tagliati, lui li aveva tagliati... in effetti era un po'
maniaco!
-
Mi sono sentito una merda. Tu eri il mio Dio, io giocavo a tennis
seriamente per te. Quando ho dovuto scegliere fra quello ed il
calcio, ho scelto il tennis per te, per provare a gareggiare con te,
per poter essere te un giorno... tutte le mie scelte hanno sempre
avuto te come protagonista. E quando ho giocato contro di te la prima
volta ero al settimo cielo. Quando ho vinto il primo titolo
importante contro di te è stato il paradiso, ma mi sentivo anche
male perchè io ti adoravo, volevo che tu vincessi, ma naturalmente
il mio grande sogno era eguagliarti... era fare quello che hai fatto
tu... - Roger sorrise intenerito.
-
E' stata dura accettarti, sai. Accettare quello che rappresentavi.
Quello che eri venuto a prendermi. È stato molto duro. - Ammise
finendo istintivamente per carezzargli la schiena nuda, la sua curva
naturale era accentuata dalla posizione.
-
Come ce l'hai fatta? - Ovviamente Rafael sapeva di essere al suo
stesso punto. Se non era Novak che era suo coetaneo e avrebbe avuto
il suo stesso percorso bene o male, sarebbe presto stato qualcun
altro a prendergli il posto. Doveva cominciare a pensarci anche se
non gli piaceva per nulla.
Roger
sorrise ed alzò le spalle.
-
Piano piano. Non è stato dall'oggi al domani. Piano piano l'ho
ingoiata e sono andato avanti dando quello che potevo finchè ne
avevo. -
-
Piano piano succederà anche a me. Penso di poter tornare primo
ancora, ma succederà sempre più che mi prenderanno il posto, poi
arriverà uno nuovo che mi spodesterà del tutto. Io diventerò una
furia e poi verrò da te a piangere... perchè quando mi dirò che
sto finendo, piangerò. Quando lo ammetterò. - Rafael aveva bisogno
di parlarne ed era il momento giusto.
-
Da oggi sei il numero due e Nole è il numero uno, ma probabilmente
tornerai in testa. Però è vero, succederà. Può succedere da un
momento all'altro, ora. Comunque se dovrai piangere, ovviamente ci
sarò. Come sempre. Sappi però che si supera tutto. Anche se sembra
impossibile. Si supera sempre tutto. -
Rafael
annuì e perso in lui, nel viso che tanto amava, nel suo sguardo
maturo e calmo, si allungò e lo baciò leggero.
Roger
rimase sorpreso, non si era certo aspettato quel gesto, ma non lo
respinse. Era un po' un ulteriore prova per sé stesso. Gli piaceva?
Gli sembrava strano? Non era quello che voleva?
Rafael
si separò subito, poi si alzò e si stiracchiò sinuoso come un
felino, il suo corpo perfetto e decisamente invitante. Ogni tanto
l'aveva osservato chiedendosi come lo dovesse considerare, bello?
Brutto? Piacevole? Si era sempre detto che Rafael era un bel ragazzo,
ora che c'era stato quel contatto, doveva cominciare a pensare con
maggiore onestà.
Rafael
sapeva togliere il fiato.
L'osservò
con attenzione da capo a piedi.
-
Per me sarai sempre il numero uno dei numeri uno, il più grande di
sempre in assoluto. Tu sei il Re. - Con questo, detto con estrema
naturalezza, andò al bagno così com'era senza il minimo pudore o
problema.
Roger
approfittò per alzarsi e vestirsi, non aveva nemmeno tempo per
vergognarsi di sé, Rafael lo stava spiazzando con tutte quelle
dimostrazioni pure e semplici. Era la cosa più incredibile successa.
Si
limitò ad indossare gli slip e a raccogliere il resto dei vestiti,
poi gridando a Rafael di aver bisogno di una rinfrescata, si sentì
dire di andare pure nella camera in fondo che c'era un altro bagno.
La
camera in fondo era quella di Rafael, la riconobbe. Guardò la porta
all'interno e dedusse che fosse il bagno.
Si
stava per dirigere dentro quando un'immagine di sfuggita lo fermò,
mise a fuoco dove e cosa e notò un cassetto aperto.
Si
avvicinò e guardò bene.
L'immagine
vista era il proprio viso stampato su un ritaglio di giornale. Era
preso da un quotidiano sportivo che parlava di lui.
