NOTE:
ecco dopo un po' anche questa. Rafa era in attesa del verdetto: US sì o
no? Alla fine gli vietano di partecipare all'ultimo Grande Slam della
stagione e lui, focoso e irascibile com'è, sicuramente non la prende
bene. Rafa è fuoco e fiamme, è un vulcano in eruzione e Novak, per
quanto potrebbe sembrare simile in apparenza, ha un potere che tirerà
fuori in questa fic. Un potere importante per uno che vuole stare con
lui sul serio. Beh, non dico altro. È una fic per gli amanti della
djokodal... ce n'è almeno ancora una che è un po' la conclusione del
tutto, però trattandosi di me sicuramente scriverò ancora, questo è
certo. Solo che diciamo che con la prossima c'è il famoso match point!
Buona lettura. Baci Akane
BREAK
BREAK=
rubare il servizio. Fare punto su un game in cui è di servizio
l'avversario. Di norma chi ha il servizio fa punto nel game, quando lo
fa l'avversario significa che questi è molto bravo, non è facile fare
break.
“E' sempre lì, semifinali, finali, vittorie. E' uno dei migliori giocatori che abbia mai visto!”
- Rafael su Novak -
Rafael
schiantò la pallina con violenza contro il muro, schizzò sfiorandogli
la testa. Non soddisfatto si girò e diede un calcio al resto del
secchio con le altre palline, rotolarono tutte intorno a lui,
spargendosi fino ad allontanarsi. Quelle più vicine vennero calciate
con stizza e rabbia, una rabbia che non scemò subito.
Aveva appena ricevuto la notizia peggiore che avrebbe potuto immaginare, quella che aveva più temuto.
Nonostante
l'avessero preparato a quell'eventualità, non riusciva proprio ad
andargli giù. Ci aveva sperato fino all'ultimo secondo, ma alla fine
gli avevano detto che per guarire del tutto e non avere ritorsioni
future, come ricadute o fastidi cronici al polso, doveva evitare di
giocare gli US Open.
Rinunciare
proprio a quella gara per lui era bruciante, specie ora che Novak
l'aveva superato. Non era un divario incolmabile, per fortuna, perchè
nei due Master appena fatti, non aveva fatto bene.
Roger aveva vinto il secondo, Cincinnati, cosa che l'aveva riempito di gioia, ma cosa importante Novak era uscito presto.
Ora
era possibile che non facesse bene anche agli US oppure che si
riprendesse alla grande e li vincesse. Aveva fatto un grandissimo anno.
In ogni caso non poteva permettersi di saltarli e non guadagnare
punti.
Per quanto bruciante fosse, quella era la realtà e la doveva accettare, ma non era un vocabolo nel suo dizionario.
Rafael non poteva semplicemente dire 'ok, per quest'anno va così, vedremo il prossimo'.
Non esisteva.
Lui voleva partecipare, voleva vincere, voleva stracciare Novak. E voleva anche gareggiare ancora con Roger.
Gli mancavano le gare con lui.
Aveva
tenuto duro fino al ritorno al campo privato, una volta solo aveva dato
sfogo alla sua fortissima rabbia, per poco non aveva preso a pugni il
muro con la destra. Maledettissima mano, maledettissimo polso,
maledettissimo anno!
Aveva
iniziato con un infortunio alla schiena che gli aveva fatto perdere
gare e punti preziosi ed ora finiva con un infortunio al polso, che gli
faceva perdere altrettante gare e punti preziosi.
- Che anno di merda! - Disse prendendo ancora a calci le palline, ripetutamente.
Prese
il cellulare con l'intenzione di convocare urgentemente Roger, ora
aveva un pochino di pausa prima del prossimo torneo, gli US, aveva
appena appena finito Cincinnati. Poteva anche correre da lui e
calmarlo, ne aveva bisogno. Solo lui sapeva come fare, solo lui ci
riusciva. Aveva un dono speciale.
Sicuro che altrimenti sarebbe impazzito, stava per trovare il suo numero quando cominciò a squillare.
Il nome di Novak brillava sullo schermo e lui rispose imprecando in spagnolo dialettale, impossibile da capire.
-
Anche io sono felice di vederti, sono tutto un fremito tesoro! - Rafael
prese un profondo respiro al suo sarcasmo e per poco non lanciò anche
il telefono.
- Nole, non è il momento! Lasciami in pace! - E con tanta acidità, chiuse la conversazione.
Novak tornò a chiamare e lui tornò a mettergli giù, mentre cercava di tirare fuori il numero di Roger.
Alla fine calciò di nuovo il secchio rovesciato e si rassegnò a rispondere a Novak.
