NOTE: Questa breve fic si colloca nelle primissime giornate del torneo di Shangai a cui hanno partecipato Rafa, Nole, Roger... e Stan! Allora, nella fic ci sono riferimenti precisi a quel che sta succedendo in Profondamente, la fic su Roger e Stan. Questa arriva in ordine di tempo proprio dopo quello che succede nei capitoli 4 e 5. Lì praticamente Roger, dopo che ha cercato di evitare Rafa e Nole per paura di rendersi conto che era ancora preso da Rafa, li incontra comunque e scoppia dicendolo proprio davanti al povero Stan che ci rimane male e se ne va. Nole consola Stan e Rafa parla finalmente con Roger. Tutto questo nei primi giorni di permanenza a Shangai. Nel frattempo di tutto questo casino, una cosa più semplice si verificava dietro le quinte di Rafa e Nole... e vediamo di cosa si tratta.
In realtà la prima parte di questa è sul torneo di Pechino, dove c'erano solo Rafa e Nole. Poi la seconda parte è a Shangai. Spero sia abbastanza chiaro, comunque leggete! Buona lettura. Baci Akane


APPENDICITE



Riuscito a mettere piede in camera, Rafael crollò sul letto tenendosi la pancia, il basso ventre per la precisione.
Il dolore era piuttosto acuto, tanto che aveva pregiudicato l'esito della partita.
Uscire ai quarti di uno degli ultimi tornei di una stagione disastrosa, era peggio di quel male.
Rafael imprecò pesantemente rifiutandosi testardamente di chiamare un dottore o parlarne a suo zio, l'allenatore che lo seguiva ovunque.
L'aveva visto giocare male ed aveva capito che aveva qualcosa di fisico, quando gli aveva chiesto cosa fosse successo, a fine partita, aveva detto mal di pancia.
Ai microfoni non ne aveva fatto parola dicendo che gli dispiaceva di come era andata e che non era ancora pronto per gareggiare ai suoi soliti livelli, ma che ci avrebbe riprovato.
Poi suo zio aveva sparso la notizia che avesse avuto un attacco gastrointenstinale.
L'aveva inseguito per sapere come stava e se voleva andare in ospedale, ma lui aveva negato seccato e furioso per poi chiudersi in camera, chiedendo solo di stare a riposare.
Quel dolore rispecchiava la sua rabbia. Come poteva aver perso?
Che anno era quello?
Prima lo strappo alla schiena durante gli Australian Open, poi il polso slogato prima degli US... ed ora un attacco gastrointenstinale!
Sempre che poi fosse davvero quello!
Rimase poco tempo lì da solo a rotolarsi nel letto, bussarono alla porta poco dopo.
- Dai zio, sto bene! - Suo zio non insisteva mai, ma ora non stava bene per cui poteva anche essere normale.
- Se non vuoi che tutto il piano sappia che sto bussando alla tua porta, aprimi! - La sua voce forte e chiara gli arrivò e una scarica di adrenalina lo fece stare miracolosamente meglio.
Sorpreso, andò ad aprire, sebbene alzandosi e stendendo la pancia gli avesse ridato un'altra fitta.
- Nole, cosa ti salta in mente? E se ti vedono? Dovevi aspettare un po'... - Disse seccato facendolo entrare.
- Beh, ma ero preoccupato! Mi ero accorto che avevi qualcosa, poi tuo zio ha detto che hai avuto un attacco gastrointenstinale e volevo vedere come stavi! - Rafael avrebbe sorriso e l'avrebbe preso in giro, ma non ci riuscì. Il bisogno di stendersi fu maggiore, quindi si mosse lentamente verso il letto. Camminare veloce non era più fattibile.
- Rafa... sei pallidissimo! - Disse avvicinandosi al letto dove ora era steso sul fianco, le braccia intrecciate sul ventre, le gambe piegate in avanti.
Novak era proprio preoccupato, aveva pensato di tranquillizzarsi venendo lì, ma ora si sentiva anche peggio.
- Hai mai avuto un attacco gastrointenstinale? - Ringhiò spazientito stringendo gli occhi.
- Sì certo e l'ho passato chiuso in bagno a fare la cacca! Non steso nel letto incapace di muovermi e stare in piedi! - Rafael sbuffò ma non disse nulla. - Tu non hai un attacco gastrointenstinale! Cosa ti ha detto il dottore? - Rafael a quel punto aprì gli occhi e lo fissò esasperato.
- Mica mi ha visto! Per un po' di mal di pancia! - Novak a questo punto esplose allargando le braccia.