Aprì
meglio e notò altri ritagli. Foto sue con articoli interi, alcuni
erano di loro due insieme, parlavano della loro rivalità e del loro
rapporto.
Roger
inarcò le sopracciglia sorpreso e scettico.
-
Un santuario su di me? - Alcune cose erano davvero molto vecchie.
Ne
prese una in mano di quando aveva i capelli lunghi.
-
Oh Gesù! -
-
Hai trovato il bagno? - La voce di Rafael lo raggiunse, aveva un
asciugamano alla vita, si era fatto una doccia veloce tralasciando i
capelli.
Roger
rimase col suo ritaglio in mano e si girò a guardarlo senza parole,
incapace di dire o fare qualcos'altro.
-
Io... ho intravisto la mia faccia dentro il cassetto aperto e... - Si
giustificò meravigliato, sapeva d'aver fatto una cosa un po'
invadente, ma Rafael arrossì e si avvicinò stringendosi nelle
spalle.
-
Ti ho detto che eri il mio idolo. Raccoglievo tutto su di te. Ho
anche un cassetto sul Real Madrid. Le mie due passioni. Tu ed il
Real. - L'aveva appena messo sul piano di una squadra di calcio.
Corrugò la fronte facendo mentalmente retromarcia.
-
Sono come uno sport? - Rafael si rese conto di cosa era sembrato ed
alzando le mani le sventolò allarmato.
-
Non intendevo questo! Io raccolgo e seguo molto le mie passioni. Tu
poi sei diventato molto di più. Infatti nel cassetto sul Real ci
sono cose raccolte finchè ero ragazzo, ma l'ho tenuto come ricordo
della mia infanzia. Il tuo ho continuato ossessivamente a raccogliere
di tanto in tanto... - Roger notò che c'erano anche articoli
recenti, in effetti. Si sentì di nuovo spiazzato e senza parole,
emozionato. Gli occhi gli brillarono.
-
Sono la tua ossessione? -
Rafael
sorrise meno imbarazzato, si avvicinò, mise una mano sulla
cassettiera, si protese verso di lui e col viso a pochissima distanza
dal suo, disse:
-
Tu sei la mia ossessione, la mia passione, il mio passato, il mio
presente, la mia realtà, il mio Dio. Per me tu sei tutto e lo sarai
sempre in ogni caso. - Era restio a parlare così tanto di sé.
Tranne che con lui. Era inutile nascondere quel che provava con lui.
Roger,
sempre senza parole e totalmente in un universo nuovo, lasciò che
Rafael lo baciasse ancora con dolcezza. Questa volta non solo con le
labbra.
Giocò
con la sua tanto che riuscì ad infilarsi con la lingua. Si intrecciò
a lui e Roger non riuscì di nuovo a respingerlo.
Gli
stava piacendo troppo.
Gli
stava piacendo enormemente.
Gli
stava piacendo senza riserve. E sapeva da quel giorno di cui avevano
parlato prima, che Rafael gli sarebbe sempre piaciuto. Perchè era
diverso da sé ed era impossibile da ignorare.
Perchè
in qualche modo gli era entrato subito dentro.
E
forse non c'era un perchè.
Roger
sperò solo che se era riuscito a tenere tutto a bada per tanto
tempo, di poter continuare ancora, anche se ora aveva aperto gli
occhi ed aveva provato sulla pelle.
Lo
sperò ardentemente.
Quando
si separò, con voce roca ed aria confusa, mormorò. La fronte sulla
sua.
-
Ho bisogno di respirare, di pensare, di riflettere. È completamente
fuori dalle mie aspettative. Non immaginavo di... di finire così
a... io non... la famiglia mi sta aspettando, il team, tutti... ed io
sono qua con te. Non posso. Cioè devo pensare. Devo riflettere. Non
doveva succedere... - Cercò di essere logico e dire le cose come
stavano, come andavano dette. Rafael si aspettava una reazione simile
e sorridendo calmo, gli carezzò il viso.
-
Lo so. In ogni caso mi andrà bene. Sappi solo che non si sceglie chi
amare. Si è scelti. Succede e basta. Non te la cerchi. Arriva. - Con
questo lo lasciò andare al bagno.
Quando
uscì erano entrambi vestiti, Rafael era in cucina che beveva il
caffè, una tazza pronta per lui. Un sorriso normalissimo, anche se
dietro c'era una gioia incredibile.
Dire
cosa sarebbe successo ora, era pressoché impossibile.
