NOTE:
questa l’ho scritta un po’ di tempo fa. L’anno scorso per Stan è stato
strano, prima è in crisi a tennis, poi si separa per la seconda volta
dalla moglie, torna ad andare bene a tennis e vince lo slam parigino e
si mette con Donna Vekic, poi Kyrgios lo sputtana dicendo che Donna lo
tradiva col suo amico Kokkinakis e Stan torna ad andare male a tennis.
Dopo tutto questo, in Autunno, in piena crisi di Stan, c’è la Davis Cup
e succede qualcosa di particolare… Stan fa un singolo, ma perde, così
poi le altre partite le giocano tutte gli altri… come se Roger (e la
sq), volessero proteggerlo e coccolarlo. Dopo di questo, piano piano,
Stan torna ad andare bene anche a tennis e torna a sorridere più
sereno. Sebbene non si sia lasciato con Donna, la cosa mi ha reso
sospettosa e… ho fatto questa fic. E’ scollegata dalle altre, è a sé e
parla di un altro plausibile modo in cui la loro storia possa essere
andata. E’ ambientata proprio in questo periodo di cui ho parlato. E
quindi… buona lettura. Baci Akane
PS: le foto di seguito vengono proprio dalla Davis Cup in questione...
E gli anni passano, noi cresciamo, i titoli aumentano, la notorietà anche.
Le cose migliorano, per qualcuno anche i figli, i soldi… ma questa nostra vigliaccheria è immutata nel tempo.
Siamo due codardi che si guardano
ogni volta che ci incontriamo con questa consapevolezza nel cuore, ci
sorridiamo e recitiamo due parti comode.
Poi ci salutiamo, chiudiamo gli
occhi, da soli nelle nostre camere, e sospiriamo immaginando se ci
lasciassimo andare… oh, se solo ne avessimo coraggio…
E nel cambiare, aumenta la mia scarsa resistenza.
Perché amare qualcuno dal primo
giorno che lo vedi e per ogni istante che passi con lui e non consumare
questo sentimento, trattenerlo, soffocarlo, illudersi che vada bene
anche quell’amicizia speciale, no… così no, non va bene…
Quando ho avuto il coraggio di
dirlo a me stesso, ho lasciato mia moglie, poi ho capito che era un
cazzata perché non avrei mai fatto nulla con lui e quindi era meglio
tenersi occupati, distrarsi, raddrizzarsi. Così sono tornato con lei
senza la minima convinzione di poter provare un unghia di quel che
provo per lui.
Alla fine non ce l’ha fatta, non
ha resistito davanti ad un uomo costantemente triste incapace di
amarla, chiuso nel suo mondo, assente anche quando è con lei.
Così affrontare questo non è stato
facile, ma mi sono aggrappato ad un’altra donna, la prima che c’era, la
prima capace di corteggiarmi.
Non mi importava chi fosse, era vitale che ce ne fosse una.
Donna era facile. Ho pensato che sarebbe stato sufficiente.
Sono bravo ad illudermi, a raccontarmi bugie.
Per me le donne sono come una
garanzia. La garanzia che mi tiene lontano da Roger, che mi impedisce
di andare da lui quando non gioco a tennis e dirgli che lo amo
disperatamente.
Sono distrazioni e funzionano, anche se loro non mi sentono mai presente, non hanno mai la sensazione di avermi.
Perché poi io vivo solo quando sono con Roger.
Vivo, respiro, il cuore batte, il
sangue corre nelle vene ed i sensi vanno a mille ed io sono felice, Dio
sono così felice solo perché sono con lui e mi basta, mi basta davvero.
Poi ci separiamo e mi attacco ad
una donna, una chiunque. Mi sforzo di tenere la stessa, non ho voglia
di corteggiarne una diversa ogni volta, non mi importa che mi ami, io
non la amo, basta che stia con me, che mi distragga, che mi permetta di
sfogare questo buco nero che mi risucchia.
Ci credo, mi illudo che quello che ho con lei sia il meglio che si possa aspirare.