- No ma Rafa dici sul serio? Perdi una partita per del mal di pancia e non ti fai vedere? - Per lui era incredibile e Rafael, che di solito aveva la pazienza di un cane rognoso ed ora stava anche peggio, sbottò di nuovo:
- Cosa c'entra che perdo col non farmi vedere? - La voce non usciva limpida e sgarbata come al solito, era incrinata per il dolore.
Novak si piegò verso di lui sempre sbracciando fuori di sé:
- C'entra che tu puoi perdere solo se hai degli impedimenti fisici seri! È ovvio che stai male e che magari è anche grave! -
- Certo, perchè io ho sempre perso solo se stavo male, no? - Disse ironico.
- Escludendo quando gli altri erano più forti, come quando hai affrontato me... - Aggiunse Novak ammiccando per alleggerire una situazione che stava diventando troppo tesa.
Rafael fece per ridere, ma divenne un'altra smorfia.
- Piantala che mi fa male ridere... - Novak tornò a preoccuparsi.
- Tu hai davvero qualcosa di serio, scommetto che non è gastrite! - Così facendo si voltò per uscire e andare a chiamare qualcuno, ma Rafael lo afferrò velocemente. Gli prese il polso e lo tirò verso di sé.
- Dai, lascia perdere, un po' di sonno e starò bene! -
Novak si fermò solo perchè Rafael lo tratteneva. Lo guardò indeciso, ora aveva un occhio aperto che lo guardava implorante. Rafael che implorava? Sia pure con un solo occhio, era un evento!
Solo per quello decise di aspettare un po' e si lasciò tirare giù seduto sul letto.
- E cosa dovrei fare? Stai male, non può andar bene così... - Era la prima volta che se la vivevano in quel modo. Che avevano a che fare uno con l'altro nel momento di debolezza fisica di uno dei due. Di solito si erano trovati a condividere momenti fra i più svariati, al massimo c'era stata la rabbia funesta di Rafael per il polso slogato, ma mai era successo così.
- Vieni qua, dai. - Novak inarcò le sopracciglia convinto d'aver capito male.
- Sono qua! - Disse fingendo di fare il finto tonto.
Rafael sbuffò e lo tirò malamente giù per il braccio obbligandolo a stendersi con lui, una volta giù, Rafael gli si avvinghiò addosso, arrampicandosi sopra. Novak, sorpreso di questo gesto così poco da lui, lo guardò meravigliato.
- Lo vedi che stai proprio male? -
Rispose alla fine serio. Rafael rise e lui ripeté che non stava scherzando.
- No no, tu non hai mai fatto così! Ti ho sempre dovuto imporre le coccole! - Rafael però chiuse gli occhi e la luce dall'interruttore vicino al letto. Si accomodò meglio e si mise il braccio di Novak intorno al proprio corpo.
- Se stai zitto sto meglio! -
Novak decise di tenersi il miracolo a discapito della salute di Rafael, visto che probabilmente non si sarebbe più verificato.
Così rimase steso a fargli da secondo materasso mentre lui effettivamente si rilassava fino ad addormentarsi.
Ormai quella era una relazione a tutti gli effetti.


Roger lo raggiunse in ospedale dalla porta di servizio seguendo le istruzioni di Novak che gli venne incontro dopo poco, l'aria di chi era seriamente fuori di sé, così fuori di sé che nessuno l'aveva mai visto.
- Diglielo anche tu! Magari a te dà retta! - Roger, trafelato, preoccupato e preso in contropiede, per non dire con mille pensieri per la testa, dovette per prima cosa assicurarsi su cosa di preciso fosse successo.
- Nole, mi hai gridato al telefono che Rafa è in ospedale e di correre subito! Ho fatto il viaggio col cuore a tremila! Cosa diavolo ha?! - A quel punto Novak si rese conto che non gli aveva detto nulla di preciso, non aveva dubbi che fosse corso lo stesso.
- Quell'idiota deficiente ha l'appendicite e non vuole farsi operare. Cosa ancor peggiore, intende giocare ugualmente! Dimmi te se non è pazzo! - Roger impallidì e lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite.
- Che? Cosa?! Ma sul serio? È impazzito? - Novak a quel punto allargò le braccia con la faccia di uno a dir poco stralunato.
- Io ci ho combattuto fino ad ora, non vuole saperne! Ha deciso così e basta. Ora gli stanno facendo un trattamento preliminare, è venuto di nascosto a tutti, non sa nessuno che è qua e non intende renderlo pubblico! Per questo anche io sono qua, non mi sono fatto vedere da nessuno e quando entrano dottori ed infermieri esco veloce. Adesso c'è qualcuno con lui. - Spiegò Novak come in una raffica di mitraglia.