Roger
tornò dagli altri e alla sua solita vita con un dramma non da poco,
naturalmente tutti pensarono che era giù per la sconfitta in finale
del giorno prima, era normale esserlo del resto.
Così
lo lasciarono in pace.
Lui,
dal canto suo, non aveva la minima idea di come affrontarlo. Voleva
poterlo ignorare e basta, ma non sarebbe stato sempre possibile.
Prima o poi Rafael gli avrebbe scritto di nuovo o chiamato, si
sarebbero rivisti e se non per conto loro, al prossimo torneo.
Doveva
trovare una soluzione.
Rafael
gli piaceva, ormai era appurato. Gli era sempre piaciuto, ma aveva
messo tutto a tacere.
Quella
notte aveva ceduto perchè erano stati entrambi fuori di loro, lui
per la sconfitta, aveva sperato molto di farcela, arrivato in finale,
la sua nona. Sicuramente l'ultima. Verosimilmente stava vivendo la
fine della sua carriera.
Era
normale essere spossati e poco lucidi. Era andato da Rafael sapendo
d'aver bisogno di essere sostenuto.
In
effetti era successo.
Troppo
bene.
Fuori
controllo. Gli era andato tutto fuori controllo.
Ed
ora?
Ora
come poteva rimediare?
Non
si poteva, quel che era fatto restava. Non doveva più ripetersi.
Era
sempre sposato, provava un fortissimo sentimento per sua moglie, una
donna in gamba. Ed aveva 4 figli. Non avrebbe mai ferito nessuno di
loro.
Provava
qualcosa per Rafael da molto, dal primo momento gli aveva mosso un
uragano dentro quel ragazzino focoso che lo adorava pur essendo suo
rivale.
Però
l'aveva tenuto a bada, era sempre riuscito a sistemare le cose.
Sarebbe
tornato tutto come prima.
Quella
era la sola cosa da fare.
Rafael,
dal canto suo, visse in una nuvola. Sognante. Al settimo cielo.
L'uscita
precoce da wimbledon dimenticata, la seconda posizione anche.
Novak,
dimenticato.
O
forse accantonato a forza.
Al
momento esisteva solo Roger ed il suo grande immenso sogno
realizzato. Baciarlo, fare qualcosa con lui, qualunque cosa. Sapeva
che non si sarebbe mai messo con lui, era troppo rigoroso e teneva
molto alla sua famiglia. Gli piaceva anche per quello. Non si faceva
illusioni, probabilmente la prossima volta gli avrebbe detto che non
sarebbe successo di nuovo, che era un momento di debolezza.
Però
almeno quel ricordo, quell'orgasmo speciale con lui, quei baci,
quelle carezze, quel dormirgli sopra, sarebbero rimasti nella sua
mente indelebili per sempre.
Decise
così di distrarsi ed andare in vacanza, finalmente.
Per
lui che viveva a Maiorca, ogni volta che era a casa era come essere
costantemente in vacanza... anche se poi si allenava sempre.
Per
questo quando si imponeva di rilassarsi davvero, andava via da lì e
sceglieva un'altra meta, di solito sullo yot per non avere la
tentazione di allenarsi nel vedere un muro, una racchetta ed una
pallina.
La
sua meta sarebbe stata Ibiza. Per la precisione, il mare aperto.
Non
gli interessava di essere visto col suo completo preferito.
Gli
piaceva il rosa ed allora?
Aveva
tendenze, non sempre il rosa e le tendenze erano collegate, ma di
norma chi le aveva, era anche amante del rosa.
A
Rafa non importava come poteva essere etichettato, si era sempre
vestito a piacimento, non sempre secondo un certo buon gusto.
A
parte questo, fece la sua valigia.
Stava
per uscire di casa quando la telefonata gli arrivò.
Convinto
che fosse uno degli amici con cui stava per vedersi, rispose senza
guardare il chiamante. Quando sentì la sua voce, per poco non cadde.
Si appoggiò alla valigia fatta e sbiancò.
-
Allora, come ci si sente da quella bassa posizione? - Era tipico di
Novak infierire e schernire gli altri, ma si sapeva che non lo faceva
con cattiveria o sadismo, solo per sdrammatizzare.
Normalmente
funzionava.
Rafael
per un momento andò in blackout e si scordò anche che prima di
Roger si era infuriato a morte con lui.
Rimase
piantato nel panico.
Di
fatto aveva una mezza cosa con lui e l'aveva più o meno tradito.
Anche
se a conti fatti lui era l'amante perchè Rafael era fidanzato con la
stessa ragazza da una vita.