Ma nemmeno questo funziona, perché
lei va con altri e non ha nemmeno l’intelligenza di non farlo sapere in
giro ed in breve scoppia questa bomba planetaria dove si sa che lei mi
tradisce dopo che io ho tradito mia moglie con lei, questo secondo le
storie dei media.
Non mi importa cosa pensano, non
starò a spiegargli che Ilham era convinta che la tradissi perché
semplicemente ero chiuso e distante…. ma che poi non l’ho mai tradita
se non nella mia testa con Roger.
Donna è una delusione, l’ennesimo
tentativo di farmi una vita, di provarci, di fare qualcosa di giusto,
che vada bene, che mi tiri su, che mi distolga da lui.
Non so cosa sia, non so come mi succede.
Ma io dopo di questa ne esco a pezzi.
Decido di non lasciarla, lei mi
promette che non lo farà più ed io devo anche fare la parte del
fidanzato ferito, geloso e a pezzi per lei.
Non so cosa mi riduca a brandelli dopo l’ennesimo fallimento.
Avevo pianificato qualcosa che non è andato come previsto, ma non me ne importa.
Però sono qua a trascinarmi a tennis mentre mi rendo conto che non me ne importa un cazzo di vincere e giocare bene.
Sono qua a ricompormi e a farmi andare bene qualcosa che non dovrebbe andarmi bene.
‘Ehi amico, ti ha tradito, non dovresti darle un’altra occasione! Chi ti dice che non lo rifà?’
Ed io ‘Cosa cazzo puoi saperne tu? Va al diavolo, fatti i cazzi tuoi!’
Dio, non so cos’è che dovrei fare.
Alla fine non me ne fotte di lei,
ci speravo, credevo di poter trovare un rifugio da Roger, ma nulla
funziona, nulla è adatto, perché è solo lui che voglio. Lui con cui non
avrò mai il coraggio di mettermi.
Perché lui non lo farà. Lui ama sua moglie, lui ha una famiglia con lei, lui ha la sua vita e mi vede come il suo fratellino.
Questa Davis Cup mi raccoglie con un cucchiaio.
Sono stanco, sono così stanco… mentalmente distrutto, a pezzi.
L’ennesimo piano fallito, sono
destinato a stare solo a pensare a quanto amo chi non avrò mai, nessun
compromesso, nessuna distrazione, nessun ripiego.
Amo Roger, non posso averlo, soffrirò e basta.
Roger sa una versione, sa che con
Ilham, dopo che siamo tornati insieme, è stato un fallimento e ne sono
uscito distrutto e che Donna mi ha salvato dalle mie sabbie mobili. Ed
ora il fatto che se la sia fatta con un altro giocatore mi ha distrutto
e non so cosa fare.
Non è vero, mi sento un verme ad avergli rifilato questa versione.
E’ lui ad avermi salvato, sempre.
E loro sono state pallide imitazioni di relazioni, ripieghi, tentativi.
A volte credevo che bastassero perché riuscivo ad andarci a letto e a
stare meglio.
Non lo so, questo ennesimo
fallimento mi ricorda che non sarò mai felice, perché non avrò mai chi
voglio davvero, chi amo davvero.
Quando è successo il casino in
America, Roger mi è stato molto vicino, mi sono sfogato dicendo che era
l’ennesimo fallimento della mia vita e che sono sicuro andrà tutto male
in amore, lui mi ha sempre tirato su cercando di essere positivo ed
ottimista, ma io non potendo dirgli la verità, non sono mai riuscito a
stare meglio.
Quando ci siamo scontrati a New York, non sono stato competitivo nemmeno l’ombra di quando lo sono stato al Roland.
Lui è stato molto dolce con me, mi
ha distratto e consolato dicendo che sarebbe presto andato meglio, io
non riesco a guardarlo, io non ce la faccio perché gli sto mentendo
spudoratamente e non ce la faccio più.
Questa situazione mi consuma, è un cane che si morde la coda.
Ed ora siamo di nuovo qua insieme per la nazionale svizzera a cercare di vincere questo turno e mi chiedo come diavolo faccio.
Per me il tennis sta diventando un
supplizio ed è peggio perché vedo Roger che mi tira su su cose che non
sono vere, non sono quelle che mi angosciano ed io lo sto prendendo in
giro e mi sento un verme e sto peggio.