-
Sono furioso, posso spaccare tutto in santa pace o devo per forza
parlare con te che, per qualche ragione di cui non me ne fotte un
cazzo, sei felice? - Rafael era davvero furibondo, sembrava quando
aveva perso a Wimbledon.
Novak ci mise un nano secondo a capire cosa gli era successo.
-
Ehi, sono a casa tua, si può sapere dove sei, raggio di sole? - Lui
continuava imperterrito sulla sua strada fatta di scherzi, giochi ed
ironie. Sapeva che rischiava la vita, ma continuava a pensare che con
lui ne valesse la pena.
Rafael
si zittì, staccò completamente la spina e si ritrovò a non capire cosa
aveva detto, cosa stava per succedere. Nemmeno si ricordò quello che
era appena capitato.
- Rafa? - Chiese Novak. - Ci sei? - Rafael scosse il capo.
-
No, non voglio vederti ora! Potrei ucciderti! Sono furioso per colpa
tua! - Non era proprio vero, ma il riassunto non si scostava molto da
quella conclusione.
A Novak prese un colpo, convinto d'aver combinato un guaio senza nemmeno esserne cosciente.
- Cosa?! E quando? Perchè? Cosa? - A Rafael tornò a partire l'embolo e riprese a parlare come una mitraglia.
-
E' colpa tua perchè sei primo ed io secondo e tu stai bene e
parteciperai agli US e sicuramente giocherai anche bene, magari pure li
vinci, mentre io non posso perchè rischio di avere una ricaduta al
polso che non è ancora del tutto guarito e quindi devo rinunciare agli
US e sono furibondo perchè così mi distanzierai ancora ed io non potrò
tornare a superarti e a riprendermi il mio primo posto! Se vieni ora,
se ti vedo ti uccido, ti strozzo! -
Rafael era serio, Novak lo sapeva. Ma sapeva anche che dopo di quello, a maggior ragione doveva andare da lui e vederlo.
Aveva
conquistato faticosamente quel punto, rubando il servizio a Roger, ora
come poteva lasciare il prossimo game? Il servizio l'aveva lui, non
poteva lasciarlo all'avversario.
-
Ti aspetto, dai. Sbrigati ad arrivare. Guarda che non me ne vado finchè
non ti vedo. Prima o poi dovrai tornare a casa. Cazzi tuoi se passa la
tua ragazza! -
Rafa fece per tirare il telefono contro il pavimento, ma si limitò a chiudere senza rispondere.
Perchè non lo voleva capire?
Ora aveva bisogno di Roger, era lui l'addetto alla calma. Nole era l'addetto al sesso ed ora non ne aveva voglia.
Quando
tornò, sperò di non trovarlo lì e di poter chiamare in santa pace
Roger. Aveva aspettato di vedere che fine aveva fatto
quell'impiccione.
Con
suo sommo disappunto, notò un'auto parcheggiata in un angolo sicuro
della zona, poco lontano dal suo cancello privato. Quando l'aprì col
comando automatico, questa entrò sfrontata.
- Io lo uccido! Può anche capire quando non voglio! Perchè deve essere così stronzo? -
Che poi, obiettivamente, fra i due il più stronzo era proprio lui!
Parcheggiò
nel proprio garage e scese andandogli incontro con passo di carica.
Novak aveva un andamento spavaldo tipico suo, cosa che lo mandava
sempre sui nervi, ora era decisamente peggio.
-
Senti tu! - Cominciò arrabbiato, puntandolo col dito. - Se uno ti dice
no, è no! Devi anche fare quello che ti dicono gli altri, specie se si
tratta di andare a rompergli le palle a casa! -
Novak,
in tutta risposta, come se non gli avesse detto niente, gli prese il
dito che gli puntava, gli prese anche tutta la mano e se la rigirò fra
le sue.
-
E' questo il polso? - Rafael fece per ritirarlo, ma Novak lo trattenne
massaggiandoglielo dolcemente, sebbene l'espressione fosse quella da
schiaffi solita. - Mi dispiace che salti, speravo di scontrarmi con te
per un'ultima volta quest'anno... - Questo lo disse con un tono più
basso, meno spavaldo. Ora lo diceva sul serio. Rafael cercò di
togliersi dall'imbarazzo, ma visto che non poteva togliere la mano se
non usando violenza, si affidò solo alla risposta.
-
Ti va bene, invece. Così non mi riprendo il posto! Il prossimo anno non
ti andrà così bene! Gli infortuni di merda capitano a tutti, quest'anno
sono partito male, non potevo che finire così, ma il prossimo... - Le
solite cose che si dicevano, quelle che ci si poteva aspettare da
lui.