- Questa volta supera sé stesso! Nel 2005 ha giocato con una frattura al piede, all'inizio di quest'anno con la schiena stirata! Ora vuole giocare con l'appendicite? Io lo uccido così non si pone il problema e non ci fa più morire! - Novak riprese a camminare per il corridoio vuoto di servizio, così nervoso Roger non l'aveva mai visto nemmeno in partita.
- Per questo ti ho chiamato, magari tu puoi farlo ragionare! A Pechino aveva perso per un attacco di mal di pancia definito gastrite... non ha voluto saperne di farsi vedere, ma visto che non passava e peggiorava, l'ho convinto a farsi vedere ora, a Shangai, di nascosto a tutti. Come hai notato, ci sono voluti un paio di giorni perchè non voleva saperne di farlo, né ovviamente di dirlo. Poi sai è successo quel casino fra te e Stan e ha categoricamente voluto nascondertelo. Finalmente si è convinto a farsi vedere e la splendida notizia è appendicite! I medici han detto che è al primo stadio, non è ancora grave e quando è a questo livello può essere trattata coi farmaci che rallentano l'infiammazione, ma non è una cura definitiva. Prima o poi dovrà comunque operarsi. Solo che lui non vuole! - Roger non aveva bisogno di sentire il resto.
- Non partecipare è come perdere e per lui, dopo la stagione avuta, è inammissibile. - Novak allargò le braccia teatrale.
- Lo conosci bene! - Esclamò alla fine senza fermarsi. Roger in compenso era fermo e scuoteva il capo sospirando.
- Lo conosco da anni e ancora mi chiedo perchè deve avere più spiccato il senso di competizione che quello di sopravvivenza! Anche la finale degli Australian ha giocato con la schiena praticamente rotta, aveva un male cane, giocare sicuramente gli ha peggiorato l'infortunio ma pensi che si sia fermato? Ma nemmeno se gli sparano ad un ginocchio, si ferma! Per non farlo gareggiare quest'estate col polso slogato gli han dovuto dimostrare che così si sarebbe giocato la carriera! -
- Ero convinto che giocasse lo stesso gli US! - Concluse Novak in accordo con lui. Roger si passò le mani fra i capelli incredulo.
- Ha le priorità sballate! -
Quando videro l'infermiera uscire, i due entrarono chiudendosi la porta a chiave. Rafael era seduto sul letto e si stava rivestendo.
- Ho firmato per l'uscita, verranno a somministrarmi il trattamento farmacologico e poi da come mi alzerò il mattino della partita, vedremo. -
Aveva parlato convinto che Novak fosse solo, sapeva che l'avrebbe contrastato, per cui si vestiva e nemmeno lo guardava.
- Di tutte le cazzate che ti ho visto fare, questa è la peggiore e credimi che ne hai fatte! - La voce di Roger lo fece girare sorpreso e quando lo vide rimase senza parole e addirittura prese colore.
- Rori! - Disse sorpreso, era la prima volta che lo vedeva dopo il chiarimento che si erano fatti l'altro giorno, quando poi fra Roger e Stan si era creato il muro di Berlino. Rivederlo così era strano, aveva pensato che dopo di quella chiacchierata onesta e doverosa, Roger sarebbe tornato a stargli alla larga per un po' ed invece era lì come niente fosse successo. - Notizie da Stan? - Roger stava per rispondergli con un lampo di dolore nello sguardo, ma Novak si intromise furioso.
- Rori un paio di palle! L'hai sentito? - Ruggì mentre gli andava davanti. Rafael alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Nole, piantala! Sapevo che non dovevo dirti che ci stavo andando, ma pensavo che così l'avresti piantata di rompermi le palle! - Novak fece per sbraitargli contro, ma Roger lo tirò indietro per sostituirsi a lui, permettendogli così di calmarsi.
- Rafa, seriamente. Perchè lo fai? È il torneo di Shangai, non è un grande slam! È importante, ma non come lo è uno dei grandi quattro. - Chiese più morbido e preoccupato Roger. Rafael si sgonfiò e smise di stare sulla difensiva.
- Lo sai come sono fatto! Quest'anno ho saltato troppo, mi irrita! Non posso permettermi di saltare ancora! Devo partecipare, giocare e vincere. Non partecipare è come perdere, io non posso proprio lasciar correre! - Roger corrugò la fronte mentre Novak dietro di loro imprecava in serbo.
- So che hai detto che sono fatto di merda, cosa credi? - Ribadì Rafael polemico.
- Ed è così! -
- Rafa, c'è dell'altro vero? - Chiese su due piedi Roger spiazzando tutti. Lo disse sicuro, sapeva perfettamente quel che diceva.