Come faccio a dirgli che sto male perché qualunque cosa faccia va tutto male visto che amo lui da sempre?
Più sto male, più è dolce con me e più è dolce con me, più sto male.
E lui lo vede.
Gli ci vuole uno sguardo, sa subito quando sono fuori di me.
Ed io non ci sono, non sono proprio presente.
Sono a dir poco osceno in campo.
Per poco non rischio di perdere la mia partita.
Roger si rende conto in un istante che non posso continuare così, che non va bene, che deve fare qualcosa.
Non si è mai intromesso nel mio
tennis, specie nella nazionale. Seve è il nostro allenatore ed è amico
di entrambi allo stesso modo, ma lui non l’ha mai scavalcato pur
potendo farlo visto che è Roger Federer!
Però questa volta, dopo la mia
partita vinta per il rotto della cuffia e solo perché avevo dietro di
me Roger che mi incitava e che ci teneva, lui va da Seve e glielo dice
con un tono quasi di comando.
- Domani non può giocare il doppio
con me! - Seve è stralunato, era lì in panchina con me che mi incitava
ogni volta ed è diventato matto.
- E’ un rischio mettere in campo
un altra coppia, specie perché dobbiamo passare il turno e voi siete la
coppia di doppio più forte… - Roger sospira accondiscendente, ma fermo
di tono.
- Lo so e capisco, davvero. Ma non
può. Stan è allo stremo, è sfinito. E’ mentalmente distrutto! Lui è qua
per dovere, vorrebbe essere altrove, non esistere nemmeno in questo
momento! Lui gioca perché deve! Aiutiamolo e alleggeriamogli questo
momento atroce! Giocherò io con Marco domani e se dovesse andare male
me la vedrò nel singolo il giorno successivo! Non farlo giocare! - Seve
sospira e si gira dall’altra parte. Pensano che non li sento, ma sono
solo sotto a doccia. Fermo. Appoggiato alla parete. Con l’acqua che
scende copiosa su di me.
Non mi muovo, sto fermo. Immobile.
Li ascolto.
- Stanley non ce la fa, non è un
problema fisico, lui fisicamente è ok! Cavolo, quest’anno ha vinto uno
slam! Non è quello… - Penso che Seve annuisca. - E’ mentale. E’ una
disfatta mentale! Per lui giocare ancora è una tortura, non possiamo
farglielo fare! -
Sorrido. Il suo modo di prendersi cura di me è fantastico. Gli sto a cuore, gli sto sinceramente a cuore.
Ed io lo prendo in giro dicendo
che sto così perché è l’ennesima storia fallita e… e non è questo… è
che starò solo per sempre, a soffrire per lui.
A mentirgli tutte le volte.
Poco dopo la porta si apre e si
chiude e c’è silenzio, devono essere usciti. Appoggio la nuca
all’indietro e mi lascio baciare dal getto della doccia che mi carezza
il corpo, non trovo conforto, non so come uscirne. Non trovo una via
d’uscita ed è vero, il tennis per ora è un supplizio. Lui l’ha capito
bene senza che gli dicessi nulla.
Non mi piace nemmeno che per colpa mia si oberi di lavoro e si stanchi… non voglio essergli di peso.
Sto pensando a questo quando
l’acqua smette di scendere e apro gli occhi su un asciugamano che mi
avvolge dolcemente. Le sue mani, il suo dolce sorriso ed io che
semplicemente non ce la faccio più.
Lascio andare le lacrime e mi
appoggio con la testa bagnata alla sua spalla, gliela bagno, ma non uso
le braccia perché mi ha avvolto come un salame ed io non riesco a
sgusciare via per un po’ d’amor proprio.
Sciolto contro di lui, abbandonato senza forze, con il solo bisogno di lui, lui e basta.
Lui che mi capisca, lui che sappia la verità. Lui che mi ami.
Voglio lui, solo lui. Dopo anni e anni di lotte contro me stesso e di piani andati nel cesso sono sempre qua a volere lui.
Devo trovare un altro ripiego che
occupi le mie giornate e che mi distragga, un ripiego accettabile,
qualcuno che mi strappi dal pensiero fisso di Roger.