Novak
fece come se non avesse detto nulla e si portò il polso sulle labbra,
gli baciò l'interno e con malizia disse alzando gli occhi sui
suoi.
-
Un bacio per aiutarti a guarire... - Rafael avvampò, non si aspettava
quel gesto così sciocco eppure tenero a modo suo. Da fidanzati?
-
Sm...smettila, scemo! - Così dicendo glielo sfilò dalle mani e dalla
bocca, sebbene fosse riuscito a rabbrividire. - Goditi quest'anno, il
prossimo non ti andrà così bene! - Novak fece un sorrisino, Rafael lo
diceva poco convinto e non perchè non lo credesse sul serio. Era poco
convinto perchè voleva ridargli la mano e fargliela baciare
ancora.
-
Intanto che siamo ancora nel 2014 mi fai entrare in casa, o devo
aspettare il 2015, quando il tuo anno sarà migliore così come il tuo
umore? - Questa uscita fu talmente bella da strappargli una piccola
risata. Rafael, scuotendo la testa e pensando che fosse proprio unico,
lo precedette con un cenno del capo. Novak lo seguì sventolando le
braccia, che fermò di colpo facendo la faccia seria quando l'altro si
rigirò per guardare che stava facendo.
Quando uno era idiota, era idiota. Ma avrebbe avuto modo di attestarlo ancora, quella serata.
Una
volta in casa, Rafael scrisse alla sua ragazza dicendo che quella sera
aveva bisogno di stare per conto suo. Lei sapeva che passava quei
periodi e non insisteva. Lo conosceva da molti anni ed erano più amici
che altro.
“Insomma, visto che c'è tanto vale approfittare. Anche se ho ancora voglia di parlare con Roger!”
Novak, una volta dentro, si guardò come al solito intorno.
-
Di casa tua ho visto solo il salotto. Chissà se potrò mai vedere anche
il resto, sembra una bella casa... - Rafael non aveva voglia di
scherzare e con una certa cattiveria, disse:
-
Ma come sei simpatico! Mi fai proprio morire dal ridere! - Novak inarcò
le sopracciglia con la sua solita faccia tosta molto comica.
-
Perchè, che ho detto? È vero o no che quando sono venuto mi sei saltato
subito addosso senza farmi vedere nulla e che poi mi hai subito
cacciato? - Rafael non gli rispose ed andò in cucina preferendo cercare
qualcosa da offrirgli, anche se non se lo meritava.
Stava rovistando nel frigo, quando sentì della musica dallo stereo uscire a tutto volume.
Non certo musica sua, era orribile sul serio.
Quando
accorse a vedere che cosa aveva osato combinare in casa sua, se lo
ritrovò a fare uno dei suoi buffissimi balletti in mezzo al salotto,
sventolava le bracia roteandole nel senso opposto con cui faceva col
bacino. Perchè sì, roteava anche quello. E pure molto bene. Troppo.
Insomma,
era uno scemo che faceva lo scemo di proposito, ma lo faceva con un suo
perchè. Si faceva guardare. Come dire? Era intrigante. Qualcosa di
quello che faceva lo era.
Non
certo la faccia da cretino, gli occhi chiusi, l'aria tutta presa come
se quella non fosse la canzone più idiota mai ascoltata.
E nemmeno le braccia sventolanti.
Però il busto ed il bacino...
“Il suo maledettissimo culo!”
Concluse infine Rafael perdendo l'espressione seccata e mutandola in interessata ed apprezzata.
Finì per inarcare un sopracciglio scettico per poi diventare anche malizioso.
Novak
continuò per un po', poi si fermò proprio davanti a lui, dopo aver
percorso liberamente tutto il suo grande salotto. Aprì gli occhi e lo
guardò con aria di chi era perfettamente a suo agio, come se non si
fosse appena esibito in un miscuglio fra l'erotico ed il
pagliaccesco.
Rafael
stava lì con le bibite di sali minerali freschi in mano, dei beveroni
energetici che si facevano fuori a litri solo loro due.
La faccia era tutta un programma, sempre indecisa se apprezzare o prenderlo in giro.
Però rimase immobile.
Novak
si era fermato con le braccia tutte a destra ed il bacino tutto a
sinistra, per cui era storto e non certo sexy. Ma tale ci si
sentiva.
- Ho visto che hai un super impianto e volevo mettere un po' di musica, mi piace la musica... - Disse come se avesse senso.
- Vedo. E vedo anche che non ti piace solo la musica. - Novak sorrise.