Lei
era più un'amica complice dei suoi segreti, che altro. Per questo
tendeva a vedersi in relazione a Novak o Roger piuttosto che a lei.
-
Come... come ci si sente? - Chiese vago non avendo la minima idea di
che cosa intendesse visto che al momento aveva solo sé stesso e
Roger sul divano nella testa.
-
Non lo ricordo bene, mi sembra sia passata già una vita... - Novak
si stava divertendo, fu così che Rafael si rese conto di cosa
parlava.
-
Ah ma tu dici perchè sei finalmente primo! Beh, la questione è così
irrilevante che non mi toccava nemmeno... - Cercò di fare lo snob
anche se di norma l'avrebbe liquidato con una parolaccia.
Novak
lo trovò strano e provò a dargli corda.
-
Sì, tanto irrilevante che non mi hai nemmeno chiamato per farmi i
complimenti con fair play! - Rafael ora voleva davvero mandarlo a
quel paese ma si sentiva in colpa. Assurdamente.
-
Te li puoi sognare. Tanto comunque ripristinerò i ruoli al prossimo
torneo, non preoccuparti! - Novak rise.
-
Sognare non fa certo male... -
-
Tu sai cosa significa, del resto... l'hai fatto per un sacco di
tempo... -
-
Ed ora ho realizzato tutti i sogni! Devo dire che questa sensazione
non la scorderò facilmente! -
-
Ricordala perchè sarà unica! - Rafael voleva illudersi di poter
continuare ad ignorare quanto successo, ma si conosceva. Sapeva di
essere spontaneo e appena Novak avrebbe fatto una domanda fuori dal
coro, lui sarebbe sbottato. Perchè era il suo maledetto modo di
fare. Odioso.
-
Insomma, come ti sei leccato le ferite? - Ed infatti la sua lingua
parlò prima che il cervello si potesse connettere. Veloce, velenoso
e sferzante. Perchè prima di Roger, sentendo la sua intervista del
post partita, ci era stato davvero male e non lo poteva dimenticare.
Poteva
illudersi che il resto non fosse successo e che se qualcuno aveva una
colpa, era Novak. Lui e Roger erano stata una conseguenza a lui. Per
cui non serviva sentirsi in difetto.
-
Non mi sono sposato se è questo che vuoi sapere. E non ho nemmeno
messo incinta nessuno! - Velenoso, appunto.
Novak
capì subito di cosa parlava e preferì ridere e alleggerire una
situazione che percepì come tesa. Ormai lo conosceva.
-
Ehi. Ognuno fa come può... -
-
Proprio così... ognuno si consola a modo suo... - Rafael stava
bruciando ricordandosi che Novak dopo che aveva fatto quella scenata
con lui, aveva annunciato il matrimonio e la progenie. E quando lui
bruciava non ce n'era per nessuno.
-
Cos'hai fatto? Hai sventrato una tigre? Ti conosco, quando sei
arrabbiato diventi una bestia. E ti ho spodestato dal trono, per
cui... -
Rafael
proprio non era in grado di ragionare e di secondo in secondo si
sentiva la pressione salire pericolosamente, la testa battere coi
tamburi di guerra e la lingua molto più veloce del pensiero.
-
Dimentichi un paio di cose che mi possono aver fatto infuriare... il
trono è il meno! - Novak sapeva a cosa si riferiva e sapeva che era
arrabbiato per quello, infatti l'aveva chiamato il giorno dopo
apposta, sperando che si fosse calmato.
-
Eddai, non prenderla così... - Rafael si accese ancora di più se
possibile. Cosa davvero impossibile!
-
Non prenderla così? Hai battuto Roger al suo forse ultimo Wimbledon,
era importantissimo per lui! E come se non bastasse questo, te ne sei
uscito così con 'mi sposo e sarò padre!' Ma quando mi scopavi pochi
giorni prima non ti era saltato in mente di dirmelo, no? Quando mi
hai detto che eri innamorato di me! Ma quante belle parole... avevi
fatto le prove generali con la tua fidanzata? O ero io le prove
generali? No, perchè sai... mi sono sentito preso maledettamente in
giro! Mi hai fatto una scenata di gelosia assurda, mi hai fatto una
sviolinata che la metà bastava e non ti è venuto in mente di dirmi
il piccolo particolare che lei era incinta e che la sposavi? - Rafael
era un treno da guerra, ora. Sparava parole a raffica come una furia
e non sapeva nemmeno quello che stava dicendo, non ne aveva idea. Lo
diceva e basta, bruciando senza mai esaurirsi.