Ma non ne voglio più, non voglio più saperne.
Roger mi tiene con sé, dolcemente
mi strofina le mani sulle spalle e sulla schiena ricurva, poi sale
sulla nuca dove i capelli sono bagnati e mi tiene così appoggiando la
testa alla mia, non importa che lo bagno.
- Non ce la faccio più… - Dico con
un filo di voce, senza riuscire ad articolare un discorso, spaventato
all’idea di non riuscire ancora a mentire…
- Lo so… lo so… ci penso io… - Ma non può essere così dolce, non può, ti prego…
Le sue mani continuano a tenermi a
sé, mi bacia la tempia ed io non so, non riesco. Alzo la testa, giro il
capo verso di lui, so che non dovrei, ma sono al capolinea, più in là
di qui mi butto sotto un treno e piuttosto che questo è meglio così,
credo.
Gli sfioro le labbra con le mie,
non faccio altro. Poi mi rendo subito conto di cosa sto facendo, una
violenta scarica elettrica mi sveglia, indietreggio di scatto e sciolgo
l’asciugamano che afferro, lo fisso smarrito, sconvolto, sotto shock e
me ne vado di là.
Dio, cosa ho fatto? Ed adesso?
Ho fatto un casino, un casino1
Non dovevo!
Cosa mi è saltato in mente?
Andiamo, sei fuori Stan?
Lo baci?
Dopo una vita a vietartelo e a riempirlo di palle lo baci?
Sei proprio stronzo!
Cerco di asciugarmi e vestirmi in
fretta, ma sono nel panico, tremo tutto e non combino un cazzo. Sono
ancora nudo a cercare delle mutande del cazzo quando Roger sbuca e mi
guarda. E’ allibito e preoccupato. Ora penserà che sono così fuori che
l’ho baciato!
Non è che sia tanto sbagliato, ma sono fuori perché non ce la faccio più a mentirgli e stargli lontano.
Non ho il coraggio di guardarlo e di vedere che espressione abbia.
Lui però ad un certo punto mi
prende le braccia e mi siede sulla panca, poi apre il mio borsone e
prende gli slip. Si accuccia e me li prepara. Io senza parole, bloccato
come se mi avessero staccato la spina, infilo le gambe e lui me li tira
su. Mi alzo in piedi e me li sistema. Sta accucciato silenzioso davanti
a me, la sua faccia a pochi centimetri dal mio inguine, io lo guardo
dall’alto e non so cosa pensare. Ho paura di avere un’erezione.
- R-Roger… - Dico guardando dall’altra parte, con una vocina in difficoltà.
Lui sta cercando nel borsone i pantaloni suppongo, visto che sto fermo come un pupazzo.
Si gira, abbasso lo sguardo. Sono imbarazzato.
- Che c’è? - Chiede senza capire. Io tossicchio e guardo me stesso, così è costretto a notarlo.
- Forse è meglio se ti sposti e ti
alzi… - Dico sempre con un filo di voce. Lui si rende conto che il
rigonfiamento è anomalo ed a momenti esce tutto dagli slip.
- O-oh… - Fa spontaneo, imbarazzato e sorpreso.
- Eh… - Finalmente si alza, ma mi
resta davanti com’è ed io non posso indietreggiare perché non ho
spazio. Mi fissa, credo che nella sua mente ci siano una serie di
domande shoccate. Insomma sta avendo l’epifania!
Mi mordo il labbro inferiore e lo
guardo pensando che se non se ne va lo spingo contro il muro e lo
bacio. Non posso ora. Sono stato bravo per una vita. Si sentirebbe
tradito se io ora dicessi che l’ho sempre amato. Ma del resto devo
spiegare la cosa in qualche modo.
- Ecco io… ero sconvolto prima e…
sai sto passando un momento allucinato e spesso mi trovo a fare e
reagire in modi che… - Ma poi non ci credo nemmeno io a quello che
dico, figurarsi lui!
Alla fine scuoto la testa e mi copro il viso, poi lo spingo gentilmente. Non ho scelta che toccarlo e lui docile non reagisce.