-
Mi piace anche ballare. Anche se non sono bravo... - A quel punto si
sciolse per smettere e Rafael allargò le braccia facendo un passo
indietro.
-
Ah, ma continua pure... - La musica era cambiata, nel frattempo, era
sempre forte ma da quella vicinanza si sentivano ancora. Novak a quel
punto decise di approfittare e prendendolo in parola, afferrò i polsi
di Rafael, l'attirò a sé e pur con le lattine in mano, si mise a
dondolare e saltellare trascinandoselo dietro, mentre ovviamente la
sirena iniziava.
-
N...Nole... Nole piantala... Nole lasciami... Nole smettila! NOLE PORCA
PUTTANA! - Novak in risposta alzò il volume. La canzone era Prayer in C
di Lilly Wood ed altri artisti, si sentiva molto, aveva un ritmo
ballabile, allegro, che spingeva a muoversi appena la si sentiva.
Oltretutto aveva una sua sensualità, secondo Novak.
Quando
gli strappò le lattine di mano e gli acchiappò i glutei senza fare
complimenti, se l'attaccò addosso. A quel punto trasmise il proprio
senso del ritmo libidinoso.
Insomma, Novak era un pagliaccio, ma nel fare le cose aveva sempre un suo talento, restava piuttosto piacevole.
Infatti
Rafael trattenne il fiato nel sentire dapprima le sue mani che lo
palpeggiavano per bene sul sedere, poi il suo bacino sul proprio.
Spalmato benissimo.
Infine con le gambe intrecciate ed incastrate alle sue, si trovò a dondolare in modo poco professionale, ma molto erotico.
Del
resto erano come un tutt'uno e nonostante seguissero quel ritmo
allegro, Rafael si stava eccitando avvinghiato a lui che sapeva
trascinarselo con maestria.
Alla
fine non si oppose, si lasciò fare dimenticando tutti i propri guai,
trovandosi bene, accaldato e volendone anche di più.
Si sentiva scemo ed eccitato insieme.
Cose da Novak, insomma!
Finirono
per fissarsi negli occhi, mentre dondolavano insieme in quel modo. E le
mani di Rafael finirono sui fianchi di Novak.
I
volti erano molto vicini così come gli occhi, un intreccio di sguardi e
corpi che presto, col finire della canzone, si fermò mentre le bocche
proseguirono quella specie di balletto unendosi. Le lingue continuarono
a muoversi senza far loro accorgere che si erano fermati e che la
musica era cambiata.
Tanto meno che ora erano abbracciati, oltre che avvinghiati.
Le mani di Rafael dai fianchi erano finite sulla sua schiena e poi sulla sua nuca.
L'aveva proprio accettato e richiamato dando a Novak un altro punto su un servizio che non era suo.
Aveva fatto un altro break.
Rafael
si stava avvicinando molto a Novak, molto più di quanto avesse
immaginato. Quando questi se ne accorse, prima di buttarsi a fare sesso
sfrenato con lui come ora aveva voglia di fare, si fermò, staccò il
viso dal suo per pochi centimetri e lo guardò in quegli occhi così
malizioso e divertiti.
Capire quello che gli stava succedendo non era facile per lui. Più che altro non lo era ammetterlo.
- Hai un futuro come pagliaccio! - Disse invece di fare una rivelazione come Novak aveva sperato. Questi però rise.
-
Spero di avere anche un futuro con te! - A quel punto, visto che si
erano invertiti i ruoli, fu lui a dire la cosa seria, sempre
ridendo.
Rafael trattenne il fiato, ma non rispose.
Preferì baciarlo.
Di
fatto l'aveva aiutato, l'aveva risollevato, ora stava meglio, a modo
suo aveva ingoiato il rospo velenoso e stava sopravvivendo.
Aveva
paura che quando se ne fosse andato, lui sarebbe tornato a spaccare
tutto, a quel punto forse sarebbe tornato il bisogno di Roger, ma
intanto Novak era lì e stava incredibilmente bene con lui. Anche al di
là del sesso.
Smise di baciarlo e tornando a quell'espressione intensa e ravvicinata, disse:
-
Roger è l'anima, tu sei il corpo. Vorrei poter unirvi in una sola
persona. Ti scoperei dalla mattina alla sera, mentre starei allo stesso
tempo anche con Roger a parlare e a sfogarmi e confidarmi... - Lo
spiegò bene ed esplicitamente. Novak l'aveva già capito che era così,
ma ora doveva riuscire a diventare anche anima.