Rafael e Novak lo fissarono in concomitanza e mentre uno era meravigliato e basta, l'altro era proprio colto in fallo.
Rafael abbassò il capo vergognandosene e Novak fissò impressionato Roger.
- Ma come hai fatto? - Roger sorrise.
- Lo conosco bene... è competitivo e odia perdere, ma ad un certo punto si ferma. Infatti col polso non ha fatto troppe storie, anche se si è arrabbiato un sacco. - Roger ci aveva ripensato in due nano secondi capendo che in effetti in corrispondenza di quell'evento recente, la reazione attuale di Rafael era strana.
A quel punto Rafael si sedette sul letto giocando con la maglia che doveva indossare. Se la guardò incapace di alzare lo sguardo sugli altri due che aspettavano ora silenziosi e finalmente non più furiosi o agitati.
- E'... è che... ecco io... io e le operazioni... sì insomma... - Non riusciva a dirlo perchè se ne vergognava molto, capiva che era assurdo, ma era così.
- Hai paura delle operazioni? - Chiese stupito Novak senza tatto.
Rafel annuì senza alzare la testa.
Roger e Novak sorrisero inteneriti guardandosi complici, Novak da solo non ci sarebbe mai arrivato, c'era voluto Roger. Del resto l'aveva chiamato consapevole che solo lui avrebbe potuto cavarne qualcosa.
Si sedettero uno per lato accanto a lui e lo guardarono allo stesso modo, con la medesima dolcezza che entrambi sapevano tirare fuori. Quella che a Rafael, lo diceva lui stesso, mancava.
- Ne ho proprio il terrore e se posso evitare... loro mi hanno detto che c'è la possibilità di evitarla, in ogni caso questo rallenta l'infiammazione e mi permette di non operarmi ora. Poi a Maiorca vedo, però adesso, qua... - Novak non se la sentì di prenderlo in giro per alleggerire la situazione, ognuno aveva i suoi punti deboli e quello era molto tenero. Ovvero Rafael era tenero ad averne uno. Finalmente!
- Va bene, fai questa cura e vedi come va. Affronta giorno per giorno. Poi a Maiorca deciderai. - Roger si era sciolto subito accondiscendendo e Novak sogghignò. L'aveva chiamato per farlo ragionare, ma alla fine si era schierato dalla sua parte. Lo vide carezzarlo come un fratello maggiore e sorrise alla scena.
Era sempre speciale per lui, ma li capiva. Anche lui aveva dei rapporti speciali con altre persone, con Andy per esempio.
Però quel che contava era Rafael, il rapporto che aveva con lui.
Gli prese la mano e lui se la fece prendere, si guardarono e a quel punto appoggiò la fronte alla sua ancora morbido e rischiarato, sollevato nel sapere la verità, anche se questo non l'avrebbe portato a fermarlo. Roger tolse subito la propria dalla schiena di Rafael e girò lo sguardo per non vederli insieme. Era tutto molto delicato. Non gli faceva più male come prima, come per giorni aveva avuto paura che fosse, però rimaneva tutto molto strano e particolare.
- Se vedo che sei verde, scendo in campo davanti a tutti e interrompo la partita! - Questa minaccia fatta per sdrammatizzare, fece ridere Rafael e Roger ben consapevoli comunque che ne sarebbe stato davvero capace. Sarebbe stato attento.
Una cosa era certa. Avere a che fare con lui era la cosa più complicata mai fatta. Tutt'ora rimaneva tale e sicuramente non sarebbe mai cambiato!
Dopo di questo, Roger e Rafael si misero a parlare di Stan. Con lui non c'erano novità, ancora non gli parlava ed era uscito subito al primo turno del torneo. Novak aveva parlato con Stan, ma non aveva detto di cosa avevano parlato. Entrambi gli altri due fremevano per saperlo, ma lui era una tomba ed ogni volta finiva per scherzare dicendo che era già raro che Stan si confidasse con qualcuno, se poi l'unica volta che succedeva questi lo tradiva, era la fine!
Roger capiva, Rafael si arrabbiava, ma alla fine le cose non cambiavano.
Il tutto era successo davvero da pochissimo e ritrovarsi già a parlarne come se invece fossero passate settimane, fu strano, ma, ovviamente, terapeutico.
Ormai Rafael era sempre più nella sua giusta dimensione e Roger riusciva a stare con lui anche se c'era Novak.
Le strade stavano proseguendo verso la giusta direzione e vedendo Rafael e Novak beccarsi, Roger sorrise divertito.
Certe cose non cambiavano mai, altre miglioravano.

FINE