- Senti, ne parliamo stasera, ok? - Ecco, bravo, infossati e sotterrati!
Adesso che fai, scappi dalla porta di servizio?
Cosa gli dirai?
E che ne so!
Roger annuisce e dopo un po’ di imbarazzo va alla porta.
- Ti aspetto fuori… - Io
annuisco, fa per andare, poi si ferma e si volta. - Senti, risolviamo
tutto, ok? Non preoccuparti per il tennis e niente altro… - E’ sempre
lì preoccupato per me, però. Il mio dolce Roger…
Sospiro e annuisco con un sorriso tirato. Poi mi lascia solo a sbattere la testa contro il muro.
Sono proprio fuori! Ed ora come ne esco?
Non ne esco, ecco!
Non so cosa farò, non ne ho idea!
Ma non dovevo!
Io ora non ho idea di come fare!
Se solo sapessi cosa ne pensa lui ora!
La sera tanto temuta arriva ed io non so cosa dire, cosa fare.
Non che ci mancasse molto per
arrivarci, giocando nel pomeriggio abbiamo avuto un po’ di cose per il
tennis e la nazionale e poi via.
Adesso abbiamo cenato. Per lo meno abbiamo tentato.
Sono tutti molto dolci con me,
cercano di distrarmi, farmi ridere e alleggerire la situazione che
tutti sanno non è facile. Se non sono in me le cose si complicano per
tutte ed io lo so, ma non so come uscirne.
E poi sta cosa di Roger…
Arriviamo in camera che anche lui
ha parlato meno del solito, ma non ha fatto scena muta come me. E’
bravo a gestire le situazioni, separa tutto, mette da parte e nasconde.
Non so come fa. Non l’ho mai visto nervoso in campo. Tutti bene o male
lo sono, lui no, mai.
Nemmeno quando Rafa gli ha preso dei titoli a cui teneva nella gloria dei tempi!
Come non innervosirsi di questo ragazzino che gli ruba i trofei?
Entro nervoso, mi tormento il bordo della maglia ed il telefono che guardo venti volte senza vedere l’ora.
Lo metto giù e lo riprendo e dopo l’ennesima volta che lo faccio, lui mi dice che sono le dieci di sera.
Si sfila la maglia ed io lo guardo sconvolto, non ce la posso fare. Cosa gli salta in mente?
Andiamo, l’ho visto nudo un sacco di volte. E’ che ora è diverso!
Rimango imbambolato e lo fisso senza reagire, incapace di tornare in me. Non so come affrontarla, ora.
- Che c’è? - Chiede a torso nudo mentre si apre i pantaloni.
Scuoto la testa e mi volto di spalle aprendomi la zip della felpa. Ok, Stan, sei nella merda.
- Niente niente! -
Niente un cazzo.
- Allora che dovevi dirmi prima? - E me lo chiedi ora, così? Sei un sadico!
Non lo facevo così sadico!
Ma forse nemmeno se ne rende conto1
- Beh ecco… - Mi sfilo anche i
pantaloni e lui capendo che temporeggio perché non voglio dirglielo, mi
si siede sul letto, proprio davanti a me, e mi fa venire un colpo.
E’ ancora a torso nudo ed io sono in mutande come prime a non so come non urlare.
Faccio un passo indietro
chiaramente spaventato e lui effettivamente si accorge che sto per
avere una crisi di nervi, come prima. Alza le mani per calmarmi.
- Ehi, è tutto ok… se non vuoi
dirmi… insomma, immagino che dovevi parlarmi di quello che è successo
sotto la doccia e poi dopo… certe reazioni non si controllano e il… -
Tossisce. - Il bacio è stato un modo un po’ particolare di
ringraziarmi, ma può capitare… particolare e poco da te, ma visto che
stai passando un momento strano io… - Cerca di giustificarmi, ma non
crede ad una parola di quello che dice ed io non ne posso più.
- Non si tratta di questo… - Faccio secco perché mi sento un idiota e sono stufo di questo.
sono stufo anche di mentirgli, di
arrampicarmi sugli specchi, di accontentarmi di ripieghi che mi
deludono e di sentirmi destinato alla solitudine!