Novak
aveva immaginato quelle cose, ma non certo a quei livelli. Non sapeva
nemmeno come infilarsi ed in un raro momento di respiro, provò a
rispondere.
-
Dai Rafa... non fare il geloso tu, ora! Era fuori luogo dirtelo in
quel momento. Prima ti avrebbe irritato facendoti giocare male, lì
eri uscito ed eri furioso. Non potevo dirtelo in quel momento. Una
volta allacciati i rapporti e sistemato tutto, non volevo mettere
quest'ombra. Non è nulla, cioè prima di questo torneo io e te ci
vedevamo solo nelle gare e scopavamo e basta... ci tenevi che non ci
fosse altro... per cui io vivevo la mia vita normalmente! Così è
capitato di metterla incinta. Quando me l'ha detto mi è nato
spontaneo proporle il matrimonio. È così che si fa. Poi sto bene
con lei e quando gliel'ho chiesto tu eri tutto 'sesso e basta'. -
Rafael scosse il capo pensando pressante a come si era sentito male e
ferito quando l'aveva sentito in televisione il giorno prima. Una
serie di cose fortissime si susseguivano in lui alla velocità della
luce, sconvolgendolo. Primo fra tutti Roger. Quindi non poté proprio
controllarsi.
-
Non serve che ti giustifichi! Sei libero di fare quello che vuoi. Non
eravamo niente e non lo siamo ora. Non ci sono mai stati impegni e
non ce ne sono ora. Anche io ho fatto quello che volevo. Quindi siamo
pari. - Quando lo disse Novak si sentì bruciare le sinapsi, fu una
sensazione molto specifica in effetti.
L'incapacità
di razionalizzare come faceva su tutto.
Il
blocco totale.
Il
furore nella paura più nera.
-
Cosa... cosa stai dicendo? - Novak, mentre parlava, era solo, appena
tornato a casa. Fermo in piedi in mezzo al salotto, immobile. Una
tazza di caffè in mano che ora tremava.
-
Che ti puoi fare la vita che vuoi, non ci sono obblighi, non li hai
con me né io con te. - Duro, quasi con cattiveria. Rafael non era
mai dolce, ma quel giorno di poco meno una settimana prima, lo era
stato. Lo era stato tantissimo. L'aveva legato a sé con bisogno, si
era impegnato, l'aveva voluto davvero.
Lui
si era detto pronto a lasciarlo perchè lei era incinta e la stava
per sposare. Per questo in quel momento, realizzando che per Rafael
c'era comunque sempre e solo Roger, aveva deciso di fare il grande
passo e lasciarlo chiudendo con lui.
-
Perchè me lo stai dicendo ora? - C'era sicuramente un motivo. Era
raggelato, parlava piano, ormai non rideva più, non si stava
divertendo. La mano con la tazza tremava ancora, lo sguardo
spaventato, perso nel vuoto.
-
Per Roger. - Alla fine lo disse, non poteva farne a meno. L'aveva
avuto sulla punta della lingua da quando aveva risposto al telefono.
Di dirglielo subito. Di non nasconderglielo. Perchè era importante.
Se era con chiunque altro no, ma con Roger lo era.
Novak
chiuse gli occhi e trattenne il fiato, sentendosi morire. Le sue
paure che prendevano forma. Uscivano e si concretizzavano.
-
Cosa hai fatto con lui? - Rafael rispose dopo un po' di silenzio.
Il
tono ora era meno arrabbiato ed accusatorio. Più colpevole, ma
sostenuto. Cercava di non farsi sentire in colpa.
-
E' venuto qua. Gliel'ho chiesto io. Ero furioso che tu te ne eri
uscito con quell'annuncio su di lei e non mi avevi detto nulla. Avevi
fatto di tutto per stringere con me e non mi avevi detto che ti
sposavi... mi hai mandato fuori di testa e l'ho fatto venire. Anche
lui era fuori di sé, non era lucido per la sconfitta, stava male
anche se cercava di nasconderlo. Ed è successo. - Rafael voleva
evitare i dettagli, ma Novak, bloccato, cercò di uscirne così.
Perchè era una persona razionale e faceva così.
-
Cosa? - Rafael scosse il capo.
-
Non importa, non ci sono obblighi fra noi. Se tu ti sposi e non ti
viene in mente di dirmelo, io non devo raccontarti i dettagli di con
chi vado. - Rispose velenoso.