Lo
guardò con una strana espressione indecifrabile, un piccolo sorriso
misterioso. Rafael ne rimase incantato, lo stava per ribaciare
alzandogli la maglia per togliergliela, quando Novak si allontanò
facendolo rimanere male.
- Eh no! - Disse improvviso! Rafael lo guardò alquanto male.
- Come no! - Ripeté scandalizzato.
-
NO! - Replicò sicuro Novak stiracchiandosi e prendendo una delle
lattine di prima. - Io ho una fame da matti, non posso scopare se ho
fame! Non ho proprio le forze! - Rafael sospirò capendo che voleva solo
passare del tempo con lui senza fare sesso. Voleva provare ad avere una
relazione.
Non
ne era convinto, da lui voleva solo il piacere fisico. Ma in fondo
aveva fame anche lui. Se dopo aver mangiato gli avrebbe dato quello che
voleva senza spingerlo ad usare violenza e cattiveria, come al solito,
glielo poteva concedere.
Si disse così mentre scuotendo la testa con fare di mal sopportazione, andò in cucina.
- Quanto sei viziato! Sei abituato ad avere sempre quel che vuoi? - Novak fece i consueti saltelli.
- Certo! -
La
verità, però, era che stava incredibilmente bene con lui, gli stava
piacendo la compagnia di quel pagliaccio spensierato. Non l'avrebbe mai
ammesso nemmeno sotto tortura, ma era proprio così.
A
fine cena, Novak riuscì a strappargli la visita della casa. Dopo di
quella la visita del giardino e del campetto da tennis personale.
Infine
una serie di altre cose distraenti. Il tutto avvenne fra chiacchiere
continue, domande e terzi gradi. Nonché risate. Molte risate. Perchè
con lui di certo non si poteva che ridere.
Ad un certo punto Novak si mise a fare le sue famose imitazioni, chiedendogli un parere su una nuova.
Ovviamente Rafael finì fra le lacrime, da tanto che rise, e Novak al settimo, ottavo, nono cielo.
La serata era andata oltre che bene. Benissimo.
Alla fine si trovarono seduti nel divano, uno vicino all'altro, a ridere insieme.
Le
risate proseguirono fino a che scemarono e Novak decise di lasciare un
po' di silenzio per staccarsi dalle cose stupide e passare a quelle
serie.
Il
silenzio venne interrotto dopo un bel po', ma Rafael si trovò a pensare
che riuscire a stare bene in silenzio con qualcuno, era il primo
segno.
-
Mi dispiace che non ci sarai agli US, Rafa... - Disse finalmente.
Rafael trattenne il respiro ritrovandosi senza un rene all'idea di
ripensarci.
Si
ribellò, ma poi la sua mano sulla coscia, per sostenerlo, lo fece
sentire meglio. Alla fine abbassò la testa e gli occhi e con amarezza
ma non più rabbia, disse:
- Anche a me. -
-
Vedrai che il prossimo sarà il tuo anno! - Novak lo pensava sul serio
ed anche Rafael, dopotutto. Annuì senza aggiungere altro, non volle
rovinare quel momento intimo, tranquillo e piacevole con niente altro.
Non gli propose del sesso, non ne aveva più tanta voglia. Non gli
propose di andarsene. Non gli propose nulla.
Nemmeno Novak pretese più nulla. Rimase lì in silenzio, uno straordinario e splendido silenzio, in ascolto uno dell'altro.
Dopo
di che, appoggiati all'indietro, sullo schienale, fecero scivolare le
teste uno verso l'altro. Lentamente. Insieme. Piano piano.
Impercettibilmente.
Quando
si incontrarono, Rafael stava davvero meglio, chiuse gli occhi e si
ostinò a non pensare a nulla. Nessun nome. Nessuna definizione. Nessun
ricredersi.
Novak aveva i suoi pregi. Era una persona divertente, spensierata, faceva distrarre.
E poi sapeva anche stare zitto. Cosa che prima di quella sera, non sapeva proprio.
Era bello stare in silenzio con lui.
Non ne aveva idea del perchè, ma lo era.
Non
provò a dirgli niente di filosofico, nemmeno a strappargli sfoghi o
confidenze. Non cercò di fare il Roger della situazione, ma riuscì ad
esserci proprio come voleva.
E
a Rafael piacque molto più del previsto al punto che si addormentò lì
obbligando Novak a restare tutta la notte, sempre in quella posizione.
Fino a riuscire abilmente a scivolare steso con lui sopra, abbarbicato,
praticamente abbracciati.
Praticamente come una coppia.
“Ci manca pochissimo. Sono quasi al match point!”
Novak ormai ne era certissimo.
FINE