Sono stufo di tutto, tutto!
- E di cosa si tratta allora? - E
così mi mordo il labbro, lo guardo in piedi un attimo ed alla fine
allargo le braccia e lo dico.
- Si tratta che la mia vita
sentimentale è una merda da sempre perché è tutta un ripiego! Per te! -
Forse non l’ho detta bene. Roger rimane senza parole e mi fissa di
lato.
- Per me? - Chiede dubbioso. Io impreco e alzo gli occhi al cielo. Sto facendo peggio!
- Ti amo da sempre, Roger! - Così non può fraintendere!
Penso che ora sarà shockato per un po’, quindi mi preparo a vestirmi e a mettermi a letto.
Però lui mi sorprende e mi risponde subito. Non è normale avere una ripresa simile!
- Stan, solo perché hai avuto dei
disastri sentimentali non significa che ora devi ripiegare sull’unico
rapporto che non ti ha mai deluso. Capisco che visto che ci siamo
sempre stati l’uno per l’altro ora tu mi veda come il meglio a cui tu
possa aspirare, ne sono anche lusingato, ma non devi rinunciare a
credere che un giorno troverai la ragazza giusta… perché qualcuna va
male non è che devi cambiare genere! Non credere che coi ragazzi sia
più facile, eh? - Oh Dio è un incubo, non ha capito nulla!
Voglio uccidermi!
Mi strofino il viso con le mani esasperato, cammino in tondo e lo guardo torvo.
- No Rog! Io ti amo! - Roger sospira e si alza calmo.
- Ma sì, ma ora sei fuori di te e
pensi che questo nostro sentimento sia meglio di tutti quelli che
quest’anno ti hanno deluso, ma è così perché noi siamo amici… - Non ci
credo! Non può essere così ottuso!
E’ solo che non vuole affrontare una situazione scomoda!
Andiamo!
Visto che proprio non capisce non mi resta altra scelta.
Gli prendo il viso fra le mani e
lo bacio. Gli premo le labbra sulle sue, poi con il labbro mi faccio
spazio e lui sconvolto, morbido, ebete, mi lascia fare. Succhio il suo,
non lo violo con la lingua, non credo risponderebbe.
Anche se…
E non so perché ci provo ma lo
faccio ed in effetti dopo un breve istante, la sua lingua mi viene
incontro. Le sue mani sui miei fianchi.
Cosa fa, risponde al bacio?
Oh Gesù!
Non mi fermo di certo ora. Se non
vuole deve essere lui a respingermi. Una volta che mi decido, lo faccio
per bene! Anche perché sicuramente sarà l’unica!
Scendo con le mani sul suo collo,
una affonda fra i suoi capelli, sulla nuca, l’altra scivola sul petto
nudo, va dietro sulla schiena e l’attiro a me premendomelo contro. Lui
si lascia fare, morbido. E dannazione, mi sta rispondendo.
Il sapore della sua lingua contro
la mia, le bocche che si uniscono e si fondono e poi la sua pelle sotto
le dita e le sue mani sul mio corpo. Non fa niente, è solo arrendevole.
Semplicemente.
Ma sto in paradiso e non voglio svegliarmi.
Comincio a camminare e spingerlo,
lui si lascia fare, arrivati al letto premo sul suo petto e lui si
siede. L’accompagno giù senza staccare le labbra dalle sue e lui non mi
respinge.
Con le mani indietreggia sul materasso ed io salgo con le ginocchia avanzando per non smettere di baciarlo.
Non mi respinge ed alla fine si
adagia giù, si stende e con le mani sulla vita risale sulla schiena,
sul collo, fra i capelli, mi tiene su di sé, mi stendo e continuo a
baciarlo con il bacino sul suo e questa esplosione di eccitazione,
incredulità e sentimento.
E’ tutto quello che ho sempre desiderato. E’ qua. Ed ho paura di essere in un sogno.
Dio, e se sto sognando sul serio?
Non è possibile che mi ricambi.
La paura che sia così mi fa
esitare e smetto di baciarlo per primo. Lo guardo turbato e lui mi
fissa senza capire perché io abbia smesso.