Fu
qua che Novak esplose.
-
MA ROGER NON E' UNO QUALUNQUE! - Rafael rimase senza parole, shockato
al suo urlo. Aveva ragione. Aveva maledettamente ragione.
Ed
ora non sapeva come uscirne.
-
No, non lo è. E nemmeno io per te lo ero. Però non mi hai detto che
ti sposavi quando abbiamo fatto l'amore qualche giorno fa. Stavamo
per chiudere e non mi hai detto che ti stavi per sposare... mi sono
sentito tradito... dopo quello che ci eravamo detti... dopo quello
che mi avevi detto tu e... e che avevo faticosamente detto io... -
Novak
non poteva sentirsi in colpa perchè sapeva di non esserlo. Se non
gli aveva detto in quel momento di lei era per un motivo preciso e
sensato, al di là di tutto, lui era stato l'ipocrita numero uno ed
ora lui voleva cancellare sé stesso dalla faccia della Terra. Perchè
non aveva la forza di far nulla.
-
Sei riuscito a rovinare il giorno più bello della mia vita. Il
momento perfetto. Me l'hai rovinato... - Disse a denti stretti,
penetrante, con odio. Un odio che nessuno mai avrebbe potuto vedere
seriamente sul suo viso bonario.
Rafael
rabbrividì e si gelò.
-
Il tuo? E del mio? Che mi dici? - Tentò debolmente sapendo d'avere
il coltello dalla parte sbagliata. Ma era Rafael e ci provava sempre
ad attaccare. Fino alla fine.
-
Il tuo momento dura da anni, se per una volta mi lasciavi il mio non
morivi! E comunque sei un ipocrita Rafa! Avevi la possibilità di
lasciarmi andare, avevo chiuso con te. Perchè hai fatto di tutto per
tornare con me? Perchè non sapevi se Roger avrebbe mai ceduto a te?
Ma ora che l'ha fatto mi scarichi come se non contassi nulla? Sei
davvero basso, Rafa. Mi hai deluso. Mi hai deluso tantissimo. - Con
questo, con amarezza, fece per chiudere quando la sua voce rotta da
un quasi pianto, mormorò piano.
-
Ma è Roger... - Questo fece ancora più male a Novak perchè sapeva
che il punto era sempre stato quello. Era lì che vedeva la propria
colpa, che sapeva d'averla.
Aveva
sempre saputo che Rafael era stato innamorato di Roger. Sempre. Però
ci aveva provato e sperato lo stesso.
-
Io ti avevo detto che se mi avessi lasciato, non avrei retto. Che se
rimanevi, di farlo sul serio. E tu sei rimasto. - Disse lui basso e
piano allo stesso modo. Distrutto. Con la voglia di piangere. La
tazza ancora nelle mani che stringeva convulsamente.
-
Ma ti ho detto che Roger l'avrei sempre amato... -
Novak
sospirò e scosse il capo vedendo tutto dall'esterno. Sorrise amaro.
-
Sì, l'hai detto. Ho sbagliato io a permetterti di rimanere con me
nonostante questo. Ho ceduto alla tua dolcezza e non ho capito più
un cazzo. Ma dovevo razionalmente mandarti via. So che lui era al
primo posto ed è successo questo. È solo colpa mia, sapevo sarebbe
successo questo. - Rafael rimase in silenzio e con questo Novak
chiuse la comunicazione senza saper che altro dire, senza avere la
minima idea di che cosa sarebbe successo al prossimo torneo che si
sarebbero rivisti tutti.
Messo
giù, Novak guardò il telefono ed in uno scatto imprevedibile lanciò
la tazza di caffè ormai freddo, il muro si macchiò, i cocci
schizzarono e per poco non lo colpirono.
Dopo
di che si lasciò cadere sul divano, si rannicchiò si coprì il viso
e sospirando, si mise a piangere.
Un
momento perfetto e bellissimo, un momento indimenticabile dove aveva
toccato il cielo con un dito, la gioia assoluta, la perfezione...
tutto scemato così in un istante, con una telefonata, poche parole
sincere.
Perchè
da Rafael avrebbe potuto avere sempre e solo quello.
La
verità. Ad ogni costo, anche se crudele e sbagliata.
E
forse era per questo che si era innamorato di lui. Di quella sua
onestà tanto crudele.
Ma
ormai era tutto finito.
Ogni
cosa.
FINE