- Sto sognando? - Lui sorride e mi prende il viso fra le mani.
- Vuoi un pizzicotto? - Sorrido a mia volta, ebete.
- Voglio che mi spieghi cosa succede… -
Roger inarca le sopracciglia e mi guarda scettico.
- Succede che mi hai baciato ed io ho ricambiato. -
- Tutto qua? Così semplice? Ricambi tutti gli amici che ti baciano? - Roger mi bacia leggero le labbra divertito.
- Non ho amici che mi baciano… -
- Ma io e te non siamo amici? - Chiedo senza capire. Lui ride, oh adesso svengo. Amo il suo sorriso.
- Non bacerei Marco… lui è mio amico… - Bella risposta. Dannatamente bella.
E’ solo ora che realizzo che cosa
sta succedendo e gli occhi cominciano a bruciarmi, shock e sgomento.
Non so cosa dire, non riesco a sbloccarmi. Rimango sconvolto a fissarlo
steso sopra di lui.
Lui sorride dolcemente e mi carezza il viso.
- Pensavo non mi ricambiassi… e ad
ogni segno mi davo mille spiegazioni… e tu non volevi mai parlare e
venire allo scoperto ed io non mi sono mai esposto. Sarei andato avanti
tutta la vita se tu non avessi avuto il coraggio. -
Il coraggio… allora avevo visto bene. La sua predilezione per me non era normale!
Allora sta succedendo.
Gli occhi si riempiono di lacrime
che scivolano sulle guance e lui le raccoglie dal mento, sorridendo
dolcemente. Le succhia via e risale sulle labbra che apro e gli do e
svengo per un momento, fra me e me, stringendo gli occhi.
I desideri si avverano. Ogni tanto. Dopo una vita.
Ed io non ci posso credere.
Non riesco a continuare, non
respiro. Stringo gli occhi e scivolo col viso contro il suo collo, mi
accoccolo e lui mi cinge dolcemente, la mano sulla nuca, l’altra mi
carezza la schiena. Mi tiene a sé e lo sento tranquillo, così a suo
agio. Non so come fa, non ne ho idea. A me questa cosa mi ha distrutto
e per lui è così facile.
- Scusami se non ho mai avuto
coraggio. Ti ho lasciato fare tutto a te. Scusami. - Però in compenso
ora sa come rimediare, perché io sono nel panico e non riesco a fare
nulla!
Ma sono ormai beato fra le sue
braccia mentre realizzo cosa è successo, cosa sta succedendo, e mi
rilasso piano piano grazie a lui.
Smetto di piangere perché è il desiderio di una vita che si realizza e sono convinto di essere ancora in un sogno.
- Perchè non siamo mai stati
onesti? - Chiedo riemergendo dal suo collo, lo guardo mentre sto meglio
e non posso ancora crederci che stia succedendo.
- Perché siamo entrambi riservati. -
- E un po’ fifoni… - Ribatto ridacchiando. Lui ricambia stringendomi a sé.
- Certe cose non sono facili,
specie se si fa di tutto per nasconderle! Io e te ci siamo impegnati
molto per non far capire cosa provavamo. Io ormai ero rassegnato,
convinto di dover andare avanti così. Mi stava bene pur di averti come
amico. E vederti ogni volta triste per la donna di turno io… volevo
dirti basta, c’ero io per te… - Torno ad emozionarmi, faccio un sorriso
che non riesco a controllare e lo bacio. Semplicemente lo bacio. Non ho
parole, non so spiegare. E’ andata così, non ho mai osato sperare un
epilogo simile. Dopo tutti questi anni, dopo tutti questi anni noi…
Quando ci separiamo, i nostri occhi brillano e lui è sinceramente e apertamente felice. Come lo sono io.
- Ti amo. Intendevo esattamente questo. - Dico ripetendo quel che ho detto prima a cui lui non credeva. Roger sorride.
- Ora ho capito. -
- Meno male! - dico ridendo.
- E ti amo anche io. Da una vita.
- Non si può dire altro, non si può dire molto quando tutto quello a
cui riesci a pensare è baciarlo.
Ed è quello che faccio.
Da qui in poi posso risalire.
FINE